Milan – Fiorentina 0-2: due novembre

BYGJldICAAAzhHZE’ il capolinea del Milan di Allegri ed arriva nel giorno di morti. Morti come quelli che si sono visti oggi in campo in quella che credo sia la Caporetto dell’era acciuga poiché perdere con una Fiorentina apparsa veramente modesta era difficile se non impossibile. Eppure eccoci qua: 0-2 e a casa, un punto nelle ultime tre gare con i soliti problemi quasi di apatia: il problema del Milan è nell’atteggiamento alle partite troppo passivo, distratto, quasi goffo: puoi correre e sudare ma quando non ci sei di testa non puoi farci nulla. Il problema panchina è talmente evidente che chi lo nega è in malafede: non riusciamo ad arrivare davanti se non con errori degli avversari o giocate dei singoli come quella di Kakà contro la Lazio. Credo che il Milan stasera sia uscito da San Siro senza aver fatto un tiro in porta – il che è abbastanza scandaloso per la squadra non dico del passato ma anche solo di sei mesi fa.

L’unico che si è dannato è il 22, gli altri non hanno idea di cosa voglia dire indossare la maglia del Milan anche perché in panchina c’è un allenatore che non è degno di sedervisi sopra. Si continua a parlare di mercato ma il mercato ad oggi è ingiudicabile – e lo è perché è palese che i singoli non rendano al 100% per colpa di un demotivatore completamente incapace di preparare le partite sia sotto l’aspetto tattico, sia sotto l’aspetto psicologico che conta più del 50% nel calcio moderno (vedasi Josè Mourinho ed Antonio Conte).

Gli errori tattici sono troppi e sono grossolani: la difesa non solo è posizionata palesemente male, troppo alta (basta vedere una qualsiasi gara della Juventus per capirlo) coi terzini chiamati ad impostare l’azione perché non vi è ormai alcun collante tra i mediani e l’attacco lasciando fuori dal gioco i trequartisti. Abbiamo un 4-3-3 che è diventato un 4-1-2-1 con i due dietro Balotelli a slargarsi sulle fasce rimanendo completamente fuori dall’azione, spesso soli, senza inserimenti dei compagni e quindi possibilità di lanciarsi creando azioni pericolose: pochi tiri da fuori e mal costruiti, uno-due completamente inesistenti e mi fermo qui.

“Ma i singoli”: ma i singoli una beata cippa di minchia. Montella lancia due giovani semisconosciuti titolari con sette infortuni mentre Allegri tiene dentro il suo pupillo Muntari ancora una volta (grande vaccata sulla barriera, fuori uno e l’altro)… guardo i nomi e i nomi dicono che la qualità a centrocampo c’è (Kakà, Montolivo, Poli, Saponara) e se questa non combina nulla forse il problema è da un’altra parte. Allegri dovrebbe saltare oggi ma, purtroppo, ormai il danno è fatto e la stagione è compromessa: chi arriva può fare 8-10 punti in più ma ormai la base tattica è bruciata e bisogna ripartire da zero con prospettiva Europa League (che personalmente vorrei evitare in quanto fastidio nella stagione successiva) se va di culo.

La realtà ci dice che Allegri è solo, sfiduciato completamente da tutto lo stadio insieme a Galliani che ha grave colpa di aver avallato in buona fede ogni acquisto richiesto da Acciuga e proposto a Berlusconi (che comunque, da 27 anni a questa parte è colui che mette il placet sull’allenatore). Voglio comunque dare credito agli ultimi due, sia perché glielo dobbiamo per il loro passato, sia perché come sapete non amo i concorsi di colpe poiché generalizzare le colpe vuol dire non individuare un responsabile, assolvendo tutti. La colpa maggiore ad oggi è del signor Massimiliano Allegri e passerà al sig. Galliani Adriano qualora questo non richieda l’esonero al presidente Berlusconi entro domenica prossima poiché è palese che questo allenatore non ha più né le capacità, né le motivazioni per risiedere sulla nostra panchina. Capisco però la necessità di Barcellona dove sono convinto che la squadra farà una buona partita dato che, come l’andata, è una gara che sul piano motivazionale si prepara da sola.

Credo che a questo punto la società debba prima un esonero e poi delle scuse ai tifosi, in particolare a quelli della curva accusati troppo spesso di essere prezzolati e filosocietari rimasti invece ultimo baluardo insieme ai giocatori, fino ad oggi. Poi l’esonero, dovuto anche solo per dare una scossa perché ad oggi chiunque arrivi è sicuramente migliore, infine una bella pressione mediatica come ai bei tempi poiché anche oggi grazie all’arbitraggio a senso unico del signor Mazzoleni abbiamo capito quanto sia importante in serie A lamentarsi in continuazione mettendo pressione all’arbitro cosa che noi non facciamo. E poi ripartiamo perché mercoledì c’è La partita e un buon risultato potrebbe già scacciare i fantasmi alle spalle dato che la squadra ha bisogno di togliersi di dosso un po’ di pressione: fa male pensare che con un Mazzarri a quest’ora eravamo a giocarci l’accesso diretto in Champions League.

Milan-Fiorentina 0-2 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Vargas al 27′ p. t., Borja Valero al 28′ s.t.
MILAN (4-3-3): Gabriel; Abate, Zaccardo, Zapata, Constant; Montolivo, De Jong, Muntari; Birsa (dal 12′ s.t. Niang), Balotelli, Kakà. (Amelia, Abbiati, Robinho, Saponara, Matri, Poli, Cristante, Emanuelson, Vergara). All. Allegri.
FIORENTINA (4-3-1-2): Neto; Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Savic, Pasqual; Aquilani, Ambrosini (dal 34′ p.t. Vecino), Vargas; Borja Valero; Matos, Rossi. (Lupatelli, Munua, Alonso, Roncaglia, Compper, Rebic, Joaquin, Wolsky, Iakovenko, Olivera).
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo
NOTE: Spettatori 44.261 per un incasso di 1.186.253,94 euro. Ammoniti Matos per c.n.r., Aquilani, Balotelli per gioco scorretto. Angoli 10-3. Recuperi 2’ p.t., 3’ s.t.

Milan – Fiorentina: LIVE! Serie A 2013/14

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UEEEEEEEEEEEEEEH! UEEEEEEEEEEEEEEEH! LI SENTITE I PIANTI? A SAN SIRO ARRIVA LA LAMENTINA DI DELLA VALLE! NON SARA’ FACILE METTERSI CONTRO LO SQUADRONE ARBITRALE VIOLA CAPITANATO DA MAZZOLENI! VITTORIA OBBLIGATORIA PER USCIRE DALLA CRISI DI RISULTATI: ARRIVERA’? SCOPRITELO CON NOI SABATO 2 NOVEMBRE, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

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Milan – Fiorentina: sulla carta stampata, più che in campo

fio milSabato 2 novembre, ore 20.45, San Siro. Il Milan ospita la Fiorentina alla Scala del calcio, per l’undicesimo atto del campionato italiano.

Parola non scelta a caso. In un campionato sempre più teatrale-mediatico e meno giocato, capita anche che dopo una partita sostanzialmente “in pari” a livello di errori arbitrali (manca un rigore per parte, e quello dato alla Fiorentina è il classico “rigore per il Milan” per cui si facevano le magliette con i disegnini dei tuffatori) il patron di una squadra possa andare liberamente in tv a pontificare sull’arbitraggio. D’altra parte, non c’è mai fine al peggio. Se dopo lo scontro diretto di Firenze questa primavera, quello dei due rigori regalati ai viola e della parata di Roncaglia non sanzionata, atti a “compensare” il rosso a Tomovic -avvenuto sullo 0-2, ma tant’è- qualche tifoso ha avuto il coraggio di scrivere certe lettere, significa che ormai tutto è valido.

La lettera in questione diceva che era “meglio andare in Europa League che essere ladri” e rivelava al mondo verità sconvolgenti: “il Milan ha l’antisportività nel DNA, ricordo che nel 1990 i rossoneri fecero un gol all’Atalanta con Stromberg a terra senza restituire il pallone”. A parte la data dell’episodio, leggermente distante nel tempo, è interessante la lezione di sportività da chi ha tentato di aggredire Galliani per un errore arbitrale -il primo di una lunga serie; i successivi saranno tutti di segno opposto- solo poche ore prima. Senza nessuna vergogna, un certo giornale ormai troppo simile al suo “gemello” di Torino -stessa casa editrice- ha glissato giovedì sul mancato rigore su Mertens tra gli episodi da moviola, dando ampio risalto ai piagnistei di Della Valle (di lacrime). Evitando però, cosa che avrebbe dovuto fare di conseguenza, di chiedere di “non passare all’incasso” al patron fiorentino, e di titolare “Scandalo!” a nove colonne, essendo il Napoli un’altra squadra i cui tifosi comprano quel quotidiano.

Terminata questa necessaria premessa, passiamo al calcio giocato. I Montella boys si trovano al sesto posto con 18 punti, appena dietro a Inter e Verona ma già piuttosto distanti dalla zona Champions. Sempre meno, comunque, del Milan attualmente fermo a quota 12, con una media punti che proiettata sull’intero campionato darebbe la bellezza di 46 punti. Molto pochi, anche se tutti speriamo che non finisca così. Di nuovo infortunato De Sciglio, dovrebbe giocare di nuovo Constant, preferito ancora una volta ad Emanuelson. Così come, ancora una volta, resterà fuori dalla formazione titolare Andrea Poli. Il modulo del Milan è un 4-3-3 ormai tornato a pieno titolo il modulo d’adozione, con: Gabriel; Abate, Zapata, Zaccardo, Constant; Montolivo, De Jong, Muntari; Kakà, Robinho, Balotelli. Albero di natale invece per Montella, il suo 4-3-2-1 risulta così composto: Neto; Tomovic, Rodriguez, Savic, Pasqual; Aquilani, Vecino, Ambrosini; Joaquin, Borja Valero; Rossi.

Nelle altre partite, Juventus e Napoli affronteranno rispettivamente Parma e Catania prima della Champions, come il Milan. Due partite molto interessanti di scena domenica sono Udinese-Inter e Torino-Roma, con i giallorossi che tentano di allungare ulteriormente la serie positiva (e senza coppe europee possono anche pensare ad arrivare fino in fondo) e i cugini impegnati a Udine dopo il pari con l’Atalanta. Sfida salvezza tra Sampdoria e Sassuolo. Interessante notare come lo spezzatino televisivo ha portato le 15 di domenica, orario una volta “dominante”, a vedere giocate solo 4 partite, a riprova del fatto che il campionato è sempre più mediatico. Stasera sarà anche il ritorno di Ambrosini a San Siro. Come tifoso, dopo le foto comparse in estate (la suddetta maglietta con i disegnini dei tuffatori, più un’altra dello stesso tenore, indossate da tifosi insieme all’ex capitano) mi auguro solo che la sua prestazione si avvicini a quella contro il Barcellona l’anno scorso. Della partita di ritorno, s’intende.

Gioie e dolori

Kaka-Allegri-300x225Pochi alti, e troppi, veramente troppi bassi. Il Milan attuale e questo, e la gara contro la Lazio non ha di certo cambiato questo imbarazzante andamento. Nonostante questo, il tizio rimane lì dov’è, ancorato al suo posto su quella panchina che non gli appartiene, non la merita e non la meriterà mai.

Ovviamente, se dovessi lasciarmi trasportare dai sentimenti, vi direi che la partita di mercoledì è stata una di quelle che mi ha regalato più emozioni negli ultimi anni, e non per il risultato. Kakà sta tornando, ho intravisto spunti del giocatore che mi aveva fatto pazzamente innamorare, per la sua classe, la sua grinta, la sua umiltà nel mettersi sempre in gioco e sacrificarsi, ed è tornato a farlo anche ora, ad un’età diversa da quella di qualche anno fa. È davvero lui l’esempio da seguire, per tutti i componenti dello spogliatoio; ci sarebbe tanto da imparare da Riky, e sono più che convinto che il suo contributo lo stia già dando. È tornato al goal, e che goal, e spero per lui e per noi che possa essere solo l’inizio, un nuovo inizio.

Tornando alla sostanza, però, c’è poco da ridere e da emozionarsi. La crisi continua, imperterrita, e di progressi ce ne sono veramente pochi; abbiamo lasciato mercoledì altri due punti per strada, dopo essere andati in vantaggio e aver rischiato veramente poco fino a quel momento. Non abbiamo approfittato di una Lazio più che mediocre, che nel primo tempo ci aveva lasciato tutto il campo, e nonostante questo non siamo riusciti a sfruttarlo a nostro favore. Cosa succederà adesso non lo sappiamo, e domani è già il momento di una nuova prova, una nuova verifica per una squadra sempre in affanno; stanno rientrando tanti giocatori, eppure di gioco, idee e vittorie nemmeno l’ombra. Avanti così, che andiamo alla grande.

È pazzesco continuare a difendere il tizio a spada tratta in ogni occasione, e la responsabilità di questo è tutta di Galliani. Ha la mente totalmente offuscata sotto questo aspetto, e ne stiamo pagando le amare conseguenze. Domani potrebbe essere l’ultima spiaggia, se allegri venisse giudicato per quello che effettivamente dà…ma dubito che accada. Prepariamoci ad altre sofferenze, almeno fino al giorno della festa nazionale per tutti i rossoneri (allegriani esclusi)!!

Musica e Magia

1118078-17666418-640-360Non è mai facile parlare di Ricardo Kakà per la sua storia contraddittoria ma dopo quanto successo mercoledì sera non è possibile esimersi. Partiamo subito con un concetto molto semplice: questo Kakà non è da Milan o meglio, questo Milan non è da Kakà. Eh si perchè il brasiliano ci ha dimostrato che nonostante gli anni che passano e gli infortuni che lo perseguitano, la sua classe cristallina resta lì dov’è sempre stata mentre attorno a lui le cose cambiano e di parecchio.

Dev’essere stato difficile passare dal contendersi il titolo di campione della LIGA contro il Barcellona a dover sudare per portare a casa il risultato in trasferta contro il Parma, senza nemmeno riuscirci tra l’altro. Eppure Riky l’ha fatto , con molta più dedizione di molti dei suoi compagni di squadra che dovrebbero sicuramente imparare da lui cosa significa portare quella maglia sulle spalle. Perchè ammettiamolo oggi Kakà è , seppur da cavallo di ritorno, un senatore a tutti gli effetti: uno di quei giocatori che ha vinto tanto e ha contribuito insieme ad altre leggende a portare il nome dell’A.C. Milan in alto nel mondo.

Contro la Lazio Kakà ha giocato bene, meglio di tutti, ci ha messo grinta e carattere ed è l’unico che ha provato ad inventare qualcosa, a saltare l’uomo e che si   è presentato davanti a Marchetti più volte spesso, con poca fortuna. Dopo lo splendido gol realizzato è stato festeggiato da tutta la squadra quasi come fosse un ragazzino della primavera che ha messo in porta il suo primo pallone e non un pluripremiato campione. Sono immagini che commuovono e che sicuramente ci distraggono un pochino dalla pochezza dello spettacolo in generale offerto dalla partita.

Sono però curioso di sapere se tutti coloro i quali hanno criticato il giocatore e la società dopo il suo arrivo, bollandolo come un calciatore finito che avrebbe perennemente occupato l’infermeria, come un traditore che non meritava di indossare nuovamente la nostra sacra maglia (che poi…se la indossa Muntari…) abbiano esultato ieri sera dimostrando la tipica coerenza di coloro i quali sprecano il loro tempo lamentandosi di cose che i comuni mortali ancora non conosco e che probabilmente non accadranno mai.

Ritornando al campionato, dopo il rigore clamorosamente negato alla Fiorentina nella gara casalinga contro il Napoli, la società viola sta pensando bene di farsi sentire reclamando nei confronti della classe arbitrale, sperando di riavere il maltolto subito contro di noi nello scontro di sabato sera. Speriamo tanto di non dover passare un’altra serata ad inveire contro l’arbitro, ovviamente accompagnato dall’allenatore.

Milan – Lazio 1-1: Up & Down

Up

Gli arbitraggi: oh, ma che figata giocare senza falli a favore, veramente. Quand’è che capita anche agli altri?

Della Valle: Cuadrado esce per simulazione, gli regalano un rigore e va a piangere davanti alle telecamere. Attendiamo l’editoriale del Corsport: “Ora Della Valle non passi all’incasso

Kakà: chiede l’1-2 a Muntari. Vabbè, prova con Birsa. Niente. Dietro non si muovono. Oh, sai che faccio? Quasi quasi tiro…

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Down

Il Catania: c’è chi cambia sponsor durante la settimana e i siciliani hanno mantenuto questa tradizione. Nella gara contro la Juve era in bella vista uno “scansamose”

La gara di tuffi: protagonisti a Torino (Tevez, Pirlo) e a Firenze (Rossi, Quadrado, Mertens). In palio la zolla di Vidal.

Allegri: “non ho nulla da rimproverare ai ragazzi, la squadra ha giocato un ottimo primo tempo”. Fa già ridere così.

Milan – Lazio 1-1: Ricky, e più niente

CAC1019-207988-01-02-20131030-211031--630x365E anche oggi buttiamo via tre punti, anche oggi regaliamo una partita che si doveva vincere. L’allenatore rimane lì, impotente, su quella panca che giorno dopo giorno dimostra di non meritare. Eppure l’avevamo anche giocata bene fino al momento in cui la stavamo vincendo 1-0, già, perché dopo il gol siamo totalmente scomparsi dal campo sofferenti sulla fascia di De Sciglio (avesse giocato così Constant, apriti cielo…) e il nostro coach non si decideva a fare i cambi necessari per rintuzzare una evidente situazione di difficoltà. Oggi il Milan è poco più che una banda di singoli, nella maggior parte dei casi buoni singoli dato che siamo qua spesso ad esaltare le partite di De Jong, di Montolivo e di Kakà (migliore in campo per distacco dal suo ritorno). Eppure manca qualcosa: manca quella cattiveria che ci mettono Juve e Roma, basti guadare il mancato pressing nei primi 15 metri con un Balotelli totalmente svogliato.

Prevenire il Milan è diventato facile, facilissimo: basta mettere difensori e centrocampisti a chiudersi nei primi 10 metri dato che raramente ci scopriamo lasciando i nostri terminali offensivi spesso in due contro sei-sette giocatori. Perché tanto prima o poi se non la buttiamo indietro noi (Allegri, non è rugb… vabbè, ormai ci ho rinunciato) ripartono loro e, come è capitato oggi, alla prima occasione è gol: capita quando sei senza motivazioni, e questa squadra non ne ha. Non ne ha perché le prime tre fan campionato a se ed il posto Champions League dista, oggi, 13 punti – impossibile solamente pensarci: grazie al Livornese abbiamo buttato via la stagione già al 31 Ottobre. E la colpa può essere dei singoli solo in maniera marginale, perché se torniamo qui, ad un altro 1-1 con la Lazio, nell’anno dello scudetto scopriamo che i singoli sono cambiati ma i problemi sono rimasti.

In quattro anni la nostra fascia sinistra è terreno di conquista degli avversari: dove passava Biabiany oggi passa Ciani – probabilmente andrebbe fatto qualcosa a centrocampo per coprire meglio perché non può fare sempre tutto De Jong in fase difensiva. Su calcio piazzato continuiamo ad essere inesistenti, sia perché battiamo gli angoli bassi a venti centimetri dal suolo facendoli diventare facile terreno di conquista, sia perché quando c’è da battere una punizione verso l’area ci rinchiudiamo in difesa (ancora vorrei capire in quale pagina del libro del patentino di allenatore è suggerito questo approccio).

Si può perdere, ma si deve perdere sputando sangue: questa squadra è senza palle, degna rappresentazione del suo allenatore. Due anni fa il motivatore del Milan si chiamava Zlatan Ibrahimovic, lo scorso anno Massimo Ambrosini – oggi nessuno è in grado di prendere in mano la squadra: Montolivo non ne ha carisma, sarebbe saggio dare la fascia a Kakà ma capisco che certi equilibri non possano cambiare in corsa. La cosa certa è che siamo al 35-40% e quello è comunque lì, indenne ed impunito a rubare il suo lauto stipendio di sei milioni l’anno: non si può vedere un allenatore dire sempre le stesse cose davanti alle telecamere prendendo per in giro i tifosi: quello che dice che a Natale saremo più avanti è quello della preparazione per partire forte. Il terzo posto è andato a meno di miracoli e questo vuol dire che a Giugno uno tra De Sciglio, El Sharaawy e Balotelli dovrà andare via – a questo punto meglio l’ultimo vista l’indolenza con cui scende in campo per essere ceduto al Chelsea.

E adesso fino a sabato sera godetevi i soliti malfidenti che vi diranno che non ha colpe, che è solo un parafulmine, che fa comodo così, che poverino non è colpa sua pur di giustificarlo – credo che l’esonero sia inevitabile e arriverà dopo la mattanza del Camp Nou con Tassotti traghettatore nella gara di Verona col Chievo. Io mi godo Kakà, l’ennesimo acquisto mediatico che ancora una volta ha zittito chi disonorava lui e, di conseguenza, la storia del Milan: bentornato a casa, Ricky.

Milan-Lazio 1-1 (primo tempo 0-0)
MARCATORI: Kakà (M) al 9′ , Ciani (L) al 27′ s.t.,
MILAN (4-3-3): Gabriel; Abate, Zaccardo, Zapata, De Sciglio; Montolivo, De Jong, Muntari (dal 30′ s.t. Poli); Birsa (dal 30′ s.t. Matri), Balotelli, Kakà (dal 39′ s.t. Robinho). (Amelia, Coppola, Constant, Vergara, Cristante, Emanuelson, Saponara, Niang). All. Allegri.
LAZIO (4-4-2): Marchetti; Cavanda, Ciani, Cana, Radu; Gonzalez, Ledesma, Hernanes (dal 1’ s.t. Onazi), Candreva (dal 47’ s.t. Pereirinha); Perea (dal 23’ Floccari), Klose, . (Berisha, Strakosha, Elez, Ederson, Felipe Anderson, Keita, Tounkara). All.: Petkovic
ARBITRO: Damato di Barletta
NOTE: Spettatori 30.212 per un incasso di euro 728.828,54. Ammoniti Muntari, Montolivo, De Scioglio, Radu, Cana per gioco scorretto, Balotelli per proteste. Angoli 4-4. Recuperi 1’ p.t., 3’ s.t.

Milan – Lazio: LIVE! Serie A 2013/14

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RIPRENDERSI SUBITO DOPO LA TRASFERTA DI PARMA E’ POSSIBILE? A SAN SIRO ARRIVA LA LAZIO CHE STA ATTRAVERSANDO UN MOMENTO DI CRISI. SENZA SILVESTRE GIOCHERA’ ZACCARDO, AL CENTRO TORNA MUNTARI MENTRE DAVANTI ANCORA NIENTE KAKA’. PARTITA, COME AVETE CAPITO, PER CUORI FORTISSIMI: SEGUITELA CON NOI MERCOLEDI’ SERA, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER

LAZIO-MILAN Stadio Olimpico Roma

Milan – Lazio: il rilancio passa da qui

mil lazMercoledì 30 ottobre, ore 20.45, San Siro. Scontro di lusso per il Milan che affronta la Lazio nella decima giornata di Serie A.

Visto il periodo dell’anno, che vede Halloween il 31 ottobre e il giorno dei morti il 2 novembre, verrebbe facile fare battutacce di carattere horror sul Milan visto domenica a Parma. Ma non è questo il momento di fare del cinema, non con il momento caldo del campionato in arrivo. La pessima prestazione ha fatto dimenticare quanto di buono è stato fatto recentemente, dai 6 punti in campionato (pur sofferti) al pari con il Barça. Si è visto di tutto: gente che dava la colpa della sconfitta a Gabriel per il terzo gol -senza il brasiliano sarebbe arrivato molto prima, forse sul 2-0 per il Parma- e attacchi anche ai pochi che hanno dato un apporto fondamentale alla squadra. Quello che è certo è che ancora una volta i cambi sono stati gestiti in maniera pessima: bene l’ingresso di Matri per un osceno Balotelli, ma non si può togliere il migliore in campo (Poli) quando Robinho era impalpabile. Altro capitolo ridicolo sono state le lamentele verso l’arbitraggio: non siamo la Fiorentina né Bonolis, il problema del Milan domenica non è certo stato l’arbitro (seppure ci abbia messo del suo).

Ma la partita di domenica è storia passata. La Lazio e i Montella boys incombono e il Milan, coppia centrale a parte, può affrontarle. Fuori anche Silvestre, la coppia di emergenza sarà Zapata-Zaccardo. Il ritorno di De Sciglio però elimina certamente gran parte dei pericoli a sinistra. I biancocelesti, privi tra gli altri di Lulic e Novaretti, non hanno nonostante questo particolari problemi di formazione; il probabile 4-3-3 schierato da Petkovic si compone di: Marchetti; Cavanda, Ciani, Cana, Radu; Gonzalez, Ledesma, Hernanes; Candreva, F.Anderson, Klose. Formazione di tutto rispetto, ma che in classifica stenta a decollare, al contrario dei cugini giallorossi. Nel Milan ancora tenuto fuori Poli, per fare spazio a Muntari, mentre Gabriel è confermato. 4-3-3 speculare a quello laziale con: Gabriel; Abate, Zapata, Zaccardo, De Sciglio; Montolivo, De Jong, Muntari; Kakà, Robinho, Balotelli.

Dagli altri campi, dopo il pari 1-1 tra Atalanta e Inter il big match della giornata è di sicuro Fiorentina-Napoli. Pepito Rossi contro “Pipita” Higuain, Montella contro Benitez, per una gara della massima importanza per entrambe le squadre. Juventus in casa con il Catania, mentre la Roma capolista accoglierà il Chievo giovedì all’Olimpico. La sorpresa Verona ospita invece la Sampdoria al Bentegodi. Giornata di grande interesse, come quasi tutte in questo campionato. Manca però un Milan veramente in grado di imporsi, e le altre big sono scappate via. Confidiamo che l’unica parte buona delle stagioni di Allegri, e cioè la rimonta di novembre-dicembre, si concretizzi al più presto.

Basta Constant in questo Milan

C_27_articolo_97385_immagineprincipaleDisarmante. È l’unica definizione che al momento mi sento in grado di dare a un giocatore come Kevin Constant. Che il ragazzo fosse scarso non è di certo una novità: il suo passato e le sue prestazioni lo avevano già ampiamente dimostrato. Ma alcune sporadiche partite giocate dignitosamente avevano fatto pensare a molti di aver finalmente trovato il tanto atteso terzino, che sopperisse all’assenza di De Sciglio: anche Galliani non perse l’occasione di sottolineare la qualità dell’acquisto e la soddisfazione nell’aver seguito e poi preso un giocatore di tale caratura. Quelle partite però non mi hanno mai ingannata: Constant è sempre stato e sempre sarà un giocatore imbarazzante, un giocatore non di certo da Milan, ma forse nemmeno da serie A.

La prestazione di domenica non fa che confermare ciò che era già emerso in più di un’occasione: la facilità con la quale Biabiany ha più volte superato il milanista mi ha impressionato, ma è bastato poco per rendermi conto che il giocatore gialloblu non è improvvisamente diventato un fulmine imprendibile o un novello Pelè: è Kevin Constant a non saper svolgere il proprio ruolo. Gli innumerevoli quattro in pagella collezionati dal terzino non ripagano di certo la squadra da tutti i punti persi anche per causa sua. Constant non è da Milan e non è nemmeno da panchina del Milan. So che non è corretto ripensare a tutti coloro che da quel ruolo ci sono passati, lasciando nella mia mente ricordi indelebili, grazie alla classe e alla velocità che li contraddistingueva: in quel ruolo mi sono ritrovata a rimpiangere anche i vari Jankulovski, Serginho, Kaladhze e persino Francesco Coco (Antonini no, nonostante i gol non lo rimpiango).

Il mio monologo non vuole essere un attacco al giocatore, che non è semplicemente all’altezza di giocare a questi livelli: la mia critica è verso chi ha deciso di comprarlo, dopo averlo visionato, ma non solo, anche verso chi continua a difenderlo e definirlo un buon acquisto. Mi concentro su Constant, ma potrei enumerare una lunga lista di casi simili a quello del guineano. Che giustamente, sentendosi valorizzato, non ci ha messo molto a montarsi la testa e chiedere al parrucchiere la celebre cresta da campioni. Constant è solo il bersaglio di uno sfogo forse eccessivo da parte di una tifosa delusa da una squadra senza gioco e senza mordente, una squadra che lancia segnali di ripresa e poi butta tutto all’aria, una squadra sfortunata, che sa recuperare due gol in un momento difficile, ma che poi perde tutto a causa di errori banali come il posizionamento di una barriera. Sono stufa di assistere a passi indietro e di vedere giocatori che danno l’anima per altri compagni che invece non sembrano preoccuparsi, giocatori che vengono sostituiti quando sono gli unici a dare un’ombra di gioco alla squadra. Rivoglio il mio Milan.

L’angolo del tifoso: vorrebbero veramente farci credere che non sia colpa di Allegri?

massimiliano_allegri_rischiaCaro diavolo e cari amici del blog. E’ sempre più difficile di questi tempi dirsi tifosi del Milan. La tifoseria del Milan è infatti talmente spaccata che è impossibile dichiararsi tifosi milanisti senza specificare bene la fazione a cui si appartiene. E’ necessario fare chiarezza. Sfumature a parte infatti, ci sono essenzialmente due categorie di tifosi: quelli “veri” che amano il Milan e il calcio e quelli “finti”, che amano più che altro determinati privilegi ricevuti in cambio di un determinato servilismo nella comunicazione. Quasi tutti, nel nostro blog sono intellettualmente onesti (nonostante la manica larga utilizzata nell’accoglienza) e abbastanza fuori da determinate logiche. Non si può certo dire lo stesso di molti altri “tifosotti” prezzolati sparsi nella rete, i quali negli anni, grazie a precise strategie comunicative finalizzate alla totale manipolazione della realtà, sono stati capaci di mirabolanti imprese come:

  1. Cercare disperatamente di far tornare alla luce il vecchio Milan “cacciavite” a discapito del tempo che passa e dei gloriosi successi acquisiti sul campo a livello internazionale
  2. Rinnegare o minimizzare i tanti successi sportivi dell’ ultimo ventennio
  3. Incolpare il presidente di non investire più nel Milan (lo facevano anche quando costantemente ripianava 50-60 milioni l’ anno, per le perdite che il caro geometra portava regolarmemte con magnifica puntualità, al bilancio della società e solo questo sarebbe più che sufficiente a dimostrare la cattiva fede di certi tifosi)

Negli ultimi 4 anni questi individui (che con i tifosi milanisti veri non centrano assolutamente nulla), non sazi delle loro mirabolanti imprese precedenti, hanno disperatamente protetto il loro allenatore (ormai divenuto un simbolo dell’ antiberlusconismo più acerrimo fra i tifosi politicizzati e del trionfo della mediocrità totale sulla meritocrazia) riversando su di lui tutti i meriti e sulla proprietà tutte le colpe, ma soprattutto (ciò che è ben più grave), si sono organizzati perfettamente (c’è chi finge di lavorare autonomamente, chi fa comunella con i peggiori estremisti politicizzati della rete, chi decide a tavolino gli utenti da bannare e la linea editoriale di diversi blog) al fine di manipolare l’unica realtà certa e assolutamente vera che non può essere assolutamente messa in discussione in alcun modo, e che dice chiaramente che:

  1. L’unico responsabile della mancata vittoria del secondo scudetto è Allegri.
  2. L’unico responsabile del mancato secondo posto dello scorso anno (e della possibilità di lottare per lo scudetto) è Allegri (non lo dico io lo dicono i numeri fatti nel girone di ritorno)
  3. L’unico responsabile del disastro fino ad ora maturato in campionato e del distacco che separa il Milan dalle altre grandi squadre è Allegri.

I motivi per cui sostengo che tale tesi non possa essere messa in discussione in alcun modo, sono oggettivi, riscontrabili ed ampiamente dimostrabili. Li elenco di seguito:

  1. La qualità del gioco del Milan è stata scadente per 3 anni e mezzo quasi ininterrottamente, se si esclude la prima parte di stagione dello scorso anno. Ma in questi anni i giocatori tecnici non sono certo mancati e si sono alternati (da Pirlo a Seedorf, a Ronaldinho e Pato passando per Nesta, Cassano, Thiago Silva, Ibrahimovic, Balotelli, Thiago silva, El Shaarawy). Ne consegue che l’impossibilità di generare un gioco migliore causa le carenze tecniche della rosa attuale, non regge (se questa tesi fosse esatta ci sarebbe stata un’altalenanza notevole nel livello del gioco espresso negli anni, direttamente proporzionale al tasso tecnico della rosa avuta a disposizione)
  2. Questi anni sono stati caratterizzati da partenze (e ripartenze disastrose) considerando l inizio e la ripresa del campionato, dopo la sosta natalizia che hanno condizionato negativamente l’intera stagione. Lunghi e numerosi infortuni, scarsa forma atletica, pochi punti (soprattutto in trasferta), discontinuità nei risultati e nel gioco sono purtroppo divenuti una costante (l dicono anche i giornalisti di Sky storicamente amici di Allegri).
  3. Il numero degli scontri diretti vinti è stato molto basso rispetto ai pareggi e alle sconfitte. Ed anche questi sono numeri che parlano chiaro.
  4. In questi disastrosi (dal punto di vista della gestione tecnica) anni, sono stati molti i punti persi con squadre provinciali palesemente inferiori a noi.
  5. Il Milan in questi anni, è stata quasi sempre in grado di giocarsela alla pari o quasi (quando aveva voglia e testa) con le più grandi d’Europa nelle partite di champions. L’ultima volta nei giorni scorsi contro il Barcellona. Una squadra che se la gioca quasi alla pari con il Barcellona, senza De Sciglio ed Elshaarawi, con Balotelli e Kaka al rientro da un infortunio, può al completo giocarsela tranquillamente con qualunque altra squadra in serie A per lo scudetto, Juve compresa, che oltretutto si è fatta battere da un Real Madrid abbastanza compassato nel ritmo di gioco e non certo nei lustri migliori. Se fra una partita e l’ altra c’ è un dislivello tanto elevato nella prestazione e nel gioco, è evidente che il problema non è nella rosa (altrimenti le partite sarebbero tutte di basso livello e le prestazioni peggiori avverrebbero proprio con le squadre più forti in champions, dove il gap tecnico fra una rosa e l’ altra sarebbe maggiore. Invece il Barcellona dimostra chiaramente che i nostri reagiscono meglio in maniera proporzionale al crescere della forza degli avversari)
  6. In termini di qualità di gioco è emerso oggettivamente uno scarto notevole fra il 4-3-1-2 e il 4-3-3, a dimostrazione che l’ incidenza della più o meno ottimizzazione delle caratteristiche della rosa è rilevante (e non trascurabile come vuole far credere qualche furbone)
  7. In questi anni (sia con Nesta e Thiago Silva quindi con il top, sia con Mexes e Zapata ritenuti da molti un’ autentica sciagura), indipendentemente dai difensori, abbiamo preso diversi goal principalmente per:
    • disattenzione
    • calci da fermo
    • errato posizionamento sulle palle aeree
  8. Spesso e volentieri le scelte tecniche dell’allenatore hanno prediletto giocatori fisicamente robusti e resistenti, ma tecnicamente scarsi e sono state proprio queste scelte, spesso una delle cause principali del basso livello del gioco espresso dalla squadra (Muntari al posto di Poli in questa stagione è solo un esempio)
  9. La manovra offensiva del Milan è stata spesso lacunosa, lenta e prevedibile a dispetto delle diverse varianti che la nostra rosa ha sempre offerto in questi anni, specialmente per sfruttare maggiormente l’ ampiezza e la profondità del campo (Siamo attrezzati da 3 anni e mezzo per giocare con il 4-3-3, avendo sempre avuto validi attaccanti esterni come: Ronaldinho, Pato, Cassano, Robinho, Niang, El Shaarawy e Kaka e Balotelli che possono ricoprire benissimo il ruolo)
  10. Molti risultati sono stati condizionati da scelte tecniche palesemente sbagliate nella formazione e nei cambi (Basti pensare che oggi è stato messo fuori Kakà, di gran lunga il migliore fra i nostri giocatori offensivi almeno in questo preciso momento e che Poli, migliore in campo, è stato sostituito ad inizio ripresa mentre Birsa e Robinho hanno praticamente terminato entrambi la partita a fronte di una prestazione modesta).

1380414_532399896848075_1899967793_nA fronte di tutto ciò, capite bene come possa essere patetico, ridicolo e assolutamente di cattivo gusto, lo squallido tentativo di alcuni tifosi di lavare il cervello ai tanti utenti, che ingenuamente pensano di parlare della propria squadra, con tifosi altrettanto in buona fede, attraverso strategie comunicative di bassissimo profilo di correttezza e di onestà intellettuale. E’ altamente probabile (visto anche cosa ha fatto la prima squadra con la primavera in amichevole) che sostituendo Inzaghi con Allegri (come del resto con qualsiasi altro allenatore), si otterrebbero fin da subito risultati straordinari. Tuttavia un cambio di rotta della società a questo punto della stagione, sarebbe come ammettere un fallimento completo, visto che pochi mesi fa aveva puntato tutto, sulla conferma dell’ allenatore nonostante i tanti pareri contrari provenienti dalla tifoseria (sana) e dal presidente.

Abituiamoci quindi ai giochetti di prestigio, alle prese di posizioni ridicole come quella che potrebbe andare in scena domani contro l’arbitro. Abituiamoci si, ma con la consapevolezza che i tifosi milanisti veri siamo noi e che assegnare le patenti di tifo, oltre ad essere giusto, è doveroso e sacrosanto proprio perché i tifosi “veri” a differenza degli altri, sono in buona fede e sanno criticare (ed apprezzare) indistintamente allenatore, società, preparatori, medici giocatori e proprietà, senza pregiudizi alcuni o servilismi vari verso l’una o l’altra componente della squadra.

La Cantera

Un’orchestra senza direttore

C_3_Media_1810566_immagine_ts673_400Non basta il cuore, non basta l’orgoglio, non bastano i goal insperati di Matri e Silvestre che hanno provato a raddrizzare la partita. Ormai non basta più niente, perché i piatti della bilancia sono troppo sbilanciati. Da un lato queste ed altre qualità più o meno passeggere, dall’altro Allegri, con la sua incompetenza cronica, la sua eterna astensione dal ruolo di allenatore.

Parma è solo l’ennesimo capitolo, un’altra prestazione orrenda e ancora punti persi in trasferta. A dire le solite cose alla fine si passa per ripetitivi, ma che colpa ne abbiamo se quel tizio fa sempre i soliti imperdonabili errori? Come sempre, primo tempo completamente regalato, con due goal imbarazzanti subiti da una squadra che non sa difendere. E non parlo di difesa soltanto, ma di fase difensiva; questa squadra è terribilmente disorganizzata e questa confusione la paga tutta sia in fase offensiva che, sopratutto, in fase difensiva, dove prendiamo goal a non finire da parte di qualunque squadra. Tocca, anzi toccherebbe, a lui il compito di mettere in campo una squadra decente, una squadra che sappia semplicemente cosa fare e come farlo. Questo non avviene mai, e non capisco che cosa debba fare di peggio per essere cacciato a pedate.

A proposito di questo, chi dovrebbe cacciarlo si arrampica sugli specchi, parlando di errori arbitrali ed episodi dubbi quando di dubbio c’è solo la capacità di analizzare la situazione attuale del Milan. Lo ripeto e lo ripeterò ancora: non può e non è una questione di rosa. Siamo dietro a squadre con una rosa inguardabile se confrontata con la nostra, eppure nessuno lo fa notare; sento parlare di rinforzi, sento Allegri invocare gli arrivi di Rami e Honda, come se due innesti possano cambiare di colpo tutto. Mancano le basi, mancano le idee, manca il direttore d’orchestra…11 strumenti che suonano per conto loro fanno solo un gran baccano, producendo un risultato orrendo.

È inutile dirlo, la situazione è già terribile dopo sole nove giornate, con la Roma che non perde un colpo, Napoli e Juve che inseguono ( a proposito: in Italia i ladri possono fare quello che vogliono, e si vede!!!) e l’Inter che tiene il ritmo, quell’Inter senza società, con una mezza squadretta ma con un allenatore che sa il fatto suo. Quanto mi manca un allenatore, uno con la A maiuscola…e non vedo l’ora che questo incubo possa finalmente terminare. Ridateci la dignità, ridateci il calcio! 

Parma – Milan 3-2: Up & Down

Up

Kevin Constant: Migliore in campo del match: i tifosi del suo Parma lo hanno portato in trionfo per tutta la città dopo la sontuosa prestazione.

Alessandro Matri e Matias Silvestre: Entrambi in gol dopo un lungo periodo di astinenza. Pare che Pisapia abbia già attivato i mezzi spargisale.

Marco Parolo e Jonathan Biabiany: Prestazioni spettacolari. Ma contro le provinciali è facile.

Kakà e Saponara: Finalmente insieme in campo i due giocatori uniti da un destino comune. Stesso nome, stesso ruolo, stesso talento, stessa pubalgia cronica.

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Down

Paolo Silvio Mazzoleni e Daniele Doveri: Rigore al Napoli per presunto fallo di mano con braccio attaccato al corpo, rigore alla Juve per fallo fuori area. Ma fa notizia solo Balotelli.

L’allenatore del Milan: Sembrava assente oggi. Evidentemente le beghe interne al PDL sono un impegno troppo gravoso.

Gabriel: Ecco cosa succede ad imparare a fare il portiere sotto l’ala protettiva di Christian Abbiati.

Parma – Milan 3-2: non si può

Genoa CFC v Parma FC - Serie ABasta. Basta. Basta!!! Non si può più andare avanti con questo allenatore. Oggi a Parma è andato in onda l’ennesimo, tragico scempio della gestione Allegri, l’ennesimo risultato inutile in trasferta, l’ennesima partita regalata, buttata via. Il copione è ormai sempre lo stesso, inadeguato da tre anni, incapace di valorizzare i giocatori a disposizione: non si può più vedere un possesso sterile, con difensori non pressati che se la passano tra loro facendo aumentare il pressing dell’avversario. Non si può vedere vanificata ogni azione d’attacco dal fatto che i nostri giocatori preferiscono tornare indietro a centrocampo piuttosto che rischiare un cross. Non si può vedere a pochi minuti dalla fine, quando potresti segnare, ancora i centrali che temporeggiano invece di buttarsi tutti avanti, all’arma bianca. Non si possono vedere due gol identici presi nel primo tempo con errori individuali grossolani e marcature completamente a cazzo. Non si può vedere una squadra trasformarsi così da squadra a trasferta. Non si può vedere una mancanza totale di motivazioni quando l’avversario non si chiama Barcellona. Non si possono vedere primi tempi completamente regalati per la totale sottovalutazione dell’avversario. Non si può vedere un Balotelli entrare in campo completamente svogliato e incapace di reagire. Non si può far giocare 90 minuti ad un Constant per il quale oggi sarebbero da istituire i voti negativi. Non si può tenere in panchina il migliore in campo della gara contro il Barcellona. Non si può vedere un attacco completamente tagliato fuori dalle azioni. Non si può vedere un primo tempo concluso con un tiro in porta con quindici minuti di possesso palla.

Ad oggi la differenza tra Allegri e Rudi Garcia è di 18 punti, quella tra Allegri e Benitez è di 11 punti, quella tra Allegri e Mazzarri o Montella di 7 punti, dopo sole nove giornate di campionato. C’è chi è capace di far rendere quello che ha, anche se non all’altezza della Juventus e chi preferisce piangersi addosso grazie ad un’orda di tifosi prevenuti, rompicoglioni e compiacenti a cui piace rimpiangere tempi che non torneranno più e lamentarsi di ciò invece di giudicare con concezione di causa il corrente campionato, campionato che vede la stagione finita al 27 Ottobre 2013 con il Milan che non arriverà nei primi tre posti. Non ci sono più motivazioni e scuse per la permanenza di un allenatore inadeguato come il sig. Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan e chiunque si frapponga tra lui e l’esonero è un nemico della maglia, dei colori e del popolo rossonero sia esso Berlusconi, Galliani, il Papa o Barack Obama.

Basta con la malafede, basta con i blog di “tifosi” malfidenti e ruffiani, in cerca di facili like e visite sparando a zero su tutto e tutti indifferentemente. E’ evidente che la rosa del Milan non è inferiore a quelle di Parma, Torino, Verona e Bologna. Il popolo rossonero se vuole tornare a sognare deve essere unito, tutto, contro la causa che più preme a questa squadra: VIA IL CACIUCCARO LIVORNESE. Sono stufo di vedere partite regalate in questo modo per la totale assenza di concentrazione, cattiveria e schemi. Fatevi forza, identificate e marginalizzate chi ancora sostiene questa sciagura: non sono tifosi ma solo persone in cerca di visibilità per tornaconto personale non analizzando la situazione ma sparando là dove la folla vuole leggere. Oggi il tifo del Milan si è diviso ufficialmente in due: i tifosi della squadra e i tifosi dell’allenatore. quelli che “non vogliono soldi ma vogliono un progetto” e poi si lamentano che Xavi ed Iniesta non giocano da noi, quelli che la rosa è sempre da bassa classifica, quelli che Mexes e Zapata fanno schifo anche se davanti c’è gente che in mezzo ha Benatia e Castan o di Britos e Zuniga, quelli che 27 gol presi in 4 anni su calcio piazzato sono solo errori individuali, quelli che non è mai colpa dell’allenatore se persino il Torino arriva ad umiliarti, quelli che francamente, ad oggi, mi fanno veramente schifo per la loro sfacciata malafede e difesa di un autentico incapace difeso non per le sue capacità ma poiché eretto a simbolo della lotta contro la dirigenza.

VOGLIO UN ALLENATORE!

Parma – Milan 3-2
Parma (3-5-2): Mirante; Cassani, Felipe (76′ Benalouane), Lucarelli; Biabiany, Gargano, Marchionni, Parolo, Gobbi; Cassano (74′ Rosi), Amauri (65′ Sansone). A disp.: Bajza, Coric, Mesbah, Mendes, Valdes, Munari, Acquah, Obi, Palladino. All.: Donadoni
Milan (4-3-3): Gabriel; Abate, Silvestre, Zapata, Constant; Montolivo, De Jong, Poli (51′ Kakà); Birsa, Balotelli (52′ Matri), Robinho (87′ Saponara). A disp.: Amelia, Coppola, Zaccardo, Cristante, Vergara, Muntari, Emanuelson, De Sciglio, Niang. All.: Allegri
Arbitro: Valeri
Marcatori: 10′ Parolo, 45′ (+1) Cassano (P), 60′ Matri, 63′ Silvestre, 90′ (+5) Parolo
Ammoniti: Balotelli, De Jong (M), Parolo (P)

Parma – Milan: LIVE! Serie A 2013/14

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NONA GIORNATA DI CAMPIONATO: IL MILAN A PARMA PER RISALIRE LA CHINA PRIMA DI TRE SFIDE TERRIBILI PER VEDERE LA REAZIONE DOPO IL PAREGGIO CASALINGO COL BARCELLONA. SEGUITE CON NOI DAL TARDINI LA DIRETTA SCRITTA DELLA GARA TRA PARMA E MILAN, DOMENICA 27 OTTOBRE 2013, DALLE ORE 15.00, SU ROSSONEROSEMPER

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Parma – Milan: proseguire sulla via della vittoria

par milDomenica 27 ottobre, ore 15.00, Stadio Ennio Tardini. Nona giornata del massimo campionato italiano, con il Milan in trasferta in Emilia per affrontare il Parma.

Gli scudocrociati sono allenati da un’ex bandiera del Milan, almeno da giocatore, e cioè Roberto Donadoni. Il bergamasco di Cisano, dopo il massacro mediatico subito alla guida della Nazionale e gli intermezzi di Napoli (fallimento) e Cagliari, dove ottenne la salvezza subentrando a Bisoli, ha portato a casa un ottavo e un decimo posto nelle due stagioni intere trascorse alla guida del Parma. Squadra dal passato glorioso, con le coppe Italia e Uefa vinte ai tempi di Malesani, a fine anni ’90, quando la famiglia Tanzi era ancora proprietaria della squadra emiliana. Dopo il fallimento del gruppo Parmalat la squadra non è più tornata ai livelli di quegli anni, e ha sempre vissuto in bilico, patendo anche una retrocessione nel 2008. Gli ultimi due anni a centro classifica hanno tranquillizzato l’ambiente, e un arrivo importante è stato quello di Antonio Cassano, che dopo l’ennesima fuga (stavolta dall’Inter) sembra aver ritrovato un certo spunto in provincia: 3 gol e 17 passaggi decisivi finora per lui. Altri nomi noti sono Amauri, Jonathan Biabiany, Mattia Cassani e l’ex nerazzurro Walter Gargano.

Intanto, sul fronte Milan, Gabriel dovrebbe avercela fatta nel ballottaggio con Amelia. L’estremo difensore brasiliano sarà probabilmente titolare, anche se Allegri ha annunciato che al rientro Abbiati occuperà di nuovo il suo posto. Pronto al rientro De Sciglio (possibile la sua presenza in panchina già domani) restano fuori solo Pazzini che ha ripreso a correre ed El Shaarawy, oltre ad Abbiati. La probabile formazione rossonera dovrebbe essere il recentemente riscoperto 4-3-3, con: Gabriel; Abate, Silvestre, Zapata, Constant; Montolivo, De Jong, Poli; Birsa, Kakà, Balotelli. Per il Parma 3-5-2, con esterni forse un po’ troppo offensivi. Mirante; Cassani, Felipe, Lucarelli; Biabiany, Gargano, Marchionni, Parolo, Gobbi; Cassano, Amauri l’undici di partenza dei ragazzi di Donadoni. Rosi potrebbe sostituire Biabiany sulla destra.

Negli altri campi, la Fiorentina di Montella è in trasferta contro un Chievo già in piena zona rossa, e una sconfitta potrebbe essere fatale a Sannino (in pole position per rimpiazzarlo Calori e Di Carlo). Juventus-Genoa sarà tutta da seguire, dopo le due sconfitte patite dai bianconeri nell’ultima settimana, e pare che Storari sostituirà Buffon, almeno per oggi. A completare il lotto l’anticipo delle 12.30 Napoli-Torino, mentre la capolista Roma sale in Friuli per affrontare l’Udinese. Tre punti per proseguire l’andazzo delle ultime tre gare, con due vittorie seppur risicate e la sconfitta 3-2 all’ipermercato Conad, e per avvicinarsi all’Europa che conta. A meno che dalla panchina non ci regalino una sorpresa tattica dell’ultim’ora.

Giovani alla porta

el-shaarawy-allegri-milan-torino-spaziomilanLa partita di martedì sera contro il Barcellona ha regalato ai tifosi rossoneri non solo un preziosissimo punto per la classifica del girone ma anche qualche emozione in più: il ritorno di Kakà  sul palcoscenico internazionale. Il brasiliano ci ha messo cuore e gamba e ha saputo, seppur visibilmente non al meglio della forma, dare un apporto fondamentale alla squadra di Allegri regalando anche un assist per la rete di Robinho. Tutto molto bello quindi, se non fosse che questo exploit quasi inatteso del Ricardino nostro ha potenzialmente relegato due giovani interessantissimi come  Stephan El Sharaawy e Riccardo Saponara alla panchina se non addirittura all’addio già a Gennaio.

Entrambi poco più che ventenni a causa di problemi fisici si sono visti superati nelle graduatorie di preferenza del mister prima dalla sorpresa Birsa e poi dallo stesso Kakà e rischiano di non trovare continuità d’impiego e minutaggio che li aiuterebbe a crescere ulteriormente. Stephan lo conosciamo, è grazie a lui che siamo rimasti a galla nella prima parte della stagione senza sprofondare ulteriormente nei bassifondi della classifica, ma le ultime prestazioni lasciamo intravedere non solo un disagio a livello fisico ma anche a livello mentale come se nel rapporto coi compagni e con l’allenatore qualcosa si fosse incrinato. Per lui sono molto forti le voci di un approdo in Inghilterra anche se si prospetta una forte offerta, di quelle che non si possono rifiutare, da parte del magnate russo del Monaco che avrebbe urgenza di rimpiazzare un impalpabile James Rodriguez. Sicuramente una cessione che andrebbe a rimpolpare e non di poco le casse societarie e sappiamo benissimo che ora più che mai ne abbiamo bisogno. Mentre per Saponara che ha mostrato buone cose durante la preparazione estiva siglando anche una rete si susseguono le voci di una mezza stagione, da Gennaio a Giugno, in prestito al Parma , la squadra che ne detiene l’altra metà del cartellino avendolo prelevato insieme al Milan dall’Empoli. Ovviamente si tratterebbe di un prestito per permettere al giocatore di trovare lo spazio necessario utile a formarsi nel campionato di Serie A per lui completamente nuovo.

Senza dimenticare che, secondo il quotidiano francese “l’Equipè”, anche Honda ha ufficializzato il suo arrivo a Gennaio lasciando ancor meno spazio per questi due ragazzi. Ora la mia domanda è: è giusto vendere o comunque lasciar partire dei giovani che sono un qualcosa di più di una promessa per dar spazio a un giocatore che ha già dato a noi i suoi anni migliori? Non sarebbe un altro duro colpo per il tanto sbandierato progetto giovani?

Ai posteri l’ardua sentenza, intanto mercoledì abbiamo scoperto che gli asini volano. E pure Vidal.