Due colpi del Cacciatore

Non mi ha mai entusiasmato l’acquisto di Klaas-Jan Huntelaar e non è un mistero, non ci nemmeno grosse ragioni per spiegarne il motivo. Sarà quella faccia un po’ così, sarà che preferisco di gran lunga attaccanti di altro tipo che non i “topi d’area di rigore” (cit.). Ma la realtà è che il mio è stato soprattutto uno scetticismo “a pelle”, anche perché di Hunter non conoscevo altro che i numeri (i quali peraltro sono tutti dalla sua parte) ma non l’ho mai seguito con particolare interesse.

Non sono serviti nemmeno i video su youtube per farmelo piacere. E’ vero, sul web girano gol di Klaas da mani nei capelli, ma poi ripenso ai video di Quaresma che facevano sognare i cugini e la voglia di conoscere un calciatore tramite qualche filmato mi passa all’istante.

Dicevamo dei suoi numeri, numeri importanti, ma nemmeno questo mi ha convinto. Gilardino è arrivato da noi dopo 48 gol in due stagioni, giocando in una squadra che lottava per la permanenza in serie A, uno score da fenomeno.
Ma per giocare nel Milan serve altro, non ho mai messo in dubbio le qualità tecniche del Cacciatore, così come non si discutono nemmeno quelle del Gila.
Quell’altro è la personalità, non è facile giocare a San Siro, reggere il peso della nostra maglia ed entrare nei cuori di tifosi abituati a gente di un certo livello.
In questo Gilardino ha miseramente fallito ed è in questo che Hunt mi ha ricordato nei pochi spezzoni giocati il centravanti biellese. Col Chievo mi sembrava di essere tornato indietro di due anni: le stesse giocate timorose, le sponde inutili, lo sguardo perso. Un incubo.

Ieri sera quando non mi aspettavo nulla e invece ci ha regalato il secondo posto. Pazzesco.
Ora la curiosità è tanta, voglio vederlo col nuovo modulo, con una squadra che ha un gioco, non come nelle prime sue apparizioni quando il cantiere era aperto.
Da oggi niente più pregiudizi: dimostri quanto vale, faccia traballare la titolarità di Borriello, che questa rivalità può fare bene a entrambi e perché no, aumentare l’incazzatura da Pippo, da far esplodere sul campo.

Da oggi si apre una nuova pagina per Huntelaar al Milan, noi siamo qui, pronti a farci conquistare il cuore da un altro olandese.

Ah, benvenuto Klaas, questo te lo dovevo dall’inizio, perdona la scortesia.

L’amico ritrovato

https://i0.wp.com/static.sky.it/static/contentimages/original/sezioni/sport/calcio_italiano/2009/11/30/huntelaar_esultanza_catania_ap.jpg?resize=458%2C330Il calcio è veramente uno sport  strano. Huntelaar questa partita probabilmente non avrebbe dovuto nemmeno giocarla. Ma il giallo a Flamini, una giornata non esaltante di Pato e l’atteggiamento ostruzionistico (per non dire antisportivo e catenacciaro) del Catania han fatto il resto. Capita invece che gli venga concessa un ultima possibilità, in un Milan iperoffensivo con Inzaghi, Pato, Ronaldinho e Seedorf. Capita poi di trovarsi nel momento di massima pressione, a un minuto e mezzo dalla fine, di avere sul piede un pallone pesante da cui potrebbe cambiare la stagione del Milan ma soprattutto la propria. Tira una botta con quella cattiveria di chi, come il Milan, non vuole mollare mai (e non ha avuto un rigore a favore perché non riusciva a segnare in nessun modo). E la mette. La sua esultanza è qualcosa di commovente. Non saremo primi in classifica ma un gruppo come ce l’abbiamo noi non ce l’ha nessuno. Ma non è finita lì. Perché se Huntelaar ci ha messo 114 giorni per segnare il suo primo gol in maglia rossonera per segnare il secondo ci mette meno di un minuto. Ed è un gol di quelli che non segni per caso. Una follia solo pensare di segnare da lì, ma lo realizza come se fosse la cosa più facile del mondo. Ed è ancora più bello vedere l’abbraccio dei compagni a fine partita. Sono 3 punti meritati, visto che ieri sera eravamo l’unica squadra a giocare a calcio e pesantissimi, che ci permettono di superare quella decantata Juve del meraviglioso Ciro Ferrara che ieri era ad elemosinare rigori come un Ranieri qualunque, di Diego nuovo fenomeno per tutti ma già bidone per il sottoscritto che oggi probabilmente non vale Ronaldinho e Felipe Melo che a quanto pare è stato un affare ma solo per la Fiorentina.
Probabilmente non vinceremo niente ma prepariamoci perchè se continuiamo così ci divertiremo. E attenzione che Huntelaar – Pato tra un paio di anni potrebbe valere tranquillamente C. Ronaldo – Kakà o Ibrahimovich – Messi. Anche se ieri la differenza nel clasico l’ha fatta un difensore: Charlie Puyol.

Continuiamo la scalata

Dopo che la corazzata ha mantenuto tale epiteto asfaltando la Fiorentina grazie a un mirabolante 1-0 su rigore (dopo un palo di Gilardino) è il nostro momento. I bluff del campionato stanno cadendo uno dopo l’altro. Non ultima la Juve che è stata messa sotto da quel Cagliari contro cui solo una settimana fa eravamo stati messi sotto accusa per aver sofferto troppo. La vetta è stata messa volutamente irraggiungibile. Ma una vittoria stasera avrebbe due risvolti importanti. Primo: staccare per più di una partita tutto il blocco di squadre alle nostre spalle e separare la classifica delle prime 3 dalle altre. Secondo: Superare quella Juventus tanto declamata come unica rivale dell’Inter in questo campionato che è arrivata alla quarta sconfitta stagionale contro le tre del Milan.
Di contro il Catania, sulla carta partita facile, sul campo si è rivelata sempre partita ostica, solo l’anno scorso siamo riusciti ad avere la meglio al Massimino. Ancora una volta ci si aggrappa a Pato e alle sue giocate. Finora il barometro del Milan è stato Pato. Milan devastante quando il Brasiliano era in forma, Milan deludente quando non lo è stato. Che Pato sarà stasera?

LE PROBABILI FORMAZIONI DI CATANIA – MILAN

CataniaCATANIA (4-3-2-1): 21 Andujar , 22 Alvarez , 6 Silvestre , 3 Spolli , 33 Capuano , 27 Biagianti , 5 Carboni , 11 Llama , 25 Martinez , 7 Mascara , 15 Morimoto (30 Campagnolo , 2 Potenza , 14 Bellusci , 8 Ledesma , 13 Izco , 9 Plasmati , 19 Ricchiuti) All. Atzori

Serie A 14a giornata in tv - Inter-Fiorentina, Cagliari-Juventus e Catania-MilanMILAN (4-2-1-3): 1 Dida , 20 Abate , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 15 Zambrotta , 16 Flamini , 23 Ambrosini , 10 Seedorf , 7 Pato , 22 Borriello , 80 Ronaldinho (30 Storari , 4 Kaladze , 77 Antonini , 19 Favalli , 49 Di Gennaro , 9 Inzaghi , 11 Huntelaar) All. Leonardo

L’ARBITRO E I PRECEDENTI CON LE DUE SQUADRE: arbitro Brighi di Cesena. Il Catania conta 5 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte in 13 direzioni ufficiali. Milan mai vittorioso su 4 precedenti ufficiali, in cui i rossoneri hanno messo insieme 3 pareggi (uno quest’anno, 0-0 col Bari a San Siro il 27 settembre scorso) ed 1 sconfitta.

Barcellona – Real Madrid e…sondaggio

Domenica 29 novembre, stadio Camp Nou ore 19.00, va in scena il Clasico di Spagna, la partita per eccellenza, Barcellona-Real Madrid. Più di una partita è uno scontro tra filosofie opposte: i separatisti catalani contro la casa real, la potenza economica di Perez contro la cantera blaugrana, i galacticos di nome contro i galacticos di fatto. In campo 50 campionati spagnoli, 12 Champions League, 42 Coppe del Re, gli ultimi 3 palloni d’oro (Messi lo sarà a giorni di fatto).

In campo soprattutto quattro tra i giocatori più forti al mondo. Ibra e Messi contro Kakà e Ronaldo, il calcio sono loro: tecnica, potenza, classe, gol, velocità, spettacolo, fantasia, emozioni…

Non è ancora certa la presenza di tutti e quattro, ci sono dubbi soprattutto sul duo blaugrana, ma alla fine dovrebbero farcela entrambi per dar vita ad una sfida da sogno. Difficile stabilire quale sia la coppia più forte, da una parte Ibra e Messi rappresentano la fusione perfetta di classe, rapidità e potenza, dall’altra tutto questo è sintetizzato dal solo Cristiano Ronaldo, con l’aggiunta di Kakà, uno che certe partite sa come giocarle.

Non saprei quale coppia scegliere, in compenso non avrei dubbi a scegliere singolarmente.

Messi e Ronaldo sono una spanna sopra rispetto agli ex italiani, con il portoghese che è più completo dell’argentino. Sì, Ronaldo è decisamente il mio preferito, il giocatore più completo del mondo. Da ala si è trasformato in attaccante, trequartista e regista allo stesso tempo. Un giocatore da 25-30 gol all’anno (42 in 49 gare nell’anno del pallone d’oro, mostruoso) e segna in tutti i modi: gran tiro, bravo in area, anche di testa, mortifero su punizione, che vuoi di più?

Messi viene al secondo posto di questa speciale classifica, giocatore fantastico, ma meno completo del primo, da fuori area segna poco, non calcia le punizioni e di testa fa gol se viene lasciato libero, per caratteristiche fisiche non ha la potenza nell’andare a staccare.

Tra Ibra e Kakà è un ex-aequo, l’uno più decisivo in campionato, l’altro in Champions. Dovendo scegliere oggi prenderei Ibra nel mio Milan, anche quando non è al 100% riesce a fare la differenza col suo fisico. E’ più bravo nel tiro da fuori, nel difendere il pallone, nell’assist, di testa. Il brasiliano, come ben sappiamo, ha nella progressione la sua arma migliore, ma sotto molti altri aspetti è quasi un giocatore normale.

E voi? Qual è la vostra classifica?

L’inter vuole tornare a vincere. Ovviamente a tavolino.

Sappiamo tutti che a Torino tra una settimana si decideranno le sorti del campionato. Non dovesse vincere l’Inter si riaprirebbero i giochi. E’ evidente che l’Inter dopo la figuraccia di Barcellona (probabilmente il Debreceni avrebbe fatto una figura migliore) ha paura di perdere l’unico titolo che gli garantisce l’apparenza (e solo quella) di corazzata: quello italiano. Gli episodi sono noti a tutti: cori ripetuti nei confronti di Mario Balotelli, probabilmente il più presuntuoso giocatore di calcio mai sceso in campo, aiutato da certa stampa che all’inizio gli ha fatto reggere il dualismo con il nostro Pato. Ormai che sia dello stesso pianeta del Brasiliano però non ci crede più nessuno.
Non è la prima volta che questo accade. Tutto ad un tratto Moratti si dimentica della vicenda Zoro, e tutti a fare i perbenisti per una situazione che, purtroppo avviene domenicalmente.

In questo caso il razzismo non c’ entra, è stata soltanto una manifestazione di stupidità da parte di un gruppo che pensa di essere stato ingiustamente danneggiato per quello che accadde nella gara di andata. Per questo motivo non temo assolutamente la squalifica del campo. Gli ultrà ce l’ avevano con la persona.

Queste le parole del presidente dell’*** poco più di un anno fa dopo la vicenda, parole confermate anche dallo striscione della curva Nord dell’***
Non è una questione di pelle: Balotelli uno di noi, Zoro uomo di merda.
Dunque, se i tifosi della Juventus sono razzisti
1) Perché non insultano nello stesso modo anche Maicon e Vieira?
2) Perché non fischiano anche i propri giocatori di colore.
3) Perché si parla solo e unicamente di cori razzisti contro Balotelli quando non è l’unico caso in Italia?
4) E’ così meno grave cantare ad esempio “Se saltelli muore Lucarelli?”
Rispondere “sì” non fa altro che alimentare il razzismo. La diversità tra i popoli. Un uomo non va insultato, punto e basta. Non conta se è un calciatore o un idraulico. Non conta se è nero, giallo o bianco. Il nostro calcio è malato di perbenismo. Si indignano tutti davanti ai cori razzisti, urlano ai quattro venti il loro disgusto e alla fine si lavano le mani con un turno di squalifica o qualche multa. O si smette di fare i cori insultando i giocatori in generale o si chiudono tutti gli stadi e si sospendono tutte le partite al primo insulto. Non vedo perché debbano essere tutelati solo i giocatori di colore.
Ma passiamo al piano B di Moratti: forzare la mano. Moratti ha minacciato di ritirare la squadra dal campo. Lui, il presidente, quando è chiaro a tutti che in questi casi a sospendere una partita dovrebbe essere il direttore di gara. Per forzare la mano scenderanno in campo Zanetti, Eto’o e Maicon, che minacciano di chiedere la sospensione e/o abbandonare il campo. Ricordiamo che Eto’o è lo stesso che in Spagna dava ai cori razzisti la colpa di tutte le sue pessime prestazioni, cori che il più delle volte sentiva solo lui.
Paradossalmente l’atteggiamento da tenere è proprio quello di Balotelli, ignorarli e si va avanti.
Qualcuno sta pensando di forzare la mano usandoli come le luci di Marsiglia per vincere una partita che finora in campionato non è ancora stato in grado di vincere a Torino. In un paese normale se il presidente ritirasse la squadra dal campo per qualsiasi motivo senza il consenso dell’arbitro prenderebbe lui lo 0-3 a tavolino e probabilmente anche qualche punto di penalizzazione. Ma siamo in Italia, e a tavolino qui si assegnano solo gli scudetti. Telefonare Guido Rossi per maggiori informazioni.

Fuori Luogo

“Dopo 11 anni di Milan, non accetto l’idea di non essere più indispensabile. Non sono l’ultimo arrivato quando sto bene voglio giocare, non posso aspettare che per farlo si infortuni qualcun altro. ”

Parole di Rino Gattuso. Le ho lette ieri pomeriggio e mi hanno creato un certo fastidio, anche se mi sembravano frasi troppo forti, avrà calcato la mano qualche giornalista, ho pensato.
In fondo noi i panni sporchi ce li siamo sempre lavati in casa, fuori grandi sorrisi e pacche sulle spalle.
Poi ho risentito queste frasi dalla bocca di Rino: cazzo, le ha dette davvero…
Ma la cosa che più mi ha colpito è il modo in cui le ha dette. Deluso, triste, presuntuoso (Non sono l’ultimo arrivato, mi ritengo ancora forte, voglio giocare), dov’è finita la sua umiltà?
Ci son rimasto molto male, da lui mi aspettavo tutt’altri discorsi, la grinta di dire che si riprenderà il posto lottando, senza pretendere nulla.
E a questo punto ben venga la cessione. Ciò che rendeva speciale Rino era la sua facilità di correre sempre, per tutti. Da due anni non gli riesce più, ci si mettono pure gli infortuni a complicare tutto. Ora è un giocatore normale, inferiore ad Ambrosini (da cui dovrebbe prendere esempio), inferiore a Flamini. Anzi, diventa pure un’arma a doppio taglio, perchè quando non ce la fa rischia di lasciarsi andare e fare delle follie come quella del derby, che ancora non mi è andata giù.
Uno (stipendio) così in panchina è decisamente di troppo.

A questo punto, grazie di tutto Rino, ma è ora di salutarsi.

Ancora il Real Madrid

Galacticos. Sono sempre loro, la sezione questa volta è quella cestistica, ma Florentino Perez, probabilmente presente in tribuna per la gara di stasera, non ha badato a spese nemmeno qui. Se per il calcio si è accontentato di Pellegrini, qui in panchina ha voluto il migliore. Ettore Messina. L’ultima volta che vide Milano fu in quell’epico 80-79 contro il CSKA Mosca, dove a Sky dichiarò “lasciatemi andare a bestemmiare in pace”. La squadra non è più quella dell’anno scorso, che perse malamente contro di noi al Forum e riuscì a strapparci la vittoria al palacio visitalegre grazie a un’ingenuità Milanese su una rimessa laterale che non si vede nemmeno negli oratori. Il Real vuole vincere e confermare la tradizione che la vede anche qui la più titolata tra le squadre europee nella massima competizione continentale con 8 punti. Si rivede Kaukenas, ex-Siena, punta di diamante della campagna acquisti del Real che ha previsto anche Darius Lavrinovic, fratello di Ksistov. E finora come il fratello non ha deluso, 21 punti di media a partita. Abbiamo negli occhi tutti inoltre la stupenda prestazione del Real Madrid contro il Panathinaikos di 2 settimane fa, annientata quella che era la squadra campione d’Europa in carica. E’ capolista anche nella Liga ACB, davanti, ovviamente, al Barcellona che stasera se la vedrà con l’altra finalista del campionato Italiano, il Montepaschi. Ha probabilmente più possibilità di arrivare in fondo in Europa la sezione Basket del Real Madrid rispetto a quella Calcistica. Serve un’impresa per fare punti su un campo dove altri probabilmente non ne faranno. Perdere non sarebbe un dramma. Possiamo anche sprecare tutte le energie oggi, tanto le prossime due partite di campionato ci vedono contro Pesaro e Napoli: 4 punti sicuri. Ce la fa Petravicius, Joey Beard che ormai fa numero solo perché è alto e grosso (praticamente è una mascotte) ma non sa giocare sarebbe stato come schierare Kaladze in difesa contro il cagliari. Ma temo che metterà piede in campo.
Appuntamento alle 20.45 per capire se a Florentino Perez verrà voglia di cancellare Milano dalla cartina Europea…

ARBITRI

Gli arbitri della gara contro il Real Madrid saranno i signori GrzegorzZiemblicki (Polonia), Marek Cmikiewicz (Polonia), Panagiotis Anastopoulos (Grecia).

I PRECEDENTI

Sono 18 i precedenti nella storia tra Olimpia Milano e Real Madrid con un bilancio in perfetta parità con 9 vittorie a testa. Lo scorso anno le due squadre si sono incontrate nella regular season di Euroleague con una vittoria a testa: a Madrid si è imposto il Real70-69, mentre a Milano, al ritorno, l’AJ ha portato a casa il risultato imponendosi 70-61.

CURIOSITA’ STATISTICHE

Armani Jeans Milano

– Mike Hall, con 21 punti e 9 rimbalzi, è stato votato MVP della quarta settimana della passata stagione di Euroleague nella sconfitta 70-69 dell’Armani Jeans a Madrid a Madrid con il Real

– Jonas Maciulis ha una striscia aperta di 11 gare di Euroleague in doppia cifra alla voce punti

Real Madrid

– Louis Bullock ha vestito la casacca dell’Olimpia Milano nella stagione 2001/2002: miglior marcatore della Serie A con 24.8 punti di media

–  Rimantas Kaukenas ha una striscia aperta di 10 gare in doppia cifra alla voce punti in Euroleague

– Darius Lavrinovic ha segnato almeno 10 punti nelle ultime 13 partite giocate in Euroleague

Buttata nel ces…tino

Milan-Marsiglia è la partita che non ti aspetti, la partita in cui dovevi chiudere i conti e non ci riesci, la partita che, se ci pensi, ti è anche andata bene.

Milan-Marsiglia è una partita strana, dal nostro cambio di modulo è stata senz’altro la peggiore, abbiamo creato poco e concesso troppo, lasciando spazio agli avversari per giocare e metterci in difficoltà.
Una partita storta dunque, che serve a riportarci con i piedi per terra dopo che, almeno un pochino, si erano staccati dal suolo. E tutto sommato lo fa in modo anche delicato, insomma poteva davvero finire peggio, e lì sarebbero stati guai. Non ne farei drammi, è normale che in un ciclo di partite ben giocate capiti una dove invece fatichi, la qualificazione rimane lì, a portata di mano, dipende da noi.

Ci sono tre cose però che non mi sono piaciute proprio.
La prima è che la squadra mi dava l’impressione di essere stanca, arrivavano sempre primi loro (che comunque sono più atletici di noi), nei rimpalli avevano la meglio (si veda il loro gol e la carambola su Oddo) noi ripartivamo molto più lentamente del solito. Altra impressione: nelle ultime partite i vari Seedorf, Dinho, Pato sapevano cosa fare prima ancora che gli arrivasse la palla, ieri dovevano inventare col pallone tra i piedi, l’effetto è la lentezza della manovra. Se fossimo stanchi oggi, sarebbe un problema, ci attendono partite non facili.
In secondo luogo non mi è piaciuto l’atteggiamento dopo il gol bello, bellissimo di Borriello. Così come non mi era piaciuto dopo i gol al Napoli, così come nel secondo tempo con la Lazio, così come sull’1-0 col Cagliari. Non possiamo permetterci di abbassare i ritmi con questo modulo. E allora? Dobbiamo correre per 90 minuti? No, ma ci vuole più duttilità, ad esempio abbassare Seedorf a centrocampo in certi frangenti per poi rialzarlo quando si vuole colpire. Lasciar sfogare gli avversari con 4 giocatori nostri oltre il centrocampo mi sembra un rischio troppo elevato. E difatti…
Terza e ultima critica va a Leonardo. Per l’atteggiamento dopo il vantaggio e per i cambi che non ha fatto. Ambrosini, gran partita, era stanco e ammonito nel finale, perchè non mettere Flamini? Negli ultimi minuti il gioco era buttare palloni in area, a quel punto se non si manovrava più, non era meglio mettere Pippo per il stanco e appena recuperato Borriello?
Occhio, che in uno spogliatoio certi equilibri sono delicati, trascurare a oltranza Mathieu, Pippo e se vogliamo pure Gattuso può essere un problema in futuro.

Pensiamo a noi, obiettivo ottavi

VS

Dopo esserci divertiti ieri vedendo i cugini presi a pallate dal super-Barça di Guardiola, squadra disumana che si è anche concessa il lusso di lasciare in panchina per 90′ Ibra e Messi, oggi tocca a noi.
Il primo obiettivo della stagione dista solo 3 punti e novanta minuti. Vincendo oggi si va agli ottavi, roba che a settembre per i più, non era affatto scontata.
Bisogna vincere
, per non distruggere ciò che di buono si è costruito nella doppia sfida col Real e perchè da qui a Natale il calendario sarà poco clemente con noi: andare a Zurigo senza pressioni sarebbe una cosa ottima.

La partita- Mi intriga, vedremo due squadre diversissime tra loro. Il Marsiglia è una squadra molto fisica,  che fa dell’aggressività il suo punto di forza. L’abbiamo visto all’andata, questi corrono tanto, tecnicamente non impressionano e dietro sono vulnerabili. Temo la loro aggressività,a centrocampo lasciamo spazio agli avversari, loro potrebbero metterci in difficoltà, penso che punteranno a distruggere la nostra azione prima che parta, pressing molto alto dunque. Dal canto nostro abbiamo trovato il gioco che fa per noi, l’unico che possiamo fare si dice, quindi facciamolo. Ripartenze veloci, scambi al limite e allunghiamo gli avversari.

La formazione- La solita, rientra Nesta, sulle fasce Oddo-Zambrotta, Flamini in panca. Pato recupera, l’unico dubbio  è tra Inzaghi e Borriello. In vantaggio Super Pippo, ma le ultime danno Marco in buone condizioni. Io dico che oggi, privarsi di Borriello è un errore, gioca bene lui e fa rendere al meglio tutti gli altri, Pippo è più egoista, più attaccato al record di gol in Europa, aiuta meno la squadra.
Sceglierei Borriello assolutamente, ma ad una condizione: che sia completamente recuperato, vederlo oggi per perderlo poi per due mesi non ne vale la pena.

Forza Ragazzi, un’altra notte Europea, un’altra notte da Milan!



LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN – MARSIGLIA

Champions: Milan-Marsiglia e Bordeaux-Juventus (Rai 1, SKY Sport, M. Premium)MILAN (4-3-3): 1 Dida, 44 Oddo, 13 Nesta, 33 Thiago Silva, 15 Zambrotta, 23 Ambrosini, 21 Pirlo, 10 Seedorf, 7 Pato, 9 Inzaghi, 80 Ronaldinho. (30 Storari, 4 Kaladze, 20 Abate, 77 Antonini, 16 Flamini, 11 Huntelaar, 22 Borriello). All.: Leonardo.

Champions: Milan-Marsiglia e Bordeaux-Juventus (Rai 1, SKY Sport, M. Premium)OL. MARSIGLIA (4-3-1-2):
30 Mandanda, 24 Bonnart, 21 Diawara, 19 Heinze, 3 Taiwo, 18 Abriel, 17 Mbia, 7 Cheyrou, 8 Lucho, 9 Brandao, 11 Niang. (40 Andrade, 5 Hilton, 26 Valbuena, 6 Cissè, 14 Konè, 10 Ben Arfa, 23 Morientes). All.: Deschamps.

ARBITRO: Howard Melton Webb, nato a Rotherham (Inghilterra) il 14 Luglio 1971, è stato designato per arbitrare Milan-Olympique Marsiglia di Champions League, mercoledì sera a San Siro. I suoi assistenti saranno Michael Mullarkey e Peter Kirkup. Quarto uomo, Mark Clattenburg. L’arbitro Webb non ha precedenti con il Milan nelle coppe europee, ne ha invece uno con il Marsiglia: un pareggio.

Trova le differenze

secondo tempo meglio noi, se ci davan il rigore cambiava la partita

non ci han dato un rigore che mi sembra netto ma qui a Barcellona sappiamo com’è la storia

Josè Mourinho

Mes que un club


Forza Barça
#Update: L’angolo dei pronostici
Rubin Kazan – Dinamo Kiew 1 2.00
Fiorentina – Lione X 3.05
Barcellona – Inter X 3.60
Milan – Marsiglia 1 1.85
Porto – Chelsea 2 2.40
Real Madrid – Zurigo 1 1.12

Con 2 Euro se ne vincono 218.

Maicon con Branca nello spogliatoio dell’arbitro

Accusavano Moggi di frequentare lo spogliatoio dell’arbitro di turno, ora invece si scopre che a bussare alla porta del direttore di gara sono proprio quelli che si professano “onesti”. L’Inter ha paura che Maicon non possa giocare la partita con la Juve. I nerazzurri temono che il brasiliano abbia due turni di squalifica e possa saltare la gara di Torino con i bianconeri. Da Milano si sono subito mossi per “influenzare” le decisioni del giudice sportivo. E’ evidente il loro “modus operandi”: mettere le mani avanti per non sbattere. Così come fa Mourinho con gli arbitri prima di gare importanti, così fanno i dirigenti. Ha cominciato Massimo Moratti che è sceso subito in campo a difesa del suo giocatore e ha dichiarato: “Mi dicono che dalla bocca del ra­gazzo non siano uscite parolac­ce. Ha soltanto discusso, sareb­be davvero antipatico se questo equivoco portasse pure una squalifica”.
Anche lo stesso Maicon appare molto sicuro su come siano andate le cose: “Sono sta­to nello spogliatoio dell’arbitro accompagnato dal mio direttore tecnico e non per scusarmi con il guarda­linee – ha candidamente e ingenuamente ammesso il brasiliano -. Volevo solo salutarlo e ri­badire che non avevo offeso nessuno. Ho detto due volte ‘Vai tu’, perché Ayroldi per due volte mi aveva invitato ad anda­re via io. Questo è successo e questo ho ripetuto nello spo­gliatoio dell’arbitro. Io non so­no un maleducato”.
A confermare la versione di Maicon è lo stesso Branca: “Sono sceso negli spogliatoi piuttosto seccato, pronto a fare una bella ramanzina a Maicon, ma il ragazzo mi ha spiegato subito il tutto – ha riferito il dirigente dell’Inter -. All’assistente Ayroldi avrebbe solo detto ‘vai tu’, due volte, nient’altro. A quel punto l’ho portato nello spogliatoio dell’arbitro Rosetti e ho chiarito alla terna arbitrale che credevo nella sua totale buona fede. Mi interessava però che emergesse la verità”.
Chissà cosa ne pensa il procuratore federale Stefano Palazzi….
fonte: tuttomercatoweb.com

A questo aggiungo due interventi personali:
1) Il regolamento del gioco del calcio dice
È DOVERE dell’arbitro a fine gara entrare nel proprio spogliatoio e per almeno 5 minuti non fare entrare nessuno nello stesso, tanto da rilassarsi, verificare in tranquillità il taccuino e fare mente locale su eventuali provvedimenti disciplinari o incidenti accaduti sul terreno di gioco.
Resta inteso che anche dopo questo tempo di relax non si devono far entrare nello spogliatoio estranei ed evitare discussioni inutili con i dirigenti.

2) Terza Giornata, Genoa – Napoli, Criscito fu espulso per insulti all’arbitro. Il giudice sportivo nel comunicato sentenziò nel seguente modo:
CALCIATORI ESPULSI
SQUALIFICA PER DUE GIORNATE EFFETTIVE DI GARA
CRISCITO Domenico (Genoa): per avere, al 28° del primo tempo, rivolto all’Arbitro
un’espressione ingiuriosa.

Se Maicon dovesse giocare contro la Juventus avremmo come al solito due pesi e due misure.
Ah un terzo punto. Real capolista in Spagna. A Madrid vinceva anche il Livorno? Beh, per ora, ci ha vinto solo il Milan. Tutti gli altri sono usciti con zero punti.

Pazzo Milan

Tre punti e tanto spettacolo, questo è ciò che ci lascia la gara odierna. Sia chiaro, quando parlo di spettacolo parlo di tutto, delle giocate di quei quattro lì davanti, delle ripartenze di un bel Cagliari e dello spettacolo orrendo offerto da Kaladze.
Milan pazzo dicevamo; prima del pareggio di Borriello il Cagliari poteva farne almeno tre o quattro. A inizio ripresa siamo noi ad aver avuto una marea di occasioni. In mezzo due gol in due minuti, con una facilità disarmante, quasi a sottolineare che il nostro potenziale offensivo è tremendo: basta stuzzicare i fantastici 4 e le occasioni arrivano.

In sintesi:
ottimi in fase offensiva, ma molto male dietro. Quando manca uno dei due centrali e Pirlo non gira, questo modulo è un’arma a doppio taglio.

Andiamo con le pagelle questa volta.

DIDA 7: nessun miracolo, ma para tutto quello che deve parare, incolpevole sui gol. Nel complesso oggi non eccede, nè nei miracoli nè nelle Didate. Bravo Nelson, ma proprio non ce la faccio a fidarmi.
ODDO 5.5: qualche buono spunto in avanti, ma dietro aiuta poco. Soprattutto nel secondo tempo concede troppo agli avversari.
T.SILVA 6-: inizio traballante, poi si riprende e nel secondo tempo chiude bene. Meno sicuro del solito, evidentemente l’assenza di Nesta, ma soprattutto la presenza di Kaladze lo condizionano. Deve crescere sotto il piano dell’attenzione.
KALADZE 4.5: difficile anche trovare le parole, alcuni errori sono sconcertanti. Nel primo tempo perde l’uomo sempre. Se questo è la prima riserva ai titolari, c’è qualcosa che non va. Urgono rinforzi.
ZAMBROTTA 5.5: anche lui in grossa difficoltà nel primo tempo, commette errori di troppo in fase di controllo. Fino ad oggi non ha mai convinto, ma l’esperienza lo aiuta a salvarsi.

AMBROSINI 6: meno bene di altre volte, ma rimane utilissimo lì davanti alla difesa. Rischia un paio di volte il secondo cartellino, l’espulsione ci poteva stare.
PIRLO 5.5: si vede poco in entrambe le fasi, vale lo stesso discorso di Ambro, nelle ultime partite aveva dato segnali incoraggianti, oggi ha fatto un passo indietro. Ma non essendoci sostituti deve giocare sempre. Regala un giallo evitabile, domenica sarà squalificato.
SEEDORF 6.5: decisamente bene, i tre compagni di reparto aiutano a migliorarne le prestazioni, riesce sempre a trovare un compagno ben posizionato e evita di tenere palla troppo a lungo. La grande qualità fa il resto.

PATO 7: le parole sono superflue, è una spanna sopra a tutti gli altri. Riesce sempre a trovare le occasioni per far male, che siano azioni personali o scambi con i compagni. Borriello è il suo compagno ideale, si trovano benissimo, una coppia fortissima. Il gol è l’ennesimo gioiellino.
RONALDINHO 7.5: lo avevo definito qualche post fa utile. Bhè oggi è stato più di utile. Probabilmente la miglior partita in maglia Rossonera, perde pochi palloni e molti ne dà. Al limite dell’area inventa scambi al limite dell’umano. Uno spettacolo.
BORRIELLO 8: migliore in campo, presente in tutte le azioni dei gol, lo si vede a tutto campo: corre, lotta, si sposta, si smarca, torna, pressa, recupera e riparte…cosa vuoi di più? Gli si rimproverava di segnare poco, appena ha recuperato una forma accettabile ne ha messi tre in tre partite. E comunque i gol a Genova li aveva fatti, non è che segnare in rossoblu conti solo per i centravanti argentini (leggasi Milito). Signor centravanti.

INZAGHI: s.v
ABATE 6: entra e fa il trequartista fino all’ingresso di Strasser. Strano. Regala il solito giallo, l’irruenza è ancora il suo difetto principale.
STRASSER: s.v ma…quanto è grosso? Me lo ricordavo più piccolo, ora sembra un rugbysta!
LEONARDO 6.5: fa le cose per bene.

Chi ben (ri)comincia…

Finisce al sosta, finisce il tormentonte Cassano, finiscono le chiacchere.
Ci attendono due partite in casa, due match non impossibili: chiedere sei punti è più che lecito. Anche perchè il Cagliari è l’avversario sulla carta più semplice che affronteremo da qui alla sosta di Natale.
Vincere per ricominciare da dove ci eravamo lasciati, vincere per conservare il terzo posto e per preparare al meglio la sfida di mercoledì col Marsiglia, decisiva per il passaggio agli ottavi di Champions, primo traguardo intermedio della stagione.
La sosta si spera sia servita per recuperare energie, ora si deve continuare sulla strada inaugurata proprio dopo la pausa precedente con la vittoria sulla Roma.
Il tutto senza sottovalutare il Cagliari di Massimiliano Allegri (ottimo allenatore) che dopo una partenza pessima come del resto lo era stata anche quella dello scorso anno, ha trovato continuità di risultati, a volte raggiunti anche con risultati eclatanti e prestazioni divertenti. Due vittorie nelle ultime due partite, cinque gol fatti e zero subìti, la sosta ha creato probabilmente più fastidio in loro che non a noi.
Partita non scontata dunque, avversario ottavo in classifica a soli 4 punti da noi. Ecco: noi terzi, loro ottavi, solo 4 punti di distacco…la classifica è cortissima 12 squadre in 12 punti, un passo falso può cambiare tutto e ribaltare giudizi che sembrano consolidati.
Sta a noi portare a casa la vittoria sperando di allungare sulle inseguitrici.

I giornali ci dicono che non ci sarà turn-over, ma dai? Con una rosa così corta è difficile cambiare molto; tra l’altro non abbiamo sostituti per i vari Pirlo, Seedorf, Ronladinho e Pato. Pertanto le scelte mi sembrano piuttosto ovvie.
Kaladze sostituirà lo squalificato Nesta, Dida è in vantaggio su Abbiati e la cosa non mi convince.
Davanti la punta sarà Borriello, con Pippo a scaldare i motori per l’OM.

L’angolo dei pronostici. 21 e 22 Novembre 2009.
I consigli per gli acquisti.

Liverpool – Manchester City 1 1.85
Bologna – Inter X 3.40
Deportivo – Atletico Madrid 1 2.50
Milan – Cagliari 1 1.45
B. Monaco – B. Leverkusen 2 4.30

La schedina è legata a due risultati poco probabili ma possibilissimi: la X dell’Inter a Bologna e la vittoria del Leverkusen a Monaco di Baviera. Con 5 Euro se ne vincono 493.

Inter Channel chiede la seconda stella

Tutti ci aspettavamo una reazione dell’Inter alle dichiarazioni di Blanc sulla terza stella, a mio giudizio un pò premature toccando ferro, però francamente ci aspettavamo dall’Inter qualcosa di nuovo. Notiamo, invece, con piacere, che il canale tematico nerazzurro ha seguito una vecchia strada, quella del passato, riesumando i dossier arbitrali delle stagioni 1997/98 e delle stagioni 2001/2002. Come al solito si è tenuto un profilo altamente “imparziale” considerando in modo oggettivo i fatti… nella stagione 1997/98, il clamorosissimo contatto Iuliano-Ronaldo e poi gli altri classici del repertorio: come il goal non concesso a Bierhoff da Cesari in uno Juventus-Udinese 4-1 e quello non dato da Rodomonti a Bianconi, con Peruzzi che leva la palla oltre la linea in un Empoli-Juventus, termianta poi 0-1 con gol del Panterone.
Tuttavia, in quella stagione, pochi ricordano che l’episodio piu’ controverso, da alcuni fu anche visto come una punizione a due in area, Ceccarini, che tra l’altro era apprezzato prima del match da Moratti, dichiarò che aveva sbagliato e “che avrebbe concesso punizione a due in area”. Inoltre ad un occhio enciclopedico,attento come quello di wikipedia, che a molti sembrerà filo-juventino, non sono scappate “alcune dubbie decisioni arbitrali come la concessione di un rigore durante la partita in casa con l’Udinese che scatenò le ire del tecnico dei friulani, Alberto Zaccheroni o la stessa partita di andata tra Juventus e Inter a San Siro dove i bianconeri si videro negare un rigore abbastanza evidente su Inzaghi”. Ricordiamo che i punti di distacco a fine stagione furono poi cinque, quindi ognugno può trarre le proprie conclusioni.
Anche sull’ annata 2001/02, il canale tematico nerazzurro ci ricorda degli episodi ed evidenzia un rigore non concesso a Ronaldo in Chievo-Inter finita poi 2-2 , rigore non dato da De Santis e un rigore dubbio concesso da Saccani all’Udinese nella penultima giornata, favorendo poi la Juventus che avrebbe dovuto affrontare i friuliani nella giornata successiva. Senza citare episodi a favore dell’Inter, (ce ne sono in diversi siti), facciamo solo una semplice allusione sul signor De Santis, filojuventino come descritto da molti. De Santis, è quell’arbitro che annullò nel 1999/2000 il famoso gol di Cannavaro permettendo di conseguenza all’Inter di fare lo spareggio con il Parma per la Champions League. Per la cronaca, quel gol di Cannavaro, fu pagato poi a caro prezzo a Perugia.
L’Inter può richiedere tutte le stelle che vuole, quelle d’oro, colore banconota del bilancio migliore, fatte a mano o a tavolino, ma ci risparmi questi argomenti. Altrimenti anche quelli di Roma Channel potrebbero arrabbiarsi e tirare fuori un contro-dossier sulla stagione 2007/08, su quello scudetto che grida ancora vendetta.

Fonte: tuttojuve.com

Parabole discendenti

Domandina: cos’hanno in comune Gattuso e Shevchenko? Molto di più di quanto possa sembrare. Innanzitutto un italiano balbettante, poi un grande passato e un presente durissimo, seppure in modo differente l’uno dall’altro.
Vivono un periodaccio, anche se definirlo periodo è riduttivo. Più o meno dallo stesso momento il loro rendimento è andato in calando e oggi tocca i minimi storici, tanto da farmi pensare che entrambi abbiano preso la strada di un lento, ma inesorabile declino, che li accompagnerà fino al giorno dell’addio al calcio.
E’ dura da ammetterlo, perché insieme a Kakà sono stati i giocatori più amati dell’ultimo decennio Rossonero e ognuno a modo suo hanno contribuito in maniera decisiva ai nostri successi.

Rino è un cuore Rossonero, uno che la maglia ce l’ha tatuata sul corpo, che vive come un tifoso i successi e le sconfitte, tanto da pensare di abbandonare tutto dopo la finale di Istanbul.
Ma la verità è che non è più lui dal mondiale 2006, a voler essere buoni possiamo dire dalla Champions del 2007. Da lì in poi non  è stato più un intoccabile, il rendimento è calato vistosamente, sono arrivati gli infortuni sempre più costanti.
Oggi è la terza scelta dietro ad Ambrosini e Flamini, cinicamente parlando è un lusso eccessivo tenere come riserva uno che guadagna non poco e rende meno di quanto non potrebbe fare un nuovo faticatore, per fare un nome, Mariga. Lui è scontento di questa situazione, non ci sta, se le voci di mercato sono vere, probabilmente una separazione gioverebbe ad entrambe le parti.
Quest anno si è visto poco: l’unico segno che ha lasciato è l’espulsione folle nel derby.
31 anni non sono troppi nel calcio d’oggi, ma di quei 31 anni la metà li ha spesi a correre per tutto il campo: non essendo un robot, il logoramento ci sta. Gli infortuni fanno il resto.

Sheva ha smesso di essere un campione dal giorno dell’addio al Milan. Al Chelsea non ha ottenuto niente di ciò che si aspettava, tanto da finire ben presto in panchina nonostante la protezione di Abramovich.
Il suo ritorno al Milan è stato un fallimento su tutta la linea. Per lui che non ha quasi mai visto il campo e per noi, che ci siamo ritrovati con un giocatore in meno in rosa.
Oggi sta svernando in patria, alla Dinamo Kiev, dove ci ha regalato l’effimera gioia del quindicesimo gol in carriera all’inter.
Probabile che aspetti gli Europei del 2012, che l’Ucraina organizzerà con la Polonia, prima di appendere le scarpe al chiodo. Sarà l’ultima grande occasione per lui e per la sua Nazionale, ieri eliminata dal Mondiale, anche se continuando di questo passo sarà dura vederlo titolare tra due anni.
Se fosse rimasto da noi, oggi non sarebbe più il migliore al mondo come è stato per anni, ma il suo l’avrebbe fatto. Tutto sommato però rimpianti zero. C’è voluto un anno e mezzo, ma l’abbiamo sostituito con Pato e nel frattempo ci siamo portati a casa un’altra Champions. Non male direi.