We Are AC Milan – Mercato e fiducia, così si torna grandi

 

Z_Inler-300x228Sapevamo che sarebbe successo ed è accaduto. Eccoci qua a commentare una sconfitta, la prima dell’era Seedorf in campionato – la seconda in assoluto dopo quella in Coppa Italia. Non era comunque al San Paolo che il Milan di Seedorf era chiamato a fare punti ma la prestazione ancora una volta mostra molte, moltissime ombre e pochissime luci: tutto ampiamente preventivabile. Eppure ecco i pennivendoli venire fuori, accusare il professore di scelte errate e di inesperienza – tifosi rimpiangere Allegri dopo averne detto peste e corna e chi più ne ha più ne metta. Ma dai? Pensavate davvero che potesse cambiare tutto in un mese? L’obiettivo primario a breve termine, per questo campionato, è che Clarence Seedorf porti a casa almeno 23 punti dimostrando così che il cambio in panchina ha dato i suoi frutti – i punti portati a casa finora sono sette contro i soli quattro del Conte Max.

L’allenatore in questo momento non è giudicabile: sta facendo da traghettatore con una squadra creata e costruita da un altro, una squadra che aveva dimenticato come si gioca a calcio e lo deve reimparare – mi accontento di vedere nei giocatori la voglia di correre e soprattutto i tentativi di giocare al pallone che si sono visti anche nella gara del San Paolo. Il raffronto con la gara d’andata è semplicemente impietoso: a San Siro, in casa nostra, mai in partita se non quando sul 2-0 i partenopei ce lo hanno gentilmente concesso mentre sabato sera abbiamo subito il gol dell’1-3 dopo essere andati vicini a quello del 2-2. La strada da percorrere è quindi quella giusta anche se manca ancora una condizione fisica al limite del decente.

Servirà un mercato per tornare grandi: la rosa di oggi non è scarsa come si vuole credere ma è stata ormai “bruciata dal girone di andata. I giocatori scendono in campo demotivati – dovrebbero essere professionisti ma alcuni non lo sono e questo è inaccettabile. Però la colpa è di Balotelli, l’unico che se gioca veramente male piange, giusto? Questi sei mesi devono servire prima di tutto a capire chi può dare qualcosa e chi no alla causa rossonera, non a vincere qualcosa, non ad arrivare in Europa League e nemmeno a fare più punti possibili e credo vada vista in questo senso anche la scelta di Seedorf di provare il centrocampo che giocherà in Champions League.

Non basterà però il mercato: il passo più importante tra tutti dovranno farlo i tifosi. Si dovrà ripartire come è partita la Juventus di Antonio Conte al primo anno: tra la fiducia generale dei tifosi, in un San Siro possibilmente non mezzo vuoto. Si dovrà ripartire sapendo che l’obiettivo è il terzo posto dato che per tornare grandi ci vorranno almeno due sessioni estive fatte come si deve. Si dovrà ripartire senza preconcetti su ogni acquisto prima di vederlo in campo. Si dovrà ripartire evitando di storcere il naso al primo pareggio in campionato. Si dovrà ripartire ben sapendo che sui media nazionali continueranno ad alimentare il malcontento nei confronti dei nostri colori. Ci hanno distrutto in primo luogo dall’interno azzoppando l’entusiasmo che è base per i successi di ogni squadra: se non sono i tifosi i primi a supportare i giocatori in campo, perché questi dovrebbero rendere al massimo?

L’articolo originale su Milanorossonera.it

Questione di distanze

1180659-24701496-640-360C’è chi non aspettava altro, c’è chi ne avrebbe volentieri fatto a meno, e c’è chi invece lo riteneva naturale. È arrivata la prima sconfitta, tanto attesa, di Seedorf, ed è arrivata in una gara molto difficile contro un Napoli arrabbiato e voglioso di riscatto. Forse uno degli avversari peggiori che ci poteva capitare a soli 20 giorni dall’inizio di una rivoluzione lunga e travagliata.

Sono diversi i problemi a cui porre rimedio, e solo il tempo potrà curare molti di questi mali. Il problema principale, al San Paolo, sono state le distanze tra i reparti, sempre troppo ampie e che hanno più volte permesso agli attaccanti napoletani di trovare ampi spazi per la ricezione e gestione della palla. Distanze che hanno penalizzato anche il lavoro degli attaccanti, troppo spesso isolati. Il problema di fondo, però, è probabilmente quello che Seedorf ha timidamente accennato nel post partita: la preparazione fisica. Le distanze, i movimenti, la corsa e la copertura degli spazi sono tutte dirette conseguenze di una corretta preparazione atletica; i giocatori del Napoli correvano al doppio rispetto ai nostri, e su questo Seedorf ha potuto fare ben poco i soli 20 giorni. Ci portiamo dietro gli errori fatti in questi anni da Allegri, con una squadra sempre molle e in ritardo di condizione rispetto a qualsiasi avversario; le distanze si coprono con la corsa e con il sacrificio, e per tre anni di questi aspetti non si è mai parlato a Milanello.

Anche i nuovi arrivati dalla premier hanno dimostrato di avere una condizione nettamente superiore, persino il poco impiegato Essien, che dal punto di vista della corsa non ha fatto così male; per lui il problema resta il feeling con la palla e con il campo, ma li ritroverà solo riprendendo a giocare con una certa continuità. Per Taarabt, invece, non si poteva veramente pensare a qualcosa di meglio: esordio con goal e migliore in campo tra i nostri, con 90 minuti fatti di corsa, sacrificio, classe e quantità. Potrebbe realmente essere il nostro asso nella manica, lo scopriremo man mano che si integrerà con i meccanismi della squadra e con i movimenti dei compagni. Per il resto, ci aggrappiamo al sacrificio visto sabato in campo, alla voglia di cambiare le cose anche in una situazione nettamente sfavorevole, e alle idee che, a differenza del passato, ci sono.

Tornando alle distanze, quelle tra i sostenitori di allegri e il nascente partito degli “allergici al professore” non sono mai state così risicate, quasi fossero spinti dal desiderio comune di augurare il peggio alla squadra pur di veder prevalere la loro tesi. Teniamoci lontani da loro, perché questa squadra ha bisogno di tutto tranne che di fomentati con i paraocchi; sarà un purgatorio, da qui alla fine del campionato, ed è tutt’altro che una sorpresa. Se soli 20 giorni son sufficienti a buttar giù dalla torre Seedorf mentre per il tizio ci son voluti più di tre anni…beh, le distanze tra me e voi rimarranno incolmabili.

L’angolo del tifoso: contro il Napoli ha sbagliato Seedorf ma è 100 volte meglio di Allegri

1180688-24702047-640-360Se il Milan contro il Napoli lo avesse allenato Allegri ci saremmo giustamente arrabbiati tutti. Con Seedorf invece non bisogna arrabbiarsi. Per mancanza di obbiettività o per una questione di simpatie, come potrebbe ipotizzare qualche ingenuo allegriano? No di certo. A Seedorf tutto si può perdonare tutto, almeno per ora, per 5 motivi:

1) Ha ereditato una situazione disastrosa e una rosa in condizioni psicofisiche disastrate. Ricostruire è un lavoro lungo ed è più difficile che costruire partendo da zero
2) Ha già fatto meglio di Allegri nelle prime partite del girone in termini di risultati
3) Fra pochi giorni c’è l’ ottavo di Champions e dovremmo prepararci ad affrontarlo grosso modo con gli uomini che erano disponibili contro il Napoli
4) Perché da persona intelligente quale è prova tante soluzioni per trovare gioco, schemi, moduli uomini ed equilibri ideali
5) Perché ha già salvato il Milan riportando nello spogliatoio una mentalità degna di questa squadra

Contro il Napoli Seedorf ha sbagliato formazione, cambi e scelte tecnico-tattiche rilevanti, al punto che è sembrato che in panchina ci fosse stato Allegri. E’ normale e ci può stare. Gli errori e gli esperimenti sbagliati fanno comunque parte di un processo di crescita e di sviluppo della squadra. L’importante è che un certo processo di crescita ci sia, ora più che mai visto che con il vecchio allenatore c’è stato solo ed esclusivamente un lungo ed inesorabile processo di decrescita e d’ involuzione del gioco e della rosa.

Partiamo dalla formazione iniziale. Mettere insieme a centrocampo Essien e De Jong, con Abate ala destra è stato un evidente passo indietro e un quasi ritorno alle cattive abitudini di Allegri, anche se con un modulo più offensivo. Essien e De Jong hanno abbassato di circa 30 metri il baricentro della squadar rispetto alle ultime due partite. Entrambi non eccelsi nell’ impostazione, abbastanza lenti e statici e per caratteristiche o scarsa forma, impossibilitati nell’ aiutare la squadra nel pressing alto. Il peggiore in campo (ma secondo me anche uno dei peggiori elementi della rosa) è stato De Jong, il quale andava sostituito a fine primo tempo. Ovviamente almeno in questo momento, Montolivo e Muntari sono molto meglio di Essien e De Jong, in quanto più affiatati, più compatibili per caratteristiche e più utili al progetto tattico dell’allenatore. Questo Seedorf lo sa bene, ma come ha avuto modo di dire a fine gara, ha dovuto pensare anche alla prossima partita di champions, data l’ impossibilità di utilizzare Montolivo, Muntari e Honda. Oltre alla coppia di centrocampisti, Seedorf ha commesso due errori in attacco.

Balotelli non è un centravanti d’ area di rigore, non può giocare nel ruolo di punta centrale come Pazzini, Cavani o Higuain. Non ha le caratteristiche tecniche (e nemmeno la costanza di rendimento durante la partita) per ricoprire quel ruolo. Sarebbe stato molto più opportuno spostare Balotelli a destra ed inserire Pazzini al posto dell’ inutile Robinho. Nella ripresa, le cose sono andate meglio con l’inserimento di Montolivo, Kaka e Pazzini e con l’arretramento di Abate nel ruolo di terzino destro, utile a spostare Emanuelson in avanti sulla corsia di destra. Purtroppo, temo che la doppia sfida contro l’Atletico Madrid, ci farà perdere un buon mese e mezzo di tempo in pericolosi esperimenti, poiché come stasera, credo Seedorf farà giocare gli uomini disponibili in champions, specialmente quelli più bisognosi di mettere minuti nelle gambe, come Essien e Taarabt.

Detto questo Seedorf è 100 volte meglio di Allegri. Come del resto 100 volte meglio di Allegri era Leonardo. Come uomo e come allenatore. Mi fanno ridere quelli hanno il coraggio di paragonare Allegri a Seedorf. La natura non ha voluto lo stesso bene ad entrambi. Ad uno ha donato tutto quello che serviva per fare bene nel calcio, all’altro ha lasciato le briciole. Uno parla correttamente 6 lingue, ha vinto 4 coppe campioni con 3 squadre diverse, ha sempre insegnato calcio in campo è un manager perfettamente preparato a gestire il gruppo e soprattutto è un uomo di fiucia del presidente che sa benissimo cosa significa la parola “Milan”. L’ altro è uno che a malapena biascica un italiano modesto in dialetto, in campo non è mai stato un Leader e soprattutto ha dimostrato tutte le sue infinite lacune tecniche, personali e managerali nella gestione del gruppo. Insomma Seedorf può diventare un grande allenatore ai massimi livelli, Allegri non si capisce bene perché abbia scelto di fare l’allenatore. Improponibile ed imbarazzante un paragone fra i due. E partita contro il Napoli a parte mi sembra che il gioco e i risultati lo dimostrino.

Tornando alla partita contro l’ Atletico, vero crocevia di questo percorso di ricostruzione, io punterei con decisione su Poli, Taarabt, Balotelli, Abate oltre naturalmente che su Pazzini e Kaka. Con Poli dovremo avere il sostituto ideale di Montolivo. Con Pazzini riusciremo a tenere diversi palloni nella metà campo avversaria ed ad essere più pericolosi in area di rigore avversaria mentre con Abate terzino destro, avremo più copertura e fisicità sulla fascia rispetto a De Sciglio. Escluderei categoricamente Robinho e De Jong dai titolari. Contro il Napoli Essien è stato discontinuo e spesso fuori posizione, però ha saputo mostrate anche giocate pregevoli al di la di una forma
fisica imbarazzante. Una nota di merito va sicuramente a Taarabt. Finalmente abbiamo trovato il sostituto all’altezza di El Shaarawy sulla fascia sinistra che con il tempo può ambire anche ad un posto fra i titolari.

La Cantera

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Napoli – Milan 3-1: Up & Down

Up

Massimiliano Allegri: si gode la sconfitta del Milan dal divano di casa compiacendosi di aver fatto molto meglio. Quando c’era lui la partita era già a puttane dopo 50′!

Fabio Ravezzani: Honda non era in campo, ma non ha mancato di ricordarci quanto il giapponese gli faccia schifo.

Zvonimir Boban: accesa discussione con Massimo Mauro nel postpartita su Sky. Su chi dovesse guidare il trenino per festeggiare la sconfitta.

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Down

Mario Balotelli: dure parole di Seedorf che hanno portato alle lacrime l’attaccante rossonero. “Hai giocato peggio di Robinho“.

Il Liverpool: toglie ad Allegri l’unico record che gli era rimasto. Quello di segnare 4 pere all’Arsenal: non si fa così!

La coerenza del sig. Boban: ormai sottoterra dopo le critiche a Balotelli, andatevi a vedere cosa diceva un po’ di tempo fa

Napoli – Milan 3-1: rimandati

d57f796a44851fb86386dce3deaa74b0-155-U20210255799251H-U8027571071BBG-620x349@Gazzetta-Web_articoloEra difficile fare punti al San Paolo in piena emergenza e infatti punti non ne abbiamo fatti. Usciamo tutto sommato con un 3-1 facilmente prevedibile vista la differenza di valori in campo e la situazione attuale, un 3-1 che è più rotondo rispetto alla partita d’andata ma completamente differente per dinamiche. La notizia è che siamo stati in partita per buona parte della stessa andando addirittura in vantaggio con Taaraabt prima di essere ripresi da un tiro abbastanza fortunato di Inler – il rovescio della medaglia, purtroppo, ci vede prendere il 3-1 in un buon momento dopo l’entrata di Pazzini. Sicuramente dal punto di vista della prestazione meglio perdere così rispetto all’andata quando dopo pochi minuti dal primo tempo eravamo già 0-2 in casa.

Parola quindi al campo che come sempre è capace di capovolgere le certezze mostrate in una settimana: prima su tutti quella di Mario Balotelli che dopo aver ribaltato la gara di Cagliari fornisce una prestazione semplicemente imbarazzante, in secondo luogo quella di Mexes colpevole stasera, credo, su tutti e tre i gol danneggiando anche una buona prova di Rami – infine menzione speciale per l’indegna maglia numero sette passato da trasferimento record (all’epoca) della storia della premier League a bidone completo. Continua a non essere accettabile la resa del materiale umano a disposizione specie da parte di chi avendo tante presenze in nazionale alle spalle dovrebbe essere un professionista serio.

Le note positive della gara sono pochissime – una di queste sicuramente Taarabt autore dell’unico gol rossonero, unico a rendersi pericoloso in un paio di occasioni anche nel secondo tempo non concretizzate dalle punte. Paradossalmente stasera siamo migliorati parecchio coi cambi – sia quello di Kakà autore di una buona prova, sia quello di Pazzini e Montolivo che hanno creato le uniche occasioni del secondo tempo. La strada per migliorare è ancora lunghissima e non era certo il San Paolo di Napoli il luogo in cui fare punti vista anche e soprattutto la sconfitta dell’andata in casa – troppo il divario in campo con una squadra che negli ultimi cinque anni ha speso 150 milioni più di noi. Non può non passare dal mercato un rilancio di questo Milan – mercato che per essere fatto avrà però bisogno di trovare una buona base nel gioco e su questo sono comunque soddisfatto dalla prova di stasera – perdere così ci sta, subire la mattanza vista a San Siro all’andata ancora meno.

NAPOLI – MILAN 3-1 (primo tempo 1-1)
Napoli (4-2-3-1): formazione ufficiale: Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Ghoulam; Inler (88′ Dzemaili), Jorginho; Mertens, Hamsik (83′ Behrami), Insigne (78′ Callejon); Higuain. A disp.: Rafael, Colombo, Britos, Uvini, Henrique, Radosevic, Bariti, Pandev, Zapata. All.: Benitez
Milan (4-2-3-1): Abbiati; De Sciglio, Rami, Mexes, Emanuelson (70′ Montolivo); De Jong, Essien; Abate, Taarabt, Robinho (46′ Kakà); Balotelli (73′ Pazzini). A disp.: Gabriel, Zaccardo, Silvestre, Constant, Muntari, Poli, Saponara, Petagna. All.: Seedorf
Arbitro: Massa
Marcatori: 11′ Inler, 56′ Higuain, 82′ Higuain (N), 8′ Taarabt
Ammoniti: Abbiati, Taarabt (M), Jorginho, Inler, Callejon (N)

Napoli – Milan: LIVE! Serie A 2013/14

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VENTIDUESIMA DI A: BIG MATCH AL SAN PAOLO. IL MILAN DECIMATO DA INFORTUNI E GASTROENTERITI VARIE FA VISITA AL NAPOLI CON LA TESTA ALLE SEMIFINALI DI COPPA ITALIA. UNA GARA, L’ULTIMA, CHE POTREBBE SANCIRE IL RILANCIO DELLE AMBIZIONI EUROPEE ROSSONERE… MA IL CAMPO E’ DIFFICILE E L’AVVERSARIO TOSTO! SEGUITE CON NOI NAPOLI-MILAN, SABATO SERA, DALLE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER!

SSC Napoli v AC Milan - Serie A

Napoli – Milan: la trasferta più tosta

nap milSabato 8 febbraio, ore 20.45, San Paolo. Quarto turno di ritorno del campionato di Serie A, e il Milan è atteso da una trasferta pericolosissima a Napoli.

Nonostante il pesante crollo con l’Atalanta, infatti, il Napoli rimane una delle squadre più forti del campionato (prima del mercato, potenzialmente meglio della Roma). Capace però, come dimostrato la scorsa domenica, di rovesci clamorosi come anche di grandi partite -vedi il 2-0 con l’Arsenal- un po’ in stile Zeman. Rafa Benitez non ha dato la svolta che ci si aspettava alla squadra, dato che con una rosa più forte di quella del 2012-13 è una posizione dietro al Napoli di Mazzarri, e insidiato dalla Fiorentina per il terzo posto; ma anche il Milan è molto indietro rispetto alle posizioni dell’anno passato. L’1-2 dell’andata inoltre non depone a favore dei rossoneri, visto che in quell’occasione si giocava a San Siro.

Ma questo è tutt’altro Milan, almeno sul piano del gioco. Le incoraggianti prime tre partite di campionato di Seedorf potrebbero proseguire con una serie positiva, visto che dovrebbe arrivare nuova linfa dal ritorno di Balotelli davanti e dall’esordio di Adel Taarabt, lanciato dall’assenza di Kakà. Il 4-2-3-1 di Seedorf dovrebbe essere formato da: Abbiati; De Sciglio, Rami, Mexes, Emanuelson; Montolivo, De Jong; Robinho, Honda, Taarabt; Balotelli. Il giapponese Honda dovrebbe finalmente partire da trequartista centrale, il suo vero ruolo (non è un’ala, e probabilmente -per corsa e qualità fisiche- non lo sarà mai). In panchina Poli, Essien e Pazzini, insieme a quelli che restano della difesa e ai giovani Saponara e Petagna. Modulo speculare per il Napoli, con: Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik, Mertens; Higuain. Dal “quartetto” avanzato resta fuori l’altalenante Insigne.

Dando un’occhiata al resto della giornata, a colpire sono soprattutto il derby della Capitale Lazio-Roma e un’altra sfida affascinante come Verona-Juventus, entrambe domenica alle 15. Sky ha scelto ovviamente il derby per il posto d’onore, ma entrambe le gare lo avrebbero meritato. Per il resto, Fiorentina-Atalanta è una gara di cartello, che vede opposte stasera alle 18 la quarta in classifica contro la squadra galvanizzata dal successo con il Napoli della scorsa settimana. Poco altro; a chiudere Inter-Sassuolo domani sera. Torino, Genoa, Parma, Verona e Lazio hanno ottime opportunità di essere fermate dalle rispettive avversarie; ma toccherà al Milan portare a casa almeno un punto da un campo sempre difficile, contro una squadra imprevedibile come il Napoli. Ma se partiamo dal presupposto che il gioco è alla base di quasi tutto, se non altro il Milan di Seedorf ha buone probabilità di non sfigurare.

Dobbiamo provarci

Risponderà?

Gallo, ti piace l’Europa League?

Il pareggio di sabato sera con il Torino ha portato con sé una doppia delusione, non solo per come questo sia stato del tutto immeritato vista la mole di gioco e le occasioni create dalle due squadre, ma anche perché una vittoria ci avrebbe ulteriormente riavvicinati a zone di classifica a noi più consoni viste che le nostre dirette concorrenti all‘Europa League non hanno avuto molta fortuna. Perchè diciamocelo in faccia, nonostante a qualcuno possa essere indigesto, è la qualificazione alla fu coppa Uefa il nostro obbiettivo più credibile.

Mai come quest’anno infatti il diario in classifica che sembrava fino a Natale incolmabile potrebbe infatti non essere così abissale visto che Napoli, Fiorentina e Inter stanno lasciando punti importanti per strada. Se escludiamo dunque Juventus e Roma che al momento stanno giocando un campionato a sé stante, le altre “big” non stanno avendo vita facile: la Fiorentina ha perso quella verve che l’ha contraddistinta nei primi mesi di torne anche a causa dei numerosi infortuni e dei numerosi impegni nelle coppe, così ance il Napoli squadra capace di passare da partite quasi perfette a veri e proprio obbrobri calcistici. Discorso a parte merita l’Inter,travolta da problemi societari, la cui ultima vittoria risale al derby. Facciamoci delle domande.

Dobbiamo quindi cercare di approfittare di ogni minima sbavatura e con la massima concentrazione, abbiamo già buttato al vento troppi punti importanti ed arrivare in’Europa al momento è troppo importante. Sia ben chiaro me ne guardo bene di eguagliarla alla Champions come invece sta facendo una nota emittente satellitare a pagamento nell’ultimo periodo ( che strana coincidenza, non trovate?!) ma sarebbe l’ideale per permettere alla società di organizzare al meglio il proprio “reboot” senza rimanere fuori dalle competizioni interazionali con anche un minimo di ritorno d’immagine.

Buone notizie arrivano anche sul fronte Champions, visto che Carletto Ancelotti ci ha mostrato che i nostri prossimi avversari non sono imbattibili e anzi fuori casa perdono molto della loro sicumera lasciando intravedere diversi punti deboli. Certo paragonare la nostra rosa a quella del Real sarebbe una vera e propria follia ma è nostro obbligo provarci fino alla fine e cercare di preservare la nostra dignità almeno in Europa.

Papà, mariti e la voglia di cambiare

mario-balotelli-e-pia-ficoFinalmente Balotelli ha riconosciuto Pia: “Finally the truth, Pia, Sweet child of mine” l’annuncio che i giornali hanno subito riportato in prima pagina, a dimostrazione che Mario rimane il giocatore italiano più discusso, ma anche il più seguito, analizzato e commentato in ogni suo aspetto. Motivi che di certo non lo giustificano, ma che forse fanno comprendere meglio certe sue reazioni e certi suoi comportamenti, atteggiamenti di un ragazzino che è sempre stato nell’occhio del ciclone, per colpa sua, ma non solo. C’è chi già chi parla di una crescita, di un’assunzione di responsabilità e di una maturazione tanto attesa e finalmente arrivata, anche per merito di Seedorf: io non credo sia cosi, non credo che la decisione di riconoscere una figlia dopo tanti mesi sia arrivata così all’improvviso, senza nessun motivo. E soprattutto non credo che sia dipeso dalla mano di Seedorf, appena arrivato e ancora abbastanza confuso sul da farsi, con in mano una squadra senza ancora un’identità chiara e tutta da costruire. E pur apprezzando il calcio offensivo e soprattutto i tentativi e la caparbietà del nuovo allenatore, devo ammettere che non sono pochi i difetti di questo modulo alla Seedorf, questo tentativo di “Calcio e fantasia”. Non abbiamo gli uomini e le capacità per un calcio del genere e soprattutto non abbiamo il tempo per provarlo.

Dopo aver visto Roma – Napoli ho capito come dovrebbe giocare una squadra con tante mezzepunte e tanta potenziale qualità: correndo, correndo, correndo. E pur apprezzando la grande forza di volontà di un giocatore immenso come Kakà, che torna in difesa quanto può e fin che può, questo non basta; tutte le altre mezzepunte, troppe, che Clarence intende far giocare insieme, non riescono a coprire, lasciando troppi spazi agli avversari. E contro una squadra più forte delle ultime incontrate, questo che non può voler dire altro che subire una caterva di gol. La rosa di certo non aiuta: Galliani ha confermato la difficoltà di vendere giocatori in questo periodo, a suo dire per colpa delle mogli, innamorate di Milano e non intenzionate a cambiare città. Allora mi rivolgo alle consorti dei vari Robinho, Costant, e Mexes, invitandole a considerare la salute fisica e mentale dei tifosi milanisti e di ripensare alla bellezza di altre metropoli europee e non solo: cambiare ogni tanto fa bene.

Il mese delle verità

Z_Seedorf_5Mese tostissimo per il Milan di Clarence Seedorf, quello di febbraio. E non c’entra il calo fisico e mentale proprio delle squadre di Allegri, a cui è stato dato il benservito appena dopo Reggio Emilia.

Almeno 2 delle 4 partite (non sono molte, causa brevità del mese ed eliminazione dalla Coppa Italia) sono terribili; Napoli sabato e Atletico Madrid il 19, in Champions League. Per il resto due partite “medie” come la sfida in casa con il Bologna e la trasferta contro la Samp a Genova. E il 2 marzo –tra meno di un mese– la capolista Juventus, che a meno di clamorosi crolli dovrebbe restare prima per quella data. Fortunatamente quella sfida è a San Siro, però. E conterà molto la scelta degli interpreti, tra titolari e rotazione.

Un titolare fisso come Kakà ha mostrato di pagare il periodo di forma avuto prima delle vacanze. E allo stato attuale non regge i 90 minuti. Visto anche che Honda è un trequartista centrale e non un’ala, il trio dietro alla punta (Balotelli o Pazzini a seconda delle caratteristiche dell’avversario) potrebbe essere formato da Taarabt-Honda-Saponara, almeno in campionato. L’ex Empoli potrebbe essere lanciato in campionato anche per far rifiatare lo stesso Kakà e Robinho, che nonostante non abbia mai più viaggiato sui livelli del primo anno sabato ha mostrato a sprazzi le sue qualità tecniche. La coppia mediana dev’essere, a mio parere, Montolivo-Essien. Per favore basta Muntari, un bel taglio al minutaggio di De Jong -a volte più deleterio che utile- e anche qui spazio a Cristante e Poli per far rifiatare i titolari. Dietro, obbligatorio un quartetto Abate-Rami-Mexes-De Sciglio. Bonera ha dimostrato, dopo una buona partenza (vedasi Ajax) per l’ennesima volta di non poter essere un titolare, sebbene tutti quelli che ora lo vogliono fuori “per fare posto a Zapata” dicevano lo stesso, a nomi scambiati, non più tardi di ottobre.

Il dubbio riguarda la porta. Il titolare sarà ancora Christian Abbiati fino a giugno. L’acquisto -ovviamente a zero- di Michael Agazzi come sostituto di Amelia (dopo il siluramento di Gabriel post-Roma, sarà probabilmente lui il titolare l’anno prossimo, con Abbiati secondo) lascia quantomeno perplessi. Con tre portieri italiani “accessibili” e migliori di lui, ovvero Perin, Marchetti e Consigli, con il portiere dell’Atalanta che secondo me è il miglior compresso tra età, valore di mercato e prestazioni, si va a prendere un ventinovenne parecchio incline alle papere come il portiere del Cagliari. Ma per il momento i 6-7 milioni richiesti per l’atalantino e 10 necessari ad acquistare il laziale sono troppi per i rubinetti chiusi del Milan, e in termini di progetto piuttosto che cedere qualche giovane al Genoa per ottenere sconti neanche troppo elevati su Perin è meglio prendere a zero Agazzi. Motivo per cui bisogna assolutamente entrare in EL. I soldi. E fare 7 punti adesso, a febbraio, è un obiettivo imprescindibile per ottenere i 5-6 milioni dell’ex coppa Uefa.

L’angolo del Tifoso – Fare per fermare il piangina

AC Milan's Maldini looks on at the end of the Italian serie A soccer match against AS Roma at the San Siro stadium in MilanIl Milan si sta interizzando. Non bastavano 4 anni di Allegri (e degli allegriani). Ora ci si mettono pure i piangina dell’ ultima ora. Ed allora Fare per per fermare il piangina. Sono sinceramente allibito da quello che leggo. Non bastavano gli allegriani, ora ci si sono messi anche altri, storicamente bravi ragazzi ad inondare di lacrime la vallata rossonera, ormai più simile ad un campo di crisantemi che ad una tifoseria. E siccome la depressione cronica di gruppo non giova a nessuno, meno che meno al nuovo allenatore, è bene mettere in chiaro alcune cose:

1) Tanto per cominciare la stagione attuale e la futura sono completamente compromesse per colpa di Allegri. E’ praticamente certo che non faremo la prossima champions. Questo comporterà un buco di 35-40 milioni di euro. Quindi scordiamoci un mercato invernale ed estivo rilevante. Anzi speriamo non venga ceduto qualche buon giocatore per ripianare a giugno. Di chiedere nuovamente al presidente di spendere non se parla nemmeno. Le squadre devono andare avanti con le proprie gambe e con i propri fatturati. E’ la base per una crescita seria di lungo periodo al di la dei regolamenti europei. Anche la Roma che spende e spande la voglio vedere nei prossimi anni se non sarà in grado di adeguare i fatturati alle spese. E soprattutto voglio vedere per quanti anni sarà in grado di stare ai vertici e soprattutto quanto capitalizzeràin termine di trofei di questa sfarzoso momento. Caso diverso per la Juve che spende si tanto per costruire la squadra, ma che fattura già a livelli importanti e che sta capitalizando al meglio il momento positivo.

2) E’ bene inoltre ricordare gli obbiettivi rimasti in questa stagione. In campionato possiamo concretamente ambire ad un posto in Uefa. In Champions non si sa mai. Possiamo uscire contro l’ Atletico come arrivare in finale e magari pure vincere. La champions non è il campionato dove vince la squadra più costante o più forte. Vince la squadra più motivata, meglio allenata ed esperta che sa gestire al meglio i vari turni e la pressione nelle singoe partite. Siamo allenati da uno che ha vinto 4 champions con 3 squadre diverse. Quindi può avere un senso acquistare parametri zero di esperienza come Essien che vogliono riscattarsi in vista del mondiale. Dobbiamo fare un mercato di buone prospettive di breve termine ben considerando l’eventualità di far fronte a risultati sportivi negativi a fine stagione e rimandare a giugno la programmazione di lungo termine.

3) La squadra si è rinforzata molto, soprattutto in attacco e a centrocampo. Honda e il marocchino, trequartista ed ala sono quello che servivano per interpretare al meglio il nuovo modulo. Su Honda poi più leggo i suoi detrattori e più mi viene da ridere. Le cose più stupide che ho letto sono state: A) E’ un colpo utile solo per il Marketing B) Ha fatto prestazioni mediocri al Milan

Tanto per cominciare questo giocatore è un centrocampista puro. E come tale va giudicato. Forse ha sbagliato qualche goal ma è stato il giocatore che in assoluto ha toccato più palloni da quando c’è Seedorf. E’ nel vivo di ogni azione, vede bene il compagno, cuce il gioco e i reparti alla perfezione e soprattutto manda gli esterni o i terzini sul fondo che è una meraviglia. E’ dai tempi di Rui Costa o del primo Pirlo (o dello stesso Seedorf) che non abbiamo un giocatore con una simile visione di gioco capace di dettare i movimenti a tutta la squadra. E fino ad ora lo abbiamo visto solo al 50%-60% perchè non ancora del tutto ambientato e non al top della condizione. In ottica di crescita della società diventa una mossa strategica importante il suo acquisto per spingere il nostro brand nei mercati orientali dove è molto seguito. La crescita di una società si fa certamente puntando anche sulle strategie marketing.

Altra grande lamentela del piangina vecchio e nuovo, è che stiamo riempiendo la rosa di trequartisti, ali e mezze punte. Direi anche giustamente, visto che il nostro allenatore vuole giocare con 4 giocatori offensivi, più un regista e due terzini di spinta. Ci abbiamo messo 4 anni a smaltire uno che riempiva la squadra di fabbri e mediani e ora ce la prendiamo con Seedorf perché sta ripristinando un dignitoso livello tecnico nella rosa? Mettetevi d’accordo con voi stessi e decidete per cosa sia meglio piangere.

Il trucco è insegnare ai giocatori offensivi a sacrificarsi per la squadra e a difendere (cosa che puntualmente fanno tutte le grandi d’ Europa) e a ruotarli continuamente per averli sempre in perfette condizioni per svolgere al meglio le due fasi (Non come faceva Allegri che i giocatori non li ruotava mai per intenderci) . L’unica nota stonata di questo mercato invernale (che oltre tutto ci ha permesso di sbarazzarci di Allegri e che solo per questo merita un voto altissimo) , è la cessione di Niang. Sarebbe stato perfetto per il ruolo di Ala destra. Suo ruolo naturale. Altro che punta. Niang lo scorso anno, prima che si smarrisse per colpa di Allegri (e di chi sennò) copriva la fascia splendidamente. Non mi dimentico poi di Rami. Buonissimo difensore che finalmente non marca l’ uomo a 4 metri di distanza in pieno stile Zapata o Bonera. Insomma questa rosa ha ancora dei difetti che io identifico sostanzialmente in: Bonera, Amelia, Robinho. Tutti gli altri sono buoni giocatori, duttili che se ben gestiti ed allenati possono avere nel contesto di squadra, una resa superiore alle loro capacità tecniche. Manca un difensore centrale e un portiere per fare il salto.

Concludo infine con un apprezzamento al nostro unico centravanti vero. Pazzini. E’ un giocatore straordinario terribilmente sottovalutato. Può ripercorrere le orme d’ Inzaghi se la squadra gioca bene. Altro che Balotelli per stare in area di rigore, che non prende un cross di testa nemmeno per sbaglio. L’attaccante vero è il rapace d’ area che fa i goal apparentemente semplici e che finalizza il gioco dei compagni. I centravanti che girovagano a cazzo per tutto l’ attacco, per partecipare al gioco sono quanto di peggio ci sia. Intasano la manovra inutilmente e segnano solo (pochi) goal difficili su giocata personale o su calcio da fermo. Come appunto Balotelli che è un giocatore aprezzabile solo come seconda punta.

La Cantera

Potete inviare anche voi le vostre lettere del tifoso a rossonerosemper@gmail.com

Honda è lento, Rami è scarso: ma davvero sono già da bocciare?

183436922-c542af35-5769-413c-938d-70b76efe471bE fu così che, alla terza partita di campionato con Seedorf in panchina nelle vesti di allenatore, arrivò un pareggio con il Torino. 1-1, niente di che, in una stagione come quella attuale non c’è da starci sopra più di tanto, si prende, si porta a casa e si pensa alla partita dopo. Ho avuto il lusso, il privilegio, l’onore, chiamatelo come volete, di assistere dal vivo alle prodezze dell’indomito Bonera, che credo stia ancora girando in tondo cercando Immobile. Ma soprattutto, mi sono sgolato al più ignorante dei gol dell’ultimo lustro: triangolo Muntari-Rami e botta pazzesca di quest’ultimo che buca Padelli e per poco anche la rete. Una grama soddisfazione, poco più di un vezzo, ma quest’anno va così: facciamoci andar bene le piccole cose. Non faccio in tempo a mettermi l’animo in pace, ed ecco che subito, dal mondo dell’internet e purtroppo anche da quello reale, si elevano le arcinote filastrocche, le solite lamentose sinfonie di un popolo rossonero oltremodo impaziente.

Perchè? E honda è lento, e Rami non ha i piedi buoni, e Essien è rotto, eccetera eccetera. Cominciamo con Honda. La domanda è: cosa vi aspettavate?? Una specie di messia capace di 3 gol a partita? Uno che avrebbe risollevato le sorti della stagione riportandoci in lotta scudetto? Ora, ricordatevi che stiamo parlando di un giapponese in Italia da 3 settimane, che non sa la lingua, non conosce la cultura figuriamoci i modi locali; inoltre, arriva avendo alle spalle la preparazione atletica fatta con il CSKA, e non scordiamoci della distanza che intercorre tra il campionato Italiano e quello russo. Le attenuanti sono svariate e numerose: sono convinto che il vero Honda lo vedremo a partire da settembre, con almeno una preparazione estiva completa fatta con noi. Infine, bisogna tenere conto che sta giocando fuori ruolo: lui è un trequartista, numero 10 classico, spostato per evidenti lacune d’organico sull’out di destra. Risultato? Non salta mai l’uomo e incide pochissimo. Ovviamente, nessuno pensa al contesto e alle situazioni, si va giù a criticare come se giocasse nel Milan da anni.

Rami. Ora, gol a parte, contro il Torino a me è piaciuto eccome. Due volte ha affrontato in uno contro uno Immobile, uno tutt’altro che scarso e certamente più veloce di lui, ed entrambe le volte ne è uscito vincitore. Certo, noi tutti eravamo abituati a ben altro: eravamo abituati ai Nesta e ai Thiago Silva, che come Rami si è mangiato Immobile si mangiavano i Messi o i Van Persie. Tuttavia, è impensabile paragonare Rami a gente di quel livello: si tratta di un buon difensore, che nel giusto contesto può riuscire ad esaltare le sue doti. Le principali lamentele nei suoi confronti riguardano la poca sicurezza che trasmette con il pallone tra i piedi, e la sua incapacità di impostare l’azione. Semplicemente, penso che uno come lui debba limitarsi alla marcatura, ai duelli aerei (che spesso vince) e ad azioni prettamente difensive, limitandosi ai passaggi essenziali e lasciando ad altri l’onere dell’impostazione e del fraseggio.

Detto questo, Essien è da valutare: per quel che mi riguarda bel giocatore, indubbiamente in fase calante ma come quarto o quinto di centrocampo va benissimo, sempre se il fisico regge. Al contrario Taarabt lo ritengo, a buone ragioni, un ignavo del pallone. Al pari di Boateng e Bojan, per intenderci, di quella risma li. Giocatore fumoso, che ha qualche grammo di talento ma assolutamente alcuna capacità di farlo fruttare a dovere. Spero ritorni da dove è venuto in fretta. Su Seedorf, a differenza di altri, non esprimo giudizio: troppo presto ora, questo è ancora il Milan di Allegri. gli concedo un anno, il prossimo, poi comincerò anche io a tirare qualche somma. Non ci resta che andare avanti, guardare alla prossima partita e vivere alla giornata, calcisticamente parlando, cominciando a capire cosa può essere salvabile in vista della prossima stagione, quella della rivoluzione, sempre se rivoluzione sarà. E, per carità, abbiate un po’ di pazienza…e di pietà.

We Are Ac Milan – C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole

saL’incontro con il Torino non ci ha regalato i tre punti: eppure non mi sembra giusto viverla come un dramma.

Perché, in una stagione ormai (quasi, perché l’Europa League può ancora essere a portata di mano) compromessa sul piano della classifica, è importante ricostruire quel gioco che nei tre anni e mezzo di gestione Allegri era mancato. E Clarence Seedorf, pur con qualche comprensibile difficoltà, ci sta riuscendo. Il secondo tempo di Milan – Torino è stato forse uno dei momenti più belli di questa stagione: da diversi mesi non si vedeva una squadra tanto arrembante, capace di spaziare su più fronti e che possiede una filosofia di gioco ben precisa. Una filosofia in cui lasciare qualche spazio agli avversari non è un tabù: l’importante è segnare un gol in più di loro, e l’impostazione alta dei terzini ne è la prova. Che poi non sia arrivato il gol della vittoria, è alla fine un fatto alquanto accidentale – se Robinho fosse stato un passo indietro, se Padelli non si fosse superato in più occasioni, se Glik non avesse opposto le sue parti basse alla bordata di Muntari, si starebbe parlando di ben altro risultato.

Ma l’annotazione più positiva è un’altra: in meno di un mese, Adil Rami sembra aver preso le redini della difesa del Milan. La bordata con cui ha siglato il pareggio ha suggellato l’ennesima prestazione al di sopra della sufficienza per il roccioso difensore ex-Valencia, che si sta guadagnando – nonostante gli svarioni del compagno di reparto – sempre maggiori consensi. Eppure la sua figura è ancora accompagnata dallo scetticismo generale, e i disfattisti non fanno che affossarlo. Anche se lui sta rispondendo con i fatti, molti li ignorano e continuano imperterriti a farlo assurgere a capro espiatorio di qualunque negatività del Milan.

Certi figuri potrebbero essere suddivisi tranquillamente in quattro categorie:

A) GLI AMNESICI – Pretendono da Seedorf che fin dalla prima partita vinca 5-0, tenga una media di quattro punti a gara e vinca lo scudetto con due giornate d’anticipo: in caso contrario, non perdono occasione di rimpiangere Allegri e le sue idee ad ogni pallone perso. Colpiti da amnesia, tendono a dimenticarsi che con Allegri questa squadra aveva rimediato una figuraccia assurda in casa del Sassuolo.

B) GLI ANTISOCIETARI – Più che “antisocietari” leggasi “anti-Galliani”. Il nostro amministratore delegato (che, subissato da critiche, ha zitto zitto rafforzato la squadra a costo zero, per inciso) è la radice di tutti i mali, e qualunque acquisto da lui deciso deve essere criticato a prescindere. Solitamente gli antisocietari tengono un santino di Barbara Berlusconi nel portafoglio, che invocano contro tosse, influenze e pellagra.

C) I NOSTALGICI – Qualunque difensore che non si chiami Tassotti, Baresi, Costacurta o Maldini non va bene, in attacco invocano il ritorno di Van Basten o quantomeno di Shevchenko per risollevare le cose, a centrocampo serve Albertini. Non sarebbero contenti nemmeno con Messi e Iniesta, richiamandosi ai tempi in cui Berlusconi era l’unico vero sceicco del mondo del calcio. Solitamente girano con le videocassette del campionato 92/93, e si sono fatti convincere da poco a convertire quei vecchi Betamax.

D) LE INSODDISFATTE – Categoria tutta al femminile. Certe tifose rossonere, infatti, sono rimaste indisposte a causa del continuo stillicidio di giocatori che hanno maggior interesse per il loro bel faccino che per le loro performance sul campo. Qualcuna pare stia iniziando a tifare Fiorentina per ripicca: con dei “bruttoni” come Rami, il rossonero non è più trendy. E poi ci sono quelli che sanno cos’è il calcio, che non si fanno trasportare da chi riversa continuamente bile in pillole di 140 caratteri né da opinioni facili e comode, e cercano di riflettere. Approdando, seppur con difficoltà, alla conclusione che – nonostante tutti i problemi ancora da risolvere, primo fra tutti l’ancora carente adattamento di Honda al gioco nello stretto necessario nel campionato italiano – per dirla con una citazione colta, c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole. La consapevolezza che, con questa guida tecnica, una preparazione fisica come si deve e alcuni innesti mirati, l’anno prossimo il Milan ha serie possibilità di tornare a posizioni che si confanno al suo blasone.

L’Articolo originale su Milanorossonera

Equilibrio di giudizio

 

imageNon è riuscita la tripletta di vittorie consecutive in campionato al nuovo Milan Clarence Seedorf, e d’altronde non era riuscita a nessuno prima di lui con Berlusconi presidente. Nel complesso, però, altre note positive si sono aggiunte a quelle già osservate nelle gare precedenti, nonostante il risultato.

Cerci e Immobile facevano tanta paura, specie per una squadra ancora in costruzione, con equilibri tutti da trovare. E in effetti in occasione del goal e in altre situazioni i due hanno messo in pericolo la nostra retroguardia, ma non così tanto come si poteva pensare. L’equilibrio, la squadra spezzata in due e gli attaccanti che non tornano sono stati fin qui i cavalli di battaglia di chi doveva “analizzare” il gioco di Seedorf, ma qualcosa di importante sta sfuggendo agli occhi di questi opinionisti. È vero, il nuovo tecnico sta facendo delle scelte audaci, prendendosi anche qualche rischio; ma alla fine, gli audaci rischiano e, come dice Clarence, fino a qui i rischi mi sembrano calcolati. Sabato abbiamo concesso solo due vere occasioni da goal in novanta minuti, nonostante le quattro punte, e in una di queste occasioni abbiamo subito goal a causa di un errore di un singolo giocatore, non di centro da poter prevedere. Per il resto, tanto gioco, presenza continua nella metà campo degli avversari e pochissimi rischi, quasi nulli.

C’è tanto sacrificio, da parte di quasi tutti, anche di chi fino a qualche mese fa sì ciondolava per il campo fregandosene bellamente. Rimangono ancora alcune note dolenti come quella di Robinho, ma su questi personaggi bisognerebbe lavorare in altro modo (cacciandoli!!). Piuttosto, se di problemi dobbiamo parlare mi preoccuperei di più della freddezza negli ultimi 20 metri di campo, visto che continuiamo a costruire tanto ma a concretizzare bene poco. È arrivato il primo goal su azione, e lo ha realizzato un difensore; è questo forse l’aspetto su cui concentrare critiche e attenzioni, piuttosto che su una mancanza di equilibrio che fino ad ora non si è mai manifestata in modo così netto. Forse qualcuno si è già dimenticato quanto soffrivamo con Allegri sulla nostra panchina? Quante occasioni da goal concedeva la nostra squadra agli avversari in tutta la partita? E, come se non bastasse, le difficoltà che avevamo nell’impegnare il portiere avversario? Forse qualcuno lo dimentica…io no, almeno per ora, perché ci vuole equilibrio, anche nei giudizi. D’altronde i cambiamenti si percepiscono anche dalle piccole cose, e la presenza di Seedorf a Madrid per osservare da vicino i prossimi avversari di Champions è solo l’ennesimo piccolo grande segnale di cambiamento.

In un campionato che riserva diverse sorprese ad ogni giornata, come la sconfitta nettissima del Napoli contro l’Atalanta o la semi rinascita della Lazio, non è detto che non ci possa essere qualche sorpresa anche da parte nostra, grazie ad una crescita desiderata e auspicabile. Nella prossima giornata ce la vedremo proprio contro i partenopei, in un test che potrà già misurare il livello della nostra crescita.

Milan – Torino 1-1: Up & Down

Up

Massimiliano Allegri: le sue squadre non subiscono gol da tre settimane, complimenti! Nemmeno una minima sbavatura difensiva!

Kamil Glik: Dopo il tiro di Muntari ha stabilito il record di prima calciatrice a giocare in serie A.

Urby Emanuelsson: Impresa titanica dell’olandese: non è stato il peggiore in campo. L’ultima volta che era successo si usavano le VHS.

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Da muratore a titolare del Milan. Molti suoi compagni dovrebbero fare il percorso inverso.

Down

La Fiorentina: dopo la sconfitta ad opera di Pinilla parte l’hashtag #rigoreperilcagliari.

Robinho: Fa un tiro preciso e di pregevole fattura, che spiazza il portiere. Gli annullano il gol.

Il Napoli: Lo squadrone che doveva ammazzare il campionato ne becca 3 dall’Atalanta. Tanto basti.

Milan – Torino 1-1: Sulla buona strada?

NEWS_1391291223_mil_v_tor_1_2_14Quello che è forse il miglior Milan degli ultimi tempi pareggia 1-1 con un Torino quadrato anche se troppo italiano, abile a fare densità nella propria tre quarti e – nel primo tempo – a distendersi in contropiede, fino al gol di Immobile e all’occasione sprecata da Farnerud. Ma chiunque sia intellettualmente onesto deve ammettere che, per un tempo e mezzo, in campo c’è stato solo il Milan. Oltre al primo gol italiano di Rami, per la prima volta da diversi mesi a questa parte si è visto del gioco intenso e senza cali fisici né particolari amnesie difensive (il gol è arrivato su un contropiede orchestrato dalla coppia Cerci-Immobile, che è forse la più prolifica del campionato).

In particolare, si sono segnalate positivamente le prestazioni di Rami, che, oltre a segnare con una botta da fuori area, si è segnalato per una difesa attenta e ruvida, dei terzini, i quali, per nulla impegnati in fase di copertura (il 3-5-2 del Toro si sviluppava eminentemente per vie centrali), hanno potuto tranquillamente partecipare alla fase offensiva, il che ha giovato soprattutto alla prova di Emanuelsson, e di Muntari, che nel primo tempo ha fatto vedere di poter fornire qualcosa alla squadra, in particolare in termini di grinta (anche se la tecnica resta quello che è).

La palla è girata spesso e velocemente, ma alcune prestazioni costituiscono ancora delle note dolenti. In particolare, si segnalano il calo fisico di Kakà, il quale, dopo aver retto la baracca per mesi, ora ne sente tutto il peso sulle gambe, la prova poco convincente di Honda, che appare ancora avulso dagli spazi stretti delle difese del nostro campionato, e le prove negative di Robinho e Pazzini. Il primo aveva tramutato con grande precisione un pallone insidioso in gol: peccato che il tutto sia stato annullato per evidente fuorigioco. L’attaccante ex-interista, invece, si è mosso bene ma gli è mancato del tutto il fondamentale del tiro. Chiedere al viso di Glik, per informazioni.

Con questo risultato, la classifica non viene mossa più di tanto: ma, in una stagione ormai archiviata come fallimentare, l’obiettivo di Seedorf è quello di dare dei segnali, potendo anche talvolta prescindere dal risultato. L’interpretazione tattica della partita è stata buona, nel complesso. Ma trovarsi contro un muro di gomma è stato problematico, nel concreto. La squadra di Seedorf appare comunque sulla buona strada per conseguire buoni risultati nella parte finale della stagione: ma saranno i fatti a svelare quanto ciò possa essere vero.

MILAN – TORINO 1-1

MILAN (4-2-3-1): Abbiati; De Sciglio, Bonera, Rami, Emanuelson; Muntari (17′ De Jong), Montolivo; Honda (42′ st Petagna), Kakà, Robinho (30′ st Saponara); Pazzini. A disp: Amelia, Gabriel, Mexes, Abate, Zaccardo, Constant, Cristante, Essien. All. Seedorf

TORINO (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Basha (23′ st Kurtic), Farnerud (9′ st El Kaddouri), Vives, Masiello; Cerci (47′ st Meggiorini), Immobile. A disp: Berni, Gomis, Rodriguez, Bovo, Pasquale, Tachtsidis, Barreto. All. Ventura

ARBITRO: Damato

Ammoniti: Vives, Maksimovic, Pazzini, Bonera

Reti: 17′ Immobile, 4′ st Rami

 

Milan – Torino: LIVE! Serie A 2013/14

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DOPO UNA SETTIMANA SI TORNA IN CAMPO: A SAN SIRO ARRIVA IL TORINO DI VENTURA, UNA DELLE SQUADRE PIU’ IN FORMA DEL CAMPIONATO. NON UNA GARA FACILE PER I RAGAZZI DI SEEDORF IN CERCA DELLA TERZA VITTORIA CONSECUTIVA. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI MILAN-TORINO, SABATO 1° FEBBRAIO 2014, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER.

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