Milan – Torino 1-0: ne abbiamo vinta una

Dopo un mese e sette giorni il Milan torna a vincere una partita in maniera forse cattiva e fortuita ma meritata. La decide ovviamente Giroud che è e rimane l’uomo dei gol pesanti in un secondo tempo dove la squadra prova ad uscire alta e tornare a giocare a calcio grazie al rimettere Leao al suo posto, riattivando così la fascia sinistra dello scudetto altrimenti nota come l’unico terminale offensivo della squadra. Può essere la svolta? Ne dubito fortemente. Solo per caso il Milan non è andato sotto nel primo tempo che è stata una brutta copia di quello del derby con il Torino in cui si è cercato di non prendere gol più che di farlo – la differenza è che stavolta è andata bene.

Si sono visti 30 minuti di Milan “decente” con le occasioni di Leao e Giroud e – appunto – il goal eppure tutto questo ha rischiato di essere vanificato dal finale arrembante con noi finiti a difendere sugli angoli e il portiere che non sa cosa fare. Tonali è andato di nuovo vicino al pasticcio ma è anche vero che il Toro non ha fatto nulla nel secondo tempo per meritare qualcosa di più di quello che ha raccolto.

Ha fatto bene oggi Thiaw che non è Alessandro Nesta come già si legge nella vaga esterofilia e giovanilismo nel postpartita. Questo non rivaluta certo il mercato (anche Gabbia ha fatto le sue partite così, vedi Juventus) e non serve ad invocare giocatori scarsi come Vranckx che non giocano in quanto tali (vedi disastro con la Roma). Andrebbe però valutato sì un maggiore impiego ma al posto di Kjaer che da inizio stagione è un ex-giocatore e paradossalmente il peggiore di quest’anno, anche peggio di Tomori che non ha mai brillato.

Il gioco fatica comunque ad esistere – qualcosina arriva anche dal lato di Saelemakers che a differenza di Messias è un professionista ma senza Bennacer si ricorre spesso al lancione rugbistico e alla spizzata di Giroud di stampo allegriano. Spizzata che arriva spesso e volentieri in realtà ma senza essere mai seguita. Serve gente dai piedi buoni a centrocampo o non se ne esce – non si può reggere tutto intorno a Bennacer.

Ora martedì arriva il Tottenham e onestamente arriva con aspettative totalmente diverse da quelle di Novembre, quelle di una squadra che arrivava con due vittorie per 4-0 nella massima competizione europea. Stanno bene, sono in forma, hanno risolto diversi problemi e hanno battuto anche il Manchester City. Non rimane che sperare di perdere con dignità e poi pensare a questo rush finale per un quarto posto che – continuando come oggi – comunque difficilmente arriverà.

MILAN-TORINO 1-0

Marcatori: 62’ Giroud.

MILAN (3-4-3): Tatarusanu; Thiaw, Kjaer (dal 70’ Gabbia), Kalulu; Saelemaekers (dall’88’ Calabria), Tonali (dall’89’ Pobega), Krunic, Theo Hernandez; Brahim Diaz (dal 78’ De Ketelaere), Giroud (dall’88’ Origi), Rafael Leao. A disp.: Mirante, Vasquez, Ballo-Touré, Bakayoko, Vranckx, Adli, Messias, Ibrahimovic, Rebic. All.: Stefano Pioli.

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji (dall’80’ Gravillon), Schuurs, Buongiorno (dal 57’ Vojvoda); Singo, Adopo (dal 69’ Karamoh), Gineitis, Rodriguez; Miranchuk, Vlasic (dall’80’ Radonjic), Sanabria. A disp.: Fiorenza, Gemello, Bayeye, Aina, Ilic, Vieira, Linetty, Seck. All.: Ivan Juric.

Arbitro: Ayroldi di Molfetta.

NoteAmmoniti: 25’ Gineitis, 32’ Kjaer, 49’ Buongiorno, 68’ Schuurs, 82’ Radonjic. Recupero tempo: 5’ 2T.

Inter – Milan 1-0: purtroppo Pioli si salva ancora

Esonerare Pioli e andare in Champions League o tenerlo, andare in Europa (conference?) League e rischiare di fermare il progetto. La società apra gli occhi perché alternative non ce ne sono più e il treno sta passando – l’era Pioli è finita ed è finita perché ci sono giocatori che non lo possono più vedere e lo hanno mollato. Da Theo Hernandez (oggi non più vicecapitano – fascia a Kjaer uscito Calabria – qualcuno lo farà notare?) a Leao e Tonali a cui la partita non fregava nulla.

L’accorgimento tattico stasera è stato cercare di non prenderle e nel primo tempo il Milan ha rinunciato a giocare in maniera totale contro una Inter che alla fine è stata una squadra normalissima. Ha trovato un Tatarusanu in serata di grazia che non può essere nemmeno utilizzato come capro espiatorio – ha lasciato Giroud e Origi davanti totalmente soli confermando la totale inutilità del secondo e lasciando il giocatore più forte in panchina per la seconda volta consecutiva.

Non ci si può permettere un’ora nel derby col miglior giocare in panchina a meno che il motivo non sia disciplinare e se il motivo è disciplinare una società non può permettersi di perdere o spuntare gli unici due giocatori che la distinguono dall’Udinese in questo campionato e senza i quali non vale nemmeno le coppe. Pioli stasera sarebbe saltato in caso di sconfitta pesante – l’ha preparata così non per dare il meglio ma per salvare la propria panchina sulla pelle della squadra e della classifica, non si sa ancora per quanto.

La colpa ora non è più nemmeno dell’allenatore ma della società che ha totalmente tirato i remi in barca tra un AD assente, faide intestine e un garante che pensava più al proprio stipendio che alla squadra. Vediamo se e quando ci sarà un nuovo allenatore – Pioli aspetta solo di farsi mandare via e si è già promesso alla Juventus per il prossimo anno. Abate o Bonera sono le uniche alternative in questo momento ma sono alternative che bastano per fare il compitino. A cui deve, possibilmente, seguire un repulisti.

Ah a proposito? Perché Messias gioca sempre, anche fuori ruolo? Guardate chi è il suo agente e poi guardate chi è l’agente di Pioli. Buonanotte.

INTER-MILAN 1-0

Marcatori: 34’ Lautaro Martinez.

INTER (3-5-2): Onana; Škriniar, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella (dal 90’+4 Asllani), Çalhano?lu (dall’89’ Gagliardini), Mkhitaryan (dal 71’ Brozovic), Dimarco (dal 71’ Gosens); Martínez, Džeko (dal 71’ Lukaku). A disp.: Cordaz, Handanovi?; D’Ambrosio, de Vrij, Dumfries, Zanotti, Bellanova; Carboni. All.: S. Inzaghi.

MILAN (3-5-2): T?t?ru?anu; Kalulu, Kjær (dal 86’ Rebic), Gabbia (dal 71’ Thiaw); Calabria (dal 55’ Saelemaekers), Messias (dal 46’ Diaz), Tonali, Kruni?, Hernández; Giroud, Origi (dal 55’ Leao). A disp.: Mirante, Vásquez; Ballo-Touré; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx; De Ketelaere. All.: Pioli.

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 32’ Kalulu, 49’ Gabbia, 62’ Leao, 67’ Mkhitaryan, 68’ Acerbi, 84’ Giroud, 88’ Rebic. Recupero tempo: 1‘ 1T, 5’ 2T.

Un gennaio da buffoni

Questo sarebbe dovuto essere l’editoriale sul mercato del Milan – sarebbe perché di fatto il mercato non lo abbiamo fatto e non può considerarsi tale l’acquisto del nuovo Nathan Bernard Soares per non bruciare lo slot di extracomunitario. Partiamo dal punto principale – il Portiere. In un mercato in cui si muovono Ochoa, Sirigu e Gollini, tutti e tre per meno di un milione di Euro – continuare con Tatarusanu per sei mesi in attesa di Sportiello è da licenziamento della dirigenza. Questo ci è costato passare in meno di un mese da “cerchiamo di vincere un trofeo” a “il nostro scudetto è la lotta per un posto Champions“. La scelta di non mettere nemmeno un milioncino sul mercato è stata una roba da licenziamento immediato che può costare 50 milioni a fine anno.

Si continua a parlare di budget – sfugge ai più che non è colpa della società cattiva se il budget Maldini lo ha buttato tutto su un giocatore in un reparto dove ne aveva già comprati due. La proprietà il budget di mercato lo ha sempre messo – è stata semmai la dirigenza che è stata incapace di cedere giocatori per sfruttarli fino all’ultimo respiro in un momento dove persino per un McKennie ti buttano un ventello dalla Premier. Inutile piangersi addosso quando non si è capaci di monetizzare un titolo piazzando un Rebic o un Saelemakers per dirne due ma continuando a depauperare patrimonio tecnico senza incassare come già successe nel 2012 coi ritiri dei senatori.

La situazione è drammatica e ha lasciato una rosa dove manca ancora una punta degna di tale nome e con troppi giocatori injury-prone. Il rischio è che succeda un nuovo 2017 dove si è mancata la Champions per la decisione (di Fassone, se no faceva bella figura la vecchia dirigenza) di non rinforzare a Gennaio che sarebbe un danno che riporterebbe tutto due anni dietro facendo ripartire da zero e svalutando il patrimonio tecnico (che vabbé, tanto non sanno vendere, per avere una valutazione bisognerebbe sapere fare player trading…)

Ad oggi è maggiore la probabilità che questa stagione finisca col Milan in Europa League – e probabilmente solo per le penalizzazioni a Juventus ed Atalanta che sono arrivate ed arriveranno. Il primo responsabile si chiama Paolo Maldini le cui “abilità” nel post-Boban sono state molto ridimensionate facendo capire chi veramente lì dentro capiva di calcio e chi no. Quello che preoccupa è come l’attuale lato sportivo sia totalmente scollegato dalla realtà e dal mondo, convinto dei propri mezzi anche quando il campo gli dà torto marcio – è un pericolo ed è un pericolo serio. Ringraziamo la Roma per essersi opposta a Zaniolo ed averci evitato un altro pacco – anche se solo per livore e insofferenza.

Insomma, gennaio si chiude con il più grande fallimento di una squadra campione d’italia in carica e la risposta sul mercato è che sta andando – tutto – assolutamente molto bene. Complimenti per aver distrutto in 15 giorni quanto fatto in due anni – ora andatevene e prendete chi ha a cuore il Milan e chi lo vuole far rispettare in campo e fuori. Richiamate Leonardo e mettete in panchina Antonio Conte.

Milan – Sassuolo 2-5: cinque pere ai parametri

Allora come va? Ogni settimana sembra che bisogna migliorare e ogni settimana va sempre peggio. Da 2, a 3, a 4 a 5 gol subiti – stavolta dal Sassuolo che non vinceva da ottobre e ne aveva fatti quattro nelle ultime otto partite. Sette tiri in porta, cinque gol – problemi che rimangono perché cambiando gli interpreti non è cambiato il modulo e allora ecco che ad ogni filtrante gli avversari si trovano in superiorità numerica verso la porta. Filtranti che arrivano perché il centrocampo è sempre a due e non tiene un pallone e la squadra è sbilanciata davanti. Ne lasciano tre contro due sulla nostra prima linea e sono sempre in porta – l’ha fatto il Lecce, l’ha fatto l’Inter, l’ha fatto la Lazio e l’ha fatto oggi anche il Sassuolo.

Il Milan di Pioli è finito e non c’è mai stato alcun progetto. Prima ne prende atto il tifoso incompetente, prima ne usciamo. Nel calcio non esistono i progetti e non esiste la programmazione, esistono gli acquisti e i giocatori che si dividono in buoni e meno buoni. Questa estate sono arrivati solamente giocatori della seconda categoria. Ad esempio, oggi, De Keteleaere ha superato Bertolacci e André Silva come peggiori acquisti della storia del Milan in rapporto qualità/prezzo a mani basse non riuscendo mai a stoppare un pallone e venendo giustamente sostituito dopo 45 minuti quando gli è stata data una chance.

Ci sono due giorni per cambiare tutto perché così questa squadra non va in europa. La prima cosa da fare è dare la scossa esonerando il tecnico, non importa chi arriva – peggio di così non può fare. Non si prendevano 5 gol in casa dal 1996, non si erano mai presi più di 4 gol di fila in serie A per dure partite consecutive – nemmeno dal 2013 al 2019 si era giocato un mese così male a questi livelli e arriva con l’aggravante di aver cancellato tutto quanto fatto di buono ripartendo da zero. Un AD serio domani caccia lui e chi gli ha fatto un triennale a quattro milioni l’anno in mezzo alla stagione ma mi pare che questo al Milan manchi.

Il Milan non ha un progetto. Ha beccato degli acquisti, una volta. Non ha saputo poi né valorizzarli tramite player trading, né prenderne altri adeguati. Non ha più un gioco perché ormai la squadra è spezzata in due e gioca al lancione rugbistico per la punta – ma ha perlomeno dei giocatori che dovrebbero garantire un posto nelle prime quattro. Non è un caso – ripeto – che il Milan vada a puttane quando salta Gazidis che oggi immagino sorridere davanti alla TV.

In attesa che parli di nuovo il garante a cui la società ha giustamente rinfacciato il non essere stato capace di prendere 1€ dalle cessioni in un mercato dove persino un McKennie viene pagato una trentina di sacchi e di capire quali garanzie oltre al rialzo del suo stipendio mensile abbia ricevuto assistiamo quindi ad uno scempio in campo che diventa tutta colpa di Tatarusanu anche se i difensori si fanno saltare come birilli.

Il fallimento di non riuscire nemmeno ad entrare nelle quattro da campioni d’Italia sarebbe il fallimento più grande mai visto al Milan negli ultimi anni – inutile dire che sarebbe la perfetta scusa per cessioni e ridimensionamento in modo da non avere più pressione e non dover più rispondere al dover fare risultati. Lo scenario perfetto, in fondo, per non aver responsabilità.

P.s. ma la curva che storicamente faceva casino per molto meno, non si sente un po’ ridicola a cantare sul 5-1?

MILAN-SASSUOLO 2-5
Marcatori: 19’ Defrel, 22’ Frattesi, 24’ Giroud, 30’ Berardi, 47’ Laurentié, 79’ Henrique, 81’ Origi.
MILAN 4-2-3-1: Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Gabbia, Theo Hernandez; Krunic (dal 70’ Pobega), Tonali; Saelemaekers (dal 70’ Messias), De Ketelaere (dal 46’ Leao), Rebic (dal 70’ Origi); Giroud. A disp.: Vasquez, Mirante, Ballo-Touré, Adli, Brahim, Kjaer, Thiaw, Vranckx. All. Pioli.

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Marchizza (dal 46’ Kyriakopoulos), Erli?, Tressoldi, Rogério; Frattesi (dal 76 Thorstvedt), Obiang, Traorè; Berardi (dal 84’ Ferrari), Defrel (dal 76’ Henrique), Laurienté (dal 76’ Alvarez). A disp.: Pegolo, Russo; Ferrari; Harroui, M. Lopez, Ceide, D’Andrea. All.: Dionisi.

Arbitro: Giua di Olbia.

NoteAmmoniti: 37’ Tonali, 45’+3 Rebic, 46’ Calabria, 53’ Obiang, 61’ Krunic, 61’ Kyriakopoulos, 73’ Frattesi, 86’ Gabbia, 90’+1 Giroud, 90’+1 Tressoldi, 90’+5 Pobega. Recupero tempo: 4‘ 1T, 6’ 2T.

Lazio – Milan 4-0: non ci ha capito un cazzo? certo!

Se non cambia niente da Lecce, non cambia niente dalla Supercoppa – il risultato sarà uguale se non peggiore. Il Milan perde malamente con la Lazio e lo fa finendo ancora 2-0 sotto dopo il primo tempo e ancora con un gol preso dopo pochi minuti. Tutto questo arriva dopo la più vergognosa e arrogante risposta in conferenza stampa di fronte ad un giornalista dalla schiena dritta (l’unico, in quel di Coreanello) dove un allenatore che non ha più in mano la squadra. Non si capisce se Pioli stia cercando un esonero o la sua sia una ripicca per il mercato – ma continuare a schierare una formazione dove a centrocampo c’è una voragine e davanti non torna nessuno perché siamo fisicamente morti era garanzia di sconfitta.

Pioli ha messo il suo ego davanti al bene della squadra così come fece a suo tempo Maldini questa estate, sacrificando un acquisto già chiuso e un altro possibile sull’altare del proprio rinnovo di contratto. A chi segue il calcio bastava capire già le dinamiche dirigenziali di quel mese per capire che stava arrivando la tempesta. Non è un caso che il rinnovo assurdo di Pioli arrivi quando Gazidis se ne va, unico e vero garante della squadra ad inchiodare ognuno alle proprie responsabilità.

Se il Milan fosse una società normale domattina vedremmo il comunicato dell’esonero con Abate traghettatore fino a fine stagione. Un 4-4-2 più coperto e in autopilot si arriva in Champions League perché questa squadra ha comunque dimostrato di avere giocatori di valore. Purtroppo la fame della scorsa stagione è scomparsa di fronte all’idea di sentirsi arrivati e di non mettersi mai in discussione auto-elevandosi a modello.

A proposito di scelte, lasciando stare il pippone belga da 35 milioni (ma tanto si può giustificare ogni acquisto con “eh vedere anche X ci ha messo due anni” come se i risultati in questi due anni non contano) questa società sta rischiando di perderne 60 per non spenderne 5 per un portiere di riserva. Gennaio si chiude quindi con l’unica vittoria vs Salernitana e due scoppole consecutive – senza un minimo intervento sul mercato o senza una dichiarazione di Maldini.

Nel frattempo i problemi sono sempre gli stessi, le formazioni anche, i nuovi non entrano nelle rotazioni e il garante del progetto sportivo ben si guarda dal venire a metterci la faccia dopo una sconfitta. Il Milan di Pioli è morto – ed è morto perché quando l’allenatore perde una squadra così non la recupera. Bisogna solo decidere se e quando dare la scossa e con chi. Permettetemi però solo di dire una cosa: chi domenica canterà “Pioli is on fire” a San Siro è solo un cretino che si sta facendo prendere per il culo.

LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši? (33’st Lazzari), Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovi?-Savi? (33’st Baši?), Cataldi (42’st Marcos Antônio), Luis Alberto; Pedro (33’st Romero), Felipe Anderson, Zaccagni. A disp.: Adamonis, Maximiano; Fares, Patric, Radu; Bertini, Vecino; Cancellieri. All.: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria, Kalulu, Tomori (23′ Kjær), Dest; Bennacer, Tonali; Messias (13’st Saelemaekers), Díaz (14’st De Ketelaere), Leão (34’st Rebi?); Giroud (14’st Origi). A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Kruni?, Pobega, Vranckx. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.
Gol: 4′ Milinkovi?-Savi? (L), 38′ Zaccagni (L), 22’st rig. Luis Alberto (L), 30’st Fel

Milan – Inter 0-3: ZERU TITULI. Il Milan perde la supercoppa, Maldini, Pioli e i fan di Coreanello la dignità.

Finisce oggi la nostra stagione e finisce malissimo, finisce umiliati, messi sotto come un Monza o un Verona qualunque (anzi no, quelli la loro figura la fanno) da una delle peggiori Inter di sempre facendo fare bella figura a Inzaghi che si è limitato semplicemente a fare come tutti quelli che giocano contro di noi ora – aspettare il nostro errore e partire in contropiede perché ormai la nostra difesa alta non funziona più e non coglie più nessuno di sorpresa.

E’ finita – e non la stagione perché possiamo ancora uscire dalle quattro ma è finita questa squadra, questo progetto che un progetto non lo è mai stato ma è stato un vivacchiare su buone performance di cinque-sei giocatori tutte insieme e spacciarlo per modello gestionale. E si è cercato di prolungarlo il più possibile non cambiando niente e continuando a pensare che Leao faccia il mese della vita o a Giroud dopo il mondiale freghi ancora qualcosa di provare a farsi notare.

La squadra è questa e i nuovi acquisti non giocano perché sono peggio di questi – con buona pace di chi li invoca titolari solo perché giovani. E’ un fallimento tecnico e gestionale che fa rumore perché è il fallimento della squadra campione d’Italia fuori da tutto al 18 di gennaio. E’ un fallimento che si poteva intuire già da mesi, da alcune partite come Empoli o Verona e invece è stato totalmente ignorato non intervenendo sul mercato. A proposito – il giocatore da 35 milioni quando riceve l’occasione davanti alla porta invece di puntare prova uno scarico laterale per Leao, personalità zero.

L’allenatore non c’è ed oggi è il primo colpevole – è un allenatore che non è più seguito dal gruppo e a cui è stato fatto un triennale senza nemmeno aspettare una qualificazione ad un ottavo di Champions. Una roba vergognosa e mai vista che non ha precedenti. Un allenatore che è incapace di leggere una partita e sa giocare in un solo modo affidandosi alle giocate individuali dei giocatori e non tenendone minimamente conto.

Pioli ha perso totalmente la bussola e va esonerato il prima possibile. Speriamo vada alla Juventus. Non c’è nulla da dire se non che chi giustifica l’attuale situazione della squadra campione d’italia in carica è un coglione patentato. La squadra ormai non ha più un gioco, il centrocampo è inesistente, non sanno uscire dalla palla in difesa, davanti è palla a Leao e spera in Dio perché Messias non dovrebbe nemmeno essere un giocatore di pallone.

Maldini è scappato a Ibiza col primo volo da Orio, non spiega perché non arriva nessuno nonostante chiedesse tre acquisti per firmare, dalla coppa Italia non rilascia mezza dichiarazione. Bentornati al livello degli ultimi anni con in più un proprietario assente che nemmeno era allo stadio per la sua prima finale lasciando l’ex proprietario. Roba da Guardia di Finanza. Non ho niente da dire, se non che attendo le vostre scuse per non averci capito un cazzo come sempre mentre io vi spiegavo per filo e per segno come sarebbe andata. E ora vi dico: evitare un nuovo 2013-14 – cambiare subito. Anche fosse Bonera traghettatore.

MILAN-INTER 0-3
Marcatori: 10’ Dimarco, 21’ Dzeko, 77’ Lautaro Martinez.
MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria (dal 79’ Dest), Kjær (dal 65’ Kalulu), Tomori, Hernández; Tonali, Bennacer; Messias (dal 65’ Origi), Díaz (dal 65’ De Ketelaere), Leão; Giroud (dal 79’ Rebic).A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Bakayoko, Pobega, Saelemaekers, Vranckx, Rebi?. All.: Pioli. 

INTER (3-5-2): Onana; Škriniar, Acerbi, Bastoni (dal 84’ de Vrij); Darmian, Barella (dal 71’ Gagliardini), Çalhano?lu (dal 84’ Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (dal 63’ Gosens); Džeko (dal 71’ correa), Martínez. A disp.: Brazão, Cordaz, Handanovi?; Bellanova, D’Ambrosio, Dumfries, Zanotti, Brozovi?, Carboni; Lukaku. All.: Inzaghi. 

Arbitro: Maresca di Napoli.

NoteAmmoniti: 33’ Barella, 72’ Calhanoglu, 77’ Theo, 78’ Lautaro Martinez, 85’ Tonali. Recupero tempo: 4‘ 1T, 6’ 2T.

Lecce – Milan 2-2: esoneratelo!!!

Basta, non se ne può più. Ma con che coraggio dopo la partita di mercoledì NON scendi in campo a Lecce con una prestazione del genere? Il Milan di Pioli mercoledì sera è morto, finito. Oggi è solo il primo di una serie di funerali di un allenatore che è stato rinnovato troppo presto e che ha totalmente perso la quadra. E non mi riferisco allo schierare Pobega al posto di Vranckx (che nel finale è stato disastroso) ma nella gestione della partita in generale: il Milan gioca allo stesso modo da tre anni, lo hanno capito tutti e ogni soluzione nuova si sta rivelando sempre peggio della precedente.

I primi 20 minuti sono stati una roba indecente tra passaggi in difesa al compagno pressato e paura di tenere la palla tra i piedi e giustamente prendi due gol che potevano essere anche di più – e la cosa grave è che i peggiori in campo sono proprio quelli che dovrebbero trascinare la squadra: Theo, Giroud e Leao che fanno troppo poco per poter vincere la partita. Tutto sommato, siccome questa rimane la più forte rosa che c’è in Italia – e non ne ho dubbi – eri pure 2-2 finché il genio in panca ha deciso di mettere Vranckx e Kjaer come ultimi cambi.

Da lì il più vicino al 3-2 è stato il Lecce perché eravamo totalmente spezzati in due tronconi – e meno male che Vranckx non ha giocato dall’inizio visto che non è capace di tenere un pallone o fare un cross. La squadra è totalmente allo sbando fisicamente e mentalmente con giocatori che si sono sentiti arrivati e non hanno più voglia di mettersi in gioco dopo aver strappato il contrattone a partire da Kalulu e Tomori, impalpabili dopo il rinnovo.

Il Milan di Pioli è morto, starà alla dirigenza capirlo e staccare la spina prima che succeda di nuovo un Allegri 2013-14 che ti condanna ad uscire dal giro. Ha una ultima occasione mercoledì, come canto del cigno, poi si dovrà guardare avanti. Non si cresce però con una dirigenza incapace di evolversi che cerca di cambiare il meno possibile perché nulla cambi – vedi riscatti di Florenzi, Messias e addirittura voglia di riscattare Diaz. Le squadre si fanno col player trading.

Bisogna avere il coraggio quindi di ripartire di nuovo da zero – sapendo di aver fallito perché questa stagione è un fallimento totale. Non si può però ripartire da questo allenatore e da questa dirigenza rinnovata male. La stagione del Milan è totalmente deragliata nel momento in cui non c’è più Gazidis – ovvero nel momento in cui nessuno era più in discussione ma tutti si sono garantiti il posto.

La comunicazione da coreanello dirà che va tutto bene, che è stato bravo il Napoli, che non abbiamo colpe. Poi siamo a +1 sulla peggiore Juventus di sempre. Mah, sarà colpa di Twitter, giusto?

LECCE-MILAN 2-2
Marcatori: 4’ aut. Theo, 23’ Baschirotto, 58’ Leao, 70’ Calabria.

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Pezzella (dal 62’ Gallo); Blin, Hjulmand, González (dal 62’ Maleh); Strefezza (dal 88’ Oudin), Colombo (dal 73’ Voelkerling), Di Francesco (dal 73’ Banda). A disp.: Bleve, Brancolini; Lemmens, Tuia; Askildsen, Bistrovi?, Helgason, Ceesay, Listkowski, Rodríguez. All.: Baroni.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria (dal 86’ Kjaer), Kalulu, Tomori, Theo Hernández (dal 46’ Dest); Pobega (dal 86’ Vranckx), Bennacer; Saelemaekers (dal 46’ Messias), Díaz (dal 69’ Origi), Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Bakayoko; De Ketelaere, Origi. All.: Pioli.

Arbitro: Orsato di Schio.

NoteAmmoniti: 64’ Maleh, 66’ Calabria, 86’ Bennacer. Recupero tempo: 2‘ 1T, 5’ 2T.

Milan – Torino 0-1 d.t.s. – Welcome back to banter era

In quattro giorni fuori dalla lotta scudetto e fuori dalla coppa Italia con De Keteleare che si certifica nuovamente un bel bidone su cui è stato speso tutto il budget di mercato. La sconfitta col Torino agli ottavi come solo a Filippo Inzaghi era riuscito ai tempi sulla panchina del Milan certifica una crisi pesante di risultati e di squadra che sta facendo finire presto il momento scudetto. In un mese potremmo aver perso la Supercoppa, il derby di ritorno ed essere stati rullati dal Tottenham a San Siro, anzi – questo è lo scenario più probabile.

La squadra non c’è più – non c’è il gruppo, non c’è più uno schema e gli attaccanti fanno pena. E’ una squadra umorale che davanti ha due giocatori contati (Giroud e Leao) e gli altri sono rotti o cessi. In una qualsiasi società normale si parlerebbe di come De Ketelaere sia il nuovo André Silva e di come sia incompetente chi ci ha speso tutto un budget non rinnovando la squadra dopo la vittoria dello scudetto.

Maldini pensava forse di campare di rendita sugli acquisti di Moncada e Boban (perché i suoi mercati erano stati sbagliati anche prima, basti pensare a Mandzukic, a Bakayoko, a Meite) ma proprio in questo mercato fermando Dybala, rinnovando Messias e Florenzi e decidendo di spendere tutto sul terzo trequartista con il secondo su cui hai speso otto milioni che nemmeno gioca si è visto come semplicemente quella spacciata per competenza erano state scelte altrui e botte di culo.

Pioli è finito in questo Milan così come era finito Allegri quando gli fu rinnovato il contratto. E’ evidente ed è sotto gli occhi di tutti – ormai è entrato nella fase di sperimentazione di cazzate e fa niente se queste ci fanno perdere partite. La difesa a tre non funziona, il modulo che è sceso in campo è un insulto ai tifosi che volevano vedere una reazione dopo aver preso due gol domenica in cinque minuti. Sia Maldini che Pioli hanno operato malissimo dal 22 maggio in poi pensando di aver raggiunto chissà cosa e di essere diventati i nuovi santoni del calcio italiano, dimenticando che l’obiettivo più importante è sempre il prossimo.

Da qua finché non ci sarà una scossa può solo andare peggio – la squadra sta andando per i cavoli suoi senza uno schema, i giocatori si cullano sui rinnovi ottenuti a caro prezzo (di offerte per questi, però, non ne arriva mezza). Sarà tremenda e bisogna sperare in qualche modo di finire nelle quattro ma da qua si vede solo un buio profondo in cui era facilissimo tornare dopo lo scudetto e da cui non si è fatto niente per evitarlo.

MILAN-TORINO 0-1
Marcatori: 114’ Adopo

MILAN (3-4-2-1): Tatarusanu; Kalulu, Gabbia (dal 77′ Theo), Tomori; Saelemaekers (dal 67’ Messias), Vranckx (dal 83’ Bennacer), Tonali, Dest (dal 110′ Calabria); Diaz (dal 67’ Leao), Pobega (dal 77′ Giroud); De Ketelaere. A disp.: Mirante, Nava, Adli, Bakayoko, Lazetic, Bozzolan. All. Stefano Pioli

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Rodriguez; Singo (dal 111’ Bayeye), Lukic, Ricci (dal 91’ Adopo), Buongiorno; Miranchuk (dal 90’ Seck), Vlasic, Sanabria (dal 71’ Zima). A disp.: Berisha, Gemello, Karamoh, Vojvoda, Garbett, Radonjic, Dembele, Gineitis, Linetty. All. Ivan Juric.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 14’e 70’ Djidji. Espulsi: 70’ Djidji. Recupero tempo: 5‘ 2T, 2’ 2TS.

Milan – Roma 2-2: due schiaffi a Coreanello

Che dire? Va ancora tutto bene? De Keteleare è ancora un fuoriclasse inespresso? La squadra è ancora favorita per vincere? Ancora una volta diciamo grazie ad un allenatore che memore dei rischi nelle scorse partite è riuscito a concedere ad una squadra che fa del pallone in mezzo la sua unica arma di andare dentro a crossare palloni. A questo aggiungiamo un Massa versione Garbatella che ha reinterpretato il regolamento fischiando fallo ogni volta che un giocatore della Roma veniva toccato – il risultato è un 2-2 che chiude la lotta per il titolo in data 8 gennaio. Vergogna a chi ancora continua a sostenere questo scempio – non si può continuare a giocare così, a regalare gol, a non saper difendere e dover sempre restare avanti.

Oggi la partita l’avevi chiusa, poi hai deciso di sperimentare dando la Roma per morta passando a cinque dietro – in pratica concedendo alla Roma il suo unico punto di forza. Complimenti – si è sfiorato il disastro a Salerno, oggi il disastro è completoPioli non ne azzecca una da Verona quest’anno e non sempre gli va bene (in compenso noi gli abbiamo pure rinnovato il contratto invece di aspettare febbraio e iniziare a vedere per il 2023-24).

Il Milan purtroppo non è da scudetto – e ora è anche al pari della Juventus di Allegri presa per il culo fino a due mesi fa da tutti. Irraggiungibile il Napoli a cui regalano di tutto mentre anche oggi si è visto che noi siamo poco fortunati a livello arbitrale. Non siamo squadra capace di concedere e di difendere – non sappiamo nemmeno farlo visto che continuiamo a prendere gol ogni partita (e sarebbe il caso, magari, di riconsiderare anche un centrale).

In compenso si è capito perché non gioca Thiaw (imbarazzante quando è entrato) e perché Bennacer è insostituibile e ci serve anche una sua riserva se vogliamo fare qualcosa. Non sappiamo difendere, non possiamo difendere e finiamo difendendo – il tutto con un portiere inadatto alla Serie A. Almeno la smettano di dirci che va tutto bene perché oltre a non vincere in campo non contiamo nulla nemmeno fuori e si è visto anche nel metro di Massa stasera.

Cosa bisogna rischiare per darsi una svegliata e smetterla con questo clima a livello di tifo? Bisogna uscire dalla Champions? Perdere la Supercoppa tra 10 giorni? Rischiare il quarto posto? Se si va avanti così questa è la prospettiva. Cosa facciamo? Continuiamo a prenderci in giro e dire bravi tutti?

MILAN-ROMA 2-2
Marcatori: 30’ Kalulu, 77’ Pobega, 87’ Ibanez, 93’ Abraham.
MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Bennacer (dal 74’ Vranckx); Saelemaekers (dal 85’ Gabbia), Diaz (dal 70’ Pobega), Leao; Giroud (dal 85’ De Ketelaere). A disp.: Mirante, Nava, Thiaw, Dest, Bozzolan, Pobega, Vranckx, Bakayoko, Adli, Lazetic. All. Pioli

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini (dal 89’ Belotti), Smalling, Ibanez; Celik (dal 78’ El Shaarawy), Cristante (dal 66’ Matic), Pellegrini, Zalewski; Dybala, Zaniolo (dal 66’ Tahirovic); Abraham. A disp.: Boer, Svilar, Shomurodov, Viña, Solbakken, Camara, Kumbulla, Spinazzola, Bove, Volpato, Majchrzak. All. Mourinho. 

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 9’ Celik, 9’ Mancini, 26’ Leao, 45’ Zaniolo, 62’ Bennacer, 68’ Tomori, 72’ Tonali, 82’ Ibanez, 91’ Matic, 96’ Abraham. Recupero tempo: 2’ 1T, 5‘ 2T.

Salernitana – Milan 1-2: nuovo anno, stessi problemi

Una partita che doveva essere 0-4 o 0-5 è diventata la solita sofferenza, finita sulla bandierina a perdere tempo dopo otto minuti di recupero (primi, ovviamente, a sperimentare il nuovo metro del mondiale che vediamo se e come sarà applicato anche al contrario). A Salerno la partita era chiusa, complice anche il loro atteggiamento molto alto che ci ha permesso di penetrare negli spazi con Leao e Diaz. Poi il tiro in porta, l’unico porta il loro gol e si finisce dietro, a soffrire, per colpa di un portiere inadeguato (ovviamente Ochoa a noi faceva schifo)

Tatarusanu a parte gli infortuni si sentono poco perché davanti a lui giocano i titolari – si rivedono Calabria e Saelemakers e la fascia destra torna al livello di accettabilità che porta avere due giocatori di pallone. Leao è completamente in palla e ovviamente la partita la spacca lui prima con un gol mangiato, poi con quello del vantaggio e Tonali dispensa calcio prima con l’assist, poi col gol. Da lì per 70 minuti è praticamente un monologo di gol mangiati – ed anche uno annullato perché Fourneau e Mariani ritengono che Diaz influisca su Ochoa già spiazzato.

Cosa c’è da dire? Che purtroppo di progressi se ne vedono pochini – questa squadra resta scarsamente capace di difendere ed è sempre costretta a spendere per attaccare e stare alta (quindi, anche visto le riserve sempre rotte, tra due mesi saremo di nuovo sulle gambe). Vediamo le competitor e proviamo a portare a casa il prima possibile sti 70-75 punti perché messi così con Maignan che è un mistero io continuo a guardarmi più dietro che davanti.

Superato l’aperitivo inizierà quindi un ciclo di fuoco: nelle prossime 7 affrontiamo due volte l’Inter e le due romane e purtroppo di tiri verso la porta di Tatarusanu ne arriveranno parecchi. A livello individuale oggi comunque bene Diaz mentre qualcosina si è visto anche da De Keteleare subentrato – occorre ovviamente che rientri al più presto Ibra perché Giroud ora è solo al centro dell’attacco senza una riserva a coprirgli le spalle.

Due paroline anche sui due rigori, uno su Theo, uno su Leao non dati nel finale (non sono mica Oshimen, in fondo) – sabato in fondo sarà l’anniversario dell’ultimo rigore dato al Milan dall’arbitro di campo senza l’intervento del VAR nella partita contro la Roma. Come possa una squadra che attacca così tanto non prenderne rimane un mistero che la Serie A dovrà prima o poi spiegare. Stasera intanto ci sarà Inter-Napoli e scopriremo se Marotta crede ancora al titolo – potrebbe riaprirlo per tutti ma, per come siamo messi dietro, al momento non per noi.

SALERNITANA-MILAN 1-2

Marcatori: 10’ Leao, 15’ Tonali, 83’ Bonazzoli

SALERNITANA (3-5-2): Ochoa, Lovato (dal 63’ Daniliuc), Radovanovic, Fazio, Sambia (dal 84’ Valencia), Coulibaly, Bohinen (dal 84’ Kastanos), Vilhena (dal 63’ Bonazzoli), Bradaric, Dia, Piatek. A disp.: Fiorelli, De Matteis, Bronn, Botheim, Capezzi, Motoc, Iervolino, Pirola. All.: Nicola. 

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria (dal 71’ Gabbia), Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer, Tonali; Saelemaekers (dal 85’ Dest), Diaz (dal 62’ De Ketelaere), Leao; Giroud (dal 85’ Vranckx). A disp.: Mirante, Nava, Adl, Bakayoko, Lazetic, Thiaw, Pobega, Bozzolan. All.: Pioli. 

Arbitro: Fourneau di Roma 1.

NoteAmmoniti: 53’ Giroud, 73’ Piatek, 75’ Bradaric, 81’ Coulibaly, 92’ Daniliuc. Recupero tempo: 2’ 1T, 8‘ 2T.

La situazione è drammatica

Tre amichevoli, tre brutte sconfitte. Il dicembre rossonero termina in maniera preoccupante esponendo alla luce tutti i problemi emersi in campionato a novembre. La squadra non ha ritmo, non ha gioco, vive di giocate individuali – dal 4 non avremo una rimonta, semmai avremo una sofferenza in cui dovremo difendere uno dei primi quattro posti con le unghie e con i denti. Lo ha capito ad esempio l’Atalanta che ha fatto muro per Sportiello in scadenza chiedendo cinque milioni di euro e mettendo in evidenza come la situazione portiere al Milan non può considerarsi normale. Non è normale l’infortunio di Maignan e i tempi di recupero superiori a quelli di un calciatore del Monza letteralmente accoltellato – non è normale in due anni non avere un secondo portiere affidabile.

La situazione infortuni e la loro comunicazione resta a dir poco vergognosa e non rispettosa del tifoso pagante – il 18 ci si gioca un trofeo e non è chiaro chi sarà in porta. Il mercato è stato bocciato dal tecnico e dalle prestazioni in campo. Il budget per migliorare la squadra non c’è e i giocatori più forti al momento non rinnovano né però si pensa di cederli per monetizzare e provare a rinnovare la squadra. Il futuro tanto sbandierato è già in pericolo e non si vedono sbocchi di questo progetto oltre la cessione di Leao in rosa sul cui talento e spunti si è basato l’ultimo anno.

Insomma, alla fine il mondiale ci ha permesso di non soffrire per un mesetto ma vedere questa roba non è più un piacere come lo era a fine della scorsa stagione, quanto nuovamente una sofferenza. Non mi aspetto niente dalla ripresa in un anno così anomalo dove chi ha giocato il mondiale ha già scollinato e ora non aspetta altro che arrivi giugno per finirla. Aggiungiamo a questo che la nostra fase difensiva è tornata completamente ridicola – e continua ad esserlo: c’è una sola cosa da fare per evitare la tragedia, andare sul mercato: ora, in maniera pesante ed efficace (e quindi, possibilmente, non con Maldini a prendere bidoni).

Purtroppo non succederà nulla di questo e continueremo a sentire quanto è bravo Maldini per un mercato azzeccato due anni fa, come allena bene Pioli per uno scudo vinto con palla a Leao e quanto è modello una dirigenza che non spende e nel frattempo non rinnova i suoi giocatori più forti, prendendoli a zero. Occhio che a tornare indietro a giocare al giovedì è un attimo.

Finita la farsa, come da copione

Doveva finire così e così è finito. Non si guardino i rigori, che poco danno e poco tolgono per una partita comunque bellissima. L’Argentina ha vinto come ha vinto in tutto il resto del mondiale, con un arbitraggio criminale, un rigore regalato e la licenza di uccidere – a questo aggiungiamo tre contropiedi fermati 3 v 3 a fine secondo tempo stile Bertini in Juventus – Milan che facevano capire come doveva andare la coppa.

La FIFA è riuscita a farla alzare a Messi al suo ultimo mondiale ponendo apparentemente fine ad un dibattito che si sono creati da soli dimenticando i tre mondiali di Pelé. L’Argentina comunque scende in campo meglio della Francia, sembra a tratti l’Atalanta di Gasperini – if you know what i mean – e probabilmente anche per il virus influenzale in settimana nel primo tempo non c’è partita anche se la partita la apre il solito rigorino inesistente, il quinto, di questo mondiale. Da lì in poi Argentina ha legittimato il vantaggio finché ha deciso di togliere Di Maria, migliore in campo fino a quel momento. Scaloni ha preso spunto dalle precedenti partite e la Francia ha messo Dembelé a difendere su Di Maria – non è passato nulla e non han tenuto palla.

L’ha buttata la Francia, l’ha buttata colpita da un virus influenzale (o forse contaminata?), l’ha buttata grazie ad un arbitro che non gli ha lasciato due volte un 3 vs 3 con Mbappé in porta, non ha espulso Romero, ha permesso all’Argentina di difendere solamente facendo falli su falli senza ricevere i cartellini gialli. Ha provato a rivincerla Mbappé, da solo, migliore in campo e migliore in questo momento contro tutto e contro tutti – con un tecnico che onestamente non si capisce come possa fare giocare in maniera mediocre una squadra con questo talento.

C’è poco da dire se non che il mondiale ha tolto ai tifosi la possibilità di sognare – la narrativa ha vinto sul calcio, gli interessi economici anche. Basterà anche tra quattro anni decidere prima la squadra che deve vincere, mandare arbitraggi addomesticati e finisce lì. Onore a Mbappé che ha fatto vedere contro ogni narrazione chi trascina una squadra da solo e chi comunque ha sfruttato una buona squadra intorno per la prima volta.

Ora torniamo ai drammi del campionato, con lo smoking bianco, sempre dalla parte giusta.

A Lusail ci siamo anche noi

E allora diciamolo: abbiamo due giocatori titolari in finale mondiale. L’AC Milan di Milano 19 volte campione d’Italia e 7 volte campione d’Europa nella partita più importante del ciclo calcistico tornerà ad essere rappresentata – e lo farà con Theo Hernandez ed Olivier Giroud. Sarà Argentina – Francia la 22esima finale della Coppa del Mondo, la prima d’autunno, sarà tra la sorpresa e la squadra più forte come quattro anni fa.

L’Argentina ci arriva come nelle partite precedenti, con il vento dei fischietti alle spalle e portata da Enzo Fernandez e Julian Alvarez – diventata praticamente un’altra squadra da quando non c’è più Lautaro. E’ Alvarez a far sbloccare la partita col rigore capitalizzato da Messi – un rigore come quelli precedenti in questa coppa del mondo molto generoso, per non dire abbastanza inesistente con lo stesso Alvarez che si butta sul piede di Livakovic già a terra. Strano che lo fischi Orsato, uno che mezzi contattini non li dà mai. Da lì in poi onestamente la Croazia, qua solo grazie ad una tremenda botta di culo col Brasile (che doveva essere la seconda finalista) ha onestamente creato poco o niente. Forse troppo essere arrivati qua, fatto sta che l’Argentina la chiude nettamente e va in finale, da favorita.

Favorita perché l’Argentina cresce e la Francia cala, o meglio convince sempre meno. Col Marocco Theo Hernandez ha dominato la partita contro Hakimi arrivando a sbloccarla subito. C’è da dire che i due gol della Francia sono abbastanza casuali, sporchi, su seconde palle (anche se Giroud ne ha sbagliata una clamorosa e ha colpito un palo) e il Marocco ha fatto quella che è stata la migliore partita in un mondiale sfiorando più volte il gol e facendo capire che in finale ci poteva andare veramente. A me la Francia, onestamente, partita dopo partita convince sempre di meno. C’è da dire che l’arbitraggio è stato veramente indecente per il livello di una semifinale mondiale, con i marocchini liberi di picchiare, quasi come se si sperasse che – sempre se si riesce a non farli passare – almeno se succede qualcosa a Mbappé o Theo male non fa.

Domenica alle 16 spetterà quindi alla Francia salvare la faccia di questo mondiale che continua ad apparire sempre molto politico e sempre poco calcistico. Rimane comunque la squadra migliore, coi giocatori più forti, che ha giocato il miglior calcio e merita di passare questo turno. Servirà veramente un miracolo e serviranno il miglior Theo e il miglior Giroud.

Rimangono in quattro (e solo una è degna)

Saranno Argentina – Croazia e Francia – Marocco le due semifinali del mondiale di Qatar 2022 con l’esito di quattro quarti di finale simili ma diversi per modi e risultato. Partiamo dalla prima, che ha visto l’ingiusta eliminazione del Brasile da parte di una Croazia che era oggettivamente poca cosa. I Croati sono scesi in campo con lo stesso spirito del mondiale 2018, tutti dietro e che dio ce la mandi buona – Neymar era quasi riuscito, con un gol peraltro pazzesco, a portare giustizia nel supplementare dove poi i Croati, a poco dalla fine, sono riusciti a pareggiare con quello che è l’unico tiro nello specchio della porta nel match. Insomma, la Croazia non è nemmeno la lontana parente di quella della finale 2018 eppure è ancora lì, tra le prime quattro – ma penso che probabilmente stavolta per loro si chiuderà qua.

Sempre ai rigori è passata invece l’Inter delle nazionali con un arbitraggio al limite dell’ufficio inchieste. L’Argentina vista con l’Olanda è stata appena sopra la sufficienza per battere una squadra molto fortunata con gli USA. La sblocca un assist di Messi (ovviamente esaltato oltre ogni misura) per Molina, poi un rigore molto generoso fischiato per fallo di Dumfries sembra chiuderla. Ne verrà negato uno uguale su Gakpo ma l’Olanda riesce a pareggiare in extremis, salvo suicidarsi nel supplementare. Gli orange la perdono smettendo di attaccare e accontentandosi dei rigori contro una squadra più tecnica di loro e senza un portiere pararigori – la sfanga l’Argentina che immeritatamente si trova addirittura favorita per giocare la finale. Da segnalare un mancato rosso a Paredes nella ripresa. Vergognoso poi il postpartita con gli Argentini ormai pienamente atteggiati a picciotti e capobanda – non resta che sperare nel karma.

Va fuori anche il Portogallo in una delle peggiori partite del mondiale. Una rondine non faceva primavera e la partita con la Svizzera ha fatto testo quanto quella con la Corea per il Brasile. Non puoi permetterti di tenere fuori Cancelo, Ronaldo e Leao e pensare di giocare una semifinale. Il Marocco si è messo dietro, aspettando l’occasione e il gol il Portogallo se lo è fatto da solo con una uscita a vuoto del suo portiere – quando ha poi fatto i cambi ha avuto più occasioni (il tiro di Ronaldo, il colpo di testa di Pepe) ma tardive. Marocco quindi che a sorpresa va in semifinale e continua a non prendere gol – al mondiale il catenaccio paga. Esce senza vincere un mondiale Ronaldo, esce a testa bassa contro tutto e tutti, senza favoritismi né raccomandazioni, esce avendo dominato dove è più difficile – in Champions League – in più squadre ma pagando lo scotto di essere un uomo vero in un calcio che ama i falsi buoni e gli ipocriti. Grazie di tutto. A proposito dell’arbitraggio di ieri e dei sei argentini designati per questa partita – le dichiarazioni di Pepe mi sembrano le più appropriate. Che diano direttamente la Coppa a Messi, visto che ci stanno provando in tutti i modi.

Ultimo quarto, quella che forse era la finale anticipata: Francia – Inghilterra ha visto una involuzione dei francesi al primo loro avversario di livello. La Francia segna subito un gran gol con un tiro da fuori di Tchouameni, poi smette di giocare. Meglio l’Inghilterra che riesce nella ripresa a procurarsi un rigore. 1-1 e replay, riprende ad attaccare la Francia con grande occasione di Giroud parata da Pickford proprio prima del 2-1, sempre suo. Ricomincia quindi l’Inghilterra, altro rigore con Theo che ignora che purtroppo non siamo in Italia e contro quelli te li danno, ma Kane spara altissimo. Partita finita lì e Francia che sì passa in semifinale ma leggermente in calo rispetto alle partite precedenti.

A questo livello è quindi tutto aperto – la testa dice Francia, unica tra le qua arrivate a meritarlo e ad aver espresso un livello decente. Si arriva in semifinale con due squadre che non dovrebbero esserci e che lasciano un po’ l’amaro in bocca per non aver visto più “classici” in questo mondiale tra squadre blasonate. Purtroppo quanto visto tra ieri ed oggi lascia pensare che si stia apparecchiando tutto per una vittoria dell’Argentina – a Theo e Giroud tenere alti i nostri colori e, da veri milanisti, lottare anche qua contro il Sistema.

Arriva il Portogallo, esce la Spagna, si confermano Brasile e Francia.

Per il titolo mondiale sono rimaste in 8. Ci sono le due sudamericane, ci sono cinque europee e c’è il Marocco che nella partita di oggi ha fatto il primo upset del mondiale in questa eliminazione diretta eliminando la Spagna. Andando però in ordine sabato la prima squadra a passare il turno è stata l’Olanda che, a dirla tutta, non ha giocato benissimo contro gli USA ma ha finalizzato due tiri in due gol nel primo tempo con Dumfries che dopo due prestazioni deludenti nei gironi è stato assolutamente trascinatore con un gol e due assist.

E’ stata quindi la volta dell’Argentina ed è stata contro una Australia comunque già ridimensionata dalla Francia la migliore partita di Messi fino a questo momento al mondiale. Non un caso che l’Argentina abbia trovato anche dopo la prestazione con la Polonia la propria dimensione escludendo Lautaro dall’undici iniziale. Nel secondo tempo a tratti si è rivisto il Messi di metà anni 2000 a dispensare tiri in porta e assist – è chiaro che questo mondiale resta il suo grande obiettivo così come è però chiaro che contro le altre potrebbe non bastare.

La Francia di Mbappé si conferma con la Polonia la migliore squadra con il miglior giocatore di questo mondiale. Il terzo gol francese è semplicemente fantastico, roba che nemmeno il miglior Messi o Ronaldo hanno mai fatto. La Francia è una squadra solida che dietro non concede praticamente niente ma che davanti fa male appena decide di accelerare – la differenza rispetto alla gara di tre giorni prima dell’Argentina proprio contro la Polonia è abissale e il risultato sta, forse, pure stretto.

Tutto facile per l’Inghilterra, non c’è partita come non c’è in molti di questi ottavi. 3-0 al Senegal, sbloccata nel finale di primo tempo e chiusa subito nel secondo. Nonostante tutto, però, non mi impressionano: la Francia sarà sicuramente il miglior banco di prova per capire le sue ambizioni. Non mi ha impressionato per niente invece la Croazia in quello che, contro il Giappone, è stato forse l’ottavo più orribile e povero tecnicamente. Si è deciso ai rigori dove ha prevalso la miglior tecnica croata e le parate di Livakovic – ma 90 su 100 si è solo scelta la vittima sacrificale del Brasile.

Che dire del Brasile? E’ tornato Neymar e sono semplicemente stati perfetti contro la Corea. Forse sarebbe stato meglio se il Portogallo non avesse cercato di buttare fuori l’Uruguay ma mai nella sua storia era stato così avanti in un ottavo di finale così presto. Il Brasile dopo aver segnato poco nelle prime tre gare ha portato tutti avanti, compresi i difensori centrali e la Corea non ci ha capito niente. Ha creato poco ma ha finalizzato tutto e bene. Sono al livello della Francia? Per me non ancora, ma sono sopra l’Argentina.

Oggi quindi è stata la volta del Marocco che contro la Spagna ha sfruttato le debolezze emerse dal Giappone. Gli Spagnoli han regalato sostanzialmente un tempo senza centravanti, poi quando hanno messo Morata non sono riusciti ad incidere fino ai rigori dove Bounou ha fatto due parate pazzesche. Il Portogallo invece ha sorpreso tirando fuori Ronaldo ed è riuscito a giocare la miglior partita del mondiale – segnando sei gol. Non sono convinto che Ronaldo sia un limite per questa squadra, sono invece convinto che ha aiutato giocare senza riferimenti per passare la palla. Si iscrivono anche loro per la vittoria finale? Presto per dirlo – ma il Marocco è battibile e una semifinale sarebbe positiva.

Cinque ottavi su otto sono andati lisci con un chiaro favorito – forse dovuto al fatto che questo torneo si gioca d’inverno, con i giocatori alla massima condizione e non stanchi da una stagione finita. Ben venga il mondiale d’inverno, allora. Piccola nota invece per quanto riguarda la Serie A – non incidono molti giocatori in questo mondiale e al netto della prestazione di Dumfries sabato, quelli che incidono sono del Milan: Theo, Giroud, Leao (due gol in pochi minuti)

Come esce la griglia di questi quarti, quindi? Argentina favorita con Olanda, Brasile molto favorito con Croazia, Francia favorita con Inghilterra e Portogallo favorito con il Marocco. Dalle semifinali, poi, non ci sono più valori e tutto può succedere.

Era tutto vero: stavolta radiateli

Cosa dire o non dire di fronte alla nuova inchiesta che – casualmente – colpisce sempre la stessa squadra in Italia? Cosa dire di fronte a quelle verità da molti sospettate al bar sport la domenica e finalmente messe a nudo nelle carte della procura di Torino? Chiunque, in cuor suo, sperava o sapeva che prima o poi la bolla sarebbe scoppiata – che sotto gli occhi di tutti c’era troppa roba per passare impunita ma mai avremmo immaginato che sarebbe uscita fuori così, tutta insieme, in una volta sola.

In Italia c’era un sistema Juventus e questo era chiarissimo già dal 2012 – è difficile vincere nove scudetti di fila consecutivamente ma diventa facile quando controlli più di una squadra e quando nel dubbio c’è un gol di Muntari non dato o un Orsato che ti stende il tappeto rosso a Milano con l’Inter. Se per gli arbitri si spera che abbiano imparato a non farsi sgamare non si può non tacere sul fatto che Paratici facesse il direttore sportivo di più società: Genoa, Sampdoria, Empoli, Udinese e Sassuolo e lo dice proprio lui mentre cerca di fare entrare nel giro il Pisa. Ci sarà un motivo se tre quarti dell’Italia calcistica, in fondo, le chiamava “le succursali“, se c’erano plusvalenze ed operazioni a specchio palesi per gonfiarsi i bilanci (Sturaro, Muratore, Mandragora, Romero…) al di là della cifra tecnica dei coinvolti e se persino la procura è arrivata ad ipotizzare il rischio di “porre in pericolo la lealtà della competizione sportiva“.

Tutti ci ricordiamo, ad esempio, l’anno di Gattuso il posticipo improvviso di Juventus-Atalanta con la scusa della festa scudetto serale (mai fatta gli anni precedenti), il rifiuto della richiesta del Milan (che doveva giocare dopo) di contemporaneità e un bel pan di stelle in campo che ci è costato due anni di progetto. Torna poi tutto, il Genoa che si salva sempre nei gironi di ritorno finché non cambia proprietà, le uniche squadre che sono riuscite a farsi lo stadio di proprietà in Italia… insomma, questa che è emerge è solo la punta dell’iceberg e già basta.

Ormai gli Juve-Udinese e gli Juve-Sassuolo potevano farla ai giornalisti (ci torneremo), potevano farla ai giocatori, gli addetti ai lavori ma quando vedi queste squadre essere sullo 0-3 con la Juve, come il Siena ai tempi di Moggi e te le trovi all’arma bianca contro di noi, Inter o Napoli a menare impunemente e chiudersi col bus, è evidente che non poteva solo essere la differenza di cifra tecnica o le motivazioni. Con buona pace dei milanisti da like su twitter che se la sono bevuta per anni e hanno giustificato giorno dopo giorno questo scempio dicendo che erano più forti. Che è un po’ la stessa scusa usata proprio dai gobbi per calciopoli.

Persino gli artefizi contabili usati per iscriversi al campionato non tornavano dal primo momento. Passino le autosponsorizzazioni con Jeep a prezzi gonfiati, sconvenienti ma legali, ma la Juventus mai poteva permettersi Ronaldo e il conseguente monte stipendi. Il vero problema è che invece di incalzare la cosa i giornalisti hanno iniziato a prendere le velinazze dall’ufficio stampa e dirci che si ripagava con le magliette – ecco, credo proprio che la parte propagandistica sia chiave per questa situazione ma non è uscita e visto il diritto di opinione su libera stampa mai uscirà. Nemmeno se con notizie false create ad arte, tipo Guardiola alla Juve, fa schizzare il titolo in borsa.

La faranno franca i giornalisti, la faranno franca anche i giocatori, tipo Chiellini di cui è uscito in settimana uno screen in cui chiede alla squadra di fare qualcosa di illegale e stare zitti con la stampa. Ecco, proprio grazie ai giocatori percepiamo questa area di impunità nel momento in cui Paratici chiede a Bonucci se secondo lui in Italia faranno qualcosa agli Agnelli. Che poi in fondo è la stessa impunità per cui Suarez viene a fare un esame a porte chiuse, fuori da ogni calendario, passato in metà del tempo necessario con cronisti al seguito a raccontare l’impresa senza che nessuno si faccia qualche domanda.

Uno dei motivi per cui Berlusconi decise di disimpegnarsi dal Milan facendo partire il processo di cessione dopo quel 2011-12 è proprio l’essersi reso conto che il gioco era ancora truccato. Questo gioco truccato ci ha fatto perdere competitività in Europa, persino i diritti TV della Bundesliga dove vince sempre il Bayern vengono preferiti ai nostri all’estero e da questi la lega tedesca ricava più soldi. Siamo stati incapaci di coltivare o far crescere talenti fino al Milan di quest’anno perché qualsiasi talento doveva passare nel sistema bianconero – e proprio le intercettazioni fanno pensare su un Locatelli che rifiuta uno stipendio più alto a Londra per andare in prestito alla Continassa.

Siamo stati fregati ancora una volta dalla stessa squadra, tutti quanti. Ora non resta che aspettare e sperare che sia fatta giustizia nonostante la voglia di chi leccando quel sedere ha mangiato per anni di una bella amnistia. Io invece spero che sia la volta buona per fare pulizia e ripartire con un calcio italiano onesto, escludendo chi rubava ed escludendo chi per sopravvivere si sta indebitando fino all’osso. Che stavolta si faccia pulizia e si debbano fare Eleven Sports per vedersi le partite alle 10 del mattino contro il Sudtirol.

Quanto uscito non fa altro che rendere lo scudetto 2021-22 ancora più bello perché vinto veramente contro tutto e tutti.

… o perlomeno così dicono

Molte sorprese nella seconda parte di questa terza giornata della fase a gruppi e la principale vede il Belgio, forse all’ultima vera occasione, fuori dal Mondiale con non uno, non due ma ben tre gol sbagliati da Lukaku. E’ un Belgio che oggettivamente dopo aver rubacchiato la partita col Canada ha giocato male contro la Croazia la quale ha avuto anche lei le sue occasioni e fino all’ultimo quarto d’ora aveva forse meritato di vincere. Quello del Belgio è il fallimento che dovrebbe forse far riflettere, ma è anche vero che parliamo di un gruppo che era stato ai vertici solamente sulla carta quando nei fatti non aveva, invece, mai vinto nulla. Si è invece confermato il Marocco che non ha avuto problemi a liberarsi del Canada (onestamente veramente poca roba per questo mondiale) che vince il gruppo e troverà… la spagna.

Già, perché anche nel gruppo della Spagna non va tutto come deve andare. Un gruppo che dopo 10 minuti sembrava finito con Spagna e Germania passate, poi l’imponderabile. La Spagna non la chiude, il Giappone rimonta e si porta in vantaggio – tutto a posto per gli Spagnoli a meno che non rimonti la Costa Rica e la rimonta accade. Si resta 2-2 a lungo con un gol della Costa Rica che porterebbe la Spagna fuori. Segna la Germania a cui serve comunque la goleada o un gol della Spagna, la Spagna non ci pensa nemmeno e con un occhio al risultato dell’altro campo perde sì, ma manda a casa i tedeschi alla seconda eliminazione ai gironi dopo il mondiale vinto.

Si “scansa” anche il Portogallo che a parte Ronaldo schiera la squadra B contro la Corea del Sud, va in vantaggio poi tira il freno a mano e butta fuori un Uruguay sì vincente col Ghana ma che rimane ad un solo gol dalla possibile qualificazione al turno successivo. Stesso copione anche nel gruppo del Brasile con il Brasile che tira fuori le riserve e perde col Cameroon ma almeno stavolta la qualificazione se la giocano Serbia e Svizzera. Partita molto bella che certifica come la Serbia, nonostante tutto, non sia un top team visto che ancora una volta, come nelle gare precedenti, c’è un buco in campo enorme tra difesa e tutto quel talento là davanti.

Nel tabellone degli ottavi di finale si delinea quindi una parte più facile a sinistra e una più difficile a destra con l’Argentina favorita dagli arb… ehm, dai pronostici che potrebbe avere tutto sommato un buon percorso fino alla semifinale. Dall’altra parte ci sono già un paio di ottavi interessanti e possibili big-match ai quarti come Inghilterra-Francia o Spagna-Portogallo. La vittoria del Giappone ha di fatto aperto il tabellone del Brasile un po’ come fu a suo tempo per l’Italia nel 2006 e – occhio – che proprio la Croazia non possa essere eliminata dai giapponesi.

Con estrema difficoltà quindi nel giudicare la terza giornata di Francia e Brasile le mantengo quindi favorite, arretrando però la Spagna allo stesso livello di Inghilterra e Argentina, le due squadre più cresciute nel terzo turno – e domani vedremo in campo proprio gli inglesi nel primo dei due ottavi di finale.