L’incontro con il Torino non ci ha regalato i tre punti: eppure non mi sembra giusto viverla come un dramma.
Perché, in una stagione ormai (quasi, perché l’Europa League può ancora essere a portata di mano) compromessa sul piano della classifica, è importante ricostruire quel gioco che nei tre anni e mezzo di gestione Allegri era mancato. E Clarence Seedorf, pur con qualche comprensibile difficoltà, ci sta riuscendo. Il secondo tempo di Milan – Torino è stato forse uno dei momenti più belli di questa stagione: da diversi mesi non si vedeva una squadra tanto arrembante, capace di spaziare su più fronti e che possiede una filosofia di gioco ben precisa. Una filosofia in cui lasciare qualche spazio agli avversari non è un tabù: l’importante è segnare un gol in più di loro, e l’impostazione alta dei terzini ne è la prova. Che poi non sia arrivato il gol della vittoria, è alla fine un fatto alquanto accidentale – se Robinho fosse stato un passo indietro, se Padelli non si fosse superato in più occasioni, se Glik non avesse opposto le sue parti basse alla bordata di Muntari, si starebbe parlando di ben altro risultato.
Ma l’annotazione più positiva è un’altra: in meno di un mese, Adil Rami sembra aver preso le redini della difesa del Milan. La bordata con cui ha siglato il pareggio ha suggellato l’ennesima prestazione al di sopra della sufficienza per il roccioso difensore ex-Valencia, che si sta guadagnando – nonostante gli svarioni del compagno di reparto – sempre maggiori consensi. Eppure la sua figura è ancora accompagnata dallo scetticismo generale, e i disfattisti non fanno che affossarlo. Anche se lui sta rispondendo con i fatti, molti li ignorano e continuano imperterriti a farlo assurgere a capro espiatorio di qualunque negatività del Milan.
Certi figuri potrebbero essere suddivisi tranquillamente in quattro categorie:
A) GLI AMNESICI – Pretendono da Seedorf che fin dalla prima partita vinca 5-0, tenga una media di quattro punti a gara e vinca lo scudetto con due giornate d’anticipo: in caso contrario, non perdono occasione di rimpiangere Allegri e le sue idee ad ogni pallone perso. Colpiti da amnesia, tendono a dimenticarsi che con Allegri questa squadra aveva rimediato una figuraccia assurda in casa del Sassuolo.
B) GLI ANTISOCIETARI – Più che “antisocietari” leggasi “anti-Galliani”. Il nostro amministratore delegato (che, subissato da critiche, ha zitto zitto rafforzato la squadra a costo zero, per inciso) è la radice di tutti i mali, e qualunque acquisto da lui deciso deve essere criticato a prescindere. Solitamente gli antisocietari tengono un santino di Barbara Berlusconi nel portafoglio, che invocano contro tosse, influenze e pellagra.
C) I NOSTALGICI – Qualunque difensore che non si chiami Tassotti, Baresi, Costacurta o Maldini non va bene, in attacco invocano il ritorno di Van Basten o quantomeno di Shevchenko per risollevare le cose, a centrocampo serve Albertini. Non sarebbero contenti nemmeno con Messi e Iniesta, richiamandosi ai tempi in cui Berlusconi era l’unico vero sceicco del mondo del calcio. Solitamente girano con le videocassette del campionato 92/93, e si sono fatti convincere da poco a convertire quei vecchi Betamax.
D) LE INSODDISFATTE – Categoria tutta al femminile. Certe tifose rossonere, infatti, sono rimaste indisposte a causa del continuo stillicidio di giocatori che hanno maggior interesse per il loro bel faccino che per le loro performance sul campo. Qualcuna pare stia iniziando a tifare Fiorentina per ripicca: con dei “bruttoni” come Rami, il rossonero non è più trendy. E poi ci sono quelli che sanno cos’è il calcio, che non si fanno trasportare da chi riversa continuamente bile in pillole di 140 caratteri né da opinioni facili e comode, e cercano di riflettere. Approdando, seppur con difficoltà, alla conclusione che – nonostante tutti i problemi ancora da risolvere, primo fra tutti l’ancora carente adattamento di Honda al gioco nello stretto necessario nel campionato italiano – per dirla con una citazione colta, c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole. La consapevolezza che, con questa guida tecnica, una preparazione fisica come si deve e alcuni innesti mirati, l’anno prossimo il Milan ha serie possibilità di tornare a posizioni che si confanno al suo blasone.
2 commenti
Io le categorie da disprezzare le riunirei per praticità in un unico sotto gruppo “gli allegriani”
Ovvero quei tifosi piangina, o caratterizzati dai peggiori difetti tipici del tifosotto, eternamente frustrati ed insoddisfatti che scassano se la rosa non è da scudetto.
Il termine “Allegriani” va esteso. Va inserito nel vocabolario calcistico come parola utile a disprezzare qualcuno.
Trovi uno che non capisce niente di tattica? E’ un Allegriano
Trovi uno che non capisce nulla di strategie per motivare i giocatori? E’ un allegriano
Trovi un piangina che si lamenta sempre sulla rosa? E’ un allegriano
Trovio uno che ha dedicato blog e fiumi di pagine e di sproloqui ad Allegri’ E’ un allegriano
Trovi uno che ritenga che Allegri in questi anni abbia fatto bene al Milan per la rosa avuta a dipòoszione? E’ un allegriano
Allegriano è un termine che va preservato e tramandato alle generazioni successive
Su twitter li chiamiamo “Massimalisti”