Milan – Inter 0-0: dominio sterile

Finisce 0-0 la semifinale d’andata di un derby di Coppa, risultato a noi caro visti i precedenti e la validità del gol in trasferta, ma è un risultato che sa più di occasione sprecata visto che stavolta abbiamo dominato dal 1° al 90° minuto e pure con un miniturnover mentre dal lato interista giocavano i titolarissimi.

E’ un risultato che ci lascerà due risultati su tre al ritorno, ma è anche un risultato dove il Milan ha sprecato 2-3 palle gol nettissime (le più clamorose Theo e Saelemakers). La prestazione è nel complesso positiva – ma questo lo sapevamo già perché il Milan dà il meglio in queste partite e soffre le squadre che si chiudono.

L’Inter è stata squadra diversa. Non ha messo le due linee dietro come nel derby di ritorno chiudendoci ogni spazio – anzi, di spazi ce ne ha concessi diversi. Non so se sia un problema di forma visto che sembravano comunque anche un po’ sulle gambe ma sembra che la stessa Inter soffra a livello fisico questo particolare periodo: non sono sicuramente lo squadrone avanti anni luce a tutti che si descrive sui giornali.

Davanti si sta vedendo un piccolo fallimento delle campagne acquisti. L’involuzione di Rebic e Saelemakers rispetto all’anno scorso sta sostanzialmente rendendoci sterili negli ultimi 14 metri. Oggi dietro hanno fatto tutti bene, davanti tutti male. Persino Kessie ha fatto una buona partita, forse in cerca di un ritocco dell’ingaggio a Barcellona.

Anche oggi registriamo un torto arbitrale: Giroud cinturato in area da Skriniar, Mariani non giudica da penalty e neutralizza il VAR. Ormai ci siamo abituati – non fa notizia. Registriamo l’infortunio di Romagnoli che ci riporta ad avere Matteo Gabbia come prima riserva dell’organico. Domenica sera c’è la partita più importante della stagione fino a questo momento con un solo risultato possibile: la vittoria.

Milan Inter 0-0

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi, Tomori, Romagnoli, Hernández; Kessie, Bennacer; Saelemaekers, Kruni?, Leão; Giroud. A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Calabria, Gabbia, Kalulu; Bakayoko, Díaz, Messias; Lazeti?, Maldini, Rebi?. All.: Pioli.

INTER (3-5-2): Handanovi?; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovi?, Çalhano?lu, Periši?; Martínez, Džeko. A disp.: Cordaz, Radu; D’Ambrosio, Darmian, Dimarco, Gosens; Gagliardini, Vecino, Vidal; Caicedo, Correa, Sánchez. All.: Inzaghi.

Arbitro: Mariani di Aprilia.

 

Milan – Udinese 1-1: la Serie A è ancora Wrestling

Vi ricordate Milan-Lazio del 21 gennaio 2018? Cutrone segna un gol sfiorando col gomito – gol perfettamente regolare, mani involontario (non c’era ancora l’attuale regola) e giornali che invocano l’annullamento, chiedono la squalifica per antisportività e manca poco che si tirino in ballo esercito e parlamento. 

Ieri in epoca VAR è stato segnato un gol con la mano. Un fallo così evidente che persino il giocatore stesso che ha segnato non ha esultato. Le immagini non lasciano equivoci – il regolamento nemmeno: basta un semplice tocco di chi segna e il gol va annullato. Il tutto avviene contro la squadra che ha già perso 4 punti tra Spezia e Napoli in questo campionato per via dei fischietti.

Non c’è nulla di giustificabile: chi ha visto quelle immagini, un arbitro di Torre Annunziata e tifoso del Napoli in lotta per il titolo non ha avuto l’immagine o ha fatto finta di non vedere. E’ un episodio gravissimo, il terzo, derivante da un arbitro debuttante che ancora una volta viene mandato a “sperimentare” con la capolista. Viene da chiedersi se siano errori o se siano semplicemente esecutori di ordini, d’altronde è più facile giustificare la porcata di un esordiente che quella di un Orsato.

Per il resto il Milan resta la squadra più forte di questo campionato. Anche grazie al pari dell’Inter è ancora lì e dovrebbe avere sei punti in più. Resta lì nonostante le partite le debba vincere con 2 o 3 gol di scarto per evitare le porcate arbitrali, mentre ad altri sono concesse vittorie di misura e sofferenza, anche con gol dove poco prima viene fratturato uno zigomo all’avversario con una gomitata.

La notizia è che ieri ha parlato Maldini, troppo tardi, troppo poco. Oltre all’arbitraggio (manca anche un rigore su Leao dopo 12” e un rosso a Becao) c’è da registrare la vergogna di squadre come l’Udinese in Serie A. Squadre che con gli amici spalancano il tappeto rosso mentre ieri vengono deliberatamente a picchiare giocatori e perdere tempo – sia Leao che Theo hanno rischiato moltissimo ma come sempre cartellini non se ne sono visti.

Io non so più cosa dire ormai – è evidente che lo scudetto ci è stato scippato ma è anche evidente che non gliene frega niente a nessuno. In società pensano solo al bilancio, i tifosi sono diventati una banda di sportivoni da social pronti a spompinare le altre tifoserie con la logica che se giochi male meriti un torto arbitrale.

Rimane solo rassegnazione e speranza di portarsi a casa uno dei primi quattro posti. I trofei? La prossima volta.

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Romagnoli, Tomori, Hernandez; Kessie, Tonali; Messias (20′ st Saelemaekers), Diaz (40′ st Maldini), Leao; Giroud (20′ st Rebic). Allenatore: Pioli

Udinese (3-5-2): Silvestri; Becao, Marì, Perez; Molina, Arslan (45′ st Jajalo), Walace, Makengo (10′ st Pereyra), Zeegelaar (10′ st Udogie); Deulofeu, Beto (20′ st Success). Allenatore: Cioffi

Arbitro: Marchetti

Marcatori: 30′ Leao (M), 21′ st Udogie (U)

Ammoniti: Perez, Becao, Molina, Success (U), Leao, Rebic

Dieci anni di Wrestling

Dieci anni fa il gol di Muntari. Un episodio da non dimenticare. La punta dell’iceberg di una partita falsata in un campionato falsato. Una partita dove Ibrahimovic non poté giocare perché per un buffetto ad Aronica prese 3 giornate di squalifica – dove oltre a quel gol manca un rosso a Chiellini ed un rigore su Robinho.

Una partita in un campionato dove il Milan detenne il record di gol regolari annullati. Fiorentina-Milan, gol di Seedorf. Catania-Milan, gol di Robinho. Milan-Bologna, gol di Ibrahimovic. 8 punti in più che mancarono all’appello.

Quel campionato fu una brutta pagina per il calcio italiano – fu un esempio, in mondovisione, di come si poté manipolare nuovamente un torneo dopo la parentesi calciopoliana per far vincere una squadra nettamente inferiore. Di come si tornò non solo ad avvantaggiare la suddetta, ma anche a penalizzare le avversarie proprio come a quei tempi.

Quel campionato certificò lo strapotere bianconero fuori dal campo, uno strapotere che arrivò a concretizzarsi non solo sui giornali tornati feudo di una informazione nordcoreana (ricordate le letterine per Tevez?) ma anche e soprattutto all’interno della nostra società con la figlia del presidente utile cavallo di Troia per distruggerci dall’interno.

Mentre ella era convinta di prendersi il posto che gli spettava si distruggevano equilibri che avevano portato il Milan ad essere il Milan. Si facevano saltare trattative di mercato come Pogba per puro tornaconto personale. Si metteva in cattiva luce l’AD, si metteva il bilancio davanti a tutto cedendo chi aveva reso la squadra competitiva. Si organizzavano contestazioni in curva. Il tutto credendo di fare il bene del Milan, facendo però il gioco della Juve.

Quel gol e quel campionato ci lasciarono un Berlusconi demotivato e l’inizio del processo di smobilitazione e cessione. Quel gol ha cambiato la storia della Serie A rendendola giardino di una squadra, distruggendo quel poco che era rimasto del calcio italiano in Europa (dove solo la Juventus a culo fece due finali dimostrandosi di un livello nettamente inferiore all’avversaria).

Ad oggi il campionato è ancora così. Il gol di Messias è il nuovo gol di Muntari. Il wrestling è ancora tra noi e tornerà solamente quando il Milan – unica squadra fuori da ogni gioco di potere e di palazzo – riuscirà a vincere un titolo. A noi tifosi spetta tenere viva la memoria di cosa è stato e di cosa poteva essere se quel gol fosse stato convalidato ed il Milan avesse vinto il titolo. 

Salernitana – Milan 2-2: ecco lo psicodramma

La partita di stasera è l’ennesima spiegazione del perché con Pioli questo Milan farà belle partite ma non vincerà mai niente. E’ inaccettabile la settimana di festeggiamenti con vittorie, giorni liberi, rinnovi e poi dopo una intera settimana libera andare a Salerno a fare questa partita. E’ inaccettabile subire il gol del pari in questo modo con la squadra molla che non rientra e perde palla. Inutile dire che se per il titolo serviva un miracolo, ora siamo praticamente fuori.

Se fossero un pochino svegli ormai lo saprebbero che a differenza di Inter e Juventus con le quali ci sono rapporti commerciali e non, con noi ogni volta vogliono tutti fare la partita della vita. E’ inaccettabile, ma lo sappiamo e succede. Così come con Sampdoria, Genoa in Coppa e Spezia siamo scesi in campo pensando di aver vinto la partita – e la partita l’abbiamo riacciuffata con un tiro da fuori di Rebic nel finale.

L’attacco è stato sterile per 90 minuti, Giroud ha ricevuto pochi palloni, in area non abbiamo praticamente giocato. Leao è uscito nella giornata irritante in cui voleva risolvere tutto da solo anche a discapito dell’azione della squadra, Tonali ha giocato malissimo e Maignan ha contribuito con una cazzata sul primo gol. Partita che evidenzia il grosso problema mentale di questa squadra: bastano un po’ di gare buone che si sentono tutti arrivati e smettono di essere atleti.

Non ci sono squadre migliori del Milan a livello di organico in Italia. Si è visto nei big match dove i giocatori si motivano da soli e dove il Milan ha fatto meglio di tutti. Ma quando c’è da lottare contro squadre meno forti spesso viene fuori l’indolenza di giocatori che non sono abituati a vincere e non sanno come si lotta per farlo – è importante lavorare e tenere altissima l’attenzione sempre e qua si vede il lavoro in settimana in merito.

A livello offensivo c’è una netta involuzione della manovra quando ci troviamo contro squadre che decidono di spezzarsi in due, concedendoci il centrocampo ma tenendo la linea alta e venendo a pressare. La squadra non sembra ancora in grado di provare a servire il centravanti (Giroud) che viene servito poco e male agendo più come sponda per gli altri.

Per il resto tante scelte sbagliate e un arbitraggio come al solito criminale da Serie A dove a squadre come la Salernitana viene concesso di picchiare impunemente senza ricevere gialli che invece a noi vengono dati – tra cui un mancato rosso ad Ederson che da ammonito nel 2T spinge Theo Hernandez da dietro. 

Lo scudetto era ormai andato con lo Spezia – o meglio era ormai andato non rinforzando adeguatamente la squadra a Gennaio e comprando Messias. D’altronde non si può dare più di troppe colpe alla squadra quando è stata la società la prima a non crederci.

Salernitana-Milan 2-2 (primo tempo 1-1)
Marcatore 6’ Messias (M), 29’ Bonazzoli (S), 27’ st Djuric (S), 32’ st Rebic (M)
Assist: 6’ Theo Hernàndez, 29’ Djuric, 27’ st Mazzocchi
Salernitana (4-2-3-1): Sepe; Mazzocchi, Fazio, Dragusin, Ranieri; L. Coulibaly, Radovanovic (15? Ederson); Kastanos (24? st Obi), Bonazzoli (37? st Mousset), Ribery (24? st Perotti); Djuric (37? st Mikael). A disp: Belec, Jaroszynski, Veseli, Bohinen, Zortea, Kechrida, Gagliolo. All: Nicola
Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (28? st Florenzi), Tomori, Romagnoli, T. Hernàndez; Tonali, Bennacer (45? Kessié); Messias (28? st Saelemakers), Dìaz (16? st Rebic), Leao; Giroud. A disp: Tatarusanu, Ballo-Touré, Castillejo, Kalulu, Maldini, Krunic, Bakayoko, Gabbia. All: Pioli
Arbitro: Fabbri di Ravenna
Ammoniti: 35’ Bennacer (M), 7’ st Ederson (S), 15’ st Giroud (M), 25’ st Rebic (M), 29’ st Djuric (S), 38’ Romagnoli (M)

Milan – Sampdoria 1-0: niente psicodrammi

La partita aveva tutti i prodromi della classica occasione mancata a cui abbiamo assistito negli ultimi anni: sbloccata presto, non chiusa, portiere avversario che fa 3-4 parate decisive e risultato aperto fino alla fine. L’abbiamo portata a casa grazie ad una giocata di Leao servito direttamente da Maignan e da una difesa che non ha concesso praticamente nulla all’avversario (1 solo tiro in porta).

Giampaolo l’ha preparata bene perché comunque fino al giro di cambi finali al netto di quell’errore erano riusciti ad incartarci per bene, specie nel primo tempo dove il nostro possesso con quei difensori tenuti alti si era rivelato spesso molto sterile. L’arbitraggio di Chiffi ha decisamente aiutato la Sampdoria a rimanere viva praticamente negando al Milan ogni tentativo possibile di pressing e negando cartellini a Sensi spesso entrato per far male.

Nel finale la Samp va più alta e il Milan trova più occasioni, alcune negate da Falcone, altre da un Rebic totalmente sciupone che poteva compromettere tutto nel finale. Il cambio Leao-Rebic ha rischiato di compromettere la gara perché il portoghese nel finale poteva essere decisivo in quegli spazi, da capire se è stata una scelta tecnica oppure Leao ha avuto anche problemi fisici, che potevano essere preoccupanti.

Florenzi oggi ha avuto il compito più difficile, quello di sostituire Theo Hernandez da adattato. Si è sentita la mancanza del francese ma possiamo dire che è riuscito a strappare perlomeno una sufficienza. Bene anche i due centrali e Bennacer che è salito di livello dopo la coppa d’Africa dopo una prima parte di stagione deludente.

Ora – e solo ora – inizieremo a valutare il vantaggio di non giocare le coppe e riposarsi in settimana. Una settimana intera di riposo prima di Salernitana-Milan, un’altra prima di Milan-Udinese. Sei punti importantissimi da fare prima di Napoli-Milan dove valuteremo nuovamente la nostra classifica.

Milan-Sampdoria 1-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 7
‘ pt Leao (Mil)

Assist: 7′ pt Maignan (Mil)

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Romagnoli, Florenzi (dal 43′ st Kalulu); Tonali, Bennacer (dal 29′ st Krunic); Messias (dal 10′ st Saelemaekers), Brahim Diaz (dall’11 st Kessie), Leao (dal 11′ st Kessie); Giroud. A disp.: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Touré, Kalulu, Krunic, Kessie, Bakayoko, Castillejo, Saelemaekers, Maldini, Rebic All.: Pioli.

SAMPDORIA (3-5-1-1): Falcone; Bereszy?ski, Colley, Magnani; Conti (dall’8 st Vieira), Candreva (dal 39′ st Sabiri), Rincón (dal 27′ st Quagliarella), Thorsby ( dall’8 st Ekdal), Murru (dall’8 st Augello); Sensi; Caputo. A disp.: Audero, Ravaglia; Augello, Bonfanti, Ferrari; Ekdal, Sabiri, Trimboli, Vieira; Quagliarella, Supriaha. All.: Giampaolo.

Ammoniti: 10′ pt Rincon (Samp), 18′ pt Diaz (Mil), 25′ pt Romagnoli (Mil), 15′ st Bennacer (Mil)

Milan – Lazio 4-0: calcio con la C maiuscola

Abbiamo fatto sembrare facile una partita difficilissima. Una partita che arrivava dopo quella vittoria nel derby che portava via tante energie, soprattutto nervose, poteva portare un serio contraccolpo come già successe con il Sassuolo dopo l’Atletico. Non solo non è successo ma il livello di gioco è anche salito rimandando nelle tane tutti quelli che ieri avevano parlato subito di riscatto Inter per il 2-0 alla Roma.

Il Milan ha preso e rimandato Sarri a casa per la seconda volta in questa stagione. Era successo anche in campionato, seppur con un passivo più modesto. Partita dominata dall’inizio alla fine, Lazio totalmente inesistente e sparita dal campo a cui abbiamo concesso solamente qualche mezza occasione. Se c’è un neo è l’ammonizione a Tonali, totalmente evitabile, che ci priverà del nostro miglior centrocampista in questo momento nel derby d’andata in semifinale.

La formazione è di chi a questo trofeo ci sta puntando – in campo scende il miglior undici possibile e non si rischia Tomori che non ha i 90 minuti nonostante i rumors della vigilia. Andiamo in vantaggio con un assist di Romagnoli per Leao dopo aver immediatamente recuperato palla spezzando l’equilibrio – poi iniziamo a giocare e Giroud fa vedere un’altra doppietta in due minuti ai curvaioli della nord infiltrati nel settore ospiti.

Andiamo quindi a giocarci una semifinale contro l’Inter coi gol in trasferta e il ritorno in casa loro, chi vince giocherà probabilmente contro la Juve. Una semifinale che potrà avere risvolti positivi o negativi anche in chiave Serie A e che ci costerà parecchie energie considerato che sarà seguita in campionato dalle trasferte di Napoli e Lazio. Sarà solo in quel momento che scopriremo se l’all-in di oggi avrà pagato o meno.

Possiamo comunque dire che sembriamo stare benissimo dal punto di vista fisico, a tratti quelli dell’inizio di stagione. Sarà ora da capire se e quanto durerà questa condizione per non ritrovarsi più sulle gambe come successo a dicembre 2021: entriamo in una fase dove comunque al netto del Napoli avremo degli avversari più abbordabili contro cui giocare in campionato e non bisognerà perdere punti. A partire dalla Sampdoria domenica a mezzogiorno.

MILAN (4-2-3-1) – Maignan; Calabria (32′ st Tomori), Kalulu, Romagnoli, Hernández; Tonali (1′ st Bennacer) Kessie; Messias (16′ st Saelemaekers), Díaz, Leao (32′ st Maldini); Giroud (16′ st Rebic). A disp.: Mirante, Tatarusanu; Florenzi, Gabbia; Bakayoko, Castillejo, Krunic. All.: Pioli.

LAZIO (4-3-3) – Reina; Hysaj (16′ st Lazzari), Luiz Felipe, Patric, Marusic; Milinkovic-Savic, Cataldi (6′ st Leiva), Basic (6′ st Luis Alberto); F. Anderson (6′ st Pedro), Immobile (23′ st Moro), Zaccagni. A disp.: Adamonis, Strakosha; Floriani, Kamenovic, Radu; A. Anderson; Cabral, Romero. All.: Sarri.

ARBITRO: Sozza di Seregno.

MARCATORI: 24′ pt Leao (M), 41′ pt Giroud (M), 46′ pt Giroud (M), 34′ st Kessie (M)

NOTE: Ammoniti: Tonali (M); Luiz Felipe (L). Recupero: 1′ pt,0′ st.

Inter – Milan 1-2: più bello così

Non ci credevo prima di giocarla e non ci credevo ancora di più alla fine del primo tempo. L’immagine della nostra stagione sembrava essere quel primo tempo dove demotivati ci andava bene anche essere sotto 1-0. Maignan stava facendo miracoli, l’Inter aveva letto benissimo la partita – ci aveva lasciato il pallone tenendosi alto per poi ripartire sulle nostre palle perse dove aveva creato e molto. Il gol preso su calcio d’angolo al limite del dilettantesco sembrava essere già quello del KO. C’è invece stato il secondo tempo ed il secondo tempo ha ribaltato tutto.

Nella ripresa sono successe due cose: la prima è che l’Inter è calata ed è calata in maniera importante e inaspettata e la seconda è che noi siamo riusciti a crescere coi cambi. Il cambio che la svolta è quello di Brahim Diaz che a dire la verità aveva giocato bene anche le ultime ma non è partito dall’inizio per un Kessie sempre più pessimo e sempre meno professionale (e si, il fatto che sia tornato 6 giorni dopo l’eliminazione, conta).

Giroud è riuscito a fare quello che non ha fatto con la Juve: trasformare i palloni in gol. Oggi qualche palla gli è arrivata, non molte in più, ma il secondo gol è letteralmente un capolavoro da centravanti vero. L’Inter aveva probabilmente pensato che difficilmente gli avremmo segnato visto il primo tempo e si è limitata ad andare in controllo con 4 dietro fino al gol che gli ha totalmente scombussolato i piani.

L’Inter non è quella dello scorso anno e con Conte una partita così non la avrebbe mai persa. Restano i favoriti per il titolo per grazia ricevuta da Serra e dal nostro non mercato e la sensazione che veramente questo poteva essere l’anno per vincere qualcosa. Sarebbe anche ora di smetterla di dipingerli come il Real Madrid – se avessero avuto i nostri problemi covid/infortuni ora si parlerebbe di ben altra partita e rispetto allo scorso anno, soprattutto, sia all’andata che al ritorno i cambi hanno fatto la differenza a nostro favore.

Continuiamo quindi a guardare la distanza dal quinto posto che quindi rimane per fortuna dopo questa partita con una partita in meno a fine campionato e la guardiamo sperando che l’assenza di Theo Hernandez non diventi determinante nella prossima partita contro la Sampdoria. Domenica alle 12.30 sarà un’altra battaglia da non affrontare a cuor leggero come contro il Sassuolo dopo aver vinto a Madrid.

P.s. un saluto ad hakan ciapanoglu, oggi la partita l’ha decisa anche il suo sostituto al Milan.

INTER: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni (dall’82’ Darmian); Dumfries, Barella, Brozovic (dall’82’ Vecino), Calhanoglu (dal 73? Vidal), Perisic (dal 70? Dimarco); Dzeko, Lautaro (dal 70? Sanchez). All. Simone Inzaghi.

MILAN: Maignan; Calabria, Kalulu, Romagnoli, Hernandez; Tonali, Bennacer (dall’80’ Krunic); Saelemaekers (dal 46? Messias), Kessie (dal 58? Diaz), Leao; Giroud. All. Stefano Pioli.

ARBITRO: Guida.

AMMONITI: Romagnoli (M), Calhanoglu (I), Diaz (M), Bennacer (M), Skriniar (I), Krunic (M).

ESPULSO: Theo Hernandez (M) per grave fallo di gioco.

Il (non) mercato della vergogna e dell’assenza di ambizione

Vergogna. Non c’è una parola diversa per descrivere quanto accaduto a Gennaio 2022 riguardo al mercato del Milan. Milan che entrava nel mese di Gennaio a 4 punti dall’Inter e in piena lotta scudetto e ne esce costretto a guardarsi le spalle per non perdere nuovamente la Champions League dopo che l’avversaria principale (Juventus) si è rinforzata in maniera importante.

Il Milan doveva fare sul mercato un difensore e non lo ha fatto – questa è in primis la colpa più grave. Kjaer rientrerà solo l’anno prossimo da un infortunio che può anche aver compromesso la carriera mentre Romagnoli non rinnoverà il contratto. Con due dei tre titolari da rimpiazzare non bastano Kalulu e Gabbia e non basta nemmeno pensare di poter fare tutto un girone con i soli Romagnoli-Tomori affidabili.

A centrocampo si sapeva che ci sarebbero stati problemi vista la Coppa d’Africa – non solo non si è fatto nulla ma il giocatore preso per sopperire a queste assenze in estate ha visto scarsamente il campo, a certificare il simbolo di una campagna acquisti estiva fallimentare. A proposito di questo – è stato totalmente fallito il trequartista, proviamo a riparare anche lì? Nemmeno per idea. D’altronde vuoi prendere qualcuno che tolga spazio al raccomandato?

E’ molto, molto, pericoloso soprattutto per una squadra umorale come la nostra quello che è successo. Non si può chiedere un sacrificio ai tifosi a livello economico se poi nel momento in cui devi lottare per qualcosa sei tu il primo a non farlo. Una società ambiziosa avrebbe rinviato magari di un anno il traguardo della sostenibilità per capitalizzare ora il momento in cui la Juventus sta rifondando e provare a portare a casa qualcosa. 

Poi certo, si può parlare di progetto, si può parlare di estate ma le squadre non si fanno sulla carta e si lasciano lì a guardare. Chiunque pensi di costruire una squadra senza guardare ciò che gli succede intorno è un folle che di calcio capisce molto poco. I rinforzi non servono astrattamente ma servono anche e soprattutto per colmare il gap con le competitor quando possibile – una squadra forte X oggi potrebbe vincere perché c’è una squadra poco più forte di X, tra un anno no perché ci sarà una squadra molto più forte di X. 

L’errore di molti è continuare a guardare solo al proprio orticello dimenticando che il Milan è inserito in un sistema Serie A con competitor reali con cui devi confrontarti oggi per vincere qualcosa e non partecipa né alla gestion league, né al campionato di chi ricava più e meglio. Ci si dimentica che risultato sportivo e bilancio vanno di pari passo con la Champions League che è fondamentale in questo. 

Questo mercato va quindi essenzialmente confrontato con il 2011 dove arrivarono Van Bommel e Cassano che furono fondamentali nel girone di ritorno per portare a casa il titolo. Nel 2022 decidiamo invece di non sfruttare l’apice del nostro instant team che si è creato nel lockdown portandoci in casa Ibrahimovic e provare ad incassare nuovamente una qualificazione Champions non più così scontata come prima il tutto vedendo l’Inter con la seconda stella in tasca.

Non sottovalutiamo quindi la mazzata morale ai tifosi e sul gruppo squadra che può tradursi presto e concretamente in una striscia negativa di risultati sul campo. Il tutto in un contesto in cui il Milan che dovrebbe diventare autosostenibile perderà il terzo e il quarto giocatore senza incassare un euro da alcuna cessione, cosa che per uno sbandierato progetto sta iniziando a diventare un filo grave. 

La scusa del bilancio in ordine non dà alcun premio di partecipazione a coppe e scudetti – in primis perché tale bilancio in ordine non è: negli ultimi due esercizi il Milan ha perso 242 milioni. in secondo luogo perché visto quanto sta accadendo lato Inter e Juventus ci si rende forse conto che aspetto sportivo e finanziario finchè qualcuno quei soldi li mette sono sempre più slegati. D’altronde nessuno si preoccupava di bilanci quando alzavamo i trofei.

La mia preoccupazione rimane quindi a livello puramente sportivo: se fino ad ora si era visto un processo di crescita questo processo non sembra essere stato capitalizzato o finalizzato ad una vittoria sportiva, quanto rimasto lì fine a se stesso. Si parla di progetto, ma si sono visti oggettivi problemi come la perdita di giocatori a zero e l’incapacità di avere il coraggio di fare quanto fatto da Inter o Juve spesso in passato, vendere la stella e con quei soldi rinforzare la squadra.

Non si può parlare di progetto di player trading ma nel contempo non fare nemmeno quello – la Juventus ha appena pagato Vlahovic con Kulusevski e Bentancur, per esempio. Cosa devono attendersi i tifosi del Milan riguardo Leao e Theo Hernandez? Si proverà a rinnovarli? Fin quando giocheranno al Milan? Quali offerte può pareggiare il Milan? Nel momento in cui le richieste si potranno sostenere si proverà a muoversi per tempo o faranno la fine di Kessie? Cosa pensa il Milan quando chiederà ancora soldi a tifosi che hanno visto le partite allo stadio per 5 mesi coi tesserati che parlavano di titolo, con la speranza di vincerlo e quando per conquistarlo serviva un aiuto questo gli è stato negato dalla società?

Queste ed altre domande gettano una pericolosa aurea su questo mercato del Milan e in generale sul futuro della società. Non resta da augurarsi quindi il prima possibile che Elliott porti in pareggio questo maledetto bilancio in modo che il Milan venga venduto ad un compratore affidabile e ambizioso che renda onore alla sua storia di vittorie.

La fallimentare gestion league e i suoi sciagurati tifosi

La finestra di mercato dell’ultimo mese sta finalmente facendo svegliare le anime di molti tifosi sulle vere intenzioni di Elliott e del suo “progetto”. Non ci vuole ormai una scienza per capire che le ambizioni della proprietà sono quelle di sanare il bilancio il prima possibile, fare lo stadio e cedere – provare a vincere? Non esiste. I tifosi, specialmente quelli più giovani che non hanno idea di cosa sia un Milan vincente, si sono bevuti tutte le frottole come i romanisti della prima ora, contenti di fare finalmente comparsate ai piani alti dietro l’Inter esattamente come la Roma negli anni di Mourinho e Mancini o come il Napoli dietro la Juventus scudettata.

La frase che viene ripetuta più e più volte è sempre quella che non si può passare da fuori dalla Champions a vincere – dimenticando che il Milan ha fatto 79 punti finendo secondo lo scorso anno, che l’Inter ha ceduto due pedine importanti e che non è certo la Juventus dei 9 scudi di fila. Le vittorie non si pianificano, si prendono – è semplicemente stupido e inappropriato continuare a non considerare gli investimenti in funzione degli avversari che hai di fronte, in altre parole se il gap da colmare è piccolo vale la pena rimandare il pareggio di bilancio e provare a vincere invece di perdere un giocatore per un milioncino.

Non è nemmeno vero che in Italia non si possa fare il salto di qualità subito, anzi è più probabile questo del contrario. La Juventus di Conte arrivava da due settimi posti consecutivi. Il Milan che aprì un ciclo vincendo la CL a Manchester era due anni che quella coppa non la giocava – il Milan di Zaccheroni arrivava da un 11° e un 10° posto nei due anni precedenti. Insomma, non c’è nessuna garanzia che finire alle spalle di chi vince ti porti prima o poi un titolo.

Preso atto di questo è grave non provarci nel momento in cui in testa al campionato c’è probabilmente la peggior squadra che vincerà uno scudetto da tempo immemore. Arrivare secondo e non rinforzare adeguatamente la rosa è stato il segno principale che vincere qualcosa non interessa – d’altronde se vuoi vincere non tieni in panchina Pioli che non ha mai vinto niente e si vede spesso in alcuni suoi atteggiamenti o cambi o modi di giocare perché alla fine non vincerà mai niente.

Ad oggi il Milan si trova più o meno nella stessa situazione dell’Inter spallettiana o della Roma di Salah. Buone squadre che hanno vivacchiato al banchetto finchè potevano ma che appena hanno perso i giocatori buoni sono state ricacciate dietro senza tituli. E se è comprensibile non poter competere con quella Juve, lo è molto meno decidere di non competere con questa Inter priva di campioni. Consegnare così, senza colpo ferire, la seconda stella all’Inter è uno schiaffo in faccia ai tifosi rossoneri e alla rivalità cittadina.

Quanto sta accadendo in questi giorni sul mercato conferma ancora una volta che chi ha soldi li spende – anche indebitandosi per il futuro – ma intanto li spende e vince. Meglio vincere due volte e finire sesti/settimi per due o tre anni che finire quattro volte secondi. D’altronde se alla società interessasse vincere non si farebbe sistematicamente fregare da arbitraggio, calendari (tre volte a san siro 24h dopo l’Inter su tre occasioni!) e stampa, costantemente atta a sminuire il valore dei nostri e pompando onesti mestieranti altrove (immaginiamo un secondo se Tonali fosse stato della Juve…)

Si può vincere senza soldi, non si può vincere senza ambizione. La società non è esente da colpe sul mercato – Giroud ad esempio già si sapeva che era uno che non segnava mai mentre gente come Dzeko era molto più adatta al calcio italiano (e la Roma ha praticamente lanciato l’Inter verso il titolo regalandoglielo). La questione Messias è semplicemente da licenziamento immediato di chi si è ridotto a prendere la terza scelta all’ultimo giorno in un ruolo focale per il modulo – tanto valeva richiamare Bonaventura lasciato partire troppo presto per troppo poco e che in questo momento al Milan sarebbe titolare indiscusso.

Non dobbiamo dimenticare, infine, la situazione totalmente anomala per cui al Milan ci sono due persone che fanno il mercato (Massara e Moncada) più una lautamente pagata per fare il front-man per i tifosi (Maldini) il quale non è stato nemmeno in grado di trasmettere la cultura del lavoro alla squadra in due anni di Milan tanto che per fare questo lavoro abbiamo dovuto prendere un team manager da 7 milioni l’anno (Ibrahimovic) che giustamente vista l’età sta passando più tempo fuori che dentro al campo.

I nostri tifosi rimangono tuttavia contenti così come se anni di transizione verso la cessione, partita da quel furto del 2012, potessero giustificare il vivacchiare continuo alle spalle di chi vince. Come se l’illusione della programmazione potesse garantirti un successo futuro. Riempiamo gli stadi accontentandoci di qualche partita di bel calcio, poi a fine anno vediamo gli odiati rivali alzare trofei e i nostri giocatori andare via. Occhio: se non si investe a tornare quinti e tornare a perdere valanghe di soldi dovendo nuovamente ridimensionarsi ulteriormente ci vuole veramente poco.

La stagione si chiuderà con donnarumma e calhanoglu – minuscole volute – alzare un trofeo con le loro rispettive squadre, kessie probabilmente andare via a zero e Leao e Theo Hernandez andare in scadenza. Il bello di tutto questo, è che ora che lo guardo bene bene bene, mi sa che non c’è nemmeno il progetto. Non rimane che pregare che il bilancio torni in pari il prima possibile e si inizi a costruire lo stadio in modo da tornare ad avere la proprietà che questa squadra merita.

 

 

Milan – Juventus 0-0: l’Inter è campione d’Italia.

Finisce ancora una volta con un pareggio il big-match di San Siro, un pareggio che consegna il 20esimo titolo italiano all’Inter con Elliott e Maldini che saranno ricordati come gli uomini che hanno consegnato la seconda stella ai cugini in piena smobilitazione. La partita di San Siro certifica ancora una volta la mancanza di ambizione di un allenatore che è stato troppo presto rinnovato e che non ha mai vinto nulla. Non battere questa Juventus è imbarazzante per le nostre ambizioni e la partita vista oggi a San Siro ha detto esattamente questo.

Ha detto che il Milan continua a giocare solamente in un modo e quel modo Allegri lo ha neutralizzato con un bel bus e Dybala difensore aggiunto a marcare Leao. Poi è prevalsa la paura – è stato tolto Diaz ed è stato mantenuto dentro Krunic la cui partita definire pessima fino a quel momento era poco (mentre Diaz ha giocato molto bene, stranamente). Zero senso il cambio di Leao, unico che può fare qualcosa là davanti.

Il Milan ha fatto la partita senza mai essere pericoloso davanti ad eccezione di un paio di colpi di testa di Giroud. Proprio il modo di giocare del Milan che non è cambiato nemmeno con un campo di patate e con una juve tutta in difesa è stato il problema della partita. Non puoi entrare in porta con la palla con una squadra così, ci volevano più cross per la torre (e proprio un suo colpo di testa è stata l’occasione più pericolosa).

Ad oggi il Milan si avvia per lottare per una qualificazione Champions dopo essere stato preso a calci in culo nel girone europeo – risultato non migliorativo di quello dello scorso anno. E’ stato sbagliato l’acquisto dell’attaccante, perché si sapeva che Giroud non è un attaccante che fa tanti gol – è stato sbagliato quello di Messias. Non c’era bisogno di budget per capire che Dzeko in serie A è superiore al francese, per esempio.

Quello che fa più paura di questa società rimane l’assuefazione ad essere la nuova rometta che arriva seconda dietro l’Inter e vivacchia in coppa. Non c’è una minima ambizione di migliorare e/o di cambiare le cose continuando a vivere il presente come un eterno miracolo per cui tutti sono bravi. Non c’è nessuna richiesta di rendere conto dei risultati ottenuti a dirigenti, allenatori e giocatori. Non c’è alcuna reazione ai torti arbitrali – a proposito, oggi al minuto 3 manca un rigore netto su Calabria.

Regalare così uno scudetto alla peggiore Inter degli ultimi anni per organico rimane qualcosa di imperdonabile per ogni tifoso Milanista non assuefatto ai toni nordcoreani che parlano di gestion league e bilancio in pareggio facendoci credere che con il nuovo stadio miracolosamente tutto tornerà come prima. 

MILAN: Maignan; Calabria (dal 76? Florenzi), Romagnoli, Kalulu, Theo Hernandez; Tonali, Krunic; Messias (dal 61? Saelemaekers), Diaz (dal 61? Bennacer), Leao (dal 76? Rebic); Ibrahimovic (dal 28? Giroud). All. Stefano Pioli. 

JUVENTUS: Szczesny; De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Cuadrado (dal 65? Bernardeschi), Bentancur (dal 90? Rabiot), Locatelli (dal 65? Arthur), McKennie; Dybala (dal 90? Kulusevski), Morata (dal 74? Kean). All. Massimiliano Allegri. 

ARBITRO: Di Bello. 

AMMONITI: Locatelli (J), Leao (M), Messias (M).

 

Milan – Spezia 1-2: campionato falsato

Allora cosa si fa? Si sta ancora zitti? Il Milan questa partita l’aveva vinta 2-1 con gol di Messias se non fosse che si è visto uno scempio non giustificabile a livello di Serie A, ovvero un arbitro che decide di non assegnare la regola del vantaggio. La beffa arriva in contropiede, a tempo scaduto, con un giocatore che doveva essere espulso per tre volte e a cui non è mai stato dato il secondo giallo. E ancora una volta staremo zitti, ancora una volta in silenzio per rispettare lo stile Milan, ancora una volta nessuno difenderà la squadra davanti alle telecamere non mostrando alcun rispetto per i tifosi che pagano il biglietto.

Questa sera si è visto per l’ennesima volta un metro arbitrale a danno del Milan – e vi ricordo che nemmeno un rigore solare è stato dato in diretta, si è visto il VAR. Un arbitraggio che fa capire che si è già deciso chi deve vincere il campionato nonostante non sia nemmeno lontanamente la squadra più forte – e chi deve andare in Champions. Sembrano non averlo capito solamente i nostri dirigenti che credono che questo calcio sia pulito e non marcio fino al midollo. Nel giro di 24 ore all’Inter non è stato dato un rigore contro per mano di D’Ambrosio e al Milan è stato annullato un gol per un fischio prima che la palla fosse entrata – e c’è ancora gente che segue questa farsa chiamata Serie A.  

Ma parliamo di come ci siamo complicati la vita da soli – parliamo della scelta di far ammonire Tonali in diffida non memori della partita dello scorso anno, in piena emergenza centrocampo, per presentarsi nuovamente tutti dietro e palla ad Ibra. Parliamo di una società non in grado di tenere i giocatori durante la coppa d’Africa o rinforzarsi adeguatamente a prevenire queste situazioni – forse persino una società troppo onesta coi tamponi ai giocatori asintomatici, considerato che altri non si positivizzano mai – e una società che non chiama le ASL per farsi spostare le partite.

Insomma, vi chiedono semplicemente i vostri soldi per vedere la squadra allo stadio lottare per un obiettivo di cui a loro chiaramente non importa nulla, altrimenti farebbero carte false per raggiungerlo così come fanno dall’altra parte di Milano a cui riuscirà l’impresa di vincere con una squadraccia spacciata mediaticamente per la nuova Olanda del 1974. Sarebbe ora che il tifoso rispondesse con l’unica arma che ha: il botteghino. Continuare a versare soldi nelle casse di una società che non tutela nemmeno se stessa e quindi il suo tifoso ad oggi sembra una presa in giro.

Due cose a livello tattico: non aveva senso levare Saelemakers per Messias, non aveva senso ritardare il cambio di Calabria con una retroguardia che era 5 minuti che mostrava di essere in sofferenza. La mediocrità del signore in panchina (che giustamente non ha mai vinto nulla) fa pari con la paura e la mediocrità dell’attuale dirigenza. C’è da pregare di riuscire almeno a tornare in coppa, visto che la Juventus sta tornando la Juventus sia in termini di risultati che di fischi a favore. Nel mentre noi zitti, a goderci il progetto e la sostenibilità senza mai vincere nulla.

MILAN-SPEZIA 1-2
Marcatori: 45’+1 Leao, 64’ Agudelo, 90+5 Gyasi.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 70’ Calabria), Kalulu, Gabbia, Theo Hernandez; Krunic, Bakayoko; Saelemaekers (dal 57’ Messias), Diaz (dal 70’ Giroud), Leao (dal 83’ Rebic); Ibrahimovic. A disp.: Tatarusanu, Mirante, Castillejo, Maldini, Di Gesù, Stanga. All.: Pioli.

SPEZIA (4-3-3): Provedel; Amian, Erlic, Nikolaou, Reca (dal 77’ Ferrer); Bastoni, Kiwior, Maggiore (dal 79’ Kovalenko); Gyasi, Verde, Manaj (dal 59’ Agudelo). A disp.: Zoet, Zovko, Sala, Hristov, Nzola, Antiste, Sher, Strelec, Bertola. All.: Thiago Motta.

Arbitro: Serra di Torino.

Note: 45’ Theo rig. sbagliato. Ammoniti: 20’ Gyasi, 22’ Kalulu, 32’ Kiwior, 44’ Provedel, 62’ Gabbia, 65’ Maggiore. Recupero tempo: 1’ 1T, 5’ 2T.

Milan – Genoa 3-1 d.t.s.: Leao ci porta ai quarti

C’erano due cose da evitare oggi, gli infortuni e i supplementari. Le abbiamo avute entrambe in una partita in cui alla fine abbiamo rischiato la figuraccia. Al 45esimo eravamo sotto 1-0 senza aver mai tirato in porta con il Genoa in vantaggio sull’ennesimo calcio d’angolo dove noi regaliamo un gol all’avversario di turno e ci trovavamo anche con Tomori infortunato. Su questo mi permetto di dire che una società come il Milan non doveva permettere lo schieramento in campo di Tomori visto il recupero dal Covid e il dover giocare praticamente senza allenamento su un campo di patate.

Dove è cambiata la partita lo abbiamo visto tutti: tolti i tre peggiori in campo, per distacco – Rebic, Krunic e Daniel Maldini – mentre invece entrano Leao, Bakayoko e Diaz. Con Leao la partita cambia anche perché Leao permette a Theo Hernandez di trovare spazio aggiuntivo rispetto a quello che ha abitualmente. I primi 60 minuti restano però l’emblema di una squadra che a differenza dell’Inter deve sempre giocare al suo ritmo e con la voglia di essere in campo: vietato alzare le mani dal manubrio e inserire il pilota automatico.

Ai supplementari ci porta Giroud che fa il Giroud, ovvero sparisce tutta la partita ma riesce a insaccare perfettamente uno dei pochi palloni giocabili di testa. Sarebbe forse servito tanto Ibrahimovic in questa partita – ma la madre di Lukaku ha deciso diversamente. Per come abbiamo giocato dopo i cambi ci poteva stare anche vincere al novantesimo ma la sfortuna e i cambi tardivi ci han costretto all’extra time.

Nei supplementari la condizione e la rosa lunga fanno la differenza. La superiorità del Milan diventa sempre più evidente visto che si gioca ad una porta sola con Semper che fa anche un paio di miracoli. Paradossalmente la risolve Leao con quello che se volontario è già il gol dell’anno ma che probabilmente potrebbe essere un cross sbagliato verso la porta. Il Genoa si scopre e arriva il 3-1 in perfetto stile Milan, con recupero alto e 5 ad aggredire. Da segnalare anche un gol sbagliato da Diaz.

Rimane quasi criminale vedere come il mercato estivo visto il covid di Brahim Diaz non sembra aver risolto il problema della trequarti dove Daniel Maldini è semplicemente non da massima categoria. Quello che scoraggia è vedere che per ora la società non sembra dare segni di vita lasciando la squadra in balia degli eventi – eventi che tra poco si chiamano Juventus ed Inter. A proposito degli eventi temo tantissimo, visto il precedente dello scorso anno, la prossima partita contro lo Spezia specialmente vista l’assenza di Tonali per questioni di diffida. Considerata la prestazione di Krunic oggi il rischio di una caduta è molto alto.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Kalulu, Gabbia, Tomori (24′ pt Florenzi), Theo Hernandez; Krunic (17′ st Bakayoko), Tonali; Messias (35′ st Saelemaekers), Maldini (17′ st Díaz), Leao; Rebic (17′ st Leão); Giroud (13′ sts Roback). A disp.: Mirante, Nava, Stanga. All.: Pioli.

GENOA (4-3-1-2): Semper; Hefti, Vanheusden, Ostigard (6′ sts Bani); Vasquez, Portanova (1′ sts Ghiglione), Badelj, Melegoni; Ekuban (26′ st Cassata); Caicedo (18′ st Destro), Yeboah (42′ st Pandev). A disp.: Marchetti, Sirigu, Masiello, Galdames, Sturaro, Touré; Buksa. All.: Shevchenko.

ARBITRO: Aureliano di Bologna.

MARCATORI: 17′ pt Ostigard (G), 19′ st Giroud (M), 12′ sts Leao (M), 7′ sts Saelemaekers (M)

NOTE: Ammoniti: Tonali, Saelemaekers (M) Badelj, Yeboah, Ostigard, Hefti (G). Recupero: 2′ pt, 6′ st, 0′ pts, 1′ sts.

Venezia – Milan 0-3: passeggiata in laguna

Considerati i precedenti qua di Roma, Juventus ed Inter non ci si aspettava una partita facile. Considerato che grazie al campionato falsato dalle ASL il Venezia arrivava a questa partita riposato, non avendo giocato giovedì, l’impresa sembrava oggettivamente più difficile dello sbarazzarsi della rometta. A Venezia invece vediamo un Milan che rimane concentrato e che grazie al ritorno di Leao, vera arma in più della squadra, la sblocca praticamente subito con una sgroppata che diventa assist per Ibra.

Il resto del primo tempo va liscio col Venezia che senza successo prova il tutto per tutto ma tutto ciò che riesce a trovare è una assurda richiesta di un rigore che non esiste né in diretta né al var visto che non si ricordano parate decisive di Maignan a differenza di domenica scorsa. La partita dopo quel barlume di sofferenza diventa poco più di un allenamento: Theo è incontenibile e trova la doppietta che proprio ad inizio secondo tempo si apre con un gol dei suoi. Quanto sono mancati Theo e Leao a questa squadra lo dice proprio la partita di oggi.

Dopo il rigore è praticamente accademia. Si attende solo il fischio finale e l’obiettivo diventa ripulire le diffide in vista di Inter e Juventus – ce la fa Tonali, non ce la fa Theo Hernandez su cui andranno fatte valutazioni visto che probabilmente con la Juventus puoi vincere anche senza di lui, con l’Inter no. Nonostante le difficoltà queste due partite confermano che se il Milan è fisicamente ok rimane la squadra da battere – per esserlo mediaticamente mancano le amicizie redazionali ma è forse meglio così.

Ora arrivano tre partite casalinghe assurdamente limitate a 5000 spettatori sull’onda populista delle inutili restrizioni anti-covid come se avessero impatto sul contagio. Col Genoa fate voi, la coppa Italia non cambia la stagione. Con lo Spezia senza Tonali bisognerà però fare in modo di non cadere nell’errore fatto lo scorso anno sempre con lo Spezia senza Calabria. Non dico che sia la partita più importante del campionato – ma lo è sicuramente di questa parte di torneo: mettere fieno in cascina per Juventus e Inter consecutive aiuterà molto e dopo queste due partite potremo finalmente fare ragionamenti di obiettivo finale.

VENEZIA (4-3-1-2): Romero; Mazzocchi, Svoboda, Ceccaroni, Haps; Cuisance (15′ st Kiyine), Busio (34′ st Fiordilino), Ampadu; Aramu (15′ st Johnsen); Henry (15′ st Crnigoj), Okereke (43′ st Bjarkason). Allenatore: Zanetti. A disposizione: Lezzerini, Romero; Modolo, Molinaro, Schnegg, Heymans, Peretz; Forte, Sigursson.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (43′ st Stanga), Kalulu, Gabbia, Hernandez; Tonali, Bakayoko; Saelemaekers (1′ st Messias), Diaz (28′ st Maldini), Leao (17′ st Rebic); Ibrahimovic (28′ st Giroud). Allenatore: Pioli. A disposizione: Mirante, Nava, Conti, Krunic.

ARBITRO: Irrati di Pistoia.

MARCATORI: 2′ pt Ibrahimovic (M), 3′ st Hernandez (M), 14′ st Hernandez (M)

NOTE: Espulsi: al 13′ st Svoboda (V). Ammoniti: Ceccaroni (V); Saelemaekers, Gabbia, Tonali (M). Recupero: 1′ pt, 3′ st.

 

Milan – Roma 3-1: alla faccia delle ASL

Ci hanno provato in tutti i modi ad ammazzarci in questo mese di gennaio. Si è partiti con un calendario vergognoso con tre big match, inclusi Inter e Juventus, durante la Coppa d’Africa messi lì scientemente e si è continuato con la pantomina del covid – ormai poco più di un raffreddore per i vaccinati – che ci ha privato di Tatarusanu, Castillejo, Romagnoli, Tomori e Calabria in una volta sola. Ci sarebbe aspettato un rinvio come successo altrove, come la stessa ASL di Milano ha disposto per Inter-Sassuolo lo scorso anno e per l’Olimpia Milano di basket proprio prima di natale. 

E invece niente. Il Milan non ha amicizie nelle ASL, il Milan non ha amicizie ai piani alti, non è ammanicato al sistema o forse addirittura il sistema aveva interesse a vedere un Milan giocare in queste condizioni. Noi come sempre abbiamo chinato il capo e ci siamo piegati al fato dovendo pure subire la predica dell’ex special one su come la partita di oggi sia regolare.

Poi nonostante tutto c’è il campo e il campo ha detto che il Milan ha messo le palle in bocca alla Roma con un 3-1 che gli sta anche stretto. Lo ha fatto facendo la propria partita e ritrovando una ottima condizione atletica tornando quello visto nella prima parte di stagione. Vorrei ringraziare in questo Kalulu che ormai rischia di essere la prossima perla di Moncada dopo Leao visto che in questa stagione è sempre e costantemente tra i migliori e sorprendentemente Gabbia che non ha fatto vaccate permettendoci di fare la partita che volevamo fare – quella che abbiamo sempre fatto quando abbiamo vinto e vinto bene.

E’ stata una partita di sacrificio dietro ma non abbiamo rinunciato alla nostra identità davanti, nemmeno con Giroud e senza Leao/Rebic. Lo abbiamo fatto giocando di intensità, con imprevedibilità e con Sandro Tonali sempre più giocatore totale e padrone del centrocampo – un Tonali che per la prima volta riesce finalmente a giocare 90 minuti interi. La partita dopo il 2-0 era in discesa e solamente un gollonzo, che poi è stato tutto ciò che la Roma è riuscita a partorire, la ha tenuta in partita regalandoci tensione per l’inizio del secondo tempo.

La grande sorpresa che nel secondo tempo ha rimesso in partita il Milan è stato l’inserimento di Bakayoko che è stato preso già in estate per questo mese e almeno al momento sembra aver risposto presente. Quando Bakayoko è entrato siamo passati da quel momento di sofferenza a riprendere ad attaccare con il 3-1 che è una perla di Leao. La Roma ne esce male e ne esce come una squadraccia non al livello delle prime 5. Era praticamente al completo ed è stata asfaltata nuovamente come sarebbe stato all’andata senza l’espulsione di Theo Hernandez.

La Roma esce con un 3-1 che non è veritiero. Il loro gol è un gollonzo, il Milan ha preso due pali, ha sbagliato un rigore e ne manca un altro su Krunic nel primo tempo. Dopo 40 minuti l’ha già iniziata a buttare in vacca con tuffi e risse e con Chiffi che ha perso la partita non estraendo anzitempo gialli – ha dovuto cacciare Karpsdorf solo quando era platealmente inevitabile. Bravi noi a non cadere nella trappola di Mourinho come all’andata visto che solamente così la Roma poteva combinare qualcosa.

La domanda che pongo è la stessa dopo la prima di andata: per quanto il Milan potrà giocare così? Siamo in grado di gestire meglio il tutto senza la coppa? Siamo in grado di alternare di più titolari e riserve per farli entrare nel gioco? Siamo in grado all’occorrenza di giocare con la riserva tutti dietro e palla alla punta? Dalla gestione delle energie dipende l’obiettivo della stagione.

Per il resto c’è da segnalare la solita civiltà di un popolo che è rimasto alle invasioni barbariche mentre il resto d’italia si è evoluto. Dai cori razzisti alle bombe carta al secondo verde fino agli interventi da macellaio nel finale su Leao e le proteste del suo allenatore dopo aver avuto il coraggio di parlare di partita regolare nel pre gongolando su una facile vittoria. La Roma e i tifosi della Roma anche oggi hanno dato un pessimo esempio e rovinato l’immagine del calcio italiano – ma come sempre non ne parlerà nessuno. 

Domenica si torna subito in campo a Venezia, contro una squadra più fresca che oggi non ha giocato, nell’infame orario delle 12.30. I covidizzati non ci saranno per i tempi tecnici del tampone di controllo – se ne potrebbero aggiungere altri e giocheremo con una squadra che oggi non ha giocato. Dovendoci dimostrare ancora una volta più forti della serie ASL.

MILAN-ROMA 3-1

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (33′ st Conti), Kalulu, Gabbia, Theo Hernandez; Tonali, Krunic (19′ st Bakayoko); Messias, Brahim Diaz (43′ st Maldini), Saelemaekers (19′ st Leao); Giroud (32′ st Ibrahimovic). A disp.: Mirante, Nava, Stanga, Rebic. Allenatore: Pioli. 

ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Ibanez, Smalling, Mancini; Karsdorp, Veretout (26′ st Afena-Gyan), Pellegrini (26′ st El Shaarawy), Vina (26′ st Cristante), Mkhitaryan; Zaniolo (40′ st Carles Perez), Abraham (31′ st Shomurodov). A disp.: Boer, Mastrantonio, Kumbulla, Calafiori, Villar, Bove, Zalewski. Allenatore: Mourinho. 

ARBITRO: Chiffi di Padova.

MARCATORI: 8′ pt Giroud (M), 17′ pt Messias (M), 40′ pt Abraham (R), 37′ st Leao (M)

NOTE: Al 49′ st Rui Patricio (R) para un calcio di rigore ad Ibrahimovic (M). Espulsi: 29′ st Karsdorp (R) per doppia ammonizione, 49′ st Mancini (R) pr doppia ammonizione. Ammoniti: Theo Hernandez, Krunic (M), Abraham, Zaniolo, Karsdorp, Cristante, Mancini (R). Recupero: 6′ pt, 5′ st.

Le pagelle di metà stagione – 2021/22

Portieri

Maignan 6,5: bene nella prima parte di stagione fino all’infortunio, poi alterna qualche parata a qualche gol evitabile. Dà quel qualcosa in più nel gioco coi piedi che donnarumma non dava.

Tatarusanu 6: gioca più del dovuto ma è anche vero che se parte male nelle ultime sfide era cresciuto

Plizzari s.v.: la vera notizia è come si fa ad infortunarsi non giocando mai.

Mirante s.v.: ma perché lo abbiamo preso?

Difensori

Tomori 6,5: il Milan ha perso tre partite in campionato, due su tre è quando lui era fuori e la terza è il furto col Napoli. Il Milan ha vinto una sola partita in Champions, quella in cui non ha giocato. Basta questo per inquadrare il giocatore – ovvero un difensore utile ad inseguire nello spazio quando giochi alto, dannoso quando l’avversario fa lui la partita. Dà sicuramente qualcosa in più in campionato ma a livello europeo non va bene.

Romagnoli 5: una grande partita a Madrid, troppe vaccate prima e dopo. Non solo continua a non essere da Milan ma è un problema il fatto che sia in scadenza, nel senso che non so se e come si può rimpiazzare vista la politica attuale del mercato a livello societario. Insomma, facile che bisogna accontentarsi perché è possibile trovarne uno peggiore.

Kjaer 6: nominato al pallone d’oro per un europeo d’alto livello, al Milan ha faticato anche lui in Champions. Si trova bene in coppia con Tomori perché si completano a vicenda, meno con Romagnoli. L’Inglese per quanto visto al Milan fino a questo momento si è rivelato comunque superiore. Il suo infortunio è un problema non tanto per l’infortunio in se, quanto per il fatto che Romagnoli giocherà più partite.

Gabbia 4: quattro come i gol presi dalla Fiorentina quando ha giocato. Credo di non aver mai visto una roba più indecente calcare i campi di Serie A negli ultimi anni. Non sa impostare, non sa difendere, è praticamente in rosa solamente per le regole di quota del vivaio.

Hernandez 5,5: prima metà di stagione assolutamente sotto la sufficienza. Mancano le sgroppate dello scorso anno in grado di creare superiorità numerica, è tornato anche quello terribile in fase difensiva. E’ necessario che cresca per fare il salto di qualità.

Calabria 7: spicca nella prima parte di stagione culminata col gol a Bergamo, poi Mancini lo manda in nazionale per farlo giocare 20 minuti e ce lo spacca. La sua assenza si sente parecchio.

Ballo-Touré 3,5: indecente. Riportatelo dove l’avete trovato per favore.

Florenzi 5,5: terribile fino alle ultimissime partite, quelle con Napoli ed Empoli dove trova anche il gol su punizione. Questo gli evita un voto più pesante. Non può comunque essere titolare.

Kalulu 7,5: la grande sorpresa della prima parte di stagione. Ha giocato poco ma è cresciuto tantissimo rispetto allo scorso anno e ha giocato bene. Quello che non capisco è perché nonostante questo non veda mai il campo con continuità.

Conti s.v.: come sagoma di cartone per la barriera, postura in panchina, bella presenza ed eventualmente steward/raccattapalle è perfetto. Non gioca manco un minuto, il giusto messaggio per fargli capire che deve levarsi dai coglioni.

Centrocampisti

Bennacer 5: sembra tornato quello di Giampaolo, sicuramente non è quello della scorsa stagione.

Tonali 8: il migliore, per distacco, nonché l’unico a non essersi mai infortunato. In Champions League è stato forse l’unico centrocampista ad aver spiccato contro gli avversari mentre gli altri non hanno comunque mai fornito delle prestazioni di livello. Ci divertiremo con lui – e molto.

Bakayoko 4,5: non aveva senso prenderlo in estate perché Bakayoko ha senso solamente se giochi in un modo, che non è quello con cui gioca il Milan e non è quello con cui gioca il Chelsea che infatti continua a sbolognarlo in giro. Bakayoko ha senso se giochi basso, recupero e ripartenza – Gattusianamente. Considerato che doveva essere l’acquisto per coprire i buchi della coppa d’Africa, c’è da preoccuparsi.

Kessie 5: largamente insufficiente per la maggior parte della stagione. La miglior partita di fatto la fa da trequartista ad Empoli. Sicuramente pesa la situazione rinnovo così come sicuramente questo Kessie non può valere le cifre che chiede. Male che vada, se se ne andrà, sarà demirabellizzazione completata.

Krunic 6,5: prima sorpresa dell’anno – nel senso che quando è stato chiamato in causa ha spesso fatto bene. Alla faccia di chi dice che abbiamo una rosa corta.

Diaz 5,5: era partito benissimo, poi ha pagato la combo covid + fisico da lanciatore di coriandoli. Il Diaz fino ad Ottobre era da Real Madrid, non da Milan. Da novembre in poi lo abbiamo addirittura dovuto levare dalla trequarti. Non so se 15 giorni di pausa faranno qualcosa, ma rischia di essere un problema considerata la miopia societaria.

Maldini 3: una sola parola. Raccomandato. A Spezia segna dopo un primo tempo inguardabile, per il resto ha giocato poco e male. Se non portasse quel cognome non sarebbe nella rosa del Milan.

Attaccanti

Rebic 6,5: stranamente partito bene nel girone d’andata – finisce infortunato, due volte. Si parla di una soglia del dolore molto bassa, ma sicuramente qualcosa non va. E il croato serve.

Leao 8,5: il migliore di questa prima parte di stagione. C’è un Milan con Leao ed uno senza Leao. Non è più la brutta copia di Niang. Il problema è che alla fine per le troppe partite si è rotto anche lui.

Saelemakers 6: non fa male, ma non capisco cosa ci trovino tutti in questo giocatore. La tecnica è scarsa, gli errori sono troppi, onestamente io nel Milan non ce lo vedo.

Castillejo s.v: non arriva a fare 90 minuti anche per via degli infortuni. Bene col Verona, male nel resto degli spezzoni.

Messias 6: decide l’unica grande notte di Champions rossonera in trasferta degli ultimi 11 anni da quando Pato espugnò il Bernabeu in faccia a Kakà e Cr7. Segna anche una doppietta in campionato, il problema è semmai il resto delle partite.

Pellegri 4: non ho capito se volevamo un attaccante o un fotomodello.

Giroud 5: una prima punta che chiude in 4 gol con 15 partite non può essere una prima punta da Milan. Non do la colpa a Giroud i cui numeri in carriera sono sempre stati questi, semmai la do a chi ha preso un ultratrentenne per alternarsi con un 40enne.

Ibrahimovic 6: fa il suo, che può bastare per le partite come il Genoa ma contro le big e in Champions non ha quasi mai toccato boccia. Non puoi pensare a quell’età di essere la punta titolare del Milan che vuole vincere lo scudetto e inizia a diventare un problema il suo gioco statico ed in perenne fuorigioco. 

Società

Pioli 5: il girone di Champions League è onestamente disastroso, gli infortuni non possono essere casuali quanto derivanti da un modo di giocare che evidentemente non può essere un modo di giocare per 70 partite l’anno. Pioli è sempre stato un allenatore che ha fatto 30 ma non ha mai fatto 31, si è spesso guadagnato fama e panchine per essere arrivato vicino all’obiettivo ma mai lo ha centrato. Il suo modo di giocare è chiaro ed evidente e alterna grandi sequenze di risultati spremendo la squadra a disastri – basti vedere le prime 11 partite di campionato del Milan dove ne vinci 10 e le ultime 8 dove ne vinci solo 3 con Genoa, Salernitana ed Empoli. Penso che gli sia stato rinnovato il contratto troppo presto – a meno che a questa società non stia bene stare dove è ora, senza alcuna ambizione in più.

Gazidis 4: tra un delirio inclusivo e l’altro di un profilo social del Milan ormai sempre meno calcistico e sempre più accattone cercando di tirare dentro gente che il calcio non lo segue e mai lo seguirà – tipo gli arcobaleni coi pronomi in bio – vorrei ricordare la figura di merda dei biglietti di Milan – Atletico o ancora la linea societaria che fa portare avanti a livello arbitrale che sicuramente sta pagando: noi sempre penalizzati, alla parte meno nobile di Milano piovono rigori come niente. Non so se sia lui che decide il budget di mercato ma mi permetto di far notare che nel calcio le vittorie non le pianifichi a tavolino e l’occasione di vincere qualcosa si è presentata ora e quest’anno. Se l’Inter ha i creditori alla porta, la Juve fattura 200/300 milioni più di noi l’anno e tornerà presto.

Maldini 5: la gestione sportiva dei rinnovi è stato un bagno di sangue – non sei stato capace di mandare giocatori in tribuna dando un segnale, li hai persi senza prendere un euro e stai ripetendo la cosa con Kessie e chissà chi seguirà dopo di lui. Il mercato estivo è stato semplicemente ridicolo considerata l’occasione che si è venuta a creare con le partenze dei due migliori giocatori della seconda squadra di Milano. Per sostituire il trequartista ha aspettato fine agosto, sperando nelle svendite, poi ha scoperto di non essere Galliani e che il City non ti svende Bernardo Silva come speravi. Nel frattempo Ilicic, che avevi bloccato, non te lo danno più, fai il rabbino per due milioni con Faivre e sei costretto a raccattare un Messias fuori forma. Tanto valeva riprendere Jack Bonaventura. Quanti punti ci sono costati quei due milioni? Sul centrocampo non mi pronuncio, hanno qualche giorno ora per raccattare o vedremo i seri danni a fine mese. L’Intervista pre-Empoli è oggettivamente preoccupante, specie da chi ha sempre detto di voler lavorare solo per un Milan vincente e oggi si accontenta di una prospettiva rometta dei primi anni di dominio gobbo. P.s. ma non è che per il trequartista è finita così per cercare di dare più spazio al figlio?

L’area comunicazione 2: della figura di merda dei biglietti abbiamo già parlato, ma è il momento di parlare anche della questione infortuni. Fermo restando che pare evidente che il Milan ritenga i tifosi non degni di sapere lo stato di salute dei propri giocatori, come è possibile che ad ogni conferenza venga annunciato un indisponibile di cui prima non si sapeva niente? Giocatori febbricitanti che vanno e vengono, Calabria che doveva stare fuori 3 settimane ad inizio novembre e non è ancora rientrato, il tutto con quell’atmosfera da Mulino Bianco nordcoreano dove qualunque cosa succeda va bene, compresi i furti. Su questo c’è solo da prendere esempio da Marotta che non fa mai passare niente, anche a costo di pubblicare cazzate. 

Concludo le pagelle con un appello: siamo sotto natale, è il momento di pensare a chi è più bisognoso di noi, a chi è in cerca di un reddito stabile, di una occupazione e non la trova. Massimiliano Mirabelli è disoccupato da 3 anni e mezzo visto che nessuno crede nel suo buon lavoro – a suo dire – fatto al Milan. Dategliela una squadra così almeno sta zitto e non fa più interviste.

Empoli – Milan 2-4: reazione

Avevamo detto nelle precedenti partite che Pioli non aveva mai avuto un piano B e quindi stavamo diventando prevedibili – stasera finalmente si è provato qualcosa di diverso ovvero sostituire uno dei peggiori delle ultime partite, Brahim Diaz, sostituendolo con Kessie. Era un esperimento che è finito con la doppietta di Kessie che poteva essere tripletta dopo un gol sbagliato nella prima parte di partita. Si è anche cambiato modo di giocare per adattarsi all’avversario – più lanci lunghi per le torri e non il solito fraseggio sterile.

E’ una vittoria pesante e sporca di quelle che comunque mancavano – ci è forse andata anche bene ma abbiamo vinto una partita in cui l’Empoli ha giocato meglio, soprattutto nel primo tempo. Andiamo a riposo con un 2-1 sofferto grazie ad una papera del portiere avversario ma ne usciamo bene nella ripresa, soprattutto nella prima parte. L’Empoli ci grazia sul 2-2 con una traversa, poi la partita viene chiusa dalla punizione di Florenzi e dal gol di Theo Hernandez.

Il tutto porta il Milan a chiudere a 42 punti, uno in meno dello scorso anno, con un gol fatto in più ed uno subito in meno. Sarebbe stata la stessa quota dello scorso anno senza il furto di domenica sera. Una quota che come lo scorso anno potrebbe e dovrebbe dare tranquillità per i primi 4 posti a meno di totale suicidio. Suicidio che può avvenire con l’uscita contemporanea di Calabria, Rebic e Leao ovvero gli uomini che danno al Milan velocità e profondità.

Si spera che il peggio sia alle spalle e che i recuperi di questi possano riportarci, insieme alla sosta, ad una condizione atletica accettabile nel mese di gennaio. Dal 6 in poi si deciderà molto, se non tutto, della prossima Serie A vista la sequela di scontri diretti che sta arrivando – per tutti – concentrata proprio tra Gennaio e Febbraio e dove noi avremo a stretto giro Roma, Inter e Juventus. 

Una responsabilità ce l’ha anche la società che dovrà rimediare agli errori fatti in estate. In difesa è totale emergenza visto l’infortunio dell’unico candidato al pallone d’oro del Milan – dietro le punte Kessie messo oggi non ci sarà a Gennaio a meno che il Milan non si rifiuti insieme ai club dell’ECA di mandare i giocatori in coppa d’Africa. In questo senso purtroppo le dichiarazioni pre-partita di Maldini certificano ancora una società con scarse ambizioni.

Empoli-Milan 2-4

EMPOLI (4-3-1-2): Vicario; Stojanovic (1′ st Marchizza), Romagnoli, Luperto, Parisi; Zurkowski (23′ st Bandinelli), Ricci (40′ st Stulac), Henderson (40′ st Asslani); Bajrami; Pinamonti, Cutrone (23′ st La Mantia). A disposizione: Ujkani, Furlan, Tonelli, Viti, Di Francesco, Mancuso. Allenatore: Andreazzoli

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (20′ st Kalulu), Tomori, Romagnoli, Hernandez; Tonali (20′ st Bakayoko), Bennacer (36′ st Krunic); Messias (36′ st Diaz), Kessie, Saelemaekers; Giroud. A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Toure, Gabbia, Castillejo, Maldini. Allenatore: Pioli

ARBITRO: Di Bello di Brindisi

MARCATORI: 12′ pt Kessie (M), 18′ pt Bajrami (E), 42′ pt Kessie (M), 18′ st Florenzi (M), 24′ st Hernandez (M), 39′ st Pinamonti (E) su rigore

NOTE: Ammoniti: Romagnoli (E), Tonali, Bennacer (M). Recupero: 2′ pt, 5′ st.

Milan – Napoli 0-1: furto ad una squadra senza voglia, né ambizioni

E’ successo tutto stasera. Infortuni, stanchezza e furto. In una partita il riassunto della stagione del Milan e il motivo per cui dopo 18 giornate si dà ufficialmente il via alla fuga dell’Inter e all’addio al sogno scudetto che mai come quest’anno era fattibile – lasciato ad una squadra con una rosa più mediocre ma anche più atletica e più integra della nostra per il secondo anno consecutivo. 

La partita di stasera è l’esatta replica di Udine: vaccata, gol subito, niente in mezzo con l’avversario che cerca di sfruttare i tuoi errori e gol finale un po’ a culo dove stavolta il VAR decide di vivisezionare ed annullare. Cambia poco per noi ma non si può ancora una volta non far notare come nel dubbio l’arbitro decida di fischiare contro chi sai che non ti creerà problemi. L’accettare ancora una volta tutto questo è una grave mancanza di rispetto per i tifosi a cui chiedi di pagare il biglietto.

Questione infortuni: il Napoli ne aveva quanti noi, li ha gestiti meglio e ha portato a casa la partita. E’ inutile continuare a parlare di infortuni se l’allenatore continua talebanamente a giocare nella stessa maniera, inutile. La questione comunicazione degli stessi ha poi rasentato il ridicolo con le velinazze imbarazzanti nel giorno del prepartita. Ovviamente Theo Hernandez ha la febbre, gli altri dovevano recuperare 10 giorni fa ma finisce come Achille e la Tartaruga e guai a protestare perché causiamo infortuni. Una stucchevole narrazione da mulino bianco che manca di rispetto ai tifosi i quali a quanto pare non han diritto di sapere come stanno i propri giocatori.

La questione principale rimane il tecnico e in questa stagione rivedo la 2011-12. Non si rinnova un tecnico che non ha vinto niente così durante la stagione. Lo scorso anno sei arrivato secondo – devi puntare a crescere e non a confermare la tua posizione. Hai fallito per pura gratitudine la possibilità di prendere un tecnico migliore grazie alla Champions League facendo lo stesso errore fatto da Fassone con Montella – vedi che la squadra si comporta in maniera uguale e premi pure con un rinnovo mentre stai andando fuori in Champions.

Se ci sono allenatori che non vincono nulla c’è un motivo. Pioli ormai fa bella figura con qualche partita nei momenti “alti” ma si è dimostrato inadatto nella maratona che è lo scudetto semplicemente perché incapace di gestire il gruppo e le energie fisiche cercando di sfruttare il massimo da ciò che ha. La difesa del Milan è tornata quella imbarazzante che prende un gol a partita e se prendi un gol a partita non vai da nessuna parte. L’attacco punta sulle giocate individuali di Leao, Theo e Rebic e quando ne manca uno si vedono tutti i problemi di questa squadra.

E qua arriviamo all’imbarazzante gestione societaria – a partire dalla questione contratti con Kessie che ripete Donnarumma e Calhanoglu ma gioca lo stesso in totale silenzio invece di dare un esempio per il resto della squadra con una bella tribuna, col risultato che il prossimo anno ci sarà un altro Kessie e così via. Il mercato estivo ad oggi è stato fallimentare semplicemente perché come già detto Giroud non è una punta abituata a segnare e la sostituzione di Calhanoglu – dove non era difficile trovarne uno migliore – non poteva essere Junior Messias perché hai provato a fare il colpo a fine agosto ma non ti hanno fatto la carità.

In tutto questo la cosa peggiore sono i tifosi a cui sta bene così, senza ambizioni, che hanno dimenticato cosa è il Milan e contenti di essere la nuova rometta/napoli dell’Inter, arrivando secondi e andando in Champions League a fare figuracce. Come lo fai un progetto graduale cannando acquisti e quando non sei in grado di rinnovare quei pochi che azzecchi? Si prendono per il culo i tifosi promettendo il futuro quando hai un presente adatto e non sei in grado – o non vuoi essere in grado di sfruttarlo fino in fondo.

E allora via signori, che ricominci il mulino bianco, che martedì ci raccontino che Brahim non gioca perché ha 37 e mezzo e giù a crederci, che si accettino le porcate, che non si sappia perché Tonali esce fisso al 60esimo, che non si faccia mezzo rinnovo di gente buona perché tanto “il collettivo conta di più” e si esaltino quelli di mezzi giocatori e mezzi allenatori che avevano zero offerte oltre al Milan. Poi mi raccomando, sorrisoni se si arriva quarti come fosse un miracolo – perché è questo che succede quando sei senza ambizioni se non quelle di bilancio. 

In fondo è poi quello che succedeva prima dell’avvio della cessione nel 2012-13, ma con un migliore ufficio stampa al contorno e una diversa visione dei tifosi. Contenti loro di pagare ancora il biglietto per una società senza ambizioni di vittoria. Una società che non farà saltare nessuna testa se regalerà la seconda stella alla rivale cittadina, capace di sostituire tre pedine fondamentali con tre scarti rimanendo la stessa.

MILAN – NAPOLI 0-1

RETI: 5? Elmas (N).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dall’86’ Kalulu), Tomori, Romagnoli, Ballo-Touré; Kessie, Tonali (dal 79? Bennacer); Messias (dal 79? Castillejo), Brahim Diaz (dal 63? Giroud), Krunic (dal 63? Saelemaekers); Ibrahimovic. All. Stefano Pioli.

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Malcuit, Rrhamani, Juan Jesus, Di Lorenzo; Anguissa, Demme (dal 54? Lobotka); Lozano (dal 78? Politano), Zielinski (dal 78? Ounas), Elmas (dall’86’ Ghoulam); Petagna (dal 78? Mertens). All. Luciano Spalletti.

ARBITRO: Davide Massa di Imperia.

AMMONITI: Di Lorenzo (N), Malcuit (N).

SPETTATORI: 54.467