Una finta “giornata no”

940-verona-milanPassa il tempo, ma gli errori restano. Anzi, sarebbe meglio dire gli orrori. A Verona il Milan non è sceso in campo, ed ha trovato il goal solo grazie alla passività degli avversari nel primo quarto d’ora; da quel momento in poi il buio, il nulla, lo scorrere del tempo e gli avversari che acquisiscono coraggio. Come sempre quindi, come la partenza dello scorso anno, come il terribile inizio che ha compromesso poi tutto il resto della stagione.

La giustificazione della preparazione errata non può più essere data, visto che, stando a quanto dichiara Allegri, quest’anno è stato fatto un lavoro diverso per partire subito al meglio, anche in vista del preliminare. E in effetti il Milan di Champions non ha fatto poi così male. Ieri invece era la testa, quella che troppe volte ha abbandonato la squadra lo scorso anno, ad essere da tutt’altra parte. Molli, senza concentrazione e senza alcuna convinzione, a Verona non si è salvato praticamente nessuno, quasi fossero tutti rassegnati a “prendere quello che veniva” senza troppi problemi. È qui che, come sempre, entra in gioco l’allenatore, colui che dovrebbe dare convinzioni e motivazioni ogni giorno; manca tutto questo ad Allegri, gli manca la grinta, il carisma, la voglia di spaccare ad ogni partita…gli mancano le palle! Ma questo lo si sapeva già, e non è stata di certo la “fatal Verona” a farcelo capire.

Piuttosto i gialloblù hanno lanciato un avvertimento, che può essere raccolto nel modo corretto per fare qualcosa di diverso, oppure può essere sottovalutato dallo stesso livornese facendo passare la sconfitta per una semplice “giornata no”. Nel calcio si può vincere come si può perdere, la differenza la fa il modo con cui lo si fa. E adesso, come la mettiamo con il PSV? Pensare ad una sconfitta mette i brividi, e quindi non pensiamoci. Diciamo che Allegri saprà dare la giusta carica, saprà far leva sulla serataccia di Verona per scatenare l’orgoglio rossonero di chi scenderà in campo. Diciamolo, si, e speriamo che accada per davvero, senza brutte sorprese.

Dopo la gara di mercoledì si potrà poi ritornare a parlare di mercato, di inevitabili ritocchi a centrocampo e difesa che sono necessari per una stagione così lunga. Si potrà parlare di inadeguatezza di alcuni elementi della rosa, e di come vadano gestiti e messi in campo da Allegri. Tutto questo, da giovedì, sperando che tutto fili liscio, che il Milan si prenda il posto che gli spetta nonostante tutto. Verona è alle spalle, e facciamo finta che sia stata solo una “giornata no”.

Hellas Verona – Milan 2-1: Up & Down

Ve lo faccio vedere io un Bresciano

Ve lo faccio vedere io un Bresciano

Up

Kevin-Prince Boateng: Sicuramente la sua migliore partita degli ultimi tempi. Personalità a livelli inaspettati: ha infuso la sua tipica verve nei compagni a tal punto che oggi in campo sembravano 11 Boateng.

Luca Toni: Una doppietta quantomeno inaspettata. Ma contro le provinciali è facile fare il fenomeno.

Mark Bresciano: Finalmente l’ex Parma ritorna agli onori delle cronache: “Ma perché Balotelli mi voleva far vedere?”

Down

Massimiliano Allegri: Seconda figuraccia consecutiva alla prima giornata contro una neopromossa. Il tempo della fiducia è al termine. 

M’Baye Niang: Per l’ala destra rossonera un curioso record: il primo giocatore a perdere più palloni di quanti ne abbia toccati.

I giornalisti italiani: 30 cretini per parte che si lanciano addosso due seggiolini in plastica diventano “violenti scontri tra tifoserie”. Bella informazione.

Hellas Verona – Milan 2-1: come un anno fa?

2013-08-24T172606Z_114984795_GM1E98P03WG01_RTRMADP_3_SOCCER-ITALY--630x365Non cambia nulla. Non cambia nulla rispetto agli inizi orribili che il caciuccaro ci ha risparmiato negli altri anni dato che la gara di stasera è sembrata la brutta copia di prestazioni come Cesena 2010 o l’esordio con la Samp nello scorso anno. Una squadra lenta, svogliata e con la testa altrove – una squadra che è uscita dal campo dopo aver giocato 20′ trovando il gol con Poli unica nota positiva della serata. Poi il tracollo, poi il 27° gol subito su calcio d’angolo negli ultimi 3 anni – ennesima colpa di un allenatore incapace bocciato in quello che dovrebbe essere il suo settore (gli schemi) e senza nemmeno l’attenuante della rosa (Thiago Silva). L’unica attenuante viene dal fatto che a Balotelli oggi non è stato fischiato nulla – neppure un rigore netto nel finale che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara: forse era il caso di far valere il peso mediatico di una società come il Milan nel momento in cui altre hanno passato l’estate a parlare indisturbate di terzi sul campo, di rigore per il milan e di Balotelli simulatore.

Ci si è chiesti per tutta l’estate quale sia la differenza tra noi e la Juve – oggi abbiamo avuto la dimostrazione palese di come prima che un divario tecnico ci sia tra le due squadre un enorme divario di mentalità. Abbiamo giocato convinti di andare là a vincere con il solito immobilismo a centrocampo, concedendo contropiedi facili anche e soprattutto per aver lasciato le tre punte ferme (El Sha, Niang da 4 e Balo da 5) ed isolate costringendo i centrocampisti a salire troppo.  Gli errori sono sempre gli stessi da due anni e mezzo – bisognerebbe lavorare cercando di comprendere e risolvere i propri limiti invece di cercare sempre il fuoriclasse che te la risolve. Oggi Balotelli non c’è stato e non si è saputo trovare una alternativa di gioco credibile che non passi per la palla lunga al quarantacinque. Non si è saputo allargare il gioco e far scoprire gli avversari per sfruttare le ripartenze di Niang ed El Sharaawy quando si era sotto. Possesso sterile, sempre e maledettamente lo stesso possesso sterile.

Ora si va fino a mercoledì con il grande ritorno degli Allegriani e dei disfattisti a difendere il solito incapace e a parlare di quinto posto / retrocessione. Si va a giocarsi quella che potrebbe essere la partita più importante della stagione e l’unica possibilità di fare mercato da qua alla fine. La vera domanda è: serve veramente? Serve veramente rinforzare una squadra che ha ottenuto 40 punti nello scorso girone di ritorno? Siamo veramente sicuri che con un Eriksen, un Astori o un Honda in più i soliti bambini capricciosi non continuerebbero a parlare di squadra scarsa? Aspettiamo mercoledì e vediamo come continuerà da qua alla sosta ma l’inizio non è dei migliori. Non so quale sia la tattica del mister ma mi rifiuto di passare un’altra stagione partendo piano al solo fine di far sembrare un terzo posto guadagnato per miracolo un secondo posto perso.

HELLAS VERONA – MILAN 2-1
Verona (4-3-3): Rafael; Cacciatore, Moras, Maietta, Albertazzi; Jorginho, Donati (85′ Hallfredsson), Romulo; Jankovic, Toni (85′ Cacia) Martinho (76′ Gomez). A disp: Nicolas, Mihaylov, Bianchetti, Cirigliano, Laner, Sgrigna, Grossi, Sala, Longo. All.: Mandorlini
Milan (4-3-3): Abbiati; Abate, Mexes, Zapata, Constant (75′ Robinho); Nocerino, Montolivo, Poli; Niang (65′ Emanuelson), Balotelli, El Shaarawy (64′ Petagna). A disp: Amelia, Coppola, De Sciglio, Silvestre, De Jong, Zaccardo, Cristante. All.: Allegri
Arbitro: Gianpaolo Calvarese
Marcatori: 14′ Poli (M), 30′, 53′ Toni (V)
Ammoniti: Jorginho, Jankovic (V), Montolivo, Zapata, Balotelli (M)

Hellas Verona – Milan: LIVE! Serie A 2013/14

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SIETE PRONTI PER RICOMINCIARE? SIETE PRONTI PER CERCARE IL DICIANNOVESIMO? SIETE PRONTI PER SOSTENERE LA SQUADRA FINO ALLA FINE? IL NOSTRO CAMPIONATO SI APRE A VERONA, IN CASA DEL NEOPROMOSSO HELLAS IN UN TUTTO ESAURITO PER UNA GARA CHE SI PREANNUNCIA NON SEMPLICE VISTA LA COLLOCAZIONE IN MEZZO AI PRELIMINARI DI CHAMPIONS LEAGUE. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA DI VERONA – MILAN, SABATO 23 AGOSTO 2013, DALLE 18.00, SU ROSSONEROSEMPER! 

Hellas Verona FC v US Grosseto - Serie B

Hellas Verona – Milan: si ricomincia

m6Il Milan ha già iniziato la sua stagione con l’andata dei playoff di Champions, ma la prima giornata di campionato ha sempre un fascino particolare: soprattutto in questi anni, in cui è quella della serie A la nostra dimensione, consci che, se mai (e non è facile, checché ne dicano i vari Ruiu di turno) ci qualificheremo, sarà davvero difficile ambire a far bene nella massima competizione europea, checché ne dicano la nostra bacheca e la nostra vocazione. Per questo non possiamo permetterci di fare turnover: a differenza di quanto è avvenuto fin’ora nell’era Allegri, quest’anno è fondamentale incamerare un buon bottino di punti anche nelle prime partite della stagione, per arrivare con maggiore slancio al picco di forma di ottobre-novembre.

Complice l’assenza per infortunio di Boateng (di cui siamo davvero dispiaciuti, chissà quanto mancherà alla causa rossonera il grande Boateng visto nel precampionato…ah no, quello l’abbiamo mandato a Catania in prestito), Allegri opta probabilmente per il 4-3-3 con l’attacco delle creste: Niang a destra ed El Shaarawy a sinistra, a supporto di Balotelli. A centrocampo, l’assenza che si fa davvero sentire è quella di Nigel De Jong: Il suo posto verrà preso da Montolivo, con Poli spostato sulla destra e Nocerino come mezzala sinistra. L’olandese, in caso di clamoroso recupero, potrebbe però venire schierato, nel quale caso l’ex Samp rischia di partire dalla panchina. Davanti ad Abbiati, la linea difensiva sarà composta da Abate, Mexes, Zapata ed Emanuelsson (finalmente parte da terzino anche in campionato!): solo panchina, dunque, per De Sciglio e Constant.

Un offensivo 4-3-3 è anche la scelta dell’allenatore degli scaligeri Mandorlini (che ha avuto modo di schierarsi con il sindaco di Verona Tosi in merito alle dichiarazioni di quest’ultimo su Balotelli): davanti a Rafael, una linea difensiva improntata alla spinta (Cacciatore e Martinho sono quasi dei centrocampisti aggiunti), ma che, soprattutto con la coppia centrale Moras – Maietta, non sembra fornire grandi garanzie per la categoria. Dal centrocampo in su la neopromossa inizia a schierare una formazione interessante: perno del centrocampo sarà l’ex rossonero Massimo Donati, coadiuvato da Halfredsson e da Jorginho, a lungo cercato dal Milan nelle prime fasi del mercato. Davanti tutto ruota intorno a Luca Toni, grande colpo dei gialloblu, che manda in panchina Cacia e viene supportato dall’ex Genoa Bosko Jankovic e da Juanito, all’esordio in serie A dopo numerose stagioni a fare la gavetta in Lega Pro.

La sfida contro l’Hellas Verona alla prima giornata rimanda ad un ricordo abbastanza dolce: la prima giornata della stagione 96-97 (ma allora si giocò a San Siro) vide i rossoneri imporsi per 4-1, con uno strepitoso gol di George Weah, dopo che il liberiano aveva percorso tutta la lunghezza del campo palla al piede. Ma quella stagione non fu per nulla positiva, e il Milan concluse a centro classifica; e gli altri ricordi che il Bentegodi ci richiama non sono affatto piacevoli, con due scudetti persi all’ultimo negli anni ’70.

L’arbitro dell’incontro sarà il teramano Giampaolo Calvarese, con all’attivo un solo precedente con il Milan: il 2-1 a San Siro col Siena dell’ultima Epifania. Ma è ben più agghiacciante sapere che a fare i giudici di porta dell’incontro sono stati chiamati Rocchi e Tagliavento, i quali non offrono sensazioni positive ai tifosi rossoneri… Nonostante ciò, contro l’Hellas abbiamo l’imperativo morale di vincere, e di farlo con un gioco arioso ed offensivo (unico modo per sfruttare i buchi che sicuramente la difesa scaligera, poco attiva in copertura, lascerà). La sconfitta non può e non deve essere contemplata, e la vicinanza del preliminare non deve essere una scusa. Abbiamo bisogno di incamerare punti fin da subito, Champions o no. 

HELLAS VERONA – MILAN, 1° GIORNATA, STADIO MARCANTONIO BENTEGODI, 24 AGOSTO 2013

VERONA (4-3-3): Rafael; Cacciatore, Moras, Maietta; Martinho; Jorginho, Donati, Hallfreddson; Jankovic, Toni, Gomez.

MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate, Mexes, Zapata, Emanuelsson; Poli, Montolivo, Nocerino; El Shaarawy, Balotelli, Niang.

Riapre il forum (con il fantacalcio)

fantacalcio-3Ci prendiamo un colpevole momento di pausa dal Milan – ma, tranquilli, è solo per oggi – in un agosto dove comunque non vi abbiamo mai lasciati soli per darvi un po’ di comunicazioni di servizio.

1) Da oggi per commentare i post sarà necessario essere registrati al sito. Questa è sia una forma di prevenzione contro lo spam, sia una forma di prevenzione di abusi ma, soprattutto, vi permetterà di commentare lo stesso post con due opzioni diverse: lato blog e lato forum. Una volta ultimata la funzione, inoltre, troverete il post anche sul forum di rossonerosemper, nella sezione “dal blog” ed i commenti da un lato verranno postati automaticamente dall’altro lato. Potete registrarvi al sito dalla barra qua a destra utilizzando il vostro Social Network preferito. In caso di problemi tecnici mandate una mail a rossonerosemper@gmail.com

2) Quest’anno su rossonerosemper ci sarà il fantacalcio. Una sfida pronta ad accogliere chiunque desideri parteciparvi a prescindere dai colori della maglia! Le iscrizioni alla lega ufficiale partono quest’ oggi e termineranno il 7 settembre alle 23:30. Potete trovare tutte le informazioni che vi servono all’interno del nostro forum nell’apposita sezione denominata “Fantacalcio”. Se avete dei dubbi o delle perplessità riguardanti l’ organizzazione o il regolamento della lega, potete mandare un messaggio privato sul forum a DigitaresCs, MattiaACM e freddy_156 che saranno pronti a risolvere ogni vostro dilemma. Corri ad iscriverti al nostro fantacalcio ufficiale, cosa stai aspettando?

3) Cerchiamo ufficialmente staff per il forum e per la gestione dei social network, in particolare la nostra pagina di facebook. Chi fosse interessato può proporsi mandandomi un messaggio privato all’interno del forum con, eventualmente, le sezioni che gli piacerebbe gestire come più gli aggrada. Ogni collaborazione è da intendersi a titolo gratuito.

Per quanto riguarda il forum, gli account di blog e forum sono collegati tra di loro: se siete iscritti al blog siete iscritti anche al forum e viceversa. Il forum è accessibile cliccando sulle barre qua sopra o in alto – in alternativa potete seguire questo tutorial per l’iscrizione al blog e alla piattaforma dove faremo il fantacalcio.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=q3pGEyAlx6I

Questo articolo sarà lasciato in evidenza per i prossimi giorni – non esitate a chiedere nei commenti qua sotto ogni tipo di dubbio. Già da domani, in ogni caso, riprenderemo con il prepartita di Verona-Milan la nostra consueta programmazione.

Destinazione Lisbona – 1° puntata: Gunners sul velluto, clamoroso ad Astana

piovaccari1_03198500Se della prestazione del Milan ad Eindhoven si è già ampiamente parlato, interessanti si sono dimostrati anche i risultati delle altre nove partite di questi playoff di Champions’ League. Per quanto riguarda il tabellone dei “piazzati”, la vera sorpresa arriva dalla Veltins Arena di Gelsenkirchen: lo Schalke 04 ha pareggiato clamorosamente 1-1 contro il PAOK Salonicco (che ha avuto accesso ai playoff a tavolino, grazie alla squalifica del Metalist Kharkiv per un presunto illecito in campionato), in una partita per larghi tratti dominata. Il dominio si è però concretizzato (complice anche l’assenza di Huntelaar) solo con il gol a metà primo tempo di Farfan; quando, a meno di 20 minuti dalla fine, lo slovacco Stoch ha portato sul pari la squadra allenata da Huub Stevens (leggendario allenatore dello Schalke vincitore della Coppa UEFA 1997, ai rigori sull’Inter), i Königsblauen sono entrati in una frase di crisi di nervi, acuita dal grave infortunio patito da Farfan. Questo 1-1 esterno favorisce i greci per il ritorno, quando la bolgia dello stadio di Salonicco attenderà incandescente l’undici tedesco. Perché di questi tempi Grecia – Germania significa molte cose, anche a prescindere dal calcio.

Nelle altre partite di questa parte del tabellone, il discorso sembra chiuso in favore delle teste di serie: sul velluto lo Zenit, con un 4-1 esterno in casa del Paços de Ferreira (decisiva la tripletta di Roman Shirokov, difensore centrale col vizio del gol), la Real Sociedad (2-0 su un impalpabile Lione, con reti di Antoine Griezmann e di Haris Seferovic, vecchia conoscenza del calcio italiano con un passato tra Lecce, Firenze e Novara) e soprattutto l’Arsenal. I Gunners hanno letteralmente piallato il Fenerbahce al Sükrü Saracoglu: il 3-0 esterno è maturato tutto nel secondo tempo, con il primo gol europeo di Gibbs e le reti di Ramsey e Giroud su rigore.

Anche il tabellone dei campioni nazionali ha mostrato qualche sorpresa: in particolare, davvero impensabile quanto successo ad Astana, con lo Shakthar Karagandy che ha sconfitto con un perentorio 2-0 il Celtic (una Coppa dei Campioni ed un numero inimmaginabile di trofei nazionali). Reti di Xïjnïçenko e Fïnonçenko: non due sudamericani a fine carriera portati in Kazakistan da qualche oligarca del luogo, ma giocatori nati e cresciuti, sia fisicamente che calcisticamente, in Kazakistan – e di Finonçenko, nei primi anni 2000, si parlava un gran bene, con anche un interessamento da numerose squadre europee. I confini del calcio stanno cambiando, e lentamente dobbiamo abituarci all’idea che grandi prestazioni possono provenire dai posti più impensabili.

Nelle altre partite, tre vittorie con due gol di scarto per il Viktoria Plzen, vecchia conoscenza delle italiane (3-1 sul Maribor, reti di Darida, Cisovsky e Duris contro il solo gol di Mejac per gli sloveni), per il Basilea, capace di rimontare uno svantaggio di un gol in casa dei bulgari del Ludogorets fino a concludere su un risultato di 4-2 (doppietta di Salah e gol di Sio e Schar per gli svizzeri, gol di Marcelinho e Stoyanov per il Ludogorets) e per l’Austria Vienna, autore di una positiva prestazione nella bolgia dello stadio di Zagabria (2-0 con reti di Leovac e Stankovic). Unico pareggio di questo tabellone, l’1-1 tra la Steaua Bucarest e il Legia Varsavia: da segnalare l’ottima prestazione di Federico Piovaccari, autore del gol dei rumeni e salutato da una standing ovation alla sua uscita dal campo. Non ci vuole poi tanto, per essere fenomeni. 

PSV Eindhoven – Milan 1-1: Up & Down

Boateng in una tipica azione di gioco

Boateng in una tipica azione di gioco

Up

Stephen El Shaarawy: Segna finalmente di testa. E la cresta crea un effetto fionda non indifferente.

Christian Abbiati: Col bagher ci sa fare: peccato non avere più la sezione pallavolo al Milan.

Andrea Poli: In dodici minuti fa vedere più gioco che Muntari in tutta la partita. O rispetto a Boateng nell’ultimo anno e mezzo.

Down

Kevin – Prince Boateng: E qualcuno era persino disposto ad offrire più di 12 milioni per lui. Inguardabile, come al solito: mi fa rimpiangere il Seedorf degli ultimi anni, il che è tutto dire…

Io: Mi sono fidato della maggioranza delle fonti ed ero convinto Mexes fosse squalificato. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.

Philippe Mexes: “Li spacchiamo il c**o, sono bambini questi”. Peccato che alla fine della fiera, in proporzione alle aspettative, il culo ce lo abbiano quasi spaccato loro.

PSV Eindhoven – Milan 1-1: ripartiamo da dov’era finita

2013-08-20T190810Z_725032226_GM1E98L08LF01_RTRMADP_3_SOCCER-CHAMPIONS-128--630x365Beh che dire? Ripartiamo dalle solite certezze, ripartiamo mangiandoci le mani per quella notte di Arcore dello scorso giugno in cui si poteva cambiare la guida tecnica. Pareggiamo fuori casa con gol – risultato che comunque non si butta via e che sposta sul nostro piatto la bilancia della qualificazione -ma mostriamo gli stessi limiti che c’erano al termine della scorsa stagione. Il PSV stasera è stata la dimostrazione di come si possano mettere in campo dieci giovani a caso più un uomo di esperienza come Park e riuscire a fare risultato contro una squadra migliore: ha fatto quello che noi non siamo stati in grado di fare per larghi tratti della gara, ovvero correre, coprire bene gli spazi e trovare la giocata semplice – lo dimostrano i 14 tiri con cui hanno concluso il primo tempo: tre di questi veramente pericolosi tra cui la traversa arrivata per il disimpegno errato di Abate.

Ripartiamo da lì: ripartiamo dagli inutili schemi Allegriani in fase di possesso nei primi 25 metri che portano appunto alla più grande occasione da gol della partita – gli stessi visti a Barcellona dove abbiamo preso tre gol su tre palle perse evitabili, gli stessi visti sui peggiori campi di serie A quando capita. Poi ci sarebbe da parlare della formazione dove, come sempre, i più meritevoli sono stati esclusi: Poli per Muntari e Niang per Boateng sarebbero stati i cambi che ogni persona sana di mente avrebbe fatto nella formazione titolare – ci spieghi, almeno, a cosa serve giocare il precampionato se poi non si tiene conto delle indicazioni che questo dà. Non a caso Poli era stato nettamente il migliore nelle gare giocate sinora e, altrettanto non a caso, la sfuriata finale avviene quando l’ex inter entra in campo.

Poi ci sono i nostri: c’è un Balotelli abbastanza irritante e svogliato (se magari in società qualcuno si fosse fatto sentire mentre giravano foto che lo ritraevano a fumare in spiaggia mentre altri erano a Milanello in ritiro…), c’è un El Sharaawy che si è sbloccato di testa ma che con i piedi fa sempre il solito giochetto del rientro che lo fa risultare prevedibile e spesso chiuso e, soprattutto, non trova mai il coraggio di prendere dei tiri di prima nemmeno quello facile che dopo una decina di minuti avrebbe portato all’1-0, un Abate in netta crescita in fase offensiva anche se in netto calo in quella difensiva e il solito inguardabile Boateng che purtroppo nessuno si è portato via durante questa sessione di mercato.

E’ ovvio che alcuni dei limiti siano comunque venuti fuori contro una squadra che è alla sua sesta gara ufficiale e ha cominciato il campionato da tre settimane – a San Siro dovrebbe essere diverso: sia per il fattore campo che dovrebbe spegnere l’entusiasmo visto stasera tra gli olandesi – degenerato in continue provocazioni, in particolare nei confronti di Balotelli, sia per un’altra partita ufficiale nelle gambe che si giocherà a Verona sabato alle 18.00. Sarà importante quindi l’affetto di un pubblico in estate troppo diffidente e critico per questa squadra – ci torneremo nei prossimi giorni – ma l’augurio è quello di poter rivedere il San Siro delle gare importanti sperando che i tifosi, o presunti tali, non si ricordino di essere tifosi del Milan solo quando a San Siro arrivano Messi e compagni. Per ora teniamoci questo 1-1 fuori casa che in Europa è sempre un buon risultato nelle gare ad eliminazione diretta – troppo presto per critiche e giudizi sullo stato della squadra come già sui social network si vede in questo istante. Manco avessimo pareggiato, che so, col Nordsjaelland….

PSV-MILAN 1-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: El Shaarawy (M) al 15′ p.t.; Matavz (P) al 15′ s.t.
PSV (4-1-4-1): Zoet; Brenet, Bruma, Rekik, Willems; Schaars (dal 44′ s.t. Hiljemark); Park (dal 24′ s.t. Jozefzoon), Wijnaldum, Maher, Depay; Matavz (dal 30′ s.t. Locadia). (Tyton, Jorgensen, Toivonen, Arias). All. Cocu
MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Emanuelson; Montolivo, De Jong (dal 33′ s.t. Poli), Muntari; Boateng (dal 39′ s.t. Niang), Balotelli, El Shaarawy. (Amelia, Zaccardo, Constant, Nocerino, Petagna). All. Allegri.
ARBITRO: Cakir (Tur).
NOTE: spettatori 35 mila. Ammoniti Maher (P), Boateng (M), Balotelli (M) e Muntari (M). Tiri in porta: 11-4. Tiri fuori: 7-8. Angoli: 5-8. Recuperi: p.t. 1′, s.t. 3′.

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PSV Eindhoven – Milan: LIVE! Champions League 2013/14 – Play-off

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SIETE PRONTI PER RICOMINCIARE LA STAGIONE? IL MILAN 2013-14 DEBUTTA UFFICIALMENTE AD EINDHOVEN PER TERMINARE IL CAMMINO COMINCIATO LO SCORSO ANNO. L’AVVERSARIO E’ IL PSV PER UN REVIVAL DELLA SEMIFINALE DEL 2005: IN PALIO NON C’E’ ISTANBUL, MA IL POSTO CHE CI SPETTA DI DIRITTO NELLE MAGNIFICHE 32. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI PSV EINDHOVEN – MILAN, MARTEDI’ 20 AGOSTO 2013, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

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PSV Eindhoven – Milan: La prima delle finali

VOETBAL-WK KWALIFICATIE-NEDERLAND vs SCHOTLANDLa sfida a cui il Milan è atteso stasera è ardua, non ce lo nascondiamo. Il PSV sarà un avversario ostico e il Philips Stadion un catino infuocato. Il 4-2-3-1 tutto dinamismo e fantasia di Philip Cocu non fa sconti a nessuno, e la sfrontatezza di una squadra giovane sta portando ad un inizio di stagione quasi trionfale (testa della classifica e punteggio pieno in Eredivisie). Sicuramente non ci sarà alcun timore referenziale, ma dobbiamo avere fiducia. Perché i “ma” iniziano anche per loro. La sfrontatezza può nascondere una alla lunga deleteria mancanza di esperienza in grandi competizioni, e all’attacco mancherà il ragazzino (nato nel 1996!) terribile del vivaio del PSV, Zakaria Bakkali, infortunatosi da pochi giorni. A centrocampo c’è comunque da superare la diga formata da Maher e Schaars, e davanti gente come Wijnaldum, Depay e Matavz (in un team che può permettersi di relegare Park e Toivonen in panchina) può far passare una brutta serata alla difesa rossonera.

Difesa che sarà priva di Philippe Mexes: il centrale francese, fermato da una squalifica rimediata a febbraio al Camp Nou, non sarà della partita (così come Bonera, da tempo out), con i media che propongono, accanto a Zapata, un ballottaggio tra Zaccardo e Silvestre. Spero vivamente giochi il secondo, data la grande differenza di rendimento tra il Zaccardo terzino (sulla fascia destra di nuovo stabilmente occupata da Abate) e l’inguardabile Zaccardo centrale. Altro assente in difesa Mattia de Sciglio: a sinistra dovrebbe essere il turno di Constant, ma Emanuelsson scalpita per occupare quella fascia che finalmente, dopo due anni e mezzo di assurdi posizionamenti sulla trequarti, è tornato ad occupare nel precampionato.

A centrocampo la vera notizia è che Andrea Poli sembra destinato alla panchina. A fianco di capitan Montolivo, infatti, giocheranno De Jong e uno tra Nocerino e Muntari: probabilmente mister Allegri cerca un po’ più di copertura (sebbene Poli abbia dimostrato di poterne fornire) e fisicità, contro le bocche di fuoco olandesi. Davanti le assenze sono numerose: oltre al lungodegente Pazzini, mancano Robinho e Saponara (che, finora, di Kakà ha più che altro ereditato la pubalgia). Il ballottaggio tra Boateng e Niang è serrato, ma è probabile che Allegri opti per il 4-3-1-2 e dunque per il ghanese. In attacco El Shaarawy a supporto di Balotelli, recuperato dopo l’assenza dalla sfida di Nazionale, come prevedibile solo panchina per Andrea Petagna.

La sfida, ripeto, sarà terribilmente dura, e il pensiero corre a quando contro il PSV ci si giocava l’accesso a quella maledetta finale. Ora è se possibile ancora più importante (checché ne dica Galliani): quella ad Eindhoven è già una prima finale, e la sconfitta nel doppio confronto potrebbe già far segnare questa stagione dall’etichetta di un mesto fallimento. Sia sul piano economico, che sul piano sportivo. Ma, se abbiamo fiducia, ce la possiamo fare. Basta ritrovare quello spirito e quella coesione dei tempi d’oro, senza temere i ragazzini terribili di Cocu né l’arbitro, il turco Cakir (chiedere a Sir Alex Ferguson, per informazioni a riguardo).

Psv (4-2-3-1): Zoet; Brenet, Bruma, Rekik, Willems; Schaars, Maher; Wijnaldum, Jozefzoon, Matavz, Depay.
A disp. Tyton, Arias, Zanka, Hiljemark, Park, Toivonen, Locadia. All. Cocu.

Milan (4-3-3): Abbiati; Abate, Zapata, Zaccardo, Constant; Montolivo, De Jong, Nocerino; Boateng, Balotelli, El Shaarawy.
A disp. Amelia, Silvestre, Emanuelsson, Poli, Muntari, Niang, Petagna. All. Allegri.

Buona stagione a tutti

UEFA Champions League Semi Final: PSV Eindhoven v AC MilanFinalmente sta per terminare la lunga pausa estiva e il calcio si avvia alla naturale ripresa. L’attesa è tanta, specie per noi rossoneri che siamo già in clima Champions per questi ormai famosi playoff contro il PSV; la doppia sfida contro gli olandesi caratterizzerà logicamente il resto della stagione, ed è normale che ci sia un livello di tensione già alto.

Su questa partita si è già detto tanto, praticamente tutto, ed è ormai superfluo aggiungere ulteriori considerazioni. L’unica certezza è che, in un modo o nell’altro, bisogna passare il turno, per il prestigio, per i soldi e per il benessere mentale della squadra. Anche senza un mercato scoppiettante, che si concluderà a breve, il Milan ha il dovere di andare avanti puntando sulle certezze costruite lo scorso anno e su quelle poche carte in più da giocare. Che sia Balotelli o El Shaarawy o Poli poco importa, la cosa fondamentale sarà vincere, magari evitando disfatte in trasferta per poi consolidare il passaggio in casa al ritorno. Ad Allegri ancora una volta il compito di metter su una squadra equilibrata e senza indecenze, cosa non da poco per uno come lui che all’inizio della stagione ha sempre avuto dei problemi.

Tornando al mercato, dopo l’ossessione Honda e l’illusione Liajc, si aspetta il prossimo tormentone o forse nemmeno quello, dato che è ormai risaputa la tendenza al ribasso in questa sessione di mercato. Rimanendo sulla mia posizione che qualcuno, alla fine, arriverà, resta da vedere chi è quando; specie a livello di tempo, certezze non ce ne sono, ed è più probabile che il regalo arrivi solo in caso i playoff vadano come tutti speriamo. Si aspetteranno quindi gli ultimissimi giorni di agosto, per piazzare un colpo che potrebbe essere già pronto ma magari nascosto ancora a tutti; certo è che qualcosa andrebbe fatto, anche in uscita con i vari Antonini, Traorè e compagnia che non averli sarebbe sicuramente meglio. Nel frattempo…bando alle chiacchiere. Pensiamo al PSV, alla Champions e alle due partite che condizioneranno tanto nel prossimo anno calcistico. L’estate sta per finire, inizia il caldo del calcio, il calore di San Siro, le emozioni del Milan. Buona stagione a tutti.

Delusioni di fine mercato

stefan_johansen_4924078aAdesso che ci siamo quasi, che siamo arrivati alla fine di questa sessione di mercato estiva della stagione 2013/14 possiamo dirlo: se le cose dovessero, così com’è probabile, restare in questa maniera, sarebbe uno dei mercati più deludenti degli ultimi tempi. Il regalo che molti tifosi si aspettano da Galliani non arriverà, dato che per Honda (altri nomi non se ne fanno) il CSKA di Mosca ha chiesto fin troppo per un giocatore che è in scadenza di contratto ed ha già praticamente l’accordo con l’altra società per arrivare a Gennaio. Che senso avrebbe svenarsi per un giocatore che sarà comunque dei nostri tra 6 mesi e che sicuramente non farebbe la differenza anche se arrivasse da subito, soprattutto a livello europeo dove la competizione con le squadre che hanno fatto mercati faraonici è praticamente impossibile.

Altro possibile obbiettivo del mercato rossonero, sempre perché in scadenza di contratto a fine 2014, sarebbe il centrocampista norvegese Stefan Johansen, classe 1991, in forza allo Stromsgodset. Personalmente non conosco questo giocatore poiché raramente, per non dire mai, mi capita di seguire il campionato svedese ma da brevi ricerche ho letto che in patria viene paragonato a Modric per la capacità di impostare il gioco e la quantità di assist che sforna con grande facilità. Ovviamente poiché prossimo alla scadenza del suo contratto arriverebbe da noi con un esborso minimo e andrebbe a ricoprire o il ruolo di regista basso o la mezz’ala, andando a rinforzare un reparto che anche nel precampionato americano si è dimostrato carente di ricambi di valore.

Così come in entrata, anche in uscita non siamo riusciti a piazzare i colpi che gran parte della tifoseria oltre ovviamente alla società si aspettava di piazzare: abbiamo ceduto in prestito Boateng al Catania, peccato che sia quello sbagliato, quello che ha un minimo di confidenza col calcio giocato piuttosto che con paparazzi parrucchieri e veline. Magari a qualcuno quest’ immobilità sul mercato potrebbe anche piacere perché scosso da quanto accaduto nelle ultime stagioni che a parte qualche colpo, non del tutto low-cost, si sono rivelate fallimentari, sperando sempre che l’eventuale passaggio del turno in Champions League provochi uno scossone facendo cambiare idea alla dirigenza e magari mettere anche mani al portafoglio.

Cinque tipologie di “tifoso milanista” di cui diffidare

La natura dell’universo rossonero è varia. In passato ci siamo occupati della setta degli Allegriani e del Milanista incontentabile. Oggi vogliamo andare oltre proponendovi cinque tipologie di tifosi rossoneri che hanno infestato la rete in queste annate di cui diffidare al fine di tutelare la vostra sanità mentale. Eccole, descritte qua di seguito, tra il serio e il faceto – ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti potrebbe non essere puramente casuale:

Beppe GrilloIl grillino: tendenzialmente elettore del centrosinistra, antiberlusconiano – la maggior parte di loro confluiti poi verso il movimento cinque stelle. Il grillino porta nello sport tutte le teorie di Beppe e Gianroberto accusando di essere “servi” e “venduti” tutti coloro che scrivono prendendo una posizione diversa da quella che vuole leggere. Riesce a scrivere tutto e il contrario di tutto a seconda del periodo, non ha una propria ideologia fissa ma va dove tira il vento al fine di attirare la maggior parte del consenso possibile. Gli esemplari di grillino non sono mai isolati ma si radunano, molto spesso, in blog dove potersi dare del conforto vicendevole e dove alcuni di questi scrivono articoli contenenti esclusivamente accuse senza senso – articoli che, se si vanno ad analizzare, sono praticamente identici anche a mesi di distanza. Da non sottovalutare assolutamente la sua ars retorica: è capace di dare a Berlusconi o Galliani la colpa di qualsiasi cosa attaccandosi ai pretesti più assurdi come lo stipendio di Traorè. Solitamente tifa contro, salvo poi salire sul carro dei vincitori, mimetizzato, a Maggio. Anziché Beppe riconosce come suo unico Dio e modello da seguire il Ras Della Fossa e ha come sogno proibito quello di girare un video insieme a lui – possibilmente su Youporn.

Diventare-Osservatori-di-CalcioL’osservatore: passa il week-end isolato in casa a guardare le partite di calcio estero, specialmente quello sudamericano per poi bullarsi su twitter scrivendo i nomi di circa 200 calciatori Under 20 la settimana da tenere d’occhio al solo fine di poter dire “io ve l’avevo detto” quando per la legge dei grandi numeri uno di questi sbarca in Europa. Probabilmente simpatizzante dell’Arsenal vorrebbe che tutte le squadre seguissero il modello dei Gunners facendo giocare solamente ragazzini essendo ormai ignaro del fatto che l’Arsenal non vinca nulla da più di 3000 giorni. Se è un blogger i suoi articoli puntano fermamente sulla mancanza di un progetto e di una programmazione anche se l’osservatore non ha nessuna idea del significato di questi due termini. Osteggia solitamente i top-players, in particolare Zlatan Ibrahimovic e preferisce il gioco alle vittorie (d’altronde è pur sempre simpatizzante dell’Arsenal, no?) – è capace di appigliarsi ad un cartellino giallo o a un tiro sbagliato pur di dare l’insufficienza in pagella a questi mentre darebbe 10 ad ogni giovane che vede in campo, anche se fa autogol. Si dice che a causa dello zapping continuo tra B cilena, C1 Uzbeka e semidilettanti indonesiani abbia sviluppato una autonomia di 100 ore davanti alla TV senza mangiare, dormire o dover andare in bagno.

lo iettatoreIl Pessimista: forse più irritante del grillino – il che è tutto dire. La sua principale caratteristica è quella di sottovalutare la squadra in continuazione. Sarebbe capace di dire che Messi e Ronaldo sono scarsi qualora questi giocassero nel Milan – riesce a trovare una scusa per dare come favorito ogni avversario i rossoneri incontrino ed è in grado di farsela sotto anche per un Milan – Pro Sesto. Dà il meglio di se durante il periodo di calciomercato riuscendo ad esaltare ogni acquisto delle rivali del Milan usandolo come pretesto per portare le stesse ad un livello superiore – qualunque esso sia. E’ solito intensificare la propria attività nelle ore precedenti la partita, al fine di aumentare il fastidio di chi lo legge – in caso non si vinca continuerà anche nelle ore successive bullandosi con il più classico dei “l’avevo detto” mentre in caso contrario sparirà dai social network per tutta la serata ricomparendo sul carro dei vincitori e giustificandosi con “era solo scaramanzia“. Leggenda narra che dopo Milan – Barcellona 2-0 dello scorso anno una cinquantina di pessimisti si sia lanciata per il dolore dal terzo anello verde si San Siro – non a caso quello destinato alla tifoseria ospite.

L'antico,_allegoria_della_dea_traiana,_mantova_1500_ca.L’antico: sa a memoria qualsiasi formazione del Milan degli ultimi dieci anni, così a memoria che ormai si fida solamente del blocco degli irriducibili senatori: contrariamente all’osservatore, infatti, conosce solamente quelli. Se possibile giocherebbe ancora con Seedorf in campo, Maldini e Costacurta in difesa mentre l’attacco sarebbe affidato a Gullit e Van Basten. Passa le giornate a rivangare un passato che non c’è più, incapace di accettare ogni tipo di cambiamento – continua a vedere il campionato italiano come un campionato di primo piano, si stupisce quando squadre di giocatori per lui sconosciuti arrivano in fondo: generalmente la sua knowledge base si basa sui giocatori con cui ha giocato a PES o FIFA durante il periodo del liceo.

bambino-piangeIl bambino capriccioso: caratterizzazione del famoso detto “sono tutti finocchi col culo degli altri” il bambino capriccioso si scatena nei periodi di calciomercato in cui ha brama di campioni e di copertine. Non gli interessa il rafforzamento o meno della squadra – gli interessa solo che sui giornali si parli di lui: meglio cedere Cavani per poter ammirare Higuain piuttosto che trattenere El Sharaawy o Balotelli. Incapace di leggere ogni tipo di bilancio il bambino capriccioso ovviamente ritiene il Fair Play finanziario solamente una scusa per non spendere – delle altre squadre vede solo gli acquisti, mai le cessioni. Il suo modello è quello del Barcellona – e non ci riferiamo certo alla cantera quanto ai soldi abitualmente buttati via dai catalani per gli acquisti estivi. A Football manager ricorre ai cheat più assurdi pur di giocare con il tridente Ronaldo-Cavani-Ibrahimovic con Messi alle proprie spalle, Xabi Alonso e Iniesta a centrocampo, Thiago Silva, Pique, Ramos e Alves in difesa e Casillas in porta. Si diverte solo se vince – questo fa pensare che possa avere conoscenze interiste da prendere per il culo alla prima occasione.

Il ritorno del calcio giocato

mil3Ci eravamo lasciati, a maggio, con il terzo posto ottenuto in extremis e tutte le polemiche che ne erano scaturite. Ora si ricomincia a fare sul serio, dopo l’ultimo scampolo di calcio “estivo” che ci è stato offerto dalle nazionali (tra l’altro, il derby Inghilterra-Scozia era probabilmente l’unica partita interessante della serata, anche senza lo status di gara ufficiale) e anche per le big torna il calcio vero e proprio.

Champions a parte, la prima sfida di campionato sarà interessante per vari motivi, trattandosi della trasferta nella “fatal Verona” dell’Hellas. Esorcizzata, per la verità, nel 2002; dopo i due scudetti persi all’ultima giornata nel 1973 e nel 1990, nella stagione 2001-02 arrivò una vittoria per 1-2 alla penultima giornata che condannò i gialloblu ad una retrocessione a sorpresa (convinti di essere salvi, crollarono per 3-0 a Piacenza all’ultima) per la quale il veronese doc Malesani finì sul banco degli imputati, mentre il Milan ottenne i punti necessari per qualificarsi nella Champions 2002-03, poi vinta, il tutto in un anno in cui i cugini “poveri” e fino ad allora derisi del Chievo sfiorarono la Champions. Quella sfida è stata anche l’ultima ufficiale tra le due squadre; il Verona da allora non è più tornato in A, rischiando addirittura il baratro della serie C2 -si chiamava ancora così- nel 2008. La promozione è arrivata solo dopo 11 anni di lotta per la sopravvivenza nelle serie inferiori.

Per ora la rosa degli scaligeri sembra ampiamente insufficiente per la serie A, ma in 15 giorni di mercato può succedere ancora di tutto. Certo avere il 36enne Toni e Cacia come punte non è molto incoraggiante; ma dopotutto, quando i cugini del Chievo salirono in A i vari Corini, Manfredini, Perrotta, Luciano erano tutti sconosciuti. Sfida comunque sempre affascinante, contro l’ultima squadra fuori dalle grandi rotte (Milano, Torino, Roma, Napoli e Genova) a vincere un campionato.

La prima giornata vedrà in scaletta anche altre gare interessanti come Sampdoria-Juventus e Lazio-Udinese, e i cugini impegnati contro il Genoa a San Siro. Milan aiutato anche dal calendario a preparare la doppia sfida con il PSV, dal momento che tra le due gare con gli olandesi e quella con il Verona ci saranno 4 giorni e non 3 (fortunatamente la partita del Milan è stata sorteggiata tra quelle con andata il 20 e ritorno il 28). Risolto, grazie anche a Balotelli, il problema che colpiva tutte le squadre di Allegri, forse anche psicologico oltre che di preparazione -crollo verso febbraio, per poi recuperare qualcosa verso la fine, in maniera spesso insufficiente- per tracciare un quadro completo si attende il ritorno di tutti i big, Pazzini compreso, anche se per l’ex Sampdoria e Inter bisognerà attendere fino a ottobre. Intanto, l’appuntamento è per la prossima settimana.

Italia – Argentina 1-2: Up & Down

"Scusate, non l'avevo visto il pallone!"

“Scusate, non l’avevo visto il pallone!”

Up

Gonzalo Higuain: Un gol, un assist e una prestazione superba. Ma no, è sicuramente meglio Tevez.

Pablo Daniel Osvaldo: L’argentino è stato il migliore in campo dei suoi, capace di bloccare lo score italiano come nessun altro. Cosa vuol dire “oriundo”, scusate?

Andrea Pirlo: Come fa notare la RAI, è sempre lui a dettare le geometrie in mezzo al campo. Come sarebbe a dire “non ha giocato“?

Down

Papa Bergoglio: Sempre più un “Conte dell’anima” (cit. Gazzetta): avrebbe chiesto infuriato in sala stampa chi fosse ad aver esultato al gol di Insigne.

La Rai: Intervista Candreva, solo per chiedergli: “La Juve è ancora favorita per lo scudetto?” Chiodo fisso.

Emanuele Giaccherini: Ignorato ed autore di una prestazione rivedibile. E per notarlo bastava solo che venisse ceduto dalla Juve.

Italia – Argentina 1-2: Che confusione

higuainCome usuale negli ultimi anni, l’Italia è uscita con le ossa apparentemente abbastanza rotte dalla tradizionale amichevole ferragostana, disputatasi con l’Argentina in onore di papa Bergoglio. Tralasciando le considerazioni sull’utilità di un’amichevole internazionale a questo punto della stagione (e fortunatamente la FIFA non le prevederà più dall’anno prossimo), che hanno solo il deleterio effetto di interrompere la preparazione delle squadre nel precampionato ed esporre i giocatori a un alto rischio di infortuni muscolari – e su questo punto di vista va dato atto che c’è stato, una volta tanto, un occhio di riguardo per i giocatori del Milan, che hanno in vista il preliminare, le indicazioni fornite non sono molte, dato che sia l’undici di Prandelli che quello di Sabella erano privi di numerose assenze [cit.].

Fuori, infatti, Bonucci, sostituito da un De Rossi abbastanza impacciato nel disimpegnarsi dietro, Barzagli, rimpiazzato da un Antonelli spesso in soggezione degli attaccanti avversari, Pirlo, il cui posto (e dobbiamo abituarvici) è stato preso da Verratti, e soprattutto Mario Balotelli. Al suo posto c’era Pablo Daniel Osvaldo, che ha quasi funto da dodicesimo uomo in campo per l’Argentina: la prestazione del centravanti della Roma, scosso dalla difficile situazione con la sua società, è stata gravemente insufficiente, condita da numerosi errori sottoporta e un contributo pressoché nullo alla spinta offensiva. Non basta a salvarne la valutazione l’assist fornito a Insigne: per il napoletano, uno splendido gol che ha coronato un ottimo secondo tempo disputato al posto di un impalpabile Candreva.

Buonissima l’intesa tra Insigne e Verratti, soprattutto negli ultimi minuti: ma, a parte i due ex pescaresi, il resto della squadra brancolava nel buio, ombra della compagine giunta terza in Confederations Cup. Diamanti e Cerci non hanno inciso come saprebbero fare, mentre Florenzi (che comunque merita ancora fiducia) ha sbagliato almeno tre quarti dei suoi passaggi. Soprattutto la difesa, seppur priva di due titolari indiscussi, è ampiamente rivedibile, dato che ha lasciato a Lamela, Higuain, Palacio e Di Maria la possibilità di mettere a ferro e fuoco la nostra tre quarti. Fortunatamente, l’interista (errore a un metro dalla porta degno del miglior Jonathan) e il madrileno (che si è fatto rubare la palla da Marchetti dopo un dribbling ubriacante tra tre difensori) hanno “perdonato” la porta azzurra. Ben diversa la partita di Gonzalo Higuain: il nuovo numero 9 del Napoli ha dimostrato a tutti la sua ottima forma, con un gol e una velocità assurda, tale che l’Italia ha iniziato ad avere un po’ di respiro soltanto con la sua uscita. Ottima partita, più indietro, anche per il neo-laziale Lucas Biglia, mentre ben più nervosa quella di Hugo Campagnaro, unico ammonito dell’incontro.

Nessun allarmismo, comunque, se l’Argentina è sembrata (o, meglio, è) più in forma: sembra la solita frase fatta, ma questo, soprattutto tra le Nazionali, è solo calcio d’agosto. Inutile non solo a comprendere quale sarà l’impatto dei singoli giocatori sui club, ma anche a saggiare la forma dell’undici di Prandelli. Troppe variabili, da settembre in poi anche in Azzurro sarà tutta un’altra storia.

ITALIA – ARGENTINA 1-2
MARCATORI: Higuain (A) al 20’ p.t.; Banega (A) al 3’, Insigne (I) al 31’ s.t.
ITALIA (4-3-2-1): Buffon (dall’8’ s.t. Marchetti); Maggio (dal 27’ s.t. Cerci), De Rossi, Chiellini, Antonelli; Montolivo (dal 1’ s.t. Aquilani), Verratti, Marchisio (dal 1’ s.t. Marchisio); Candreva (dal 1’ s.t. Insigne), Giaccherini (dall’8’ s.t. Diamanti), Osvaldo. (Sirigu, Bonucci, Ranocchia, Astori, De Silvestri, Pirlo, El Shaarawy, Gilardino). All. Prandelli.
ARGENTINA (4-3-3): Andujar; Campagnaro, F. Fernandez, Garay (dal 27’ s.t. Coloccini), Basanta; Biglia, Mascherano (dal 30’ s.t. Maxi Rodriguez), Di Maria (dal 37’ s.t. Alvarez); Lamela (dal 1’ s.t. Banega), Higuain (dal 16’ s.t. Lavezzi), Palacio (dal 44’ s.t. A. Fernandez). (Romero, Ustari, Ansaldi, Zabaleta, Cerro). All. Sabella.
ARBITRO: Starks (Ger).
NOTE: Ammonito Campagnaro. Recupero: 2’ p.t., 4’ s.t