Cagliari-Milan 0-0, 5 ottobre 2008

Cagliari, 5 ottobre 2008, stadio Sant’Elia. Il Milan targato Carlo Ancelotti va a Cagliari per proseguire il suo cammino verso il vertice della classifica. I rossoneri vengono da una serie di vittorie consecutive straorinarie, e tutto lascia pensare che il Cagliari sarebbe stata una pratica abbastanza semplice, anche perchè i rossoblù vengono da cinque sconfitte consecutive. Non sarà così. Già dopo 3 minuti Fini dopo una grande discesa sulla fascia mette al centro una palla pericolosissima che attraversa l’intera area piccola, ma che nessuno raccoglie. Ancelotti, che conferma Kakà e Dinho dietro a Pato e Seedorf centrale al posto di Pirlo, capirà presto che la serata sarà molto più complicata di quello che tutti si aspettavano. Pato prova con un pallonetto a beffare Marchetti, ma il portiere in uscita blocca il tiro del brasiliano. Nella ripresa l’allenatore del Milan mette Gattuso al centro del campo e sposta Seedorf a destra, ma il risultato non cambia. Anzi, al 16′ è ancora Fini a impensierire Abbiati con un bel tiro. I rossoneri si rendono pericolosi solo altre due volte sempre con Pato, che prima di testa e poi di piede sbaglia mira. Al 90esimo Fini e Conti hanno la palla della vittoria, ma entrambi sprecano clamorosamente.

Finisce zero a zero, una partita dominata dall’allora fanalino di coda Cagliari, che da lì alla fine del campionato compierà una cavalcata clamorosa che lo porterà ai piedi della zona Uefa. Un cammino che nessuno si sarebbe mai aspettato viste le prestazioni deludenti mostrate fino a quel momento dalla squadra di Allegri.

CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti; Pisano, Lopez, Bianco, Agostini; Fini, Conti, Biondini (Lazzari dal 45′ s.t.); Cossu; Acquafresca (Matri dal 31′ s.t.), Larrivey (Jeda dal 34′ p.t.). (Lupatelli, Matheu, Canini, Astori). All: Allegri.
MILAN (4-3-2-1): Abbiati; Zambrotta, Bonera, Maldini, Jankulovski; Gattuso (Flamini dal 35′ s.t.), Seedorf, Ambrosini; Kakà, Ronaldinho (Shevchenko dal 27′ s.t.); Pato (F. Inzaghi dal 27′ s.t.). (Dida, Darmian, Antonini, Emerson). All: Ancelotti.
ARBITRO: Rosetti di Torino

 

Pessimi

Altro passo falso, il Milan esce dall’Olimpico con un 1-1 che non soddisfa, ma che forse sta addrittura stretto agli uomini di Reja. Partita orribile, non trovo altri modi per definirla, decisamente la più brutta uscita di questo inizio di stagione. Dal Lecce ad oggi abbiamo sempre fatto un passo indietro di partita in partita, mi riesce difficile pensare che si possa fare ancora peggio di ieri.

Primo tempo da film horror, squadra immobile e Mauri ed Hernanes a fare da funamboli in mezzo al campo. Ci salva un sempre pronto Abbiati che chiude la porta in faccia alle ingiuste critiche ricevute. Dopo questi quarantacinque minuti da catatonici, la ripresa sembra iniziare bene, ma è una speranza vana. La partita non si schioda, Allegri tarda nei cambi (mettere Pippo, togliere a scelta una delle mummie), ma arriva come un’oasi nel deserto la rete di Ibra, che sembra l’ennesimo gol copri-difetti dello svedese. Peccato poi che usciamo completamente dal campo, fino a prendere il gol dell’1-1 su azione iniziata da Hernanes e conclusa da Floccari. Entra Robinho, che avevano detto non avere i 90′ nelle gambe, ma ha dimostrato di non averne nemmeno 10…

Non si vince se giochi in 8. Perchè di fatto Pirlo e Seedorf è come se non ci fossero e ieri pure Ronaldinho si è unito ai due fantasmi e avrebbe meritato di uscire. E meno male che Gattuso ha fatto una prestazione quasi decente…

Non si vince se non si corre. Siamo la squadra più lenta d’Italia, fermi, immobili, aspettando che sia il gol a venire da noi e non viceversa. In base a quale logica non lo so, andrebbe chiesto ai presuntuosi leader di spogliatoio.

Non si vince senza fasce. Capisco non azzeccare tutti i cross, ma qui stiamo parlando di non mettere uno che sia uno decente. Palla ad Abate (o chi per lui) significa palla persa. Non possiamo non avvalerci di un’arma che dovrebbe essere importante.

Non si vince senza calci piazzati. Altre opportunità di andare a rete che a noi non interessano. 6 angoli battuti ieri sera e ci fosse stata una volta in cui avessimo colpito il pallone. Stesso discorso per le punizioni, praticamente l’arbitro che ci fischia a favore ci fa un torto…

Non si vince se non si tira in porta. Quattro occasioni in tutta la partita, occasioni del tutto casuali, mai che siano venute in particolari momenti di forcing. Invece di andarle a creare, le aspettiamo, come se fosse tutto dovuto. E mai una volta che ci si liberasse per il tiro dal limite, sempre in porta col pallone vogliamo andare.

Non si vince se si smette di giocare dopo il vantaggio. Aspettavamo il gol per vedere il Super-Milan all’opera, quello che con gli spazi chissà che roba combina...invece siamo usciti dal campo, sbagliando tutto quello che era possibile sbagliare. Meritavamo di perdere.

Non si vincere se il 60% dei tuoi passaggi li fai all’indietro. Può succedere una, due, tre volte, ma il calcio non è rugby! Verticalizzare e andare avanti! Possibilmente a due tocchi, ma la cosa è sconosciuta ai più, dato che prima dei cinque-sei tocchi difficilmente ci si libera della palla.

Non si vince così. Deluso? Di più, stiamo peggiorando di partita in partita. Vedo le altre squadre e, forti o deboli che siano, esprimono un’idea di calcio, noi siamo totalmente diversi, facciamo un calcio tutto nostro fatto di mille tocchi e passaggi inutili.
E i risultati si vedono, l’inter è già a +5.

Bivio Laziale

Roma è da tutti considerata un sogno, i suoi colli, i suoi monumenti, la sua storia
Roma è teatro di battaglie, di decisioni importanti, di complotti in senato
Roma è spettacolo, gladiatori e fiere che si davano battaglia davanti agli occhi dell’imperatore.
Conquistare Roma era il sogno di tutti, e oggi dovrà essere anche il nostro
Niente prigionieri e non si torna a casa senza bottino: questa sera O ROMA O MORTE!
Dallo stadio Olimpico in Roma Lazio – Milan, ultima chiamata!

https://i0.wp.com/www.9online.it/sport/wp-content/themes/mimbo2.2/images/cm2/lazio-milan-probabili-formazioni.jpg?resize=260%2C173Roma, stadio Olimpico. Nel calcio ci vuole equilibrio, e ne vedo poco. Sono le parole di Allegri nella conferenza stampa analizzando la partita col Catania, deludente sul piano del risultato, meno su quello del gioco, dove si sono comunque visti passi avanti rispetto a Roma e Auxerre. Si va a Roma contro una squadra in forma, trascinata da Hernanes, che avremmo potuto acquistare per il centrocampo se solo avessimo offerto più banane due estati fa. La buona notizia è il ritorno di Zambrotta, che dovrebbe giocare dal primo minuto sulla fascia sinistra colmando una delle più gravi ignominie della storia del calcio: Bonera terzino. La cattiva è che a centrocampo ci saranno ancora Seedorf e Pirlo insieme. Una parola sola. Incapaci. Troppi passaggi orizzontali tra i due con conseguente rallentamento dell’azione nelle ultime partite. Una nota anche su Abbiati, confermato tra i pali. Dida non era un gran portiere a parare, ma la palla la dava via subito. La novità vede Ibra forse più isolato, in un 4-3-3 che vede davanti però Boateng e Dinho, magari tornando al 4-3-2-1 tanto odiato a livello presidenziale ma che nel 2004 portò a uno scudetto.

La situazione di partenza è quella dell’anno scorso in termini di punti, ma non di organico. Con quei quattro la davanti e Nesta e Thiago Silva la squadra può e deve lottare per lo scudetto. Per farlo è già l’ultima chiamata, non vincere stasera vuol dire perdere quei punti che l’anno scorso ci hanno già tagliato le gambe e fatto sì che l’inseguimento di febbraio-marzo, periodo in cui abbiamo giocato il miglior calcio d’Italia, sia stato vano. Resto convinto che questa squadra non sia al massimo della forma, ma mi chiedo anche perché dato che le altre 19 squadre di serie A corrono regolarmente come matti. Mi attendo una partita meno chiusa del solito, quindi da portare assolutamente a casa. La chiave sarà segnare per primi. Ora come ora non siamo  capaci di rimontare.

LAZIO (4-3-2-1): Muslera; Lichtsteiner, Dias, Biava, Radu; Brocchi, Ledesma, Mauri (Matuzalem); Zarate (Mauri), Hernanes; Floccari (Rocchi).

MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate (Zambrotta), Thiago Silva, Nesta, Zambrotta (Antonini); Gattuso (Flamini), Pirlo, Seedorf; Boateng (Robinho), Ibrahimovic, Ronaldinho.

Il problema principale

Non c’è dubbio che il Milan abbia evidenziato più di un problema in queste partite. Eppure io credo che la squadra perfetta non esista, e che eliminando il difetto principale dei rossoneri risolveremmo gran parte dei problemi. Seedorf e Pirlo insieme non possono giocare, ormai è un dato di fatto e non ci si può continuare a nascondersi sul tridente che non funziona (devono migliorare l’affiatamento, lo faranno), sui terzini che non vanno sul fondo (verissimo) o sull’allenatore, che è bravo e penso abbia la situazione sotto controllo.
Il problema del Milan sta nelle ripartenze degli avversari, che spesso diventano letali per i rossoneri. Prendiamo, ad esempio, il contropiede di Ricchiuti sabato subito dopo il gol dell’uno a zero, che ci avrebbe potuto affossare. Se notate bene sono due contro uno nostro (Antonini) e i nostri faticano a recuperare. C’è sicuramente un difetto di posizione (Bonera che fine aveva fatto???) ma in situazioni del genere chi è il primo che deve rientrare? Non certo i due centrali, visto che Nesta e T.Silva saltano sempre sull’angolo, ma i centrocampisti, che sono il motore della squadra e dovrebbero i più rapidi, i più reattivi, gli ultimi a mollare. Eppure l’unico che riesce ad arrivare quasi a contrastare Ricchiuti è Boateng, che all’inizio dell’azione era molto più lontano di altri giocatori. Pirlo è uno dei più vicini al contropiede eppure non riesce a raggiungere la palla, Seedorf non rientra proprio, o per lo meno lo fa in modo lento. Anche Ronaldinho non rientra ed era vicino all’azione, ma lui è un attaccante, e soprattutto lui è sempre decisivo a nostro favore, ci sta, non gli possiamo chiedere di essere decisivo in attacco e sempre pornto a difendere.

Ecco, ora mi chiedo: posto che in quell’azione 9 volte su 10 ci fanno gol, se al posto di uno tra Pirlo e Seedorf ci fosse stato Flamini, le cose sarebbero andate allo stesso modo, con Ricchiuti che tira a rete in modo abbastanza semplice (e ci segna 9 volte su 10)? Io credo di no.
Io penso che giochiamo con due centrocampisti (Pirlo e Seedorf) che in realtà non dovrebbero più essere titolari in una squadra come il Milan. Dovrebbero essere delle buone alternative, giocare 25-30 partite in tutta la stagione, oppure garantirsi un buon fine carriera da leader in squadre minori.
Ma purtroppo, numericamente parlando il nostro centrocampo quest’anno ci impedisce di fare a meno di Pirlo e Seedorf insieme. Almeno uno deve per forza giocare, perchè una linea mediana formata da Boateng-Flamini-Ambrosini non ha alcuna logica, Gattuso è da serie C e i giovani non convincono se non in situazioni di estrema emergenza. Allora arrangiamoci, ma comunque mettiamo una regola fissa: Seedorf e Pirlo, insieme, non devono mai partire titolari.  Alterniamoli, facciamo giocare l’uno o l’altro, e mettiamo al loro fianco due fra Boateng, Flamini e Ambrosini. Il francese ha recuperato, Ambrosini ci sarà a breve e Boateng si è inserito alla grande, quindi Max non ha più scusanti: tutto l’universo milanista ha capito il problema più importante del Milan, sono sicurissimo che lui più di noi ha tutto sotto controllo.

Risolviamo questo problema, e nonostante tutti gli altri problemi (che ci sono e vanno migliorati senza dubbio) ci toglieremo comunque tante soddisfazioni.

La solita partenza al rallentatore

Ebbene sì, passano gli anni ma il vizietto resta, partiamo sempre male. Negli ultimi 7 anni siamo sempre partiti al rallentatore tranne nel 2006  (3 vittorie consucutive). Oggi abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso ed alcuni problemi che ogni anno si ripresentano puntuali:
1)i senatori impiegano dai 2 a 3 mesi prima di entrare in forma
2) il ritmo e velocità latitano nei passaggi, il nostro gioco nelle prime partite è sempre lento e prevedibile.

Cominciamo con il descrivere cosa c’e di nuovo quest’anno ed anche la serie equivoci sulla posizione di impiego di alcuni giocatori, che hanno avuto un effetto negativo sui risultati: abbiamo finalmente trovato un centrocampista da Milan, Boateng che forse dai tempi degli olandesi non avevamo pìu, un giocatore universale che attacca e difende e anche dotato di tecnica, uno dei pochi a fornire da fondo campo passaggi decenti alle punte e ad inserirsi nell’area avversaria. Allo stesso tempo però non è l’incontrista di cui il Milan ha bisogno come il pane.
Secondo equivoco: Zlatan Ibrahimovic , che rende al massimo quando nell’area avversaria è da solo e ha spazio per muoversi, mentre sia Cesena con Pato che l’altro ieri con Inzaghi,  non ha trovato la posizione per segnare perchè il suo spazio era occupato da altri! La controprova l’abbiamo avuta in coppa, appena è entrato Robinho che operava più all’esterno, siamo tornati a vedere l’Ibra dei tempi dell’Inter . Nota positiva invece il suo affiatamento con Ronaldinho.
Infine Bonera , giocatore che nasce centrale e non si riesce a capire perchè debba giocare terzino destro visto che quando avanza non è mai stato in grado di fornire un passaggio decente alle punte, mentre Sokratis, acquistato per giocare titolare in quel ruolo.

Siamo tutti d’accordo che con il rientro fra 5 giorni di Flamini alcuni problemi a centrocampo dovrebbero attenuarsi se giocheranno uno tra Pirlo e Seedorf  insieme a Boateng e il francese. Ma essendoci mercoledì il turno infrasettimanale lancio questa provocazione: perchè in via eccezionale non far giocare il buon Thiago come mediano, ruolo in cui in Brasile ha giocato per anni, sostituendolo con Bonera e terzino Sokratis?

E veniamo alle notizie da Milanello, cominciando dalle note dolenti: Robinho si è presentato al Milan in scarse condizioni fisiche, si parla di mancanza totale di preparazione precampionato e si stima in 2/3 mesi il tempo necessario perchè si possa vedere il brasiliano in ottime condizioni fisiche ; certo l’infortunio di Pato per il Brasiliano è un’occasione per cercare anche giocando spezzoni di partita (attualmente non ha più di 45 minuti  di autonomia) di ritrovare anche quell’autostima che il campione brasiliano ha perduto da tempo e che potrebbe portarlo all’esplosione definitiva. Si dice che sia stato il grande Pelè a consigliare al giocatore di trasferirsi a Milanello, dove a suo dire c’è l’ambiente ideale per i giocatori brasiliani.

Se dovesse continuare questa ecatombe di infortuni, non è da escludere l’arrivo già a Gennaio di qualche giovane interessante, si parla di sondaggi con la Sampdoria su Cassano, Palombo e Poli (quest’ultimo poco utilizzato dall’allenatore ligure e pertanto possibile partente) ma anche a Firenze per Vargas e Montolivo, staremo a vedere.

Le prossime tre partite saranno fondamentali se vogliamo lottare per lo scudetto, speriamo di vedere anche del turn-over necessario per ottenere risultati sia in Coppa e Campionato e che finalmente Allegri ci liberi dalla maledizione di veder giocare contemporaneamente Pirlo e Seedorf.

Non ci siamo

Giramento di palle. E’ questa la sensazione poco piacevole che lascia in me il primo pareggio stagionale col Catania. Mi ha creato più fastidio la partita di ieri, che la sconfitta di Cesena. Forse perchè rinunciare a due ore del sabato sera è già una cosa poco piacevole, doverlo fare per assistere a una partita deludente, per la seconda settimana consecutiva, lo è ancor di più. Non è possibile regalare punti in casa per una squadra che vuole andare a vincere lo scudetto, San Siro è stato terreno di conquista per chiunque negli ultimi anni. Catania, Udinese, Parma, Livorno non possono uscire da casa nostra con (almeno) un punto in tasca.

Veniamo alla partita. Partita nemmeno disastrosa dal punto di vista dell’impegno e del sacrificio, visto e considerato che si giocava a soli due giorni di distanza dalla sfida con l’Auxerre. Dopo un inizio soddisfacente anche se non folgorante, la squadra vive un quarto d’ora di blackout nel quale Ciro Capuano tenta il più classico dei tiri di alleggerimento e trova il più classico dei gol della madonna, quelli da raccontare ai nipotini, un giorno. Botta di culo a parte, gli etnei si rendono pericolosi nelle praterie rossonere, sforando in un paio di occasioni il raddoppio. Allora, c’è un grosso problema sui contropiedi, si potrebbe iniziare a risolverlo non mandando in area sui calci d’angolo entrambi i centrali  e, magari, imparando a batterli, i suddetti angoli.
La squadra poi torna padrona del campo e allo scadere Pippo Inzaghi si fa perdonare un errore precedente, siglando l’1-1 sul assist geniale di Ronaldinho.

La ripresa è un assedio inconcludente, di quelli a cui siamo stra-abituati. Si evidenziano tutti i nostri difetti, a partire da terzini che sono completamente inutili in fase offensiva per la loro incapacità di mettere cross decenti, per concludere con la mania odiosa di non tirare mai da fuori area. E così tutto passa per Dinho e per i suoi palloni in mezzo, la difesa del Catania ha vita facile.
Si guarda la panchina per trovare soluzioni, ma seduti ci sono Amelia, Yepes, Sokratis, Abate, Zambrotta, Gattuso e Oduamadi…Allegri si gioca la carta del ragazzino, un incapace che tenta di fare il fenomeno nel momento più sbagliato.

Sui singoli: tutti promossi per l’impegno. Mi sento di dare un consiglio a Ibra, cioè quello di cercarsi lo spazio e tirare. Cazzo, questo all’inter sfondava le porte, non c’è bisogno dell’uomo-assist, quello lo fa Dinho. Tira, cazzo, tira! Migliore in campo uno straordinario Kevin Prince Boateng, quantità e qualità, una forza della natura.

Problemi? Più di quelli che mi aspettassi. I terzini, la fase difensiva in contropiede e un numero di infortuni elevatissimo per essere solo alla quarta partita. L’attacco tutto sommato, basandosi più sul genio che sugli schemi se la cava. Il tempo per risolvere queste situazione è poco, giocando ogni due giorni. Bisogna stringere i denti e mettere più punti possibile in cascina prima della sosta di ottobre. Da lì (come fece Leo), riorganizzarsi e partire senza più fermate.

Senza Pato, stavolta si può!

Milano, San Siro, ore 20.45. A sole 24 ore di distanza si torna sul luogo del delitto. Lì era Auxerre, qui sarà Catania, avversari più o meno di uguale spessore che probabilmente ci affronteranno nello stesso modo. “Dieci uomini dietro la palla. Se a voi piace questo calcio, a me non piace“. E’ la dichiarazione di Van Gaal rilasciata in settimana, a cui mi sento di aderire. Stanno uccidendo il calcio così e non si fa nulla per impedire che ciò accada.

Si gioca di sabato, perché si doveva giocare di Martedì con la Lazio, partita poi rinviata per il concerto di Gigi d’Alessio, in programma in tale data all’olimpico di Roma. Rinvio della partita per concerto di Gigi d’Alessio che l’Onu ha recentemente classificato nelle violazioni dei diritti umani appena sotto “genocidio” e sopra “deportazione”. L’anticipo di oggi è però rimasto e, non possiamo nasconderci, sul fatto che giocare mercoledì e sabato non è proprio come farlo martedì e domenica seppur agevolati dal doppio turno casalingo.

Sarà anche curioso vedere il comportamento dei guardalinee designati per questa gara dopo lo scandalo arbitrale accaduto una settimana fa al Manuzzi, visto che sostanzialmente la differenza tra Cesena ed Auxerre è stata per gran parte nel comportamento del collaboratore dell’arbitro. (Anche se mancava un rigore per noi mercoledì ma non lo si è fatto notare.)  A proposito di stampa, sarei curioso di sapere perché quando Inter, Roma e Juventus non hanno vinto si è parlato di squadre in rodaggio, che devono trovare la forma mentre dopo Cesena si sono già sparate sentenze di cassazione. Ovviamente non mi auguro la sconfitta, ma preparatevi perché anche in caso di pareggio il carrozzone dei vari Ziliani avrà già pronti articoli al fulmicotone.

Passiamo all’aspetto tattico. Fuori Ambrosini e Pato dentro Boateng, vero faro della partita di Champions e Robinho, anche se ancora in dubbio, da valutare nella rifinitura, con Ibrahimovic, che si è scoperto decisivo in Champions, per l’unica vittoria di una squadra italiana in Europa nella scorsa settimana. Ibra che dovrà tornare a tutti i costi quello del campionato che abbiamo conosciuto con la maglia della squadra meno quotata di Milano, per consentirci di sbloccare una gara che si preannuncia chiusa come le ultime due giocate. Dietro dovrebbe tornare il muro Nesta – Thiago Silva, con loro dovremmo essere a posto. Si parla anche di Inzaghi, a Cesena e con Lecce migliore in campo e che in questo avvio di stagione sembra averne più degli altri. Da segnalare anche la presenza di Barbara Berlusconi in tribuna. La società torna ad essere presente, forse è l’inizio di un nuovo corso. Bene così. Ma stasera non si può fallire.

Storie di calcio: Perugia-Milan 1-2, 1999

https://i0.wp.com/www.ultrasmilan.it/images/foto/98-99/1998_99_perugia_milan.JPG?resize=273%2C181Domenica 23 maggio 1999, stadio Curi, Perugia. Per il Milan è una gara storica. Dopo due stagioni tragiche, infatti, la squadra di Zaccheroni affronta il Perugia per la partita che vale lo scudetto. Rossoneri in vantaggio di un punto in classifica nei confronti della Lazio, superati la settimana prima. E’ stata una lunga rincorsa, molti dicono che la fortuna è stata una componente fondamentale in quell’anno, fatto sta che Bierhoff e compagni sono là, a un passo da un trionfo indimenticabile. Zac propone la formazione tipo di quegli ultimi mesi, con Sala ormai titolare inamovibile e Guglielminpietro sulla fascia sinistra. Il tridente offensivo è formato da Boban a rifinire dietro Oliver Bierhoff e George Weah.

Il Milan prende subito in mano la partita e passa in vantaggio dopo 11 minuti grazie a un tiro di Guly deviato da un difensore avversario. La palla entra in porta anche grazie a un evidente errore di Mazzantini, che non riesce a respingere un tiro tutt’altro che difficile. Il Milan continua a dominare e poco prima della mezz’ora è Albertini a centrare un palo clamoroso con una gran botta dal limite dell’area. Il raddoppio è nell’aria e arriva al 31′ quando Helveg con un bel tiro conquista un calcio d’angolo: sul corner Bierhoff sovrasta tutti e mette dentro da pochi passi con uno dei suoi soliti colpi di testa.
Nel secondo tempo il Perugia, dimostrando di onorare il campionato fino alla fine, reagisce e cerca di riequilibrare la gara. Prima accorcia le distanze con Nakata, che trasforma un rigore guadagnato da Rapaijc (ingenuo fallo di Sala), poi prova a spingere ancora e Abbiati è costretto a fare due miracoli: entrambi su Rapaijc, che prova prima su punizione e poi da fuori area, ma in tutte e due le occasioni il portierone milanista c’è. Al 35′ la parata più importante la stagione, con Abbiati che vola per togliere una palla destinata ad entrare in porta dopo un grandissimo tiro di Bucchi, entrato nella ripresa.

L’arbitro fischia la fine della gara ed è il momento delle festa: rimane un vero e proprio mistero come una squadra che non era affatto la più forte in quell’anno sia riuscita a vincere il campionato con giocatori come Guly, Sala, Ba, Ayala e un portiere esordiente che fino a pochi mesi prima neanche andava in panchina.

PERUGIA: Mazzantini, Rivas, Campolo, Matrecano (37′ Ripa), Sogliano, Colonnello, Petrachi, Olive, Kaviedes (55′ Bucchi), Nakata, Rapaic – All.: Boskov
MILAN: Abbiati, L. Sala, Costacurta, P. Maldini, Helveg, Ambrosini, Albertini, Guglielminpietro, Boban (78′ Leonardo), Bierhoff, Weah. All.: Zaccheroni
Reti: 11′ Guglielminpietro, 31′ Bierhoff, 34′ rig. Nakata
Arbitro: Braschi
httpv://www.youtube.com/watch?v=uXQNAum91pU

Destinazione Wembley: 3° Puntata. C’è anche l’Arsenal (?)

https://i0.wp.com/i.dailymail.co.uk/i/pix/2010/09/15/article-1312329-0B340268000005DC-67_634x431.jpg?resize=340%2C231Non solo Milan nella serata di Champions. Tra i risultati di ieri spicca il 6-0 dell’Arsenal che unito alle prestazioni recenti in campionato fa pensare che finalmente i giovani dei Gunners siano sbocciati dopo cinque anni a bocca asciutta. Meglio tardi che mai, ma la prospettiva di una finale casalinga a Wembley (dove peraltro l’Arsenal fino alla demolizione del vecchio stadio giocava le partite casalinghe nelle coppe Europee) può essere il traino per far risorgere definitivamente una squadra dall’organico decisamente forte ma mai maturata. Ride anche la metà Blu di Londra con 4 gol allo Zilina, la cui presenza ci fa sempre più domandare come mai Platini abbia voluto così tanto riformare il preliminare.

Ma andiamo con ordine: nel gruppo A c’è equilibrio, con una buona prova dei campioni uscenti (e spero facciano presto a uscire) che però lasciano due punti nella trasferta più facile del girone, e un suicidio, quello sì, del Tottenham che vinceva con doppietta di Crouch, campione mai riconosciuto, sul campo del Werder che dopo la partita con la Sampdoria rimonta ancora. Segnalo la prestazione di Marko Marin, esploso l’anno scorso, rimasto a Brema quest anno. A breve lo vedremo in una big.

Nel gruppo B tutto facile per il Benfica sull’Hapoel tel Aviv (vedi Zilina per maggiori informazioni) e per il Lione che batte lo Schalke di Huntelaar, assente dal campo per 90 minuti. Nel gruppo C il Valencia, fresca capolista della Liga, espugna Bursa con quattro gol di scarto, e fa capire che le squadre Turche forti sono solo quelle di Istanbul, puoi vincere lo scudetto ma difficilmente ti va bene per due anni di fila. A Manchester invece poco spettacolo con i Rangers che si chiudono in un catenaccio all’italiana. Da segnalare l’infortunio, bruttissimo, di Valencia uscito dal campo in barella. Per lui stagione finita. Avrebbe ragione di recriminare il Manchester per un calcio di rigore nel finale, tocco nettissimo, due volte, di mano di Edu. Aggiungiamo anche l’uscita fallosa di Neuier su Lisandro Lopez. Gli arbitri d’area sono lì, in entrambi i casi, con visuale privilegiatissima. Se non hanno avuto il coraggio di intervenire e segnalare la cosa al direttore di gara ci chiediamo quale sia la loro utilità.

Nel gruppo D il Barça si conferma, come sempre, la grande favorita di questa Champions League. I catalani puoi batterli solo con infortuni loro e favori arbitrali (tanti) a tuo favore. La partenza è però del Pana che va in vantaggio, mentre al Camp Nou cominciano a ricomparire gli spettri dell’Hercules Alicante. Ci pensa Messi, poi da lì la gara è in discesa fino al 5-1 di Daniel Alves. La vittoria storica è quella del Copenhaghen, squadra tutt’altro che comparsa che può contribuire a garantire ai danesi un posto in più per la prossima stagione. Andiamo quindi alle gare di ieri sera, dove un Bayern senza Ribery e Robben, quindi squadra da metà classifica nella nostra serie A si libera facilmente di una Roma che come sempre non riesce a fare due stagioni ad alti livelli. E quest anno è il turno della Roma da 7-8 posto. Nel gruppo F abbiamo già parlato del Chelsea, non del Marsiglia che si fa bucare in casa dallo Spartak Mosca, risultato forse più clamoroso di questa prima giornata. Nel gruppo G non è solo Ibra a fare doppietta, ma si fa vedere anche Higuain, anche lui campione sottovalutato, ma che di fatto ha retto finché ha potuto Real Madrid prima e Argentina poi. Puoi avere Ronaldo, Kakà, Ozil ma alla fine segna sempre Gonzalo. Concludiamo il giro d’Europa con l’altra partita del gruppo H dove lo Shakthar batte in casa il Partizan Belgrado per 1-0. E ci fa capire che l’Arsenal non dovrebbe avere problemi a passare il turno. Può essere, finalmente, l’anno dei gunners?

Dinho-Ibra, due a zero

Due a zero, palla al centro. Il Milan esordisce alla grande in Champions e batte l’Auxerre in una partita tutt’altro che semplice. Anzi, nel primo tempo abbiamo fatto molta fatica, e se i francesi avessero chiuso in vantaggio non ci sarebbe stato nulla di scandaloso.
Poi, nella ripresa, eccolo finalmente. Ma non lo abbiamo atteso neanche più di tanto, perchè Ibra ha iniziato a segnare alla sua seconda partita, la più importante di questa stagione fino a oggi. Doppietta al 21′ e al 24′, ovviamente in tutti e due i casi su azioni ispirate da Ronaldinho. Perchè diciamocelo, senza il brasiliano il Milan cosa sarebbe? Nulla, ovviamente. Un assist diretto, un altro (nel primo gol) per Boateng che poi ha fatto la torre per lo svedese. Potete farmi i nomi che volete: Pato, Ibra, Nesta, Robinho, ma senza Ronaldinho non si va da nessuna parte, il più grande di questa squadra è lui.

E a proposito, chi diceva che il tridente con Ibrahimovic non era sostenibile? Oggi il Milan ha rischiato pochissimo, e io ho visto Dinho cercare di rientrare almeno un paio di volte.  E poi, soprattutto, si vince con loro in campo, non vorrei mai vedere un altro centrocampista di quelli che abbiamo, visto che già quelli titolari sono discutibili. Adesso voglio vedere chi dice che il tridente non può essere schierato…

Preoccupano però gli infortuni, soprattutto Pato a quanto pare. Questo ragazzino è davvero fragile, meno male che abbiamo preso un grande giocatore come sostituto. Ottimo Boateng, male Pirlo e Seedorf. Io spero che questa sia l’occasione giusta per far capire a Max che meno senatori scendono in campo, meglio è. E’ evidente che quasi tutti i giovani giocano nettamente meglio. Boateng oggi ha dimostrato quello che vale, se Max è un allenatore serio e bravo (e lo è) lo metterà in campo, ne sono certo.

Le mie pagelle:

Abbiati 6 Sempre sicuro
Zambrotta 6
Nessun errore, poca spinta. E’ vecchio.
Nesta 7 Solita sicurezza, un fuoriclasse assoluto.
Bonera 6 Qualche sbavatura, ma tutto sommato affidabile. Il centrale è lui, Sokratis.
Antonini 6 Solita grinta, un po’ più frenato del solito.
Abate s.v. Ma sono generoso. Un minuto dopo essere entrato stava già causando un mezzo disastro. Da cacciare.
Pirlo 5 Impreciso, non si percepisce a centrocampo.
Ambrosini s.v. Che sfiga!
Boateng 6.5 Prova positiva dopo la prestazione “strana” col Lecce. Lo vedo con Pirlo e Flamini, da titolare.
Seedorf 5 Rallenta continuamente l’azione, non salta mai l’uomo. Fastidioso.
Pato 5.5 Un po’ in ombra, poi si fa male. Solito mese di stop?
Robinho 6 Così così, ancora non si è inserito. Ora farà qualche partita da titolare, vedremo.
Ibrahimovic 7 Doppietta che risolve la partita, è sempre lo stesso. Decisivo.
Ronaldinho 7 Gioca male e il Milan gioca male, si accende e il Milan si accede. La squadra è lui.

Obbligo di vittoria

Pippo Inzaghi, re di coppa

E’ tempo di scendere nuovamente in campo, di tornare sul prato di San Siro. Per fortuna, vien da dire dopo la controversa trasferta di Cesena, sconfitta abilmente(?) insabbiata dai vertici societari che hanno puntanto il dito contro il neo-designatore Braschi, distogliendo così l’attenzione dall’aspetto tecnico-tattico e concendendo (forse) a mister Allegri la possibilità di preparare con serenità la sfida di stasera.

E’ tempo di Champions League, competizione che fino a qualche anno fa sentivamo come una roba nostra, il nostro habitat naturale veniva chiamato da Adrianone, l’uomo delle mille definizioni. In realtà quel rapporto privilegiato che ci legava alla coppona s’è interrotto ad Atene. Da allora i dolori son stati molto più che le gioie, fino al tradimento del 22 maggio in cui la nostra Lei è andata a letto con quelli là.

Per questo motivo oggi è un nuovo inizio, da stasera si dovranno trovare le risposte alle molte domande che ci siamo fatti negli ultimi giorni e, meno filosoficamente, conta tornare subito alla vittoria (magari una bella e convincente vittoria) per non rischiare di trovarsi da domani in un puttanaio di critiche e in tutta quella spirale di disfattismo che ben conosciamo nelle ultime stagioni.
Senza tralasciare che il girone è tosto, molto tosto, steccare la prima e perdere punti in casa sarebbe un peccato mortale. E’ vero che lo scorso anno a San Siro abbiamo ottenuto due pareggi e una sconfitta, ma se fosse possibile evitare sarebbe decisamente meglio. Tra l’altro non si vince in casa dal dicembre 2008, da lì una sconfitta con l’Arsenal che ci costò l’eliminazione, un anno di purgatorio in UEFA e i due punti della passata stagione. Dobbiamo mettere fine al digiuno senza se e senza ma.

Gli avversari non li conosco, nè li ho mai visti giocare. Dicono che siano una squadra dinamica, veloce e frizzante, dicono che non abbiano nulla perdere (e ci credo) e che tenteranno l’impresa. Questo quello che si dice, io guardo alla loro classifica e vedo che in 5 partite hanno ottenuto 4 pareggi una sconfitta. Non ce n’è, o si vince o si vince.

Capitolo formazione: rientra Nesta, ma si ferma Thiago Silva. Bonera indiziato numero uno a sostituirlo, con conseguente inserimento sulla destra di Zambrotta come terzino. A centrocampo confermati Pirlo e Ambrosini, Seedorf completerà il reparto e di consegueza terza esclusione per Kevin Prince Boateng. Mossa che non piace, quella di Allegri che come tutti i suoi predecessori si affida ai senatori nel momento del bisogno. Ormai nemmeno mi arrabbio più. In attacco non si tocca Pato, Ibra e Ronaldinho vengono dati per favoriti su Robinho e Inzaghi, ma non si escludono ripensamenti in giornata.

Io in questa squadra credo e continuerò a crederci, siamo entrati da sabato in un periodo di partite ogni tre giorni, dando un occhio al calendario non vedo impegni proibitivi. In questo momento siamo come un bambino che sta imparando ad andare in bicicletta e ha appena tolto le rotelle; traballiamo e forse abbiamo un po’ di paura, dobbiamo prendere velocità per andare dritti verso i nostri obiettivi.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN – AUXERRE

Champions: Bayern Monaco - Roma e Milan - Auxerre (Rai  2, SKY Sport, M. Premium)MILAN (4-3-3): 32 Abbiati, 77 Antonini, 25 Bonera, 13 Nesta, 20 Abate, 10 Seedorf, 21 Pirlo, 23 Ambrosini, 80 Ronaldinho, 11 Ibrahimovic, 7 Pato (1 Amelia, 76 Yepes, 19 Zambrota, 8 Gattuso, 27 Boateng, 70 Robinho, 9 Inzaghi) All. Allegri

Champions: Bayern Monaco - Roma e Milan - Auxerre (Rai  2, SKY Sport, M. Premium)AUXERRE (4-2-3-1): 1 Sorin, 2 Hengbart, 6 Coulibaly, 12 Mignot, 23 Berthod, 17 Pedretti, 29 Ndinga, 14 Oliech, 8 Le Tallec, 9 Birsa, 22 Jelen (16 Riou, 4 Grichting, 5 Dudka, 15 Sammaritano, 7 Chafni, 21 Langil, 11 Quercia) All. Fernandez

Allegri: il momento delle scelte

La seconda giornata di campionato è motivo di grosse riflessioni in casa Milan: Allegri a questo punto deve prendere atto che non può più riproporre come titolari il trio Pirlo-Gattuso-Ambrosini: i tifosi chiedono un avvicendamento per la partita di coppa che preveda l’utilizzo di Boateng al posto di Gattuso e Seedorf al posto di Pirlo, apparso alla terza partita in 8 giorni spompato e bisognoso di riposo. Personalmente al posto di Ambrosini farei giocare un giovane, vedi Merkel perchè la squadra francese è una di quelle i cui giocatori hanno un alto ritmo di gioco. Bisogna ricordarsi che l’anno scorso, di questi tempi, lo Zurigo a San Siro, ci  inflisse una dolorosa sconfitta e la condizione fisica della squadra non induce all’ottimismo. Per quanto riguarda l’attacco appare evidente che è un cantiere: l’intesa tra i giocatori non c’è causa i pochi allenamenti disputati insieme ed anche per una certa sufficenza mostrata in questa prima esibizione. Inoltre l’allenatore deve anche scegliere quale giocatore è la prima riserva dei due centrali difensivi: Yepes o Bonera?

E veniamo invece a quello che è successo in tribuna a Cesena in cui un agitato Braida rinfacciava ad Adriano di aver fatto male a convincere Gattuso a restare! Dovete anche sapere che il proprietario in una telefonata all’allenatore ha fatto chiaramente capire di non aver gradito il centrocampo e le posizioni di Ibra e Pato troppo lontani dalla porta.

Veniamo al capitolo mercato per risollevarci, passano i giorni e tra poco anche settembre sarà alle spalle senza che il fratello di Ronaldinho si sia incontrato con i vertici di via Turati per il rinnovo del contratto. Fino a qualche giorno fa si riteneva che Ronaldinho si stesse preparando ad un inizio brillante di stagione, per poi strappare un contratto biennale, ma adesso si sussurra che forse lo stesso ha capito che il Milan non offrirà mai quelle condizioni economiche che la lega Americana e gli Emirati Arabi gli garantiscono e pertanto più i giorni passano e più aumentano le possibilità che già a gennaio saluti tutti. Riassumendo è in atto un braccio di ferro tra il giocatore e la società.

Nell’ipotesi sopra indicata, i candidati oggetto di sondaggio dagli uomini di mercato rossoneri per la prossima stagone sono in ordine di scelta: 1) Pastore il giocatore del Palermo che tanto piace a Braida e dal costo ora elevato (non meno di 35 mln) a cui sono interessati anche importanti squadre europee. 2) Ganso, giovane giocatore brasiliano, il preferito di Adrianone, dal costo intorno ai 25/30 mln.  3) Kakà, nessun giornale ne parla ma il  sondaggio effettuato dallo stesso giocatore  tra i componenti della rosa dello spogliatoio fa pensare che sotto sotto una trattativa a sorpresa a condizioni economiche vantaggiose potrebbe sbocciare da un momento all’altro e potrebbe essere il nuovo colpo mediatico del proprietario; anche se, in precedenza, bisogna riconoscere, c’e sempre stato nei suoi confronti un’interesse concreto del Chelsea e quindi in presenza di una grossa offerta rimane più probabile un approdo del giocatore a Londra che non a Milano. Vi  chiedo comunque a  voi quale opzione  desiderate per il futuro.

Per la difesa grazie agli accordi con il procuratore Paco Casal è stato preso il difensore uruguagio Sebastian Coates difensore centrale di 21 anni della celeste. Non si sa al momento se arriverà a gennaio o giugno.

Concludo dicendo che sarebbe un peccato che ora che il proprietario si è riavvicinato alla squadra e sembra intenzionato ad allestire una squadra di vertice, grazie comunque anche ai tifosi che hanno raddoppiato gli abbonamenti alla Champions e di un terzo di quelli del campionato con un maggior introito per le casse rossonere quantificato in circa 7 milioni (più altri 3 garantiti dagli sponsor per l’acquisto dei due campioni), se questa unità di intenti andasse a scemare causa scarsi risultati sportivi. Sarebbe un peccato mortale,anche perchè le casse rossonere non sono vuote grazie alla passione del popolo  rossonero!

Incrociamo le dita fiduciosi e speriamo che l’allenatore prenda quelle decisioni che tutti noi auspichiamo.

Il tridente non si tocca

Sorrido quando penso che in molti fino a sabato pomeriggio affermavano che Max avrebbe dovuto rischiare le quattro stelle tutte titolari dall’inizio. Adesso, dopo una gara storta, tutti a discutere addirittura i tre attaccanti, con qualcuno che si è permesso di dire che con Borriello al posto di Ibra sarebbe stata tutta un’altra cosa. Sì, in effetti è proprio tutta un’altra cosa, nel senso che uno è un fuoriclasse, l’altro un ottimo attaccante. Poi la storia che uno si fa preferire perchè difende di più… Chiediamo a tutti gli allenatori di serie A se in questo Milan preferiscono avere Ibra o Borriello. La risposta sarebbe al 100 % sempre la stessa: lo svedese.
Il tridente non si tocca, Ronaldinho, Pato e Ibra possono giocare insieme e faranno grandi cose, ne sono certo.

A Cesena abbiamo giocato malissimo, ma la colpa non è di Ibrahimovic il problema maggiore è stato il centrocampo senza dubbio. Gattuso è ampiamento finito, Ambrosini può garantire la metà delle partite a buon livello, Pirlo è a mio parere un danno da almeno due anni. Basta con questi senatori, vorremmo vedere gente nuova. Flamini è un ottimo centrocampista,  e a chi solleva dubbi sulla sua eccessiva fallosità rispondo: preferite lui o Gattuso? Su Boateng ho qualche dubbio, ma soprattutto perchè l’ho visto giocare poco. Se non lo si prova in una situazione come quella di sabato, non giocherà mai. Ed è un errore.

Piuttosto, l’ennesima conferma che Ronaldinho è il giocatore più forte e decisivo del Milan è arrivata a Cesena. Se il brasiliano si spegne, si spegne tutta la squadra.

Per favore, niente drammi

Per piacere, niente drammi. Questo vuole essere un invito a tutti coloro che metteranno piede in questo blog nei prossimi giorni. Forse è tempo sprecato, perchè da quel che ho letto in pochi minuti, ieri sera dopo la partita è stato tirato fuori di tutto. Perchè Allegri era un allenatore saggio, che ora si trasforma in un incapace, la campagna acquista torna ad essere fallimentare (dirlo ieri, magari?) e con quei tre là davanti non si può giocare (come se Borriello facesse il mediano in fase difensiva…). Calma. Ci vuole solo questa, perchè ieri abbiamo preso una lezione di calcio, ma siamo solo all’11 settembre.

Il Barcellona, il super Barcellona di Guardiola, ha perso in casa per 2-0 contro l’Hercules di Alicante, tornato in prima divisione dopo un’assenza di una quindicina di anni. Su per giù una storia simile al Cesena. Come vedete, può capitare, è successo ai blaugrana solo un paio d’ore prima di noi.
La verità è che noi, tutti noi, ci siamo lasciati cullare da tanti pensieri lontani e abbiamo perso di vista il Cesena e le insidie di questa partita. Non è mai una passeggiata affrontare una neo-promossa all’esordio in casa, per giunta con  l’entusiasmo per il pareggio di Roma. Si sono caricati a mille in queste due settimane, noi ci siamo guardati un po’ troppo allo specchio e il risultato è presto detto.

Ricordiamoci, tra l’altro, che nel calcio esistono gli avversari. E ogni tanto si possono pure fare i complimenti, agli avversari. Il Cesena ha corso tantissimo, erano in massa in area di rigore, ma qualche secondo dopo riuscivano a portarsi in almeno 4-5 dalla parte opposta. Hanno una squadra giovane, dei talenti molto interessanti, sicuramente faranno molta strada e Cesena sarà un campo ostico per tutti. Bravi, davvero bravi.

Ma torniamo a noi. Allegri? Allegri non lo boccio per le scelte in difesa, scontate (Yepes è tornato ieri dal Sudamerica!), non lo boccio per l’attacco (se poi Dinho è sparito non è colpa sua), lo boccio per il centrocampo. Anche qui, si dice che Boateng non sia ancora pronto. Bene, Gattuso lo è? E se proprio deve giocare Rino, non è possibile chiedergli il lavoro che voleva Max: Gattuso, specialmente questo Gattuso, non potrà mai fare la fase difensiva e poi inserirsi in area. I piedi non si cambiano a 33 anni! I polmoni neppure!

E poi…e poi che cazzo ci vuoi fare, ci sono partite in cui tutto ti gira storto e quella di ieri lo è. La conferma arriva all’intervallo, quando Thiago Silva rimane nello spogliatoio. Bogdani, uno dei centravanti più scarsi mai visti in Italia, non sbaglia un colpo. Quando Ibra va sul dischetto, sai già che non entrerà, è scritto. Loro da ogni parte tirassero prendevano la porta, noi tutt’al più una spalla, un polpaccio, un tallone avversario. Te la devi meritare la “serata buona” e loro l’hanno assolutamente fatto.

Potrei spendere due paroline per lamentarmi di come siamo stati sfortunati con “qualche” fuorigioco che ci è stato fischiato, ma tempo fa avevo fatto un buon proposito di non parlare di arbitri, quindi non proseguo.

Non eravamo imbattibili ieri, non siamo disastrosi oggi. Rialziamoci in fretta che mercoledì si scende di nuovo in campo. E deve essere un nuovo inizio.

Prove tecniche di fuga

Quattro è uno più di tre, il numero perfetto.
Quattro è il numero risolutore, il numero dei punti cardinali, delle stagioni
Quattro secondo i Maya è il numero perfetto
Quattro è il numero da cui ripartire, con quei quattro, dopo un quattro a zero
per riportare il calcio come quattro anni fa.

DALLO STADIO DINO MANUZZI CESENA-MILAN: I FANTASTICI QUATTRO

https://i0.wp.com/www.forzacavallasca.it/wp-content/uploads/ibra.jpg?resize=301%2C209Non vincere. Stravincere. Questo dovrà essere l’imperativo stasera per prevenire gli articoli di certa stampa che con quei quattro là davanti, è già pronta ad attaccare in caso di 1-0 striminzito.

Ho visto la conferenza di Ibrahimovich l’altro ieri e mi è piaciuta. Finalmente quelle dichiarazioni scomode che mai in 7 anni di regime Ancelottiano abbiamo mai sentito. L’anno scorso sono stati persi molti punti per problemi psicologici. Penso alle gare contro il Livorno o quella con l’Atalanta o per l’appunto a Bologna, dove almeno quest anno, lo 0-0 non l’abbiamo fatto noi.

Sarà importante questo quest anno. La squadra non dovrà scomporsi alla prima avversità. Dovrà andare in campo sapendo sempre di essere la più forte. Finché si vince sarà facile. Vedremo dopo le sconfitte, che arriveranno. Guardi il calendario e vedi che l’Inter vincerà probabilmente facile con l’Udinese e la Roma farà lo stesso a Cagliari. Ma, nel caso tutti se ne fossero dimenticati, queste squadre ci sono già dietro. C’è quindi la forte possibilità di andare in testa, da soli, almeno per una notte come ai vecchi tempi. Non buttiamola via come fatto l’anno scorso a Napoli.

Ma parliamo di stasera. Allegri mi piace sempre più ogni giorno che passa. Ha capito quello che tutti i tifosi, almeno con un minimo di tattica in testa: mai i fantastici quattro insieme. Giocherà Ibrahimovich unica prima punta a cui paradossalmente dovremo accendere un cero sperando che non si rompa mai dato che l’unica riserva è Inzaghi. Giocherà Pato, mai visto così forte e così in forma reduce dalla crescita di 8 cm in un anno che l’ha fatto infortunare la scorsa stagione (sperando sia finita se no di sto passo a 25 anni è 2,20 e deve cambiare sport…), giocherà Dinho, ogni giorno che passa sempre più vicino a quello di Barcellona. A centrocampo Gattuso e Ambrosini. Il buon filtro davanti a Pirlo anche se avrei preferito Flamini. Fuori Seedorf e la cosa mi piace. Ah manca Nesta. Un anno fa sarebbe stato un problema. Oggi, per il breve periodo, abbiamo addirittura due buone riserve.

PROBABILI FORMAZIONI:

CESENA:
Antonioli, Ceccarelli, Pellegrino, Von Bergen, Nagatomo, Appiah, Colucci, Parolo, Schelotto, Bogdani, Giaccherini. (All. Ficcadenti)

MILAN:
Abbiati, Bonera, Papastathopoulos, Thiago Silva, Antonini, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Ronaldinho, Ibrahimovic, Pato. (All. Allegri)


Storie di calcio: Roma-Milan 1-2, 2004

https://i0.wp.com/www.corriere.it/Hermes%20Foto/2004/01_Gennaio/06/sheva--550x300.jpg?resize=327%2C1786 GENNAIO 2004, stadio Olimpico. Siamo agli albori di quello che poi diventerà un Milan da leggenda. E’ quello di Carlo Ancelotti, che ancora tentenna e in quella stagione deve ancora inseguire la Roma, squadra da tutti considerata la più forte del campionato.

In quell’anno il 4 febbraio nasce Facebook, mentre ad aprile l’ostaggio italiano Fabrizio Quattrocchi viene ucciso con un colpo alla nuca in Iraq. A luglio, infine, la Grecia vincerà tra lo stupore di tutto il mondo il suo primo Campionato Europeo di calcio.

Tra i rossoneri è scoppiato il grande talento di Kakà, giovane sconosciuto fino a pochi mesi prima, e Carletto è sempre costretto a scegliere fra il giovane brasiliano e il grandissimo Rui Costa, titolare inamovibile fino a quel momento. Ma il genio dell’allenatore milanista lo porta a presentare una novità che segnerà un’epoca nella storia del Milan: l’albero di natale, con Kakà e Rui Costa dietro l’unica punta, Shevchenko. L’idea si rivelerà vincente visto che il Milan domina la gara dall’inizio alla fine. Shevchenko porta in vantaggio i rossoneri con l’attaccante ucraino, che firma il suo 13esimo gol stagionale sfruttando uno splendido assist di Seedorf. Il pareggio dei giallorossi, inaspettato, arriva però nel recupero della prima frazione di gara con Cassano, sugli svliuppi di un angolo battuto però quando l’arbitro avrebbe dovuto fischiare la fine delle ostilità.
La squadra di Ancelotti rientra in campo ancora più carica e schiaccia gli avversari, fino ad arrivare al gol del vanrtaggio ancora con Shevchenko (magnifico assist di Rui Costa). Cassano sfiora due volte il pari, ma anche il Milan potrebbe realizzare il terzo gol. Vittoria strameritata per i rossoneri, in una partita che non solo segnerà l’inizio del cammino triofnale in quel campionato, ma che disegnerà quella che sarà la squadra degli anni successivi.

ROMA: Pelizzoli 6; Panucci 6, Samuel 6.5, Chivu 5.5; Mancini 6, Emerson 6.5, Dacourt 6, Lima 5.5 (1′ st Candela 5.5); Totti 5.5; Cassano 6, Carew 5.5 (1′ st Delvecchio 5.5). In panchina: Zotti, Zebina, Tommasi, De Rossi, Dellas. Allenatore: Capello
MILAN: Dida 6; Cafu 6 (36′ st Simic sv), Maldini 7, Costacurta 6.5, Pancaro 6; Gattuso 6, Pirlo 6, Seedorf 7 (42′ st Redondo sv); Rui Costa 6.5 (45′ st Brocchi sv), Kaka’ 7; Shevchenko 7.5 In panchina: Fiori, Borriello, Laursen, Serginho. Allenatore: Ancelotti
RETI: 24′ pt Shevchenko, 49′ pt Cassano, 13′ st Shevchenko
ARBITRO: Paparesta

httpv://www.youtube.com/watch?v=ZX8XQJkbumo

Comunicazione di Servizio:
Negli ultimi giorni sono stati troppo reiterati i commenti da ambo le parti sull’ambiente della seconda squadra di Milano. Ricordo che questo è un blog Milanista e l’argomento dovrebbe essere soprattutto il Milan.

K.P Boateng: il titolare del futuro

Kevin-tamarro-Boateng

Kevin il tamarro

In questa campagna acquisti c’è un calciatore che grazie all’acquisto negli ultimi giorni dei due fuoriclasse,  è passato quasi inosservato. Si tratta Kevin Prince Boateng, giovane centrocampista ventitreenne di madre tedesca e padre ghanese. Titolare per tutta la trafila delle nazionali giovanili con la Germania per poi optare quest’anno per la nazionale ghanese.

Dovete sapere che appena arrivato a Milanello ha subito impressionato non solo nei test atletici (visto il fisico che si ritrova), ma sopratutto per le qualità tecniche abbinate anche ad una certa personalità tale da non aver soggezione nei confronti dei senatori del centrocampo rossonero, qualità preziosa se vuoi emergere e sfondare in una squadra importante come il Milan (chiedere a qualche giovane calciatore francese!). Come Kakà e Pato è stato considerato da subito come un giocatore da Milan, non per niente si è passati nel giro di due allenamenti dalla formula del prestito alla comproprietà con il Genoa. A Milanello si sono subito resi conto di aver trovato un diamante grezzo per il centrocampo del futuro. Già tra i calciatori della rosa e lo staff di allenatori e preparatori di Milanello si scomette su quanto tempo inpiegherà a diventare titolare inamovibile del centrocampo.

In questi giorni di entusiasmo a Milanello ci sono purtroppo due calciatori della rosa che vivono una situazione di disagio, sono Abate e Onyewu. Entrambi non sono riusciti nell’ultimo mercato ad andare in prestito perchè le squadre a loro interessate (per Abate i viola e per Onyewu il Chievo), richiedevano il prestito dei giocatori ma con il pagamento dell’ingaggio da parte del Milan.

E veniamo alla prossime due partite di Cesena e di Coppa, ci si aspetta una certa rotazione nell’utilizzo dei giocatori della rosa. Tengo a precisare che in questa settimana si sono allenati duramente sia Zambrotta (convalescente da problemi al ginocchio) che Gattuso, quindi molto probabile un loro impiego in una delle due partite. Nel ruolo di terzino destro grande battaglia tra Bonera Zambrotta e il Papa anche se quest’ultimo è molto probabile che giochi uno spezzone di partita al posto di Nesta. A centrocampo tutti disponibili tranne Flamini ancora in infermeria e quindi probabile formazione con Ambrosini, Boateng e uno tra Seedorf e Pirlo, quest’ultimo reduce da due partite in nazionale e bisognoso di rifiatare. Per la partita di coppa probabile utilizzo di Gattuso. Per l’attacco bisogna prestare attenzione alla posizione di Pato, in nazionale gioca prima punta ed anche Allegri ci sta pensando come alternativa ad Ibra .

Nei desideri presidenziali c è un utilizzo più centrale di Pato da prima/seconda punta, quindi considerato che dal suo arrivo il fuoriclasse brasiliano è passato da 1,72 cm a 1,80 cm di altezza ed avendo irrobustito il suo fisico con un notevole lavoro in palestra  (si parla di un aumento di peso di 8 kg), vi chiedo: non vi viene il dubbio che forse il Papero è pronto per fare il centroavanti? Lo so, apro una nuova discussione che nei prossimi mesi se non anni ci si dividerà su questo argomento. Preciso inoltre che a Milanello sostengono che molti problemi fisici di Pato possono anche derivare dal cambiamento  e trasformazione del fisico del ragazzo ancora in fase di crescita e pertanto vulnerabile .

Concludo con notizie di mercato: i cugini a Gennaio si preparano a rispondere agli acquisti del Milan, il candidato in prima fila sembra essere in questo momento il titolare della nazionale italiana Montolivo il quale ha rifiutato il rinnovo della Fiorentina mandando su tutte le furie Corvino, uno degli operatori di mercato (con Marotta) usciti sconfitti dal recente mercato.

Un saluto bagnato da Milanello.