E’ andato in scena ieri sera a San Siro quella che viene comunemente strapompata come la partita di riferimento della Serie A all’estero – quando lo è in realtà solamente in Italia in quanto incontro tra i sostenitori dei padroni del sistema calcio e la squadra più tifata dai colletti bianchi nell’ambiente mediatico. Sulla partita onestamente c’è poco da dire, l’abbiamo vista tutti, è stata di una bruttezza inenarrabile. Di fatto una ha fatto un gol su rimpallo dopo che il tiro di Calhanoglu ha preso il palo ed è stato deviato da Locatelli, l’altra su rigore. Era gara da 0-0, è finita 1-1.
Non è però sull’aspetto tecnico che mi vorrei soffermare bensì sull’uso della tecnologia. Il VAR in Italia ed in Europa è stato discusso, modificato ed ancora discusso. Andiamo a soffermarci sull’attuale protocollo che è di fatto quello modificato dalla UEFA nell’Europeo 2020 da Rosetti, ovvero non si interviene quasi più sui falli di mano (e in questo senso fu chiarissima Italia-Turchia proprio all’Europeo), le decisioni di campo vengono lasciate all’arbitro e il VAR non interviene sull’entità di un contatto.
Applicazione ieri: Atalanta-Udinese, l’Atalanta segna dopo aver recuperato palla con un fallo, l’arbitro ha visto, ha giudicato, il gol è buono. Lo abbiamo visto in maniera molto simile anche in Sampdoria-Inter sul secondo gol dell’Inter o anche in Milan-Verona sul rigore inesistente del Verona nato da un fallo non fischiato a Bennacer. La stessa cosa quindi è successa ieri sul rigore con il fallo di Dumfries che è stato visto e giudicato dall’arbitro non fallo – ergo il VAR non può intervenire e, anche questo, lo abbiamo visto due volte quest’anno in Milan-Verona dove il direttore di gara su due contatti sospetti sbracciò amabilmente per fermare l’intervento del VAR.
Capite tutti quindi che c’è un serio problema di fronte ad un protocollo probabilmente errato e ad una diversa applicazione dello stesso da parte di arbitri diversi in partite diverse. Il VAR doveva essere un livellatore che toglieva o cercava di ridurre il più possibile la componentistica dell’errore umano nel gioco del calcio. E’ diventato uno strumento che ha però messo in discussione il valore dell’arbitro centrale il quale rimane uno dei valori fondanti ed intoccabili del gioco. In altre parole una partita può essere arbitrata diversamente a seconda del metro di giudizio di arbitro e VAR.
A me sta bene che quel rigore sia stato dato. Perché quel rigore è netto, non c’è nulla da aggiungere. Sta di fatto che col protocollo attuale rimane la sensazione che quel rigore tu sei andato a cercarlo al video invece di seguire il protocollo e allora mi chiedo se con lo stesso metro, ad esempio, Milan-Verona non si sarebbe potuta chiudere prima visto che c’erano due mezzi rigori dello stesso genere su cui l’arbitro ha visto e il VAR non è intervenuto.
Se decidiamo che il VAR interviene sempre, come è stato nella prima parte del campionato 2017-18, dove effettivamente a discapito del tempo trascorso le decisioni venivano corrette a me sta anche bene: l’errore arbitrale non dovrebbe incidere sulla qualità del gioco e la componente soggettiva dovrebbe essere soffocata. Dico di più: l’arbitro principale dovrebbe essere non quello di campo, ma quello al monitor.
Occorre però una riforma profonda del regolamento che introduca in primo luogo il tempo effettivo evitando che in Serie A ad esempio si giochino 10′ effettivi in meno rispetto a Liga e Premier. Occorre introdurre la possibilità per l’arbitro di andare a rivedere un’azione dubbia senza che un altro arbitro gli dica di farlo altrimenti non può andare a rivederla ed infine occorre la possibilità di forzare l’utilizzo del VAR mediante chiamata dalla panchina.
Sono parzialmente d’accordo con chi dice che non sarebbe VAR ma sarebbe moviola – ma controbatterei dicendo: e allora? Dov’è il problema? E’ meglio una moviola con qualche interruzione in più o l’attuale applicazione del VAR che passa da maglie larghe a strette a seconda della squadra e del momento? C’è di fatto una possibilità di rimozione dell’errore arbitrale nel gioco che non si vuole prendere in considerazione nel momento in cui si è riusciti a limitare il VAR per poter fare quello che si faceva prima, anzi meglio di prima.
Se si vuole trasparenza e credibilità nel movimento il VAR deve diventare una cosa oggettiva. Il VAR di Juventus-Inter che non manda l’arbitro a rivedere una simulazione clamorosa di Cuadrado non può essere il VAR di Inter-Juventus che manda a rivedere un mezzo contatto che l’arbitro aveva giudicato diversamente. Spetta a chi fa leggi e protocolli cercare di stabilire una uniformità che non dia la sensazione del mezzo usato ad uso e consumo per o contro qualcuno.
Tutto questo per dire occhio perché quelli sono a -10 ma stan provando qualsiasi cosa per farli risalire.