Borini e Piatek per Paquetà e Suso. Basta questo per un licenziamento per giusta causa. Io ormai non credo nella buona fede di Gattuso il cui rapporto con Leonardo era ai minimi termini e mi preoccupavo che potesse sabotarci se fossimo arrivati troppo vicini alla Champions League. Sta accadendo ed è sotto gli occhi di tutti. Sta accadendo con Musacchio che viene messo titolare ogni partita nonostante sia il difensore più indecente del reparto e costi almeno un gol a partita. Sta accadendo con Conti che è il peggior terzino mai visto ai tempi di milanello, peggio di Mattioni, di Taiwo, di Didac Vilà.
Ma avete sentito Gattuso ieri? Ma quando mai un allenatore dice di non credere all’obiettivo? Pensate solo a Nicola e alla salvezza del Crotone. Abbiamo un tecnico che è il primo a non infondere la carica ai suoi calciatori. A questo aggiungiamo uno spogliatoio spaccato da scelte discutibili – Paquetà ad esempio è stato imposto in formazione e tolto subito al 60′ come sempre. Piatek è stato messo in panchina, punitiva, per un litigio col tecnico. D’altronde non è facile riuscire a neutralizzare il capocannoniere del torneo ma il Guardiola di Corigliano Calabro c’è riuscito.
Il cambio di Paquetà per Borini – che in un Milan serio sarebbe a portare le borracce alla primavera – apre la partita al Torino insieme ad un rigore inesistente che il signor Guida non vedeva l’ora di fischiare. Il rigore apre la partita al Torino che poi la vince con merito. E’ la quarta sconfitta nelle ultime sette partite in cui il Milan ha totalizzato la miseria di cinque punti. L’errore è stato della società – è stato non esonerarlo per tempo perché l’andazzo era visibilissimo dopo il derby e la Sampdoria.
Andrà in Champions League la Roma che gode dei favori di palazzo essendo la squadra designata dagli araldi della Continassa a togliere coppe e ricavi alle ben più pericolose milanesi. Andrà la squadra che quando era sotto un mare di merda ha ben pensato di cambiare l’allenatore e mettere tutti nei propri ruoli. Il Milan invece ha tenuto Gattuso il quale si è scatenato in una sequenza di nuove formazioni ed interpreti nel tentativo di trovare la quadra ad aprile finito il periodo buono di Piatek e Paquetà che han tenuto su la baracca.
Il Milan ad oggi è pauroso come l’allenatore. Ha due soli giocatori che verticalizzano che sono Paquetà e Suso. Il secondo gioca con la pubalgia e si prende pure le critiche perché ogni tanto nel buttarla dentro sbaglia. Meglio non farlo e tornare indietro come il più indegno giocatore che abbia mai indossato la dieci nella storia del Milan, così non si prendono critiche. E’ ora che si decide il futuro perché un Milan che lascia andare Antonio Conte alla Roma si crea una competitor per i prossimi anni che difficilmente le consentirà di rientrare nei primi quattro. La Roma non sbaglia due mercati consecutivi facendo la Champions, Juventus, Napoli ed Inter sembrano imprendibili.
Qualcuno dice che va giudicato l’allenatore Gattuso e non l’uomo. Ma è dall’uomo che sono deluso. L’uomo che rimane legato alla dirigenza più nera della sua storia continuando a mettere i suoi uomini. L’uomo che mette fuori rosa un ex-capitano per una critica giusta dopo che si è stati colti con le mani nel paniere nel metterlo fuori per una scelta non tecnica. L’uomo che sorrideva e copriva un non mercato a gennaio 2018 dicendo che la rosa era abbastanza forte così ed un anno dopo con un Piatek e un Paquetà in più sostiene che gli mancano i giocatori. L’uomo che ora va a scaricare la squadra in conferenza è ben più deludente dell’allenatore.
Non si può pensare di iniziare un progetto senza l’allenatore giusto. E’ l’allenatore che fa i giocatori. Senza Sarri Koulibaly varrebbe Izzo. Senza Conte Vidal varrebbe Calhanoglu. I giocatori si dividono in due categorie. Ci sono i fuoriclasse, che giocano da soli, e tutto il resto che necessita di un progetto tecnico adeguato per crescere. Una grande guida tecnica è più importante di un grande mercato in questo momento. Mercato che dovrà essere fatto con una urgente demirabellizzazione della rosa. I peggiori sono sempre loro, sistematicamente, ogni partita. Imbarazzante pensare che chi ha speso 230 milioni per quegli scarsi sia ancora a piede libero.
Lo cacceranno e arriverà Giunti? Così sembra dalle ultime anche se forse il lavoro di Giunti è importante per salvare la primavera, anche questa distrutta dalla sciagura Calabrese cacciando Galli e Bianchessi (ricordate il sei più bravo ma devo cacciarti perché sei amico del pelato?). La sensazione purtroppo rimane di estremo pessimismo perché il treno per la Champions League non passerà più senza altri errori degli avversari in sede di mercato, a prescindere da ciò che noi faremo.
TORINO (3-5-2): Sirigu; Izzo, N’Koulou, Moretti; De Silvestri, Lukic, Rincon (42’st Aina), Ansaldi; Meitè, Berenguer (28’st Parigini)(48’st Bremer); Belotti. A disposizione: Damascan, Falque, Ichazo, Rosati, Millico, Singo. Allenatore: Mazzarri.
MILAN (4-3-3): G.Donnarumma; Conti (36’st Castillejo), Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Bakayoko, Paquetà (20’st Piatek); Suso (20’st Borini), Cutrone, Chalanoglu. A disposizione: A.Donnarumma, Reina, Abate, Bertolacci, Biglia, Caldara, Castillejo, Laxalt, Mauri, Zapata,. Allenatore: Gattuso.
ARBITRO: Guida di Torre Annunziata.
MARCATORI: 13’st su rig. Belotti (T), 27’st Berenguer (T)
NOTE: Espulso Romagnoli al 38’st Romagnoli (M) per comportamento non regolamentare. Allontanato Mazzarri al 18’st per proteste. Ammoniti: Moretti (T); Suso, Conti, Paquetà, Romagnoli, Donnarumma, Kessie (M). Recupero: 1’pt – 4’st. Calci d’angolo: 9-4 per il Milan.