La vittoria di Pirro

C_2_ContenutoGenerico_2166_FlashPart_BoxIntro_upiIntroCome certamente ben sapete la Corte di Giustizia ha rinviato la sentenza d’appello sul ricorso del Milan chiedendo un supplemento d’indagine ai due ispettori federali presenti allo Juventus Stadium, di cui solo uno aveva udito il coro incriminante. Quindi decisione rimandata a data da destinarsi ma con una solo certezza: Milan – Udinese si giocherà a porte aperte.

I legali del Milan, e in particolare Cantamessa ,come promesso da Galliani hanno dato battaglia nelle sedi competenti, esponendo  a loro favore il fatto che i cori non fossero udibili in maniera univoca, come peraltro testimoniato da uno dei commissari federali, chiedendo quindi un supplemento d indagine e di conseguenza lo slittamento la necessità di sospendere l’esecuzione della sentenza del Giudice sportivo. Ma questa vittoria  almeno per il momento non ha di certo risolto la situazione i maniera definitiva: la norma che la Lega ha sottoscritto quest’estate troppo superficialmente a proposito di cori discriminatori territoriale parificati al razzismo. Vittime di queste sanzioni in questa stagione sono state Inter Lazio e Roma oltre a noi, e solo le milanesi hanno pagato con la chiusura delle curve. almeno per il momento.

Nulla assicura quindi che fin quando questa norma del tutto assurdo verrà riscritta non incorreremo nel rischio della chiusura dello stadio da parte delle autorità federali e addirittura della sconfitta a tavolino per 3 a 0 falsandoci così la stagione. Al di fuori di polemiche non si può punire una società con queste motivazioni , significa non aver  mai messo piede in uno stadio: ci sono cori che ormai fanno parte del folklore del tifo italiano e per quanto non siano in qualche modo giustificabili fanno ormai parte di una radicata “cultura“. Di certo non si può imputare la colpa di ciò alle società che già non vivono un momento felice sotto il profilo degli abbonamenti ma , una norma del genere sarebbe comprensibile ad esempio in Inghilterra dove i club proprietari dello stadio sono tenuti a farne rispettare l’ordine. Se passerò questa sentenza si creerà sicuramente un precedente pericoloso che potrebbe paralizzare il sistema calcio in Italia a cominciare da alcune società che sembrano stranamente più colpevoli di altre. 

Passando al mercato il Milan ha acquistato in prestito con diritto di riscatto a 7 milioni dal Valencia il centrale difensivo francese Rami, ormai fuori rosa nella sua ex squadra per problemi con il tecnico e compagni. A prescindere dal fatto che un difensore centrale ci serviva come il pane vista l’instabilità del reparto mi permetto di dire che probabilmente si poteva scegliere qualcosa di meglio, almeno come testa.

Danimarca – Italia 2-2: Up & Down

Mai numero fu più appropriato.

Mai numero fu più appropriato.

Up

Nicklas Bendtner – Prestazione superba e doppietta al suo ex compagno di squadra Buffon. E stavolta niente mutande con l’elastico sponsorizzato.

Il 2-2 – Risulato perfetto che salva l’imbattibilità e mette a rischio l’accesso ai playoff dei danesi. Ma dopo nove anni brucia ancora.

Le Far Oer: Primo punto delle qualificazioni grazie allo storico pareggio contro il Kazakistan. Difficile fare i fenomeni, quando non c’è l’Italia di mezzo.

Down

Massimiliano Allegri – Il nostro pedagogo si scaglia contro creste, orecchini, fumo e alcol, cattivi esempi per i giovani che si avvicinano al calcio. Un po’ come qualunque sua soluzione tattica.

Diego Armando Maradona – Torna in Italia e probabilmente assisterà a Napoli – Roma. Pare che il biglietto in tribuna d’onore costi 40 milioni di euro.

Thiago Motta – Il suo contributo alla causa azzurra è pari a quello delle serate migliori. Nullo.

Danimarca – Italia 2-2: un inutile e noioso pareggio

Danimarca - Italia 2-2E vendetta fu. Proprio con un 2-2, come quello del 2004 con la Svezia che ci tolse l’europeo: l’Italia manda la Danimarca fuori dai mondiali e rimane imbattuta anche grazie ad un gol provvidenziale di Aquilani molto, molto fortunato in una serata dove seppure in formazione rimaneggiata giochiamo solamente un tempo lasciando poi giganteggiare i danesi che trovano due volte il gol con Bendtner in maniera perfettamente identica. Non è una bella partita, come non lo sono mai state nella gestione Prandelli – una gestione che se si va a vedere è basata interamente su una partita contro la Germania dato che nelle altre occasioni o abbiamo catenacciato strappando pareggi oppure abbiamo perso cosa che mi fa paura sia per l’imminente mondiale dove con un sorteggio non agevole rischiamo il bis del 2010 sia, soprattutto, per il futuro del Milan dato che ormai non è un segreto che Allegri e Prandelli l’anno prossimo potrebbero scambiarsi le panchine: spero non arrivi l’attuale CT perché poco o nulla cambierebbe rispetto all’attuale gestione.

La partita ci lascia poi due certezze: bene davanti, male dietro. Osvaldo può e deve essere la spalla a Balotelli ai prossimi mondiali – più incisivo, decisivo e carismatico di un faraone che difficilmente tornerà ad alti livelli, sicuramente non l’alternativa data la netta superiorità tecnica del diamante nero dal numero 45. Dietro male, male, male: i due errori di Balzaretti che si perde Nicklas Bendtner – ripeto – Nicklas Bendtner sono da Lega Pro e dovrebbero far pensare che dietro i due già non insuperabili difensori della Juventus siamo messi male. In porta c’è un portiere che se non si chiamasse Gigi Buffon non andrebbe a disputare il campionato del mondo – inadatto e finito già da anni proprio come il nostro Abbiati: da valutare le posizioni di De Sanctis, Marchetti e Consigli in vista della trasferta in brasile.

In mezzo invece c’è poco da dire se non che mi è piaciuto sia Montolivo (che un genio al Milan ha messo trequartista nelle ultime uscite), sia Cerci, sia Thiago Motta mentre Marchisio ancora una volta si dimostra il solito giocatore sopravvalutato divorandosi l’unica occasione capitatagli sui piedi. Da notare come nel reparto mediano l’eroe della Confederations Cup, Emanuele “Giaccherinho“, abbia progressivamente visto scendere il proprio minutaggio fino allo zero di oggi una volta lasciata la formazione bianconera. E non credo che questo sia solo un caso. Finisce 2-2 ed è un pari che non serve a nessuno: la Danimarca è fuori dal mondiale poiché anche se vincesse a Malta in virtù della regola che vuole tolti i risultati contro l’ultima dei gironi con una squadra in più per il confronto tra seconde non raggiungerebbe le prime otto, l’Italia avrà invece bisogno di battere l’Armenia a Napoli per essere testa di serie ai prossimi mondiali.

DANIMARCA-ITALIA 2-2 (primo tempo 1-1)
MARCATORI: 28′ Osvaldo (I), 46′ pt Bendtner (D); 34′ Bendtner (D), 46′ st Aquilani (I)
DANIMARCA (4-2-3-1): Andersen; Jakobsen, Bjelland, Agger, Boilesen; Kvist, Zimling (37′ s.t. Andreasen); Braithwaite (1′ s.t. Larsen), Eriksen, Krohn Dehli; Bendtner (39′ s.t. Makienok). (K.Schmeichel, Hansen, Kjaer, P.Ankersen, J.Ankersen, Delaney, Larsen, Nielsen, Sloth, Fischer) All. Olsen
ITALIA (4-1-3-2): Buffon, De Silvestri, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; Thiago Motta; Candreva, Montolivo (dal 35’ s.t. Gilardino), Marchisio (dal 23’ s.t. Aquilani); Diamanti (dal 32’ s.t. Cerci), Osvaldo. (Sirigu, Marchetti, Abate, Astori, Bonucci, Florenzi, Pirlo, Giaccherini, Rossi). All. Prandelli
ARBITRO: Lannoy (Francia)
NOTE: spettatori 38.000. Tiri in porta 6-4. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 1-3. Angoli 0-9. Recuperi: 1’ p.t.; 3’ s.t. Ammoniti Bjelland (D), Zimling (D) e Boileson (D) .

Danimarca – Italia: LIVE! Qualificazioni mondiali 2014

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PENULTIMA GARA DELLE QUALIFICAZIONI MONDIALI: L’ITALIA IN DANIMARCA PER RIMANERE IMBATTUTA. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DELLA NAZIONALE A COPENAGHEN, VENERDI’ 11 OTTOBRE, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER

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Danimarca – Italia: penultima fatica

den itaVenerdì 11 ottobre, ore 20.15, Parken. Nona giornata del gruppo B delle qualificazioni a Brasile 2014; l’Italia già qualificata con due turni di anticipo va a Copenhagen per sfidare la Danimarca.

La nazionale che ci eliminò all’Europeo 2004 non naviga in ottime acque da un pezzo, avendo mancato la qualificazione a Germania 2006 e a Euro 2008, e avendo abbandonato già nella fase a gironi Sudafrica 2010 e Euro 2012. La truppa del ct Morten Olsen, comunque, anche stavolta è in una situazione complicata, dovendo giocarsi la qualificazione ai playoff in una lotta all’ultimo sangue tra 4 squadre. La situazione di classifica del girone vede ancora la Bulgaria seconda con 13 punti, a seguire proprio la Danimarca con 12, e Armenia e Repubblica Ceca ferme a 9. Ipotizzare tutte le possibili evoluzioni è complicato, ma possiamo dire che l’Armenia (in casa con la Bulgaria e in trasferta contro gli azzurri) all’80% non sarà della partita.

Stelle della nazionale danese sono il capitano, Daniel Agger del Liverpool, il talento dell’Ajax Christian Eriksen e l’eterno Dennis Rommedahl, che a 35 anni ha raggiunto quota 125 presenze in nazionale, nonostante abbia rischiato di rimanere a piedi l’estate scorsa (era svincolato dal suo club, il Brondby). Nella rosa anche due ex “italiani” come Simon Kjaer, ex Palermo e Roma, e l’ex punta da 0 gol alla Juve Nicklas Bendtner, che però in Nazionale non ha perso il posto, se è vero che viene dato titolare. Curiosità: il terzo portiere è Kasper Schmeichel, figlio dell’ex portiere dello United Peter, che dopo un promettente inizio di carriera (al City!) si era un po’ perso, ma che ora è titolare al Leicester, in Championship. Probabile 4-3-3 per i danesi, con: Andersen; Jacobsen, Kjaer, Agger, Wass; Kvist, Kristensen, Eriksen; Rommedahl, Bendtner, Krohn-Dehli. Nell’Italia già ampiamente qualificata di Prandelli mancherà Insigne, oltre a Balotelli; non è ancora certo se il modulo sarà un 4-3-2-1 o un tridente, ma gli interpreti dovrebbero essere: Buffon; Abate, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; Marchisio, Montolivo, Motta; Giaccherini, Diamanti; Osvaldo. Tralascio volutamente di commentare le affermazioni degli ultimi giorni sulle convocazioni, piuttosto ridicole, che provengono da un certo allenatore.

Come sempre nell’ultimo periodo, le gare interessanti sono spesso quelle degli altri, dove c’è ancora lotta per la qualificazione. Nel nostro gruppo c’è l’insidiosa trasferta in Armenia per la Bulgaria (se Manolev e soci perdessero, si riaprirebbe tutto) e la partita tra Malta e Repubblica Ceca. Nel C ultima possibilità per l’Austria, che va in trasferta a Solna contro la Svezia con un solo risultato possibile. Irlanda già fuori, con Trapattoni andato definitivamente in pensione. Ungheria, Romania e Turchia lottano per il secondo posto nel gruppo D; nell’E sono addirittura in 4 per un solo posto, e ancor più ravvicinate che nel nostro gruppo; nell’F la lotta è tra Russia e Portogallo per il primo posto, ma visto il calendario le cose potrebbero rimanere come sono ora (Russia avanti di 1 punto); stessa situazione nel G tra Grecia e Bosnia, ma le due squadre sono pari. L’attenzione andrà in gran parte verso il gruppo H, che attualmente vede l’Inghilterra in testa con 16 punti, Montenegro e Ucraina a 15 e Polonia a 13; il doppio scontro diretto (Ucraina-Polonia e Inghilterra-Montenegro) dovrebbe schiarire le idee, con le due squadre di casa favorite. A meno di sorprese, nell’I i giochi sono fatti: Spagna prima e Francia seconda. A domani, contando che una vittoria non sarebbe del tutto inutile; infatti, metterebbe in cassaforte un posto da testa di serie al sorteggio del Mondiale (che nei fatti c’è già, per via del ranking FIFA, ma che senza almeno una vittoria potrebbe essere messo in discussione).

Il Primo Giro di Boa

classifica serie aLa seconda interruzione causa Nazionale della stagione consente, con la Serie A giunta alla giornata numero sette, di tirare le somme di questa prima parte di campionato che ha visto diverse sorprese e qualche riconferma. Lo stato attuale dell’arte, comunque, non consente chiare previsioni per il futuro: ancora troppe le incertezze che aleggiano su certe situazioni. Ma cominciamo questa disamina partendo dall’alto, dalla sorpresa delle sorprese: con un exploit non preventivabile in estate, la Roma di Rudi Garcia ha meritatamente conquistato la vetta della classifica; 4-3-3 e bel gioco i dogmi dell’ex allenatore del Lille, che ha trovato nell’eterno Totti, nell’onnipresente Strootman, nel roccioso Benatia e nel tuttofare Florenzi gli alfieri perfetti per applicare la sua idea di calcio. I nuovi acquisti si sono integrati perfettamente in un gruppo già consolidato, pur non sfruttato al massimo, già la passata stagione; Gervinho, Strootman, Benatia, Ljajic e Maicon hanno fatto la differenza in questa prima parte di stagione, non facendo al momento rimpiangere Lamela, Marquinhos e Osvaldo. Con 20 gol fatti e 1 solo subito dal Parma di Donadoni, la Roma ha centrato sette vittorie in sette partite. Tuttavia è prematuro parlare di Scudetto per i giallorossi: vero che stanno andando fortissimo, ma quanto durerà questo trend? Per quanto la Roma riuscirà a mantenere questo ritmo? Al momento è impossibile dirlo; l’impressione è che, sul lungo, Napoli e Juventus siano più attrezzate per puntare al titolo. Tuttavia, in ottica terzo posto le cose cambiano radicalmente: la Roma, ad oggi, è chiaramente la favorita, ma solo il campo potrà dirci se lo sarà anche a fine aprile.

Immediatamente dietro ai giallorossi troviamo Inter e Fiorentina mentre il Milan, vittima della partenza a rilento come nella passata stagione, galleggia sornione a metà classifica aspettando i rientri dei giocatori chiave. Qualche numero: l’Inter conta 16 gol fatti e 6 subiti, la Viola 13 fatti e 8 subiti, mentre per la squadra di Allegri la differenza reti è nulla: 13 fatti e 13 subiti. 18 gol fatti e solo 4 subiti per il Napoli di Benitez mentre la Juve conta 14 reti all’attivo contro 6 subite. Prendendo in considerazione questi dati la cosa che salta immediatamente all’occhio è come il Milan abbia preso praticamente il doppio dei gol delle sue dirette concorrenti; i problemi sono noti, ma effettivamente gli errori di Abbiati e i gol presi su palla inattiva quanto hanno fatto la differenza? Dei 6 gol subiti dall’Inter, 4 sono su azione e due su rigore; degli 8 gol subiti dalla Fiorentina 5 sono su azione, 1 su rigore mentre due sono stati causati fondamentalmente da errori del portiere Neto, più o meno con la complicità della difesa. Per quanto riguarda il Milan, su 13 gol 7 sono stati subiti su azione, 4 su calci piazzati mentre due sono stati causati da evidenti errori della difesa e del portiere; sia al Milan che alla Fiorentina, dunque, gli errori dei numeri 1 sono costati almeno due gol. Allarmante il dato sui calci piazzati: l’Inter e la Viola hanno subito gol solo su rigore mentre il Milan ha preso 4 gol su calci piazzati, che essi siano angoli o punizioni; concretamente la distanza tra i gol incassati da Milan e Fiorentina è tutta qui. In conclusione, i gol subiti su calcio piazzato e quelli causati da errori della difesa o del portiere, o di entrambi, sono praticamente la metà del computo totale (6 su 13).  Questo dato deve quantomeno far riflettere, perché continuare a incassare gol su calci piazzati scaverà ancora di più il divario tra il Milan e le altre contendenti al terzo posto; un portiere affidabile, come lo è Handanovic e come si sta per ora rivelando De Sanctis, è un dettaglio non trascurabile che condiziona le stagioni. E questi numeri lo dimostrano.

Fortunatamente maggio è ancora lontano e alla fine mancano 31 partite, un’eternità; siamo solo all’inizio, tuttavia si sta pian piano delineando un quadro che vede il campionato sostanzialmente spaccato a metà. In confronto alla passata stagione, almeno per il momento, il numero di squadre in competizione per le piazze importanti è aumentato, mentre sono venute a mancare squadre come per esempio Parma e Catania che lo scorso anno fungevano da “collante” tra  la parte sinistra e la parte destra della classifica. Questi equilibri, tuttavia, sono tutt’altro che stabili e basta poco per cambiare le carte in tavola: così come è sbagliato assegnare titoli e piazzamenti a ottobre è sbagliato anche preparare i funerali troppo presto. La passata stagione ci ha insegnato ad avere pazienza e fiducia, anche se questa volta la rimonta sarà davvero durissima: la Roma ha già il triplo dei punti del Milan, per raggiungerla sono necessarie 4 vittorie e un pareggio a fronte di 5 sconfitte dei giallorossi, distribuite nell’arco del campionato. Il mancato accesso alla Champions League causerebbe danni irreparabili; questo Milan non è nuovo a rimonte importanti, ma a scherzare col fuoco alla fine c’è il rischio di bruciarsi, e forse questa volta la disastrosa partenza in campionato potremmo pagarla molto cara. 

L’assurdità della discriminazione

1104474-17503170-640-360Certe sentenze possono uccidere una società”. Queste le parole di Adriano Galliani a poche ore dalla sentenza del giudice sportivo Tosel che ha deciso di punire il Milan per presunta DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE nella partita dello Juventus Stadium, a giocare il match contro l’Udinese a porte chiuse. Parole giudicate da molti eccessive, ma che io non posso che condividere. Come hanno scritto in molti il Milan è già alla seconda sanzione per DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE (continuerò a scriverlo in maiuscolo per sottolineare l’assurdità del concetto in un Paese come l’Italia): dopo la chiusura della curva e l’obbligo di giocare a porte chiuse, il prossimo step porterebbe la sconfitta a tavolino per 3 a 0, successivamente la perdita di punti e infine si potrebbe arrivare addirittura alla radiazione dal campionato. Insomma altri cori giudicati discriminanti provenienti da una manciata di tifosi, potrebbero veramente decretare la scomparsa di una società dal campionato: il tutto significa dare la possibilità, il potere a un nugolo di persone di ricattare, minacciare, pretendere favori o magari biglietti gratis, per evitare sanzioni ben peggiori. Ma questo è solo un aspetto di una vicenda a dir poco assurda. Basta pensare a ciò che è realmente accaduto domenica sera: io ero allo stadio e posso confermare che nessuno ha sentito o riconosciuto cori provenienti dal settore ospiti, occupato da 872 persone. Considerando che domenica sera lo Juventus Stadium ha fatto il tutto esaurito, mi stupisco dell’udito a dir poco fino del procuratore federale che è riuscito a distinguere distintamente un coro offensivo da parte di quei 872 tifosi milanisti in mezzo ai 39.128 tifosi bianconeri, che con i cori non si sono di certo risparmiati. Ma l’udito del procuratore federale non deve essere soltanto fino, ma anche estremamente selettivo, non avendo sanzionato gli innumerevoli cori offensivi contro Balotelli, contro Mexes e contro le rispettive madri.

La mia riflessione però a questo punto si amplia e guarda al passato: concentrarsi sui cori anti-napoletani di tutte le curve italiane sarebbe forse troppo, quindi preferisco parlare solamente dei cari tifosi juventini. Che non solo sono conosciuti come una delle curve più razziste d’Italia, non solo hanno più e più volte preso di mira i napoletani, ma addirittura nella stessa partita che costerà al Milan a chiusura di San Siro, si sono rivolti al settore ospiti con il coro “Quel settore lì… quel settore lì…. sembra Napoli“. Che il procuratore non abbia sentito? Che il procuratore non consideri il coro discriminatorio? A questo punto mi sembra lecito pensare che non sia eticamente corretto affidare le sanzioni a una persona che in base al proprio personalissimo giudizio distingua tra cori TERRITORIALMENTE DISCRIMINATORI o meno. La vicinanza degli altri presidenti di serie A e delle curve di Inter e Napoli, sottolineano l’assurdità della norma, che rischia di diventare un pretesto per un’alleanza anomala tra le curve contro le istituzioni.

La chiusura di San Siro finisce per penalizzare non solo la squadra, la società ma anche tutti gli abbonati che per quella partita hanno pagato e che a causa di un presunto coro che nessuno ha sentito e che nessuno vuole riportare, saranno costretti a rinunciare ad assistere al match dal vivo, ovvero un loro sacrosanto diritto.
C’è chi ora alza la voce, sottolineando come la norma vada rispettata, ma io mi sposterei sull’assurdità della norma: una legge che in Europa non esiste e che appare un controsenso in un Paese in cui per decenni rappresentanti della Lega Nord siedono al governo e basano la propria identità sulla discriminazione territoriale, un Paese in cui le curve fondano la loro rivalità anche su questi scontri territoriali che vanno in scena da anni e che nessuno si è mai sognato di sanzionare. Ma improvvisamente la sanzione arriva e casualmente coinvolge il Milan, quel Milan accusato di godere di favori arbitrali e di rigori regalati, ma che adesso dovrà fare a meno dei propri tifosi.

Questo non è Milan

Allegri_GN1Dove arriveremo non si sa, ciò che è certo è che più in basso di così non si può scendere. Il Milan di quest’anno, che poi non è così tanto diverso dal Milan dell’inizio della scorsa stagione, sta raggiungendo dei livelli assurdi per una squadra di questo calibro. Partire con un gap diventato quasi già incolmabile è pazzesco, e nessuno lo aveva messo in conto quando si è deciso di trattenere per un altro anno l’incompetente livornese.

A pagarne le conseguenze come sempre siamo noi, poveri illusi, che siamo costretti ad assistere a spettacoli indecenti, prestazioni infime non degne del nostro nome. E tutto, o gran parte, per colpa di Allegri, colui che per definizione parte male e solo successivamente permette alla squadra di esprimersi come dovrebbe. La differenza tra chi lo esalta e chi invece lo crocefigge sta tutta qui: le sue rimonte non sono frutto di miracolose strategie tecnico-tattiche o capacità da allenatore superiori alla norma, ma sono semplicemente il normale frutto che una rosa come quella di cui dispone dovrebbe dare fin dall’inizio. Lui arriva dopo, in tutto, e anche nel capire cosa la squadra deve fare o non fare, chi mettere o non mettere in campo e in quale ruolo. Tutto in ritardo, sempre in ritardo…come chi non ha ancora accettato la sua inadeguatezza e si è saggiamente dedicato anima e corpo pur di trattenerlo. Le critiche sono quindi duplici: a lui, per tutto quello che non fa, e alla società, per non aver preso una decisione ovvia e scontata per il bene del Milan.

I frutti di questi errori colossali li abbiamo visti anche nell’ultima gara contro la Juve, una di quelle gare che non vorresti mai perdere, per nessun motivo al mondo. Invece noi ci siamo riusciti ancora una volta, nonostante fossimo partiti già in vantaggio di un goal. Nemmeno quello è bastato, magari fossero stati due o tre potevamo ragionare; la difesa scandalosa continua a prendere goal a seguito di episodi ed errori banali, frutto probabilmente di una non corretta preparazione tattica e psicologica. Una barriera che lascia un buco perfetto per il tiro di Pirlo, un pallone in nostro possesso perso banalmente per mancanza di idee e persino una ribattuta della traversa sulla quale i nostri nemmeno pensano di arrivare: non chiamatelo squadrone, quello juventino, perché senza qualche ingenuità individuale e una maggiore preparazione tattica a quest’ora staremmo parlando di un’altra partita. Il fatto che i minuti finali siano sempre diversi dal resto della partita la dice lunga sul lavoro dell’allenatore: è solo l’orgoglio dei singoli, la voglia di non perdere, a tenere a galla questa squadra. Quando ci sarebbe da amministrare, controllare e magari anche addormentare il gioco, la mano dell’allenatore non c’è, e il castello composto anche da elementi non molto stabili crolla al minimo scossone.

Per il resto, la sfida contro i bianconeri ha regalato l’ennesimo scempio di Mexes, che aveva bisogno delle sue consuete 3/4 settimane di vacanza e se le è abilmente prese con un gesto che non è affatto nuovo per lui. Se si è criticato Balotelli tanto da arrivare a non difenderlo in nessun modo, si faccia molto peggio con Mexes, che non ha la scusante della giovane età né del massacro continuo appena tocca palla. Non sono quindi sorpreso dalle 4 giornate complessive che gli hanno inflitto, e spero che nessuno abbia in mente di far ricorso; elementi del genere farebbero meglio ad andare da qualche altra parte, per il bene loro e soprattutto della squadra. Gente così, per me, non ha mai rappresentato “il Milan”, e mai lo farà! E’ indecente, invece, la partita a porte chiuse che dovremmo giocare ancora una volta per “insulti territoriali”, una dicitura che a quanto pare compare solo quando c’è da punire il Milan…o quel che ne rimane al momento.

Vergogna Senza Fine

Tosel e i suoi collaboratori

Tosel e i suoi collaboratori

Nel tardo pomeriggio di oggi, in seguito allo svolgimento della settima giornata del campionato di calcio di Serie A, il giudice sportivo Tosel, che nella foto di repertorio qui a fianco potete vedere insieme ad alcuni collaboratori, ha emesso i seguenti verdetti: Comunicato ufficiale n.56.

Ignorando la questione Mexés, che verosimilmente la squalifica se la merita dalla prima all’ultima giornata, la nostra attenzione scivola a pagina 3, dove leggiamo:

“Obbligo di disputare una gara a porte chiuse ed ammenda di € 50.000,00: alla Soc. MILAN per avere alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6° ed al 43° del secondo tempo, intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società”

Ve lo dico subito: il coro in questione è “Noi non siamo napoletani”. Un’affermazione. In poche parole, tutto San Siro per un coro della Curva, un coro che si sente e si canta ovunque da almeno vent’anni, viene squalificato. In Lega, probabilmente, nessuno ha mai messo piede in uno stadio. In Lega nessuno si rende conto che lo sfottò fa parte del gioco. In Lega nessuno si rende conto che altre tifoserie e altri stadi in cui si è visto molto peggio questa pagliacciata non l’hanno vista e mai la vedranno. Mi rifiuto di credere che i tifosi del Milan siano gli unici nell’universo a cantare cori “espressivi di discriminazione territoriale” nei confronti di altre squadre/città/regioni. Eppure solo i tifosi del Milan sono bersagliati e puniti.

C_4_articolo_2001516__ImageGallery__imageGalleryItem_0_imageMa il bello è che la Lega è stata perculata dai napoletani stessi! Guardate qua, l’immagine non è chiarissima, ma dice “Napoli colera: e adesso chiudeteci la curva“! Vedete la “discriminazione territoriale” che razza di cialtronata è? Combattuta anche da coloro che dovrebbero essere le vittime!

La realtà è che, alla fine, a pagare saremo come al solito noi tifosi: stadio chiuso, con tanti saluti agli abbonati. A pagare saranno 23 mila cristiani che, per colpa di quattro cialtroni incompetenti (chi ha fatto la legge molto più di Tosel) non andranno a vedere la partita per di più perdendoci i soldi. Sei anni di abbonamento, sei anni che sento questi cori, regolarmente, da milanisti e non. Mai nessuno ha alzato un dito.

Per completare la festa questa era la seconda sanzione: alla terza 3-0 a tavolino e penalizzazione. Quattro buffoni incompetenti stanno cercando in tutti i modi di disintegrare quello che rimane della “domenica”, cancellando dagli stadi il tifo, organizzato o meno, perché questo è il chiaro messaggio, in maniera tale da avere milioni e milioni di lobotomizzati davanti alla tv al calduccio sul divano a vedere la partita. La discriminazione territoriale è l’ultima di una lunga serie di cialtronate che ha, come sola finalità, il ridicolizzare il calcio italiano. Tutto ciò va fermato. Che la società, oltre che i tifosi, si facciano sentire, perché questo non è più tollerabile.

Sempre Forza Milan!

Articolo originale

Juventus – Milan 3-2: Up & Down

Up

Giorgio Chiellini: in TV va a fare la morale a Mexes per il fallo subito. Domani Bonucci spiegherà che scommettere è sbagliato mentre mercoledì Berlusconi e Provenzano parleranno della legalità.

Philippe Mexes: “Beh? Ho provato a sistemargli il naso”. Ecco Philippe, una cosa. La prossima volta PIU’ FORTE.

Il Napoli: presa di posizione della curva contro Tosel. Che pensa di auto-squalificarsi tre giornate.

Mexes migliora fisicamente Chiellini

Mexes migliora fisicamente Chiellini

Down

Massimiliano Allegri: anche oggi esordisce col solito “Abbiamo giocato bene”. Persino il discorso di Bondi in parlamento settimana scorsa è sembrato più coerente.

Conte: la stampa ci destabilizza, non vogliono farci vincere il terzo scudetto di fila. Hanno già le fatture di pagamento anticipato?

Matri & Tevez: uno più inguardabile dell’altro. Però se a calcio fanno schifo solamente uno dei due può poi rifarsi a scopa. D’assi.

Juventus – Milan 3-2: Sulley non basta

juventus_milan_vidal_gettySiamo usciti sconfitti, con un 3-2 che pur lasciando adito a recriminazioni per quanto visto nelle fasi iniziale – gol di Muntari, 588 giorni dopo, grazie alla dormita di Asamoah che lo ha mantenuto in gioco – e finale – sempre gol di Muntari, grazie a Bonucci e alla sua deviazione – della partita, sembra persino troppo poco severo rispetto a quanto visto in certi frangenti centrali delle due frazioni, e in una partita che si è rivelata, soprattutto sul piano fisico, una vera battaglia. Protagonista in negativo Philippe Mexes, espulso per due interventi ingenui dopo essere stato graziato per un pugno rifilato in area a Chiellini: col senno di poi, sarebbe stato meglio che il fallo venisse sanzionato in quel frangente con rigore ed espulsione, in quanto ciò avrebbe evitato la probabile applicazione della prova tv, con la quale probabilmente dovremo aspettare più di un mese per rivedere il centrale francese in campo (basti pensare a Bonucci, la cui testata è stata punita con una mai così provvidenziale ammonizione).

Non che se ne fosse sentita tanto la presenza: sia prima che dopo l’espulsione, infatti, gli attaccanti bianconeri hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo nelle larghe maglie della difesa (e vedere anche Giovinco danzare, manco fosse Maradona, tra i giocatori rossoneri fa male, e tanto), e i soliti interventi del provvidenziale De Jong hanno potuto fare ben poco. Soprattutto quando un intervento dell’olandese pulito e sul pallone, grazie a un tuffo di Tevez, ha portato alla punizione (e già ci è andata bene così) causa del primo gol, e quando due dei tre gol juventini sono nati dalla solita canonica situazione di palla inattiva nella quale né Abbiati – la cui prova, grazie ai numerosi interventi effettuati, è da considerarsi positiva – né i difensori sono riusciti a metterci la pezza. E soprattutto quando Muntari si è visto circondato da due uomini e buttato a terra in area, senza che nessuno se ne accorgesse.

Ma non dobbiamo trovare alibi nella scarsa prestazione del sestetto arbitrale: il Milan si trova ad inseguire, a -13 dalla vetta e -11 dalla zona Champions: e Allegri continua a minimizzare, a guardare il bicchiere mezzo pieno (un punto in più rispetto a un anno fa, e stessa distanza da quella Fiorentina che l’anno scorso tanto ci fece penare, ma che in questo settembre è stata in piena emergenza), a difendere le proprie assurde scelte – come inserire l’impalpabile Nocerino al posto di Poli, unico giocatore davvero in palla del nostro centrocampo, perché “aveva giocato troppe partite”. Ottima scusa, il giorno prima della sosta. Una squadra del blasone e della caratura del Milan non può permettersi una tale assenza di gioco: in altri contesti, ci si sarebbe sbarazzati di un problema del genere (perché la guida tecnica in questo caso non è capro espiatorio bensì problema) il prima possibile. E ora la sosta, con tante ferite da leccare.

JUVENTUS – MILAN 1-1 (Chiellini, Pirlo, Giovinco/Muntari, Muntari)
Juventus: 
Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Padoin (55? Pogba), Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah, Tevez (85? Llorente), Quagliarella (67? Giovinco) All.: Conte
Milan: Abbiati, Constant, Mexes, Zapata, Abate, Muntari, Nocerino (72? Niang), De Jong (86? Poli), Montolivo, Matri, Robinho (76? Zaccardo)
All.: Allegri
Ammoniti: 14? De Jong, 17? Constant, 23? Bonucci, 69? 75? Mexes, 92? Muntari
Espulsi: 75? Mexes
Arbitro: Rocchi

Juventus – Milan: LIVE! Serie A 2013/14

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E’ IL SUPERCLASSICO DEL CALCIO ITALIANO: AL CONAD STADIUM SI AFFRONTANO PER LA 271ESIMA VOLTA JUVENTUS E MILAN IN QUELLA CHE PER NOI E’ L’ULTIMA SPIAGGIA PER POTER AMBIRE ALLO SCUDETTO IN UNA GIORNATA CHE POTREBBE RISCRIVERE LA CLASSIFICA VISTI I TRE SCONTRI DIRETTI IN PROGRAMMA. SEGUITE CON NOI LA PARTITA DOMENICA 6 OTTOBRE, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

Juventus - Milan

Juventus – Milan: big match prima della sosta

Juventus FC v AC Milan - TIM CupDomenica 6 ottobre, ore 20.45, Juventus Stadium. Nell’ipermercato Conad più grande d’Italia è di scena il big match della 7° giornata di Serie A, con il Milan che va a far visita alla Juventus.

Sull’avversario non c’è bisogno di fare le presentazioni: i vincitori degli ultimi due scudetti sono la squadra che tutti bene o male conosciamo, e che fornisce vari giocatori alla Nazionale (anche se sui criteri di selezione degli azzurri ci sarebbe molto da dire). I bianconeri sono secondi a quota 16 punti, alla pari con il Napoli e dietro solo alla Roma capolista a punteggio pieno. Sembrano essere queste tre squadre, appunto, le favorite per il campionato.

Ma, a volerci pensare bene, la squadra che ha pareggiato 2-2 in casa con il Galatasaray non sarebbe affatto irresistibile, in condizioni normali. La solita coppia centrale Bonucci-Barzagli e gente come Marchisio e Asamoah, più Giovinco -uno che probabilmente verrebbe sovrastato anche tra gli allievi, visto che qualcuno di questi è già sviluppato fisicamente- non costituisce un pericolo a livello europeo (dove, peraltro, certe garanzie non ci sono). Mentre il Milan, che alla fine della fiera e nonostante tutto è la squadra italiana con più punti nei gironi di Champions, con la rosa al completo e una certa attenzione per la fase difensiva potrebbe tranquillamente ambire a scavalcare molte delle avversarie attuali. L’ottavo posto alla pari con Livorno e Torino, e dietro al Verona, sta stretto; e soprattutto, un gioco come quello visto contro la Samp sabato scorso -dove hanno brillato per impegno Birsa e De Jong, e si è visto poco altro- non si deve più ripetere. Dall’infermeria arriva anche qualche buona notizia: sembra che De Sciglio stia rientrando, mentre Kakà è sulla via del recupero. Si avvicina anche il rientro di Silvestre (e Bonera, ma forse era meglio un suo stop a lungo termine), e vedremo se l’argentino potrà tornare quello visto in Sicilia.

Altre due partite di cartello della giornata sono Inter-Roma e Lazio-Fiorentina. Mentre scrivo la prima si deve ancora giocare (sabato, 20.45), mentre l’allegra banda di Montella va in visita all’Olimpico nel posticipo domenicale. L’unica big che -teoricamente, visto il risultato in casa con il Sassuolo- dovrebbe affrontare un turno facile è il Napoli di Benitez. Ma attenzione all’avversaria, il neopromosso Livorno; la squadra di Davide Nicola è la sorpresa di inizio campionato insieme al Verona, impegnato in trasferta a Bologna. Una giornata che potrebbe rivoluzionare la classifica; calci piazzati permettendo, possiamo esserci anche noi.

Probabile formazione: Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Emanuelson; Poli, De Jong, Nocerino; Montolivo; Matri, Robinho.

La mano del mister

129276184Nella gara di Champions di martedì contro l’Ajax sera abbiamo assistito ad uno spettacolo a dir poco scoraggiante con la squadra che soprattutto nel primo tempo ha dato prova di tutti i suoi difetti e delle mancanze che da qualche hanno a questa parte siamo costretti a sopportare.

Schemi difensivi praticamente inesistenti, poche idee anche in attacco e un centrocampo che si sbatte per quanto possibile ma che al minimo errore in copertura viene punito complice l’inconsistenza del reparto arretrato. Insomma un concentrato di tutte quelle cose che un tifoso non vorrebbe mai vedere in campo:  ci sono come ben sapete versioni differenti su chi abbia le colpe di quanto accade ma è mia personale convinzione che le responsabilità maggiori siano dell‘allenatore, nonostante i numerosi infortuni facciano la loro bella parte, e come controprova vorrei portare alla vostra attenzione due squadre che hanno giovato del cambio dell’allenatore e che casualmente si affronteranno proprio stasera: Roma e Inter.

La squadra della capitale è in testa alla classifica con gran merito, ha battuto la Lazio nel derby e ha ridato fiducia e sorriso ai tifosi che a causa della sciagurata gestione di Zeman erano stati entrambi smarriti. E’ bastato soltanto un allenatore con poche idee semplici e chiare come quelle di Garcia, un mercato concordato a tavolino con lo stesso che con la cessione di alcuni giocatori come Lamela, Marquinhos e Osvaldo ha trovato nuova linfa ed è servito a riempire quei vuoti in rosa palesi a tutti: Balzaretti, Strootman e Gervinho, non di certo top player da 100 milioni di euro ma giocatori in grado di far più che bene all’interno dei confini nazionali. Certo la Roma non ha per ora affrontato grandissimi ostacoli se escludiamo proprio gli undici di Petkovic e la panchina a mio avviso è un po’ troppo corta ma sotto il piano del gioco il salto di qualità è a dir poco incredibile.

La stessa cosa dicasi all’incirca per i cugini che con Mazzarri in panchina hanno ritrovato entusiasmo, forse anche troppo ma li conosciamo da tempo, e vittorie o risultati importanti come il pareggio con la Juventus. Inoltre il tecnico ex Napoli ha saputo, cosa assolutamente non da poco, rivalorizzare alcuni giocatori che con Stramaccioni era diventati simboli iconici di “scarsaggine” unica vedi lo stesso Jonathan o Ricky Alvarez. Anche qui ripeto non si tratta di campioni, o magari solo gli interisti potrebbero ritenerli tali, ma giocatori che hanno ritrovato la forma atletica migliore ma soprattutto una squadra con un minimo di organizzazione.

Non è mia intenzione convincere nessuno ma una cosa mi sembra piuttosto palese: qualcosa occorre cambiare perché show osceni come quelli di martedì sera non continuino a ripetersi.

Un Film già Visto

20130916_c4_kaka-infortunioSono passati tre anni ormai dal 28 agosto del 2010, giorno della prima partita ufficiale di Allegri sulla panchina del Milan, un netto 4-0 al Lecce. Dopo un campionato vinto, uno perso malamente e un terzo posto conquistato per il rotto della cuffia, il Milan odierno presenta limiti e problematiche ben note già all’inizio della gestione del tecnico livornese.  Prima di queste è la partenza diesel in campionato: ogni santa stagione da settembre a novembre, circa otto giornate, il Milan lascia per strada punti preziosi contro squadre abbordabili, e quest’anno non fa eccezione; punti che, nel computo finale, limitano la classifica della squadra. La passata stagione si parlò di miracolo, ma di che miracolo parliamo se alla fin fine abbiamo solo recuperato, e tardivamente, i punti persi nelle prime giornate? Quest’anno le squadre in lizza per la Champions sono di più e più agguerrite, Roma su tutte: replicare l’exploit della passata stagione non è cosa scontata.

Quali i motivi di queste partenze? la preparazione, innanzitutto: la squadra arriva spompa fisicamente e poco concentrata e, altra costante della gestione Allegri, gli infortuni sono all’ordine del giorno. La fortuna non ci arride, ma affrontare più partite con la squadra imbottita di riserve di certo non aiuta; adeguare la preparazione dopo che per tre anni si ripresenta lo stesso identico problema sarebbe quantomeno il minimo. Senza dimenticare l’ultima, clamorosa, costante allegriana: le palle inattive. Per noi i calci d’angolo sono rigori contro, praticamente: l’Ajax ci ha castigato, e ringraziamo l’imprecisione di Costa se non lo faceva anche la Sampdoria. E cito solo le ultime partite. La cosa più inquietante sono gli schemi… si vabbè schemi… usati per difendere: alcuni giocatori vanno a uomo, altri a zona, roba mai vista. Risultato: le comiche. Partenza lenta, infortuni e calci piazzati sono problemi irrisolti della gestione allegriana, che dopo 3 anni di Milan non è ancora riuscito a risolvere note problematiche. Nonostante ciò, sul lungo la squadra è sempre venuta fuori, in un modo o nell’altro; il meglio si è sempre visto a partire da febbraio, nella seconda parte di stagione. Eppure, buona parte dei tifosi non si esime dallo sparare verdetti già a settembre, immemori della lezione impartita dal passato: che senso ha dichiarare il Milan inferiore a Roma, Inter, Fiorentina e Lazio dopo appena sei giornate? La stagione è appena iniziata, e gli equilibri possono mutare rapidamente; partire dietro a tutte non ci aiuta, ma i conti alla fin fine si fanno a maggio, al di là di tutti i problemi della squadra ora come ora è troppo presto per sparare verdetti o assegnare titoli e piazzamenti.

E quelli che sparano verdetti a settembre spesso e volentieri sono quelli che, da giugno ad agosto, rievocano Van Basten e Rijkaard per ogni attaccante o mediano che arriva, quelli che vivono nel tanto idilliaco quanto irraggiungibile glorioso passato rossonero sottoponendo a un increscioso paragone con campioni del passato ogni nuovo giocatore acquistato. La situazione è evidentemente cambiata, il Milan odierno è un altro Milan, ma per evidenti ragioni economiche più di così non si potrebbe fare. Si parla di chiarezza: “Perchè non dicono come stanno le cose? Perchè non dicono che siamo da Europa League e da sesto posto?” Se Galliani in conferenza stampa dicesse questo, voi fareste l’abbonamento? O andreste in giro a dire “Eeeeh il Milan è finito, siamo una provinciale, pirla voi che vi abbonate e ci smenate i soldi…”? Facile criticare il mercato fatto con gli “scarti” del Real Madrid, quando i suddetti scarti giocherebbero titolari in qualunque squadra al mondo Bayern Monaco e Barcellona escluse, facile dire “SE CI AVEVA IO ORA HAVREBBEMO BALLE ZILLO E FABBREGASSE” come se fare mercato fosse una bazzecola da due soldi, quando rinforzare una squadra senza soldi è cosa ben difficile da fare.

Inutile inneggiare alla chiarezza quando la posizione del tifoso non cambierebbe di una virgola, anzi sarebbe forse più catastrofista. In fondo, anche se Galliani parlasse di ridimensionamento, si ribatterebbe: “il Milan deve sempre puntare a Scudetto e Champions”. Sia ben chiara una cosa, io sono d’accordo: nemmeno a me esalta un Milan che arriva terzo e lontano dal livello delle prime tre – quattro squadre europee; tuttavia ad oggi la situazione è questa, è inutile rifugiarsi nel passato o rinnegare il presente, bisogna andare avanti e combattere per ritornare laddove ci compete e bisogna farlo ripartendo da questa squadra, che piaccia o no. Bisogna guardare in faccia alla realtà: finché Silvio Berlusconi rimarrà presidente la situazione non cambierà. Bene o male, il Milan rimarrà a questi livelli. Ma in fondo, al tifoso che sia un Milan da Champions, da terzo posto, da Serie B o da Dilettanti questo non dovrebbe importare; al di là di ogni critica il Milan si segue e si ama, senza discutere, nel bene e nel male. Sempre e per sempre

Destinazione Lisbona – 4° puntata: La Juve ancora bloccata

1101903-17472318-640-360La settimana di Champions si è configurata come negativa per le formazioni italiane. Oltre al pareggio in extremis del Milan, infatti, le squadre del Bel Paese hanno portato a casa la sconfitta del Napoli a Londra contro l’Arsenal e il rocambolesco pareggio della Juve contro il Galatasaray. Gli uomini di Benitez (ora secondi insieme al Dortmund dietro ai londinesi), ben lontani dalla compagine che aveva portato a casa i tre punti contro il Borussia (e inoltre privi di Higuain), hanno dovuto soccombere sotto i colpi, nel primo quarto d’ora di partita, di Giroud e un ritrovato Ozil – che molti a Madrid già rimpiangono; la squadra di Conte, invece, dopo aver trascorso buona parte della partita in svantaggio contro i turchi di Roberto Mancini grazie al gol di Drogba, ha ribaltato il risultato grazie a un rigore di Vidal (ci stava, ma va ringraziata la clamorosa ingenuità del difensore turco) e a Quagliarella, per poi vedersi beffata all’89° da una rete di Umut Bulut. Juve che esce con le ossa rotte, più che sul piano della classifica (dove è seconda dietro al Real Madrid ancora vincitore per 4-0 sul campo del Copenhagen, grazie a un Wiland lontano parente di quello visto due settimane fa), su quello fisico, con Lichtsteiner e Vucinic usciti malconci.

Se nel nostro girone il Barça ha liquidato non troppo agevolmente (1-0 in 11 contro 10, con rete di Fabregas) la pratica Celtic, negli altri gironi di Champions le vere sorprese arrivano dalle squadre di Manchester. Mentre lo United ha pareggiato soffrendo contro lo Shakhtar, facendosi rimontare da Taison il vantaggio iniziale di Welbeck, il City ha perso 1-3 al City of Manchester contro il Bayern Monaco di Guardiola, autore per i primi 70 minuti (nei quali i Citizens non sono proprio entrati in campo) di una vera e propria lezione di calcio. Perché quelli da battere sono ancora loro, più di Barça e Real. Il City si fa raggiungere al secondo posto dal CSKA Mosca, vittorioso per 3-2 in sofferenza contro il Viktoria Plzen, mentre United e Shakhtar continuano la loro marcia appaiata, avvicinati dal Bayer Leverkusen che ha sconfitto in casa il Real Sociedad grazie ad una splendida rete di Hegeler in zona Cesarini.

Per quanto riguarda i rimanenti gruppi, nel girone C il PSG ha sconfitto agevolmente per 3-0 il Benfica (doppietta di Ibrahimovic e gol di Marquinhos), mentre a Bruxelles si è assistito ad una sorprendente vittoria dell’Olympiakos contro i padroni di casa dell’Anderlecht, che per lunghi tratti avevano dominato la partita, senza perciò meritare l’impietoso 3-0 finale. Nel gruppo E non sembrano fare fatica nemmeno in trasferta lo Schalke (vincitore 1-0 a Basilea grazie a Draxler) e il Chelsea (perentorio 4-0 sul campo della Steaua Bucarest), mentre il gruppo G vede la prosecuzione, con il 2-1 sul Porto firmato Godin e Arda Turan, dell’incredibile striscia positiva dell’Atletico Madrid.

Ajax – Milan 1-1: Up & Down

Up

Silvio Berlusconi: in senato cambia idea tra fiducia e sfiducia ben quattro volte in poco tempo. Allora l’Alzheimer non ce l’ha solo Allegri!

Mario Balotelli: si procura il rigore decisivo scatenando le ire dei media e dei tifosi pronti a sparare a zero. Ma come si permette? 

Carlos Tevez: dopo aver postato su Twitter la foto della sua caviglia rotta è già pronto a tornare in campo dopo tre giorni. Conte fa miracoli, Fajardo di più.

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Down

Il Napoli: pari col Sassuolo e sconfitta umiliante a Londra. Quanto pesano i festeggiamenti post-triplete!

L’Arsenal: decima vittoria consecutiva, diciannovesima nelle ultime 22 partite. Dov’è finita la squadra materasso che conoscevamo?

Il regolamento del calcio: da qualche parte ci deve essere scritto che i falli su Balotelli non possono essere puniti con il giallo. Ci aiutate a trovare il paragrafo?