Campionato o coppa?

L’inizio di una stagione è tempo di buoni propositi e di dichiarazioni su quelli che saranno gli obiettivi che si intende centrare a maggio. Negli anni di Carletto Ancelotti la scaletta è sempre stata chiara e insidacabile, precedenza assoluta alla Champions, anche a costo di sacrificare alcune partite del campionato. Lo scudetto è sempre stato messo da allenatore, società e giocatori in secondo piano. L’importante era entrare tra le prime quattro, ma tutte le energie erano da concentrare sul più prestigioso palcoscenico europeo. Solo un anno, nel 2008-09, si puntava dritti al tricolore, ma lì era per forza di cose, dal momento che in Europa prendemmo parte alla mediocre Coppa Uefa. Lo scorso anno con Leo la situazione a inizio stagione non contemplava realisticamente il raggiungimento di un traguardo importante. Al di là di qualche timida speranza, l’obiettivo era centrare il terzo posto. Tuttavia nel periodo migliore della stagione qualche pensierino ad alzare un trofeo a maggio è stato fatto e le attenzioni si puntavano soprattutto sul campionato. Parlo ovviamente del periodo compreso tra novembre e gennaio, quando cioè eravamo in corsa su entrambi i fronti, seppure lo fossimo più a parole che nei fatti.

Quest’anno i presupposti per vincere qualcosa di importante sembrano esserci ed ecco che si ripropone il tormentone: campionato o Champions? Certo, le imprese di Barcellona e inter negli ultimi anni hanno fatto sì che ora il must sia puntare a diventare campioni di tutto, ma realisticamente non abbiamo una rosa sufficientemente lunga per sopporatare un doppio impegno.

Vediamo un po’…mi piacerebbe interrompere l’egemonia dei cugini in Italia, mi piacerebbe tornare alla pari per numero di scudetti vinti (pari per modo di dire, ci siamo capiti), mi piacerebbe rivivere una cavalcata giornata per giornata come nel 2003-04, forse non tutti i nostri giocatori sono in grado di reggere il confronto con le big d’Europa e mi riferisco ai terzini (vabbè, abbiamo vinto ad Atene con Oddo e Janku…) e all’incognita Ibra e la concorrenza in Italia è meno agguerrita.

Però non c’è gara, tra le due preferisco la Coppa, come recita il titolo del libro di Sir Charles. Perchè?

1) Perchè la Champions porta più soldi, soldi che necessariamente serviranno a giugno 2011 per ripagare questa campagna acquisti.

2) Perchè la Champions la si può vincere grazie a giocate estemporanee dei campioni, mentre in campionato serve continuità, cosa che Ronaldinho, Robinho, Pirlo, Seedorf, Pato (causa infortuni, se ci saranno) non è detto che abbiano per tutta la stagione.

3) Perchè le emozioni che ti dà la Champions, il campionato non te le dà. Partite come Milan-Manchester 3-0 (solo per dirne una) sono ciò che più di tutto ti fanno amare questo sport. E credo proprio che se ne sia accorto anche chi negli anni passati la snobbava, solo perchè non riusciva a vincerla.

4) Perchè la Champions è la Champions. Servirà il culo, serviranno gli episodi a favore, non vincerà il più forte in assoluto, ma essere campioni d’Europa vale più che essere campioni d’Italia.

5) Perchè ho sogno: vedere Massimo Ambrosini, uno che per gli infortuni ha perso anni e anni di carriera, togliersi la soddisfazione di alzare da capitano la coppona al cielo di Wembley.

6) Perchè ho un altro sogno: arrivare a 10 Champions prima del Real Madrid.

E voi, cosa preferite? Scudetto o Champions League?

5-0

Ma Pirlo non poteva tenerla per noi la punizione?

Serbia e Slovenia pareggiano. Ecco la botta di culo della serata.

Spot Fiorentina

https://i0.wp.com/images.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2010/09/06/0L8A3TDP--300x145.jpg?resize=300%2C145Viviano; De Silvestri, Bonucci, Chiellini, Antonelli; Montolivo, Pirlo, De Rossi; Rossi, Gilardino, Cassano.

Questa la formazione che scenderà in campo questa sera. Ci chiediamo perché Prandelli, nella sua Firenze, tentativo estremo di riempire uno stadio per la nazionale dopo il deludente mondiale 2010.

Ci chiediamo però che fine abbia fatto Borriello, l’attaccante italiano attualmente più forte, ceduto erroneamente alla Roma e perché si continui a contare su Gilardino che non ha mai deciso nemmeno il torneo degli oratori di Biella. Prandelli rimane ancorato al passato, alla moda di far giocare 3-4 giocatori della località dove verrà disputata la partita. Un altro cambio di formazione, un altro tentativo di costruire un gruppo ma per ora non ci sono nemmeno le basi. Per ora Lippi gli è comunque un passo avanti.

Stasera il risultato è scontato, le Faroe non vincono praticamente mai, le ha battute anche la Francia. L’importante sarà vedere il gioco. Per andare agli Europei bisognerà battere la Serbia. E noi attualmente non siamo in grado di farlo.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI ITALIA-FAR OER

ITALIA (4-3-3): 1 Viviano, 2 De Silvestri, 4 Chiellini, 19 Bonucci, 13 Antonelli, 18 Montolivo, 21 Pirlo, 5 De Rossi, 22 Rossi, 11 Gilardino, 10 Cassano. A disposizione: 23 Sirigu, 16 Cassani, 14 Bovo, 17 Palombo, 7 Pepe, 9 Pazzini, 20 Quagliarella. All.: Prandelli

Qualificazioni Europei 2012: Italia - Far Oer (diretta tv ore 20.50 Rai 1)FAR OER (4-4-1-1): 1 Nielsen, 2 Naes, 5 Gregersen, 6 Davidsen, 3 Rubeksen, 7 Holst, 8 Benjaminsen, 4 Petersen, 11 Samuelsen, 10 Lokin, 9 Edmundsson. A disposizione: 12 Thomsen, 13 Egil, 14 E. Hansen, 15 Eliasen, 16 J. Hansen, 17 Udsen, 18 Mouritsen. All.: Kerr.

La nazionale e Flamini

Siamo ancora nel periodo della nazionale, ed è quindi giusto parlare un po’ degli azzurri di Prandelli. Mi sembra di capire che il ct abbia promesso il tridente in un prossimo futuro, ma sinceramente non vedo la necessità di schierare questo modulo per forza, a prescindere. Il modulo va scelto in base alle caratteristiche dei giocatori. Detto in parole povere, se Balotelli riuscirà a esprimere tutto il suo talento e quindi meriterà la nazionale, ben venga il tridente con Cassano e una punta centrale. Altrimenti va anche bene giocare con due attaccanti, Cassano forse rende anche di più come seconda punta. Ho letto da qualche parte che martedì dovrebbe giocare Gilardino titolare. Non c’è limite alla vergogna.

Per quello che riguarda il Milan, poco si sa in questi giorni. Mi è giunta voce che sabato Allegri starebbe pensando di lanciare Boateng ed escludere ancora una volta Flamini. E’ solo una voce, mi pare più che altro una fesseria. La cosa che mi preme dire è solo una: Flamini, con tutti i difetti del mondo che può avere (e li ha) va lanciato titolare una volta per tutte. Fossi in Max chiuderei gli occhi fino a dicembre e lo metterei sempre (o quasi) in campo, per poi tirare le somme. Tutti criticano Flamini perchè è troppo irruento, io dico che è solo una questione di insicurezza. Da titolare non farebbe così, ne sono straconvinto.

Vedo, prevedo, stravedo…

Riproponiamo a qualche mese di distanza un post-sondaggio in cui vi si chiede di effettuare le vostre previsioni sulla stagione appena cominciata e che ci apprestiamo a vivere intensamente. Per una volta mettiamo da parte le nostre “riflessioni” e lasciamo spazio ai vostri pronostici (o alle vostre speranze, perchè no). Vediamo chi ci prende!

1-Chi vincerà lo Scudetto?
2-Chi andrà in Champions?
3-Chi retrocederà?
4-Chi vincerà la Liga?
5-Chi vincerà la Premier?
6-Chi vincerà l’Europa League?
7-Chi vincerà la Champions?
8-Dove arriverà il Milan in Champions?
9-Chi vincerà il Pallone d’oro 2010?
10-Chi sarà il nostro miglior giocatore?
11-Chi sarà il capocannoniere della Serie A?
12-Chi sarà la squadra rivelazione in Italia?
13-Chi sarà il giocatore rivelazione in Italia?
14-Chi sarà la squadra rivelazione in Europa?
15-Chi sarà in giocatore rivelazione in Europa?
16-Troverà un po’ di spazio in campo almeno un primavera?


Il Cassano giusto

Che siano esistiti due Cassano non c’è dubbio, almeno fino a ieri. FantAntonio questa volta fa quello che deve fare: con due colpi da campione toglie l’Italia dall’impaccio e mette in cantiere i primi tre punti per gli azzurri. Una nazionale che ha ancora parecchi problemi, e che nel primo tempo dimostra tutti i suoi limiti. D’altronde con le fasce occupate da Molinaro e Cassani (ma Antonini???) dove si vuole andare? Zenjov così mette dentro il gol del vantaggio, e diciamoci la verità, con Buffon in porta quel gol non l’avremmo preso.
Ci pensa Cassano poi, come detto sopra, prima segnando e poi fornendo un assist d’oro a Bonucci che realizza il gol della vittoria.
Agghiacciante essere costretti a inserire Antonelli, mentre Quagliarella va un po’ meglio di Pepe, che avrà pure le la qualità saper di correre e difendere, ma bisogna anche dire che è pur sempre un esterno offensivo!

Poca roba fino a questo momento. Probabilmente l’Italia è giovane inesperta, sicuramente contro una nazionale forte questa squadra non reggerebbe.

Gli italiani lo sanno che esistono due Cassano…

https://i0.wp.com/www.realkrimise.it/pagelle_archivio/IMAGES%20PAGELLE/GOLDEN/Cassano%20Euro%202004.jpg?resize=159%2C212https://i0.wp.com/images.gazzetta.it/Hermes%20Foto/2008/01/08/0JUBY8KM--346x212.jpg?resize=258%2C159L’Italia riparte da Tallin. Lo fa da Prandelli, nuovo CT ma già sconfitto all’esordio con la Costa d’Avorio in amichevole. Lo fa dalla nuova generazione, Cassani, Bonucci, Molinaro, Palombo. Della vecchia guardia oggi troviamo Pirlo e De Rossi. Lo fa con le qualificazioni Europee con un girone che ci vede oltre alla Estonia anche contro Serbia, Faroe, Slovenia e Irlanda del Nord.

Sulla carta un girone facile. Eppure la nostra nazionale è ancora in cerca della prima vittoria del 2010 e di un gruppo da ricostruire. Si riparte da Bonucci e Chiellini che hanno sostituito il capitano di mille avventure Cannavaro, finalmente congedatosi dalla nazionale dopo aver sottratto il record di presenze a un Maldini che ha avuto la colpa di capire quando era il momento di farsi da parte. Si riparte da Pirlo, fascia di capitano, il migliore ai mondiali 2010 quando al 20% riuscì a svettare su tutti e a imporre il gioco. Unico punto di qualità insieme a lui De Rossi a centrocampo.

La realtà, dura da accettare, è che ormai siamo diventati una provinciale, rovinati anche da chi per vincere si è affidato esclusivamente agli stranieri senza sviluppare il nostro calcio. Se l’attacco è quello della Sampdoria e la difesa è quella della Juventus, due squadre fuori dal panorama Europeo che conta evidentemente la nazionale può fare ben poca strada.

Non resta che affidarci a Cassano, il grande escluso (giustamente) da Lippi. Lui in nazionale ha fallito due Europei quelli del 2004 e quelli del 2008. Con la Sampdoria è un altro giocatore anche se nelle partite decisive è sempre sparito. Ci vuole il vero Cassano per far si che questa nazionale possa qualificarsi agli europei. Obiettivo minimo, attualmente non si può fare di più.

Quale dei due scenderà in campo stasera? Quello della Sampdoria o quello della Nazionale 2008 e 2004? Gli italiani lo sanno che esistono due Cassano…

LE PROBABILI FORMAZIONI DI ESTONIA – ITALIA

Qualificazioni Europei 2012: Estonia - Italia (diretta tv ore 20.30 Rai 1)ESTONIA (4-4-2): 1 Pareiko, 17 Jaegger, 4 Piiroja, 5 Rahn, 19 Klavan, 7 Purie, 6 Dimitrijev, 14 Vassilijev, 8 Kink, 9 Zahovaik, 10 Zenjov (12 Aksalu, 16 Kams, 19 Baerengrub, 13 Vunk, 18 Post, 20 Saag, 21 Oper). All.: Ruutli.

Qualificazioni Europei 2012: Estonia - Italia (diretta tv ore 20.30 Rai 1)ITALIA (4-3-3): 23 Sirigu, 16 Cassani, 4 Chiellini, 19 Bonucci, 3 Molinaro, 18 Montolivo, 21 Pirlo, 5 De Rossi, 7 Pepe, 9 Pazzini, 10 Cassano (1 Viviano, 15 Gastaldello, 14 Bovo, 17 Palombo, 8 Lazzari, 11 Gilardino, 20 Quagliarella). All.: Prandelli

Arbitro: Velasco Carballo (Spagna)

Mino Raiola: il re del calciomercato

La gallina dalle uova d'oro

In questi ultimi due anni è salito alla ribalta un personaggio nuovo nel calcio mercato europeo, il signor Mino Raiola. Uomo spesso deriso con il termine dispregiativo di “pizzaiolo” dai suoi detrattori, è l’ideatore dei tre trasferimenti più clamorosi di questa pazza estate, vediamo di conoscerlo meglio. Carmine Raiola nasce a Nocera Inferiore ed emigra  subito con i suoi genitori in Olanda a Haarlem dove aprono una pizzeria (da cui il soprannome) e successivamente un ristorante: nella squadra di calcio di Haarlem diventa responsabile del vivaio giovanile dopo aver giocato nella stessa  fino ai 18 anni.  Nel 1990 intraprende l’attività di procuratore sportivo in Olanda ed in Italia si fa notare per la prima volta curando il trasferimento del calciatore olandese Dennis Bergkamp dall’Ajax all’Inter nel 1993.

Oltre a continuare a svolgere la propria attività in Olanda incomincia negli anni a  prendere la procura di calciatori di Europa e Sudamerica, conquistandosi la fiducia totale e incondizionata di gente dal carattere tutt’altro che docile, come Pavel Nedved e Zlatan Ibrahimovic, che a qualsiasi domanda dei giornalisti su cessioni o contratti hanno sempre risposto laconicamente “chiedete a Mino”.

Mino Raiola non è certo uno che ci tiene a intrattenere buoni rapporti con la stampa ma grazie alla conoscenza di ben sei lingue fonda la società olandese di consulenza Maguire Tax & Legal con sede ad Amsterdam.

In Italia dall’anno 1999  stringe stretti rapporti con Luciano Moggi, il precedente re del mercato, il quale intuisce subito il potenziale del giovane ed infatti agevola ed indirizza alcuni calciatori juventini ad avere come procuratore il buon “Mino”. Ancora oggi Moggi è il maestro a cui Raiola chiede spesso consiglio.

Nell’estate del 2009 cura il trasferimento di Zlatan Ibrahimovic dall’inter al Barcellona con un enorme vantaggio economico sia per il giocatore che per la società Inter.

E veniamo a quest’anno che ci interessa particolarmente:  in primavera la famiglia Balotelli affida a Raiola la missione di allontanareSuper-Mario dalla galassia Inter e dal calcio italiano in generale dopo le ripetute polemiche e le migliaia di critiche attorno al suo nome.

Il procuratore si muove su tutto il panorama europeo fino a trovare la squadra in Inghilterra che garantisce  l’aumento dello stipendio desiderato dal calciatore. Nel corso della trattativa per Super-Mario, Raiola  garantisce al Manchester City la cessione del ribelle titolare della nazionale brasiliana Robinho. Proprio in questi frangenti si dimostra un “genio” del mercato, infatti si presenta a metà giugno nella sede del Milan in via Turati e propone ai dirigenti rossoneri Galliani e Braida il doppio acquisto di Ibra e Robinho a prezzi di saldo, garantendo di avere il consenso dei giocatori per questo trasferimento, consenso solo ed unicamente per un trasferimento al Milan. Mentre in Italia continua in luglio la campagna mediatica di disinformazione con la spalmatura dei contratti  e acquisti in prestito di giocatori del Genoa, gli uomini di mercato del Milan capitanati da Braida incominciano a trattare segretamente i due campioni sotto la formula del prestito! Negli ultimi giorni di mercato il buon Raiola pesca i campioni per il Milan. Alla  dirigenza non resta che finire le trattative impostate da Mino che ha provveduto nel frattempo a prepare il terreno facendo rompere i rapporti fra i giocatori e le rispettive società di appartenenza.

Naturalmente in questi giorni i giornali sportivi incensano di lodi la dirigenza del Milan per questo doppio acquisto, ma la verità è che i tifosi milanisti debbono soprattutto ringraziare il signor Raiola,  la mente e l’artefice di questi colpi, che per il Milan ha già progettato l’arrivo tra due anni al Milan del suo assistito Mario Balotelli!

Chiudo per non annoiarvi troppo, ma vi assicuro che tra due estati saremo ancora qui a ringraziare Raiola per il trasferimento al Milan di Super-Mario.

Mercato da 9, grazie alla dirigenza

Premessa: il mercato del Milan è ottimo, gli darei un bel 9.
Abbiamo preso una buona alternativa per i difensori centrali (Papastathopoulos) un portiere migliore di Dida (Amelia), un centrocampista che sulla carta è buono (Boateng) un fuoriclasse assoluto (Ibrahimovic) e un grandissimo attaccante (Robinho).
Ora però le note stonate, perchè credo che al di là di quello che pensa qualcuno, il diritto di critica è sacrosanto e va rispettato sempre e comunque:
1) L’ingaggio di Yepes non ha alcun senso. Un 34enne che giocherà poco o nulla, perchè?
2) Il rinnovo a Inzaghi.
3) La cessione di Borriello in prestito gratuito (con un riscatto bassissimo) a una diretta concorrente come la Roma, che così si è rinforzata.
Ora però facciamo una breve analisi. Facendo dei rapidi calcoli, mi pare che la società non abbia fatto sforzi sovraumani, anzi. Non dico che ci abbia guadagnato da questa campagna acquisti, ma di sicuro per quello che riguarda questa stagione non ci ha perso così tanto.
Attenzione, io non sono un economista, non voglio parlare di bilanci o cose del genere, non ne sono in grado. Voglio solo esporre dei dati che probabilmente per qualcuno non hanno significato, ma che comunque mi fanno riflettere.
Per quest’anno la società spenderà:

TOTALE 61,6 mln circa

Per quest’anno la società guadagnerà:
Storari 4,5 mln + 1 mln
Beckham 0 + 3 mln di ingaggio
Spalmature di Zambrotta, Oddo, Gattuso, Abbiati, rinnovo a prezzo basso per SuperPippo (in tutto almeno 4-5 mln guadagnati, ma voglio volare basso perchè non ho fonti certe).
TOTALE 58-59 mln circa

Ovviamente sono dati presi qua e là in giro per il web (da mezzi d’informazione più che rispettabili), ma comunque credibilissimi. Sono pronto a eventuali correzioni da chi ritiene di avere informazioni più veritiere.
Cosa salta all’occhio da questi dati? Beh, la prima cosa è che in pratica grazie a quello che si è guadagnato dalle cessioni e da quello che si è risparmiato da scadenze di contratto e spalmature la società rossonera guadagnerà più o meno quanto spenderà.
Attenzione, si sta parlando solo di quest’anno, perché poi l’anno prossimo ci sarebbe la spesa per il riscatto di Ibrahimovic, di Boateng e di altri giocatori che sono in giro per l’Italia (Astori, Paloschi).
Ma noi non sappiamo quello che accadrà l’anno prossimo e come verranno trovati i soldi per questi giocatori (cessione di un big? SB pagherà tutto di tasca sua? Chissà, vedremo), sappiamo quello che accadrà questa stagione. E la verità è che quest’anno è stato fatto un ottimo mercato (quasi perfetto) senza che la società ci abbia rimesso più di tanto.
Questo solo per dire che prima di dare i meriti al presidente come il 90% dei tifosi (che fino a ieri ne diceva di tutti i colori contro SB) sta facendo in questi momenti, forse bisognerebbe riflettere un po’ e capire che il capolavoro, questa estate, l’hanno fatto i dirigenti rossoneri…
Complimentissimi a loro, davvero.

A patto che…

Giorni molto molto intensi, questi ultimi di agosto a Milanello e dintorni. Era da anni che non si stava così tanto al centro dell’attenzione e la cosa, almeno un po’, ci gasa. Eravamo stanchi di quella mediocrità che ha caratterizzato gli ultimi anni. Invece ora tante notizie, Ibra su tutti, poi la girandola di arrivi e partenze, tutte nell’ultimo giorno di mercato. E aggiungiamoci una classifica che ci vede come l’unica big ad aver vinto la prima giornata.  Nulla di che, ci mancherebbe altro, non è roba da giro in centro città col bandierone esposto dal finestrino, ma segnali che sembrano indicare che qualcosina è cambiato.

Ora la domanda è: possiamo vincere qualcosa quest’anno? Io dico di sì. Cioè che possiamo, che non significa che a maggio saremo sicuramente campioni di qualcosa. Ci sono delle condizioni, che se si verificheranno (tutte o in gran parte) faranno sì che allora la possibilità di far festa sia piuttosto elevata. Quali sono queste condizioni?

1- La squadra deve tenere la condizione per tutto l’anno. Scontato mi direte, bhè per le squadre di Allegri non tanto, in quanto alternano momenti di straordinaria lucidità a momenti di buio. Come parziale giustificazione c’è il fatto che una squadra come il Cagliari una volta raggiunta la salvezza può adagiarsi più di quanto non debba fare il Milan.

2- Gli infortuni. Sì, capitano a tutti, però se quest’anno venisse risparmiato Pato sarebbe già un passo avanti. Su Nesta non chiedo nulla, è quasi fisiologico che prima o poi si rompa. Infortuni prolungati a certi elementi (Thiago, Nesta, Pato, Dinho, Ibra) possono pregiudicare la stagione. Provate a togliere agli altri Maicon, Cambiasso e Milito…

3- La gestione dello spogliatoio. Non temo tanto le invidie per chi guadagna di più, semmai tra chi gioca e chi no. Robinho arriva per far la panchina, Seedorf e Pirlo non possono giocare sempre, Kevin Prince non mi sembra Mr. Serenità e Mathieu un altro anno seduto non se lo fa. Però oh, ci siamo sempre lamentati della panchina corta, farsi le seghe mentali ora che è un po’ più lunga forse è troppo.

4- Il fattore entusiasmo. Se tutto l’ambiente (società, allenatore, giocatori, tifo) sarà compatto e lotterà per lo stesso obiettivo credendoci fermamente ci si potrà far forza a vicenda. Un po’ come l’inter lo scorso anno nel periodo pañolada quando i tifosi aiutarono molto la squadra a non crollare. Ecco, magari senza auto-convicerci di una congiura ai nostri danni come fecero loro.

5-Gli scontri diretti. L’anno scorso siamo arrivati due volte su due (in particolare la seconda) carichi come delle molle ai derby e ne siamo usciti con le ossa rotte e una sensazione di enorme inferiorità. Idem per Manchester. Fondamentale quest’anno affrontare alla pari degli altri tutti i big match, poi si può perdere, ma non farsi schiacciare come formiche. Perdere come la scorsa stagione ti toglie la voglia di crederci.

6- Il Ib-Ro-Pa. Ibrahimovic-Ronaldinho-Pato, le chiavi del successo. Potenzialmente un attacco da 50-60 gol a stagione. Se trovano il giusto amalgama e rinunciano ai protagonismi per lavorare all’unisono, diventa un tridente da far tremare tutta Europa. Presi singolarmente sono tutti fenomeni, bisogna vedere come sono come trio.

7- Gli avversari. O l’avversario, l’inter. Secondo me ha perso molto con la partenza di Mourinho. Partite come quella di ieri l’avrebbero vinta, partite come quella di Montecarlo non l’avrebbero mai giocata. Per carità, è presto per i giudizi, ma la forza dei cugini nell’ultimo anno è stata quella di perdere pochissimi punti, soprattutto per merito di JM a mio parere e del gruppo fortissimo che aveva creato. Una vera macchina da guerra.

Poker d’esordio

Dura meno di cinque minuti la paura di una falsa di partenza, di fare la fine di Roma e Juve e rovinare una festa che sembrava scritta. Cinque minuti per prendere la misure al giovane Lecce di De Canio, dopodichè inizia il Milan-show. Il motore della squadra di Allegri sale di giri e da lì è tutto un fiorire di occasioni a raffica. Ci provano Thiago Silva, Seedorf e un generso quanto inconcludente Borriello, ma il gol che apre la partita è firmato da Pato con un bellissimo diagonale sul secondo palo. Il Milan non si ferma e quando attacca va dentro come il coltello nel burro, merito delle accelerazioni del Papero, dei lanci illuminanti di Dinho, ma anche dell’apporto dei due mediani (Ambrosini e Seedorf) che accompagnano l’azione offensiva. In mischia si raddoppia con il tocco vincente di Thiago Silva, poco dopo primo assist dell’anno per Ronaldinho che vede un corridoio per Pato e lo invita a nozze: portiere saltato e doppietta. Come l’anno scorso a Siena, sempre all’esordio. Finisce il primo tempo, tre reti di vantaggio, che potevano tranquillamente essere il doppio, e tanto spettacolo con Dinho protagonista assoluto.

Lo show non si ferma nemmeno nell’intervallo, con la passerella d’onore di Zlatan Ibrahimovic che torna nel suo vecchio stadio e si presenta ai nuovi tifosi con un breve ma efficace: “Ricordati che vinciamo tutto”. Così, giusto per gradire. Promessa impegnativa, staremo a vedere, nel frattempo Ibra (sorridente dal primo all’ultimo minuto) in attesa del tridente con Pato e Dinho se ne torna in tribuna accanto a Galliani e Berlusconi, il quale ritorna dopo l’intervallo seguito da una figa di tutto rispetto.

Il secono tempo è da catalogarsi sotto la voce “ordinaria amministrazione”, i ritmi si abbassano, Nesta e Thiago Silva si rilassano un pochino, lasciando arrivare il Lecce al tiro, ma senza mai creare pericoli. Entra Pippo e prova a spaccare il mondo, entra Gattuso che fa anche la sua porca figura, ma la farei anch’io sul 3-0, entra Kevin Prince e c’è qualche applauso pure per lui. Ci sarebbe spazio per le recirminazioni arbitrali, dato che ci viene negato un rigore per parata su tiro di Seedorf e viene annullato un gol a Borriello che mi pareva in posizione regolare. Sul finire, Inzaghi gira in porta il 4-0 e il suo gol numero 154 in Serie A. Festa grande a San Siro.

Non mi soffermo sui singoli, tutti promossi, con menzione speciale per Nesta, Thiagone e Pato. Ronaldinho merita un discorso a parte, vorrei che qualcuno di quelli che fa ironia su di lui mi spiegasse cosa c’è di male in questo giocatore. E magari non si limiti al non è più quello di una volta, grazie. Anche ieri sera ha messo in porta i compagni almeno sei volte. Per non parlare del contorno di tacchi, rabone e finte varie.

Si dirà che era solo il Lecce. Ok, attendiamo test più significativi, ma battere il Lecce porta tre punti come tutte le altre partite. E noi li abbiamo presi. Quando a vincere in questo modo sono le altre  si parla di grande prova di forza. Noi forti lo siamo, dobbiamo mettercelo in testa.

Semplicemente l’esordio

Oggi si riparte rinforzati
Oggi si riparte con un allenatore vero.
Oggi si riparte per vincere,
Oggi si riparte per ricordare a tutto il mondo che MILANO SIAMO NOI.
Dallo stadio San Siro in Milano Milan – Lecce, l’esordio del club più titolato al mondo.

Milano, Stadio San Siro. E’ l’esordio del nuovo Milan di Allegri che ieri in conferenza stampa non si è nascosto. Questa squadra è da scudetto anche così e deve lottare per lo scudetto. E’ la convinzione che in questa stagione deve albergare in tutti i tifosi. Si parte e si gioca per il posto numero uno. Non si accettano fallimenti. La squadra c’era l’anno scorso e senza infortuni avrebbe probabilmente vinto il titolo nazionale. La campagna acquisti estiva ha fatto sì che questa squadra si sia rafforzata.

Si parte con un calendario che ci sorride, visto che di fatto le prime otto sono tutte partite “facili”, che possono permetterci di prendere del vantaggio. E sì sa che molto spesso il titolo lo vince proprio la squadra che va subito davanti perché gestire è molto più facile che inseguire. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, il mare questa sera è quello del Salento, di quel Lecce che molto spesso tante difficoltà ci ha dato in casa e in trasferta.

Allegri esordirà con un 4-3-3. Un solo nuovo acquisto, il “terzino che ha marcato Messi al Mondiale” che in realtà poi sarebbe un centrale. Partirà dalla panchina Flamini nonostante Allegri abbia dichiarato di puntare molto sul centrocampista francese. Non ci sarà Huntelaar (per lui partenza?) e sarà forse l’ultima occasione per Borriello prima dell’arrivo di Ibrahimovich. 24 milioni, prestito con diritto di riscatto, meno di quanto la Juve ha pagato Diego. Sulla carta cessione, ma sono certo che se deluderà Galliani farà come fatto con Mancini. Con l’approvazione di tutti. Ne parleremo nei prossimi post. Stasera Lecce. Partita importante perché quando si vince lo scudetto, di solito, la prima si porta sempre a casa.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN – LECCE:

Serie A #1: Bari-Juventus, Napoli-Fiorentina, Milan-Lecce e Sampdoria-LazioMILAN (4-3-3): 32 Abbiati , 15 Papastathopoulos , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 77 Antonini , 23 Ambrosini , 21 Pirlo , 10 Seedorf , 7 Pato , 22 Borriello , 80 Ronaldinho (1 Amelia , 76 Yepes , 25 Bonera , 8 Gattuso , 16 Flamini , 27 Boateng , 9 Inzaghi) All. Allegri

Serie A #1: Bari-Juventus, Napoli-Fiorentina, Milan-Lecce e Sampdoria-LazioLECCE (4-4-1-1): 22 Rosati , 6 Reginiussen , 4 Gustavo , 13 Ferrario , 3 Giuliatto , 8 Munari , 18 Giacomazzi , 21 Grossmuller , 11 Mesbah , 19 Piatti , 9 Corvia (81 Benassi , 2 Donati , 28 Brivio , 20 Vives , 7 Bergognoux , 91 Bertolacci , 23 Chevanton) All. De Canio

ZLATAN!

Zlatan Ibrahimovic, interista di nascita campione di professione, nato a Malmö il 3 ottobre 1981, 196 cm per un novantina abbondante di chili è ufficialmente un giocatore del Milan. Che vogliamo dire? Ne abbiamo parlato a lungo in questi giorni e lo faremo nei prossimi, da parte mia non posso che ribadire la felicità per vedere Zlaty finalmente in maglia rossonera dopo un lungo corteggiamento mai conclusosi. Prima di oggi. Abbiamo un attacco micidiale, il resto un po’ meno, ma dobbiamo provare a far di tutto per portare a casa qualche trofeo. Perchè è quello che tutti vogliamo. Per il momento non mi dilungo oltre, lascio spazio ai commenti, non prima di fare i complimenti (una volta tanto) a chi questa trattativa l’ha condotta, sino a guidarla in porto e un grosso in bocca al lupo a Zlatan. Benvenuto, campione!

Non male direi, no? E ne manca uno!

P.S: non mi piace parlare di altri utenti, però per una volta mi permetto di riportare qualche perla, presa dal suo blog, di quel maestro di calcio noto come RDV sull’affaire dell’estate.

Ibra , come ripetuto ancora da Raiola, preferisce lottare per un posto che venirsi a intristire a Milanello e Guardiola non vuole venderlo.

Tranquillizzo tutti, Ibra non ne vuole sapere del Milan, Guardiola lo vuole, il Barca non vuole venderlo e il Milan non può offrire più del solito casco di banane.

Direi che le probabilità di vedere Ibra in rossonero al momento sono sotto zero.

Certo fa ridere leggere certi commenti. (a chi lo dici!)

Zlatan Ibrahimovic il fuoriclasse del campionato

In queste ore ormai si sta perfezionando il trasferimento più importante nell’ambito del campionato italiano per questa sessione di calcio mercato: l’arrivo al Milan del fuoriclasse Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese nel corso della sua carriera è stato spesso accostato al Milan, già quando giocava nella squadra svedese del Malmoe era considerato l’erede di Marco Van Basten. Nel 2001 l’Ajax brucia il Milan e le altre grandi squadre europee e acquista per 8,7 milioni di euro (record di spesa per un calciatore all’epoca per il club)  questo promettente ragazzone che in tre anni  esplode segnando  35 gol in 70 partite e vince 2 campionati Olandesi.

Il Milan nell’anno 2004 raggiunge l’accordo con la società ed il calciatore per un suo trasferimento, ma inspiegabilmente rinuncia all’acquisto in favore della Juventus e da questa ottiene il via libera per l’acquisto di Gilardino, giocatore fino a quel momento destinato ai bianconeri. A posteriori possiamo dire che questo scambio fu una sciagura! Non solo per i risultati sportivi ma anche economici , nel senso che Ibra nel 2004 passò alla Juve per 19 milioni di euro, Gilardino l’anno successivo si trasferì  al Milan proveniente dal Parma per 25 milioni! Le strade tra Ibra ed il Milan si incrociarono di nuovo nell’estate 2006 in piena bufera di calciopoli dove il Milan in competizione con l’Inter, trattò l’acquisto, ma il giocatore preferì trasferirsi all’inter, non aspettando l’esito ancora incerto di partecipazione della formazione rossonera  alla Champions League. L’acquisto di questo giocatore per circa 25 milioni fu fondamentale per la conquista  dell’Inter di ben 4 scudetti consecutivi, dopo i due conquistati dallo stesso Ibra con la maglia bianconera.

Bisogna riconoscere che comunque Zlatan è  l’oggetto di discussione, in queste ore, di tutti i blog di fede rossonera, perchè vi sono grandi perplessità. La prima sul costo dell’operazione, almeno 100 milioni tra ingaggio e costo del cartellino  per un giocatore di 29 anni. L’acquisto essendo dilazionato in tre anni vuol dire, a bilancio per ogni anno, circa 33 milioni  di spesa su un fatturato  annuo della società Milan di circa 220 milioni. Dal punto di vista finanziario è un grosso esborso che condizionerà e limiterà probabilmente le prossime campagne acquisti , ma credo che questo investimento in caso di conquista del campionato di serie A sarà ampiamente compensato  dai premi degli sponsor. Se confrontiamo questa operazione di mercato con quella di Kakà 65 milioni o quella di Balotelli  circa 3o milioni ci rendiamo conto che non è il costo del cartellino ma eventualmente l’ingaggio di circa 9 mil ad essere esoso, ma  per una società che quest’anno ha pagato 4,5 milioni a Dida  e 5,5 a Pirlo, sembrano spesi decisamente meglio i soldi per il fuoriclasse svedese! Sul mercato bisogna anche considerare che non c’era nessun altro giocatore che ci permettesse di fare quel salto di qualità per competere con la corazzata Inter. Con questo giocatore forte fisicamente ma dotato di una classe cristallina, le  strette difese delle piccole squadre di serie A non sono più un problema come per i campionati scorsi, visto l’alto numero di reti messe a segno in passato dal fuoriclasse di Malmoe proprio con le piccole.

Altre perplessità sono state sollevate sulla compatibilità di Ibra con Ronaldinho: sarà solo il campo a dirlo ma mi sembra di poter affermare che se Pato  starà bene fisicamente, dovendo le difese avversarie pensare ad arginare Ibra, sarà più libero dalla marcatura e conseguentemente segnerà molto probabilmente un  maggior numero di reti rispetto all’ultimo campionato. Alcuni di noi avrebbero preferito rinforzare il centrocampo dove a parte Boateng non è arrivato nessuno, zona dove la maggior parte  è avanti con l’età e considerando questa situazione, ci si  domanda, che senso  abbia avere l’attacco più forte del campionato se poi i giocatori non vengono serviti adeguatamente e  velocemente. Il problema  si spera in parte venga risolto dai lanci di Pirlo, ma sicuramente questa situazione condizionerà non poco il lavoro dell’allenatore, considerando anche un’altra lacuna: la mancanza di un terzino fluidificante. L’alternativa ad Ibra, per poter far fare al Milan quel salto di qualità per competere subito dal prossimo campionato con l’inter, sarebbe stato l’acquisto di un forte centrocampista, ad esempio Gerrard, o un terzino simile a Maicon, che sul mercato non sono reperibili.

Personalmente tra questa scelta di voler tentare di vincere subito avrei preferito acquistare i due talenti brasiliani Ganso e Neymar per un costo complessivo di 100 milioni e che in prospettiva, essendo tutti e due giovanissimi, avrebbero con Pato costituito il trio dell’attacco del Milan per almeno i prossimi 10  anni, ma, ripeto, questa è un’opinione personale.

Spero di non avervi annoiato e vi saluto con una notizia di mercato confermata già da più fonti: il Milan ha già l’accordo per l’acquisto del giocatore brasiliano Robinho del M. City ma contrariamente a quanto immaginato  sino ad ora, il giocatore arriverà al Milan non in questa sessione di mercato, bensì nella prossima  invernale di gennaio, in caso di partenza di Ronaldinho per gli Stati Uniti e  forse anche a prescindere da questa cessione.

Grazie a tutti  per la pazienza era il mio primo post, sorry.

Storie di calcio: Lazio-Milan 3-1, 1998

Mercoledì 29 aprile 1998, stadio Olimpico, Roma. Il Milan cerca di concludere nel migliore dei modi una stagione maledetta: decima classificata in campionato, nessuna coppa europea disputata, rimane solo la Coppa Italia.

In quell’anno muore a 73 anni l’ex-leader dei Khmer Rossi Pol Pot, c’è l’alluvione che distruggerà Bracigliano, Siano, Sarno e Quindici in Campania, con 159 morti, e Marco Pantani vince Giro d’Italia e Tour de France.

All’Olimpico si gioca dunque la finale di ritorno della coppa nazionale, con i rossoneri che partono dal vantaggio di uno a zero conquistato all’andata. Partita noiosa nel primo tempo, la Lazio è più forte ma la squadra di Capello ci tiene a chiudere bene una stagione disastrosa. E tutto sembra andare bene, visto che al 46′ Albertini porta addirittura in vantaggio il Milan con una bella punizione dal limite dell’area. Poi, incredibile ma vero, accade l’imponderabile: la partita la cambia radicalmente grazie nientepopodimeno che a Guerino Gottardi, un’onesta carriera da panchinaro nella Lazio, che entra in campo al 50′ e spacca in due il Milan. Prima pareggia al 55′ sfruttando un bell’assist di Mancini, poi tre minuti dopo è sempre Gottardi a guadagnarsi un rigore per fallo di Maldini (forse alla sua peggiore stagione della carriera), che Jugovic trasforma spiazzando Seba Rossi. Il gol che dà alla Lazio la Coppa Italia lo realizza pochi minuti dopo Nesta: calcio d’angolo con conseguente mischione in area, dopo un batti e ribatti è proprio l’allora capitano laziale che da pochi passi mette la zampata decisiva e realizza la terza rete per i biancocelesti.

Delusione cocente per i tifosi rossoneri, già arrabbiati per un campionato disastroso. Per quello che mi riguarda, la sconfitta che mi ha fatto arrabbiare di più in tutta la mia vita.

LAZIO: Marchegiani, Grandoni (50′ Gottardi), Nesta, Negro, Favalli, Fuser, Venturin, Jugovic, Mancini (88′ Lopez), Nedved (92′ Marcolin), Casiraghi. All.: Eriksson
MILAN: S. Rossi, Daino, Desailly, Costacurta, P. Maldini, Ba (67′ Ganz), Albertini, Donadoni, Ziege, Savicevic (31′ Kluivert, 50′ Maini), Weah. All.: Capello
Arbitro: Treossi
Reti: 46′ Albertini, 55′ Gottardi, 58′ rig. Jugovic, 65′ Nesta

Destinazione Wembley – 2° Puntata: pericolo Real

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Ma perché ha dato 5 minuti di recupero?

La Samp va fuori. E’ il verdetto, amaro, amarissimo, considerato il gol arrivato al 92° che fa si che la parte di Genova che festeggi sia quella rossoblu. La Samp andrà in Europa League ed è forse la giusta dimensione per una squadra che si basa più sulle giocate di un fuoriclasse (Cassano) e di un buon attaccante che però non ha mai attirato le big (Pazzini) e non su un vero gioco e un vero gruppo. E’ giusto così perché una buona partita in casa non basta se in trasferta ti sei fatto dominare. Il gol del Werder Brema era quasi scontato seppur arrivato in maniera tardiva, la squadra genovese era completamente alle corde e i tedeschi una partita a zero gol non la finiscono quasi mai.

Fuori anche il resto dell’Italia, rappresentato da Spalletti e dal suo Zenit che perde una partita nervosa, nervosissima in Francia con interventi prima da cartellini rossi  (due) e poi direttamente da codice penale. Passa l’Auxerre e lo Zenit è sicuramente una squadra temibile in meno per la fase a gironi. L’eliminazione più clamorosa rimane comunque quella del Siviglia, battuto, anche in casa, dallo Sporting Braga. Cade una di quelle che sarebbero dovute essere le otto teste di serie ed è così che sale in prima fascia il Lione. Ce la fa agile il Tottenham con tripletta di Peter Crouch, giocatore sempre pericoloso e che a me piacerebbe tantissimo vedere da noi, soprattutto contro le piccole squadre. Torna, finalmente, l’Ajax meritando il passaggio del turno dopo essere stata presa a pallate in Ucraina. Completano il quadro la scontata qualificazione dello Zilina, la sconfitta dell’Anderlecht ai rigori con tre sparati alla curva che ricordano a tratti quello di Costacurta nell’Intercontinentale 2003, la vittoria del Copenaghen nel derby molto sentito a quelle latitudini con il Rosenborg e il ritorno di una israeliana con l’Hapoel.

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E la Juve dov’è?

Queste sono le fasce del sorteggio, oggi, a Montecarlo, in scena alle ore 16.00. Il pericolo maggiore è la sfida contro il Real, il cui ritorno a Milano di Mourinho, conoscendo come vengono fatti i sorteggi UEFA, è quotato a 1.01. Potrebbe completare il girone lo Schalke 04 con l’Ex Raul.

Per quanto ci riguarda siamo testa di serie, i pericoli maggiori sono evitati. Da evitare assolutamente il Tottenham in terza fascia. Chi lo pescherà troverà forse il girone della morte. In quarta invece da non sottovalutare il Rubin Kazan, forse unica vera insidia dell’ultima urna. I paletti li conoscete tutti a memoria… quindi via alle vostre previsioni. Ecco le mie:

Girone Peggiore
Milan
Real Madrid
Tottenham
Rubin Kazan

Girone Migliore
Milan
Panathinaikos
Copenhagen
Zilina

Previsione
Milan
Shaktar Donetsk
Rangers
Cluj

Chiamatela amichevole…

Mercoledì 25 agosto, la data di oggi è da segnare in rosso sul calendario, perchè, nel suo piccolo, potrebbe diventare veramente una data storica per il Milan. Si va a Barcellona, a giocarsi il Trofeo Gamper, ma oltre alla partita ci sono anche molti altri motivi di interesse.

Il primo, lo sappiamo tutti,  Zlatan Ibrahimovic. La sua partita, quella che vede coinvolti Galliani, Braida, Rosell, Borriello, Raiola inizierà verso ora di pranzo, per ammissione dei diretti interessati, lui sarà il piatto forte al centro del tavolo. La trattativa è stata sbandierata ai quattro venti, pertanto mi sembra evidente che qualcosa di più che concreto ci sia. Resta da risolvere la parte economica (dici poco!), ma sono fiducioso. Dopo questa esposizione, se non arrivasse sarebbe una figuraccia troppo troppo grande per Adrianone e Silvietto. Già, Adrianone…il tessitore della trattativa, colui che sta tentando di portare a Milano gratis o giù di lì un giocatore che l’anno scorso è stato valutato 70 mln. Per non parlare dello stipendio, altro che fiscalità spagnola! Cazzo, ma è possibile che questo sia lo stesso Adrianone delle spalmature e dei continui rinnovi ai vecchi? Per piacere, non chiamatelo più Fester: chiamatelo Dr. Jekyll e Mr. Hyde.

E poi lo stadio, il Campo Nou, i tifosi. Tutti ad aspettare Ronaldinho per riabbracciarlo anche solo per una sera. Lì, nel teatro di 207 partite e 94 gol in 5 anni blaugrana. Lì, dove lui era padrone incontrastato, lui e le sue giocate meravigliose. Lì, dove la sua Leggenda ha toccato i massimi livelli.

E poi la partita, perchè no. Da seguire rigorosamente col pallottoliere alla mano. Perchè, Ibra o non Ibra, loro sono di un altro pianeta. Non so ancora le formazioni, ma so che finirà male. Noi non avremo nemmeno Pato, che rimane a lavorare a Milanello per rientrare col Lecce. Chissà, magari vedremo Gattuso e Zambrotta a rincorrere Messi…meno male che è un’amichevole allora. Altro confronto imbarazzante quello tra Pirlo e Xavi. Torniamo in Catalogna a 4 anni di distanza dalla semifinale del 2006, quella del gol annullato a Sheva per un fallo inesistente. Risultato: il più forte Milan di Ancelotti se ne tornò a casa e concluse la stagione senza vittorie. Il Barcellona andò a Parigi e alzò la coppa.

Vedremo che succederà, sperando nella magnanimità del Barça. E di consolarci con Zlatan.