Atalanta – Milan 3-2: commentate voi

Sarò breve. E’ sabato sera, ho visto lo show di La Penna al limite del vergognoso dopo il 2-2 che ha cominciato ad ammonire a destra e a manca ad ogni contatto. Ho visto lo show di Pioli che non ci ha capito un cazzo dall’inizio alla fine. Ho visto Jovic pareggiare il record di gol di Origi al 9 dicembre – per chi ancora difende quella roba schifosa. Non ho voglia di rovinarmi il sabato per cui – oggi – lascio a voi. Abbiamo perso un anno per non aver cacciato Maldini lo scorso anno, ne abbiamo perso un altro per non aver cacciato Pioli quest’estate. Per la partita lascio a voi, c’è una bella sezione commenti qua sotto.

Buona serata.

ATALANTA-MILAN 3-2
Marcatori: 38’ e 55’ Lookman, 45’+2 Giroud, 80’ Jovic, 90’+5 Muriel

ATALANTA (4-3-1-2): Musso; Zappacosta, Djimsiti, Scalvini, Ruggeri (dal 90’+8 Holm); Pašali? (dal 87’ Adopo), de Roon, Éderson; Koopmeiners; Lookman (dal 82’ Miran?uk), De Ketelaere (dal 82’ Muriel). A disp.: Carnesecchi, Rossi; Bonfanti, Del Lungo, Hateboer, Zortea, Colombo, Manzoni, Mendicino; Cissé. All.: Gasperini.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori, Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 72’ Jovic), Reijnders (dal 88’ Adli), Musah; Chukwueze (dal 59’ Bennacer), Giroud, Pulisic. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?, Kruni?, Pobega, Romero, Traorè. All.: Pioli.

Arbitro: La Penna di Roma 1.

Ammoniti: 71’ Reijnders, 72’ Ederson, 81’ e 90′ +3 Calabria, 88’ Jovic, 90’+2 Bennacer.
Espulsi: 90’+3′ Calabria.

Milan – Frosinone 3-1: oggi solo numeri

Per stasera vi propongo un postpartita diverso dal solito. Dopo le ennesime, accuse, strumentalizzate, di una rosa più scarsa dello scorso anno sfruttando un insieme di partite più difficili tra campionato e – soprattutto – Champions, stasera vi rispondo coi numeri.

Lo scorso anno quando Leao non ha messo piede in campo per squalifica o infortunio il Milan in campionato ha perso tre partite su tre. Quando è subentrato invece i risultati sono stati un 4-1 al Monza, uno 0-0 alla Cremonese, una sconfitta 1-0 vs Inter, l’eliminazione in Coppa Italia vs Torino e tre pareggi con Empoli, Bologna e ancora Cremonese in casa. Perché sì, il tanto attaccato (dai servi dell’ex dirigente e dell’attuale allenatore) mercato al 2 di dicembre ha prodotto 14 goal + assist. Lo scorso anno furono in tutto 4.

Siamo ad un punto dal rendimento dello scorso anno e siamo poco prima del momento del crollo, il tutto con un calendario criminale ed un momento di infortuni ben oltre la soglia della normalità. Insomma, nonostante i vergognosi attacchi strumentali dovuti anche ad un girone di coppa ben più difficile la materia prima c’è e lotta nonostante tutto. Chi attacca il mercato di questa estate lo fa in una maniera vergognosa con un vedovismo strumentale che non si addice ai tifosi del Milan.

Non ho altro da dire, se non che a questo punto l’ex garante (a proposito, se Jovic fa un altro gol da qua alla fine pareggia Origi, di cui ha preso il posto ma costando molto meno) volesse fare qualche altra intervista visto che ci portano bene lo aspettiamo volentieri. Mi spiace invece per chi non è tifoso del Milan e da Agosto sta tifando contro per tifare per i loro personali idoli. Si consigliano per questi solamente tanto maalox.

Concludo con un commento sulla partita: Theo Bernard Francois Hernandez.

MILAN – FROSINONE 3-1

MILAN (4-3-3): Maignan, Calabria; Tomori, Theo Hernandez, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 79′ Pobega), Musah, Reijnders (dal 79′ Bennacer), Chukwueze (dal 64′ Adli), Jovic (dall’85’ Camarda), Pulisic (dal 79′ Chaka Traoré). Allenatore: Stefano Pioli. A disposizione: Mirante, Nava, Simic, Jimenez, Krunic, Bennacer, Pobega, Adli, Chaka Traore, Romero, Camarda. All.: Pioli. 

FROSINONE (4-3-3): Turati; Monterisi (dall’86’ Cheddira), Romagnoli, Okoli, Oyono; Bourabai (dal 46′ Brescianini), Barrenechea, Reinier (dal 57′ Gelli); Soulè, Ibrahimovic (dal 67′ Caso); Cuni (dal 67′ Kaio Jorge). All. Di Francesco. A disposizione: Frattali, Cerofolini, Baez, Lulic, Pinto, Garritano, Kvernadze, Vanzelli, Cheddira. All.: Di Francesco.

ARBITRO: Marchetti

GOL: Jovic 43′, Pulisic 50′, Tomori 74′, Brescianini 82′

AMMONIZIONI: Barrenechea (F), Jovic (M), Pioli (M)

Il più grande interista di sempre

Una volta era Mirabelli con Elliott, ora invece, quando le cose vanno male dal tombino è spuntato direttamente lui. Il re del padel, il principe dei mojitos. Con l’amico Currò che ha sempre attaccato il Milan una bella intervista nel momento peggiore della stagione per spaccare ulteriormente il Milan. Come un Daniele Mari o un Pasquale Guarro qualunque. Parliamo ovviamente di Maldini che con non poco risentimento ha deciso di anteporre ancora una volta il proprio ego al bene della squadra e spiegarci i motivi per cui ora facciamo schifo ed è colpa del fatto che l’han cacciato mente lo scorso anno si faceva schifo ma non era colpa sua.

Non sto qua ad analizzare i contenuti, ma dai contenuti si capiscono molte cose. Si capisce che la società è ambiziosa, perché ha come obiettivo vincere la Champions League in tre anni (appunto, il piano chiesto a Maldini), si capisce anche come Maldini interferisse in ambiti non suoi. Quando parla di “non hanno mai firmato giocatori che non ho voluto” il riferimento è a Dybala della scorsa estate che poi è la causa per cui Furlani ha chiesto l’allontanamento.

Maldini rivendica la scelta del rinnovo di Pioli – scelta che di fatto ci è costata la scorsa stagione e ci sta costando questa. Continua a farsi scudo dietro una semifinale di Champions come se fosse un merito suo aver pescato Dinamo Zagabria e Salisburgo e non Dortmund e Newcastle visto che in quel girone, le uniche partite con un’avversaria da Champions, quelle col Chelsea, sono finite 0-3 e 0-2. Perlomeno sappiamo che Cardinale a differenza del garante non ci sta a perdere in semifinale di Champions contro una squadra inferiore – Maldini invece provava a normalizzarlo.

Dall’intervista si evince anche che il responsabile dell’area tecnica interferisce nello stadio, presenta piani di sviluppo dove è lui a decidere i bugdet invece di lavorare con ciò che gli viene proposto. Insomma, non stupisce che in una società a decidere sia il CEO e non il responsabile della parte sportiva. L’intervista si chiude giustamente con un bello spottone pubblicitario per cercare lavoro con le squadre dove andrebbe e quelle dove non andrebbe – un bell’annuncio per dire “per favore, datemi un lavoro”.

Maldini non ha mai nominato il quinto posto in campionato – ha continuato a difendere De Keteleare non ammettendo che se basi tutto il mercato su un giocatore e quel giocatore floppa, tu hai floppato. Addirittura lo ha paragonato a Theo e Leao. La morale è sempre la stessa: io sono un genio e non sbaglio e se qualcosa esce sbagliato è colpa vostra. Ovviamente non mezza parola su Origi, sugli ingaggi di Messias e Florenzi e sul fatto che il mercato post scudetto ha portato il Milan da primo a quinto in classifica.

Interessante la rinuncia a Calhanoglu per l’ingaggio, peccato che stavano rinnovando a 500.000€ in meno di quanto gli ha offerto l’inter e poi abbiano pareggiato l’offerta per provare a tenerlo all’ultimo momento così come è imbarazzante il tentativo di scaricare le colpe per il riscatto di Florenzi, Messias, Origi, Vranckx e gli altri pipponi dicendo che comunque tutto veniva approvato anche dagli altri. Non risulta, ad esempio, che l’algoritmo consigliasse Origi. L’attacco al mercato attuale da chi stava per prendere Berardi, Arnautovic e Pereyra nemmeno lo commento.

Il paradosso alla fine di questa intervista sapete qual è? Che il garante pur di rimanere avrebbe accettato pure il budget ridotto proposto da Furlani (anche qua, discutibile: il Milan ha sempre speso sul mercato ogni euro di cassa dai tempi di Elliott e questa estate non ha fatto eccezione). Il garante – del suo posto di lavoro – se oggi fosse al Milan avrebbe dato la stessa risposta che dava lo scorso anno in situazioni uguali o peggiori, in quelle interviste dove andava ad autoassolversi e dare tutta la colpa ad altri: siamo nei parametri.

Lo stile non si compra – Galliani non ha mai rilasciato mezza parola sull’operato di Fassone o Mirabelli dopo essere stato liquidato, lo stesso Marotta come molti altri non ha mai detto mezza parola sulle sue ex squadre. Lo Jannik Sinner dei campi di padel di Ibiza ha invece deciso di frapporsi tra i tifosi e chi ora rappresenta il Milan decidendo quindi di mettersi in contrapposizione allo stesso come una entità esterna, insomma dopo questa intervista o stai con Maldini o stai con il Milan. E io sto con il Milan.

Milan – Borussia Dortmund 1-3: a casa

Finisce qua la Champions League del Milan e finisce esattamente come è finita a novembre la stagione. E’ finita con la squadra rotta, con diversi infortunati per la gara e con un infortunio in itinere che essendo avvenuto in campo non potrà essere nascosto dietro affaticamenti o virus intestinali. La Champions non può nascondere un trend fallimentare – lo aveva fatto lo scorso anno quando avevi fatto l’europa league e l’unica gara di Champions era finita 0-5 aggregate col Chelsea. Quest’anno, però, c’è la Champions – non c’è la Dinamo Zagabria ma il Newcastle e non c’è il Salisburgo ma c’è il Borussia Dortmund.

Il Dortmund non è più forte del Milan ma ha una idea tattica di cosa fare in campo – e il Milan per 60 minuti il dortmund lo domina. Poteva già essere chiusa con un rigore, sbagliato ma – come sempre – andiamo sotto e quando andiamo sotto patiamo perché l’avversario si chiude. Nonostante tutto pareggiamo con un gran gol di Chukwueze (ma non avevamo preso solo gente scarsa) prima del crollo con due gol evitabili coronati da due errori di Adli (che spiega perché non gioca) e due tiri su cui Maignan poteva arrivare.

La partita il Milan la finisce con in campo Krunic centrale e la finisce con Chaka Traoré in campo, peraltro penso pure esordio in Champions, totalmente a caso sbilanciati e con Jovic che fa 20 minuti meglio dei 70 di Giroud. Potete poi fare gli idioti su Twitter e mettere foto di Maldini per attaccare Furlani e uno dei mercati migliori di sempre che ha consegnato all’allenatore la rosa più forte dal 2011/12 ma se questa non viene mai messa in campo di chi è la colpa? Pioli è stato scaricato da tifosi e giocatori – cosa si aspetta a prendere almeno un traghettatore?

La partita di oggi si poteva vincere come si poteva perdere ma vi rendete conto che giochiamo senza centrocampo? 5 davanti e 5 dietro come col PSG. Così non è calcio – semplicemente non è a calcio. Io mi sono onestamente stufato, non so nemmeno se prendermi una pausa finché Pioli non sarà cacciato dalla panchina del Milan. Risultati del genere in un girone così non sono semplicemente più accettabili.

Caro Furlani, caro Scaroni – è il momento di fare qualcosa da Milanisti. Esoneratelo.

MILAN-BORUSSIA DORTMUND 1-3
Marcatori: 10’ Reus (r), 37’ Chukwueze. 59’ Bynoe-Gittens, 69’ Adeyemi.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Thiaw (dal 53’ Krunic), Tomori, Theo Hernández; Loftus-Cheek, Adli (dal 77’ Jovic), Reijnders; Chukwueze (dal 77’ Chaka Traore), Giroud, Pulisic. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Florenzi, Pobega. All.: Pioli.

BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Kobel; Ryerson, Hummels, Schlotterbeck (dal 55’ Ozcan), Bensebaini; Can, Sabitzer; Malen (dal 56’ Adeyemi), Reus (dal 79’ Brandt), Bynoe-Gittens (dal 66’ Wolf); Füllkrug. A disp.: Lotka, Meyer; Blank, Reyna, Haller, Moukoko. All.: Terzi?.

Arbitro: István Kovács (ROU)

Ammoniti: 67′ Tomori, 90’+7 Can.
Recupero: 3′ 1T, 6′ 2T

Milan – Fiorentina 1-0: coprofagia

Non me ne frega assolutamente niente del fatto che abbiamo vinto la partita. E’ stata una esperienza orribile, una roba inguardabile andata in scena tra i due allenatori più talebani di serie A. La Fiorentina è venuta a San Siro a palleggiarci in faccia con un semplice pressing alto che come sempre ci ha mandato in difficoltà. Fare salire i centrocampisti per fare raccordo? Non sia mai, e via di 5-0-5 come sempre. Praticamente gran parte della partita si è giocata nella nostra metà campo perché loro salivano e noi non avevamo vie di scarico e tirarla lunga non avendo Giroud era praticamente inutile.

Molti se la sono presa con Jovic ma Jovic ha toccato pochissimi palloni, ha servito l’assist del rigore e ha sbagliato un gol dove se la vai a vedere al replay l’angolazione c’era e Terracciano è stato bravo a pararla di piedi. Il punto è che con Jovic non puoi fare il lavoro che fa Giroud. Se a Jovic chiedi di fare la sponda per gli esterni, il risultato è che difficilmente avrà palloni giocabili.

Quello che non va assolutamente bene è la fase difensiva. Gli ultimi 30 minuti sono una roba vergognosa – e infatti la Fiorentina meritava il pareggio ed è stata salvata da un intervento molto fortunoso di Maignan – peraltro con un gol preso esattamente come quelli con PSG e Lecce: spizzata su corner per l’uomo libero.

Non si può continuare a giocare ignorando il centrocampo con Musah completamente fuori posizione che sbaglia controlli a due tocchi col pallone a cinque metri per tutta la partita (bonus: oggi è finito a fare l’esterno). Quando è entrato Loftus-Cheek la situazione non è migliorata con Rejinders lasciato in mezzo alla gabbia e gli altri due in giro a cercare palloni che non arrivavano perché non saltavamo il primo pressing della Fiorentina.

E’ stato un errore non esonerare Pioli dopo Lecce (e il sostituto ideale fino a luglio c’era e ora sta sulla panchina del Napoli che infatti ha vinto a Bergamo e ha vinto Bene) e continuiamo a vederlo partita dopo partita, giornata dopo giornata. La Fiorentina per tutta la partita è riuscita a fare quello che voleva, senza correttivi tattici perché tanto noi giochiamo la nostra partita, quello che succede di là sticazzi – le stesse nostre azioni pericolose (poche) sono uscite come roba casuale.

Io non ce la faccio onestamente più a vedere sta roba finché Pioli sarà il nostro allenatore – non so voi. E nonostante questo allenatore i numeri sono buoni – come direbbe qualcuno siamo nei parametri per le prime quattro. +5/6 sulla Champions dopo 13 giornate nonostante questi numeri, solo -3 dallo scorso anno con un calendario più difficile (e lo scorso anno la crisi iniziò qua con 9 punti in 6 partite). Pensate questa rosa – che è molto più forte dello scorso anno – cosa sarebbe con un allenatore.

Chiosa finale su Camarda che alla fine ha toccato solo un pallone e l’ha perso, per cui in sostanza ha fatto niente: per mettere sotto i riflettori un gioiello del settore giovanile che dovrebbe stare nascosto fino ai 18 quando può firmare il quinquennale solo per togliere il record a Maldini e distogliere l’attenzione sulla tua situazione (già lo fece ai tempi facendo esordire Daniel Maldini) devi essere vergognoso come uomo prima che come allenatore. Riso ringrazia insieme al piazzista nerazzurro che sta cercando di farlo notare ovunque per farcelo portare via.

MILAN-FIORENTINA 1-0
Marcatori: 45’+2 Theo Hernandez (r)

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 90’+2 Florenzi), Thiaw, Tomori, Theo Hernández; Musah (dal 83’ Krunic), Reijnders, Pobega; Chukwueze, Jovi? (dal 84’ Camarda), Pulisic (dal 60’ Loftus-Cheek). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?; Adli, Romero; Camarda, Traorè. All.: Pioli.

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Parisi, Martínez Quarta, Milenkovi?, Biraghi; Arthur (dal 46’ Maxime Lopez), Duncan (dal 81’ Mandragora); González, Bonaventura (dal 88’ Kouame), Sottil (dal 81’ Ikone); Beltrán (dal 70’ Nzola). A disp.: Christensen, Martinelli; Comuzzo, Mina, Pierozzi; Amatucci, Barák, Infantino; Brekalo. All.: Italiano.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

Ammoniti: 12’ Arthur, 45’+1’ Parisi, 56’ Tomori, 77’ Pioli.
Recupero: 2′ 1T, 7′ 2T

Qualcuno al Milan capisce di campo?

Il fatto che siamo a mercoledì mattina e Stefano Pioli è ancora l’allenatore in carica del Milan è preoccupante. E’ preoccupante dopo aver fatto un mercato ottimo e avergli messo in mano la migliore squadra d’Italia. E’ preoccupante dopo aver visto nell’ultima settimana giocatori che recuperano per una partita di Champions e successivamente infortunarsi nuovamente grazie alla tenuta atletica di un pensionato. Ho il terrore dovuto anche alle voci che mi arrivano che la società pensi che firmando Ibrahimovic come consulente tutto torni magicamente a posto. Perché dovrebbe? Ibrahimovic era al Milan anche lo scorso gennaio quando arrivò il tracollo che costò due obiettivi stagionali su tre (per il terzo attendere maggio). Ibrahimovic non ha impedito infortuni, non ha impedito di perdere quattro derby e non ha impedito di prendere cinque gol dal Sassuolo. Perché ora dovrebbe essere diverso?

Il Milan oggi è una realtà eccellente a livello di marketing e sviluppo del fatturato – che è la cosa che è mancata negli ultimi 20 anni (e non si può dire altrimenti quando passi da 200 a 300 a 400 milioni in due milioni) ma resta deficitaria nella gestione del mercato stesso (paradossalmente) e del campo. Dopo lo scudetto vinto il Milan ha agito come se fosse l’unico attore di un sistema dimenticando di essere seduto al tavolo con altri e che danneggiare questi ultimi vale tanto quanto rinforzarsi. Un esempio lo abbiamo avuto quest’estate a parti invertite dove l’Inter ha impedito al Milan di prendere Thuram e molto probabilmente anche Taremi (anche se non lo ammetteranno mai, essendo illegale) semplicemente alzando la cornetta e rilanciando sugli agenti.

L’Inter è da due anni che ha campo totalmente libero su ogni acquisto. VI ricordate quando il Milan cercava Pjaca e la Juve si inserì perché lo riteneva valido e lo mise a marcire in panca pur di non rischiare che lo prendessimo noi? Ecco, questo è quello che doveva provare a fare il Milan. Il Milan ha invece fallito perché lo scorso mercato non solo non è riuscito a vendere a peso d’oro qualche giocatore che avendo overperformato nel 21/22 aveva mercato (quello che ha fatto l’Inter con quel mediocre di Onana, ad esempio) – ma nel post scudetto invece di cercare di mantenere il vantaggio impedendo alle competitors di rinforzarsi ed inserendosi nei loro affari ha deciso “ma si, sticazzi, buttiamo tutto il budget su un bidone belga”. Da primi a quinti.

Avere un bilancio così, avere un fatturato in crescita in questo modo e degli sponsor veri che pagano il doppio rispetto alla rivale sfigata cittadina e poi essere a -8 a novembre – sia chiaro – non è una attenuante. E’ un’aggravante. L’Inter a maggio 2023 era una squadra morta e sepolta che al massimo poteva vincere Supercoppa e Coppa Italia, gli stessi trofei per cui se li vince Pirlo alla Juve è un incapace che va comunque cacciato, se li vince Simone Inzaghi è grande Inter, meglio questi quattro che lo scudetto.

Parlando di campo in senso stretto – mi chiedo come sia possibile che al Milan non ci sia una figura che si renda conto che se si perdono 4 partite in un mese in qualsiasi squadra al mondo si caccia l’allenatore. Se si fanno 2 punti in 4 partite di campionato e il tuo obiettivo era vincere il titolo, si caccia l’allenatore. Se (almeno) quattro giocatori hanno chiesto ai procuratori di trovargli una squadra perché non sopportano più il tecnico tu per proteggere il tuo patrimonio prendi e cacci il tecnico. Quando Berlusconi si è trovato di fronte alla scelta Sacchi o Van Basten ha scelto il secondo sul primo – ed il primo era il miglior allenatore in quel momento.

Al Milan l’esonero dell’allenatore non pare mai essere contemplato. L’esonero dell’allenatore serve a recuperare quando l’obiettivo ti sta sfuggendo mentre per qualche motivo al Milan arrivano traghettatori ad obiettivi già falliti che poi vengono addirittura confermati minando la stagione successiva. Anche qua il Milan vive nella sua isola felice lontano da quanto sta accadendo nel mondo dove praticamente qualsiasi squadra in questa sosta sta decidendo di cambiare (anche perché, poi, non ci si fermerà più fino a marzo).

Ecco, mentre i nostri dirigenti inaugurano club a Dubai mi chiedo come sia possibile che tra questi nessuno abbia pensato di prendere un team manager che capisca di campo – e si limiti a fare questo, senza pretese decisionali che fanno solo danni. La Juventus dei nove scudetti consecutivi ai suoi tempi riuscì a farlo con Nedved che fu un perfetto collante tra spogliatoio e squadra – le decisioni le prendeva sempre uno solo (Agnelli) nel bene o nel male. Il Team Manager del Milan oggi è Alberto Marangon che non ha nessuna esperienza di campo da giocatore il tutto dopo essere passati dall’ex arbitro Romeo.

Se il Milan non sistemerà al meglio e al più presto le ultime crepe il destino è quello di una potenza economica che vedrà gli altri vincere. Nel calcio, però, i soldi non bastano, altrimenti PSG e Manchester City si sarebbero spartiti le Champions League degli ultimi 10 anni – invece ne hanno vinta una sola lo scorso giugno. Nel calcio i soldi sono necessari ma non sufficienti, se Furlani pensa che basti aumentare il fatturato per poter automaticamente vincere allora saranno anni duri.

Lecce – Milan 2-2: cacciate l’incompetente pelato

Girava voce settimana scorsa che qualunque risultato fosse accaduto queste due sarebbero state le ultime due partite di Pioli sulla panchina del Milan. Speriamo che ciò sia vero perché quella di oggi è l’ultima vera occasione per provare a salvare qualcosa e non avere nuovamente una stagione in cui l’obiettivo sarà lottare per andare in Champions League. La partita di Lecce è l’ennesimo scempio societario, fisico, tecnico e tattico a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese.

Da dove partiamo? Partiamo dalla società? Perché, oggi, il Milan gioca alle 15 del sabato avendo giocato in coppa in settimana? Guardate che non è una domanda così banale. Sapendo che l’ordine di scelta delle prime 3 partite è DAZN, DAZN, Sky se andiamo a vedere è evidente che DAZN ha preso la Juve (la prende sempre praticamente per ascolti) ed il derby di Roma (big match). Sky ha incredibilmente preferito Napoli – Empoli a Lecce – Milan, altrimenti si sarebbe dovuto giocare alle 20.45.

Non è nemmeno finita qua – il Milan avrebbe potuto tranquillamente giocare domani alle 15 eppure la lega si è sentita in dovere di fare 2 partite (squadre delle coppe, giusto) e spostare il Sassuolo al venerdì ore 18.30, finestra fuori dagli standard. Se guardiamo chi invece bello riposato gioca il posticipo serale e guardiamo come il Napoli gioca alle 12.30 mentre ai tempi di Genoa – Milan al sabato sera doveva assolutamente esserci la partita di cartello capiamo benissimo chi conta e chi non conta in lega. E io mi sono stufato di non saper battere i pugni sul tavolo e non contare niente.

Non contiamo niente nel palazzo e si vede nel momento in cui il VAR non richiama Abisso per un mani clamoroso sul tiro di Theo Hernandez. Lo si vede nell’espulsione di Giroud per un fallo di mano netto fatta in fretta e con nervosismo. Queste cose sono ormai da dopo Roma – Milan che succedono sempre e costantemente a senso unico nel silenzio complice di dirigenti che lo accettano.

Passiamo all’aspetto fisico. La partita di oggi è cominciata con fuori Loftus-Cheek, e dico cominciata perché mentre il nostro account ufficiale si occupava dei green day la cosa è stata insabbiata NON facendo la conferenza stampa, NON facendo le convocazioni e lo si è saputo solamente ad inizio partita. Ditemi voi se è accettabile una società del genere? Ditemi voi se una società può continuare a trattare così i propri tifosi considerandoli solo delle vacche da cui mungere denaro con il merchandising. Il rispetto deve essere mutuale. A questo aggiungiamo l’infortunio di Pulisic e quello di Calabria – si sale a quota 215. Cosa cazzo deve ancora succedere perché vengano presi provvedimenti seri?

Aspetto tecnico – si è capito martedì sera che la squadra è forte così come si è capito oggi che senza le adeguate motivazioni non è in grado di rendere. Per farvi capire quanto è grave la situazione in campionato oltre ai record che già sappiamo come i derby persi nel 2023 il Milan ha vinto 17 partite su 35 giocate in serie A, meno della metà, ne ha pareggiate 9 e perse 9 con 47 gol fatti e 32 subiti. Nello stesso periodo l’Inter ne ha vinte 22, il Napoli e la Juventus 21 con le prime due che hanno segnato 64 gol prendendone 26 e 28.

Facendo rapidamente i calcoli il Milan di Pioli nel 2023 vale 1,71 punti / partita che fanno una proiezione di 65 punti finali. Per capirci, la più bassa media punti dal 2017/18, anno di Montella e Gattuso e ben lontana da quel 2,26 che rappresenta la migliore media punti di sempre del 2021/22, il tutto con il miglior organico della Serie A o comunque un organico anni luce migliore di quello del 2017/18. Pioli ha fatto due punti nelle ultime cinque di campionato – lo stesso punteggio che costò giustamente la panchina a Mihajlovic, una striscia negativa che non si vedeva dallo stesso Pioli proprio quest’anno. Se fai due punti in cinque partite di campionato al Milan devi andare fuori, non importa chi tu sia o come questi sono arrivati.

E ora, solo ora, arriviamo alla partita di oggi. Una partita che già si capiva come sarebbe finita dall’approccio del secondo tempo. La cosa grave non è che sia arrivata, la cosa grave è che sia arrivata a due settimane da Napoli nello stesso identico modo – non essendo in grado di controllare un doppio vantaggio acquisito, non essendo in grado di addormentare la partita e trovando il lecce più volte palla in contropiede con noi in vantaggio di 2-0. A questo si aggiunge un gol su corner preso nella stessa identica maniera di martedì, chissà cosa è stato fatto invece delle videosessioni in cui guardare l’errore e correggerlo.

Ogni minuto che Pioli è sulla panchina del Milan è un minuto in cui i nostri giocatori vengono svalutati, le nostre avversarie prendono forza e il nostro progetto rallenta. Capisco che i danni fatti da Maldini lo scorso anno non potessero essere riparati in una sola sessione di mercato ma QUALSIASI PERSONA già a giugno indicava il tecnico come co-responsabile dell’attuale situazione. Io mi sono rotto i coglioni, una società che fattura 400 milioni chiama Conte domani mattina e gli chiede quanto vuole.

Io non posso vedere una squadra psicolabile, fragile, tatticamente incapace di gestire la partita senza un leader che non ascolta palesemente il tecnico e fa autogestione in Champions League. Chiamate Abate, chiamate Donadoni, chiamate chiunque ma basta con questo qua. Basta. A inchiodare Pioli oggi sono i risultati prima di tutto. La curva non interverrà mai finché ha i biglietti pagati – per cui tocca agli altri tifosi colpire la società nel portafogli: basta stadio, basta casa Milan, basta comprare merchandising finché in panchina non ci sarà un allenatore in grado di far rendere questa squadra a capo di uno staff tecnico che sa gestire i giocatori. Non ho altro da dire.

LECCE-MILAN 2-2

Marcatori: 28’ Giroud, 35’ Reijnders, 66’ Sansone, 70 Banda.

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Pongra?i?, Baschirotto, Dorgu; Kaba (dal 63’ Blin), Ramadani, Rafia (dal 57’ González); Strefezza (dal 63’ Sansone), Krstovi? (dal 63’ Piccoli), Banda (dal 87’ Venuti). A disp.: Brancolini, Samooja; Dermaku, Gallo, Smajlovi?, Touba; Berisha, Listkowski, Oudin; Burnete. All.: D’Aversa.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 46’ Musah), Thiaw, Tomori, Hernández; Reijnders, Kruni?, Pobega (dal 71’ Florenzi); Chukwueze (dal 79’ Jovic), Giroud, Leão (dal 10’ Okafor).A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Adli, Loftus-Cheek, Romero. All.: Pioli.

Arbitro: Abisso di Palermo.

Ammoniti: 44’ Theo, 45’ Ramadani, 62’ Strefezza, 80’ Musah, 81’ Calabria, 85’ Piccoli, 90’ Florenzi, 92’ Gonzalez, 93’ Giroud.
Espulsi: 93’ Giroud.
Recupero: 2’ 1T, 4’ 2T

Milan – Paris SG 2-1: resurrezione

E’ successo. Il Milan torna a vincere a San Siro una partita importante in Europa a 10 anni da quel 2-0 al Barcellona targato Boateng e Muntari. Si era vinto due anni fa in casa dell’Atletico ma non era la stessa cosa. Il Milan in questo girone era già al tutto o niente contro una delle favorite alla vittoria finale – ha però, d’altronde, potuto recuperare il suo undici migliore e soprattutto Ruben Loftus-Cheek autore di una partita ENORME stasera.

L’undici schierato dal Milan stasera è il più forte undici schierabile da una squadra Italiana. E con buona distanza sul secondo. E’ lo stesso, con variazione Krunic/Musah che nelle prime tre ha vinto a Bologna segnando 8 gol e subendone 2. A questo si è aggiunto un cambiamento tattico di Pioli, forse all’ultima spiaggia, che ha finalmente deciso di concedere il possesso concedendo a Leao campo aperto – Leao ne esce MVP della partita con un gol che vedremo e rivedremo nelle sigle della Champions League il prossimo anno.

Pioli ha finalmente adattato la squadra alle sue caratteristiche: niente più baricentro alto, niente pressing, si difende di reparto e non 1v1 e si sfruttano adeguatamente spazi e cross dal fondo. Il risultato è la vittoria di stasera con un passivo che poteva essere più largo se non fosse che Donnarumma ha giocato una delle sue migliori partite – di fatto, stasera, il Milan meritava di vincere anche con un passivo più largo.

Partita che ci conferma che almeno il nostro undici è molto, molto forte. Da rivedere purtroppo le riserve ma dopo i danni dello scorso mercato difficilmente si poteva fare di più in una sola sessione. Peccato che questa squadra finora sia stata allenata molto male e in maniera presuntuosa non sfruttando a dovere gli spazi perché resto convinto che con un tecnico competente vincerebbe lo scudetto a marzo.

Il girone ora rimette tutti in 3 punti e per questo motivo la prossima partita è ovviamente quella fondamentale – sarà per noi ancora di martedì, ancora a San Siro e stavolta contro il Dortmund. Sarà tra tre settimane e speriamo di arrivarci senza infortuni e vivi dopo la sosta nazionali.

MILAN-PARIS SAINT-GERMAIN 2-1

Marcatori: 9’ Skriniar, 12’ Leao, 50’ Giroud

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori, T. Hernández; Loftus-Cheek, Musah (dal 84’ Krunic), Reijnders; Pulisic (dal 91’ Florenzi), Giroud, Leão (dal 84’ Okafor). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Adli, Pobega; Chukwueze, Jovi?. All.: Pioli.

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Škriniar (dal 89’ Barcola), L. Hernández (dal 65’ Mukiele); Zaïre-Emery, Ugarte (dal 60’ Fabian Ruiz), Vitinha (dal 60’ Kang-In Lee); Dembélé, Kolo Muani (dal 60’ Goncalo Ramos), Mbappé. A disp.: Letellier, Tenas; Soler. All.: Luis Enrique.

Arbitro: Jesús Gil Manzano (ESP).

Ammoniti: 24’ Vitinha, 29’ Kolo Muani, 43’ Ugarte, 55’ Lucas Hernandez, 66’ Musah, 80’ Skriniar
Recupero: 1’ 1T, 7’ 2T

Milan – Udinese 0-1: vergogna a tutti i livelli

Non me ne frega niente del gioco, degli infortuni, della partita. Oggi si è deciso un disegno criminoso per falsare il campionato e questo disegno è andato a buon fine. Prima viene concesso all’Inter un rigore generosissimo (il primo rigore con doppio avanti carpiato del giocatore) e poi si è andati avanti con un Milan – Udinese arbitrato da Sacchi in maniera totalmente vergognosa.

Nel calcio conta chi fa più casino e il post Genoa – Milan è stato gestito malissimo dalla società. Invece di fare casino noi per ribadire la correttezza arbitrale abbiamo lasciato fare casino e il risultato è stato un rosso a Thiaw con fallo a 40 metri, un contropiede fermato contro il Napoli. Stasera abbiamo assistito a Rejinders ultimo uomo atterrato da Perez dopo 2 minuti, un chiaro DOGSO finito senza nemmeno un cartellino – ed un rigore vergognoso per fallo di Adli che nemmeno si vede dopo 5 replay.

A proposito di rigori, il non aver fatto casino dopo TRE rigori sacrosanti in tre giornate ha fatto si che i nostri rigori sono rimasti tre, quelli del Napoli diventati sette e quelli dell’Inter sei. Ora però va tutto bene e nessuno ha troppi rigori a favore. Noi ovviamente subiamo gli eventi, mentre altri li guidano – semplicemente perché non sappiamo fare casino.

Sia chiara quindi una cosa: l’Udinese vince quindi una partita che avrebbe dovuto giocare in 10 dal secondo di gioco grazie ad un rigore totalmente inventato che fa scopa con un rigore generosissimo alla FC debiti. Messo in chiaro questo – che viene prima del resto – si può parlare della partita.

Prima di parlare della partita c’è da parlare del siparietto pomeridiano. Il siparietto pomeridiano sembra poco rilevante ma è un contorno causa e conseguenza del punto sopra. Per chi se lo fosse perso Repubblica ha chiamato il tana libera tutti sui giornalisti in orbita rossonera, i quali chiamati in causa hanno fatto un comunicato congiunto per dire che loro sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan. Quelli che sono indipendenti e non fanno i passacarte del Milan quindi poche ore dopo hanno comunicato a reti unificate un infortunio di Theo Hernandez ovviamente tenuto occultato.

Il fatto che non abbiamo giornalisti ma abbiamo “confermatorificidi quello che viene passato sulla mailing list o sul gruppo whatsapp della proprietà è il terzo problema, visto che dall’altra parte scatta la jihad a fare casino (anche oggi, per un assolutamente non fallo sull’inutile 1-2 dell’Atalanta, per esempio). Gli arbitri leggono media e giornali e si fanno condizionare, se entrano in campo sapendo che il Milan ha un clima di “ha ricevuto favori” e l’Inter di “ha ricevuto torti” inconsciamente proveranno a compensare.

I confermatorifici non metteranno ovviamente in discussione l’allenatore perché la società gli ha detto di fare così. Non lo farà nemmeno la curva sud che stasera si è distinta con il solito striscione sui prezzi dei biglietti, un bello striscione pacifinto, quindi di supporto al terrorismo islamico di Hamas e per finire il solito Pioli is on Fire nel prepartita. Decidete voi cosa è peggio delle tre.

Ora possiamo finalmente parlare della partita – perché la partita e quanto abbiamo visto è un prodotto di quanto si è visto sopra. Società inesistente mediaticamente, giornalisti che sono meri passacarte, curva che pensa ai propri interessi arbitri a libro paga altri, squadre avversarie che fanno il turnover per fare sistematicamente la gara della vita.

E allora, sostanzialmente, l’allenatore è libero di fare quel cazzo che vuole. Perché tanto a chi deve rendere conto l’allenatore? Alla società assente? A giornalisti che mai lo metteranno in difficoltà? Ai tifosi che pensano solo al costo del biglietto? A chi deve rendere conto l’allenatore se non agli unici a cui forse frega qualcosa, i tifosi non organizzati?

Sulla partita non c’è niente da dire perché prendete una analisi a caso e troverete la stessa cosa: quando già dopo 20 minuti non riesci a sfondare ma alla prima palla recuperata il tuo avversario arriva in area in due passaggi sai già che sarà più pericoloso lui di te. In un campionato dove sia l’Inter che il Napoli (scorso anno) giocano belli chiusi dietro e ripartire con Lautaro e Oshimen continuiamo con lo stesso copione. Un copione che non è ormai seguito nemmeno dai giocatori che è evidente dal body language che non vedono l’ora di cambiare.

Quando cominceremo a pensare prima a non concedere all’avversario 1 vs 1 a tutto campo e poi a fare gol faremo rendere questa squadra come si deve. Ed è chiaro che Pioli non è più l’allenatore per farlo – e a questo punto non è nemmeno una questione di sostituto. Il tifoso ha però un semplice modo civile per manifestare il proprio dissenso: non andare allo stadio – finché ci saranno 70mila persone ad accettare questo schifo ogni domenica lo schifo andrà avanti.

MILAN-UDINESE 0-1
Marcatori: 63′ Pereyra su rigore (U)

Milan (4-4-2): Maignan; Calabria, Tomori, Thiaw, Florenzi; Musah (81′ Romero), Krunic (45′ Adli), Reijnders (67′ Loftus-Cheek), Leao; Giroud, Jovic (45′ Okafor). A disp.: Mirante, Nava, Pobega, Jimenez, Simic, Bartesaghi. All.: Pioli

Udinese (3-5-1-1): Silvestri; Perez, Bijol, Kabasele; Festy (84′ Ferreira), Samardzic (78′ Thauvin), Walace, Payero (72′ Lovric), Zemura (84′ Kamara); Pereyra; Success (84′ Lucca). A disp.: Okoye, Padelli, Masina, Guessand, Zarraga, Quina, Akè, Tikvic, Camara, Pafundi. All.: Cioffi

Arbitro: Sacchi di Macerata
Ammoniti: 19′ Krunic (M), 54′ Perez (U), 55′ Kabasele (U)
Recupero: 1′ 1T, 8′ 2T

Napoli – Milan 2-2: staccate la spina

Basta, basta, basta. Partita che era finita, strafinita, dominata con l’ennesima vittoria al San Paolo in maniera meritata finisce con un pareggio, quattro infortunati in nemmeno 24 ore e giocatori che mandano platealmente a cagare l’allenatore. Non esiste continuare con quanto visto stasera a Napoli, l’ennesima follia Pioliana con una infermeria che a fine ottobre risulta piena come lo scorso anno e come il precedente.

La partita di Napoli è il segno che qualcuno in società dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, cacciare il tecnico, chiamare Conte, dargli quello che vuole e vincere lo scudetto a Marzo. Non esiste una rosa così rotta e male usata – e lasciamo stare il 2-0 perché comunque i soliti difetti in fase difensiva si erano visti con il gol divorato da Politano dopo l’1-1 che ci avrebbe fatto vedere un’altra partita. Non esiste un tecnico così presuntuoso da non coprirsi dopo il 4-2-4 del Napoli ad inizio secondo tempo, continuando ad attaccare con Romero e regalando un paio di occasioni nel momento migliore nostro.

La squadra ormai non segue più il tecnico – lasciando stare chi palesemente sta giocando contro, le reazioni di Giroud e Leao al cambio insensato dovrebbero far capire che non si può continuare a depauperare in questo modo il patrimonio tecnico. Il ciclo di Pioli al Milan è totalmente concluso dai tempi della Supercoppa Italiana persa contro l’Inter – non si è visto praticamente niente di buono da quel momento in avanti.

La società non può accettare con questo organico di regalare lo scudetto ad una rivale – uno scudetto importante dal punto di vista del marketing con la seconda stella. Non si possono accettare zero gol in Champions (in questo weekend le nostre avversarie ne hanno presi sette complessivamente). Non si può accettare l’ultimo posto nel girone. Pioli ormai ha meno popolarità dell’ultimo Allegri, ma senza i prezzolati a strumentalizzare il mancato rendimento dell’organico per attaccare Galliani.

Oggi si è vista una partita tra due squadre che dovrebbero esonerare l’allenatore. Le fasi difensive erano totalmente inesistenti, entrambe le squadre provavano ad andare su duelli individuali e 1v1. Vedere le due rose più forti del campionato giocare in questo modo è un danno per la Serie A in primis, poi rimane il fatto che consegnerà lo scudetto ai nerazzurri.

Non penso che Pioli, purtroppo, salterà – la stagione sarà quindi la replica della scorsa nella migliore delle ipotesi, senza una Champions da giocare nella seconda parte quindi con qualche punto in più dal riposo settimanale. Questa cosa è inaccettabile per una squadra con il nostro organico, con il nostro fatturato e con la nostra storia. Nessuno dirà niente, perché quelli a libro paga difendono il tecnico e danno la colpa ai biglietti troppo alti – per loro stasera tutto a posto, il settore ospiti, stasera, era sotto i 65€.

NAPOLI-MILAN 2-2

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani (1’st Østigård), Natan, Mário Rui (1’st Olivera); Elmas (1’st Simeone), Lobotka, Zieli?ski (32’st Anguissa); Politano (38’st Zanoli), Raspadori, Kvaratskhelia. A disp.: Gollini, Contini; D’Avino; Cajuste, Demme, Gaetano; Lindstrøm, Zerbin. All.: Garcia.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Kalulu (19′ Pellegrino (42’st Florenzi), Tomori, Hernández; Musah, Kruni?, Reijnders; Pulisic (1’st Romero), Giroud (35’st Okafor), Leão (35’st Jovi?). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Adli, Pobega. All.: Pioli.

Arbitro: Orsato di Schio.
Gol: 22′ Giroud (M), 31′ Giroud (M), 5’st Politano (N), 18’st Raspadori (N).
Ammoniti: 8’st Natan (N), 10’st Reijnders (M), 17’st Romero (M), 20’st Di Lorenzo (N), 33’st Musah (M), 41’st Zanoli (N).
Espulso: 44’st Natan (N).

Paris SG – Milan 3-0: la Champions è finita (e forse anche la stagione)

Per capire come andava affrontato il PSG bastava guardare la partita contro il Newcastle. Il Newcastle ha raddoppiato costantemente Mbappé ed ha giocato bello dietro sulle ripartenze. Risultato: 4-1. L’allenatore con 200 partite è riuscito a far fare contropiede al PSG in casa sua. Guardate le occasioni del PSG, andate a rivederle: tutte le occasioni arrivano da errori grossolani ed evitabili nella nostra fase di possesso che lanciano ovviamente un contropiede perché appena recuperiamo la palla si va tutti avanti.

La partita di oggi è la replica di Chelsea – Milan dello scorso anno. Lo è per infortuni, lo è per come si è sviluppata la partita con un buon primo tempo, troppe occasioni sbagliate e il Milan che va sotto. Ed esattamente intorno a Chelsea – Milan dello scorso anno si era già capito che il tempo di Pioli in panchina era finito – non si è avuto il coraggio di cacciarlo via e siamo ancora nel limbo.

La qualificazione Champions è ormai sfumata ed insieme a questo il mondiale per club 2025. Per lo scudetto invece tocca capire cosa succederà domenica sera ma se – come probabile – non si dovesse vincere al San Paolo allora si rischia di ripetere la stagione scorsa arrivando ben più giù del 4° posto. Mi sembra evidente che la squadra ormai non segua più l’allenatore – Calabria lo ha praticamente sconfessato dopo la partita, Theo Hernandez ormai gioca palesemente contro da inizio anno e stasera non fa eccezione.

Andiamo a vedere l’aspetto tattico, c’è poco da dire. Ci si concentra su come si difende (male, il 2° gol è una roba indecente) ma tutto questo condiziona come si attacca (malissimo). Se avete visto come attacca una squadra da Champions e come attacchiamo noi vi sarete resi conto che il PSG non ha fatto un retropassaggio a Donnarumma o ai centrali difensivi – si prende palla e si butta avanti.

Questo lo ha fatto Rejinders, trovando spesso Leao o Pulisic che però hanno sprecato. Non lo ha fatto mai Krunic, ritardando o perdendo palla e solo in parte Musah. La tragedia arriva però davanti perché come sempre lo schema è palla a Leao e vediamo cosa succede. Sapete cosa succede da un mese a questa parte? Un cazzo. Sapete perché non succede un cazzo? Perché Leao con la palla al piede ha si la corsa di Bolt ma ha anche il piede di Antonini e la visione di gioco di Andrea Bocelli.

Io mi sono abbondantemente rotto il cazzo di vedere ogni volta Leao saltare l’uomo e buttare via il pallone. Mi sono abbondantemente rotto il cazzo. Si inserisce in area? Palla persa. Prova a crossare? Finisce lungo e male. Tira da fuori? Ho visto tiri migliori alle paralimpiadi. E’ Leao una risorsa o è un problema? Parliamo di un giocatore che ha una clausola rescissoria da top mondo ma ad oggi i suoi gol in Champions League si limitano ad Atletico Madrid e Dinamo Zagabria. Avete ambizione di vincere lo scudetto? Leao potrebbe bastare se si suicidano altri e la quota è 84-85 punti. Volete fare bene in Europa? Serve altro.

La cosa più preoccupante restano le imbarcate prese con la squadra che esce dalla partita sempre e comunque appena le cose vanno male. Su 200 panchine di Pioli al Milan circa il 20% (42) sono sconfitte e di queste 18 arrivano con 3 o più gol di scarto, quasi la metà. Non imbarcare acqua mentre si affonda è sintomo di grande squadra, l’Inter riesce a farlo pur con una rosa inferiore e anche quando perde spesso è con un solo gol di scarto.

Di fatto abbiamo in panchina un tecnico che non ha più nulla da dare che parte della squadra non sta seguendo e che limita la nostra crescita, un numero di infortunati anomalo e non congruo con le altre che non è mai colpa di nessuno e danni di immagine evidenti in mondovisione. Puma ed Emirates difficilmente aumenteranno i loro impegni dopo serate così – per fortuna siamo riusciti a firmare dopo la semifinale più fortunata di sempre.

Avrei solo una domanda per i paganti dei settori ospiti in trasferta – visto che parte essere l’argomento di discussione pur di non dire niente sull’attuale situazione della squadra (ma in casa, pagano?). Ma a voi va bene così?

PSG-Milan 3-0

Marcatori: 32‘ Mbappé, 53′ Kolo Muani, 89′ Lee

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi (dal 93′ Mukiele), Marquinhos, Skriniar, Hernandez; Zaire-Emery, Ugarte (dal 71′ Fabian Ruiz), Vitinha; Dembele (dal 71′ Lee), Kolo Muani (dal 82′ Ramos), Mbappé. All. Luis Enrique. A disposizione: Lettelier, Tenas, Ramos, Danilo, Soler, Barcola. All. Luis Enrique

MILAN (4-3-3): Maignan; Kalulu, Thiaw (dal 46′ Calabria), Tomori (dal 90′ Kjaer), Theo; Musah (dal 77′ Pobega), Krunic (dal 77′ Adli), Reijnders; Pulisic, Giroud, Leao. All. Pioli. A disposizione: Nava, Mirante, Florenzi, Bartesaghi; Jovic, Chaka Traore. All. Pioli

Arbitro: Slavko Vin?i? 

Ammoniti: 4′ Thiaw, 7′ Krunic, 15′ Hakimi, 61′ Tomori, 62′ Kalulu

Recupero tempo: 2′ nel primo tempo, 4′ nel secondo tempo

Milan – Juventus 0-1: un’altra Piolata contro una squadraccia

Se oggi ci fosse stato il derby usciva un altra volta un 5-1. Esco completamente pazzo dalla partita di oggi che è comunque figlia di Genova e delle ultime uscite dove non la metti manco con le mani. La Juventus arriva a San Siro col solito 3-5-2 tutti dietro e ripartire ed è proprio sulle ripartenze che fa male – ne salva due Calabria dopo che Tomori ha timbrato la sua solita vaccata. Un allenatore normale abbasserebbe un po’ la squadra provando a far scoprire l’avversario – lui invece niente, avanti, a testa bassa, ancora.

La partita non ha senso proprio perché si vede e si capisce che la Juve, esattamente come l’Inter ma con interpreti (molto) peggiori in due passaggi va di là e prima o poi qualcosa crea – il Milan continua a farglielo fare non prendendo mai contromisure. Arriva quindi il rosso di Thiaw – colpa del difensore fare un fallo del genere ma anche colpa dell’allenatore continuare a lasciare i centrali sempre col baricentro a 40 metri dalla porta 1v1. Siamo praticamente il sogno di qualunque piccola – riusciamo a costringere le grandi (Inter compresa) a giocare da piccole ma giocando così i 3 punti sono certi.

Nei primi 40 minuti di partita la Juventus non fa niente. Vengono a San Siro per portare a casa un pareggio contro un Milan con 8 assenti. La partita di fatto gliela regaliamo noi. Hai perso in casa contro una delle Juventus più schifose da quando esiste il calcio con gol di Locatelli, praticamente la partita del 2016-17 a parti invertite. La Juventus è equivalsa al Milan in 10 pre cambi, questo è stato.

Non si può nemmeno dare la colpa a Mirante chiamato in causa due volte e per due volte ha fatto bene. Non la si può dare a Calabria che ha fatto quel che poteva. Non la si darà a Leao che come sempre quando si gioca con un’avversaria della parte sinistra da ormai due anni si limita a dribbling fini a se stessi e cross fuori portata. Davanti ormai non c’è uno schema d’attacco che non veda prodezze individuali con tutti fermi e sta cagata qua me la spacciano pure per calcio europeo.

C’è il forte, fortissimo rischio che tra una settimana la stagione sia finita. Finita a -4 dall’Inter e con un girone di Champions League gravemente compromesso. Bisognava arrivare a questa partita e a questo momento nelle migliori condizioni possibili – invece usciamo come sempre stanchi dalle soste nazionali, perdiamo il ritmo ed il gioco andando avanti nella stagione e continuiamo da due anni a fare gli stessi errori. Sorvolo sui cambi – semplicemente criminali.

Pioli al Milan è finito, ma è finito almeno da un anno – non cacciarlo è costato una supercoppa, una sconfitta in semifinale di Champions e ora anche questa umiliazione da un Siena più blasonato. Andando avanti così sarà bruciata la qualificazione al mondiale per Club e vedremo a maggio l’Inter con la seconda stella. Cosa facciamo? Continuiamo a far finta di niente? Continuiamo a vedere la squadra giocare stile Zeman ma glorificato? Continuiamo a vedere infortuni muscolari a Milanello ogni settimana? Decidete voi – forse onestamente sbaglio io a seguire il Milan finché quello là è ancora il nostro allenatore.

MILAN-JUVENTUS 0-1

Marcatori: 63’ Locatelli.

MILAN (4-3-3): Mirante; Calabria (dal 79’ Kjaer), Thiaw, Tomori, Florenzi; Musah, Adli (dal 60’ Krunic), Reijnders (dal 79’ Romero); Pulisic (dal 43’ Kalulu), Giroud (dal 60’ Jovic), Leão. A disp.: Bartoccioni, Nava; Jiménez, Pellegrino, Pobega, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

JUVENTUS (3-5-2): Szcz?sny; Gatti (dal 78’ Huijsen), Bremer, Rugani; Weah (dal 84’ Miretti), McKennie, Locatelli, Rabiot, Kosti? (dal 56’ Cambiaso); Milik (dal 78’ Chiesa), Kean (al 56’ Vlahovic). A disp.: Perin, Pinsoglio, Iling-Junior, Miretti, Nicolussi Caviglia, Nonge, Yildiz. All.: Allegri.

Arbitro: Mariani di Aprilia.

NoteAmmoniti: 52’ Weah, 61’ Reijnders, 67’ McKennie, 71’ Gatti, 72’ Locatelli. Espulsi: 40’ Thiaw. Recupero tempo: 3’ 1T, 6’ 2T.

Lettere dall’Ibizaverse – il derby e le prime di Champions

Avete chiesto a gran voce su Twitter il ritorno della rubrica, mantengo quindi fede alla parola data. Ci eravamo lasciati col Milan di Pirlo che aveva collezionato due punti in tre partite. Dopo la sosta è il momento del derby dove il nuovo allenatore del Milan decide di coprirsi. Albero di natale con Kamada e De Ketelaere dietro Arnautovic – ne esce un derby molto noioso dove l’Inter non riesce a penetrare la difesa rossonera. Nel secondo tempo entra Leao e insacca un contropiede alle spalle di Sommer, pareggia poi Lautaro nel finale. 1-1 con Pirlo che nel postpartita rivendica l’approccio dicendo che sarebbe da folli affrontare l’Inter con la difesa alta.

La musica cambia però in Champions League dove Tonali gioca titolare contro quel Newcastle che lo cercava in estate con Maldini che rivendica fortemente la scelta di trattenere il giocatore. Si rivede Giroud davanti, col Newcastle ne esce però una partita molto chiusa anche e soprattutto grazie al fatto che gli inglesi non provano quasi mai a scoprirsi ed attaccare, è 0-0. Il Milan trova finalmente la prima vittoria in campionato contro il Verona con gol di Leao salendo a sei punti in classifica. La panchina di pirlo dopo tre partite senza sconfitte, finalmente, sembra nuovamente salda.

A Cagliari Pirlo sembra rilanciarsi definitivamente – la partita sembra di nuovo essere quella di Bologna con la squadra tutta avanti ma ne esce una gara rocambolesca dove segna prima il Cagliari poi il Milan riesce a ribaltarla con i gol di Messias e – soprattutto – De Keteleaere su calcio d’angolo. Nel postpartita Maldini è un fiume in piena per il gol del belga rivendicando come fosse la sua prima scelta, come non ha mai smesso di credere nel ragazzo e come è al centro del progetto Milan.

La Lazio di Sarri rimanda però il Milan di Pirlo sulla terra. De Keteleare viene lanciato titolare nuovamente al posto di Kamada, turno di riposo per Giroud che lascia spazio ad Arnautovic – nel frattempo Origi si dice sia leggermente sovrappeso e finisce ai margini della rosa. Finisce 0-2 per la Lazio con doppietta di Luis Alberto. Non va meglio a Dortmund dove la squadra di Pirlo non riesce a prendere le misure ad un Borussia straripante: 0-1 e qualificazione irrimediabilmente compromessa. Maldini ai microfoni di Amazon Prime dirà che il Milan è ancora un progetto mentre il Dortmund è una squadra fatta e finita per questa competizione e servono ancora rinforzi per poter competere a questi livelli ma – purtroppo – la proprietà non li tira fuori.

A Genova, complice anche la stanchezza per la Champions League, arriva un’altra sconfitta. E’ un Milan stanco – troppo – che riesce a fare poco contro un’ottima squadra, quella di Gilardino, che nel finale la sblocca e porta a casa i tre punti. Il Milan arriva alla sosta 15esimo con 9 punti in 8 partite, a -4 dalla Lazio, -3 dal Genoa e -1 dal Torino – Furlani nella notte avvisa Maldini che Cardinale ha preso la decisione di esonerare Pirlo. Il dirigente non la prende benissimo e Bianchin il giorno dopo sulla Gazzetta parla di minacce di dimissioni.

Chi al posto di Pirlo? Partono subito le trattative per Antonio Conte ma l’ex allenatore del Tottenham vedendo l’attuale situazione dell’organico non se la sente di dire di sì. Maldini mette sul tavolo i nomi di due ex-allenatori del Milan che secondo lui farebbero meglio in questo contesto, Gattuso e Seedorf. Furlani chiama Cardinale, i due si fanno grosse risate al telefono sui nomi proposti e vedendo la situazione del bilancio si rendono conto che non ci si può permettere in questo momento una ulteriore spesa per un nome che non sia un top. La decisione la prende quindi l’AD del Milan, anche contro la volontà di Maldini – clamorosamente e, forse un po’ a sorpresa, Pioli viene richiamato.

Maldini è furioso e i due non si parlano nemmeno. Nel frattempo scoppia lo scandalo scommesse con Tonali coinvolto – si decide, quindi, di tenerlo precauzionalmente fuori anche per problemi psicologici. Dopo la sosta ci sono quindi Juventus e Napoli e gli unici centrocampisti disponibili sono Krunic e Loftus-Cheek, entrambi appena rientrati dall’infortunio oltre a Pobega ed Adli. A metà ottobre la stagione sembra irrimediabilmente compromessa.

#Nervosetti

È bastata una giornata con un sorpasso inaspettato in classifica per fare impazzire tutti. Non l’avevano pensato o previsto; il calendario era stato fatto scientificamente per favorire l’Inter, il derby – grazie al regalo di Pioli e al gol irregolare che ha permesso all’inter di parcheggiare il bus – era andato benissimo, compreso il sorteggio di Champions, come sempre non favorevole, strafavorevole. Tutto era pronto per un’Inter in fuga e il codazzo di giornalisti a libro paga pronti a fare i panegirici alla squadra più forte d’Europa, unica vera rivale del City per questa Champions League, fa niente se Skriniar è partito, Brozovic non c’è più così come Dzeko e Lukaku, chiunque arriva all’inter è un top mondo solo perché gioca nell’Inter – d’altronde avere un giornale sportivo come official supplier serve a questo.

Poi però si è giocato e ha parlato il campo. Le 13 sconfitte dello scorso campionato e il fatto che questa corazzata megagalattica alla fine ci si è dimenticati che è arrivata UNA posizione in Champions League sopra il Milan (2° contro 3°) e ben DUE punti in più in campionato e che il Milan ha fatto mercato per rinforzarsi mentre l’Inter a rattoppare. Questa cosa è stata nascosta facendo passare l’acquisto di un giocatore come Pulisic come se fosse arrivato un giocatore del Sassuolo qualunque – ad esempio.

Il racconto stile 1984 a cui stiamo assistendo da anni sta crollando sul peso della realtà. Ci raccontano della profondissima rosa dell’inter ma non c’è una volta che i cambi di Inzaghi siano migliorativi mentre il Milan continua a vincere cambiando 5-6 titolari, cosa che l’anno scorso non riusciva a fare. Ci raccontano che nessuno ha cambi come quelli dell’Inter – Arnautovic, Cuadrado e Sanchez (e sì, l’ultimo è proprio quello che un anno fa è stato sbolognato con buonuscita come fosse un bidone). Ci raccontano che ogni volta che il Milan fa un passo per lo stadio, l’Inter risponde subito a Rozzano, fa niente che i due progetti siano in stadi completamente diversi.

La realtà – o padre tempo come lo volete chiamare – presenta sempre il conto prima o poi. Lo ha fatto anche col Napoli, il più grande caso di overperformance dovuto in parte ad un mondiale di mezzo dai tempi dell’Inter del triplete. I giornalisti sono nervosi perché vedono un Milan forte che probabilmente avevano intuito e che hanno provato a buttare giù tutta estate sia col calendario, sia con la narrativa su Tonali, Maldini e poi i gollonzi di De Keteleaere. La notizia è che la tifoseria non c’è cascata e il giochino che riuscì anni fa di mettere i tifosi contro Galliani per poi incidere sui risultati sportivi per via di un San Siro semivuoto che fischiava è fallito.

E allora eccoli i servi – andati completamente in panico. Sanno che magari quest’anno non vinceremo lo scudetto ma è solo un rimandare l’inevitabile. Se non si fanno cazzate (vedi Ronaldo-Juve) il trend è ormai settato. Il Milan è una squadra in crescita con il fatturato di anno in anno, che sta per avere lo stadio e il destino è quello di ripetere quanto fatto dalla Juventus tra il 2012 e il 2020, però in maniera pulita.

Il Milan ad oggi è padrone del proprio destino sul mercato, compra e non subisce (nei limiti del FFP) decidendo lui chi comprare e chi vendere. Ad ogni sessione si migliora e migliora anche il vivaio (vero punto debole) cercando di portarlo ad un livello internazionale. Nelle ultime tre sessioni il Milan ha speso 187 milioni mentre l’Inter ne ha incassati 177. Per l’Italia siamo già competitivi così e – pensate un po’ – il bello deve ancora venire.

E allora carissimi tifosi nerazzurri non vi resta che questo. Non vi resta che cercare di manipolare la realtà cercando di trovare un fallo di mano che non c’è dopo aver glissato quando a farlo era Udogie o aver giustificato e minimizzato Serra in Milan – Spezia. Non vi rimane che provare ad alterare il campo coi giocatori del Milan che ricevono un giallo ogni 3,96 falli (nessuno peggio in Italia) mentre quelli della vostra squadra del cuore uno ogni 8,90 (solo Atalanta meglio).

Continuate a lottare contro di noi fuori dal campo – credete di indebolirci ma non fate altro che caricare squadra e tifosi belli compatti contro il nemico. La ruota non sa in che direzione girare ma prima o poi girerà definitivamente. Sta a chi racconta il campionato farlo in modo obiettivo ed evitare di dipingere Simone Inzaghi come un incompetente che rovina il Bayern Italiano ogni volta che l’Inter non vince o avvelenare i pozzi con Pulisic e Maignan, specie se poi si vuole vendere i diritti TV all’estero.

Se volete fare qualcosa di utile per la vostra squadra del cuore, invece, vi consiglio una bella colletta tra i lettori della vostra fede. Ci sono 50 milioni di interessi sul debito da pagare al 30 giugno e stavolta sopravvalutare un portiere normalissimo per fregare lo United potrebbe non bastare.

Genoa – Milan 0-1: ha parato Giroud

Partiamo da una cosa semplice e banale. In un campionato normale voi oggi non stareste leggendo questo postpartita perché il Milan avrebbe giocato domani come sarebbe stata cosa buona e giusta dopo aver giocato in trasferta mercoledì e avendo appunto oggi un’altra in trasferta. Però i calendari li fa un ex team manager dell’Inter e – allora – siamo qua a parlare di una partita che è stata più difficile di quella che sarebbe dovuta essere con scelte di formazione come quelle di non partire con Leao, Pulisic e Giroud nei titolari.

Giochiamo – non ci si lamenta – si espone il sistema corrotto e giochiamo. Giochiamo con Theo Hernandez che viene ovviamente ammonito al primo fallo perché poi c’è la Juventus e il genoa nel primo tempo tiene benissimo la linea ripartendo – piano partita un po’ come quello che farebbe l’Inter. Meglio dopo i cambi e nel secondo tempo in effetti il Genoa fa molto poco, ci sono un paio di occasioni sciupate da Leao fino al gol di Pulisic a poco dalla fine. Alejandro di Paolo – notorio tifoso del Napoli – insieme a Marchegiani in telecronaca le prova tutte per farlo annullare ma non ci riesce: petto pieno.

Quanto succede da qua in poi trascende il calcio e va direttamente nella leggenda. Il Genoa prova il forcing e noi sbrachiamo totalmente – il recupero arriva a 7 minuti, dato dopo l’annullamento del gol per premiare una squadra che fino a quel momento aveva solo perso tempo e basta. Maignan salva due palloni, nel secondo arriva prima di testa ma grazie ad un ginocchio alto il VAR riesce a farlo cacciare.

Non basta, in porta va Giroud, punizione sulla traversa, contropiede e fermati Leao/Pulisic soli a porta vuota per cacciare Martinez. Il recupero si allunga ancora, svarione di Calabria e poi Giroud la para. Finalmente Piccinini si arrende e la partita finisce con la vittoria del Milan che vola in testa alla classifica da solo. Non mi fermerò più di tanto sui singoli se non per dire che ha giocato male Adli e che sono rivedibili i tre davanti nel primo tempo.

Pulisic in campo (a 1 gol ed 1 assist dal pareggiare la migliore stagione di Messias al Milan) ha sicuramente migliorato la squadra nel secondo tempo risultando poi decisivo appunto con una rete pesantissima. Rimane però sullo sfondo una squadra che per lunghi tratti ha sofferto spesso non riuscendo a trovare le giocate decisive e si è continuata ad affidare agli spunti individuali. Il Genoa ha fatto il suo calcio ma di Genoa ne troveremo tanti lungo la stagione e difficilmente riusciremo sempre a sfangarla in questo modo.

Ora c’è la sosta, una sosta che passeremo in testa da soli tra i fegati spappolati dei giornalisti che cercheranno in ogni modo di dimostrare che il gol del Milan oggi andava annullato. Saranno due settimane che prepareranno il trittico Juventus – PSG – Napoli e il 29 ottobre ci daranno una netta risposta sulle ambizioni della nostra stagione. Non sarà facile perché come l’espulsione di Maignan dimostra lottiamo contro qualcosa che proverà in tutti i modi a non farci festeggiare a maggio.

GENOA-MILAN 0-1

Marcatori: 87′ Pulisic 

GENOA (4-4-1-1): Martinez; De Winter (dal 102′ Leali), Dragusin, Bani, Vasquez; Sabelli (dal 67′ Ekuban), Thorsby, Frendrup, Haps (dal 90′ Puscas);  Malinovskyi (dal 67′ Kutlu); Gudmundsson. A disp.: Leali, Sommariva, Martin, Vogliacco, Ekuban, Jagiello, Kutlu, Matturro, Hefti, Puscas, Fini, Galdames. All.: Gilardino.

MILAN (4-3-3): Maignan; Florenzi (dal 65′ Calabria), Thiaw, Tomori, Theo Hernandez; Musah, Adli (dal 65′ Giroud), Reijnders; Chukwueze (dal 46′ Pulisic), Jovic (dal 92′ Bartesaghi), Okafor (dal 46′ Leao). A disp.: Sportiello, Mirante, Calabria, Pellegrino, Bartesaghi, Pobega, Romero, Leao, Giroud, Pulisc. All.: Pioli. 

Arbitro: Piccinini di Forlì.

Note: Ammoniti: 20′ Hernandez, 21′ Florenzi, 46′ Musah, 62′ Adli, 69′ De Winter, 100′ Tomori

Espulsi: 99′ Maignan, 102′ Martinez

Recupero: +7 minuti nel secondo tempo

Borussia Dortmund – Milan 0-0: replay

Quasi come fosse il Newcastle a Dortmund va in scena una replica di quella che è stata la nostra prima partita di questo girone. Noi a fare la partita – tranne 15′ verso fine primo tempo – mangiando dei gol clamorosi complici anche le stelle della squadra che si nascondono e non si prendono responsabilità. Il Leao di campionato non basta in Champions, l’uomo va saltato ogni volta che si può e bisogna essere in partita sempre (vale anche per Theo Hernandez – oggi clamorosamente imbarazzante)

Pioli parte recuperando Pobega che aveva fatto bene col Newcastle (e credo che l’idea sia stata quella di tenere Adli, più lento, nel finale in modo da fargli fare la differenza), lo stesso Pobega però non ripete l’eccellente prestazione della prima partita, si fa vedere qualche volta nello spazio (forse l’unico stasera) ma sciupa tutto. Leao è il solito Leao che appunto ogni tanto va sul fondo, poi non sa mai cosa fare, non tira – o tira male, non crossa – o crossa male, non scarica – o scarica male. Il gol lo troviamo quasi con Giroud in una azione balistica con doppia catapulta in area, sarebbe stato ottimo ma casuale.

Se andiamo a vedere il quadro nel complesso dagli ottavi dello scorso anno abbiamo subito 4 gol – quello di Oshimen e i 3 dell’Inter (e il primo è da corner che non c’era) ma ne abbiamo segnati solamente 3. Nelle due precedenti, peraltro, erano arrivati due 4-0. In Champions forse curiamo più la difesa ma questo ci costa in fase offensiva dove serve una coesione tra degli attaccanti che non abbiamo perché giocano tutti per conto loro.

Per quanto mi riguarda non passare questo girone è una grave colpa del nostro tecnico, il modo con cui gioca il Milan, ignorando completamente il reparto mediano in favore degli esterni e rimanendo in difesa a fare passaggi tra i difensori facendosi pressare non è un modo con cui si vince in Europa. Quanto si sta vedendo in campo sta facendo passare la campagna europea dello scorso anno come una roba casuale.

Il girone è compromesso per i due risultati del Newcastle che ora si candida prepotentemente per passare il turno costringendoci a giocarcela col PSG. Servono 4 punti nelle prossime due e poi battere il Dortmund a San Siro o sfumeranno sia la qualificazione sia i 100 milioni di introiti dal mondiale per club.

BORUSSIA DORTMUND-MILAN 0-0

BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Kobel; Ryerson, Hummels, Schlotterbeck, Bensebaini; Özcan, Emre Can; Brandt (dal 64’ Adeyemi), Reus (dal 72’ Nmecha), Malen (dal 72’ Bynoe-Gittens); Füllkrug (dal 85’ Moukoko). A disp.: Lotka, Meyer; Süle, Wolf, Reyna, Haller. All.: Terzi?.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 70’ Florenzi), Thiaw, Tomori, Hernández; Musah, Reijnders, Pobega (dal 58’ Adli); Pulisic (dal 70’ Chukwueze), Giroud (dal 70’ Okafor), Leão. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Kjær, Jovi?. All.: Pioli.

Arbitro: Szymon Marciniak (POL).

NoteAmmoniti: 19’ Schlotterbeck, 24’ Reijnders, 25 Can, 81’ Hummels, 88’ Musah. Recupero tempo: 3’ 2T.

Milan – Lazio 2-0: basta un tempo

E’ una partita a due volti quella tra Milan e Lazio, un primo tempo veramente brutto dove veniamo graziati e che finisce con un gol mangiato da Reijnders dopo 45 minuti in cui la Lazio ha fatto l’Inter difendendosi dietro e ripartendo chiudendoci tutte le linee di passaggio in una frazione comunque giocata molto lentamente e che ha visto l’infortunio di Loftus-Cheek proprio prima delle due partite di Champions dove sarebbe servito di più.

Nel secondo tempo finalmente alziamo il ritmo con Calabria ed Adli che iniziano a verticalizzare di prima e la Lazio sparisce dal campo – iniziamo a creare noi, solamente noi e solo noi. Il gol arriva dopo una occasione sbagliata da Leao con lo stesso Leao che dal fondo serve Pulisic che insacca alle spalle di Provedel per un 1-0 ampiamente meritato. Il 2-0 non arriva per larga parte della partita solamente per due prodezze dello stesso portiere laziale.

Nel finale quindi Lazio che prova il tutto per tutto e finalmente si apre il campo per i nostri contropiedisti – dopo una azione personale di Tomori che sciupa un 3v2 arriva quindi Leao che chiude la partita con lo stesso movimento del primo gol che stavolta trova dentro Okafor. Solo per i fotografi il gol di Pedro nel finale, giustamente annullato per fuorigioco di Immobile.

Il grande osservato di oggi era ovviamente Adli e di lui oggi non posso che parlare bene perché ha velocemente messo da parte i difetti della partita di Cagliari – più reattivo in fase difensiva, spendendo forse qualche fallo di troppo anche se nessuno di questi era da giallo e meno lento nel verticalizzare (ci sono due verticalizzazioni a due tocchi, una sul primo gol e l’altra nell’azione precedente).

Seconda nota – Rejinders. Per me rende molto meglio davanti alla difesa che in posizione avanzata perché permette di aumentare la velocità dell’azione. Terza, Musah, bollato troppo presto come un bidone ma ne esce come un interditore tecnico ma anche in grado di saltare l’uomo. Vediamo tra quanto lo vedremo titolare. Ultima nota – Leao. Anche oggi molto spesso lento, svogliato, non pressa e rimane fuori dall’azione, poi gli bastano 5 minuti per mettere in cantiere due assist solo da spingere in porta.

Sembra sempre invece più evidente che il mercato è stato fatto bene e non c’è un singolo acquisto sbagliato a differenza della stagione scorsa dove non c’era uno giusto. Quest’anno quando entrano i cambi fanno bene e si continua a giocare – se non addirittura si aumenta mentre gli scorsi anni eravamo 11 contati con qualche cambio. Abbiamo una rosa forte che ha il dovere, quindi, di lottare per tutti gli obiettivi – e in merito a questo la partita di mercoledì sera è la più importante essendo la seconda più difficile del girone ma anche quella che dobbiamo vincere per recuperare il pareggio della prima giornata.

MILAN-LAZIO 2-0

Marcatori: 60’ Pulisic, 88’ Okafor

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 70’ Florenzi), Kjær, Tomori, Hernández; Loftus-Cheek (dal 28’ Musah), Adli (dal 70 Pobega), Reijnders; Pulisic (dal 82’ Chukwueze), Giroud (dal 70’ Okafor), Leão. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Florenzi, Pellegrino, Thiaw, Romero; Chukwueze, Jovi?. All.: Pioli.

LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši?, Casale, Romagnoli, Hysaj; Guendouzi (dal 67’ Kamada), Rovella (dal 67’ Vecino), Luis Alberto; Zaccagni (dal 82’ Isaksen), Castellanos (dal 75’ Immobile), Felipe Anderson (dal 75’ Pedro). A disp.: Sepe, Mandas; Gila, Lazzari, Patric, Pellegrini; Cataldi. All.: Sarri.

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 51’ Marusic, 64’ Romagnoli, 65’ Leao, 84’ Thoe Hernandez, 86’ Maignan. Recupero tempo: 2’ 1T, 5’ 2T.