Fiorentina – Milan: le ultime dal campo

Esclusiva Dazn per la terzultima giornata di campionato che vede il Milan in trasferta a Firenze (ore 20.30) in cerca di punti per restare attaccato all’Atalanta nella corsa al quarto posto.

L’ex Vincenzo Montella è tornato recentemente in viola, per tentare quantomeno di pianificare la prossima stagione. Il tecnico vincitore dell’ultimo trofeo milanista era stato esonerato un anno e mezzo fa, in piena crisi, prima del celebre pari di Benevento. Quasi tutti presenti, intanto, nella lista convocati di Gattuso (accorciata a 21 giocatori per le tante assenze). Oltre agli infortunati mancano i “soliti” Montolivo e Strinic, ci sono invece Conti, Biglia e Bakayoko, quest’ultimo dopo la lite con mister Gattuso durante la sfida col Bologna.

Si scenderà in campo conoscendo già il risultato di Atalanta-Genoa e Cagliari-Lazio. 4-3-3 speculari per le due squadre. I viola si schierano con Lafont; Ceccherini, Milenkovic, V. Hugo, Biraghi; Dabo, Fernandes, Benassi; Mirallas, Muriel, Chiesa. Di qua, invece, senza lo squalificato Paquetà si torna alle due ali. G. Donnarumma; Abate, Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko/Mauri, Calhanoglu; Suso, Piatek, Borini. Torino-Sassuolo (12.30 di domani) e Roma-Juve di domani alle 20.30 le ultime due partite da considerare in chiave Europa.

Milan – Bologna 2-1: surrealismo

Il signor Di Bello è un arbitro inadeguato a livello italiano. L’espulsione di Paquetà è al limite del cecchino. Non esiste su proteste dopo un fallo ammonire prima chi protesta e poi chi fa fallo. Non esiste ammonirlo in quel modo con atteggiamento provocatorio andando contro il giocatore e mettendogli le mani addosso. L’espulsione di Paquetà è stata provocata e lui ci è ingenuamente cascato. Ed è paradossale che Paquetà è stato espulso per come si è liberato dal braccio che l’arbitro gli aveva messo addosso.

Non ho vergogna a scrivere che con arbitraggi normali il Milan sarebbe in Champions League. Nonostante il non gioco. Nonostante l’allenatore. Nonostante i giocatori. Quanto si è visto a livello arbitrale sulla pelle del Milan quest’anno non si vedeva dal 2005, dai tempi di calciopoli e degli arbitraggi scientifici di Bertini e De Santis. La Serie A italiana rimane un organismo corrotto fino alle sue radici. E la cosa bella è che il Bologna ha avuto pure il coraggio di lamentars.

Si è finalmente rivisto Suso anche sul tabellino. Perché Suso non è mai calato sensibilmente tranne in poche partite ma aveva avuto tanta sfortuna. Il gol contro il non-allenatore che lo aveva fatto fuori è una doppia soddisfazione. Bene anche Paquetà fino al rosso, Abate – che onestamente sembra meglio di Conti e Calabria e Donnarumma. Male i soliti Biglia, Calhanoglu e Rodriguez.

Chiusura col siparietto Gattuso-Bakayoko: quando fai preferenze nel gruppo ed escludi alcuni giocatori per scelte non tecniche, questi sono i risultati. Non mi importa sapere di chi è la colpa – mi importa guardare al sodo. Punto uno: Bakayoko è un giocatore forte che ha problemi con un allenatore che l’anno prossimo non ci sarà più e che eviterei di mandare a rinforzare rivali. Punto due: a centrocampo sono disponibili attualmente oltre a lui Kessie, Mauri, Bertolacci e Montolivo. A tre punti dalla Champions non possiamo permetterci di fare i tafazzi.

E’ il momento di essere veramente uniti ed essere uniti vuol dire mettere da parte l’orgoglio. Che vuol dire Bakayoko titolare a Firenze e Montolivo rimesso nelle rotazioni. Con Mauri titolare non c’è possibilità di fare en-plein. Se si vuole veramente che ci siano delle possibilità è il momento che tutti facciano un passo indietro, allenatore compreso e che Gattuso e Bakayoko remino dalla stessa parte.

MILAN – BOLOGNA 2-1

Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Musacchio, Zapata, Rodriguez; Kessie, Biglia (25′ Mauri), Paquetà; Suso (34′ st Castillejo), Piatek, Calhanoglu (16′ st Borini). A disp.: Reina, A. Donnarumma, Conti, Laxalt, Bertolacci, Bakayoko, Cutrone. All.: Gattuso

Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Calabresi, Lyanco, Danilo, Dijks; Poli (41′ st Santander), Pulgar; Orsolini (35′ st Edera), Svanberg (18′ st Destro), Sansone; Palacio. A disp.: Da Costa; Corbo, Donsah, Dzemaili, Falcinelli, Helander, Krejci, Paz. All.: Mihajlovic

Arbitro: Di Bello

Marcatori: 37′ Suso (M), 22′ st Borini (M), 27′ st Destro (B)

Ammoniti: Poli, Sansone, Calabresi, Pulgar, (B), Paquetà, Kessie(M)

Espulsi: Paquetà (M), Sansone e Dijks (dopo il 90′) (B)

Milan – Bologna: le formazioni probabili

Esclusiva Sky per la quartultima giornata di A, con il posticipo Milan-Bologna delle 20.30 che sa di ultima spiaggia per inseguire il quarto posto (e darebbe la possibilità quantomeno di guadagnare punti su Inter e Roma).

Difesa contata per la sfida con i rossoblu, dove due ex si sono avvicendati in panchina. Dopo il ritorno di Sinisa Mihajlovic al posto di Pippo Inzaghi gli ospiti si sono portati a +5 sull’Empoli terzultimo e sono virtualmente salvi. Per loro due squalifiche in mezzo, Mbaye e Soriano. Emergenza difensiva in casa Milan, anche se Conti torna convocabile ed è nella lista di mister Gattuso. Il Bologna dovrebbe schierarsi con Skorupski; Calabresi, Danilo, Lyanco, Dijks; Poli, Pulgar; Orsolini, Dzemaili, Sansone; Palacio.

4-3-1-2 quasi speculare per il Milan con G. Donnarumma; Abate, Zapata, Musacchio, Rodriguez; Kessié, Biglia, Calhanoglu; Paquetà; Piatek, Cutrone. Si tenta il passaggio al trequartista + 2 punte per invertire la pessima rotta delle ultime settimane. In panchina Conti, Bakayoko (anche lui recuperato in tempo) e Suso. La vittoria riporterebbe il Milan in quinta piazza, alla pari della Roma e a -3 dall’Atalanta. Arbitrerà la partita Di Bello, con al Var Valeri-Bindoni.

Torino – Milan 2-0, la partita tattica

28 Aprile 2019, Stadio Grande Torino

Formazione Torino
3-5-2 di Mazzarri con Lukic per Baselli e Berenguer per Iago che torna disponibile in panchina.

Formazione Milan
Conti per l’infortunato Calabria ed il rientro di Paquetà a centrocampo nel 4-3-3 di Gattuso che conferma anche il cambio in attacco da Cutrone e Piatek.

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Toro a uomo
Mazzarri porta il duello a tutto campo, con i granata che sulla costruzione del Milan si dispongono a uomo creando 10 duelli individuali a partire da Belotti e Berenguer su Romagnoli e Musacchio.
Lukic sale su Bakayoko, Meite su Kessie e Rincon su Paquetà.
Con Ansaldi e De Silvestri aggressivi sui terzini rossoneri ed Izzo a comandare la salita della difesa da “accorciatore” puro.

Milan che soffre la costruzione bassa con i propri centrocampisti costretti a ricevere sempre di spalle senza potersi girare, l’alternativa diventa la palla lunga sul volenteroso Cutrone che cerca di smarcarsi in profondità allargandosi per allungare la difesa.
Nello spazio lasciato dal centravanti sono timidi i rossoneri ad inserirsi, con la coppia Paquetà-Calhanoglu più volenterosa nel gestire il pallone cercando di vincere il duello con il marcatore per andare in superiorità.

Attacchi contro difese
L’effetto della pressione alta del Toro e del tentativo in risposta di essere diretto del Milan genera una fase di partita frenetica che vede rapidi cambiamenti di fronte, ma nessuna occasione concreta.

Paquetà-Bakayoko
Alla mezz’ora cala l’altezza del pressing granata, pur mantenendo l’impostazione ad uomo gli uomini di Mazzarri, anche per rifiatare, si abbassano di una decina di metri portando l’ingaggio poco oltre la metà campo, rossoneri che ne traggono giovamento sopratutto con Bakayoko che riesce ad imporre il suo fisico sulle seconde palle permettendo al Milan di restare in possesso nella metà avversaria e con Paquetà che si esprime da leader tecnico del centrocampo ingaggiando l’1vs1 con il suo marcatore e cercando la verticalizzazione una volta creata la superiorità.

Toro sulle fascie
Il Toro riparte con grande intensità nella ripresa, nuovamente alzando il pressing ed imprendendo ai rossoneri di uscire, riconquistata la sfera Granata che cercano di trovare la superiorità dalle corsie laterali con Berenguer ad ondeggiare sulla 3/4 allargandosi per dare superiorità all’esterno, mentre il Milan si schiera al solito con il 4-5-1 basso.
Da sottolineare come con la palla sul lato il quinto opposto sia sempre pronto a chiudere sul secondo palo oltre il movimento di Belotti costringendo l’esterno alto rossonero a profondi e dispendiosi ripiegamenti.

Toro che sblocca la partita sfruttando la sua elevata intensità, a palla persa immediata riaggressione del possesso su Calhanoglu che stava cercando di imbastire la ripartenza rossonera, sullo sviluppo ingenuità di Kessie che procura il rigore del 1-0.

4-4-2 e difesa a 3 Milan
Immediato il passaggio prima al 4-4-2 poi alla difesa a 3 a seguito del 2-0 per il Milan che eccetto una traversa di Bakayoko su piazzato ed un’altra occasione per il francese da cross laterale non porta nulla di concreto in suo favore.

Conclusioni
La crescita del Torino nel corso della stagione è notevole, stabilmente da Dicembre è una delle migliori difese del campionato, poggiata su un’elevata intensità ed aggressività verticale a tutto campo a partire dalla punte.
Merito di Mazzarri, oltremisura sottovalutato.

Il Milan continua a portare davvero troppi pochi argomenti alle sue pretese Europee.

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Torino – Milan 2-0: Gattuso più arbitro, siamo settimi

Borini e Piatek per Paquetà e Suso. Basta questo per un licenziamento per giusta causa. Io ormai non credo nella buona fede di Gattuso il cui rapporto con Leonardo era ai minimi termini e mi preoccupavo che potesse sabotarci se fossimo arrivati troppo vicini alla Champions League. Sta accadendo ed è sotto gli occhi di tutti. Sta accadendo con Musacchio che viene messo titolare ogni partita nonostante sia il difensore più indecente del reparto e costi almeno un gol a partita. Sta accadendo con Conti che è il peggior terzino mai visto ai tempi di milanello, peggio di Mattioni, di Taiwo, di Didac Vilà.

Ma avete sentito Gattuso ieri? Ma quando mai un allenatore dice di non credere all’obiettivo? Pensate solo a Nicola e alla salvezza del Crotone. Abbiamo un tecnico che è il primo a non infondere la carica ai suoi calciatori. A questo aggiungiamo uno spogliatoio spaccato da scelte discutibili – Paquetà ad esempio è stato imposto in formazione e tolto subito al 60′ come sempre. Piatek è stato messo in panchina, punitiva, per un litigio col tecnico. D’altronde non è facile riuscire a neutralizzare il capocannoniere del torneo ma il Guardiola di Corigliano Calabro c’è riuscito.

Il cambio di Paquetà per Borini – che in un Milan serio sarebbe a portare le borracce alla primavera – apre la partita al Torino insieme ad un rigore inesistente che il signor Guida non vedeva l’ora di fischiare. Il rigore apre la partita al Torino che poi la vince con merito. E’ la quarta sconfitta nelle ultime sette partite in cui il Milan ha totalizzato la miseria di cinque punti. L’errore è stato della società – è stato non esonerarlo per tempo perché l’andazzo era visibilissimo dopo il derby e la Sampdoria.

Andrà in Champions League la Roma che gode dei favori di palazzo essendo la squadra designata dagli araldi della Continassa a togliere coppe e ricavi alle ben più pericolose milanesi. Andrà la squadra che quando era sotto un mare di merda ha ben pensato di cambiare l’allenatore e mettere tutti nei propri ruoli. Il Milan invece ha tenuto Gattuso il quale si è scatenato in una sequenza di nuove formazioni ed interpreti nel tentativo di trovare la quadra ad aprile finito il periodo buono di Piatek e Paquetà che han tenuto su la baracca.

Il Milan ad oggi è pauroso come l’allenatore. Ha due soli giocatori che verticalizzano che sono Paquetà e Suso. Il secondo gioca con la pubalgia e si prende pure le critiche perché ogni tanto nel buttarla dentro sbaglia. Meglio non farlo e tornare indietro come il più indegno giocatore che abbia mai indossato la dieci nella storia del Milan, così non si prendono critiche. E’ ora che si decide il futuro perché un Milan che lascia andare Antonio Conte alla Roma si crea una competitor per i prossimi anni che difficilmente le consentirà di rientrare nei primi quattro. La Roma non sbaglia due mercati consecutivi facendo la Champions, Juventus, Napoli ed Inter sembrano imprendibili.

Qualcuno dice che va giudicato l’allenatore Gattuso e non l’uomo. Ma è dall’uomo che sono deluso. L’uomo che rimane legato alla dirigenza più nera della sua storia continuando a mettere i suoi uomini. L’uomo che mette fuori rosa un ex-capitano per una critica giusta dopo che si è stati colti con le mani nel paniere nel metterlo fuori per una scelta non tecnica. L’uomo che sorrideva e copriva un non mercato a gennaio 2018 dicendo che la rosa era abbastanza forte così ed un anno dopo con un Piatek e un Paquetà in più sostiene che gli mancano i giocatori. L’uomo che ora va a scaricare la squadra in conferenza è ben più deludente dell’allenatore.

Non si può pensare di iniziare un progetto senza l’allenatore giusto. E’ l’allenatore che fa i giocatori. Senza Sarri Koulibaly varrebbe Izzo. Senza Conte Vidal varrebbe Calhanoglu. I giocatori si dividono in due categorie. Ci sono i fuoriclasse, che giocano da soli, e tutto il resto che necessita di un progetto tecnico adeguato per crescere. Una grande guida tecnica è più importante di un grande mercato in questo momento. Mercato che dovrà essere fatto con una urgente demirabellizzazione della rosa. I peggiori sono sempre loro, sistematicamente, ogni partita. Imbarazzante pensare che chi ha speso 230 milioni per quegli scarsi sia ancora a piede libero.

Lo cacceranno e arriverà Giunti? Così sembra dalle ultime anche se forse il lavoro di Giunti è importante per salvare la primavera, anche questa distrutta dalla sciagura Calabrese cacciando Galli e Bianchessi (ricordate il sei più bravo ma devo cacciarti perché sei amico del pelato?). La sensazione purtroppo rimane di estremo pessimismo perché il treno per la Champions League non passerà più senza altri errori degli avversari in sede di mercato, a prescindere da ciò che noi faremo.

TORINO (3-5-2): Sirigu; Izzo, N’Koulou, Moretti; De Silvestri, Lukic, Rincon (42’st Aina), Ansaldi; Meitè, Berenguer (28’st Parigini)(48’st Bremer); Belotti. A disposizione: Damascan, Falque, Ichazo, Rosati, Millico, Singo. Allenatore: Mazzarri.

MILAN (4-3-3): G.Donnarumma; Conti (36’st Castillejo), Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Bakayoko, Paquetà (20’st Piatek); Suso (20’st Borini), Cutrone, Chalanoglu. A disposizione: A.Donnarumma, Reina, Abate, Bertolacci, Biglia, Caldara, Castillejo, Laxalt, Mauri, Zapata,. Allenatore: Gattuso.

ARBITRO: Guida di Torre Annunziata.

MARCATORI: 13’st su rig. Belotti (T), 27’st Berenguer (T)

NOTE: Espulso Romagnoli al 38’st Romagnoli (M) per comportamento non regolamentare. Allontanato Mazzarri al 18’st per proteste. Ammoniti: Moretti (T); Suso, Conti, Paquetà, Romagnoli, Donnarumma, Kessie (M). Recupero: 1’pt – 4’st. Calci d’angolo: 9-4 per il Milan.

Torino – Milan: le ultime dal campo

Squadre in campo alle 20.30 (esclusiva Sky) per uno degli ultimi atti del campionato 2018-19. Il Milan va a Torino, sponda granata, per la seconda parte dell’incrocio tra città (Torino e Milano), una consuetudine degli ultimi anni.

Arbitro della partita Guida, con Rocchi-Meli al Var. Dopo il successo della Roma nell’anticipo e l’aggancio dell’Atalanta al quarto (oggi quinto) posto, una vittoria è più che mai obbligatoria anche per il morale, dopo la Coppa Italia persa malamente mercoledì. Tra i convocati si rivede Calhanoglu, mentre non c’è Calabria per infortunio, il resto sono conferme rispetto allo 0-1 con la Lazio. G. Donnarumma; Abate (Conti), Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Paquetà; Suso, Cutrone, Calhanoglu.

Cambi quindi nel reparto d’attacco, torna titolare anche Paquetà. 3-4-2-1 per Mazzarri con: Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti; Aina, Lukic, Rincon, Ansaldi; Meité, Berenguer; Belotti. Squalifiche per Zaza e Baselli, l’unico ballottaggio nel Toro (fonte Gazzetta) è tra Aina e De Silvestri. Alle 18 c’è Samp-Lazio, mentre bisognerà attendere le 19 di lunedì per Atalanta-Udinese.

Milan – Lazio 0-1, la partita tattica

24 Aprile 2019, Stadio San Siro

Formazione Milan
Gattuso sorprende e conferma i rumors di difesa a 3 con l’esordio di Mattia Caldara centrale tra Musacchio e Romagnoli, centrocampo a 4 con Calabria e Laxalt esterni, Bakayoko e Kessie in mezzo, Suso e Castillejo alle spalle di Piatek.

Formazione Lazio
Inzaghi conferma il suo 3-5-1-1, con Correa dietro Immobile e Luis Alberto-Savic ai lati di Leiva, c’è Rómulo a destra, in difesa Bastos e Luiz Felipe con Acerbi.

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3-4-2-1 Milan
Il primo evidente effetto del 3-4-2-1 rossonero è in impostazione la posizione altissima di Calabria che libera Suso di ricevere sul corridoio interno per provare a giocare l’1vs1 centrale o di arretrare accanto a Bakayoko per aiutare l’uscita della palla.

La ricezione nello spazio interno di Suso permette allo spagnolo di aprire il gioco sulla sinistra quando Laxalt sale o Castillejo si allarga, come quando lo spagnolo favorito dalla salita dell’uruguayano riceve nel mezzo spazio e crossa per il taglio pericoloso di Calabria.

Manovra rossonera che appare fluida nell’uscita palla, ma soffre all’altezza della 3/4 offensiva pagando la densità creata dall’abbassamento degli uomini di Inzaghi favoriti da una circolazione non rapida dei rossoneri e dallo scarso coinvolgimento dei laterali che non vengono servono serviti in profondità, mentre Kessie e Bakayoko restano in posizione arretrata.
Milan che di fatto si trova spesso ad attaccare in inferiorità numerica con Piatek che resta isolato centralmente.

Non possesso Milan
Due fasi nitide contraddistinguono la fase di non possesso rossonera, sulla costruzione Laziale i rossoneri attendono l’altezza del centrocampo per portare la prima linea di pressione con i laterali che si alzano sui pari-ruolo avversari e con i 3 offensivi che si dispongono nel tentativo di schermare il gioco ai 3 centrali di Inzaghi, situazione che porta risultati alterni anche a causa dell’inferiorità numerica rossonera di Bakayoko-Kessie contro Leiva più le due mezzali, quando i biancocelesti trovano il terzo uomo il Milan è costretto a scappare indietro e ripiegare in un 5-4-1 in difesa posizionale.

Lazio in superiorità a sinistra
Atteggiamento conservativo della Lazio che solo a tratti cerca la pressione alta sulla costruzione rossonera e sceglie di attendere il Milan a centrocampo facendosi spesso sorprendere tra le linee dalla posizione a volte arretrata altre centrale di Suso.

Lazio che esprime la sua pericolosità quando sfruttando l’uomo nella zona centrale del campo riesce ad uscire rapidamente su Luis Alberto a sinistra, forte dell’ampiezza portata da Lulic che abbassa Calabria innesca Correa nel mezzo spazio sinistro oltre il quale parte spesso da posizione defilata l’attacco allo spazio di Immobile, bravo Caldara a gestire la linea per mettere in fuorigioco l’attaccante azzurro in almeno 3 pericolose verticalizzazioni.

Rossoneri che si fanno sorprendere allo scadere del primo tempo quando è Correa ad andare a ricevere direttamente sull’esterno ed a saltar Suso, il solito Lulic abbassa Conti mentre Luis Alberto si inserisce centralmente per fornire la sponda perfetta che chiude l’1-2 all’argentino che impegna Reina in uscita.

Costante della Lazio la pericolosità quando riesce a creare superiorità numerica sul lato sinistro con Luis Alberto-Correa-Immobile contro Mustacchio e Caldara, con Lulic fondamentale nel tenere lontano Calabria/Conti.

Bastos
Inzaghi risolve il problema della ricezione di Suso alzando Bastos sullo spagnolo anche quando il numero 8 si abbassa a ricevere a centrocampo, il difensore biancoceleste riesce ad anticipare sempre l’esterno rossonero e questa semplice mossa impedisce al Milan di uscire in modo pulito, con tutta la Lazio che in non possesso alza la linea di pressione di una decina di metri rispetto al primo tempo.

Biancocelesti che si trovano a gestire nei primi minuti della ripresa una serie di ripartenze molto pericolose nella metà campo rossonera con Reina ancora decisivo nel salvare il risultato, prima di subire lo 0-1 direttamente da calcio d’angolo come contro l’Udinese con la Lazio che va a giocarsi un 4 contro 3 con Immobile che serve Correa davanti a Reina.

Impalpabilità offensiva Milan
Gattuso abbandona subito il 3-4-2-1 in virtù di un 4-4-2/4-2-4 caratterizzato da Suso e Calhanoglu che si accentrano per cercare il pallone sul palo opposto per la punta.
Le due punte restano molto centrali nessuna delle due esce mai per allargare i centrali, ne vengono coinvolti a sufficienza i terzini nella profondità, ne consegue un Milan che va a scontrarsi contro la densità centrale avversaria e e si dimostra davvero impalpabile in fase offensiva ad eccezione del gol correttamente annullato per fuorigioco a Cutrone.

Lazio che invece continua ad essere molta pericolosa in transizione con Immobile che all’84’ fallisce l’occasione dello 0-2.

Conclusioni
Milan continua a mancare nei principi che governano la costruzione offensiva e questi non variano a seconda del modulo utilizzato, le difficoltà dei rossoneri nella metà campo avversaria restano di fatto invariate.

La Lazio ha dimostrato sin dal primo minuto di avere le idee chiare su come andare a cercare la posta rossonera e gli è bastato alzare la pressione di una decina di metri per mandare fuori giri del tutto il sistema di gioco di Gattuso.
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Milan – Lazio 0-1: te ne vai o no, te ne vai si o no?

Il Milan perde anche la qualificazione alla finale di Coppa Italia e l’unica possibilità che aveva di vincere un trofeo. Lo fa grazie alla peggiore partita stagionale che rivede al ribasso le prestazioni di derby ed Udinese. All’ennesimo primo tempo non giocato con ritmi atletici bassi e la paura di passare la palla avanti. Con la Lazio che in due passaggi arriva in area di rigore e con gli unici tiri in porta. Ovviamente ora arriveranno gli ultimi giapponesi di Gattuso in malafede evidente a dire che non si può fare di più, che non si può battere una squadra che ha perso col Chievo e che è un miracolo stare a tre punti sul Toro di Mazzarri in campionato.

Di chi è colpa, se non del tecnico, se il capocannoniere della serie A non segna più? Di chi è colpa, se non del tecnico, se non si ha uno schema su calcio d’angolo e si prendono due gol su angoli a favore? Di chi è colpa se non del tecnico se Piatek non prende mai un pallone in area e l’unico tiro in porta arriva su rimpalli? Di chi è colpa se non del tecnico se a cinque giornate dalla fine del campionato non si sa ancora quale è il modulo e si è arrivati a fare esperimenti nella fase cruciale della stagione manco fossero amichevoli estive?

Questa squadra ha segnato come la squadra di Pippo Inzaghi. Pippo Inzaghi che giocava con Menez, Honda e Cerci. Non aveva Piatek e prendeva più gol solamente perché non aveva Donnarumma e Romagnoli. Piatek che siamo riusciti a snaturare con partite come quella di stasera dove i 3-4-3 diventano 4-5-1 con tutti dietro e Suso fuori ruolo a fare il centrocampista. Non facciamo gol manco per sbaglio perché pensiamo solo a non prenderle. La fase offensiva non è concepita.

A chiudere la penosa pagina ci sono i cambi. Paquetà non è stato considerato perché uno tra Musacchio, Biglia, Calhanoglu e altri bidonazzi acquistati dall’amico Calabrese ce lo deve infilare. Musacchio è tornato al suo livello, quello di bassa segunda division – ma guai a panchinarlo. Calhanoglu deve giocare per contratto e forse dobbiamo ringraziare di esserci evitati Borini.

Se Gattuso avesse le palle invece di fare le cene con Mendes dovrebbe avere il coraggio di dare le dimissioni. E’ palesemente inadeguato ad allenare la squadra che ha fatto quei pochi periodi buoni grazie al periodo di grazia di alcuni giocatori. La società ha ovviamente grandi responsabilità nel mantenere lì chi dopo quella frase prima di Sampdoria-Milan non ha fatto altro che destabilizzare l’ambiente ed aprire la crisi.

Qua purtroppo le grandi responsabilità ricadono quindi sulla società che ha deciso di continuare con un allenatore a termine – perché comunque vada sulla panchina del Milan il prossimo anno ci sarà un altro tecnico – che giustamente cura i suoi interessi prima di quelli del Milan e altrettanto giustamente non vuole che un dirigente che odia faccia bella figura. A questo proposito sarebbe forse il caso di parlare anche di Paolo Maldini che lo ha difeso contro tutti e su cui le responsabilità pesano.

Sarebbe il caso che la dirigenza iniziasse a parlare invece di prendere in giro i tifosi con frasi fatte e false del tipo che gli piacerebbe vincere un trofeo con Gattuso. Se lo meritano i 65mila coraggiosi – perché io una squadra con questo non gioco non andrei a vederla manco gratis – di San Siro, sorprendentemente pazienti. Al momento c’è lo 0% di possibilità di entrare in CL con Gattuso e il 5% senza di lui. Un esonero sarebbe giusto e sacrosanto, sia per dare una scossa, sia per far passare il messaggio che non si può mollare la barca e farsi i cazzi propri mentre si è sulla panchina del Milan.

MILAN – LAZIO 0-1

MILAN (3-4-3): Reina; Musacchio, Caldara (20′ st Cutrone), Romagnoli; Calabria (40′ pt Conti); Kessie, Bakayoko, Laxalt; Suso, Piatek, Castillejo (12′ st Calhanoglu). A disp.: G. Donnarumma, A. Donnarumma, Abate, Rodriguez, Zapata, Bertolacci, Biglia, Borini, Paquetà. Allenatore: Gattuso.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Bastos; Romulo, Milinkovic (15′ pt Parolo), Leiva, Luis Alberto (40′ st Badelj), Lulic; Correa (29′ st Caicedo), Immobile. A disp.: Proto, Guerrieri, Wallace, Patric, Durmisi, Marusic, Jordao, Cataldi, Neto. Allenatore: S.Inzaghi

ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo

MARCATORI: 13′ st Correa (L)

NOTE: Ammoniti: Musacchio, Bakayoko (M); Luiz Felipe, Caicedo (L). Recupero: 3′ pt 3′ st.

Milan – Lazio: la semifinale di Coppa

Diretta Rai alle 20.45 per il ritorno di Milan-Lazio (0-0 all’andata) valido per la semifinale di Coppa Italia.

Dopo le polemiche delle ultime settimane sul caso Acerbi-Kessié e Bakayoko, con tanto di inviti nemmeno troppo velati alla “caccia all’uomo” una volta in campo a San Siro (che in verità c’è già stata nel post partita di campionato, nel silenzio generale e prima del maglia-gate: ma si sa, qualcuno parla di tv e stampa “terroristi” ma solo a corrente alternata) le due squadre vengono da momenti difficili in campionato, forse più per la Lazio che con il clamoroso 1-2 in casa col Chievo già in B è finita a -4 da noi e dall’Atalanta rientrata in corsa.

Turnover di 3-4 elementi per il Milan mentre la Lazio spinge su una formazione quasi titolare, sapendo che il pareggio con gol la manderebbe avanti. 4-3-3 per Gattuso con Reina; Calabria, Musacchio (Caldara), Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Laxalt; Suso, Piatek, Castillejo. La Rai parla addirittura di Musacchio terzino destro, mentre si rivedono Paquetà e Bertolacci tra i convocati. 3-5-1-1 laziale con Strakosha; Bastos, L. Filipe, Acerbi; Romulo, Milinkovic, Leiva, L. Alberto, Lulic; Correa; Immobile. Arbitro della partita Mazzoleni, mentre si attende giovedì l’esito dell’altra semifinale Atalanta-Fiorentina.

Parma – Milan 1-1: Biglia e Gattuso, i problemi di questo Milan

C’è chi parla di miracolo di Gattuso – in effetti essere a soli tre punti sopra l’Atalanta di Gasperini è sì, un miracolo. Il vero miracolo è non riuscire ad andare in Champions League con la quarta rosa della Serie A. Ce lo meritiamo sicuramente perché un tecnico così andava cacciato dopo il derby. Da lì cinque punti su diciotto a disposizione, l’unica vittoria arrivata con un rigore perché comunque tiri in porta puliti non eravamo riusciti a farli. Anche oggi il gol è una casualità sull’unico cross pulito di Suso all’altezza della testa.

Il Parma nonostante sia già salvo è entrato in campo con la bava alla bocca, e capiterà così fino a fine stagione, specie con le squadre politicamente allineate con Torino. Il Milan ha giocato un altro primo tempo imbarazzante, lento e prevedibile. Al Parma il pari finale va addirittura stretto. Il secondo tempo è stato anche peggio del primo con cambi di modulo a caso e di giocatori con ancora meno senso. Il cambio di Biglia – altrimenti detto <<venti milioni buttati nel cesso per una marchetta mirabelliana ai tifosotti>> ha poi dato l’occasione al Parma di spingersi in avanti. Nulla contro l’argentino che non definirei scarso ma proprio inadatto al gioco del calcio.

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Anche oggi i giocatori peggiori sono stati quelli di quel signore Calabrese che purtroppo continua a girare a piede libero. Rodriguez, Borini, Calhanoglu e per l’ennesima volta il tanto pompato Conti che non sa tenere posizione o pressare l’avversario ma passava per acquisto azzeccato giusto per fare numero. Ma è giusto così: è giusto perché non sai fare altro che chiuderti dietro quando trovi un 1-0 casuale ed era successa la stessa cosa in casa contro l’Udinese.

Purtroppo per qualche tifoso in evidente malafede sembra che per vincere contro Udinese e Parma bisogni mettere in campo De Bruyne, Modric e Marcelo. Io inizierei a preoccuparmi del fatto che abbiamo fatto fare figuroni a gente come Ceravolo, Gazzola, Sprocati e Gagliolo e mi sento pure dire che con questa rosa non si può fare di più. La dimensione di questo allenatore è quella di una lotta salvezza perché questa è la sua mentalità, la stessa – timorosa – che trasmette in campo ad una squadra che poi non alza ritmi o verticalizza.

Non è accettabile l’approccio del primo tempo a sei partite da una possibile Champions League. Non è accettabile nemmeno di miracolo perché siamo lì per demeriti altrui – siamo lì con gli stessi punti e la stessa media dell’anno scorso, siamo lì perché Lazio e Roma hanno toppato. Ed è un treno Champions che potrebbe non passare più chissà per quanti anni se la Roma nonostante tutto riesce a terminare nelle quattro avendo a disposizione i capitali per rimediare all’ultimo mercato.

Restano cinque partite di sofferenza in campionato. La Coppa Italia conta relativamente e non cambia il giudizio sull’obiettivo primario e fondamentale che è quello di finire nei primi quattro posti. La prossima è contro il Torino di Mazzarri, forse la più difficile da qua alla fine. Allenatore vero, a differenza del nostro.

P.s. con Montolivo o Bertolacci o anche Mauri al posto di Biglia oggi, nonostante tutto, avremmo vinto.

PARMA-MILAN 1-1
Parma (3-5-2):
Sepe; Iacoponi, Alves, Gagliolo, Dimarco (26′ st Siligardi); Kucka, Scozzarella (46′ st Stulac), Barillà; Gazzola, Ceravolo (31′ st Sprocati), Gervinho. A disp.: Brazao, Frattali, Bastoni, Gobbi, Dezi, Diakhate, Machin, Rigoni, Schiappacasse. All.: D’Aversa
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Conti (21′ st Castillejo), Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Kessie, Bakayoko (14′ st Cutrone), Calhanoglu (30′ st Biglia); Suso, Piatek, Borini. A disp.: A. Donnarumma, Reina, Calabria, Caldara, Abate, Laxalt, Musacchio, Bertolacci, Biglia, Paquetá, Castillejo. All.: Gattuso
Arbitro: Valeri
Marcatori: 25′ st Castillejo (M); 42′ st Bruno Alves (P) 
Ammoniti: Biglia (M)
Espulsi: –

Parma – Milan: le formazioni probabili

Diretta Sky per il “sabato a pranzo” del turno pre-pasquale, che vede di fronte Parma e Milan alle 12.30. Rievocazione delle sfide dal sapore europeo di fine 90-inizio 2000, ma con destini (e protagonisti) un po’ diversi da allora.

Si riparte dal 2-1 dell’andata, quando le due squadre si sono incontrate dopo tre anni e mezzo. I ducali sono tornati in tre anni dalla D, giocata dopo il fallimento, alla A. La curiosità è data dai lontani trascorsi nelle giovanili del Milan del mister emiliano Roberto D’Aversa, in rossonero a metà anni Novanta senza mai esordire in prima squadra. L’altro ex è Juraj Kucka, mentre il Milan ha il solo Mauri (assente oggi) come ex parmense. Dopo la settimana di tensione del post-Lazio torna un po’ di calma, con il rientro di Donnarumma e Paquetà tra i convocati, in tutto 23.

5-3-2 possibile, una piccola rarità, per i gialloblu con Sepe; Gazzola, Iacoponi, B. Alves, Gagliolo, Dimarco; Kucka, Scozzarella, Barillà; Ceravolo, Gervinho. Classico 4-3-3 per Gattuso con G. Donnarumma; Conti, Zapata (Musacchio), Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Calhanoglu; Suso, Piatek, Borini. Giornata da sfruttare, per la presenza in calendario di Inter-Roma (20.30) e Napoli-Atalanta (19 di Pasquetta). Occhio anche a Lazio-Chievo e Genoa-Torino alle 15 di oggi. A Parma arbitrerà Valeri di Roma 1, con il duo La Penna-Alassio al Var.

Accerchiamento mediatico in corso: giù le mani dal Milan

La stampa italiana è sempre una cosa simpatica. Se negli altri paesi il giornalista sta sempre all’opposizione incalzando chi è al potere, in Italia gli ingenti investimenti in campagne pubblicitarie della FIAT non possono che far altro che orientare le opinioni della stampa italiana e sportiva e ciò che gli sta attorno.

Capita così che il Milan dopo lo scempio di Torino, minimizzato in ogni dove, vinca una partita con un rigore netto, uno negato (trattenuta su Borini) e un rigore correttamente non dato alla Lazio e i giornali romani si permettano di alimentare gli animi ponendo dubbi sull’operato di Rocchi. Capita che il DS Tare si permetta di andare addirittura nello spogliatoio dell’arbitro e lamentarsi di un complotto annunciato solamente perché al Milan è stato dato ciò che gli spetta – niente di più e niente di meno.

Non contento di quanto successo con Tare arriva anche Urbano Cairo, colui che da presidente del Torino ha taciuto su quanto successo settimana scorsa in Juventus-Milan ma che – a cinque punti dai rossoneri si permette di giudicare l’arbitraggio di una partita che non lo riguarda. Insomma – per gli altri presidenti va bene quando al Milan non vengono dati rigori netti
o quando vengono dati rigori molto generosi agli avversari come contro Roma, Juventus, Inter e Sampdoria. Quando al Milan viene invece dato ciò che gli spetta si grida alla vergogna e allo scandalo.

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Ma passiamo subito alle cose moralie all’ondata di improvvisa moralità che ha colpito il nostro paese. Kessie e Bakayoko messi alla gogna mediatica per una maglietta esposta in segno di sfottò alla curva. Un gesto veramente gravissimo, un atto di violenza che evidentemente deve avere spedito dei giocatori della Lazio all’ospedale con gravi ferite visto che non si spiega come siano intervenuti addirittura importanti politici chiedendo sanzioni esemplari. Poco importa che Acerbi abbia fatto un grave attacco ai tesserati del Milan (“ma li avete visti i giocatori del Milan?”), poco importa che dopo la partita Luiz Felipe e Patric vadano a cercare e colpire i giocatori del Milan alle spalle. Volete mettere esporre una maglietta invece che fare una rissa?

La condanna arriva dalle stesse persone che dopo Juventus-Atletico hanno esaltato il gesto di Ronaldo, arrivando addirittura a sbatterlo in copertina. Il tutto in un sistema che ha censurato questa foto di Luca Bruno, dell’AP, nel nostro paese in cui si vede che il gesto – quello sì che fomenta odio – è rivolto verso i tifosi. Perché? Per i motivi detti al primo paragrafo. C’è evidentemente chi può come il lama Totti delle quattro dita in partita o Materazzi che dopo il derby va in giro con la maschera di Berlusconi. Quelli erano gesti simpatici, l’odio lo fomentano solo i giocatori del Milan che devono stare zitti, subire, e non si possono permettere di alzare la cresta.

A questo aggiungiamo il comportamento ipocrita e un po’ rosicone del signor Acerbi che alle 23.09 esprime il suo sdegno sui social quando – se necessitava di un chiarimento – poteva semplicemente alzarsi e andare a bussare allo spogliatoio di fianco come si fa tra uomini. Memorabile anche Immobile che gli esprime solidarietà con un post su Instagram dalla panca per cambiarsi di fianco a lui. Di persona, evidentemente, era troppo difficile vista la chilometrica distanza. Bene il comunicato del Milan, male i tifosi che devono assolutamente stare con Kessie e Bakayoko. Anzi, fossi la società manderei nella prossima partita Kessie in campo con la fascia di capitano.

In tutto questo Kessie e Bakayoko sono stati deferiti per la prova TV pur senza mezzo appiglio regolamentare. Come potete controllare voi stessi sulle norme federali all’articolo 35 la prova TV si applica per espressioni blasfeme, condotta violenta e condotta gravemente antisportiva. Quest’ultimo caso è fermamente regolamentato in sotto-casi quali segnare di mano, simulare, impedire una rete con la mano. Non si fa cenno di esposizione di magliette o gesti provocatori a fine partita. Quale lo scopo quindi? Probabilmente far passare il Milan favorito tramite l’impossibilità di applicazione.

La stessa prova TV che non è stata applicata una settimana fa in diretta per l’espressione blasfema di De Rossi la cui Roma è sempre più spinta verso il quarto posto grazie al buon rapporto tra Pallotta ed Agnelli. A proposito di questo occorrerà vigilare su Roma-Juventus ormai tradizionale appuntamento di fine stagione dove vengono regalati i tre punti se servono. Lo stesso Pallotta che ogni giorno ormai scrive letterine alla UEFA chiedendo l’esclusione del Milan dalle competizioni Europee.

Non è un mistero che a chi comanda questo sistema faccia comodo un Milan fuori dalla Champions League, un Milan che con una proprietà solida e disposta ad investire può facilmente rialzarsi per i maggiori proventi che grazie alla coppa otterrebbe in virtù di ranking storico e bacino d’utenza. Non è un mistero che questi signori preferiscano la Roma che conta zero in Europa e fa mercato a saldo zero, arrivando anche a svendere Salah.

Come già dissi quando subentrarono Elliott può prendere i migliori dirigenti ma in Italia oltre che sul campo la guerra va fatta nei palazzi del potere dove al momento – viste anche alcune trasmissioni – siamo carenti. E’ evidente a tutti coloro che abbiano seguito gli arbitraggi di questo campionato come il Milan meriti di finire nelle prime quattro. Qualora non dovesse finire così fossi nei panni della società valuterei seriamente l’iscrizione al campionato Svizzero o Francese.

Cari tifosi del Milan: non fatevi manipolare dai giornali, gli stessi che giustificavano il furto dello Stadium col distacco in classifica. Questa è una guerra e in guerra si va con le armi e con la faccia cattiva. Viva i Kessie, viva i Bakayoko che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. Fanculo a chi parla di stile nel momento in cui si viene attaccati e bisogna lottare per ciò che spetta. Io preferisco la Champions League, lo stile lo lascio ai perdenti che magari dopo il furto di Sabato scorso mercoledì sera sono pure andati a fare i complimenti a chi ci ha derubato.

Milan – Lazio 1-0, la partita tattica

13 Aprile 2019, Stadio San Siro.

Formazione Milan
Gattuso conferma il 4-3-3 con Borini esterno sinistro offensivo e Calhanoglu per l’infortunato Paqueta, Reina per Donnarumma.

Formazione Lazio
3-5-1-1 per Inzaghi con Correa Luis Alberto e Savic contemporaneamente in campo.

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Tra le linee
Dopo un avvio in cui la Lazio sembrava aver adottato una strategia più attendista, il fraseggio di Inzaghi trova Correa completamente libero tra le linee alle spalle del centrocampo rossonero, l’argentino a palla scoperta attacca la linea difensiva costringendola a scappare e trovando lo scarico sulla corsa di Immobile che impegna Reina.

Novità Milan
Evidente nel primo quarto di gara il diverso atteggiamento del Milan, sulla costruzione bassa il triangolo di centrocampo dei rossoneri come visto in altre occasioni si dispone a vertice alto con Kessie in linea con Bakayoko, proprio la fisicità del francese viene usata come perno per rompere la prima linea di pressione, mentre Calhanoglu si propone da vertice alto per raccordare il gioco nella metà campo avversaria, a destra l’abbassamento in impostazione di Kessie permette a Calabria di alzarsi dando spazio a Suso per andare a ricevere nel corridoio interno, mentre Rodriguez o lo stesso Calhanoglu sono attenti ad accompagnare su Borini quando lo stesso è in possesso palla per non lasciarlo in inferiorità numerica e permettergli di attaccare il terzo centrale.

Dove il Milan dimostra maggiore intraprendenza è l’atteggiamento senza palla, classico 4-5-1 basso sul possesso posizionale biancoceleste, ma ad intervalli Rossoneri molto attivi e alti in pressing sulla costruzione avversaria con le tre punte sui tre centrali e Calhanglu a schermare la ricezione centrale di Leiva, Lazio molto in difficoltà a costruire dal basso grazie all’atteggiamento più attivo dei rossoneri.

Lazio a due velocità
Progetto di Inzaghi molto chiaro, cercare con un possesso lento il varco tra le linee rossonere per attivare Luis Alberto o Correa, sviluppo orientato sulle corsie laterali per cercare di abbassare sul lato il blocco rossonero e accelerando la circolazione della palla trovare sul lato opposto il varco, quando attivata in rapidità la coppia Luis Alberto Correa tra le linee con il successivo attacco verticale di Immobile la Lazio è sempre pericolosa.

Da notare la posizione di Savic che si allarga spesso sul centro destra uscendo dai radar di Bakayoko e mettendo in difficoltà Rodriguez orientato sul quinto e Calhanoglu che era salito sul Leiva, frequenti le indicazioni di Gattuso a Bakayoko per spronare il francese a scivolare lateralmente per seguire il movimento del serbo che come Luis Alberto è abile ad entrare in possesso tra le linee.
Il pressing offensivo del Milan disturba la costruzione della Lazio, ma la libertà sul centro destra alle spalle di Bakayoko di Savic poteva essere sfruttata meglio.

Gattuso a 3
Al 20′ della ripresa dopo che i temi erano rimasti invariati con il Milan più aggressivo senza palla e la Lazio attiva in transizione due forzati cambi portano Gattuso a ridisegnare il Milan secondo un inedito 3-4-2-1 con Suso e Calhanoglu dietro Piatek e Laxalt-Borini esterni.

In fase di possesso rossoneri che traggono vantaggio dalla posizione accentrata e ravvicinata di Suso e Calhanoglu che scambiano spesso palla cercando di liberare lo spazio per l’inserimento sull’esterno di Borini e Laxalt o da posizione più arretrata di Kessie.
Rossoneri che passano in vantaggio su calcio di rigore con Laxalt che cerca la rapida verticalizzazione su Piatek, sulla palla fatta proseguire dal polacco è Durmisi ad atterrare Musacchio.

Il Milan verticalizza ancora dalle fascie dove può sfruttare una situazione di vantaggio contro la difesa a 3 di Inzaghi cercando di trovare Piatek in profondità peccando però di precisione.

Inzaghi passa a 4
Simone Inzaghi capisce il rischio sugli esterni e passa a 4 in difesa, ma in campo aperto soffre il gioco stretto largo dei rossoneri che portano pericolosamente al tiro Suso dopo lo scambio con Borini.

La linea a 4 di centrocampo rossonera annulla in fase difensiva la spinta sulle corsie della Lazio, che nel concitato ultimo quarto di gara riesce a rendersi pericolosa solamente con la fisicità di Savic dentro l’area.

Conclusioni
Gattuso è stato coraggioso a passare a 3 per cercare di sfruttare al massimo il vantaggio sull’inerzia della gara nel tentativo di sbloccare il risultato, ma dove scuote nel profondo l’andamento dell’incontro è nell’atteggiamento senza palla, per la prima volta in stagione i rossoneri sono attivi e costanti per 90′ nel disturbare la costruzione degli avversari.
Altro elemento importante la variazione in costruzione dal basso con Kessie che si abbassa sul centro destra all’altezza di Bakayoko per aumentare le opzioni di uscita palla e con Calabria più alto che a cascata da la possibilità a Suso di andare a ricevere internamente.

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Milan – Lazio 1-0: come un film di Fassbinder

Finalmente questi maledetti rigori. Finalmente il Milan ha quello che gli spetta, niente di più e niente di meno. Rocchi fischia un rigore sacrosanto su Musacchio e Kessie spiazza Strakosha. Non c’è niente di meglio che vincere così contro la Lazio del piangina Simone Inzaghi che finisce espulso. Ma è un Milan che al di là dell’episodio ha meritato dominando il secondo tempo e che poteva agilmente raddoppiare con Suso nel finale parato da uno Strakosha che riesce a pulire il sette.

Il Milan merita perché era cresciuto nel secondo tempo. L’infortunio di Romagnoli ed il passaggio al 3-4-2-1 sono stati paradossalmente la chiave. La Lazio da quel momento ha solo subito ad eccezione della fiammata finale mentre il Milan è riuscito a creare più e meglio tanto è vero che poco prima del rigore ce n’era un altro dato al VAR. Rocchi bravo anche nel finale quando Rodriguez anticipa Milinkovic-Savic: non c’è assolutamente niente.

Migliori e peggiori: un Suso a fasi alterne, mi è piaciuto Calhanoglu mentre sono stati totalmente deludenti Borini, Rodriguez e Musacchio. Lo svizzero si fa poi perdonare salvando su Milinkovic-Savic mentre Musacchio comunque mette una toppa col rigore. Penso male, ma senza il casino dopo la Juventus probabilmente non avrebbero fischiato il nostro rigore netto mentre avrebbero fischiato il loro inesistente.

La classifica dice che rimaniamo quarti. Il calendario vede sei partite alla fine di cui quattro fuori casa. Vanno vinte almeno cinque di queste per essere sicuri di disputare la prossima Champions League. Importante quindi – in questo senso – uscire dagli scontri diretti con il vantaggio su tutte e tre le rivali ed uscire quarti una volta che il difficile del calendario è lasciato alle spalle.

MILAN – LAZIO 1-0

MILAN (4-3-3): Reina; Calabria (67′ Laxalt), Musacchio, Romagnoli (68′ Zapata), Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Calhanoglu; Suso, Piatek (83′ Cutrone), Borini. A disp.: A. Donnarumma, Plizzari, Abate, Caldara, Conti, Strinic, Bertolacci, Biglia, Castillejo. All.: Gennaro Gattuso

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Bastos (81′ Parolo); Romulo, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic (74′ Durmisi); Correa (47′ Caicedo), Immobile. A disp: Proto, Guerrieri, Patric, Wallace, Silva, Cataldi, Jordao, Neto. All.: Simone Inzaghi

Arbitro: Gianluca Rocchi (Firenze)

Marcatore: 79′ rig. Kessié (M)

Ammoniti: Zapata (M) Romulo, Luis Alberto (L).

Milan – Lazio (Serie A): le ultime dal campo

Esclusiva Dazn per uno dei due scontri diretti che restano al Milan in chiave europea (l’altro è la trasferta all’Olimpico di Torino). C’è di fronte la Lazio che troveremo anche nel ritorno di Coppa Italia, mercoledì 24.

La lista convocati di Gattuso per l’ennesimo tentativo di ripartenza dopo Samp, Udinese e la quantomeno controversa partita dello Juventus Stadium (anche il designatore Rizzoli ha ammesso l’errore sul braccio di Dybala) non comprende ancora Gigio Donnarumma e Paquetà, ci sono invece Conti e Strinic per un elenco che ufficialmente ha 10 difensori e 4 centrocampisti. La Lazio non avrà lo squalificato Badelj oltre a Lukaku, Berisha e Radu: si va comunque verso una doppia conferma dei moduli “fissi” di quest’anno.

4-3-3 per il Milan con Reina; Calabria, Musacchio (Zapata), Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Calhanoglu; Suso, Piatek, Borini. Di fronte un 3-5-2 con Strakosha; L. Felipe, Acerbi, Bastos; Romulo, Milinkovic-Savic, Leiva, L. Alberto, Lulic; Correa, Immobile. Roma-Udinese esclusa, ci sarà da attendere domani o addirittura lunedì per sapere i risultati delle altre.

Così si falsa la lotta Champions

31 agosto 2018 – Milan-Roma 2-1:
Al 75’ solo ammonito Cristante per un calcio a Kessié a palla lontana. Ci stava il rosso diretto.

16 settembre 2018 – Cagliari-Milan 1-1:
All’85’ graziato Srna dal secondo giallo per un’entrata dura su Castillejo.

27 settembre 2018 – Empoli-Milan 1-1:
Manca un rigore al Milan, nel primo tempo Calhanoglu è atterrato in area da Di Lorenzo

30 settembre 2018 – Sassuolo-Milan 1-4:
E’ irregolare il gol del momentaneo 1-3 del Sassuolo, viziato da fallo di Djuricic su Romagnoli

21 ottobre 2018 – Inter-Milan 1-0:
Mancata espulsione per Nainggolan per brutto fallo su Biglia la cui colpa viene invece attribuita all’argentino.

https://twitter.com/MIT_Robot/status/1062608317195976705

4 novembre 2018 – Udinese-Milan 0-1:
Al Milan manca un calcio di rigore al 64′ per fallo di Opoku che stende Cutrone lanciato a rete. Da segnalare come Mandragora riesca a concludere la gara nonostante numerosi fallacci impuniti – in particolar modo le entrate su Laxalt nel primo tempo e su Higuain nella ripresa che lo costringono ad uscire

11 novembre 2018 – Milan-Juventus 0-2:
Corretta la decisione di assegnare al Milan il calcio di rigore ma manca il secondo cartellino giallo per Benatia. Mancano altri due rigori al Milan nella ripresa: Cutrone è trattenuto in area da Chiellini nel primo episodio, Romagnoli sempre da Chiellini nel secondo.

https://twitter.com/realvarini/status/1061748323340730368

9 dicembre 2018 – Milan-Torino 0-0:
Mancata espulsione di Nkolou, graziato dal secondo giallo per fallo da dietro su Cutrone. Il fallo non viene nemmeno sanzionato

18 dicembre 2018 – Bologna-Milan 0-0:
La partita è una delle più vergognose a memoria d’uomo. Bakayoko al 76′ viene espulso per una ammonizione fiscale e non coerente col metro adottato dal direttore di gara fino a quel momento.

22 dicembre 2018 – Milan-Fiorentina 0-1:
Mirallas rimane totalmente impunito a seguito di una manata in faccia a José Mauri nel primo tempo. Risparmiata doppia ammonizione a Victor Hugo e Fernandes

29 dicembre 2018 – Milan-Spal 2-1:
Abisso Show con un arbitraggio totalmente vergognoso. Manca un rigore al Milan per mani di Missiroli su tiro di Calhanoglu. E’ la partita dove viene sventolato un giallo molto generoso a Suso che salterà la Supercoppa concludendo poi con una espulsione totalmente non giustificata.

3 febbraio 2019 – Roma-Milan 1-1:
All’undicesimo minuto graziato Zaniolo per fallo con piede a martello su Suso. Sarà ammonito dieci minuti dopo e sempre Zaniolo viene graziato dal secondo giallo dopo aver mandato platealmente a quel paese il direttore di gara. Al 52′ rigore nettissimo per il Milan per fallo di Kolarov su Suso, nemmeno rivisto al VAR. All’82 Pellegrini già ammonito trattiene Suso in chiara occasione da gol, graziato.

9 marzo 2019 – Chievo-Milan 1-2:
Al 33′ espulso Gattuso per proteste dopo l’ennesimo fallo su Paquetà rimasto impunito

17 marzo 2019 – Inter-Milan 3-2:
Generosissimo il rigore dato all’Inter. Il contatto su Politano c’è ma è un rigore che raramente si vede fischiare in serie A e non coerente col metro adottato a favore del Milan in questa stagione.

30 marzo 2019 – Sampdoria-Milan 1-0:
Al Milan mancano da uno a tre calci di rigore. Il primo è il mani di Praet a distanza ravvicinata ma come visto in Roma-Empoli (annullamento gol) e Lazio-Sassuolo questi falli vengono fischiati sempre in tutto il campionato. Nel secondo episodio Calhanoglu viene colpito e si lascia cadere – è simile al rigore generoso dato all’Inter nel derby, qua non viene fischiato. Caso di metro non coerente. L’ultimo è clamoroso ed indiscutibile: Murru stende Piatek in area non sfiorando nemmeno il pallone e non togliendolo dalla disponibilità prima di colpire il polacco in scivolata. Nel primo tempo ammonizione ridicola per Suso che è invece stato colpito.

2 aprile 2019 – Milan-Udinese 1-1:
Manca un rosso a Behrami a cui viene concessa l’immunità per tutta la partita, peraltro provocando l’infortunio di Paquetà.

6 aprile 2019 – Juventus-Milan 2-1:
Al Milan mancano due/tre calci di rigore. Il primo è clamoroso per mani di Alex Sandro. Il secondo è nel finale nel momento in cui Manzdukic va a scalciare Romagnoli in area con la palla in gioco. Il croato andava espulso. C’è un terzo rigore per trattenuta di Castillejo in piena area. Da segnalare inoltre un mancato giallo a Bonucci ad inizio partita per fallo su Piatek, un giallo molto generoso a Calhanoglu che non tocca l’avversario. La Juventus protesta per un mancato secondo giallo Musacchio ma era fallo di Manzdukic. Giusto annullare il gol di Kean, c’è fallo su Romagnoli. In ogni caso essendo arrivato prima il fischio non è possibile parlare di gol annullato.

https://twitter.com/TheMilanBible/status/1114610770225057794

https://twitter.com/LoSceiccoRos/status/1114845008815902727

BONUS: il capitano del Milan, Alessio Romagnoli, ha ricevuto cinque ammonizioni per proteste durante questo torneo.

Juventus – Milan 2-1: questo non è calcio

Oggi non parlo di tattica. Si può parlare di tattica quando perdi una partita di calcio ma Juventus-Milan non è mai una partita di calcio. Vi sfido a trovare uno Juventus-Milan senza un episodio dubbio negli ultimi anni. Non ce n’è. Sono tutti così: buona partita del Milan e vittoria Juventus con l’aiutino.

Non è calcio in uno stadio in cui vige un regolamento a parte. In cui una squadra può fare ventuno falli e prendere due soli gialli, di cui uno per proteste. Non è calcio quando si vede un fallo di mano del genere, si va al VAR e non si assegna un calcio di rigore decisamente più netto del solito rotolone Dybala. Non è calcio quello in cui il signor Mario Manzdukic finisce questa partita – addirittura permettendosi di tirare un calcio a terra, con palla in movimento, a Romagnoli. Rigore e rosso, da regolamento ma il VAR era a bere il caffé.

Non è calcio quello in cui Castillejo viene strattonato in area e non si va nemmeno a rivedere, quello in cui Calhanoglu viene ammonito senza nemmeno avere toccato l’avversario. Non è calcio quello in cui i falli sistematici della Juventus su ripartenza dell’azione non vengono fischiati mentre al contrario si fischia ad ogni alito di vento. Non è calcio nemmeno quello in cui una squadra ti sta per segnare ma poi persa palla chiede all’avversario di fermarsi per un suo uomo a terra. O quella in cui un capanello bianconero può andare sempre e continuamente intorno all’arbitro a mettergli pressione senza ricevere mai un giallo.

Complimenti alla Juventus per aver ammazzato il calcio italiano. Grazie ad uno stadio costruito con un terreno svenduto ed un comune compiacente, cosa che a Milano e Roma non succede. Grazie ad una capolista che si permette il lusso di schierare le terze linee curate da un medico compromesso con scandali doping e vincere lo stesso. Grazie ad una televisione che stranamente – probabilmente debitamente avvertita – compra i diritti della Serie A ad un prezzo mai offerto nelle aste precedenti e fa il colpo grazie all’arrivo di Ronaldo che poteva farne salire il valore.

Complimenti ad una telecronaca da Istituto Luce – come sempre – che evidenzia sempre e solo i movimenti tattici della Juventus nelle lavagne, come se l’altra squadra non esistesse. Che ha un commentatore tecnico così schifosamente servile e di parte che – non si sa perché – non avrebbe mai dato un fuorigioco, quindi qualcosa di oggettivo. Che si arrampica sui vetri per giustificare il rigore non dato o che riesce a dire, nel caso di Bakayoko che <<l’intervento è irruento anche se in realtà il giocatore non spinge>>. D’altronde lo ricordiamo cercare di giustificare il tuffone di Ronaldo a Napoli.

Godetevi il vostro campionato del cazzo. Godetevi gli scudettini di merda che non vi riconosce nessuno, nel vostro stadio di merda, con i media servili che si vergognano persino a dire il numero per non contraddire una mandria decerebrata che sventola titoli rubati. Anche oggi avete dimostrato perché siete la vergogna non del calcio italiano – ma del calcio mondiale. Anche oggi come sempre si parla di arbitri e non di calcio perché con voi parlare di calcio non è permesso così come non è permesso giocare ad armi pari. Nemmeno a campionato finito, nemmeno con le seconde linee.

Quando non rimarrà nemmeno un tifoso a seguire il vostro circo, quando persino gli utili idioti che dicono che non ci si può lamentare perché tanto sono più forti si sveglieranno dal torpore delle loro menti, allora forse torneremo a parlare di calcio in Juventus-Milan. Per adesso c’è solo tanta vergogna per quello che si è visto in campo ed imbarazzo per un sistema mediatico che lo appoggia invece di ribellarsi. Niente tabellino in fondo al post, perché questo non è calcio.