Irlanda del Nord-Italia 0-0

Una prestazione vergognosa. Una partita del genere contro una squadra fortemente mediocre come l’Irlanda del Nord non credevo si potesse fare. Una nazionale, quella italiana, incapace di fare tre passaggi consecutivi, incapace di tirare in porta (se non nel primo tempo con Borriello), incapace con quasi tutti i suoi giocatori di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Per non parlare del gioco sulle fasce, quasi inesistente. D’altronde, se l’ala su cui si basa l’attacco laterale è Pepe dove si vuole andare? Tutti stanno lodando la prestazione di Pirlo, ma io frenerei. Ha giocato bene in fase di costruzione, come al solito è stato protagonista di alcuni lanci fantastici, ma ha corso poco o nulla e spesso ha rallentato l’azione della squadra. Le poche luci sono arrivate dalle rare giocate di Cassano, che è il nostro giocatore più forte ma che probabilmente non è fra i 30 migliori calciatori a livello internazionale. Questi siamo, c’è poco da fare. E paradossalmente la giornata è pure da considerarsi favorevole visto che la Serbia, la nostra avversaria più forte, ha perso in casa contro l’Estonia. Insomma, siamo primi e sembriamo comunque i favoriti per la prima posizione nel girone di qualificazione. Poco male, tanto per arrivare ultimi c’è sempre il girone della fase finale…

Pagelle: Viviano 5,5 Cassani 6 Bonucci 5,5 Chiellini 6 Criscito 6 De Rossi 5 Pirlo 6 Mauri 5,5 Cassano 5,5 Borriello 5 Pepe 5 Pazzini, Marchisio e Rossi s.v.

Il futuro in 4 giorni

L’Irlanda del Nord è ribellione,

L’Irlanda del Nord è ribellarsi agli schemi, all’appartenenza a un dominatore

L’Irlanda del Nord è estro puro, conflitto interiore ed esteriore.

E allora… Cassano… QUESTA E’ LA TUA IRLANDA!

DAL WINDSOR PARK DI BELFAST, IRLANDA DEL NORD – ITALIA, 3 punti e basta!

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/57/Windsor_Park_football_stadium_-_Empty.JPGBelfast, Windsor Park. Si comincia a fare sul serio dopo le partite farsa con Estonia e Isole Faroe, non propriamente due formazioni che possono rappresentare l’insidia in un campionato Europeo. Stasera sarà un banco di prova importante, in attesa di capire chi siamo con la Serbia, a mio avviso la favorita per il primo posto nel girone.

Viviano; Cassani, Bonucci, Chiellini, Criscito; De Rossi, Pirlo, Mauri; Pepe, Borriello, Cassano.

Formazione già annunciata dal CT Prandelli nella conferenza stampa di ieri. Si va in trasferta col 4-3-3 a provare a giocarsela da grande squadra. Non scende in campo Zambrotta, si è parlato molto di lui in settimana ma dovrà rimandare (a mai?) le 100 presenze in nazionale. La difesa conferma i centrali della Juventus, più affiatati da un mese di preparazione. Coppia che mi convince in attesa che tra i due si inserisca Ranocchia, impegnato, alle 18.00 nell’andata dello spareggio contro la Bielorussia. A centrocampo confermato l’inossidabile Pirlo, di cui LPF ha già parlato nel post dell’altro ieri. Mi convince poco Pepe in attacco, ma vedremo chi tra me e Prandelli avrà ragione. Confermato Cassano, uomo che basta convocare per evitare critiche anche se finora in campionato non ha ancora dimostrato nulla. L’Irlanda del Nord si presenta invece con una bella vittoria contro la Slovenia. Attenti all’ambiente, vero avversario di questa sera. Cinque anni fa riuscirono a battere l’Inghilterra. Chissà che stasera non facciano lo stesso. Attenti a Jonny Evans, difensore del Manchester United. Di lui si parla un gran bene. Il resto è poca cosa. Vincere stasera ipoteca almeno il secondo posto. Per capire poi se con la Serbia, siamo in grado di giocarci il primo.

Milan ed Allegri al bivio: lottare per lo scudetto?

Dopo le prime sei partite di campionato che hanno fatto da antipasto, ora  il torneo entra nel vivo. Il diavolo rossonero dovrà affrontare nelle prossime sei partite: Chievo, Napoli, Juve, Bari, Palermo ed Inter. Inutile dire che per rimanere in corsa per il campionato bisogna al termine del tour de force, totalizzare almeno 12 punti, quota alla portata di questa forte  formazione. Saranno quindi questi scontri diretti con le big a dare una volta per tutte, senza appelli, una prima sentenza: possiamo competere per lo scudetto?

Il Milan arriverà al gran completo perchè recupererà Pato, Ambrosini, Antonini e Boateng. Rimmarrà infortunato il solo Abbiati. Se analizziamo la situazione di quest’anno rispetto a quella dell’anno scorso, notiamo un dato importante: l’assenza di Pato non ha comportato una perdita di punti rispetto all’Inter.

L’anno scorso Leo aveva fatto leva sopratutto sul blocco dei giocatori brasiliani, a discapito di alcuni esponenti della vecchia guardia (Abbiati, Zambrotta, Gattuso, Inzaghi),  favorendo inoltre l’ingresso di alcuni giovani come titolari quali Antonini e Abate. Con queste scelte sembrava essere iniziato quel famigerato processo di ringiovanimento della rosa.
Questa estate stessa, d’altronde, era sembrato dalle dichiarazioni dei dirigenti della società che si sarebbe puntato sui giovani.

Ma il processo di ringiovanimento della rosa, sembra essersi clamorosamente interrotto con le ultime formazioni di Allegri, che di fatto sono tornate ad essere infarcite di quei giocatori accantonati dal precedente allenatore. Va bene recuperare giocatori ancora utili alla causa milanista, ma i dubbi sorgono sul fatto che questi  stessi calciatori  siano in grado, da titolari, di garantire 38 partite (solo di campionato) ad alti livelli.

Dopo la sosta Allegri dovrà prendere decisioni difficili. Con tutti i 6 giocatori del centrocampo disponibili, sarà interessante vedere chi tra Pirlo, Seedorf, Gattuso, Ambrosini, Boateng e Flamini andrà in tribuna. In particolare Flamini è uno dei giocatori  più delusi dalle ultime scelte, in caso di sosta prolungata in tribuna, potrebbe a giugno chiedere di essere ceduto . Così si sussurra a Milanello. Infatti il buon Mathieu dopo tre anni passati in panchina ad aspettare il suo turno, sembra che sia molto ma molto preoccupato di passare un’altra stagione da comprimario. Come dargli torto?

Conclusione finale : l’impressione è che l’allenatore abbia pensato fino ad ora a costruire un forte presente accantonando per ora le scelte per il  futuro.

Notizia di mercato Kakà è sempre più vicino , si dice che abbia già raggiunto un eventuale accordo con il Milan in caso di partenza di Ronaldinho

Indispensabile?

La vittoria di sabato sera a Parma porta a chiare lettere il nome di Andrea Pirlo, migliore in campo e non solo per quel destro da cineteca. La sua è stata una prestazione decisamente positiva, una prestazione degna del regista fantastico che abbiamo imparato ad apprezzare anni fa e che, ultimamente, forse, ci aveva un po’ stancato. L’obiezione secondo la quale Pirlo avrebbe giocato bene solo in virtù del blando pressing parmense non regge, basta tornare indietro di qualche giorno alla partita di Amsterdam per ritrovare Andrea Pirlo tra l’elenco dei più positivi, nonostante un avversario che sul pressing e l’intensità basa molto del proprio gioco. E allora molto meglio riconoscere che le prestazioni di Andrea sono andate in crescendo partita dopo partita. Suo è l’assist per Ibra col Genoa, suo è lancio di 40 metri ad Amsterdam per Seedorf in occasione del gol e sua è la rete decisiva a Parma, che rompe il digiuno in campionato che durava da più di un anno e mezzo.

Ora, che le ultime stagioni siano state poco esaltanti è lampante, tuttavia penso che si possano considerare delle attenuanti non da poco nel giudizio (che rimane complessivamente insufficiente) su Pirlo. Innanzitutto lui è regista, non un mediano. Il riferimento va all’anno passato quando con Leonardo in panchina Andrea ha dovuto sobbarcarsi il lavoro di diga davanti alla difesa con Ambrosini. Ne consegue che a correre dietro gli avversari perda lucidità e quindi efficienza (questa è una constatazione, non vuole essere una critica a Leo che, sacrificando Pirlo, ha consentito a quelli davanti di rendere al massimo).
Punto secondo, la squadra attorno a lui è sempre stata piuttosto statica e, molto spesso, scarsa. Insomma, Ronaldinho non lo puoi lanciare, lo devi servire sui piedi, Borriello non ti fa fare bella figura come Ibra e Antonini e Abate non valgono un’unghia di Serginho e Cafù che erano sempre pronti a scattare e proporsi perfettamente in fascia.
Ultimo, ma non ultimo, il dato relativo alle sue presenze: in campo almeno 40-45 volte l’anno, sempre da titolare e mai sostituito. Vacanze minime, in quanto è sempre stato convocato per Mondiali, Europei e pure le Olimpiadi…arrivati ai trentanni la somma di tutti questi fattori può portare a un logico declino.

Eppure…la domanda è: come mai non sta in panchina? Voglio dire, la lista di allenatori che lo hanno mandato in campo sempre e comunque è piuttosto lunga: Carlo Ancelotti, Leonardo, Massimiliano Allegri, Marcello Lippi, Roberto Donadoni, Cesare Prandelli. Tutti deficienti? Non credo. Credo piuttosto che se anche non illumini più il gioco come negli anni d’oro, rimanga un elemento fondamentale nell’economia di una squadra. E’ uno dei pochissimi a cui il pallone tra i piedi non scotta mai, uno a cui appoggiarsi per ogni ripartenza, uno a cui affidarsi nei momenti di difficoltà. Non sarà spettacolare, ma non è roba da poco per una squadra, anche e soprattutto per l’aspetto psicologico: sai che a lui puoi sempre affidare il pallone. E sono pronto a scommettere che su altri 10 allenatori a caso, 9 lo farebbero giocare sempre. E quell’unico bastian contrario probabilmente commetterebbe un errore.

Notizie dal Mondo – 7° puntata

https://i0.wp.com/www0.tccstatic.com/storage/milannews.it/img_notizie/thumb1/0052e386f62a193fc34e0aace829b603-31730-1286265915.jpeg?resize=260%2C260Zanetti, 4° partita consecutiva fuori. I Maya avevano previsto anche questo.

(e non pensate si siano astenuti sulla Juve che strappa un pari a San Siro)

Chiellini: dateci tempo, arriveranno anche gli 1-0. Per gli altri.

Tutti pazzi per la Juve. “Difesa batte Accusa di calciopoli 5-0“. Arbitrava De Santis.

La Sensi è furiosa dopo la sconfitta con il Napoli: “avete visto dove siamo finiti?”. Già pronta la risposta dei giocatori.

(non è nulla in confronto al pianto di Tagliavento negli spogliatoi, per la prima sconfitta con lui della sua Roma)

Prandelli: “Non ci sono giovani da maglia azzurra.” Se si rompe Zambrotta, è già pronto il ritorno di Tardelli.

All’asta le maglie del Milan. Non perdete l’occasione di poter acquistare quella di Ibra a soli 30 denari.

Oddo è tornato a parlare dello sciopero dei calciatori, precisa che lui comunque lo fa da tre anni.

Paolillo: la Juve deve restituire altri scudetti. Ma a chi dato che l’Inter arrivava sempre quarta?

Inter, peggior partenza dal 2005. Guido cazzo, rispondimi al telefono!

Contador positivo al Clembuterol. Non c’è più il doping genuino di una volta…

(e pensare che bastava usare una bicicletta elettrica come tutti gli altri)

Chiudiamo con il fallito attentato a Belpietro. Per una volta il maggiordomo sarebbe stato la vittima e non il colpevole.

Campione o bidone?

https://i0.wp.com/g.imagehost.org/0643/dida.jpg?resize=235%2C235Forse la tempistica non è quella che ci si aspetta ma è un post che volevo fare da tempo e che solo la sosta per le nazionali mi ha lasciato lo spazio di fare. Da quest anno al Milan non c’è più Nelson Dida e penso che ce ne siamo accorti più o meno tutti.

In questi anni al Milan ce ne ha fatte vedere di tutti i colori, da bidone a stella, poi di nuovo bidone. Il Milan lo acquista nel 99 per 3 miliardi di lire dal Cruzeiro, squadra che ha portato in Europa Rivaldo e Ronaldo ma anche bidoni clamorosi come Felipe Melo. Di lui si dice gran bene, in patria è molto stimato. Il suo esordio però ce lo ricordiamo tutti, nel 1999 in quel di Leeds quando Lee Bowyer fece partire un destro da fuori area senza troppe pretese, se non che Nelson ci mise lo zampino e l’urlo dei tifosi casalinghi già ci fece capire che l’aveva combinata grossa. L’avventura del portiere al Milan sembra terminare qui quando viene rispedito in patria, al Corinthians in prestito dopo un breve passaggio al Lugano. Qui ritorna in patria, per giocare una sola presenza, in Milan-Parma dopo essere coinvolto nel 2000 nello scandalo dei passaporti, con illecito regolarmente denunciato da Galliani che gli costa 7 mesi di sospensione e un ritorno di nuovo in patria, di nuovo al Corinthians. Va ai mondiali 2002, anche se perde il posto da titolare nei confronti di Marcos. Vedrà il mondiale dalla panchina, ma su quel podio di Yokohama dove tornerà cinque anni dopo per festeggiare il mondiale per club lui c’era.

Dopo quel mondiale inizia la sua vera carriera al Milan. Abbiati si infortuna nel preliminare di Champions League del 2002 contro lo Slovan Liberec. Dida gli prende il posto, si pensa momentaneamente ma poi le prestazioni del brasiliano e la lunga degenza del camerata convincono Ancelotti a puntare su di lui, pur conoscendo il suo passato. Tra i pali para anche l’imparabile, anche i rigori. La prima apoteosi è nella finale di Manchester, dove ne para tre superando anche il maestro Buffon e trovandosi in cima al mondo. Il migliore in quel momento era lui anche se la stampa italiana continuava a sostenere il proprio beniamino. Sono i tre anni migliori, si  ripeterà anche nel campionato 2004 e soprattutto in quella coppa del 2005 dove nell’euroderby d’andata (erano quelli SENZA pareggi e in 150 minuti) Dida para tutto il parabile e il Milan porta a casa un 2-0 che sa di sentenza, nel ritorno la frustrazione di una tifoseria che ancora aspettava un trionfo europeo sui cugini e si trova umiliata in mondovisione dagli stessi si taglia con il coltello e così un razzo, che gli costerà, tra gli altri record che la società Inter detiene, il record di giornate di squalifica del campo nel nuovo millennio, lo costringe a terra. Si rialza, ma da quel momento non è più lui. Nel 2006 è lui a infortunarsi, dopo una parata strepitosa in quel di Atene. Sembra chiudersi il cerchio, in porta torna Kalac, Abbiati è in prestito all’Atletico Madrid. Mentre il Brasiliano andava in porta era l’Italiano a dover girare l’europa per cercare una squadra dove potesse giocare titolare. Eppure sei mesi dopo Dida è ancora lì, ad Atene, decisivo anche se non come prima per la  vittoria della Champions League 2007. Da lì l’anno dopo sarà la farsa di Glasgow che gli costerà il posto per tornare poi di nuovo tra i pali a Yokohama dove si laurea campione del mondo per club, dopo aver vinto il titolo con la propria nazionale.

Nel 2008/09 sembra essere giunto alla fine della carriera quando torna Abbiati che riprende il suo posto da titolare, ma il destino vede ancora Nelson. E’ l’infortunio gravissimo di Siena che gli permette di mettere ancora piede in campo per la fine della stagione ma soprattutto per buona parte della successiva. E’ lì, in quel di Madrid che Dida regala al mondo l’ultima papera. Il Milan vince lo stesso 3-2, entrando nella storia espugnando per la prima volta il Santiago Bernabeu. Grazie a Dida, si sarebbe detto sette anni prima, nonostante Dida, è invece la realtà. Ma prima di sparire per sempre dalla storia del Milan regala un’ultima prodezza, contro il Chievo, che richiama quel portiere dei tempi migliori. Saluterà la compagnia nel superclassico con la Juventus dello scorso maggio. Ora in porta torna di nuovo Abbiati, stavolta per sempre, chiudendo quel cerchio aperto il 13 Agosto del 2003.

Dida lascia il calcio con molti dubbi sulle sue qualità personali, eppure ha vinto tutto. Campionato e Coppa in patria e in Italia, coppa campioni e coppa Libertadores, supercoppe varie, mondiale per club, mondiale con la nazionale, bronzo olimpico e coppa America, roba che farebbe impallidire persino Lev Yashin. Resta il dubbio se fosse stato un campione con giornate storte o un portiere pessimo con degli alti in carriera. Questo è stato l’ammiraglio Nelson, prendere o lasciare. E voi l’avreste preso?

httpvh://www.youtube.com/watch?v=rkn2jCA_6ow

Parma-Milan 0-1. Quasi perfetti

Che sia stata la migliore prestazione del Milan di questa stagione non c’è alcun dubbio. Una squadra quasi perfetta, capace di segnare solo un gol (con Pirlo) per la bravura del portiere avversario e per alcune imprecisioni dei nostri attaccanti. Max è partito con una formazione che non mi è piaciuta per niente, con il solito centrocampo vecchio, ma chi poteva immaginare che Pirlo avrebbe tirato fuori una delle migliori prestazioni degli ultimi 3 anni e Gattuso tornasse quello di una volta? Il nostro allenatore, che è bravissimo, evidentemente lo sapeva. Resta da capire come mai viene data fiducia a Seedorf, che anche ieri è stato forse il meno positivo di tutti, ma tutte le squadre un cruccio lo dovranno pur avere. Il nostro è rappresentato dall’olandese, e va bene così dai, tutto sommato avere sempre uno fisso con cui prendersela non è poi così male no?

Citazione a parte per Ronaldinho. Ieri non è stato il migliore in campo, ma nel primo tempo c’è stato un momento in cui ho avuto l’impressione che potesse mandare solo davanti alla porta anche me, Boldi, Diavolino ed Lpf! Davvero pazzesco questo giocatore (chi diceva che non poteva fare il trequartista al centro???), e vorrei far notare che gli ultimi 10 minuti, stanchissimo, si è sacrificato anche in copertura.

Vorrei cercare di spegnere sul nascere una polemica che ho già visto sta montando un po’ in tutti i blog: Nesta non ha mandato a quel paese proprio nessuno nella partita di ieri! Semplicemente lo hanno inquadrato mentre stava sollecitando il cambio di Antonini visto che con Seedorf terzino sinistro eravamo in condizioni disperate.

Infine i miei complimenti all’allenatore: non era facile ingabbiare una signora squadra come il Parma com’è accaduto ieri sera al Tardini, e soprattutto non era facile migliorare in così poco tempo tutti i difetti della squadra nonostante i giocatori che scendono in campo sono sempre più o meno gli stessi. Davvero un ottimo lavoro Max, continua così. L’unico consiglio che posso darti è quello di centellinare Seedorf, di farlo partire spesso dalla panchina e solo ogni tanto metterlo dal primo minuto per Pirlo o Ronaldinho.

PAGELLE: Abbiati 6 Zambrotta 5.5 Nesta 7 T.Silva 7 Antonini 6 Gattuso 7 Pirlo 8 Seedorf 5 Ronaldinho 6.5 Ibrahimovic 7 Robinho 4 Abate 6.5 Boateng 6 Pato 5

Ultima spiaggia, atto secondo.

Risotto contro Tortellini, Cotoletta contro Culatello, Grana contro Parmigiano.
Eppure io stasera, PREFERISCO IL SALMONE.
DALLO STADIO TARDINI DI PARMA, PARMA – MILAN CI PENSA ZLATAN?

Parma, stadio Ennio Tardini. Non sbagliare e chiudere bene prima della sosta. E’ il comandamento di questa sera. Trovare la prima vittoria in trasferta, in attesa di quello che accadrà domenica, nel finto derby d’Italia: non capita, ma se capita…  La classifica sarà più chiara domenica sera, quando tutti avranno giocato lo stesso numero di gare in casa e fuori. Mantenere il distacco dall’Inter sarebbe ottimale, perdere vorrebbe dire di nuovo tornare fuori dopo il pacco dono di sabato scorso a firma Vucinic.

Non mi sono piaciute le dichiarazioni di “Tutto il nerazzurro della vita” in settimana, che ci ha accusato di essere Ibrahimovic dipendenti. Purtroppo per loro temo che non abbiano visto il secondo tempo della partita con il Genoa e la gara con l’Ajax dove abbiamo messo diversi giocatori davanti alla porta in condizione di fare gol. Un netto passo avanti sul piano del gioco che il mondo mediatico si è però limitato, come sempre, a negare. Il fatto che poi segni il centravanti è normale, specie se è un campione come lo svedese. Ma non si faccia passare il messaggio che giochiamo come l’Inter di due anni fa. Quella era una squadra con il centrocampo fisico che puntava a spezzare l’azione avversaria, qui il centrocampo è di talento, deve essere ed è il punto di partenza di ogni azione d’attacco palla a terra.

L’ha sottolineato anche Allegri in conferenza stampa, ricordando che non c’è solo Ibra ma anche Pato che comunque pare che partirà dalla panchina. In difesa si rivedono Abate e Antonini come laterali. Il terzino a gennaio urge, non c’è niente da fare, anche se mi chiedo perché non sia stato riproposto il Papa in quel ruolo dove aveva fatto molto bene nelle amichevoli precampionato. A centrocampo vedremo ancora Pirlo e Seedorf insieme in campo e questo mi fa come sempre preoccupare sulla dinamicità del nostro gioco. Davanti partiranno insieme Dinho e Binho con lo svedese punta centrale. Si rivede Boateng dal 1’. Flamini ancora in panchina. I soliti due pare che la facciano da padrona anche stavolta.

Dal lato Parma occhio a Bojinov, che con noi ha il vizio del gol. Il copione sarà il solito. Loro 10 dietro la linea della palla e noi a cercare di sfondare. Allegri l’ha descritta come una finale e ha praticamente ragione. Se passiamo espugnando uno stadio per noi storicamente ostico andiamo davanti a quelli là, seppur di sole 24 ore mettendo pressione sulla gara di San Siro. Se perdiamo non ci rimane altro che ricominciare il campionato per il secondo posto. A meno di clamorosi suicidi.

Storie di Calcio: Sampdoria-Milan 3-2, 1993

31 ottobre 1993, stadio Marassi. La corazzata Milan guidata dal grande Fabio Capello va a Genova per la difficile gara contro la Sampdoria. Difficile fino a un certo punto, ovviamente, visto che il Milan è primo in classifica con la Juventus che però le sta subito dietro. E’ un Milan che appare ai più invincibile, che può permettersi di mettere ogni tanto in tribuna fuoriclasse assoluti del calibro di Rijkaard, Boban, Savicevic, Laudrup e Donadoni. Per questa partita Capello decide di lanciare Brian Laudrup e Savicevic, che insieme promettono di dare spettacolo. E i rossoneri iniziano alla grande grazie ad Albertini, che all’11’ porta in vantaggio i rossoneri con un bel tiro da appena dentro l’area che si infila sotto la traversa. I rossoneri, fino a quando l’arbitro non diventa il protagonista (in negativo) della gara dominano in lungo e largo, ed è Laudrup a raddoppiare al 25′: solita azione strepitosa della più grande ala italiana di tutti i tempi, Donadoni, che dalla sinistra salta il suo marcatore e poi di esterno mette al centro una palla che il danese controlla prima di scaraventare in rete con un preciso rasoterra. La partita sembra finita vista anche la totale superiorità dei rossoneri, e invece l’arbitro decide di rovinare tutto. Al 56′ Gullit in evidente fuorigioco mette al centro per Katanec, che di testa batte Ielpo. Poi viene fischiato un fallo inesistente di Costacurta su Mancini, ed è lo stesso attaccante doriano a trasformare dal dischetto. Infine la ciliegina sulla torta: Mancini stoppa un pallone di mano e lancia Gullit, che con un bel diagonale batte per la terza volta Ielpo. Il Milan esce sconfitto in una partita assurda, che avrebbe dovuto stravincere ma che per colpa degli errori arbitrali perde. E per una giornata diventerà secondo in classifica. Storica l’arrabbiatura di Baresi in una trasmissione sportiva, forse l’unica volta che ho visto il Capitano così adirato fuori dal campo.

SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Rossi (55′ Bertarelli), Gullit, Vierchowod, Sacchetti, Lombardo, Katanec, Platt, Mancini (89′ Serena), Evani. All.: Eriksson
MILAN: Ielpo, Panucci, P. Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi II, Donadoni (87′ Al. Orlando), Boban, Laudrup, Savicevic (64′ Massaro), Simone. All.: Capello
Arbitro: Nicchi
Reti: 11′ Albertini, 25′ Laudrup II, 56′ Katanec, 71′ rig. Mancini, 78′ Gullit

Destinazione Wembley: 4° puntata. Chi fatica e chi no

Lukasz Fabianski: martedì ha parato un rigore

Martedì le italiane arrancano: mentre noi pareggiamo, la Roma batte 2-1 il Cluj, ma soffre troppo nel finale di partita, e per una squadra che è stata a pochi passi dal rovinare il triplete a quelli là, soffrire contro tali Culio e Dica non è certo bello. Ma se noi non andiamo bene, non è che altre “grandi” troneggino. Vedasi il Bayern Monaco: sotto per tre quarti d’ora col Basilea (gol di Frei con erroraccio di Van Buyten) ha bisogno di due gol di Schweinsteiger, di cui uno su rigore, per tenersi a galla. A questo punto, diventa ancora più importante aver vinto per i giallorossi. I nostri diretti avversari, invece, hanno bisogno anche di un po’ di fattore-C: prima di battere l’Auxerre con un sinistro del sempre più fondamentale Di Maria, hanno rischiato con un auto-palo di Pepe. La massima attrattiva della partita è stata il solito Mourinho, che alla fine sembra avere molti meno sostenitori che in Italia (là vogliono un calcio-flamenco, non i pragmatici schemi del non-pirla di Setubal) e che polemizza anche sulla non-convocazione di Pedro Leon.

Nel gruppo F, il Chelsea ha battuto il Marsiglia con gol del sempre più rinato Terry e rigore di Anelka, mentre lo Spartak Mosca, battendo 3-0 lo Zilina martedì pomeriggio (doppietta di Ari e gol di Ibson, ma lo scarto sarebbe persino potuto essere maggiore), mette una mezza ipoteca sugli ottavi. Il calcio russo sempre più forte – o sempre più danaroso. Il martedì si chiude con il gruppo H: l’Arsenal privo di mezza squadra titolare vince 3-1 con il Partizan Belgrado, risultato salvato anche dal rigore parato da Fabianski a fine partita. Anche lo Shakhtar Donetsk si porta a 6 punti senza troppe difficoltà, annichilendo lo Sporting Braga per 3-0: tutto nel secondo tempo, con Luis Adriano in gran spolvero. Partita fotocopia di Spartak-Zilina, e anche la ex-sorpresa Braga si candida a squadra materasso (9 gol subiti – e nessuno fatto in due partite).

Ieri si sono messi in luce quelli là: l’***** vince 4-0 col Werder, anche se (come suo solito) con una bella dose di fortuna: e questo non lo possono negare, fosse entrata quella palla di Almeida al secondo minuto altro che 4-0, e il parco attaccante dei tedeschi ha dei piedi che nemmeno Alvarez invidierebbe. Eto’o riceve ogni pallone, un po’ come il Divino fino a due anni fa e Milito l’anno scorso, e lo mette in porta, potrebbe persino vincere da solo, mentre i “tanti giovani” (bel modo di giustificare il fatto che manchi mezza squadra) cercano sempre di tenersi lontani – fate presenza e non fate danni, please. Per far capire quanto il Twente sia una squadra mediocre, arriva il Totthenam: al White Hart Lane, Van der Vaart, Bale e due rigori di Pavlyuchenko stendono gli olandesi (4-1 e londinesi in testa con i cugini).

Sarà il sintetico, la trasferta, l’orario abbastanza inusuale, ma il Barcellona fatica col Rubin Kazan e non va oltre uno spento 1-1: l’attacco catalano non punge, e per pareggiare serve un rigore del solito Villa. Il risultato spiana dunque la strada alla vera sorpresa finora, il Copenhagen: due gol nel primo tempo e annullato quel Panathinaikos che – a quanto ricordo – aveva persino battuto l’Inter quest’anno; punteggio pieno per i danesi. Il gruppo B vede invece al comando il Lione, che batte 3-1 l’Hapoel (doppio Bastos e Pjanic; il gol dell’Hapoel è stato invece un rigore trasformato dal portiere Eneyama – molti se lo ricorderanno al Mondiale) con lo Schalke che, anche con un gol di Huntelaar (a me manca, perchè comprare Robinho? Abbiamo fatto un altro errore, a mio parere, se Ibra ci serviva ci saremmo dovuti comunque tenere Klaas), rispedisce a casa con un 2-0 il Benfica. Si chiude con il gruppo C: il Manchester ha bisogno della stellina Hernandez per battere il Valencia al Mestalla, mentre Naismith regala al Rangers un comunque poco convincente 1-0 col Bursaspor.

Va bene così

Alla fine la partita Si poteva anche vincerla, ma tutto sommato un pareggio contro l’Ajax ci può stare. Uno a uno fuori casa in una partita di Champions League non è mai da buttare, soprattutto se è in trasferta e se la squadra che affronti non è poi così scarsa. A mio parere niente si può imputare ai giocatori e all’allenatore, anche perchè se ci facciamo caso le migliori occasioni della gara le abbiamo avute noi.

La formazione con cui siamo partiti ieri sera era giusta, perchè Ronaldinho e Boateng dovevano riposarsi dopo aver giocato molte partite consecutive, Gattuso era in gran forma e Seedorf è il sostituto ideale del brasiliano ed è perfetto per giocare trequartista. Non a caso l’assist del gol di Ibra è suo. A proposito, Ibrahimovic è al quinto gol in sei partite. Un mostro davvero, alla faccia di chi (gli interisti) diceva che in Champions era nullo e danneggiava la squadra. Beh, per ora tre gol in due partite sono tutti suoi, ed è soprattutto grazie a lui se siamo messi bene nel girone.

Max ha gestito bene la partita bene, di più non si poteva fare e il gol è frutto di un’azione meravigliosa di Suarez, capace addirittura di umiliare Nesta e di mettere al centro un pallone che El Hamdaoui controlla bene e mette in rete da pochi passi. Per il resto, però, grandi parate di Abbiati non ne ho visto, la difesa rossonera ha retto bene e abbiamo sofferto poco o nulla in contropiede.

Capitolo Robinho: troppo facile sparare contro di lui dopo quello che ha combinato ieri, non sarebbe giusto. SuperPippo, che qualche golletto per noi lo ha fatto e ci ha fatto vincere qualcosa, in questi anni al Milan ne ha sbagliato pure di peggio. Una cosa solo chiedo però: non dite più che Robinho è meglio di Ronaldinho. A parte che sono due ruoli totalmente diversi, ma comunque fra questi due giocatori c’è un abisso di differenza, a favore del dentone, ovviamente!

PAGELLE Abbiati 6,5, Zambrotta 5,5, Nesta 6, T.Silva 7, Antonini 6, Gattuso 5,5, Pirlo 6, Flamini 6, Boateng 6, Seedorf 6,5, Robinho 5, Ibrahimovic 7

Buon compleanno!

A una persona che ha scritto le migliori pagine della storia del Milan, alla persona che ci ha reso la squadra più titolata al mondo, ad un uomo che sosterremo sempre e comunque…

AUGURI, ANDRIY


Martedì da leoni

Non c’è tempo per godersi un weekend che ci ha, finalmente, sorriso che è già tempo di tornare nuovamente in campo. Seconda giornata di Champions League, si vola ad Amsterdam a giocare con l’Ajax. Una partita dal retrogusto di storia. Gioie e dolori legati a questa sfida: la finale vinta nel ’69 e quella persa nel ’95 e poi ancora le emozioni indimenticabili di quel quarto di finale dell’edizione 2002-03 con il celeberrimo gol di Inzaghi/Tomasson allo scadere del match di ritorno che decretò il nostro passaggio alla semifinale con l’inter. Vicenda nota, inutilie stare a ripeterla per quanto possa essere piacevole ricordare quei momenti. In totale sono dieci gli scontri tra le due squadre con un bliancio che recita 5 vittorie rossonere e 4 a favore dei lancieri. Gli ultimi precedenti risalgono al 2003-04 con doppia vittoria nostra nella fase a gironi (decise Pippo in casa, Sheva ad Amsterdam).

Ma veniamo all’attualità. Adriano Galliani chiede una vittoria per far felice Silvio Berlusconi che domani festeggerà il suo compleanno (tra l’altro compleanno anche di quel fenomeno di Shevchenko), io piuttosto chiedo la vittoria per arrivare al doppio confronto con il Real Madrid a punteggio pieno, cosa che probabilmente avverrà anche a loro (in quel caso si giocherebbero le due sfide per il primo posto, senza particolari patemi di classifica). Chiedo la vittoria anche per non interrompere il discorso iniziato sabato col Genoa, dato che quest’anno non abbiamo ancora vinto per due volte consecutive.

Che partita sarà? Sulla carta aperta e quindi vantaggiosa per noi, anche se si diceva ciò pure prima della partita con la Lazio che, per me,  è stato la peggiore stagionale. Da un lato gli spazi che, probabilmente, ci saranno, dall’altro l’aggressività e la freschezza fisica di una squadra giovanissima che ha poco o nulla da perdere. Nella squadra di Martin Jol risaltano due nomi, quello del terzino Gregory van der Wiel di cui si parla un gran bene e quello dell’uruguaiano Luis Suarez che ancora non ha compiuto il salto in una grande. Per il resto, gli altri nomi mi sono pressochè sconosciuti.

Noi abbiamo qualche dubbio di formazione. Non in porta (Abbiati, ovviamente), non in difesa con il ritorno a destra di Bonera, ma da centrocampo in su. Pirlo e Boateng sicuri, Seedorf anche, ma resta da decidere il ruolo: mezzala o trequartista? Molto dipende da Robinho. Se il brasiliano gioca, si accomederà in panchina Ronaldinho, con passaggio al 4-3-1-2 (Seedorf sulla trequarti quindi). Se Binho non ce la dovesse fare, credo che Allegri punterà ancora su Dinho. A quel punto si giocherebbero un posto Gattuso, favorito sull’acciaccato Flamini, per un 4-3-1-2 e Pippo Inzaghi per un 4-3-3 con Seedorf a centrocampo. Insomma, un gran casino, vedremo in giornata cosa sceglierà Allegri.

Chi è sicuro del posto è Ibra, sempre più decisivo e fondamentale, che ritorna in uno dei tanti stadi in cui ha giocato senza, suppongo, che gliene freghi più di tanto. Nemmeno a noi, basta che faccia quello che ha fatto da quando è arrivato.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI AJAX-MILAN

AjaxAJAX (4-3-3): 1 Stekelenburg, 2 Van der Wiel, 3 Alderweireld, 4 Vertonghen, 5 Anita, 18 Lindgren, 10 De Jong, 6 Enoh, 16 Suarez, 9 El Hamdaoui, 11 Emanuelson. (30 Verhoeven, 23 Oleguer, 11 Ooijer, 8 Eriksen, 20 De Zeeuw, 7 Sulejmani, 46 Jozefzoon.). All: Jol

MilanMILAN (4-3-3): 32 Abbiati, 19 Zambrotta, 13 Nesta, 33 Thiago Silva, 77 Antonini, 27 Boateng, 21 Pirlo, 8 Gattuso, 10 Seedorf, 70 Robinho, 11 Ibrahimovic. (1 Amelia, 20 Abate, 15 Sokratis, 76 Yepes, 16 Flamini, 9 Inzaghi, 80 Ronaldinho). All.: Allegri


Robinho, futuro da titolare

"Un giorno...mi fotterai il posto..."

Si respira finalmente un’aria serena a Milanello volti distesi e tanti scherzi tra i giocatori. La prestazione di sabato ha portato sotto i riflettori un giocatore che fino ad ora era stato in ombra: Robinho, che ha dimostrato con la prestazione di ieri che può essere molto utile al progetto tattico di Allegri. Come avevo scritto in passato per Boateng prima dell’esplosione, i tecnici di Milanello e gli stessi giocatori stanno incominciando a scommettere su quando Robinho diventerà titolare. Sì,  avete capito bene, c’è chi sostiene che già tra un mese il brasiliano si impossesserà  della posizione attualmente occupata da Ronaldinho.

Sabato sera negli ultimi 20 minuti ha dimostrato di essere molto più letale e concreto in quella posizione che non a destra. Quando comincerà con le sue serpentine a saltare l’uomo sarà un ottima spalla per Pato e Ibra. Il Ronaldinho delle ultime partite è troppo statico, senza di lui il Milan verticalizza di  più, cosa di cui hanno assolutamente bisogno sia Pato che Ibra.

I dirigenti della società hanno lasciato capire che si può rinunciare a Dinho ma non a Pato ed Ibra e ieri negli ultimi 25 minuti il Milan ha cambiato modulo passando dal 4-3-3 al 4-3-1-2 con Seedorf trequartista. Non è una coincidenza  che abbiamo avuto subito tre occasioni da rete. Nel periodo glorioso di Ancelotti si passava dal modulo a due punte al famoso albero di Natale. Questa possibilità di cambiare è una risorsa, visto che attualmente come trequartista Seedorf  uno spezzone di partita lo può giocare e con ottimi risultati.

Bisogna inoltre doverosamente sottolineare la grande prova di Gattuso che finalmente a distanza di un anno dal terribile incidente è tornato ai livelli dell’autunno 2008. Lo staff sanitario di Milanello comunque sottolinea che per un grave infortunio come quello patito da Rino è effettivamente necessario almeno un anno per riprendersi completamente. Anche qui bisogna recitare il mea culpa: avevamo tutti noi dato per bollito Gennaro e molto probabilmente ci siamo sbagliati.

Veniamo al mercato, con le ultime prestazioni Ronaldinho si sta allontanando dal Milan, la società in questo braccio di ferro con il giocatore è in vantaggio avendo già il sostituto e pertanto aspetterà fino a gennaio. Questa trattativa però blocca le altre per i risvolti e l’importanza economica.
Lunedì è tornato dal Brasile il pendolino Cafù con una lista di 4/5 nomi per la difesa ed il centrocampo, si parla della ricerca di un giovane terzino top mondo (definizione di Galliani) e di un regista. Sembra che oggetto di attenzione siano  due diciannovenni della nazionale under brasiliana di cui purtroppo non conosco i nomi  per ora.

Un saluto (con il sole) da Milanello.

This Time is… IBRA!

httpvh://www.youtube.com/watch?v=sMbduZkYq2o

Nel segno di Zlatan

Z di Zlatan

Milan batte Genoa 1-0. Vittoria sofferta, o meglio, sudata. Ma vittoria importante dopo la sconfitta di Cesena e i due pareggi in serie. Buona anche la prestazione, sicuramente in crescita rispetto alle ultime uscite. Il Genoa lascia più campo e la cosa non può che automaticamente migliorare la qualità del nostro gioco, ma allo stesso tempo i ragazzi ci mettono anche tanta buona volontà. Nulla di trascendentale, ma quel tanto che basta per farti capire che il gruppo è unito e sta lavorando. Il primo tempo la partita è aperta, ma tutto sommato le difese la fanno da padrona, così le occasioni arrivano soltanto nel finale: per noi con un bell’inserimento di Gattuso, per loro con un paio di cross dalla nostra corsia mancina. Folate di buona intensità e gioco discreto, ma poco concreto.

Il secondo tempo si apre nel migliore dei modi, quando dopo tre minuti Pirlo effettua l’ennesimo lancio sgangherato, che Ibra tra due avversari trasforma nella rete del vantaggio. Chi? Ibra! Chi? Zlatan Ibrahimovic, mister 4 gol in 5 partite, l’uomo che dopo il vantaggio, quando la squadra si rintana pericolosamente nella proprioa trequarti campo come a Roma, la prende per il collo e la porta fuori, facendo reparto da solo, consentendoci di vivere in serenità gli ultimi minuti e anche di sfiorare a più riprese il raddoppio con Robinho e Flamini (che si divora due gol). Spero che dopo stasera non ci si lamenti più dello svedese, oltre al gol è stato fondamentale anche nel gioco. Quanto e più di Borriello, che i piedi di Ibra non li avrà mai. Decisivissimo.

Promossi e bocciati. Bene Abbiati, molto bene la coppia centrale, discreti Abate e Antonini, col primo che pur commettendo degli errori sembra decisamente più attento in fase difensiva rispetto all’anno passato. A centrocampo Boateng conferma le buone prestazioni a cui ci ha abituato,  accanto a lui giganteggia il miglior Gattuso degli ultimi tre anni, mentre Andrea Pirlo è la nota dolente. Bruttissima prestazione. Male anche Ronaldinho, come da qualche partita a questa parte (e si può pensare anche a un turno di riposo). Mi ha sorpreso Robinho, innanzitutto per essere rimasto in campo per tutti i 90 minuti a dispetto delle attese e poi per una condizione fisica che non è entusiasmante, ma nemmeno drammatica come mi era parso di capire. Nel finale trova spazi e regala qualche magia, sfiorando anche il primo gol rossonero. Conclude l’11 titolare el segna sempre lù Ibrahimovic, di cui abbiamo già parlato sopra. Buono anche l’apporto delle riserve, nonostante gli errori offensivi di Flamini.

Allegri? Benino, avrei tolto prima l’impalpabile Ronaldinho e usufruito della terza sostituzione. Ma va bene così, pigliamoci questi tre punti che servivano come l’aria. L’obiettivo ora è fare bottino pieno nelle due partite prima della sosta, confermando i progressi visti quest’oggi.
Sempre nel segno di Zlatan.

Bentornato Kakha!

Ad Atene e a Manchester lui c’era.
Dieci anni di Milan, due coppe alzate al cielo
284 partite, 13 gol. Uno, indimenticabile, nel derby di pasqua
Oggi torna a Milano, da avversario, per la prima volta
Lui che ha avuto il coraggio di farsi da parte quando era il momento
Mentre altri due oggi, giocano ancora, titolari a centrocampo.
DALLO STADIO SAN SIRO IN MILANO MILAN – GENOA, bentornato Kakha!

https://i0.wp.com/www.calcionews24.com/wp-content/uploads/2009/12/kaladze_18315t1.jpg?resize=300%2C300Milano, San Siro, ore 18.00. Incomincia un altro campionato, che ci vede costretti a fare più punti possibile per salvare almeno il secondo posto, poi si vedrà. La rosa attuale è chiaramente da scudetto, ed è da folli metterlo in dubbio, ma non si è ancora trovato un gioco e questo fa sì che abbiamo accusato subito un distacco importante. Pensiamo a noi stessi e pensiamo a metterci in tranquillità per le piazze Champions League, troppo importanti a fine stagione. Finire la stagione senza titoli quest anno sarà comunque un fallimento ma la novità è che, come già detto, la colpa non sarà imputabile alla società. Colpa che sarà equamente divisa, in tale eventualità, tra l’allenatore incapace di trovare un assetto in campo, e il Comitato dei senatori, vero cancro della squadra che purtroppo Allegri pare non essere riuscito ad estirpare. Abbiamo un centrocampo competitivo? Sì. Flamini, Boateng, Abate e Ambrosini sono la parte sana. Quella malata la conosciamo già troppo bene, Gattuso, Seedorf e Pirlo. In particolare l’Olandese che se rimane ancora nella squadra è più per il suo carisma che per l’aspetto tecnico.

Allegri ieri in conferenza stampa ha comunque predicato ottimismo, lui si dice convinto, noi un po’ meno. Non vorremmo finire come tutti gli anni ad arrivare al massimo della forma quando non serve. E’ un Allegri comunque poco diplomatico e abbastanza spavaldo, cosa che mi fa ben sperare. Come ho già detto prima di Cesena, per evitare altri Zurighi, la squadra dovrà comunque andare in campo non sentendosi seconda a nessuno. Qualcuno l’anno scorso dall’altra parte del Naviglio ha tenuto in piedi una squadra in un periodo con un gioco da metà classifica inventandosi un complotto. Speriamo di non arrivare a quei livelli, ma è proprio quello che bisogna fare.

Aspetto tattico. Purtroppo non gioca Kaladze, sarebbe stata una manna, Nesta e Thiago Silva se la vedranno con Sculli e Toni, giocatore che io al Milan avrei preso al volo. A centrocampo il Comitato la fa ancora da padrona e i due abomini scenderanno in campo ancora contemporaneamente (nota a margine: perché loro due non si infortunano mai?). Davanti pare probabile l’impiego dal primo minuto di Robinho nel classico tridente con Dinho e Ibrahimovic. Turnover in vista Champions? Martedì, quella sì, è già decisiva…

MILAN (4-3-3): Abbiati; Zambrotta, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Gattuso, Pirlo, Flamini; Ronaldinho, Robinho, Ibrahimovic. A disp.: Amelia, Abate, Sokratis, Yepes, Seedorf, Boateng,, F. Inzaghi. All: Allegri

GENOA (3-4-3)
: Eduardo; Chico, Kaladze, Ranocchia; Rafinha, Veloso, Rossi, Criscito; Mesto, Toni, Palacio. A disp.: Scarpi, Dainelli, Moretti, Milanetto, Rudolf, Sculli, Kharja. All.: Gasperini