Era tutto vero: stavolta radiateli

Cosa dire o non dire di fronte alla nuova inchiesta che – casualmente – colpisce sempre la stessa squadra in Italia? Cosa dire di fronte a quelle verità da molti sospettate al bar sport la domenica e finalmente messe a nudo nelle carte della procura di Torino? Chiunque, in cuor suo, sperava o sapeva che prima o poi la bolla sarebbe scoppiata – che sotto gli occhi di tutti c’era troppa roba per passare impunita ma mai avremmo immaginato che sarebbe uscita fuori così, tutta insieme, in una volta sola.

In Italia c’era un sistema Juventus e questo era chiarissimo già dal 2012 – è difficile vincere nove scudetti di fila consecutivamente ma diventa facile quando controlli più di una squadra e quando nel dubbio c’è un gol di Muntari non dato o un Orsato che ti stende il tappeto rosso a Milano con l’Inter. Se per gli arbitri si spera che abbiano imparato a non farsi sgamare non si può non tacere sul fatto che Paratici facesse il direttore sportivo di più società: Genoa, Sampdoria, Empoli, Udinese e Sassuolo e lo dice proprio lui mentre cerca di fare entrare nel giro il Pisa. Ci sarà un motivo se tre quarti dell’Italia calcistica, in fondo, le chiamava “le succursali“, se c’erano plusvalenze ed operazioni a specchio palesi per gonfiarsi i bilanci (Sturaro, Muratore, Mandragora, Romero…) al di là della cifra tecnica dei coinvolti e se persino la procura è arrivata ad ipotizzare il rischio di “porre in pericolo la lealtà della competizione sportiva“.

Tutti ci ricordiamo, ad esempio, l’anno di Gattuso il posticipo improvviso di Juventus-Atalanta con la scusa della festa scudetto serale (mai fatta gli anni precedenti), il rifiuto della richiesta del Milan (che doveva giocare dopo) di contemporaneità e un bel pan di stelle in campo che ci è costato due anni di progetto. Torna poi tutto, il Genoa che si salva sempre nei gironi di ritorno finché non cambia proprietà, le uniche squadre che sono riuscite a farsi lo stadio di proprietà in Italia… insomma, questa che è emerge è solo la punta dell’iceberg e già basta.

Ormai gli Juve-Udinese e gli Juve-Sassuolo potevano farla ai giornalisti (ci torneremo), potevano farla ai giocatori, gli addetti ai lavori ma quando vedi queste squadre essere sullo 0-3 con la Juve, come il Siena ai tempi di Moggi e te le trovi all’arma bianca contro di noi, Inter o Napoli a menare impunemente e chiudersi col bus, è evidente che non poteva solo essere la differenza di cifra tecnica o le motivazioni. Con buona pace dei milanisti da like su twitter che se la sono bevuta per anni e hanno giustificato giorno dopo giorno questo scempio dicendo che erano più forti. Che è un po’ la stessa scusa usata proprio dai gobbi per calciopoli.

Persino gli artefizi contabili usati per iscriversi al campionato non tornavano dal primo momento. Passino le autosponsorizzazioni con Jeep a prezzi gonfiati, sconvenienti ma legali, ma la Juventus mai poteva permettersi Ronaldo e il conseguente monte stipendi. Il vero problema è che invece di incalzare la cosa i giornalisti hanno iniziato a prendere le velinazze dall’ufficio stampa e dirci che si ripagava con le magliette – ecco, credo proprio che la parte propagandistica sia chiave per questa situazione ma non è uscita e visto il diritto di opinione su libera stampa mai uscirà. Nemmeno se con notizie false create ad arte, tipo Guardiola alla Juve, fa schizzare il titolo in borsa.

La faranno franca i giornalisti, la faranno franca anche i giocatori, tipo Chiellini di cui è uscito in settimana uno screen in cui chiede alla squadra di fare qualcosa di illegale e stare zitti con la stampa. Ecco, proprio grazie ai giocatori percepiamo questa area di impunità nel momento in cui Paratici chiede a Bonucci se secondo lui in Italia faranno qualcosa agli Agnelli. Che poi in fondo è la stessa impunità per cui Suarez viene a fare un esame a porte chiuse, fuori da ogni calendario, passato in metà del tempo necessario con cronisti al seguito a raccontare l’impresa senza che nessuno si faccia qualche domanda.

Uno dei motivi per cui Berlusconi decise di disimpegnarsi dal Milan facendo partire il processo di cessione dopo quel 2011-12 è proprio l’essersi reso conto che il gioco era ancora truccato. Questo gioco truccato ci ha fatto perdere competitività in Europa, persino i diritti TV della Bundesliga dove vince sempre il Bayern vengono preferiti ai nostri all’estero e da questi la lega tedesca ricava più soldi. Siamo stati incapaci di coltivare o far crescere talenti fino al Milan di quest’anno perché qualsiasi talento doveva passare nel sistema bianconero – e proprio le intercettazioni fanno pensare su un Locatelli che rifiuta uno stipendio più alto a Londra per andare in prestito alla Continassa.

Siamo stati fregati ancora una volta dalla stessa squadra, tutti quanti. Ora non resta che aspettare e sperare che sia fatta giustizia nonostante la voglia di chi leccando quel sedere ha mangiato per anni di una bella amnistia. Io invece spero che sia la volta buona per fare pulizia e ripartire con un calcio italiano onesto, escludendo chi rubava ed escludendo chi per sopravvivere si sta indebitando fino all’osso. Che stavolta si faccia pulizia e si debbano fare Eleven Sports per vedersi le partite alle 10 del mattino contro il Sudtirol.

Quanto uscito non fa altro che rendere lo scudetto 2021-22 ancora più bello perché vinto veramente contro tutto e tutti.