Il (non) mercato della vergogna e dell’assenza di ambizione

Vergogna. Non c’è una parola diversa per descrivere quanto accaduto a Gennaio 2022 riguardo al mercato del Milan. Milan che entrava nel mese di Gennaio a 4 punti dall’Inter e in piena lotta scudetto e ne esce costretto a guardarsi le spalle per non perdere nuovamente la Champions League dopo che l’avversaria principale (Juventus) si è rinforzata in maniera importante.

Il Milan doveva fare sul mercato un difensore e non lo ha fatto – questa è in primis la colpa più grave. Kjaer rientrerà solo l’anno prossimo da un infortunio che può anche aver compromesso la carriera mentre Romagnoli non rinnoverà il contratto. Con due dei tre titolari da rimpiazzare non bastano Kalulu e Gabbia e non basta nemmeno pensare di poter fare tutto un girone con i soli Romagnoli-Tomori affidabili.

A centrocampo si sapeva che ci sarebbero stati problemi vista la Coppa d’Africa – non solo non si è fatto nulla ma il giocatore preso per sopperire a queste assenze in estate ha visto scarsamente il campo, a certificare il simbolo di una campagna acquisti estiva fallimentare. A proposito di questo – è stato totalmente fallito il trequartista, proviamo a riparare anche lì? Nemmeno per idea. D’altronde vuoi prendere qualcuno che tolga spazio al raccomandato?

E’ molto, molto, pericoloso soprattutto per una squadra umorale come la nostra quello che è successo. Non si può chiedere un sacrificio ai tifosi a livello economico se poi nel momento in cui devi lottare per qualcosa sei tu il primo a non farlo. Una società ambiziosa avrebbe rinviato magari di un anno il traguardo della sostenibilità per capitalizzare ora il momento in cui la Juventus sta rifondando e provare a portare a casa qualcosa. 

Poi certo, si può parlare di progetto, si può parlare di estate ma le squadre non si fanno sulla carta e si lasciano lì a guardare. Chiunque pensi di costruire una squadra senza guardare ciò che gli succede intorno è un folle che di calcio capisce molto poco. I rinforzi non servono astrattamente ma servono anche e soprattutto per colmare il gap con le competitor quando possibile – una squadra forte X oggi potrebbe vincere perché c’è una squadra poco più forte di X, tra un anno no perché ci sarà una squadra molto più forte di X. 

L’errore di molti è continuare a guardare solo al proprio orticello dimenticando che il Milan è inserito in un sistema Serie A con competitor reali con cui devi confrontarti oggi per vincere qualcosa e non partecipa né alla gestion league, né al campionato di chi ricava più e meglio. Ci si dimentica che risultato sportivo e bilancio vanno di pari passo con la Champions League che è fondamentale in questo. 

Questo mercato va quindi essenzialmente confrontato con il 2011 dove arrivarono Van Bommel e Cassano che furono fondamentali nel girone di ritorno per portare a casa il titolo. Nel 2022 decidiamo invece di non sfruttare l’apice del nostro instant team che si è creato nel lockdown portandoci in casa Ibrahimovic e provare ad incassare nuovamente una qualificazione Champions non più così scontata come prima il tutto vedendo l’Inter con la seconda stella in tasca.

Non sottovalutiamo quindi la mazzata morale ai tifosi e sul gruppo squadra che può tradursi presto e concretamente in una striscia negativa di risultati sul campo. Il tutto in un contesto in cui il Milan che dovrebbe diventare autosostenibile perderà il terzo e il quarto giocatore senza incassare un euro da alcuna cessione, cosa che per uno sbandierato progetto sta iniziando a diventare un filo grave. 

La scusa del bilancio in ordine non dà alcun premio di partecipazione a coppe e scudetti – in primis perché tale bilancio in ordine non è: negli ultimi due esercizi il Milan ha perso 242 milioni. in secondo luogo perché visto quanto sta accadendo lato Inter e Juventus ci si rende forse conto che aspetto sportivo e finanziario finchè qualcuno quei soldi li mette sono sempre più slegati. D’altronde nessuno si preoccupava di bilanci quando alzavamo i trofei.

La mia preoccupazione rimane quindi a livello puramente sportivo: se fino ad ora si era visto un processo di crescita questo processo non sembra essere stato capitalizzato o finalizzato ad una vittoria sportiva, quanto rimasto lì fine a se stesso. Si parla di progetto, ma si sono visti oggettivi problemi come la perdita di giocatori a zero e l’incapacità di avere il coraggio di fare quanto fatto da Inter o Juve spesso in passato, vendere la stella e con quei soldi rinforzare la squadra.

Non si può parlare di progetto di player trading ma nel contempo non fare nemmeno quello – la Juventus ha appena pagato Vlahovic con Kulusevski e Bentancur, per esempio. Cosa devono attendersi i tifosi del Milan riguardo Leao e Theo Hernandez? Si proverà a rinnovarli? Fin quando giocheranno al Milan? Quali offerte può pareggiare il Milan? Nel momento in cui le richieste si potranno sostenere si proverà a muoversi per tempo o faranno la fine di Kessie? Cosa pensa il Milan quando chiederà ancora soldi a tifosi che hanno visto le partite allo stadio per 5 mesi coi tesserati che parlavano di titolo, con la speranza di vincerlo e quando per conquistarlo serviva un aiuto questo gli è stato negato dalla società?

Queste ed altre domande gettano una pericolosa aurea su questo mercato del Milan e in generale sul futuro della società. Non resta da augurarsi quindi il prima possibile che Elliott porti in pareggio questo maledetto bilancio in modo che il Milan venga venduto ad un compratore affidabile e ambizioso che renda onore alla sua storia di vittorie.