Milan – Cagliari: LIVE! Serie A 2013/14

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DOPO ESSERE ENTRATI IN CHAMPIONS COMINCIA LA STAGIONE ROSSONERA IN UN CAMPIONATO DOVE SI PARTE AD HANDICAP DOPO I TRE PUNTI PERSI A VERONA: A SAN SIRO ARRIVA IL CAGLIARI DI CELLINO PER UNA PARTITA DOVE SI PUO’ E SI DEVE CONQUISTARE I TRE PUNTI… CON UN MATRI IN PIU’. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI MILAN-CAGLIARI, DOMENICA SERA, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER
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Milan – Cagliari: buona la seconda?

mil cagDomenica 1° settembre, ore 20.45, San Siro. Seconda di campionato, e dopo la sconfitta di Verona il Milan affronta il Cagliari di Diego Lopez.

Alla guida dei sardi infatti non c’è più un duo, almeno non ufficialmente; ora Pulga è il vice di Lopez. Cagliari che forse è la squadra meno cambiata rispetto all’anno scorso; la garanzia -almeno per una squadra di media classifica- Agazzi in porta, i vari Astori, Cossu, Pinilla, Sau, Ibarbo sono tutti rimasti, ma non ci sono stati ingressi da salto di qualità. Squadra che sembra destinata a una salvezza tranquilla a centro classifica, specie dopo il successo alla prima contro l’Atalanta, squadra che coltiva ambizioni simili.

Intanto il Milan, reduce dal passaggio del turno di mercoledì con il PSV, opera gli ultimi movimenti di mercato (che quest’anno è stato prolungato al 2 settembre). Saltato l’arrivo di Kakà, per i 15 milioni che -pare- sono stati richiesti dal Real, si parla del portiere della nazionale messicana Ochoa per il dopo-Abbiati. Ovviamente a parametro zero e l’anno prossimo, come fa capire anche il suo procuratore: sembra falsa la notizia dei 7 milioni offerti all’Ajaccio per il portiere, anche perchè sbolognare Amelia in due giorni sarebbe impossibile. Sembra ufficiale lo scambio Birsa-Antonini con il Genoa, mentre si lavora per quello -sempre con i grifoni- tra Kucka e Niang. Ma i due nomi “caldi” sono sempre quelli di Honda e Astori, su cui però non vi sono certezze. Quello che invece è certo è il ritorno di Matri, con annesso prestito di Petagna; la punta ex Juve potrebbe già subentrare a uno dei tre attaccanti contro la squadra che lo ha reso famoso, appunto il Cagliari. Milan che scenderà in campo privo di De Sciglio. La formazione probabile per i rossoneri è: Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Constant; Poli, Montolivo, Nocerino; Niang, Balotelli, El Shaarawy. Per il Cagliari: Agazzi; Dessena, Rossettini, Ariaudo, Murru; Cabrera, Conti, Nainggolan; Ekdal; Pinilla, Sau.

Manca ancora Astori, in panchina ufficialmente per scelta tecnica da parte di Lopez; come già accaduto la scorsa settimana, è ancora nell’aria una sua possibile cessione. Seppure molto costoso se comparato a Sakho, già affermato e ceduto dal PSG al Liverpool per 17 milioni (e Cellino chiede la stessa cifra per il bergamasco di San Pellegrino) la cessione di Boateng ha portato 15 milioni non annunciati nelle casse di via Turati, permettendo anche un esborso di questo tipo. Specie ora che Kakà sembra sfumato per l’ennesima volta -e, pur con tutta l’ammirazione per il campione che è stato al Milan, mi sento di dire che le “minestre riscaldate” sono quasi sempre una delusione-. Partita da non sottovalutare; pur essendo sulla carta nettamente superiori, ogni partita è da trattare con la massima concentrazione, specie vista la falsa partenza del Bentegodi.

Bayern Monaco – Chelsea 7-6 d.c.r.: Up & Down

Up

Antonio Conte: si lamenta per niente soddisfatto del mercato in uscita della sua Juve. Non sarà facile sostituire Matri ma soprattutto Rocchi e Mazzoleni.

Romelu Lukaku: dopo quanto accaduto a Mosca John Terry non si è sentito di tirare l’ultimo rigore. Il belga si è rivelato un degno sostituto.

José Mourinho: si lamenta perché con Guardiola finisce sempre in dieci. Non è facile, d’altronde, giocare in doppia inferiorità numerica.

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Down

Massimiliano Allegri: si dice entusiasta degli arrivi di Matri e Kakà: “Con loro la difesa è finalmente a posto”!

Pep Guardiola: momento di imbarazzo dopo l’1-0 subito da Torres. Ad un certo punto ha urlato ai suoi: “Datela a Messi, Datela a Messi!”

I sorteggi di Champions: decisione epocale della UEFA: per risparmiare tempo Milan e Barcellona saranno inserite nella stessa pallina.

Bayern Monaco – Chelsea 7-6 d.c.r.: cuore Bayern, supercoppa in Germania

Il Bayern vince la Supercoppa

Il Bayern vince la Supercoppa

Eravamo pronti a parlare del ritorno in grande stile di Mourinho. Eravamo pronti a parlare di un Guardiola che ha sbagliato quasi tutto, che si è fatto bucare da Torres e dalla tattica perfetta del Portoghese. Eravamo fino al 120° quando il subentrato Javier Martinez ha trovato all’ultimissimo minuto del supplementare il gol del 2-2 che ha riportato al Bayern la possibilità di aggiudicarsi, per la prima volta nella storia della competizione, la Supercoppa Europea ai calci di rigore dove è stato decisivo l’errore del giovane Lukaku.

Eppure a partire bene era stato il Chelsea con un primo tempo praticamente perfetto del solito Mou che prima segna in contropiede con Torres dopo 9′ e un tiro sbagliato da parte di Ribery contro un Bayern che era apparso impotente contro una difesa senza Terry ma ben retta da Cahill (Allegri impara – l’atteggiamento conta più dei singoli) e che raramente è arrivato alle conclusioni in area nei primi 45. L’allenatore dei Blues aveva infatti ingabbiato perfettamente la manovra dei tedeschi concedendo unicamente lo spazio per cross e sovrapposizioni dei terzini – notevole, tra le altre, la mossa di mettere Ivanovic sul lato di Ribery approfittando di un Lahm insufficiente.

Il secondo tempo ha però cambiato radicalmente le carte in tavola: lo ha fatto anche e soprattutto grazie alla bomba di Ribery che con la complicità di Cech ha fatto trovare ai bavaresi un gol tanto fortunoso quanto immeritato. Da lì in poi è però il Bayern a salire in cattedra schiacciando i blues che cominciano a picchiare raccogliendo gialli ed il rosso di Ramires nel perfetto stile di Mourinho pur non riuscendo a segnare per l’1-1 che condanna le due squadre ai supplementari. Poi è ancora il Chelsea a segnare ma l’assedio del Munchen è ormai evidente dal momento in cui il Chelsea non prova più nemmeno il contropiede e a metà campo a recuperare i palloni c’è il portiere Neuer fino al gol del 2-2 di Martinez entrato al posto di Rafinha. La partita lascia comunque la sensazione di un Chelsea che in Europa potrà comunque dire la sua in campo internazionale mentre il Bayern di Guardiola ottiene la sua vendetta ed esce vincente ma rimandato: la macchina perfetta del triplete 2013 ormai è un lontano ricordo.

BAYERN MONACO – CHELSEA 2-2 d.t.s., 5-4 rig.
Bayern Monaco (4-3-3): Neuer, Rafinha (56′ Javi Martínez); Boateng, Dante, Alaba; Lahm; Kroos, Muller (71′ Götze); Robben (96′ Shaqiri), Mandzukic, Ribery. All.: Guardiola
Chelsea (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, David Luiz, Cahill, Cole; Lampard, Ramires; Schurrle (87′ Mikel), Oscar, Hazard (113′ Terry); Torres (99′ Lukaku). All.: Mourinho
Arbitro: Jonas Eriksson (Sve)
Marcatori: 8′ Torres, 93′ Hazard (C), 47′ Ribery, 120′ (+2) Dante (B)
Ammoniti: Cahill, David Luiz, Ramires, Cole (C), Ribery, Boateng (B)
Espulsi: Ramires,
Rigori: Alaba rete (B), David Luiz rete (C), Kross rete (B), Oscar rete (C), Lahm rete (B), Lampard rete (C), Ribery rete (B), Cole rete (C), Shaqiri rete (B), Lukaku sbaglia (C)

Bayern Monaco – Chelsea: LIVE! Supercoppa Europea 2013

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VA IN SCENA A PRAGA L’APERTURA DELLA STAGIONE EUROPEA 2013: SI AFFRONTANO PER LA SUPERCOPPA EUROPEA GLI ULTIMI DUE CLUB CAMPIONI D’EUROPA, SI AFFRONTANO IN QUELLA CHE E’ LA RIVINCITA DELLA FINALE DEL 2012 E IL RITORNO DI MOURINHO E GUARDIOLA UNO CONTRO L’ALTRO. UNA GARA DA NON PERDERE, STASERA, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

UEFA Super Cup 2013

Bayern Monaco – Chelsea: doppia rivincita

bay cheVenerdì 30 agosto, ore 20.45, Eden Arena, Praga. Sfida di lusso, antipasto della stagione internazionale che verrà. Sul campo dello Slavia Praga si scontrano due delle squadre più forti in campo europeo, Bayern e Chelsea.

Una rivincita doppia. Perché non si tratta solo della rivincita della famosa finale di Champions 2012, vinta ai rigori dai blues dopo una gara dominata dai rossi tedeschi e pareggiata solo nel finale da un gran guizzo di Drogba. Sulle due panchine siedono, infatti, due degli allenatori più titolati d’Europa. Che si sono già affrontati più volte, e sotto diverse bandiere; Pep Guardiola era già sulla panchina del Barcellona quando i catalani affrontarono l’Inter nella semifinale di Champions 2010 (3-1 per i nerazzurri a San Siro, 1-0 per i blaugrana al Camp Nou, risultato che aprì la strada al treble dei cugini) ma le maggiori schermaglie tra i due sono successive. Nei due anni di sfide tra Barça di Guardiola e Real di Mourinho, si ricordano vari episodi tra cui il 5-0 per i catalani in una gara di campionato, il dito nell’occhio di Mourinho a un Vilanova non ancora colpito dalla malattia, e lo scontro diretto di Champions che vide prevalere il Barça. Ma le ultime sfide tra i due, risalenti al 2012, hanno sorriso a Mourinho, vincente nella Liga a scapito del Barcellona, con Guardiola che al termine di quella stagione ha “staccato la spina” per un anno.

Del Bayern, prima di Heynckes e ora del Pep, si sa tutto. Squadra talmente forte che gente come Alcantara e Shaqiri rischia di fare da panchinaro di lusso. E anche Goetze potrebbe restare fuori, se è vero che nelle formazioni della vigilia il 4-1-4-1 previsto vede: Neuer; Lahm, J.Boateng, Dante, Alaba; Schweinsteiger; Robben, Kroos, Muller, Ribery; Mandzukic.  D’altro canto, anche Mourinho ha a disposizione una squadra di assoluto valore e pagata profumatamente dal presidente Abramovich; per lui previsto un 4-2-3-1, con Cech; Ivanovic, Terry, Cahill, Cole; Ramires, Lampard; Schurrle, Oscar, Hazard; Torres. L’unico vero problema dei Blues sembra essere proprio la punta, con l’incostante Torres titolare fisso per mancanza di vere alternative.

Mentre scrivo si è concretizzato il ritorno di Samuel Eto’o alla corte di Mourinho, ma questa volta in Inghilterra. Il camerunense passa da un magnate russo (Kerimov, che dopo due anni di spese pazze con tanto di -si dice- pagamento dei giocatori in diamanti, ha ridimensionato l’Anzhi) a un altro miliardario dell’Est, Abramovich. Nel calcio dei super capitali, gli avversari del Bayern sono stati bravi a mantenersi “da soli”, con una struttura societaria simile a quella delle squadre spagnole ma senza debiti e con somme ingenti ricavate dal solo stadio. E infatti, più che alle straricche squadre dei petrodollari degli sceicchi, o dei “petrorubli” russi, il Bayern assomiglia al Milan dei primi anni di Berlusconi, con Sacchi e Capello; squadra sì di campioni, ma arricchita anno dopo anno e assicurandosi campioni in base a un progetto e non ai capricci (costosi e spesso inutili) dell’allenatore o del presidente di turno. Fallito il 6 su 6, già ottenuto a Barcellona, con la sconfitta in Supercoppa di Germania, Guardiola non può sbagliare di nuovo. Per vari motivi, una partita tutta da seguire.

Ancora il Barça, ma poteva andare peggio

I risultati del Sorteggio

I risultati del Sorteggio

Non è un sorteggio buono, ed era difficile che lo fosse partendo dalla seconda fascia. Non è nemmeno un sorteggio da buttare via perché quando arrivi ad un passo dal poter prendere il Borussia Dortmund e prendi l’Ajax non puoi lamentarti – è un girone che a parte il Barcellona ci vede quindi opposti a due nobili decadute come Ajax e Celtic che non possono e non devono costituire un ostacolo per la qualificazione del Milan. Gli scozzesi stavano infatti per lasciare la principale competizione europea già ai preliminari dopo una sconfitta per 2-0 fuori casa in Kazakistan mentre gli olandesi stanno come sempre smobilitando in attesa di trovare nuovi talenti. Ajax e Celtic sono quindi due squadre di pari livello e di livello comunque inferiore a quello dei rossoneri – questo può quindi favorirci qualora si mangiassero punti a vicenda, cosa che non potrebbe accadere in caso di una quarta fascia facile come ad esempio quella dell’Austria Vienna. In alto il Barcellona con cui firmerei per ripetere i risultati dello scorso anno e portare, quindi, due punti su sei a casa ma con cui sarà difficile – per tutte – strapparne uno: attenzione al calendario – un Barcellona già qualificato dopo quattro giornate potrebbe falsare l’esito del girone specie se si dovesse trovare a schierare riserve contro Ajax e Celtic.

Alla Juventus è andata forse peggio – ci sarà la rivincita del quarto tra Real e Galatasaray con la squadra di Carletto, checché ne dicano media servi, decisamente superiore a quella campione d’Italia: la qualificazione si giocherà quindi nella sfida di Torino e in quella di Istanbul e non è da escludere un ricorso alla differenza reti nello scontro diretto. Molto equilibrato dietro il Manchester United, invece, il girone A dove Leverkusen, Shakthar e Real Sociedad sono tutte papabili per il secondo posto dietro ai Red Devils. Tra le altre inglesi va bene a Mourinho in un girone dove con Schalke 04, Basilea e Steaua Bucarest la classifica pare già scritta in quest’ordine – meno all’Arsenal che risulta fortunata nella seconda fascia col Marsiglia, meno col Dortmund per un girone che col Napoli diventa di ferro e che per 3/4 ricorda quello in cui proprio i francesi eliminarono i tedeschi due anni fa. Se la dovrà invece vedere coi campioni d’Europa in carica il Manchester City di Pellegrini in un girone dove CSKA e Plzen non possono negare alla seconda squadra di Manchester la prima qualificazione agli ottavi della loro storia. Completano il quadro due gironi che definire da Europa League è forse un complimento con il PSG che dovrà vedersela con Benfica, Olympiakos ed Anderlecht mentre l’Atletico Madrid affronterà Porto, Zenit e Austria Vienna.

Chiudiamo con un paio di news in casa rossonera: è in corso un vertice ad Arcore tra Berlusconi, Galliani ed Allegri per l’acquisto di Matri. Un acquisto che per la prima volta è stato in grado di compattare tutta la tifoseria contro un reparto dove siamo a posto così, ma per davvero. Se 12 milioni è il budget da spendere per un difensore che lo si faccia subito, che lo si faccia per anticipare l’acquisto di Honda o quello di Astori in settori dove c’è veramente bisogno. E’ comunque quello di Matri un acquisto che sconfigge su tutta la linea gli Allegriani – alcuni dei quali hanno già iniziato la propaganda pro-Matri sui propri siti o pagine Facebook rendendosi oltremodo ridicoli – è un acquisto che smentisce inoltre ogni teoria secondo la quale Massimiliano Allegri si trova a subire gli acquisti della dirigenza, ma quello lo si poteva già notare con Sulley Muntari da lui richiesto e preferito in continuazione ad Andrea Poli. Se ad oggi i giocatori di qualità sono veramente pochi la colpa non è solamente del board societario – la qualità a poco prezzo sul mercato è disponibile: è l’allenatore a preferire flotte di macellai.

Sorteggio Champions League 2013/14 – Fase a Gironi: LIVE!

L'Urna di Montecarlo

 

Gr. A

Gr. B

Gr. C

Gr. D

Gr. E

Gr. F

Gr. G

Gr. H

Prima Fascia
Man. United  Real Madrid Benfica Bayern Monaco  Chelsea  Arsenal Porto  Barcellona
Seconda Fascia
Shakthar D. Juventus  Paris SG CSKA Mosca Schalke 04  Marsiglia  Atletico Madrid  Milan
Terza Fascia
B. Leverkusen  Galatasaray Olmpiakos Man. City  Basilea Borusia Dortmund Zenit S. Pietroburgo Ajax
Quarta Fascia
 Real Sociedad Copenaghen Anderlecht Viktoria Plzen  Steaua Bucarest Napoli Austria Vienna Celtic

 

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IN DIRETTA DAL GRIMALDI FORUM IL SORTEGGIO DELLA CHAMPIONS LEAGUE 2013/14: SCOPRITE CON NOI DALLE 17.30 LE AVVERSARIE DELLA FASE A GIRONI E CHI TRA MESSI, RONALDO E RIBERY VINCERA’ IL PREMIO DI MIGLIOR GIOCATORE DELLA SCORSA STAGIONE. VI ASPETTIAMO TUTTI QUA, COME SEMPRE, SU ROSSONEROSEMPER, PER SCOPRIRE LE AVVERSARIE DEL MILAN!

Grimaldi Forum

Destinazione Lisbona – 2° puntata: Dentro Celtic e Schalke

paokDelle dieci partite dei playoff di Champions’ League, nove si sono concluse con i risultati attesi dopo l’andata. L’unica vera sorpresa è arrivata questa sera dal Celtic Park: i padroni di casa, dopo aver rimontato a cavallo dell’intervallo (reti di Commons e Samaras) il doppio vantaggio acquisito all’andata dallo Shakhter Karagandy (che, preciso, si legge Shakht-IO-r), hanno allontanato l’ombra dei supplementari con il gol, al 92° minuto, di Forrest in uno stadio esploso dalla gioia. Per i kazaki, comunque, resta l’orgoglio di esserci andati vicini, e di essere la prima squadra del loro paese ai gironi di Europa League. Nessuna sorpresa nelle altre partite del mercoledì, con il 4-2 dello Zenit sul Paços de Ferreira (da segnalare la doppietta di Danny e il gol di Arshavin su rigore), l’1-0 esterno del Viktoria Plzen sul Maribor del portiere Jasmin Handanovic (cugino di Samir, già a Mantova in B), e il 2-0 della Real Sociedad sul Lione, con doppietta di Carlos Vela e la coppia Seferovic – Griezmann in grande spolvero.

Per quanto riguarda la giornata di martedì, il risultato più importante è stato la vittoria al cardiopalma dello Schalke 04 a Salonicco: i tedeschi, in vantaggio per due volte con Szalai e Draxler, sono stati rimontati dal PAOK dell’ex Huub Stevens prima con Athanasidis e poi con Katsouranis. Nonostante l’inferiorità numerica (espulsione di Jones prima del 2-2 del PAOK) la squadra di Gelsenkirchen ha vinto al 90° grazie a un gol del solito Szalai, conseguendo la prima vittoria dopo due pareggi e due sconfitte tra campionato e Champions. Nelle altre quattro partite della giornata, da segnalare una Dinamo Zagabria vicina al colpaccio esterno: dopo aver rimontato da un 1-0 all’1-3, sarebbe passata grazie ai gol in trasferta, se una rete all’82° di Kienast (entrato da pochi secondi) non avesse portato gli austriaci ai gironi. Per il resto, 2-2 tra Legia Varsavia e Steaua Bucarest (con i rumeni qualificati anche grazie al terzo gol in quattro partite europee di Federico Piovaccari), e due 2-0 interni tra Basilea e Ludogorets e tra Arsenal e Fenerbahce: doppietta di Ramsey, cosa che avrà fatto accapponare la pelle a molti personaggi famosi data la sua fama di “marcatore ogni morte di VIP”.

Per quanto riguarda le fasce, la notizia più significativa è stata l’eliminazione del Lione da parte della Real Sociedad, squadra da diversi anni rimasta fuori dall’Europa che conta: la conseguenza diretta è la Juve in seconda fascia. E, mi dispiace per i gobbi, la cosa non è propriamente da definirsi “positiva”. La terza fascia, infatti, è uno spauracchio per tutti, con squadre del calibro di Zenit, Ajax, Bayer Leverkusen, ma soprattutto Borussia Dortmund e Manchester City: molto peggio rispetto alla seconda, quella di Milan e Juve, che, a parte il pericolo PSG e l’Atletico Madrid, presenta squadre non (o meglio, non più o non ancora, vedasi lo Schalke) al livello di quelle sopracitate, come Shakthar, Marsiglia e CSKA. Sì, per i gobbi forse era meglio che passasse il Lione. 

I soliti pericoli dalla prima fascia: Barça, Bayern, Real, Chelsea, United e Arsenal, con le sole eccezioni di Porto e Benfica a rappresentare compagini più abbordabili. Le due spagnole sono il pericolo maggiore, anche perché una tedesca o un’inglese (e se fosse l’Arsenal, tanto di guadagnato), eviterebbero sicuramente al sorteggio almeno una tra il Dortmund e il City in terza fascia. Poche le insidie dalla quarta fascia: se per le grandi straniere il nome da evitare è certamente il Napoli, i rossoneri devono guardarsi dalla possibilità di capitare contro la spumeggiante Real Sociedad vista ai preliminari, o contro un Celtic comunque uscito ridimensionato dal faticoso passaggio del turno contro i kazaki. Per il resto, Copenhagen, Anderlecht, Steaua, Viktoria e Austria Vienna sembrano abbastanza abbordabili. Ma sappiamo che spesso, negli ultimi anni (il girone dell’anno scorso è l’eccezione che conferma la regola), i sorteggi sono risultati tutto fuorché benevoli per i rossoneri. Ma non facciamo dei sorteggi una questione campale: se giochiamo come abbiamo dimostrato di saper fare, non dobbiamo temere nessuno, nonostante tutto.

LE FASCE DEI SORTEGGI: ALLE 18 IL LIVE SU ROSSONEROSEMPER

FASCIA 1 FASCIA 2 FASCIA 3 FASCIA 4
 Barcelona
 Bayern Monaco
 Chelsea
 Real Madrid
 Manchester United
 Arsenal
 Porto
 Benfica
 Atletico Madrid
 Shakhtar Donetsk
 Milan
 Schalke 04
 Marsiglia
 CSKA Mosca
 Paris Saint-Germain
 Juventus
 Zenit St Pietroburgo
 Manchester City
 Ajax
 Borussia Dortmund
 Basilea
 Olympiakos
 Galatasaray
 Bayer Leverkusen
 Copenhagen
 Napoli
 Anderlecht
 Celtic
 Steaua Bucarest
 Viktoria Plzen
 Austria Vienna
 Real Sociedad

Milan – PSV Eindhoven 3-0: Up & Down

matri no grazieUp

Kevin – Prince Boateng: È risorto in una maniera tanto repentina che si inizia a sospettare che la Satta abbia il ciclo.

Massimiliano Allegri: Potrebbe (anche se Galliani ha subito smentito) effettuare la miglior scelta degli ultimi tre anni. Forza Max, avanti così!

La Curva Sud: “Matri: no grazie” e altri striscioni su questo tono. Finalmente fanno la curva, mi viene da dire.

Down

Adriano Galliani: “Dato che ci capitano sempre le più difficili, al girone vorrei il Barça, il City…e la Real Sociedad

Andrea Della Valle: Pare che a casa Della Valle si sia ridotta in trucioli una buona metà delle riserve di legno della Toscana.

Tuttosport: Il sito web riporta: “Poco Allegri”. Nel frattempo abbiamo vinto, giusto per informazione.

Milan – PSV Eindhoven 3-0: siam tornati

Boateng segna al PSV

Kevin-Prince Boateng, uno dei migliori

Non eravamo morti a Verona anche se a qualcuno faceva comodo farlo credere. Siamo tornati a casa, siamo tornati in Champions League e domani alle 17.45 conosceremo i nostri avversari nel sorteggio di Montecarlo. Non è stata la partita perfetta – e non può esserlo dato che siamo comunque al 28 di Agosto – ma un 3-0 rimane sempre un 3-0 soprattutto di fronte ad una avversaria Europea. Non è stata nemmeno una partita facile considerate le difficoltà di trovarci contro un avversario più fresco e che – a differenza nostra – aveva l’obbligo di fare gol per dover passare il turno.

La differenza l’ha fatta Boateng, tornato quello delle notti di Champions a San Siro contro Barcellona e Arsenal. L’ha fatta con un tiro da fuori come raramente si era visto nelle prime due partite. Nella notte che conta è un Milan tremendamente cinico che concede poco o niente al PSV (l’unica occasione all’interno dell’area è all’inizio del secondo tempo) e l’ha fatto anche agevolato dal non dover far la partita a differenza di Verona.

La Champions ha chiamato, il Milan ha risposto “presente” con tutti i suoi effettivi: davanti è stato un bel vedere con El Sharaawy che ha sfiorato due volte il gol imbeccato da un Balotelli che al 60% esce dal campo di San Siro con un gol ed un assist. A centrocampo abbiamo assistito oltre alla rinascita del Boa ad una buona partita di Montolivo e ad una buonissima partita di De Jong che si conferma valore aggiunto mentre in difesa sono stati decisamente positivi i due terzini sfruttando anche le debolezze del PSV sulle fasce mentre in porta Abbiati ha trovato la giornata di grazia. A livello fisico non sembriamo ancora capaci di tenere un ritmo alto per tutta la durata della gara – come già si era visto all’andata e a Verona.

La rincorsa iniziata un anno fa, dopo quello 0-0 con l’Anderlecht, quando i non evoluti dicevano che di gare di Champions League ne avremmo giocate solamente cinque per un bel po’ di tempo, è comunque terminata con successo. Ora quelli che per 38 gare hanno tifato Fiorentina e che dopo la gara di Verona hanno forse sperato in quello che sarebbe stato un fallimento: tutti sul carro – non siamo né morti, né scarsi, né finiti e la sensazione è che spendendo bene questi 30 milioni ci si possa divertire parecchio. Un potenziale offensivo così devastante davanti ce l’abbiamo solo noi: dietro basterebbe un centrale e un centrocampista e si può giocare non più per il secondo posto – quindi, per favore, ripetiamo per l’ennesima volta l’unico mantra che è riuscito ad unire tifosi milanisti di ogni ordine, religione, sesso, razza e pensiero: no ad Alessandro Matri.

MILAN-PSV EINDHOVEN 3-0 (primo tempo 1-0)
MARCATORI:Boateng (M) al 9’ p.t.; Balotelli (M) al 10’, Boateng al 32’ s.t.
MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, De Sciglio; Montolivo, De Jong, Muntari (dal 37’ s.t. Nocerino); Boateng (dal 41’ s.t. Robinho), Balotelli, El Shaarawy (dal 29’ s.t. Poli). (Amelia, Silvestre, Emanuelson, Niang). All.: Allegri.
PSV EINDHOVEN (4-3-3): Zoet; Brenet, Bruma, Rekik, Willems, Wijnaldum, Schaars, Maher (dal 25’ s.t. Toivonen), Park (dal 16’ s.t. Jozefzoon), Matavz, Depay (dal 29 s.t. Locadia). (Tyton, Zanka, Arias, Jorgensen). All.: Cocu.
ARBITRO: Clattenburg (Inghilterra)
NOTE: spettatori 51.548 per un incasso di 1.542.200 euro. Ammoniti Schaars e Montolivo per comportamento non regolamentare, Bruma, Balotelli, Poli, Matavz per gioco scorretto. Angoli 2-9. Recuperi 2’ p.t., 3’ s.t.

Milan – PSV Eindhoven: LIVE! Champions League 2013/14 – Play-off

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E’ IL MATCH CHE VALE LA SCORSA, QUESTA E FORSE LA PROSSIMA STAGIONE. A SAN SIRO E’ DENTRO O FUORI CONTRO IL PSV EINDHOVEN DOPO L’1-1 DELL’ANDATA IN CERCA DELLA DECIMA QUALIFICAZIONE AI GIRONI DELLA CHAMPIONS LEAGUE NEGLI ULTIMI UNDICI ANNI. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA DI MILAN – PSV EINDHOVEN MERCOLEDI’ SERA, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

Milan - Psv Eindhoven

Milan – PSV Eindhoven: Nessun alibi

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De Jong in campo

Non nascondiamoci dietro a un dito. Questa partita è importante tanto quanto una finale di Champions’ League ai (non tanto) vecchi tempi. Per gli sgoccioli di calciomercato: se passeremo, così pare, avremo un tesoretto da spendere (che poi verrà con ogni probabilità buttato su una punta inutile alla causa rossonera come Matri), se si va fuori, la cessione di De Sciglio potrebbe completare l’opera di ridimensionamento della squadra. Per il futuro di Allegri: se si passa si para il sedere ancora per un po’ (e a questo punto quasi non saprei cosa sperare), se si va fuori, a quanto dicono i ben informati, scatta l’esonero – al suo posto, pare che in pole position ci sia Mangia o una soluzione interna con Inzaghi. Per il prestigio, perché pensare che una squadra col nostro blasone non sia tra le prime 32 d’Europa è inaccettabile, anche per chi ha vissuto anni ben peggiori. E, soprattutto, per le finanze della società: in un periodo in cui di investimenti dall’alto non ce ne sono, abbiamo bisogno di un bilancio in pari, cosa che può essere garantita solo da questa entrata.

Allegri affronterà quella che rischia di essere l’ultima partita della sua esperienza rossonera con De Jong (fortunatamente: se ne è sentita la mancanza a Verona) e Boateng (su cui evito ogni commento) di nuovo a disposizione, e finalmente pare che la linea difensiva davanti ad Abbiati, insieme ad Abate, Mexes e Zapata, conti su Mattia De Sciglio. Finalmente la fascia sinistra della difesa viene riassegnata al suo legittimo proprietario. A centrocampo De Jong farà da frangiflutti davanti alla difesa: insieme a lui e a Montolivo, pare che Muntari debba vincere il ballottaggio con l’abbastanza stanco Poli, anche per le indubbie maggiori funzioni di copertura offerte dal ghanese. Davanti Boateng, Balotelli e uno tra El Shaarawy e Robinho: a sorpresa, potrebbe essere il brasiliano a spuntarla, con una clamorosa bocciatura per il nostro 92 dopo l’inconsistente prestazione a Verona.

Per quanto riguarda gli olandesi, la formazione schierata da Cocu dovrebbe essere più o meno la stessa dell’andata: Brenet, Bruma, Rekik e Willems davanti al portiere Zoet, Schaars e Maher sulla linea di centrocampo, Wijnaldum (anche se è in ballottaggio con Jozefzoon), Park e Depay a supporto di Matavz. Ma attenzione: scalpita dalla panchina Zakaria Bakkali, il talentino classe ’96 che aveva stupito il mondo con una tripletta alla prima di campionato ed è in pieno recupero da un lieve infortunio. Bakkali o no, comunque, l’età media resta molto bassa: inversamente proporzionale alla pericolosità. Saranno pure ragazzini, come dice Mexes, ma anche a San Siro rischiano, se giochiamo come nel secondo tempo a Verona, di farci il culo.

E in particolare se giochiamo (come temo avverrà, conoscendo il nostro allenatore) per lo 0-0, risultato che ci qualificherebbe ma che è troppo volatile per potervici puntare. L’importante, per vincere – e ne abbiamo le potenzialità – sarà giocare come abbiamo dimostrato di poter fare nei primi minuti delle scorse due partite, e soprattutto evitare di farci saltare i nervi. Questo vale soprattutto per Balotelli, ancora fin troppo avvezzo alle proteste (che, se già sono raramente tollerate in Italia, in campo europeo portano solo rogne)qualcuno gli facesse presente che l’anno scorso, in un Manchester-Chelsea, l’arbitro, l’inglese Clattenburg, fu protagonista di un duro scontro con Obi Mikel, in cui volarono insulti da entrambe le parti – pare anche razzisti. E ovviamente a pagare fu il giocatore del Chelsea.

Milan (4-3-3): Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, De Sciglio; Muntari, De Jong, Montolivo; Boateng, Balotelli, Robinho.
A disp.: Amelia, Silvestre, Constant, Emanuelson, Poli, Niang, El Shaarawy. All. Allegri.
Psv Eindhoven (4-3-3): Zoet; Brenet, Bruma, Rekik, Willems; Park, Schaars, Maher; Wijnaldum, Matavz, Depay.
A disp.: Tyton, Zanka, Arias, Van Ooijen, Jozefzoon, Toivonen, Locadia. All. Cocu.

Gli Ingiustificabili

TristePronti via: comincia il campionato e, guarda un po’, inizia nel peggiore dei modi per il Milan, piallato a Verona dalla doppietta del redivivo Luca Toni. Per quanto la prestazione del Diavolo contro l’Hellas sia stata assolutamente indegna, trovo ingiustificabile la conseguente, e non nuova, ondata di pessimismo. Per carità, lamentarsi per delle evidenti lacune che la squadra presenta è sacrosanto, purché non si scada nell’eccesso. E sabato sera si è letto e sentito davvero di tutto, dall’omino che ci vede inferiori pure a Catania e Parma a quello che comincia a contare quanto manca ai quaranta punti. Evidentemente questi “tifosi”, posto che lo siano davvero, hanno la memoria corta: davvero la passata stagione non ha insegnato nulla? Cominciare male oramai sembra quasi una prerogativa di base con l’attuale allenatore, ma è assurdo considerare la stagione compromessa dopo solo una giornata di campionato. Anche perché, quando poi c’è da salire sul carro a maggio, nessuno si tira mai indietro.

Altrettanto ingiustificabile è, ancora una volta, Massimiliano Allegri, e per le seguenti due ragioni. La prima: è assurdo, semplicemente assurdo, che nonostante sia al quarto anno di panchina al Milan non abbia ancora risolto, ma che dico risolto, almeno messo una pezza, al problema dei gol presi su calcio da fermo. Signori, in tre anni e qualche mese di lavoro la situazione non è cambiata di un millesimo, anzi. La domanda è: ma queste cose in allenamento vengono provate? Vengono elaborati schemi? Vengono sperimentate determinate situazioni che possono presentarsi in partita? Mentre la scorsa stagione, almeno per la prima parte dell’anno, ci si poteva giustificare con la dipartita di diversi giocatori e il rinnovamento di buona parte della rosa, giustificazione comunque piuttosto fuorviante, oggi come oggi, dopo due preparazioni estive e una stagione trascorsa con questa rosa di giocatori, è inconcepibile non aver risolto una lacuna tanto evidente, perché è anche da questi dettagli che vengono determinate le stagioni. Zapata e Mexes scarsi e inadeguati? Hanno preso gol da Toni, non da Van Basten. Con Ancelotti avevamo lo stesso problema? E allora? Posto che del Milan ancelottiano ad oggi è rimasto solamente Bonera, e pure rotto fortunatamente, ogni allenatore lavora in modo diverso ed elabora soluzioni a problemi in modo diverso; Ancelotti avrà avuto i suoi difetti, ma questo non può essere una giustificazione per Allegri e per i suoi di difetti. La seconda: per quale motivo la squadra contro il Verona mentalmente non è scesa in campo? Perché l’atteggiamento mentale della squadra è stato nullo avendo, come conseguenza, la totale supremazia degli avversari rovinosa sconfitta annessa? Compito dell’allenatore è, oltre a curare il lato tattico e tecnico, anche preparare mentalmente i giocatori alla partita, dando la giusta carica. Se la carica data dal mister ha portato al risultato che tutti abbiamo visto sabato sera beh, siamo nella classica “botte di ferro”.

I giornalai dicono che domani sera ci giochiamo la stagione. Cazzate, signori miei, domani sera di stagioni ce ne giochiamo due: questa e la prossima. Il motivo? In caso di mancata qualificazione non solo non guadagneremmo il premio di 30 milioni per l’accesso alla fase a gironi, che non ci permetterebbe di operare nel calciomercato almeno nell’immediato, ma soprattutto non otterremmo i soldi dei ricavi televisivi della Champions League, che la passata stagione portarono nelle casse della società di Via Turati circa 50 milioni, non esattamente noccioline. Per completare il quadro, i soldi che spetterebbero al Milan in caso di mancata qualificazione verrebbero spartiti tra le squadre certe di partecipare alla fase a gironi, ovvero Napoli e Juventus, che si rafforzerebbero ancor di più ai nostri danni. Se non ci qualifichiamo addio Balotelli, addio De Sciglio e addio chiunque sia un minimo vendibile. Questa è la posta in palio. Per questo motivo domani sera non può scendere in campo il Milan visto a Verona, non può scendere in campo un Milan con quell’atteggiamento mentale, deve scendere in campo un Milan incazzato, furioso e affamato, undici giocatori pronti a dare tutto quello che hanno per riportare il Diavolo dove gli compete: tra i migliori, nell’Olimpo del calcio.

Un film già visto

stagione.2013.2014.verona.milan.poli.356x237Faccio molta fatica a comprendere la sorpresa e lo stupore di molti tifosi e alcuni giornalisti dopo la pessima figura di Verona. Sembra che nessuno si aspettasse un Milan senza mordente, senza carattere, né convinzione e con una forma fisica imbarazzante. Niente di diverso dall’anno scorso mi pare. E come poteva essere diversamente?! Non è cambiato l’allenatore, non sono cambiati gli interpreti (a parte il buon innesto di Poli, che però purtroppo non basta) e anzi, le altre squadre si sono rafforzate. Un copione già scritto, un film già visto.

Come ampiamente dimostrato la scorsa stagione, il livornese non ha le armi per motivare e caricare un gruppo di giovani senza esperienza, che necessitano di tempo e spazio per dare il meglio. Allegri ha già dimostrato di non poter assolvere a questo compito, quindi non dovrebbe stupire l’ennesimo esordio disastroso della squadra. La partita di mercoledì sarà un crocevia fondamentale: superare i preliminari significherebbe riaprire le casse per il mercato, grazie ai circa 30 milioni che arriverebbero tra premi e sponsor. 30 milioni che permetterebbero di operare là dove c’è bisogno e non sto parlando solo della difesa.

Se il reparto arretrato ha infatti dimostrato di avere enormi e incolmabili lacune, credo che nonostante in molti giudichino l’attacco rossonero completo e competitivo, ci siano gravi problemi. L’infortunio di Pazzini ha infatti arrecato un danno maggiore di quello che si pensi: il Pazzo si è sempre fatto trovare pronto, anche a partita in corso, e ha fatto sentire il suo peso determinante nei 15 gol della scorsa stagione, non tanto distante dai 12 del tanto celebrato Balotelli. Balotelli vero fuoriclasse, ma anche sempre troppo nervoso e quindi inaffidabile per una squadra che bisogno come l’aria di un attaccante prolifico e sempre presente.

Tra gli altri, Robinho sembra perennemente infortunato, El Shaarawy, nonostante il gol di Eindhoven, mostra ancora gravi insicurezze davanti alla porta, Niang dovrà pure crescere, ma visto le ultime prestazioni disastrose potrebbe anche farlo altrove e Petagna non è ancora pronto per prendersi la responsabilità della squadra in un momento delicato come l’inizio di stagione. Il Milan ha bisogno di rinforzi in attacco, quindi, proprio nel reparto che sembrava maggiormente coperto. E se i 30 milioni dell’entrata in Champions non dovessero bastare, ci sarebbero tanti giocatori di cui i rossoneri potrebbero fare tranquillamente a meno e intascare qualche soldo, da Boateng, ad Antonini (che sembra vicino alla Samp da molto tempo), a Nocerino. Nel frattempo sembra avviarsi a una conclusione lo scambio tra Milan e Genoa tra Traorè e Birsa, uno scambio in cui sembra guadagnarci proprio il Milan.

Il risultato positivo di mercoledì però non è così scontato: la squadra vista a Verona preoccupa e potrebbe non essere in grado di difendersi dai giovani e velocissimi olandesi. Allegri metterà in campo i più esperti in campo internazionale, lasciando da parte almeno per una sera il tanto conclamato “progetto giovani”: un progetto ambizioso e stimolante che però non può realizzarsi se privo di una guida capace e di carattere, una guida che sia in grado di delineare la strada da seguire, di fornire un modello di gioco adatto per i tanti giovani che ancora devono scoprire sé stessi in relazione agli altri. Una guida che il Milan non possiede, in quanto Allegri non è il tipo di allenatore giusto per questo compito come, ripeto, ha già dimostrato in precedenza.

Iniziare la stagione rincorrendo le altre e mettendo pressione all’allenatore, con la minaccia dell’esonero che aleggia, non è di certo il modo giusto di cominciare l’annata. Ma di inizi sbagliati e preoccupanti ne abbiamo vissuti molti negli ultimi anni. Non resta che sperare quindi di fare qualche punto in più di quei 7 in 8 partite dello scorso anno. Ma soprattutto, non resta che concentrarci sulla partita di mercoledì, una partita che il Milan non può permettersi di sbagliare perché da essa potrebbe dipendere il futuro della stagione. E forse, magari, anche quello di Massimiliano Allegri.

Una finta “giornata no”

940-verona-milanPassa il tempo, ma gli errori restano. Anzi, sarebbe meglio dire gli orrori. A Verona il Milan non è sceso in campo, ed ha trovato il goal solo grazie alla passività degli avversari nel primo quarto d’ora; da quel momento in poi il buio, il nulla, lo scorrere del tempo e gli avversari che acquisiscono coraggio. Come sempre quindi, come la partenza dello scorso anno, come il terribile inizio che ha compromesso poi tutto il resto della stagione.

La giustificazione della preparazione errata non può più essere data, visto che, stando a quanto dichiara Allegri, quest’anno è stato fatto un lavoro diverso per partire subito al meglio, anche in vista del preliminare. E in effetti il Milan di Champions non ha fatto poi così male. Ieri invece era la testa, quella che troppe volte ha abbandonato la squadra lo scorso anno, ad essere da tutt’altra parte. Molli, senza concentrazione e senza alcuna convinzione, a Verona non si è salvato praticamente nessuno, quasi fossero tutti rassegnati a “prendere quello che veniva” senza troppi problemi. È qui che, come sempre, entra in gioco l’allenatore, colui che dovrebbe dare convinzioni e motivazioni ogni giorno; manca tutto questo ad Allegri, gli manca la grinta, il carisma, la voglia di spaccare ad ogni partita…gli mancano le palle! Ma questo lo si sapeva già, e non è stata di certo la “fatal Verona” a farcelo capire.

Piuttosto i gialloblù hanno lanciato un avvertimento, che può essere raccolto nel modo corretto per fare qualcosa di diverso, oppure può essere sottovalutato dallo stesso livornese facendo passare la sconfitta per una semplice “giornata no”. Nel calcio si può vincere come si può perdere, la differenza la fa il modo con cui lo si fa. E adesso, come la mettiamo con il PSV? Pensare ad una sconfitta mette i brividi, e quindi non pensiamoci. Diciamo che Allegri saprà dare la giusta carica, saprà far leva sulla serataccia di Verona per scatenare l’orgoglio rossonero di chi scenderà in campo. Diciamolo, si, e speriamo che accada per davvero, senza brutte sorprese.

Dopo la gara di mercoledì si potrà poi ritornare a parlare di mercato, di inevitabili ritocchi a centrocampo e difesa che sono necessari per una stagione così lunga. Si potrà parlare di inadeguatezza di alcuni elementi della rosa, e di come vadano gestiti e messi in campo da Allegri. Tutto questo, da giovedì, sperando che tutto fili liscio, che il Milan si prenda il posto che gli spetta nonostante tutto. Verona è alle spalle, e facciamo finta che sia stata solo una “giornata no”.

Hellas Verona – Milan 2-1: Up & Down

Ve lo faccio vedere io un Bresciano

Ve lo faccio vedere io un Bresciano

Up

Kevin-Prince Boateng: Sicuramente la sua migliore partita degli ultimi tempi. Personalità a livelli inaspettati: ha infuso la sua tipica verve nei compagni a tal punto che oggi in campo sembravano 11 Boateng.

Luca Toni: Una doppietta quantomeno inaspettata. Ma contro le provinciali è facile fare il fenomeno.

Mark Bresciano: Finalmente l’ex Parma ritorna agli onori delle cronache: “Ma perché Balotelli mi voleva far vedere?”

Down

Massimiliano Allegri: Seconda figuraccia consecutiva alla prima giornata contro una neopromossa. Il tempo della fiducia è al termine. 

M’Baye Niang: Per l’ala destra rossonera un curioso record: il primo giocatore a perdere più palloni di quanti ne abbia toccati.

I giornalisti italiani: 30 cretini per parte che si lanciano addosso due seggiolini in plastica diventano “violenti scontri tra tifoserie”. Bella informazione.