Milan – Napoli 0-1: furto ad una squadra senza voglia, né ambizioni

E’ successo tutto stasera. Infortuni, stanchezza e furto. In una partita il riassunto della stagione del Milan e il motivo per cui dopo 18 giornate si dà ufficialmente il via alla fuga dell’Inter e all’addio al sogno scudetto che mai come quest’anno era fattibile – lasciato ad una squadra con una rosa più mediocre ma anche più atletica e più integra della nostra per il secondo anno consecutivo. 

La partita di stasera è l’esatta replica di Udine: vaccata, gol subito, niente in mezzo con l’avversario che cerca di sfruttare i tuoi errori e gol finale un po’ a culo dove stavolta il VAR decide di vivisezionare ed annullare. Cambia poco per noi ma non si può ancora una volta non far notare come nel dubbio l’arbitro decida di fischiare contro chi sai che non ti creerà problemi. L’accettare ancora una volta tutto questo è una grave mancanza di rispetto per i tifosi a cui chiedi di pagare il biglietto.

Questione infortuni: il Napoli ne aveva quanti noi, li ha gestiti meglio e ha portato a casa la partita. E’ inutile continuare a parlare di infortuni se l’allenatore continua talebanamente a giocare nella stessa maniera, inutile. La questione comunicazione degli stessi ha poi rasentato il ridicolo con le velinazze imbarazzanti nel giorno del prepartita. Ovviamente Theo Hernandez ha la febbre, gli altri dovevano recuperare 10 giorni fa ma finisce come Achille e la Tartaruga e guai a protestare perché causiamo infortuni. Una stucchevole narrazione da mulino bianco che manca di rispetto ai tifosi i quali a quanto pare non han diritto di sapere come stanno i propri giocatori.

La questione principale rimane il tecnico e in questa stagione rivedo la 2011-12. Non si rinnova un tecnico che non ha vinto niente così durante la stagione. Lo scorso anno sei arrivato secondo – devi puntare a crescere e non a confermare la tua posizione. Hai fallito per pura gratitudine la possibilità di prendere un tecnico migliore grazie alla Champions League facendo lo stesso errore fatto da Fassone con Montella – vedi che la squadra si comporta in maniera uguale e premi pure con un rinnovo mentre stai andando fuori in Champions.

Se ci sono allenatori che non vincono nulla c’è un motivo. Pioli ormai fa bella figura con qualche partita nei momenti “alti” ma si è dimostrato inadatto nella maratona che è lo scudetto semplicemente perché incapace di gestire il gruppo e le energie fisiche cercando di sfruttare il massimo da ciò che ha. La difesa del Milan è tornata quella imbarazzante che prende un gol a partita e se prendi un gol a partita non vai da nessuna parte. L’attacco punta sulle giocate individuali di Leao, Theo e Rebic e quando ne manca uno si vedono tutti i problemi di questa squadra.

E qua arriviamo all’imbarazzante gestione societaria – a partire dalla questione contratti con Kessie che ripete Donnarumma e Calhanoglu ma gioca lo stesso in totale silenzio invece di dare un esempio per il resto della squadra con una bella tribuna, col risultato che il prossimo anno ci sarà un altro Kessie e così via. Il mercato estivo ad oggi è stato fallimentare semplicemente perché come già detto Giroud non è una punta abituata a segnare e la sostituzione di Calhanoglu – dove non era difficile trovarne uno migliore – non poteva essere Junior Messias perché hai provato a fare il colpo a fine agosto ma non ti hanno fatto la carità.

In tutto questo la cosa peggiore sono i tifosi a cui sta bene così, senza ambizioni, che hanno dimenticato cosa è il Milan e contenti di essere la nuova rometta/napoli dell’Inter, arrivando secondi e andando in Champions League a fare figuracce. Come lo fai un progetto graduale cannando acquisti e quando non sei in grado di rinnovare quei pochi che azzecchi? Si prendono per il culo i tifosi promettendo il futuro quando hai un presente adatto e non sei in grado – o non vuoi essere in grado di sfruttarlo fino in fondo.

E allora via signori, che ricominci il mulino bianco, che martedì ci raccontino che Brahim non gioca perché ha 37 e mezzo e giù a crederci, che si accettino le porcate, che non si sappia perché Tonali esce fisso al 60esimo, che non si faccia mezzo rinnovo di gente buona perché tanto “il collettivo conta di più” e si esaltino quelli di mezzi giocatori e mezzi allenatori che avevano zero offerte oltre al Milan. Poi mi raccomando, sorrisoni se si arriva quarti come fosse un miracolo – perché è questo che succede quando sei senza ambizioni se non quelle di bilancio. 

In fondo è poi quello che succedeva prima dell’avvio della cessione nel 2012-13, ma con un migliore ufficio stampa al contorno e una diversa visione dei tifosi. Contenti loro di pagare ancora il biglietto per una società senza ambizioni di vittoria. Una società che non farà saltare nessuna testa se regalerà la seconda stella alla rivale cittadina, capace di sostituire tre pedine fondamentali con tre scarti rimanendo la stessa.

MILAN – NAPOLI 0-1

RETI: 5? Elmas (N).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dall’86’ Kalulu), Tomori, Romagnoli, Ballo-Touré; Kessie, Tonali (dal 79? Bennacer); Messias (dal 79? Castillejo), Brahim Diaz (dal 63? Giroud), Krunic (dal 63? Saelemaekers); Ibrahimovic. All. Stefano Pioli.

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Malcuit, Rrhamani, Juan Jesus, Di Lorenzo; Anguissa, Demme (dal 54? Lobotka); Lozano (dal 78? Politano), Zielinski (dal 78? Ounas), Elmas (dall’86’ Ghoulam); Petagna (dal 78? Mertens). All. Luciano Spalletti.

ARBITRO: Davide Massa di Imperia.

AMMONITI: Di Lorenzo (N), Malcuit (N).

SPETTATORI: 54.467

Udinese – Milan 1-1: indecente

E’ la replica della partita di San Siro dello scorso anno quella che va in scena al Friuli col Milan che presumibilmente dice addio alle speranze scudetto pareggiando nel finale con il solito Ibrahimovic. Onestamente non ho parole per descrivere quanto visto perché di calcio se ne è visto poco, male e brutto. Il Milan è sceso in campo con lo stesso errore della partita con il Sassuolo e – copiando proprio dal postpartita in quella occasione

Se continui a poter giocare solamente in quel modo alla fine non vincerai nulla. Il Milan così si anticipa pressando alto e chiudendo la prima linea di passaggio – tutte le occasioni più pericolose del Sassuolo sono arrivate in questo modo: palla persa, resto della squadra alta in zona inutile e Sassuolo che si trova in contropiede perché sottopalla sei in inferiorità

Oggi è successa esattamente la stessa cosa sul primo gol subito. Tutti avanti a cazzo di cane, Bennacer che perde palla, Udinese che si trova in superiorità numerica e insacca l’1-0. Ancora una volta troviamo un turnover forse eccessivo considerato che la partita infrasettimanale non la avremo con Bakayoko che è semplicemente inadatto a questo livello. Davanti Ibrahimovic fa quel che può e se è vero che è lui che trova la magia del pari, è anche vero che ha sbagliato due tiri che un attaccante che prende 7 l’anno non dovrebbe sbagliare.

Ad oggi il Milan non ha fatto quello step in più rispetto allo scorso anno dove riusciva ad ottenere risultati solo grazie al mix tra condizione fisica e tecnica della squadra. Continua ad avere un serio problema di infortuni su cui nessuno parla con giocatori che spariscono con tempi di recupero inspiegabilmente lunghi e a rischiare un turnover oltre misura.

Il Milan non ha un piano B. Non sa cambiare lo spartito quando manca la gente che strappa o quando questa è sottotono. Finiscono direi oggi i sogni scudetto con queste condizioni ed è preoccupante pensare che Bakayoko è stato preso per fare il titolare a Gennaio dove avremo tre big-match senza essere in grado di farlo. Il problema è che alla proprietà e alla dirigenza attuale del risultato sportivo interessa poco – la priorità è che la squadra finisca in qualche modo nelle quattro in modo da poter incassare e tenere il bilancio in ordine.

UDINESE (3-5-2): Silvestri; Becao, Nuytinck, Perez; Molina, Arslan (25′ st Jajalo), Walace, Makengo, Udogie (16′ st Zeegelaar); Beto, Deulofeu (25′ st Success). A disposizione: Padelli, Carnelos, De Maio, Soppy, Samardzic, Forestieri, Nestorovski, Pussetto. Allenatore: Cioffi

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Hernandez; Bakayoko (1′ st Kessie), Bennacer (1′ st Tonali); Saelemaekers (24′ st Castillejo), Diaz (36′ st Maldini), Krunic (1′ st Messias); Ibrahimovic. A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Toure, Gabbia, Kyatengwa. Allenatore: Pioli

ARBITRO: Fourneau di Roma 1

MARCATORI: 17′ pt Beto (U), 47′ st Ibrahimovic (M)

NOTE: Espulsi: 50′ st SUccess (U) per comportamento non regolamentare. Ammoniti: Perez, Deulofeu, Zeegelaar (U), Castillejo. Recupero: 1′ pt, 6’st.

 

Milan – Liverpool 1-2: testa alta un cazzo

Il Milan finisce il girone di qualificazione all’ultimo posto – quarta fascia era e quarto è finito. Chi si illudeva con questa formazione di poter battere il Liverpool sognava troppo: battere una squadra atleticamente migliore e con un gioco consolidato come gli inglesi era al limite dell’impossibile. Nella partita di stasera sarebbero sicuramente serviti Leao e Rebic il cui risultato, però, resta quello di non pervenuti causa infortuni. Per il resto fare un tiro in porta contro le riservissime del Liverpool è sicuramente una cosa che non può essere positiva e su cui riflettere.

Arriviamo a questo punto della stagione con 29 infortuni muscolari ed un discreto numero di infortunati che non possono essere casuali. Infortuni che ci sono costati la stagione nella partita di Oporto, persa per 1-0 e che chissà quanto ci potranno costare in chiave primo posto. Eppure né la dirigenza né la società hanno per il momento rilasciato dichiarazioni mentre i canali semiufficiali parlano di sfiga.

Klopp stasera ha dimostrato ancora una volta perché è uno dei migliori allenatori del mondo mentre Pioli non ha mai vinto niente. Il Liverpool è stato atleticamente superiore, è stato tatticamente superiore. I gol ce li siamo fatti da soli e in particolare il secondo è molto grave perché nasce da un passaggio orizzontale in difesa che è roba che non si dovrebbe fare nemmeno alle scuole calcio. Avevo avvisato su Twitter di non illudersi dopo l’Atletico Madrid perché il Liverpool è un’altra cosa e così è stato.

Il calcio del Liverpool è semplice: aggressione, recupero, ripartenza. Supportato dalla tecnica e dalla testa dei giocatori. E’ ad esempio passare il pallone immediatamente avanti dopo il recupero, non temporeggiare in difesa, muoversi velocemente, tutte cose che noi non siamo in grado di fare ad alto livello e che per vincere la Serie A possono bastare ma il Milan deve ambire ovviamente ad altro. 

Quello che rimane incomprensibile è una tifoseria che fischiava Montolivo, Bonera, Constant, Muntari quando il girone di Champions però lo passavano. Fischiava Seedorf e Pirlo e si esalta per gente che ad oggi non ha vinto né dimostrato nulla. Qua c’è un solo campione, Ibrahimovic, un campione perché la Serie A è ormai al livello del campionato scozzese o turco – ed infatti in Champions League non ha combinato nulla, zero, nada.

Ora la domanda è alla società rendendosi conto del livello della rosa operare correttamente: fino a quando il Milan può giocare senza una prima punta giovane di livello e che faccia tanti gol? Fino a quando i giocatori in scadenza vengono messi in campo underperformando invece di essere mandati in tribuna a dare un esempio? Come si pensa di gestire la situazione infortuni? Non è che c’è qualche giocatore che pensa di essere arrivato? Fino a quando si starà zitti ogni volta che l’arbitro ci danneggia?

La mia paura è che questa squadra rischi seriamente di essere un istant team: Ibra ci sarà ancora per poco e non si pensa a sostituirlo, Kjaer si è rotto ma era ormai a fine carriera. Il centrocampo perderà Kessie e così via. Non si vive di soli prospetti e abbiamo visto l’impatto di un solo giocatore di talento a fine carriera sulla mentalità.

Il danno economico e di immagine che c’è stato vincendo una sola partita su sei impatterà sui ricavi e sicuramente – si spera – non piacerà a chi gestisce il club. Se devi tornare per fare queste figuracce in Europa allora questo Milan non è diverso dall’ultimo, tanto criticato, che giocava questa competizione per prendere i soldi e scappare via. Ma con un ufficio stampa nettamente migliore. 

MILAN – LIVERPOOL 1-2

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Kalulu (20′ st Florenzi), Tomori, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Tonali (14′ st Saelemaekers); Messias, Brahim Diaz (14′ st Bennacer), Krunic (38′ st Bakayoko); Ibrahimovic. A disp.: Jungdal, Tatarusanu; Ballo-Touré, Gabbia; Maldini. All.: Pioli.

LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; N. Williams (48′ st Bradley), Konaté, Phillips, Tsimikas; Oxlade-Chamberlain, Morton, Minamino (48′ st Woltman); Salah (19′ st Keita), Origi (35′ st Fabinho), Mané (20′ st Gomez). A disp.: Kelleher; Alexander-Arnold, Davies, Matip, Norris, Robertson; Dixon-Bonner. All.: Klopp.

ARBITRO: Makkelie (Olanda).

MARCATORI: 29′ pt Tomori (M), 36′ pt Salah (L), 10′ st Origi (L)

NOTE: Recupero: 2′ pt, 3′ st. 

Milan – Salernitana 2-0: palle a mollo

Non si poteva chiedere di meglio alla giornata odierna di una bella partita chiusa nel primo tempo e così è stato. Kessie dopo 5 minuti e Saelemakers alla ripresa han portato la gara in ghiaccio e da lì è stata pura accademia. La Salernitana, come il Genoa, si è rivelata veramente poca cosa e probabilmente indegna di appartenere alla categoria Serie A. I numeri parlano di una gara sostanzialmente dominata col rimpianto di non aver vinto con un passivo più largo viste le due parate decisive di Belec nella ripresa.

C’è poco da dire in gare così rivelatesi poco più di un allenamento. Qualche nota la porto circa Leao che dopo la gara di riposo mercoledì è tornato decisivo sul primo gol, saltando due uomini e portando Kessie al tap-in nella porta dei campani. Si è ripreso anche un Brahim Diaz oggettivamente a due facce: ha saltato uomini e creato occasioni ma ha sbagliato e parecchio in fase di conclusione.

Male ancora una volta Bakayoko che prende sempre giallo e che ancora una volta è stato l’anello debole del centrocampo. Purtroppo non posso giudicare Pellegri, giocatore su cui sono molto curioso ma che è uscito dal campo per infortunio anzitempo in quella che poteva essere la sua partita ideale per provare a segnare. Questo ci lascia terribilmente contati davanti con il solo Ibrahimovic che non può giocarle tutte per limiti di età anagrafica.

A natale mancano quindi solamente quattro partite: martedì ci si gioca l’ottavo col Liverpool, poi Udine ed una intera – ed importantissima – settimana di riposo prima di Milan-Napoli che sarà la partita più importante tra quelle che mancano prima di chiudere il girone di andata ad Empoli. Considerato che questa giornata l’anno scorso perdevamo con la Juventus, il Milan con la vittoria di oggi si riporta davanti a +1 sul cammino dello scorso anno, a 38 punti con una quota Champions che potrebbe abbassarsi rispetto allo scorso anno.

Ora, come dice il titolo, palle a mollo di fronte a Roma-Inter e Napoli-Atalanta. Vediamo dove siamo stasera alle 22.45 e poi testa a Milan – Liverpool. Troveremo di fronte la squadra peggiore possibile per il nostro modo di giocare: una squadra che gioca a ritmo altissimo e ti viene a pressare alto. Non sarà l’Atletico, sarà tutto il contrario.

Milan-Salernitana 2-0

MILAN: Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Theo Hernandez (dal 61′ Ballo-Toure); Kessie (dal 79′ Tonali), Bakayoko (dal 46′ Bennacer); Saelemaekers, Brahim Diaz, Leao (dal 46′ Messias); Pellegri (dal 15′ Krunic). All. Stefano Pioli.

SALERNITANA: Belec; Veseli, Gyomber, Bogdan, Ranieri (dal 79′ Jaroszynski); Zortea (dal 61′ Kechrida), Schiavone, Di Tacchio (dal 46′ Kastanos). Coulibaly; Ribery (dal 61′ Djuric); Simy (dal 61′ Bonazzoli. All. Stefano Colantuono.

ARBITRO: Antonio Giua di Olbia.

GOL: 5′ Kessie (M), 18′ Saelemaekers (M).

AMMONITI: Bakayoko (M), Di Tacchio (S), Djuric (S).

Genoa – Milan 0-3: ritorno ai tre punti

Nonostante il Genoa sia messo veramente male la partita di oggi non era per niente facile visto quanto successo domenica scorsa e visto anche l’inizio che ha visto Kjaer infortunarsi sperando non sia nulla di grave. In difesa è tornato Tomori e non è un caso che col suo ritorno sia migliorato qualcosa dietro e si finisca senza prendere gol.

E’ tornato Ibrahimovic perché il primo tempo di Genova segna una prestazione assoluta dello svedese a livello di gol ed occasioni create. E’ un primo tempo dove troviamo una squadra che per fortuna non ci corre e non ci asfissia come ha fatto il Sassuolo domenica concedendoci i nostri spazi. Dopo il vantaggio sicuramente gestiamo meglio di domenica scorsa evitando di sbilanciarci oltremodo e riuscendo ad essere più conservativi.

Il secondo gol lo segna Messias con un bel colpo di testa, partendo molto meglio di Saelemakers ormai in totale involuzione dopo il rinnovo. E’ un gol che è cercato anche se arriva da un rimpallo dopo l’azione partita dal tacco di Ibra stesso per Krunic. E’ bellissimo invece il terzo gol con Krunic che smarca Theo che poi trova Messias totalmente libero ad insaccare.

Nonostante il risultato troviamo però due nette occasioni per il Genoa trasformate in due parate enormi di Maignan (ma non rimpiangevamo Donnarumma?) che possono forse far preoccupare in ottica futura anche se la seconda deriva dall’ennesimo fallo non fischiato contro il Milan. Abbiamo anche oggi, purtroppo, assistito all’ennesimo metro incoerente volto a danneggiare i rossoneri nella gestione dei falli e dei cartellini (fischiato spesso e solo da una parte).

Bene Pioli a togliere Gabbia, ormai inadatto alla Serie A e da sostituire a Gennaio se si vuole rimanere competitivi. Dobbiamo affidarci ora a 21 giorni di Tomori-Romagnoli sperando che non succeda assolutamente nulla in queste partite che mancano da qua alla sosta. A Gennaio occorre rinforzarsi adeguatamente per competere per il titolo che con una Inter sempre più sospinta a rigori e questo Napoli è e rimane un obiettivo credibile. Ora recuperare bene per la Salernitana, partita importantissima visti gli scontri diretti delle altre.

GENOA-MILAN 0-3
Marcatori: 10’ Ibrahimovic, 45+2’ e 61’ Messias.

GENOA (3-5-2): Sirigu; Vanheusden, Masiello (dal 77’ Bani), Vásquez; Ghighlione, Sturaro (dal 46’ Hernani), Badelj (dal 62’ Galdames), Rovella (dal 77’ Portanova), Cambiaso; Bianchi (dal 62’ Bianchi), Ekuban. A disp.: Marchetti, Semper; Biraschi, Sabelli; Behrami, Touré; Buksa. All.: Shevchenko.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Kalulu, Kjær [dal 4’ Gabbia (dal 46’ Florenzi)], Tomori, Hernández; Tonali (dal 76’ Saelemaekers), Kessie; Messias, Díaz (dal 76’ Bakayoko), Kruni?; Ibrahimovi? (dal 60’ Pellegri). A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Conti; Leão, Maldini. All.: Pioli.

Arbitro: Sacchi di Macerata.

NoteAmmoniti: 31’ Gabbia, 67’ Masiello, 73’ Rovella. .Recupero tempo: 4’ 1T, 3’ 2T.

Milan – Sassuolo 1-3: l’ha persa Pioli

Inqualificabile e vergognosa partita che porta la seconda sconfitta di fila in campionato contro un Sassuolo che è venuto a dominare a San Siro. Il Milan ha fatto e perso la stessa partita vista a Firenze contro la Fiorentina ed è gravissimo perché vuol dire che quella partita è stata vista come un incidente di percorso e non come qualcosa da cui ripartire. Il Sassuolo che non vinceva da un mese è venuto a fare la partita della vita, come troppo spesso fanno le squadre provinciali che pensano più a fare punti dove non devono farli che al proprio torneo.

Il problema di queste partite è il modo di giocare. Il famoso “Piolismo” contro la Roma lo abbiamo già visto fare in Serie A a Zeman, poi a Leonardo. Non è un modo di giocare che funziona, non è un modo di giocare che ti fa vincere qualcosa – ogni squadra può e deve avere un piano B e il Milan non ce l’ha. Se continui a poter giocare solamente in quel modo alla fine non vincerai nulla. Il Milan così si anticipa pressando alto e chiudendo la prima linea di passaggio – tutte le occasioni più pericolose del Sassuolo sono arrivate in questo modo: palla persa, resto della squadra alta in zona inutile e Sassuolo che si trova in contropiede perché sottopalla sei in inferiorità. E’ impensabile continuare a giocare come se in fase difensiva, pressati, non si possano mai commettere errori.

Ma parliamo del turnover. Tonali e Kalulu sono due dei migliori del periodo, sono due giovani eppure sono due che continuamente vengono sostituiti. La cosa non ha senso considerato l’età dei due meno soggetta all’alternanza e nessuno chiede al nostro allenatore di rendere conto della cosa. Partire con Bakayoko e Florenzi, guarda caso i peggiori, è il peccato originale. La cosa doppiamente grave è che nonostante tutto eri riuscito pure ad andare in vantaggio 1-0 e lo hai fatto perché hai continuato a giocare come fossi 0-0 o sotto, il gol preso arriva dall’impuntarsi a giocare la palla corta nella nostra metà campo nonostante l’inferiorità numerica con l’errore di Bakayoko.

Il Milan è passato dal giocare a calcio ad andare tutti avanti a caso. Il Milan della prima parte di stagione è scomparso totalmente – forse perché è mancata la condizione fisica, ma non sono sicuro sia solo questo. E’ il momento di tornare a giocare a calcio e non continuare lo stesso copione che non funziona più con determinati giocatori fuori o fuori condizione.

E’ inutile fare le lavagne tattiche ed esaltarsi per i 6 giocatori nella metà campo avversaria se questo si traduce andando in barca ogni volta che per stanchezza o pressing avversario perdi la palla nella tua metà campo. Le occasioni del Sassuolo oggi nascono così esattamente come le nostre occasioni in campi come quello di Bergamo – tattica e migliore condizione atletica, una cosa che ti può far vincere delle partite e te le può far vincere bene ma che alla lunga non ti fa vincere niente. E infatti Pioli in carriera non ha mai vinto niente.

Ribadisco quanto scrissi un paio di post fa. Pioli ha già fatto oltre il suo limite per questa squadra, ma rientrati nella Formula 1 non dai la macchina in mano ad un pilota di Formula 3 – che è la stessa cosa che fece l’Inter quando da Spalletti passò a Conte per l’ultimo e definitivo salto di qualità. Sarebbe gravissimo e senza ambizioni visti gli avversari quest’anno accontentarsi di un posto nelle prime quattro e dire che le altre sono più forti, perché non lo sono.

MILAN – SASSUOLO 1-3 

Milan (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (23′ st Pellegri), Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Bennacer (15′ st Tonali), Bakayoko (1′ st Kessiè); Saelemaekers (35′ st Kalulu), Diaz (1′ st Messias), Leao; Ibrahimovic. A disp.: Tatarusanu, Mirante, Gabbia, Conti, Ballo-Tourè, Krunic, Maldini. Allenatore: Pioli

Sassuolo (4-3-3): Consigli; Muldur, Ayhan, Ferrari, Kyriakopoulos; Frattesi (35′ st Toljan), M. Lopez, Matheus Henrique (35′ st Harroui); Berardi (35′ st Traorè), Scamacca (14′ st Defrel), Raspadori (44′ st Chiriches). A disp.: Pegolo, Satalino, Rogerio, Peluso, Magnanelli. Allenatore: Dionisi

Arbitro: Manganiello

Marcatori: 21′ pt Romagnoli (M), 24′ pt Scamacca (S), 33′ pt aut. Kjaer (S), 21′ st Berardi (S)

Ammoniti: Bennacer, Hernandez, Tonali, Kjaer (M), M. Lopez, Raspadori (S)

Espulsi: Romagnoli (M)

 

Atletico – Milan 0-1: il miracolo del Messias

Partiamo da un presupposto: il Milan era più forte dell’Atletico. Lo era già all’andata e lo abbiamo visto tutti per 30 minuti prima che Cakir decidesse di fare lo show. Lo ha dimostrato al ritorno dove ha giocato come una grande europea in casa di una grande europea cogliendo quella vittoria che mancava da Celtic-Milan 0-3 del 26 novembre 2013, ovvero 2920 giorni fa.

Delle tre avversarie del girone si sapeva già che questa sarebbe stata quella a noi più congeniale per il suo modo di giocare: bus dietro e lasciarci giocare palla, niente pressing asfissiante e ripartenza. Un po’ quello che ha fatto Mourinho con la Roma e in parte la Fiorentina sabato scorso. Non quello che ha fatto il Porto che infatti segna due gol direttamente dopo una palla persa (anche se con recupero falloso) e nemmeno il Liverpool dove siamo stati noi a dover fare una partita del genere.

Partita che pensavo fosse andata e male sui cambi – ancora una volta Kalulu e Tonali vengono tolti nel momento in cui sono i migliori in campo. Bakayoko non pervenuto e con Ibra che entrava al posto dell’infortunato Giroud quando l’unica speranza sembravano essere lui e Leao serviti magari da Tonali e Brahim. Dopo i cambi infatti caliamo anche se il gol lo avremmo meritato prima – fino a quel momento infatti la squadra gioca bene ma ne esce spuntata.

L’Atletico forse si scopre troppo anche perché noi caliamo e scoprendosi troviamo noi in ripartenza le migliori occasioni. Ne abbiamo una clamorosa proprio con Messias che sbaglia a servire Bakayoko invece di Brahim e poi c’è il gol che è una giocata tutta di Kessie dove Messias stesso è bravo a farsi trovare libero ed insaccare alle spalle di Oblak. E’ un risultato che sinceramente rispecchia l’andamento della partita che il Milan ha dominato ed è andato a vincere da grande europea in casa di una grande europea.

Si è spesso dipinto il Milan come inadatto alla competizione e/o squadra che deve crescere dimenticando la buona partita di Anfield e le porcate arbitrali successive. Senza Cakir oggi il Milan avrebbe 7 punti e l’Atletico 3. Considerando che i due gol del Porto erano da annullare ne avrebbe addirittura 11 con il Porto a 1. La stampa che non vede l’ora di celebrare il funerale del Milan dovrà aspettare dimenticando che arrivare a giocarsi la qualificazione da debuttanti in quarta fascia in questo momento e con questi arbitraggi è una vera impresa.

Continuo a pensare che le altre sedicenti italiane difficilmente avrebbero fatto meglio di noi così come continuo a pensare che difficilmente ci qualificheremo visto che il Liverpool rimane una spanna sopra il resto del girone e tra le favorite alla vittoria finale. C’è da dire che la vittoria di stasera potrebbe riaprire una inaspettata ipotesi Europa League dove questo Milan potrebbe essere tra le favorite – ma sappiamo già dallo scorso anno quanto questa coppa porti via energie preziose.

L’obiettivo principale quindi deve essere vincere qualcosa, che sia scudetto o El, per fare una Champions League da prima fascia l’anno prossimo e costruire ranking e credibilità con avversari più facili. Godiamoci l’ultima partita nonostante si sia cercato di sminuire ad ogni costo il Milan approfittando degli avversari del girone e pensiamo a domenica prossima perché con il Sassuolo sarà durissima e non bisogna togliere il focus dall’obiettivo principale.

ATLETICO MADRID – MILAN 0-1

Atletico Madrid (3-5-2): Oblak; Savic, Gimenez, Hermoso (19′ st Lodi); Llorente, Lemar (19′ st Correa), Koke, De Paul (33′ st Vrsaljko), Carrasco; Suarez (33′ st Cunha), Griezmann (36′ st Kondogbia). A disp.: Lecomte, Herrera, Gonzalez. All.: Simeone

Milan (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu (20′ st Florenzi), Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Tonali (20′ st Bakayoko); Saelemaekers, Diaz (33′ st Bennacer), Krunic (20′ st Messias); Giroud (21′ st Ibrahimovic). A disp.: Mirante, Desplanches, Bennacer, Ballo-Touré, Maldini, Leao, Gabbia. All.: Pioli

Arbitro: Vincic

Marcatori: 42′ st Messias

Ammoniti: Llorente (A), Giroud, Bakayoko, Hernandez (M)

Fiorentina – Milan 4-3: regalata

Come con il Porto anche oggi è una partita regalata. In primis dallo staff medico che ci dovrebbe spiegare come è possibile l’assurda sequela di infortuni dei nostri giocatori e se la soglia del dolore di alcuni dei nostri (non credo che si tenga Tomori fuori per un’ancata e il non aver schierato Romagnoli mi puzza parecchio. La Serie A non è per signorine e bisogna vedere quanti giocatori potrebbero giocare e quanto è alta la soglia precauzionale – di certo non può più essere un caso quello che si è visto al Milan.

Se lo staff medico ha le sue colpe oggi non si può non parlare di Pioli. La scelta inspiegabile di Gabbia dall’inizio e l’aver levato i due giocatori migliori in campo (Tonali e Kalulu) grida vendetta soprattutto considerato che sono due ragazzi che possono benissimo giocare 40 minuti. Poi ci sono gli errori individuali – troppi – per una Fiorentina di Italiano che ha letto ancora una volta il modo di giocare del Milan e ci ha lasciato come unica soluzione il lancio lungo.

Proprio per questo non si capisce il continuo ostinarsi a giocare la palla in area, specialmente dopo quanto successo al derby. Nel momento in cui hai Ibra e Giroud davanti te lo devi dimenticare – ormai lo hanno capito e vengono a pressarci alto sempre e comunque. E’ una tecnica che porta più problemi che soluzioni e che ha causato due gol subiti nelle ultime due partite. E’ il problema di questo Milan dove una banda di giocatori che non ha vinto niente si sente immediatamente forte e dribbla anche i fili d’erba.

A livello individuale Leao ed Ibrahimovic davanti si sono mangiati l’impossibile prima di tornare in partita con un errore di Bonaventura e una giocata individuale di Hernandez. Ma la squadra poi è completamente sbracata sui cambi. Messias non ha senso e soprattutto non ha senso togliere Tonali. Nel finale, anche grazie a Guida di Torre Annunziata, che non può arbitrare il Napoli ma può arbitrare il Milan in lotta col Napoli, la Fiorentina riesce a perdere tempo e poi addirittura a segnare grazie ad un altro errore di Gabbia sul fuorigioco. 

Questo è purtroppo il Milan dello scorso anno che è una squadra che concede troppo e che si basa sull’atletismo che non puoi mantenere per una intera stagione a quei livelli – basta vedere come sono calati Diaz e Saelemakers. Le riserve non ci sono perché si è lavorato tardi e male e con una proprietà che vede una eventuale vittoria di trofei un collaterale non previsto con l’obiettivo di rimanere nelle quattro per prendere i soldi. Spiace perché se c’è un anno con la possibilità di vincere qualcosa è questo.

Il punto finale è semplicemente quindi che aspetterei a rinnovare il contratto a Pioli perché Pioli è questo da sempre, così come alla Lazio e all’Inter. Ti fa un gruppo, ti fa fare bene, ma se non ha mai vinto niente c’è un motivo. Se c’è solo la possibilità di prendere un allenatore vincente grazie alla qualificazione alla Champions League per il secondo anno consecutivo (se arriverà) pensarci, anche prima dell’organico.

Chiudo dicendo di prepararvi ad un brutto periodo: non vinciamo da 3 partite, mercoledì probabilmente saranno 4, la squadra è in evidente calo fisico ed i fantasmi della scorsa stagione stanno tornando vivi. Guardate bene il distacco dal 5° posto e occhio all’Atalanta che è come sempre in linea per fare il girone da 45 punti al ritorno.

Fiorentina-Milan 4-3

FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Odriozola, Venuti, Igor, Biraghi; Bonaventura (24′ st Castrovilli), Torreira, Duncan (48′ st Maleh); Callejon (24′ st Nico Gonzalez), Vlahovic, Saponara. A disposizione: Cerofolini, Rosati, Frison, Terzic, Amrabat, Benassi, Di Stefano, Munteanu, Sottil. Allenatore: Italiano

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Kalulu (12′ st Florenzi), Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Tonali (29′ st Bennacer), Kessie; Saelemaekers (12′ st Messias), Diaz (12′ st Giroud), Leao (35′ st Krunic); Ibrahimovic. A disposizione: Desplanches, Mirante, Ballo-Toure, Romagnoli, Bakayoko, Pellegri. Allenatore: Pioli

ARBITRO: Guida di Torre Annunziata

MARCATORI: 15′ pt Duncan (F), 46′ pt Saponara (F), 15′ st Vlahovic (F), 17′ st e 22′ st Ibrahimovic (M), 40′ st Vlahovic (F), 51′ st autogol Venuti (F)

NOTE: Ammoniti: Castrovilli (F), Theo Hernandez (M). Recupero: 2′ pt, 6′ st.

Milan – Inter 1-1: un punto contro il Sistema

E’ un pari che tutto sommato è giusto per quanto visto in campo ma è un pari che non è stato facile ottenere visto che come prevedibile Doveri era stato mandato per fare il sicario e ha fatto il sicario. Il rigore dell’1-0 è una vergogna paragonabile al gol di Muntari per il dolo, una di quelle cose che in epoca VAR speri di non voler vedere. Per il resto Doveri ha fatto esattamente come con la Juventus – ha fermato sul nascere ogni recupero nostro di palla con falli di soccorso e ha consentito il wrestling dall’altra parte e ad oggi Doveri è l’unico arbitro che è riuscito a fermare il Milan in questo campionato, due volte.

Il Milan comunque il primo tempo lo domina per 44 minuti al netto dei rigori – il secondo è anch’esso frutto di un errore arbitrale, ma non oggi, di una settimana fa perché se al posto dell’inadeguato al calcio di serie A Ballo-Touré lì ci fosse stato Theo Hernandez parleremmo d’altro. Il rigore totalmente inventato ha messo la gara esattamente come la voleva fare l’Inter: catenaccio e contropiede. Per fortuna abbiamo pareggiato subito e forse lì abbiamo commesso l’errore di essere troppo coraggiosi nonostante per noi il pareggio non fosse da buttare

Nel secondo tempo partiamo più raccolti e i primi 25 minuti sono quelli dove l’Inter crea meglio anche se non arrivando mai al tiro. La partita la spacca di nuovo l’uscita di Barella e il rientro di Rebic col Milan che crea due occasioni nette con Ibrahimovic e Kessie rimettendo in carreggiata una partita che rischiava di sfuggire dopo due salvataggi sulla linea a botta sicura dei nostri.

Per il resto la partita ha detto che non c’è questo divario tra noi e loro che continuamente i media marottiani pieni di colletti bianchi di Interspac stanno dipingendo. Il Milan continua a essere a +7 sui prediletti dai giornalisti (insieme ai gobbi, ma mentre là è ragione di sponsorizzazione qua è di tifo) e non riescono a darsi spiegazioni. Si esalta il Napoli, non il Milan. Il Milan è ancora considerato lì per caso, ad ogni big-match la grande favorita dai quotisti è l’avversaria. I big match finiscono con 3 vittorie tra Romane ed Atalanta e due pari con Inter e Juventus, in attesa del Napoli a fine mese. 

Non so cosa debba succedere ancora perché questa squadra inizi a godere di adeguata considerazione da parte della stampa nostrana, probabilmente serve qualche giornalista di parte – ma se sei milanista non ti fanno lavorare a quei livelli nelle redazioni. Serve invece una reazione diversa da parte della società Milan perché il primo rigore è figlio della preparazione della partita da Roma in poi dove il Milan sta zitto e si fa passare come favorito in una partita a Roma dove subisce l’errore più importante. E’ un rigore figlio di una compensazione che Doveri vuole dare contro il Milan dopo la partita di Roma.

Andiamo alla sosta con 11 punti sul quarto posto – un ottimo vantaggio – ed un calendario che dopo la difficile Fiorentina a Firenze (anche se con entrambi i centrali squalificati) vede Sassuolo, Genoa, Salernitana ed Udinese prima del big match col Napoli. E’ il momento di recuperare le energie dopo la sosta e cercare di capitalizzare perché la prossima giornata vede ben tre big-match con Lazio-Juventus, Fiorentina-Milan ed Inter-Napoli sul calendario.

Milan (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Tomori, Ballo-Touré (1′ st Kalulu); Kessie, Tonali (26′ st Bennacer); Diaz (14′ st Saelemaekers), Krunic (38′ st Bakayoko), Leao (14′ st Rebic); Ibrahimovic. A disp.: Mirante, Gabbia, Conti, Florenzi, Maldini, Giroud, Pellegri. All.: Pioli

Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni (38′ st Dimarco); Darmian (31′ st Dumfries), Barella (23′ st Vidal), Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko (31′ st Correa), Martinez (38′ st Sanchez). A disp.: Radu, Ranocchia, D’Ambrosio, Kolarov, Gagliardini, Vecino, Sensi. All.: S. Inzaghi

Arbitro: Doveri

Marcatori: 11′ rig. Calhanoglu (I), 17′ aut. De Vrij (I)

Ammoniti: Ballo-Touré (I)

Milan – Porto 1-1: siamo noi i primi a non crederci

Non mi è piaciuta. Non mi è piaciuto il secondo tempo e l’arrendevolezza a cui abbiamo assistito nel finale con cambi in primis che lasciavano trasparire un “attendiamo il derby”. Togliere Leao per Daniel Maldini, togliere Tonali e non Bennacer, mettere dentro Krunic, lasciare Saelemakers hanno dato la sensazione che in questa partita ci si accontenta dell’1-1 e via così, perché eravamo a zero punti. Inutile da dire che siamo fuori anche grazie alla UEFA che replicando la gara d’andata sul gol del Porto non fischia il fallo a Bennacer.

Da qua in poi si prova a giocare come in campionato: tutti avanti. Non è il campionato e quello che fai a Roma con la Roma che ti lascia la palla qua non lo puoi fare. Qua si gioca a pressare alto, quello che di solito facciamo noi e ci siamo trovati a soffrire qualcosa che ci saremmo dovuti aspettare e gestire. Solo due parate di Tatarusanu evitano poi che il Porto faccia il secondo. Nota a margine sul primo gol: a volte bisognerebbe marcare a zona – due da una parte e palla dall’altra da dilettanti.

Quello che mi fa più incazzare è stato il secondo tempo dove i problemi sono stati due. In primis una squadra spesso rinunciataria o forse impaurita sul giocare il pallone con i giocatori che temporeggiavano invece di giocarla subito (l’esempio del gol annullato ad Ibra con un tempo perso di gioco che è determinante spicca su tutti) – in secondo luogo un atteggiamento rinunciatario della panchina con alcuni cambi molto discutibili. Il più discutibile di tutti è sicuramente quello finale che “grazia” Leao di otto minuti per mettere in campo Daniel Maldini. Praticamente finiamo in dieci.

Spicca come atteggiamento sulla paura del resto della squadra Kalulu che dopo la sostituzione con Calabria non ha avuto paura di andare avanti, intervenire e giocare palloni. Il gol arriva proprio da lui che tira in porta e viene premiato da una deviazione. Dal resto mi aspettavo molto di più soprattutto dopo quanto visto con l’Atletico fino al rosso a Kessie. Fino a quel momento era una squadra che giocava a calcio anche in Champions, dopo sembra aver mollato i remi in barca. Sembrano loro, insomma, i primi a non crederci.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria (1′ st Kalulu), Tomori, Romagnoli, Hernandez; Tonali (22′ st Kessie), Bennacer; Saelemaekers, Brahim Diaz (22′ st Krunic), Leao (40′ st Maldini); Giroud (31′ st Ibrahimovic). A disposizione: Jungdal, Mirante, Gabbia, Bakayoko, Kjaer. Allenatore: Pioli

PORTO (4-4-2): Diogo Costa; Joao Mario, Pepe, Mbemba, Sanusi; Otavio (41′ st Toni Martinez), Grujic, Oliveira (28′ st Vitinha), Luis Diaz (34′ st Bruno Costa); Evanilson (34′ st F. Coinceiçao), Taremi (40′ st Aquino Costa). A disposizione: Manafá, Gomes, Marchesin, Ramos, Nanu, Cardoso, Vieira, Corona. Allenatore: S. Conceiçao

ARBITRO: Turpin (Fra)

MARCATORI: 6′ pt Luis Diaz (P), 15′ st aut. Mbemba (M).

NOTE: Ammoniti: Tomori (M); Grujic, Mbemba, Vitinha, F. Coinceiçao (P). Recupero: 2′ pt e 3′ st.

 

 

Partita falsata? Si, dal rosso a Theo Hernandez. Basta pianti, zitti e rosicare.

Tocca fare un altro intervento dopo la più grande valle di lacrime mai vista in seguito alla partita di ieri sera. Era impensabile solo arrivare a vedere ciò considerato che l’episodio che ieri sera ha falsato la partita è passato in sordina ed è il non fallo su Krunic che porta al rosso di Theo Hernandez. Solo due fuorigioco millimetrici e quel rosso ieri hanno impedito alla Roma di aggiungere un’altra goleada alla loro piccolissima storia.

E’ evidente che bruci. Brucia un Milan a sette vittorie consecutive, a 31 punti su 33. Brucia ai gobbi perché nel bene o nel male noi siamo la loro rivale, la loro vera rivale – quella a cui hanno impedito per anni di andare in Champions e se torna sono cazzi. Brucia ai nerazzurri perché d’altronde hanno l’ossessione persino ad un complimento di troppo, figuriamoci se possono tollerare che si parli così del Milan. Napoli e Roma per anni hanno sfruttato la ricreazione delle milanesi per occupare posti che non gli spettano per storia, con qualificazioni CL che alla fine han anche danneggiato il calcio Italiano. Il Milan lì dà fastidio a tutti. Si è parlato meglio dell’Atalanta di Gasperini che di questo Milan eppure questo Milan all’Atalanta di Gasperini è superiore da un anno e mezzo.

Se c’è una squadra che dovrebbe alzare la voce dopo la partita di ieri sera è proprio il Milan. I pozzi avvelenati in vista del derby ci sono e ci sono perché si ha il coraggio di omettere dalla moviola un episodio che non ha falsato una partita ma ne ha falsate ben due per tirare fuori un mezzo rigorino che c’è voluta la lente di ingrandimento e ancora non si capisce cos’era. 

Ci vuole coraggio. Ci vuole tanto coraggio soprattutto dai romanisti. E allora dico a te – caro tifoso della Roma che stai leggendo: con che coraggio ti aggrappi agli errori arbitrali in una partita dove il primo tiro in porta l’hai fatto al novantesimo? Con che coraggio parli di un mezzo rigorino Kjaer-Pellegrini che esiste solo quando la Juventus deve pareggiare (e Kjaer qua a differenza di Dumfries prende prima la palla) il quale sarebbe stato un clamoroso regalo per un risultato che non meritavi? Con che coraggio fai finta di non vedere che sei stato rimesso in partita proprio da Maresca con quel rosso?

Solo contro il Milan si può vedere discusso un rigore SOLARE come quello Ibanez-Ibrahimovic, un rigore dove Ibrahimovic sposta la palla e viene sgambettato impedendogli di andare al tiro. Solo contro il Milan si può sentire parlare di rigore su un mezzo contatto come quello. Solo contro il Milan non si possono dare meriti ad una squadra che sta rivoluzionando il modo di giocare a calcio in Italia. 

La scenata di Mourinho coi tifosi al seguito è vergognosa, disonesta e antisportiva così come la sua squadra ieri sera a condizionare l’arbitro dal primo all’ultimo minuto con urla, spinte, accerchiamenti. E’ disonesto parlare di Maresca in una partita dove lo stesso Maresca ti ha consentito di giocartela con un rosso completamente inventato. E’ vergognoso parlare di arbitri quando ieri sera l’unico risultato giusto era una vittoria larga del Milan.

Ancora una volta ci troviamo contro tutti e tutti e ancora una volta dobbiamo lottare contro un sentimento popolare anti-Milan dettato dal non avere quote in editori e televisioni. Ancora una volta speriamo che tutto questo fumo che si solleva sia la nostra forza fino alla fine di questo campionato. Questa invidia, questo continuo livore che si sente ogni volta ancora una volta ci sta facendo godere tantissimo.

Roma – Milan 1-2: sei sempre tu Maresca

Come previsto all’Olimpico va in scena un’altra vergogna arbitrale targata Maresca. Il Milan esce con una vittoria in 10 vs 11, come lo scorso anno col Parma. Non avevo dubbi nemmeno in 10 vs 11 di portarla a casa perché tra le due squadre oggi ci sono quattro categorie di differenza. Il gol della Roma arriva troppo tardi per provare qualcosa nonostante i cambi di Pioli che ricordano il mitico Boateng per Bocchetti di Inzaghiana memoria col Torino: nell’ultimo quarto d’ora di fatto il Milan rinuncia e si arrocca a difendere: il risultaot è che Tatarusanu subisce il primo tiro in porta al novantesimo e questo la dice molto sul Milan di stasera e sulla differenza con questa Roma anche in 10 vs 11.

Ancora una volta, purtroppo, il nostro avversario non è l’avversario in campo. Come a Bergamo Maresca è salito in cattedra e ha portato a termine la missione di cacciarne fuori almeno uno in ottica derby. I due ammoniti erano stati selezionati nel primo tempo con due ammonizioni abbastanza ridicole: Ibra e Theo. Pioli è stato pronto a togliere Ibrahimovic, meno con Theo Hernandez ma è semplicemente assurdo che si debba arrivare a questo ogni volta con noi, è assurdo che si debba arrivare a dover togliere gli ammoniti per paura di colpi di testa dell’arbitro.

A livello prettamente tecnico il Milan ha fatto la partita che ci si aspettava contro le squadre di Mourinho che ti lasciano palla e lo ha fatto anche grazie alla supremazia di Ibrahimovic. I due gol annullati per millimetri dicono molto sulla superiorità in campo del duo Ibra-Leao. Solamente il fallo non fischiato a Krunic che ha portato poi il contropiede e il secondo giallo a Theo poteva riaprirla e far sembrare questa Roma una squadra di calcio.

A proposito della Roma: veramente brutta e veramente antisportiva. Non si può giocare una partita di calcio sempre e comunque a falciare l’avversario da dietro finché dopo il rigore l’arbitro te lo consente. A condizionare sistematicamente con proteste e aggressioni con un nervosismo degno del suo allenatore che ha portato ad un metro poi iniquo. Solo così vista la netta inferiorità la Roma poteva provare a far qualcosa.

Ora pensiamo al derby e al prossimo sicario che verrà mandato per fermare questi ragazzi straordinari. Alla società dico solo una cosa: se è stato concesso che Orsato ed Abisso non abbiano arbitrato l’Inter per anni chiediamo anche noi il diritto di non avere Maresca per un periodo di tempo eguale a quello concesso ai nerazzurri. C’è una squadra che gioca a CALCIO in Italia e c’è una classe arbitrale che le sta provando tutte per fermarla.

Roma-Milan 1-2

RETI: 25? Ibrahimovic (M), 57? rig. Kessié (M), 90’+3? El Shaarawy (R).

ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio 5; Karsdorp 6 (dall’80’ Shomurodov sv), Mancini 6, Ibanez 5, Vina 5 (dal 68? Carles Perez 6); Cristante 6, Veretout 5,5; Zaniolo 6,5, Pellegrini 7,5, Mkhitaryan 5 (dal 46? Afena-Gyan 6,5); Abraham 5 (dal 63? El Shaarawy 6,5). All. José Mourinho 5.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu 7; Calabria 7, Kjaer 8, Tomori 7, Theo Hernandez 5,5; Kessie 7, Bennacer 6,5 (dal 76? Tonali sv); Saelemaekers 5,5 (dal 68? Ballo-Toure 5,5), Krunic 6 (dal 76? Bakayoko sv), Leao 6,5 (dal 76? Romagnoli sv); Ibrahimovic 7,5 (dal 58? Giroud 5,5).  All. Stefano Pioli 7.

ARBITRO: Fabio Maresca di Napoli.

AMMONITI: Zaniolo (R), Karsdorp (R), Ibrahimovic (M), Theo Hernandez (M), Mancini (R), Tomori (M), Kessié (M).

ESPULSO: 66? Theo Hernandez (M) per somma di ammonizioni.

Milan – Torino 1-0: brutta e sporca

E’ una partita differente, forse vicina a quel Sampdoria-Milan d’esordio più che alle altre che abbiamo visto. Il Torino, contrariamente all’usanza delle medio-piccole negli infrasettimanali schiera l’artiglieria pesantissima in campo e si mette a fare la partita forte anche del giorno in più di riposo rispetto a noi. A sorpresa, però, una palla sporca ci porta in vantaggio con Giroud che è bravissimo a spizzare un colpo di testa di Krunic su un calcio d’angolo.

Da lì in poi il Toro fa la partita e noi ripartiamo, fino alla fine. E’ una partita prevalentemente difensiva dove soffriamo ma è anche vero che di occasioni clamorose il Torino ne ha una su cui sarebbe probabilmente arrivato un giudizio del VAR. Portiamo a casa tre punti nella miglior partita del Toro di quest’anno ed è un segnale comunque visto che se vuoi vincere qualcosa a fine anno devi vincere anche queste partite qua.

La cosa che preoccupa è il fatto che questa prestazione ha dato seguito (negativo) a quanto visto col Bologna ovvero ad un Milan ben lontano da quello visto vs Lazio ed Atalanta su cui ho zero dubbi che porterebbe via i tre punti anche da Roma domenica sera – e preoccupa perché arriva in un momento in cui abbiamo tre partite difficili l’una dietro l’altra intervallata dal ritorno col Porto.

A livello individuale un po’ sottotono Tonali che viene infatti sostituito perché ammonito nell’intervallo anche se Bakayoko al suo posto oggettivamente non fa meglio. Tre stagioni fa ci mise molto a carburare – probabilmente non è più lo stesso giocatore e sono perplesso sul suo uso in questo sistema di gioco. Davanti malino Leao che non può giocarle tutte ovviamente e si inizia a sentire l’assenza di Rebic e Diaz che in un paio di situazioni in campo aperto avrebbero potuto fare comodo.

Abbiamo ora grazie all’anticipo quattro giorni pieni prima di andare a Roma che sarà insieme al derby crocevia della stagione. Difficile uscire davanti al Napoli dopo lo scontro con l’Inter visti i calendari, anche se provarci non costa nulla, ci garantiamo una possibile distanza di sicurezza dopo questi due scontri che andranno a quasi esaurire i nostri scontri diretti per il girone di andata. 

Una piccola nota: solo in Italia viene concessa al Torino l’aggressività vista in campo. Giocatori in possesso spostati e presi a spallate, falli e duelli fisici spesso premiati oltre il limite della correttezza. Anche questo fa capire come il calcio italiano sia indietro rispetto agli altri paesi.

MILAN-TORINO 1-0
Marcatori: 13’ Giroud.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Tomori, Romagnoli (dal 46’ Kjaer), Kalulu (dal 46’ Theo); Kessie, Tonali (dal 65’ Bakayoko); Saelemaekers, Krunic (dal 65’ Bennacer), Leao; Giroud (dall’86’ Ibrahimovic). A disp.: Mirante, Jungdal, Conti, Gabbia, Maldini, Pellegri. All.: Pioli.

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Bremer, Buongiorno (dal 45’ Rodriguez); Singo (dal 74’ Vojvoda), Lukic, Pobega, Aina (dal 79’ Zaza); Linetty (dal 54’ Praet), Brekalo; Belotti (dal 54’ Sanabria). A disp.: Berisha, Izzo, Zima, Baselli, Kone, Warming, Rincon. All.: Juric

ARBITRO: Aureliano

Noteammoniti: 5’ Buongiorno. 10’ Romagnoli, 24’ Singo, 34’ Kalulu, 56’ Pobega, 92’ Bakayoko. Recupero tempo: 4’ 2t.

 

E la Juve VAR: il metro arbitrale è un problema del calcio italiano

E’ andato in scena ieri sera a San Siro quella che viene comunemente strapompata come la partita di riferimento della Serie A all’estero – quando lo è in realtà solamente in Italia in quanto incontro tra i sostenitori dei padroni del sistema calcio e la squadra più tifata dai colletti bianchi nell’ambiente mediatico. Sulla partita onestamente c’è poco da dire, l’abbiamo vista tutti, è stata di una bruttezza inenarrabile. Di fatto una ha fatto un gol su rimpallo dopo che il tiro di Calhanoglu ha preso il palo ed è stato deviato da Locatelli, l’altra su rigore. Era gara da 0-0, è finita 1-1.

Non è però sull’aspetto tecnico che mi vorrei soffermare bensì sull’uso della tecnologia. Il VAR in Italia ed in Europa è stato discusso, modificato ed ancora discusso. Andiamo a soffermarci sull’attuale protocollo che è di fatto quello modificato dalla UEFA nell’Europeo 2020 da Rosetti, ovvero non si interviene quasi più sui falli di mano (e in questo senso fu chiarissima Italia-Turchia proprio all’Europeo), le decisioni di campo vengono lasciate all’arbitro e il VAR non interviene sull’entità di un contatto.

Applicazione ieri: Atalanta-Udinese, l’Atalanta segna dopo aver recuperato palla con un fallo, l’arbitro ha visto, ha giudicato, il gol è buono. Lo abbiamo visto in maniera molto simile anche in Sampdoria-Inter sul secondo gol dell’Inter o anche in Milan-Verona sul rigore inesistente del Verona nato da un fallo non fischiato a Bennacer. La stessa cosa quindi è successa ieri sul rigore con il fallo di Dumfries che è stato visto e giudicato dall’arbitro non fallo – ergo il VAR non può intervenire e, anche questo, lo abbiamo visto due volte quest’anno in Milan-Verona dove il direttore di gara su due contatti sospetti sbracciò amabilmente per fermare l’intervento del VAR.

Mariani fa segno di proseguire

Capite tutti quindi che c’è un serio problema di fronte ad un protocollo probabilmente errato e ad una diversa applicazione dello stesso da parte di arbitri diversi in partite diverse. Il VAR doveva essere un livellatore che toglieva o cercava di ridurre il più possibile la componentistica dell’errore umano nel gioco del calcio. E’ diventato uno strumento che ha però messo in discussione il valore dell’arbitro centrale il quale rimane uno dei valori fondanti ed intoccabili del gioco. In altre parole una partita può essere arbitrata diversamente a seconda del metro di giudizio di arbitro e VAR.

A me sta bene che quel rigore sia stato dato. Perché quel rigore è netto, non c’è nulla da aggiungere. Sta di fatto che col protocollo attuale rimane la sensazione che quel rigore tu sei andato a cercarlo al video invece di seguire il protocollo e allora mi chiedo se con lo stesso metro, ad esempio, Milan-Verona non si sarebbe potuta chiudere prima visto che c’erano due mezzi rigori dello stesso genere su cui l’arbitro ha visto e il VAR non è intervenuto.

Se decidiamo che il VAR interviene sempre, come è stato nella prima parte del campionato 2017-18, dove effettivamente a discapito del tempo trascorso le decisioni venivano corrette a me sta anche bene: l’errore arbitrale non dovrebbe incidere sulla qualità del gioco e la componente soggettiva dovrebbe essere soffocata. Dico di più: l’arbitro principale dovrebbe essere non quello di campo, ma quello al monitor.

Occorre però una riforma profonda del regolamento che introduca in primo luogo il tempo effettivo evitando che in Serie A ad esempio si giochino 10′ effettivi in meno rispetto a Liga e Premier. Occorre introdurre la possibilità per l’arbitro di andare a rivedere un’azione dubbia senza che un altro arbitro gli dica di farlo altrimenti non può andare a rivederla ed infine occorre la possibilità di forzare l’utilizzo del VAR mediante chiamata dalla panchina. 

Sono parzialmente d’accordo con chi dice che non sarebbe VAR ma sarebbe moviola – ma controbatterei dicendo: e allora? Dov’è il problema? E’ meglio una moviola con qualche interruzione in più o l’attuale applicazione del VAR che passa da maglie larghe a strette a seconda della squadra e del momento? C’è di fatto una possibilità di rimozione dell’errore arbitrale nel gioco che non si vuole prendere in considerazione nel momento in cui si è riusciti a limitare il VAR per poter fare quello che si faceva prima, anzi meglio di prima.

Se si vuole trasparenza e credibilità nel movimento il VAR deve diventare una cosa oggettiva. Il VAR di Juventus-Inter che non manda l’arbitro a rivedere una simulazione clamorosa di Cuadrado non può essere il VAR di Inter-Juventus che manda a rivedere un mezzo contatto che l’arbitro aveva giudicato diversamente. Spetta a chi fa leggi e protocolli cercare di stabilire una uniformità che non dia la sensazione del mezzo usato ad uso e consumo per o contro qualcuno.

Tutto questo per dire occhio perché quelli sono a -10 ma stan provando qualsiasi cosa per farli risalire.

Bologna – Milan 2-4: all’inferno e ritorno

Era una partita già vinta, giocando anche malino. Il 2-0 del primo tempo ci portava in ghiaccio una gara anche oltre i nostri meriti rispetto a quanto visto sul campo. Leao aveva trovato l’1-0 dopo una deviazione di Medel e poi nel secondo tempo una mezza papera di Skorupski viene punita dalla reattività di Calabria. Potrebbe essere 3-0 ma Krunic viene atterrato poco fuori dall’area di rigore da Soumaro ed è primo – netto – rosso. Ce ne sarebbe un secondo per Arnautovic a fine primo tempo (secondo giallo) ma viene ammonito invece Tonali al suo posto. 

Il cambio porta Bakayoko nuovamente in campo al suo posto – forse temendo una espulsione di Tonali di ‘compensazione’ e il risultato è disastroso. Il Bologna trova un pari su autogol di Ibrahimovic (gli attaccanti non devono mai andare a saltare in questi casi) e poi subito dopo Barrow segna di nuovo in contropiede su una palla servita da Soriano il quale aveva ricevuto da Arnautovic dopo essersi smarcato da… Bakayoko.

La partita la sposta il secondo rosso su Ballo-Touré. Un fallo di Soriano nettissimo sulla tibia che non si poteva non vedere. Il Milan mette dentro Giroud e si permette le due punte anche se i palloni giocabili alle stesse sono poche. Uno è quello del francese che colpisce perfettamente di testa e impegna per la prima volta Skorupski. Non è una partita di squadra, diventa pericolosamente una partita di individualità e ognuno per se. Non è una partita di Milan Pioliano ma di Milan Allegriano – ed è una individualità a risolverla ovvero il tiro di Bennacer che al momento di gol in campionato ne aveva segnato uno, quello inutile nel 5-1 col Bologna di due stagioni fa.

Da questa partita ne usciamo con la consapevolezza del nostro periodo di difficoltà: abbiamo preso 5 gol nelle ultime 3 di fatto, alcuni evitabilissimi. Però ne usciamo anche con la consapevolezza che in emergenza senza Kessie, Rebic, Theo Hernandez e Brahim Diaz abbiamo portato a casa sei punti. Certo, avessimo preso un valido sostituto al posto di Messias probabilmente oggi staremmo parlando di altro visto che le difficoltà partono soprattutto da seconde linee non all’altezza.

Ora serve assolutamente che quei due tamponi tornino negativi prima del Torino (Claudio, aiutaci tu) e cercare di recuperare anche un po’ di gamba prima di un trittico terribile intervallato dalla sosta: Roma-Inter-Fiorentina. 

BOLOGNA – MILAN 2-4

BOLOGNA: Skorupski; Soumaoro, Medel (dall’87’ Orsolini), Theate; De Silvestri, Dominguez (dal 63? Schouten), Svanberg, Hickey (dal 63? Dijks); Soriano, Barrow (dal 63? Binks); Arnautovic (dall’83’ Santander). All. Sinisa Mihajlovic. A disp. Bardi, Sansone, Skov Olsen, Mbaye, Kingsley, Van Hooijdonk, Corbo, Vignato.

MILAN: Tatarusanu; Calabria, Kjaer, Tomori, Ballo Touré (dall’85’ Kalulu); Tonali (dal 46? Bakayoko), Bennacer; Castillejo (dal 46? Saelemaekers), Krunic (dal 59? Giroud), Leao; Ibrahimovic. All.  Stefano Pioli. A disp. Jungdal, Mirante, Conti, Gabbia, Romagnoli, Maldini.

RETI: 16? Leao (M), 35? Calabria (M), 49? aut. Ibrahimovic (B), 52? Barrow (B), 84? Bennacer (M), 89? Ibrahimovic (M).

ARBITRO: Paolo Valeri.

ESPULSI: 20? Soumaoro (B), 57? Soriano (B).

AMMONITI: Arnautovic (B), Tonali (M), Calabria (M), Saelemaekers (M).

Porto – Milan 1-0: il Piolismo si ferma a Ventimiglia

E’ stata sicuramente la peggiore partita del Milan in Champions League quella che segna la sesta sconfitta consecutiva nella competizione (nuovo record negativo). Una partita che ancora una volta è figlia di una prestazione negativa ma anche di un arbitraggio abbastanza imbarazzante che ha permesso un tipo di gioco falloso culminato con un gol convalidato nonostante un netto fallo su Bennacer. E’ forse una piccola vergogna considerato che lo stesso fallo al primo giro è costato un cartellino a Leao. Il Porto ha fatto sicuramente la partita, ma non risultano parate di Tatarusanu (di 18 tiri del Porto solo due centrano lo specchio della porta: il gol irregolare ed il palo). 

Di fatto il Milan ha perso due partite consecutive per due gol irregolari. Non so se paghiamo la questione Superlega o semplicemente l’assenza di potere nei palazzi italiani ed europei – ma di fatto siamo fuori anche oltre i nostri demeriti. Certo, il formato che ci ha messo in un girone dove difficilmente altre italiane con questi arbitri avrebbero fatto meglio ce la fa pagare e questo ci fa capire che per poter passare il girone occorre andare in fascia 1: ovvero vincere il campionato.

A livello di giocatori mancando tutti quelli che saltano l’uomo si è capita l’inadeguatezza di molti nel resto dell’organico. Ballo-Touré non può circolare ed è un grave errore estivo sopra tutti. Poi c’è l’attacco Giroud-Ibra che va bene in Serie A per le piccole ma non può circolare in Europa dove serve gente giovane e forte. Quelli che costano, insomma. Spero che oggi chi riceve complimenti anche oltre i propri meriti realizzi che ci sono ancora gravissime lacune in questa rosa e che serve investire su gente all’altezza per non essere ostaggio di infortuni delle prime linee.

Per quest’anno pensiamo al campionato che anche se contro la nostra storia sembra un obiettivo perseguibile – sempre che l’AJA di Torino lo permetta visto lo scempio di Orsato visto domenica sera con la Roma. Su questo sono preoccupato visto che abbiamo battuto con questi a fatica il Verona e servono rientri importanti subito per poter continuare la striscia di successi finora in auge in Serie A.

Rimane l’amaro in bocca e la consapevolezza di essere ancora molto distanti da dove dovremmo essere per la nostra storia. Sta alla dirigenza colmare il gap invece di spacciare il rame per l’oro oltre la misura attuale.

PORTO (4-4-2): Diogo Costa; J. Mario, Pepe, Mbemba, Wendell (1′ st Sanusi); Sergio Oliveira (22′ st Vitinha), Uribe, Otavio, Luis Diaz; Evanilson (22′ st Corona), Taremi (38′ st Toni Martinez). A disposizione: Aquino Cossa, M. Lopez, Grujic, Vieira, F. Conceição, Costa, Manafa, Marchesin, Marcano. Allenatore: Conceiçao.

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Tomori (13′ st Romagnoli), Kjaer, Ballo Touré (13′ st Kalulu); Kessie, Tonali (21′ st Tonali); Saelemaekers, Krunic (37′ st Maldini), Leao; Giroud (13′ st Ibrahimovic). A disposizione: Desplanches, Bakayoko, Jungdal, Gabbia. Allenatore: Pioli.

ARBITRO: Brych (Germania).

MARCATORI: 20′ st L. Diaz.

NOTE: Ammoniti: S. Oliveira, Uribe (P); Tomori, Giroud, Kalulu, Ibrahimovic, Leao (M). Recupero: 2′ pt e 5′ st.

Milan – Verona 3-2: tre punti contro l’AJA

Dopo l’avvisaglia di Bergamo oggi abbiamo assistito ad un altro tentativo di fermarci. Inspiegabile il rigore per il Verona, semplicemente inspiegabile e inaccettabile nell’era del VAR. L’intervento di Romagnoli su Kalinic non è calcio di rigore e prima di tale intervento c’è un fallo netto su Bennacer. Non è accettabile che il VAR dorma e non intervenga. Non è accettabile un arbitro che fa segno tutta la partita di aver visto lui per neutralizzare il VAR così come non è accettabile che né arbitro né VAR intervengano nel secondo tempo su due tocchi di pallavolo in area.

Anche oggi l’AC Milan di Milano sette volte campione d’Europa per poter vincere una partita si trova quindi contro due entità: la squadra avversaria e l’arbitro. Questo non può e non deve essere normale, non può e non deve essere accettabile. Capiamo che la Juventus deve recuperare dei punti in classifica perché è partita piano – ma così, veramente, è troppo. Come rimane la vergogna del rigore assegnato all’Atalanta oggi rimane la grossa vergogna del rigore assegnato al Verona. Due vergogne che non possono passare in silenzio e che non devono passare in silenzio.

Andiamo quindi alla partita con un grosso errore di formazione – anzi due. Se devi fare a meno per sfiga di Hernandez e Brahim oltre a Maignan non si può fare a meno degli altri giocatori decisivi in questa parte della stagione: Tonali e Leao. La formazione di partenza non presenta né l’uno né l’altro – ripropone il pessimo Daniel Maldini e tiene fuori anche Kalulu per far giocare Ballo-Touré. Il risultato è che vai sotto 0-1 creando pochissimo e che il gol parte proprio da un errore di Daniel Maldini.

Mi spiace che molti abbiano cambiato idea per un gol contro lo Spezia dove era stato bravo a farsi trovare lì dopo una prestazione insufficiente. Anche stasera si è capito che Daniel Maldini semplicemente non è un giocatore di Serie A e il fatto che sia parte dell’organico solamente per il cognome che porta è una piccola macchia su questo progetto. Il resto è Ballo-Touré che onestamente in questo momento non è giocatore del livello di questa squadra.

La partita la cambia l’ingresso di Leao – proprio come contro la Juventus arriva un cambio in anticipo dopo un infortunio a correggere un 11 iniziale che era totalmente sbagliato e che aveva permesso all’avversario di metterci sotto. Leao propizia l’1-2 e il Milan prende campo anche grazie a Krunic e Castillejo che sono freschi e danno intensità. Il fatto che non siano andati in nazionale ovviamente ha un forte impatto su questo rispetto ai compagni che hanno viaggiato in lungo e in largo (e qua errore mettere i due africani a centrocampo invece di far giocare Tonali).

Ora si va a Porto in condizioni ancora più emergenziali. Serve veramente il miracolo per provare a passare il turno in Champions League e sarebbe il caso di iniziare a farsi due domande, almeno per quest’anno, se non convenga fare come i cugini lo scorso anno e uscire presto dalla Champions per provare a concentrarsi sull’obiettivo italiano in attesa di tornare l’anno prossimo dalla porta principale della prima fascia.

Milan-Verona 3-2

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Romagnoli, Tomori, Ballo Tourè; Bennacer (33′ st Ibrahimovic), Kessie; Saelemaekers (1′ st Castillejo), Maldini (1′ st Krunic), Rebic (32′ pt Leao); Giroud (37′ st Tonali). A disposizione: Conti, Gabbia, Jungdal, Kalulu, Kjaer, Pellegri. Allenatore: Pioli.

VERONA (3-4-2-1): Montipò; Ceccherini (1′ st Sutalo), Gunter, Casale; Faraoni, Ilic, Veloso (15′ st Tameze), Lazovic (34′ st Cancellieri); Barak, Caprari (15′ st Simeone); Kalinic (18′ st Lasagna). A disposizione: Berardi, Bessa, Cetin, Hongla, Magnani, Pandur, Ruegg. Allenatore: Tudor.

ARBITRO: Prontera di Bologna

MARCATORI: 7′ pt Caprari (V), 24′ pt su rig. Barak (V), 14′ st Giroud (M), 31′ st su rig. Kessie (M), 33′ st aut. Gunter (M).

NOTE: Ammoniti Ballo Tourè (M); Ceccherini, Kalinic, Casale, Veloso (V). Recupero: 2′ pt e 4′ st.