Tottenham – Milan 0-0: ai quarti con merito

A dieci anni di distanza da quell’Arsenal-Milan 3-0 il Milan torna ai quarti di finale della Champions League e lo fa non subendo gol contro il Tottenham di Conte in una partita che è il proseguimento dell’andata dove il Milan difende bene, concede poco (paradossalmente l’ultima occasione con la parata di Maignan è la più netta tra andata e ritorno) e passa il turno. Passa con il rimpianto di un punteggio che poteva probabilmente essere più netto considerato sia i gol mangiati all’andata, sia i gol mangiati al ritorno a botta sicura che devono essere sicuramente finalizzati se si vuole continuare a stare qua e/o andare avanti nella competizione.

Per il resto è più il Milan con l’Atalanta che quello visto con la Fiorentina, gli spazi sono chiusi e si prova a lanciare in contropiede con un Leao comunque a mezzo servizio e Giroud a fare da ariete. Funziona e funziona anche perché a differenza di Firenze non gioca De Keteleaere ma gioca Brahim Diaz e la differenza si vede per il fatto che lo spagnolo tenta comunque la giocata, crea tempi di gioco e torna anche dietro a frapporsi fra le linee e recuperare.

Menzione d’onore per Theo Hernandez, partita da miglior terzino sinistro al mondo e come al mondiale è una partita dove vuol far vedere a tutti che c’è lui e poi il vuoto. E’ lui a creare occasioni su quella fascia, è lui a far espellere Romero che in realtà oggi non doveva nemmeno giocare. Se bisogna trovare una nota negativa è stato forse Krunic, preferito a Bennacer autore degli unici due errori nel secondo tempo.

Dove andiamo ora? Probabilmente – a meno che non passi l’Inter – saremo la squadra che tutti vorranno incontrare ai quarti di finale. Andiamo ai quarti senza nessuna pressione e/o aspettativa, con la mente libera e un ritorno economico che può sicuramente servire per rinforzare la squadra – non bisogna però dimenticare che c’è però un campionato in corso dove stiamo rischiando seriamente e dove bisogna tornare in carreggiata.

Tottenham-Milan 0-0 (primo tempo 0-0)

Marcatori: 
TOTTENHAM (3-4-3)
: Forster; Romero, Lenglet, Davies; Emerson (dal 24’ st Richarlison), Skipp, Hojbjerg, Perisic (dall’8 st  Porro) Kulusevski (dal 38’st Sanchez) Kane, Son. A disp.: Austin, Whiteman, Sanchez, Richarlison, Danjuma, Porro, Tanganga, Lucas Moura, Sarr, Devine. All. Antonio Conte.

MILAN (3-4-2-1): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dall’11 st Saelemaekers), Tonali, Krunic, Theo Hernandez; Diaz (dal 35’ st Bennacer) Leao (dal 43’st Rebic); Giroud (dal 35’ st Origi)A disp.: Mirante, Calabria, Bennacer, Ballo-Touré, Rebic, Kjaer, Florenzi, Origi, Pobega, Gabbia, Saelemaekers, De Ketelaere. All. Stefano Pioli.

Ammoniti: 17’ pt Romero (Tot), 21’ pt Lenglet (Tot), 21’ pt Conte (Tot), 47’ st Thiaw (Mil)

Espulsioni: 31’ st Romero (Tot)

Fiorentina – Milan 2-1: lezione di Italiano

Dopo la migliore partita dell’anno il Milan torna a giocare una delle peggiori prestazioni stagionali contro la Fiorentina a Firenze con una sconfitta di fatto netta visto che il gol di Theo arriva a 30” dalla fine. Una sconfitta senza gioco in cui nel primo tempo la squadra è stata sostanzialmente messa sotto non trovando spazio già nel primo pressing avversario e che solo per un miracolo sulla linea di Tomori non ha preso subito gol. Miracolo che lo stesso Tomori cancella immediatamente nella ripresa con un rigore molto ingenuo su Ikone andandolo a tirare giù per il braccio dopo essere stato nettamente saltato come già era avvenuto con Chelsea ed Inter.

Cosa dire della formazione? Siamo stati totalmente sorpresi dal primo pressing viola – sempre e costantemente incapaci di superare la prima linea di passaggio con qualcosa che non sia un lancione rugbystico dai piedi del portiere. Questo è quello che si produce con la difesa a tre e il baricentro all’ippodromo, roba che doveva essere una situazione emergenziale ed è diventata stabile.

Non si poteva comunque pretendere di più da De Keteleare, pippone belga strapagato che anche oggi ha fatto una solita prestazione scialba e innocua con un solo cross, peraltro lungo, all’attivo dopo che Dodò gli è scivolato davanti – è un corpo totalmente estraneo alla squadra che non corre, non pressa, non blocca le linee di passaggio e appena riceve palla invece di provare una giocata la passa all’indietro. Speriamo che Diaz torni presto e che questo torni al Bruges l’anno prossimo perché questa è la sua dimensione.

Nel secondo tempo facciamo qualcosina – poi vengono tolti Rebic e Giroud che stavano finalmente facendo qualcosa di pericoloso dopo un primo tempo pessimo inserendo Ibrahimovic ed Origi. Il secondo se ci fosse meritocrazia non vedrebbe più il campo visto che è un ex giocatore che è incapace di fare qualsiasi cosa di decente – di fatto lasciandoti in dieci.

Io non so cosa sia successo alla squadra che andava a dipingere calcio ad Old Trafford con Castillejo titolare ma questa roba rischia ad oggi di finire fuori dalle prime quattro dietro a squadre che non hanno niente più del Milan – anzi. Il tutto tra tifosi incapaci di chiedere ed ambire a qualcosa di meglio di un 41enne e due ultra 30enni in attacco, di esaltare mezze promesse come fossero giocatori fatti e campioni e vivere di rendita dopo lo scorso anno.

Continuo a ribadire che Pioli il prossimo anno non può essere l’allenatore del Milan qualsiasi cosa succeda. Se il direttore sportivo non può o vuole prendere provvedimenti che sia allora la proprietà a farlo – ma questa è una squadra che si sta giocando il proprio futuro sul campo in attesa di perderlo a zero nei contratti.

FIORENTINA-MILAN 2-1

Marcatori: 49’ rig. Gonzalez, 87’ Jovic, 90’+5 Theo.

FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Dodô, M. Quarta, Igor, Biraghi (dal 74’ Ranieri); Bonaventura (dal 81’ Castrovilli), Amrabat (dal 91’ Barak), Mandragora; González (dal 91’ Sottil), Cabral (dal 81’ Jovic), Ikoné. A disp.: Cerofolini, Sirigu; Milenkovi?, Venuti, Bianco, Duncan, Saponara; Brekalo, Kouamé. All.: Italiano.

MILAN (3-4-3): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 74’ Saelemaekers), Tonali, Bennacer (dal 66’ Bakayoko), Hernández; De Ketelaere (dal 83’ Adli), Giroud (dal 66’ Ibrahimovic), Rebi? (dal 66’ Origi). A disp.: Mirante, T?t?ru?anu; Ballo-Touré, Calabria, Dest, Florenzi, Kjær, Pobega, Saelemaekers, Vranckx. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

NoteAmmoniti: 11’ Thiaw, 29’ Cabral, 35’ Messias, 59’ Ikone, 70’ Gonzalez, 80’ Kalulu. Recupero tempo: 2’ 1T, 5’ 2T.

Rivalità immaginarie

C’è una nuova polizia morale su Twitter. Non contenti del Bayern Monaco d’Italia dopo una stagione con gli stadi chiusi, ora tocca sopportare i tifosi del Real Vesuvio. Bon ton, educazione, decenza vorrebbero che se arrivi a vincere un trofeo importante dopo 30 anni non vai a rinfacciare il mondo a chi per questi 30 anni hai guardato vincere – più e più volte. I tifosi del nuovo Leicester, invece, per una annata anomala in cui è girato tutto bene, di educazione e decenza hanno dimostrato di averne zero.

Buona educazione vorrebbe essere quella di godersi un campionato del genere. Perché negli ultimi anni dove Milan, Inter e Juventus lottavano e vincevano sul Napoli nessuno ha detto nulla. Ora che stanno facendo un buon campionato anche grazie a partite in cui veramente gli è girato tutto bene ed un mondiale che i loro giocatori hanno visto da casa non ci capiscono più niente. Guai a non trattarli come fossero la squadra italiana più forte di sempre – il calcio fino a ieri? Conta zero. Di fatto se vincesse il Napoli eguaglierebbe ciò che ha fatto il Milan lo scorso anno e l’Inter il precedente. Eguaglierebbe, appunto.

Insomma, alle provinciali l’aria di alta classifica dà alla testa – lo spettacolino tra tifosi e giornalisti addetti ai lavori con una arroganza ed una presunzione che nemmeno gli juventini nel 2012 è una roba inqualificabile. A differenza del Milan lo scorso anno peraltro il Napoli può contare su un buon supporto mediatico in quanto non si fa incazzare nessuno a fare dei complimenti – a differenza di quanto abbiamo dovuto subire noi tra overperformance, stadi vuoti eccetera. Immaginate cosa si sarebbe detto del Milan in un campionato fermo per un mese e mezzo per un mondiale dove nessuno dei suoi giocatori più forti partecipa.

Il Napoli potrà vincere un titolo ma alla fine dell’anno il Milan rimane il Milan, la Juventus rimane la Juventus e il Napoli rimane il Napoli. Quello che sta succedendo è come se i tifosi di Esteban Ocon nel mondiale di Formula 1 del 2022 fossero andati a prendere per il culo quelli di Hamilton e Verstappen dopo la vittoria del Gran Premio di Ungheria. Come se i tifosi di Brescia andassero a misurarsi con quelli di Bologna e Milano dopo averle battute una volta nella coppa Italia di basket. Con tutto il rispetto ci sono dimensioni e dimensioni e il livore e l’inventare rivalità immaginarie non accentua altro che il provincialismo di chi da sempre è inferiore.

Pensavo che lo scudetto potesse un po’ calmare il nervoso dall’imminente fine del reddito di cittadinanza – evidentemente mi sbagliavo. Allora, per quieto vivere, guai a dire che a Milano il Napoli ha avuto fortuna, che quest’anno è stata molto brava contro le piccole ma con le milanesi tutta sta differenza non si è vista, guai a parlare di mese buttato dal Milan e guai a dire che il Milan al 100% è e resta superiore. I morosi del belpaese si offendono.

Siamo i primi a fare i complimenti al Napoli per non aver sbagliato niente. Ma non ci sentiamo né inferiori né ci prostriamo a nessuno da campioni d’Italia sul petto. Anzi, a scudetto andato il desiderio può e deve essere quello di rimettere in chiaro le cose sia nello scontro diretto di Aprile, sia eventualmente in Champions League. Una tifoseria così frustrata ed incapace di godersi un titolo senza voler tirare in ballo gli altri l’avevamo già vista due anni fa – ma lì c’era una rivalità cittadina, qua cosa c’è?

Complimenti, insomma, ai peggiori tifosi d’Italia, a quelli più piangina e vittimisti che in cerca di una validazione esterna si stanno rovinando da soli un meritato scudetto.

Milan – Atalanta 2-0: siamo tornati?

Un 2-0 che va stretto ma che chiude la migliore partita dell’anno e rimette il Milan in carreggiata per la lotta Champions. Battuta l’Atalanta e spedita fuori, si spera, ne rimangono 4 per 3 posti. Oggi si è rivisto il Milan campione d’Italia, la più forte del campionato, Napoli incluso, quella che ha preso a pallate l’Inter per 70 minuti, la Roma per 85 e la Juventus per 90. Lo ha fatto continuando non solo a non subire col ma nemmeno a subire tiri in porta contro l’Atalanta di Gasperini che ha preparato la partita a porte chiuse come fosse la sua solita finale – certificando un periodo di imbattibilità che sale a cinque partite, Champions compresa.

C’è una differenza sostanziale però tra questo Milan e quello dello scorso anno ed è Malick Thiaw che comporta il dover giocare con la difesa a tre, rinunciando a fare la partita tenendo noi la palla – nonostante questo, però, a differenza delle ultime cinque le occasioni da gol non sono mancate, due divorate da Giroud ed una da Messias che poi raddoppia su una palla clamorosa di Leao che fa la giocata della partita con un assist che se fosse stato fatto da Dybala o Kvarastkelia ci sarebbero le prime pagine dei giornali.

Dovranno spiegarci cosa è successo a Gennaio perché perdere con una squadra del genere è comunque un fallimento e fa male. E’ stato il mondiale? E’ stato il non mercato? Col campionato totalmente andato per questa squadra resta solo un obiettivo – quello impossibile che porta ad Istanbul. Theo Hernandez oggi è tornato il miglior terzino sinistro del mondo – non solo grazie al gol, ha retto il centrocampo nonostante l’assenza di Bennacer (che dovrebbe tornare a Firenze).

Segnaliamo il solito sicariaggio di Mariani che non riuscendo a trovare un modo per favorire l’Atalanta non ha espulso Toloi, non ha dato un rigore su Leao che ha ammonito poi frettolosamente così come Krunic anche se il massimo rimane interrompere platealmente la corsa di un giocatore mettendosi in mezzo, arrivando a causare ben due contropiedi. Credo di non aver mai visto niente del genere.

A questo punto della stagione – sfumato ogni obiettivo – non chiedo altro che riscattare questo campionato affrontando il Napoli ai quarti di finale di Champions in caso riuscissimo ad eliminare il Tottenham. Ridimensioniamo questa banda di overperformanti mai rotti che si basano su due giocatori e la fortuna del loro allenatore e che hanno sfruttato il mondiale per riposare a loro vantaggio.

MILAN-ATALANTA 2-0

Marcatori: 26’ Aut. Musso, 87’ Messias.

MILAN (3-4-3): Maignan; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 89’ Saelemaekers), Tonali, Krunic, Theo Hernandez; Brahim Diaz (dal 74’ De Ketelaere), Giroud (dal 74’ Ibrahimovic), Leaoc(dal 88’ Rebic). A disp.: Tatarusanu, Mirante, Ballo-Tourè, Adli, Bakayoko, Kjaer, Origi, Pobega, Vranckx, Gabbia. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Tóloi, Djimsiti, Scalvini (dal 84’ Palomino); Zappacosta (dal 84’ Ruggeri), De Roon, Koopmeiners (dal 84’ Vorlický), Mæhle; Lookman (dal 69’ Muriel), Éderson (dal 63’ Boga); Højlund. A disp.: Rossi, Sportiello; Okoli, Soppy; Chiwisa, Muhameti. All.: Gasperini.

Arbitro: Mariani di Aprilia.

NoteAmmoniti: 27’ Toloi, 28’ Leao, 58’ Gasperini, 66’ Thiaw, 90’ Krunic. Recupero tempo: 1’ 1T, 4’ 2T.

Monza – Milan 0-1: horto muso

Una partita orribile in cui il Milan trova i tre punti e trova il terzo 1-0 consecutivo dopo non averne mai fatti in stagione. Il Milan sbanca il campo di un Monza che da quando c’era Palladino viaggiava sul nostro ritmo, aveva fermato l’Inter e aveva battuto la Juventus – vince male e vince soffrendo nel finale, negli ultimi 30 minuti con un Monza che probabilmente meritava il pareggio ed è stato fermato da un paio di buone cose di Tatarusanu, al terzo clean sheet consecutivo.

Non cambia il copione della squadra – la coperta dietro (leggasi Thiaw, che non è che gioca perché ora è meglio che a novembre ma gioca perché stiamo giocando a 3 dietro e lui è un difensore per la difesa a 3 – appena si tornerà a 4 si accomoderà di nuovo in panca) ci toglie l’uscita della palla pulita e ci crea sterilità davanti dove Leao non può fare la seconda punta perdendo il 90% del suo potenziale. Davanti ne usciamo onestamente ancora peggio perché Origi non fa il 20% del lavoro che fa Giroud in una partita e ne usciamo sostanzialmente in 10 in campo.

Usciamo verso la fine del primo tempo e troviamo il gol con Messias meritato ma fortunoso – nel secondo Theo manca il raddoppio poi i cambi mandano completamente in palla la squadra. E qua arriviamo alla nota dolente – ovvero il pippone biondo da 35 milioni che entra in campo ed è completamente fuori dalla partita. Anche oggi un gol sbagliato che lo avrebbe messo dentro pure Gullo del Cervia che grida vendetta e nonostante tutto tocca sorbirci le sue groupié che lo vorrebbero in campo dall’inizio e che credono basti un golletto a caso perché diventi Zidane. Ma meno male che non gioca, perdio!

Nel mentre Pioli mette le cose in chiaro sul mercato estivo e fa capire che piuttosto che Vranckx (che in fondo ha regalato il 2-2 alla Roma l’ultima volta che ha giocato) va a ripescare Bakayoko dalla lista dei dimenticati e lo mette in campo. Ne esce di fatto nuovamente una partita da trofeo sei nazioni e da un Milan allegriano che vince senza convincere e mette tre punti in cascina. Guai a vedere questa formazione come la soluzione e la panacea a tutti i mali – insomma – occorre tornare a giocare a calcio e occorre tornare farlo con la nostra formazione.

Lo scrivo e lo ribadisco comunque al 18 febbraio 2023 – il ciclo di Pioli al Milan è finito. Va pensato un nuovo tecnico pure se dovesse vincere la Champions o recuperare 18 punti al Napoli. Questa squadra ha smesso di giocare a calcio e non può più circolare – ho paura di come potrà finire nelle prossime due contro Atalanta e Fiorentina. In Champions, infatti, non ci siamo ancora e toccherà tornare a vincere qualche scontro diretto per poterci arrivare.

MONZA-MILAN 0-1

Marcatori: 31’ Messias.

MONZA (3-4-2-1): Di Gregorio; Marlon (dal 70’ Gytkjær), Marí, Izzo; Birindelli (dal 59’ Carboni), Rovella (dal 70’ Sensi), Pessina, Ciurria; Mota Carvalho (dal 84’ Valoti), Caprari; Petagna (dal 59’ Machin). A disp.: Cragno, Sorrentino; Antov, Caldirola, Donati; Barberis, Colpani, Ranocchia; D’Alessandro. All.: Palladino.

MILAN (3-4-3): T?t?ru?anu; Kalulu, Thiaw, Tomori; Messias (dal 64’ Saelemaekers), Tonali, Kruni? (dal 83’ Bakayoko), Theo Hernández; Brahim Díaz (dal 64’ De Ketelaere), Origi (dal 64’ Giroud), Leão (dal 79’ Rebic). A disp.: Mirante, Vásquez; Ballo-Touré, Dest, Gabbia, Kjær; Adli, Pobega, Vranckx, Ibrahimovi?. All.: Pioli.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 27’ Marlon, 34’ Krunic, 54’ Birindelli, 62’ Rovella, 63’ Machin, 69’ Thiaw. Recupero tempo: 2’ 1T, 5’ 2T.

Milan – Tottenham 1-0: dna europeo

Il Milan torna a vincere una gara ad eliminazione diretta in Champions League e lo fa 10 anni dopo il 2-0 al Barcellona firmato Boateng e Muntari, contro un Tottenham che sapevamo essere non più forte del miglior Milan ma sapevamo anche che arrivavamo a questa partita con seri problemi dopo il gennaio di crisi. La musichetta ha fatto il suo e si è visto subito un Milan totalmente diverso da quello delle ultime gare di campionato, basti pensare che Leao e Giroud tornavano indietro a tutta fascia per novanta minuti.

Non si ricordano quindi azioni pericolose del Tottenham mentre noi usciamo dal campo con il rammarico di non aver fatto il secondo che potevano mettere sia De Keteleaere prima che Thiaw poi. Purtroppo il rischio è che al ritorno sarà un’altra partita e difficilmente il gol basterà – soprattutto ora che il gol fuori casa non vale più doppio. Rimane il rammarico anche per la mancata espulsione di Romero per fallo, nettissimo, su Tonali che ci avrebbe lasciato in 10 e avrebbe tolto due titolari agli spurs nella gara di ritorno.

Per il resto possiamo dire che abbiamo registrato la difesa e potrebbe non essere un caso che lo abbiamo fatto quando è uscito Tomori che in questa stagione è purtroppo stato di gran lunga il peggiore. Si è rivisto oggi Kjaer che ha fatto una partita da leader del livello di quelle della scorsa stagione e ha dimostrato che l’esperienza conta – partita monumentale anche di Giroud che ha dato veramente tutto e anche di più per questa maglia.

Siamo guariti? Servirà vedere un Milan del genere in campionato perché la lotta per le prime 4 è ancora viva e nessuno regala niente. In Champions per ora si vive partita a partita tirando a campare, ma questo è il vero Milan che si poteva e doveva vedere nei derby di Gennaio e che li avrebbe vinti anche abbastanza agilmente. Registriamo che intanto abbiamo sistemato la difesa con un solo gol subito nelle ultime tre gare dopo la goleada casalinga contro il Sassuolo.

Non penso che passeremo perché un gol purtroppo è poco e perché non va fatto passare sottotraccia l’ennesima porcata arbitrale di un fischietto che al di là proprio dell’espulsione di Romero ha arbitrato all’italiana per noi e all’inglese per loro. Non è bastato. Ma al ritorno, ovviamente, mi aspetto di tutto e di più.

MILAN-TOTTENHAM 1-0

Marcatori: 7’ Diaz.

MILAN (3-4-3): Tatarusanu, Kalulu, Kjaer, Thiaw; Saelemaekers (dal 77’ Messias), Krunic, Tonali (dal 86’ Pobega), Theo, Brahim Diaz (dal 77’ De Ketelaere), Giroud, Leao (dal 90’ Rebic). A disp.: Mirante, Gabbia, Calabria, Ballo-Touré, Origi. All. Stefano Pioli.

TOTTENHAM (3-4-3): Forster; Romero, Dier, Lenglet (dal 80’ B. Davies); Emerson, Skipp, Sarr, Perisic; Kulusevski (dal 70’ Richarlison), Kane, Son (dal 80’Danjuma). A disp.: Austin, Whiteman, Sánchez, Pedro Porro, Tanganga, Moura, Devine. All. Antonio Conte

Arbitro: Sandro Schärer (SUI).

NoteAmmoniti: 48’ Romero, 64’ Dier, 80’ Tonali, 90+2 Theo. Recupero tempo: 3’ 1T, 6’ 2T.

Milan – Torino 1-0: ne abbiamo vinta una

Dopo un mese e sette giorni il Milan torna a vincere una partita in maniera forse cattiva e fortuita ma meritata. La decide ovviamente Giroud che è e rimane l’uomo dei gol pesanti in un secondo tempo dove la squadra prova ad uscire alta e tornare a giocare a calcio grazie al rimettere Leao al suo posto, riattivando così la fascia sinistra dello scudetto altrimenti nota come l’unico terminale offensivo della squadra. Può essere la svolta? Ne dubito fortemente. Solo per caso il Milan non è andato sotto nel primo tempo che è stata una brutta copia di quello del derby con il Torino in cui si è cercato di non prendere gol più che di farlo – la differenza è che stavolta è andata bene.

Si sono visti 30 minuti di Milan “decente” con le occasioni di Leao e Giroud e – appunto – il goal eppure tutto questo ha rischiato di essere vanificato dal finale arrembante con noi finiti a difendere sugli angoli e il portiere che non sa cosa fare. Tonali è andato di nuovo vicino al pasticcio ma è anche vero che il Toro non ha fatto nulla nel secondo tempo per meritare qualcosa di più di quello che ha raccolto.

Ha fatto bene oggi Thiaw che non è Alessandro Nesta come già si legge nella vaga esterofilia e giovanilismo nel postpartita. Questo non rivaluta certo il mercato (anche Gabbia ha fatto le sue partite così, vedi Juventus) e non serve ad invocare giocatori scarsi come Vranckx che non giocano in quanto tali (vedi disastro con la Roma). Andrebbe però valutato sì un maggiore impiego ma al posto di Kjaer che da inizio stagione è un ex-giocatore e paradossalmente il peggiore di quest’anno, anche peggio di Tomori che non ha mai brillato.

Il gioco fatica comunque ad esistere – qualcosina arriva anche dal lato di Saelemakers che a differenza di Messias è un professionista ma senza Bennacer si ricorre spesso al lancione rugbistico e alla spizzata di Giroud di stampo allegriano. Spizzata che arriva spesso e volentieri in realtà ma senza essere mai seguita. Serve gente dai piedi buoni a centrocampo o non se ne esce – non si può reggere tutto intorno a Bennacer.

Ora martedì arriva il Tottenham e onestamente arriva con aspettative totalmente diverse da quelle di Novembre, quelle di una squadra che arrivava con due vittorie per 4-0 nella massima competizione europea. Stanno bene, sono in forma, hanno risolto diversi problemi e hanno battuto anche il Manchester City. Non rimane che sperare di perdere con dignità e poi pensare a questo rush finale per un quarto posto che – continuando come oggi – comunque difficilmente arriverà.

MILAN-TORINO 1-0

Marcatori: 62’ Giroud.

MILAN (3-4-3): Tatarusanu; Thiaw, Kjaer (dal 70’ Gabbia), Kalulu; Saelemaekers (dall’88’ Calabria), Tonali (dall’89’ Pobega), Krunic, Theo Hernandez; Brahim Diaz (dal 78’ De Ketelaere), Giroud (dall’88’ Origi), Rafael Leao. A disp.: Mirante, Vasquez, Ballo-Touré, Bakayoko, Vranckx, Adli, Messias, Ibrahimovic, Rebic. All.: Stefano Pioli.

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji (dall’80’ Gravillon), Schuurs, Buongiorno (dal 57’ Vojvoda); Singo, Adopo (dal 69’ Karamoh), Gineitis, Rodriguez; Miranchuk, Vlasic (dall’80’ Radonjic), Sanabria. A disp.: Fiorenza, Gemello, Bayeye, Aina, Ilic, Vieira, Linetty, Seck. All.: Ivan Juric.

Arbitro: Ayroldi di Molfetta.

NoteAmmoniti: 25’ Gineitis, 32’ Kjaer, 49’ Buongiorno, 68’ Schuurs, 82’ Radonjic. Recupero tempo: 5’ 2T.

Inter – Milan 1-0: purtroppo Pioli si salva ancora

Esonerare Pioli e andare in Champions League o tenerlo, andare in Europa (conference?) League e rischiare di fermare il progetto. La società apra gli occhi perché alternative non ce ne sono più e il treno sta passando – l’era Pioli è finita ed è finita perché ci sono giocatori che non lo possono più vedere e lo hanno mollato. Da Theo Hernandez (oggi non più vicecapitano – fascia a Kjaer uscito Calabria – qualcuno lo farà notare?) a Leao e Tonali a cui la partita non fregava nulla.

L’accorgimento tattico stasera è stato cercare di non prenderle e nel primo tempo il Milan ha rinunciato a giocare in maniera totale contro una Inter che alla fine è stata una squadra normalissima. Ha trovato un Tatarusanu in serata di grazia che non può essere nemmeno utilizzato come capro espiatorio – ha lasciato Giroud e Origi davanti totalmente soli confermando la totale inutilità del secondo e lasciando il giocatore più forte in panchina per la seconda volta consecutiva.

Non ci si può permettere un’ora nel derby col miglior giocare in panchina a meno che il motivo non sia disciplinare e se il motivo è disciplinare una società non può permettersi di perdere o spuntare gli unici due giocatori che la distinguono dall’Udinese in questo campionato e senza i quali non vale nemmeno le coppe. Pioli stasera sarebbe saltato in caso di sconfitta pesante – l’ha preparata così non per dare il meglio ma per salvare la propria panchina sulla pelle della squadra e della classifica, non si sa ancora per quanto.

La colpa ora non è più nemmeno dell’allenatore ma della società che ha totalmente tirato i remi in barca tra un AD assente, faide intestine e un garante che pensava più al proprio stipendio che alla squadra. Vediamo se e quando ci sarà un nuovo allenatore – Pioli aspetta solo di farsi mandare via e si è già promesso alla Juventus per il prossimo anno. Abate o Bonera sono le uniche alternative in questo momento ma sono alternative che bastano per fare il compitino. A cui deve, possibilmente, seguire un repulisti.

Ah a proposito? Perché Messias gioca sempre, anche fuori ruolo? Guardate chi è il suo agente e poi guardate chi è l’agente di Pioli. Buonanotte.

INTER-MILAN 1-0

Marcatori: 34’ Lautaro Martinez.

INTER (3-5-2): Onana; Škriniar, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella (dal 90’+4 Asllani), Çalhano?lu (dall’89’ Gagliardini), Mkhitaryan (dal 71’ Brozovic), Dimarco (dal 71’ Gosens); Martínez, Džeko (dal 71’ Lukaku). A disp.: Cordaz, Handanovi?; D’Ambrosio, de Vrij, Dumfries, Zanotti, Bellanova; Carboni. All.: S. Inzaghi.

MILAN (3-5-2): T?t?ru?anu; Kalulu, Kjær (dal 86’ Rebic), Gabbia (dal 71’ Thiaw); Calabria (dal 55’ Saelemaekers), Messias (dal 46’ Diaz), Tonali, Kruni?, Hernández; Giroud, Origi (dal 55’ Leao). A disp.: Mirante, Vásquez; Ballo-Touré; Adli, Bakayoko, Pobega, Vranckx; De Ketelaere. All.: Pioli.

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 32’ Kalulu, 49’ Gabbia, 62’ Leao, 67’ Mkhitaryan, 68’ Acerbi, 84’ Giroud, 88’ Rebic. Recupero tempo: 1‘ 1T, 5’ 2T.

Un gennaio da buffoni

Questo sarebbe dovuto essere l’editoriale sul mercato del Milan – sarebbe perché di fatto il mercato non lo abbiamo fatto e non può considerarsi tale l’acquisto del nuovo Nathan Bernard Soares per non bruciare lo slot di extracomunitario. Partiamo dal punto principale – il Portiere. In un mercato in cui si muovono Ochoa, Sirigu e Gollini, tutti e tre per meno di un milione di Euro – continuare con Tatarusanu per sei mesi in attesa di Sportiello è da licenziamento della dirigenza. Questo ci è costato passare in meno di un mese da “cerchiamo di vincere un trofeo” a “il nostro scudetto è la lotta per un posto Champions“. La scelta di non mettere nemmeno un milioncino sul mercato è stata una roba da licenziamento immediato che può costare 50 milioni a fine anno.

Si continua a parlare di budget – sfugge ai più che non è colpa della società cattiva se il budget Maldini lo ha buttato tutto su un giocatore in un reparto dove ne aveva già comprati due. La proprietà il budget di mercato lo ha sempre messo – è stata semmai la dirigenza che è stata incapace di cedere giocatori per sfruttarli fino all’ultimo respiro in un momento dove persino per un McKennie ti buttano un ventello dalla Premier. Inutile piangersi addosso quando non si è capaci di monetizzare un titolo piazzando un Rebic o un Saelemakers per dirne due ma continuando a depauperare patrimonio tecnico senza incassare come già successe nel 2012 coi ritiri dei senatori.

La situazione è drammatica e ha lasciato una rosa dove manca ancora una punta degna di tale nome e con troppi giocatori injury-prone. Il rischio è che succeda un nuovo 2017 dove si è mancata la Champions per la decisione (di Fassone, se no faceva bella figura la vecchia dirigenza) di non rinforzare a Gennaio che sarebbe un danno che riporterebbe tutto due anni dietro facendo ripartire da zero e svalutando il patrimonio tecnico (che vabbé, tanto non sanno vendere, per avere una valutazione bisognerebbe sapere fare player trading…)

Ad oggi è maggiore la probabilità che questa stagione finisca col Milan in Europa League – e probabilmente solo per le penalizzazioni a Juventus ed Atalanta che sono arrivate ed arriveranno. Il primo responsabile si chiama Paolo Maldini le cui “abilità” nel post-Boban sono state molto ridimensionate facendo capire chi veramente lì dentro capiva di calcio e chi no. Quello che preoccupa è come l’attuale lato sportivo sia totalmente scollegato dalla realtà e dal mondo, convinto dei propri mezzi anche quando il campo gli dà torto marcio – è un pericolo ed è un pericolo serio. Ringraziamo la Roma per essersi opposta a Zaniolo ed averci evitato un altro pacco – anche se solo per livore e insofferenza.

Insomma, gennaio si chiude con il più grande fallimento di una squadra campione d’italia in carica e la risposta sul mercato è che sta andando – tutto – assolutamente molto bene. Complimenti per aver distrutto in 15 giorni quanto fatto in due anni – ora andatevene e prendete chi ha a cuore il Milan e chi lo vuole far rispettare in campo e fuori. Richiamate Leonardo e mettete in panchina Antonio Conte.

Milan – Sassuolo 2-5: cinque pere ai parametri

Allora come va? Ogni settimana sembra che bisogna migliorare e ogni settimana va sempre peggio. Da 2, a 3, a 4 a 5 gol subiti – stavolta dal Sassuolo che non vinceva da ottobre e ne aveva fatti quattro nelle ultime otto partite. Sette tiri in porta, cinque gol – problemi che rimangono perché cambiando gli interpreti non è cambiato il modulo e allora ecco che ad ogni filtrante gli avversari si trovano in superiorità numerica verso la porta. Filtranti che arrivano perché il centrocampo è sempre a due e non tiene un pallone e la squadra è sbilanciata davanti. Ne lasciano tre contro due sulla nostra prima linea e sono sempre in porta – l’ha fatto il Lecce, l’ha fatto l’Inter, l’ha fatto la Lazio e l’ha fatto oggi anche il Sassuolo.

Il Milan di Pioli è finito e non c’è mai stato alcun progetto. Prima ne prende atto il tifoso incompetente, prima ne usciamo. Nel calcio non esistono i progetti e non esiste la programmazione, esistono gli acquisti e i giocatori che si dividono in buoni e meno buoni. Questa estate sono arrivati solamente giocatori della seconda categoria. Ad esempio, oggi, De Keteleaere ha superato Bertolacci e André Silva come peggiori acquisti della storia del Milan in rapporto qualità/prezzo a mani basse non riuscendo mai a stoppare un pallone e venendo giustamente sostituito dopo 45 minuti quando gli è stata data una chance.

Ci sono due giorni per cambiare tutto perché così questa squadra non va in europa. La prima cosa da fare è dare la scossa esonerando il tecnico, non importa chi arriva – peggio di così non può fare. Non si prendevano 5 gol in casa dal 1996, non si erano mai presi più di 4 gol di fila in serie A per dure partite consecutive – nemmeno dal 2013 al 2019 si era giocato un mese così male a questi livelli e arriva con l’aggravante di aver cancellato tutto quanto fatto di buono ripartendo da zero. Un AD serio domani caccia lui e chi gli ha fatto un triennale a quattro milioni l’anno in mezzo alla stagione ma mi pare che questo al Milan manchi.

Il Milan non ha un progetto. Ha beccato degli acquisti, una volta. Non ha saputo poi né valorizzarli tramite player trading, né prenderne altri adeguati. Non ha più un gioco perché ormai la squadra è spezzata in due e gioca al lancione rugbistico per la punta – ma ha perlomeno dei giocatori che dovrebbero garantire un posto nelle prime quattro. Non è un caso – ripeto – che il Milan vada a puttane quando salta Gazidis che oggi immagino sorridere davanti alla TV.

In attesa che parli di nuovo il garante a cui la società ha giustamente rinfacciato il non essere stato capace di prendere 1€ dalle cessioni in un mercato dove persino un McKennie viene pagato una trentina di sacchi e di capire quali garanzie oltre al rialzo del suo stipendio mensile abbia ricevuto assistiamo quindi ad uno scempio in campo che diventa tutta colpa di Tatarusanu anche se i difensori si fanno saltare come birilli.

Il fallimento di non riuscire nemmeno ad entrare nelle quattro da campioni d’Italia sarebbe il fallimento più grande mai visto al Milan negli ultimi anni – inutile dire che sarebbe la perfetta scusa per cessioni e ridimensionamento in modo da non avere più pressione e non dover più rispondere al dover fare risultati. Lo scenario perfetto, in fondo, per non aver responsabilità.

P.s. ma la curva che storicamente faceva casino per molto meno, non si sente un po’ ridicola a cantare sul 5-1?

MILAN-SASSUOLO 2-5
Marcatori: 19’ Defrel, 22’ Frattesi, 24’ Giroud, 30’ Berardi, 47’ Laurentié, 79’ Henrique, 81’ Origi.
MILAN 4-2-3-1: Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Gabbia, Theo Hernandez; Krunic (dal 70’ Pobega), Tonali; Saelemaekers (dal 70’ Messias), De Ketelaere (dal 46’ Leao), Rebic (dal 70’ Origi); Giroud. A disp.: Vasquez, Mirante, Ballo-Touré, Adli, Brahim, Kjaer, Thiaw, Vranckx. All. Pioli.

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Marchizza (dal 46’ Kyriakopoulos), Erli?, Tressoldi, Rogério; Frattesi (dal 76 Thorstvedt), Obiang, Traorè; Berardi (dal 84’ Ferrari), Defrel (dal 76’ Henrique), Laurienté (dal 76’ Alvarez). A disp.: Pegolo, Russo; Ferrari; Harroui, M. Lopez, Ceide, D’Andrea. All.: Dionisi.

Arbitro: Giua di Olbia.

NoteAmmoniti: 37’ Tonali, 45’+3 Rebic, 46’ Calabria, 53’ Obiang, 61’ Krunic, 61’ Kyriakopoulos, 73’ Frattesi, 86’ Gabbia, 90’+1 Giroud, 90’+1 Tressoldi, 90’+5 Pobega. Recupero tempo: 4‘ 1T, 6’ 2T.

Lazio – Milan 4-0: non ci ha capito un cazzo? certo!

Se non cambia niente da Lecce, non cambia niente dalla Supercoppa – il risultato sarà uguale se non peggiore. Il Milan perde malamente con la Lazio e lo fa finendo ancora 2-0 sotto dopo il primo tempo e ancora con un gol preso dopo pochi minuti. Tutto questo arriva dopo la più vergognosa e arrogante risposta in conferenza stampa di fronte ad un giornalista dalla schiena dritta (l’unico, in quel di Coreanello) dove un allenatore che non ha più in mano la squadra. Non si capisce se Pioli stia cercando un esonero o la sua sia una ripicca per il mercato – ma continuare a schierare una formazione dove a centrocampo c’è una voragine e davanti non torna nessuno perché siamo fisicamente morti era garanzia di sconfitta.

Pioli ha messo il suo ego davanti al bene della squadra così come fece a suo tempo Maldini questa estate, sacrificando un acquisto già chiuso e un altro possibile sull’altare del proprio rinnovo di contratto. A chi segue il calcio bastava capire già le dinamiche dirigenziali di quel mese per capire che stava arrivando la tempesta. Non è un caso che il rinnovo assurdo di Pioli arrivi quando Gazidis se ne va, unico e vero garante della squadra ad inchiodare ognuno alle proprie responsabilità.

Se il Milan fosse una società normale domattina vedremmo il comunicato dell’esonero con Abate traghettatore fino a fine stagione. Un 4-4-2 più coperto e in autopilot si arriva in Champions League perché questa squadra ha comunque dimostrato di avere giocatori di valore. Purtroppo la fame della scorsa stagione è scomparsa di fronte all’idea di sentirsi arrivati e di non mettersi mai in discussione auto-elevandosi a modello.

A proposito di scelte, lasciando stare il pippone belga da 35 milioni (ma tanto si può giustificare ogni acquisto con “eh vedere anche X ci ha messo due anni” come se i risultati in questi due anni non contano) questa società sta rischiando di perderne 60 per non spenderne 5 per un portiere di riserva. Gennaio si chiude quindi con l’unica vittoria vs Salernitana e due scoppole consecutive – senza un minimo intervento sul mercato o senza una dichiarazione di Maldini.

Nel frattempo i problemi sono sempre gli stessi, le formazioni anche, i nuovi non entrano nelle rotazioni e il garante del progetto sportivo ben si guarda dal venire a metterci la faccia dopo una sconfitta. Il Milan di Pioli è morto – ed è morto perché quando l’allenatore perde una squadra così non la recupera. Bisogna solo decidere se e quando dare la scossa e con chi. Permettetemi però solo di dire una cosa: chi domenica canterà “Pioli is on fire” a San Siro è solo un cretino che si sta facendo prendere per il culo.

LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši? (33’st Lazzari), Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovi?-Savi? (33’st Baši?), Cataldi (42’st Marcos Antônio), Luis Alberto; Pedro (33’st Romero), Felipe Anderson, Zaccagni. A disp.: Adamonis, Maximiano; Fares, Patric, Radu; Bertini, Vecino; Cancellieri. All.: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria, Kalulu, Tomori (23′ Kjær), Dest; Bennacer, Tonali; Messias (13’st Saelemaekers), Díaz (14’st De Ketelaere), Leão (34’st Rebi?); Giroud (14’st Origi). A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Kruni?, Pobega, Vranckx. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.
Gol: 4′ Milinkovi?-Savi? (L), 38′ Zaccagni (L), 22’st rig. Luis Alberto (L), 30’st Fel

Milan – Inter 0-3: ZERU TITULI. Il Milan perde la supercoppa, Maldini, Pioli e i fan di Coreanello la dignità.

Finisce oggi la nostra stagione e finisce malissimo, finisce umiliati, messi sotto come un Monza o un Verona qualunque (anzi no, quelli la loro figura la fanno) da una delle peggiori Inter di sempre facendo fare bella figura a Inzaghi che si è limitato semplicemente a fare come tutti quelli che giocano contro di noi ora – aspettare il nostro errore e partire in contropiede perché ormai la nostra difesa alta non funziona più e non coglie più nessuno di sorpresa.

E’ finita – e non la stagione perché possiamo ancora uscire dalle quattro ma è finita questa squadra, questo progetto che un progetto non lo è mai stato ma è stato un vivacchiare su buone performance di cinque-sei giocatori tutte insieme e spacciarlo per modello gestionale. E si è cercato di prolungarlo il più possibile non cambiando niente e continuando a pensare che Leao faccia il mese della vita o a Giroud dopo il mondiale freghi ancora qualcosa di provare a farsi notare.

La squadra è questa e i nuovi acquisti non giocano perché sono peggio di questi – con buona pace di chi li invoca titolari solo perché giovani. E’ un fallimento tecnico e gestionale che fa rumore perché è il fallimento della squadra campione d’Italia fuori da tutto al 18 di gennaio. E’ un fallimento che si poteva intuire già da mesi, da alcune partite come Empoli o Verona e invece è stato totalmente ignorato non intervenendo sul mercato. A proposito – il giocatore da 35 milioni quando riceve l’occasione davanti alla porta invece di puntare prova uno scarico laterale per Leao, personalità zero.

L’allenatore non c’è ed oggi è il primo colpevole – è un allenatore che non è più seguito dal gruppo e a cui è stato fatto un triennale senza nemmeno aspettare una qualificazione ad un ottavo di Champions. Una roba vergognosa e mai vista che non ha precedenti. Un allenatore che è incapace di leggere una partita e sa giocare in un solo modo affidandosi alle giocate individuali dei giocatori e non tenendone minimamente conto.

Pioli ha perso totalmente la bussola e va esonerato il prima possibile. Speriamo vada alla Juventus. Non c’è nulla da dire se non che chi giustifica l’attuale situazione della squadra campione d’italia in carica è un coglione patentato. La squadra ormai non ha più un gioco, il centrocampo è inesistente, non sanno uscire dalla palla in difesa, davanti è palla a Leao e spera in Dio perché Messias non dovrebbe nemmeno essere un giocatore di pallone.

Maldini è scappato a Ibiza col primo volo da Orio, non spiega perché non arriva nessuno nonostante chiedesse tre acquisti per firmare, dalla coppa Italia non rilascia mezza dichiarazione. Bentornati al livello degli ultimi anni con in più un proprietario assente che nemmeno era allo stadio per la sua prima finale lasciando l’ex proprietario. Roba da Guardia di Finanza. Non ho niente da dire, se non che attendo le vostre scuse per non averci capito un cazzo come sempre mentre io vi spiegavo per filo e per segno come sarebbe andata. E ora vi dico: evitare un nuovo 2013-14 – cambiare subito. Anche fosse Bonera traghettatore.

MILAN-INTER 0-3
Marcatori: 10’ Dimarco, 21’ Dzeko, 77’ Lautaro Martinez.
MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria (dal 79’ Dest), Kjær (dal 65’ Kalulu), Tomori, Hernández; Tonali, Bennacer; Messias (dal 65’ Origi), Díaz (dal 65’ De Ketelaere), Leão; Giroud (dal 79’ Rebic).A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Bakayoko, Pobega, Saelemaekers, Vranckx, Rebi?. All.: Pioli. 

INTER (3-5-2): Onana; Škriniar, Acerbi, Bastoni (dal 84’ de Vrij); Darmian, Barella (dal 71’ Gagliardini), Çalhano?lu (dal 84’ Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (dal 63’ Gosens); Džeko (dal 71’ correa), Martínez. A disp.: Brazão, Cordaz, Handanovi?; Bellanova, D’Ambrosio, Dumfries, Zanotti, Brozovi?, Carboni; Lukaku. All.: Inzaghi. 

Arbitro: Maresca di Napoli.

NoteAmmoniti: 33’ Barella, 72’ Calhanoglu, 77’ Theo, 78’ Lautaro Martinez, 85’ Tonali. Recupero tempo: 4‘ 1T, 6’ 2T.

Lecce – Milan 2-2: esoneratelo!!!

Basta, non se ne può più. Ma con che coraggio dopo la partita di mercoledì NON scendi in campo a Lecce con una prestazione del genere? Il Milan di Pioli mercoledì sera è morto, finito. Oggi è solo il primo di una serie di funerali di un allenatore che è stato rinnovato troppo presto e che ha totalmente perso la quadra. E non mi riferisco allo schierare Pobega al posto di Vranckx (che nel finale è stato disastroso) ma nella gestione della partita in generale: il Milan gioca allo stesso modo da tre anni, lo hanno capito tutti e ogni soluzione nuova si sta rivelando sempre peggio della precedente.

I primi 20 minuti sono stati una roba indecente tra passaggi in difesa al compagno pressato e paura di tenere la palla tra i piedi e giustamente prendi due gol che potevano essere anche di più – e la cosa grave è che i peggiori in campo sono proprio quelli che dovrebbero trascinare la squadra: Theo, Giroud e Leao che fanno troppo poco per poter vincere la partita. Tutto sommato, siccome questa rimane la più forte rosa che c’è in Italia – e non ne ho dubbi – eri pure 2-2 finché il genio in panca ha deciso di mettere Vranckx e Kjaer come ultimi cambi.

Da lì il più vicino al 3-2 è stato il Lecce perché eravamo totalmente spezzati in due tronconi – e meno male che Vranckx non ha giocato dall’inizio visto che non è capace di tenere un pallone o fare un cross. La squadra è totalmente allo sbando fisicamente e mentalmente con giocatori che si sono sentiti arrivati e non hanno più voglia di mettersi in gioco dopo aver strappato il contrattone a partire da Kalulu e Tomori, impalpabili dopo il rinnovo.

Il Milan di Pioli è morto, starà alla dirigenza capirlo e staccare la spina prima che succeda di nuovo un Allegri 2013-14 che ti condanna ad uscire dal giro. Ha una ultima occasione mercoledì, come canto del cigno, poi si dovrà guardare avanti. Non si cresce però con una dirigenza incapace di evolversi che cerca di cambiare il meno possibile perché nulla cambi – vedi riscatti di Florenzi, Messias e addirittura voglia di riscattare Diaz. Le squadre si fanno col player trading.

Bisogna avere il coraggio quindi di ripartire di nuovo da zero – sapendo di aver fallito perché questa stagione è un fallimento totale. Non si può però ripartire da questo allenatore e da questa dirigenza rinnovata male. La stagione del Milan è totalmente deragliata nel momento in cui non c’è più Gazidis – ovvero nel momento in cui nessuno era più in discussione ma tutti si sono garantiti il posto.

La comunicazione da coreanello dirà che va tutto bene, che è stato bravo il Napoli, che non abbiamo colpe. Poi siamo a +1 sulla peggiore Juventus di sempre. Mah, sarà colpa di Twitter, giusto?

LECCE-MILAN 2-2
Marcatori: 4’ aut. Theo, 23’ Baschirotto, 58’ Leao, 70’ Calabria.

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Pezzella (dal 62’ Gallo); Blin, Hjulmand, González (dal 62’ Maleh); Strefezza (dal 88’ Oudin), Colombo (dal 73’ Voelkerling), Di Francesco (dal 73’ Banda). A disp.: Bleve, Brancolini; Lemmens, Tuia; Askildsen, Bistrovi?, Helgason, Ceesay, Listkowski, Rodríguez. All.: Baroni.

MILAN (4-2-3-1): T?t?ru?anu; Calabria (dal 86’ Kjaer), Kalulu, Tomori, Theo Hernández (dal 46’ Dest); Pobega (dal 86’ Vranckx), Bennacer; Saelemaekers (dal 46’ Messias), Díaz (dal 69’ Origi), Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Vásquez; Bozzolan, Gabbia, Thiaw; Adli, Bakayoko; De Ketelaere, Origi. All.: Pioli.

Arbitro: Orsato di Schio.

NoteAmmoniti: 64’ Maleh, 66’ Calabria, 86’ Bennacer. Recupero tempo: 2‘ 1T, 5’ 2T.

Milan – Torino 0-1 d.t.s. – Welcome back to banter era

In quattro giorni fuori dalla lotta scudetto e fuori dalla coppa Italia con De Keteleare che si certifica nuovamente un bel bidone su cui è stato speso tutto il budget di mercato. La sconfitta col Torino agli ottavi come solo a Filippo Inzaghi era riuscito ai tempi sulla panchina del Milan certifica una crisi pesante di risultati e di squadra che sta facendo finire presto il momento scudetto. In un mese potremmo aver perso la Supercoppa, il derby di ritorno ed essere stati rullati dal Tottenham a San Siro, anzi – questo è lo scenario più probabile.

La squadra non c’è più – non c’è il gruppo, non c’è più uno schema e gli attaccanti fanno pena. E’ una squadra umorale che davanti ha due giocatori contati (Giroud e Leao) e gli altri sono rotti o cessi. In una qualsiasi società normale si parlerebbe di come De Ketelaere sia il nuovo André Silva e di come sia incompetente chi ci ha speso tutto un budget non rinnovando la squadra dopo la vittoria dello scudetto.

Maldini pensava forse di campare di rendita sugli acquisti di Moncada e Boban (perché i suoi mercati erano stati sbagliati anche prima, basti pensare a Mandzukic, a Bakayoko, a Meite) ma proprio in questo mercato fermando Dybala, rinnovando Messias e Florenzi e decidendo di spendere tutto sul terzo trequartista con il secondo su cui hai speso otto milioni che nemmeno gioca si è visto come semplicemente quella spacciata per competenza erano state scelte altrui e botte di culo.

Pioli è finito in questo Milan così come era finito Allegri quando gli fu rinnovato il contratto. E’ evidente ed è sotto gli occhi di tutti – ormai è entrato nella fase di sperimentazione di cazzate e fa niente se queste ci fanno perdere partite. La difesa a tre non funziona, il modulo che è sceso in campo è un insulto ai tifosi che volevano vedere una reazione dopo aver preso due gol domenica in cinque minuti. Sia Maldini che Pioli hanno operato malissimo dal 22 maggio in poi pensando di aver raggiunto chissà cosa e di essere diventati i nuovi santoni del calcio italiano, dimenticando che l’obiettivo più importante è sempre il prossimo.

Da qua finché non ci sarà una scossa può solo andare peggio – la squadra sta andando per i cavoli suoi senza uno schema, i giocatori si cullano sui rinnovi ottenuti a caro prezzo (di offerte per questi, però, non ne arriva mezza). Sarà tremenda e bisogna sperare in qualche modo di finire nelle quattro ma da qua si vede solo un buio profondo in cui era facilissimo tornare dopo lo scudetto e da cui non si è fatto niente per evitarlo.

MILAN-TORINO 0-1
Marcatori: 114’ Adopo

MILAN (3-4-2-1): Tatarusanu; Kalulu, Gabbia (dal 77′ Theo), Tomori; Saelemaekers (dal 67’ Messias), Vranckx (dal 83’ Bennacer), Tonali, Dest (dal 110′ Calabria); Diaz (dal 67’ Leao), Pobega (dal 77′ Giroud); De Ketelaere. A disp.: Mirante, Nava, Adli, Bakayoko, Lazetic, Bozzolan. All. Stefano Pioli

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Rodriguez; Singo (dal 111’ Bayeye), Lukic, Ricci (dal 91’ Adopo), Buongiorno; Miranchuk (dal 90’ Seck), Vlasic, Sanabria (dal 71’ Zima). A disp.: Berisha, Gemello, Karamoh, Vojvoda, Garbett, Radonjic, Dembele, Gineitis, Linetty. All. Ivan Juric.

Arbitro: Rapuano di Rimini.

NoteAmmoniti: 14’e 70’ Djidji. Espulsi: 70’ Djidji. Recupero tempo: 5‘ 2T, 2’ 2TS.

Milan – Roma 2-2: due schiaffi a Coreanello

Che dire? Va ancora tutto bene? De Keteleare è ancora un fuoriclasse inespresso? La squadra è ancora favorita per vincere? Ancora una volta diciamo grazie ad un allenatore che memore dei rischi nelle scorse partite è riuscito a concedere ad una squadra che fa del pallone in mezzo la sua unica arma di andare dentro a crossare palloni. A questo aggiungiamo un Massa versione Garbatella che ha reinterpretato il regolamento fischiando fallo ogni volta che un giocatore della Roma veniva toccato – il risultato è un 2-2 che chiude la lotta per il titolo in data 8 gennaio. Vergogna a chi ancora continua a sostenere questo scempio – non si può continuare a giocare così, a regalare gol, a non saper difendere e dover sempre restare avanti.

Oggi la partita l’avevi chiusa, poi hai deciso di sperimentare dando la Roma per morta passando a cinque dietro – in pratica concedendo alla Roma il suo unico punto di forza. Complimenti – si è sfiorato il disastro a Salerno, oggi il disastro è completoPioli non ne azzecca una da Verona quest’anno e non sempre gli va bene (in compenso noi gli abbiamo pure rinnovato il contratto invece di aspettare febbraio e iniziare a vedere per il 2023-24).

Il Milan purtroppo non è da scudetto – e ora è anche al pari della Juventus di Allegri presa per il culo fino a due mesi fa da tutti. Irraggiungibile il Napoli a cui regalano di tutto mentre anche oggi si è visto che noi siamo poco fortunati a livello arbitrale. Non siamo squadra capace di concedere e di difendere – non sappiamo nemmeno farlo visto che continuiamo a prendere gol ogni partita (e sarebbe il caso, magari, di riconsiderare anche un centrale).

In compenso si è capito perché non gioca Thiaw (imbarazzante quando è entrato) e perché Bennacer è insostituibile e ci serve anche una sua riserva se vogliamo fare qualcosa. Non sappiamo difendere, non possiamo difendere e finiamo difendendo – il tutto con un portiere inadatto alla Serie A. Almeno la smettano di dirci che va tutto bene perché oltre a non vincere in campo non contiamo nulla nemmeno fuori e si è visto anche nel metro di Massa stasera.

Cosa bisogna rischiare per darsi una svegliata e smetterla con questo clima a livello di tifo? Bisogna uscire dalla Champions? Perdere la Supercoppa tra 10 giorni? Rischiare il quarto posto? Se si va avanti così questa è la prospettiva. Cosa facciamo? Continuiamo a prenderci in giro e dire bravi tutti?

MILAN-ROMA 2-2
Marcatori: 30’ Kalulu, 77’ Pobega, 87’ Ibanez, 93’ Abraham.
MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Bennacer (dal 74’ Vranckx); Saelemaekers (dal 85’ Gabbia), Diaz (dal 70’ Pobega), Leao; Giroud (dal 85’ De Ketelaere). A disp.: Mirante, Nava, Thiaw, Dest, Bozzolan, Pobega, Vranckx, Bakayoko, Adli, Lazetic. All. Pioli

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini (dal 89’ Belotti), Smalling, Ibanez; Celik (dal 78’ El Shaarawy), Cristante (dal 66’ Matic), Pellegrini, Zalewski; Dybala, Zaniolo (dal 66’ Tahirovic); Abraham. A disp.: Boer, Svilar, Shomurodov, Viña, Solbakken, Camara, Kumbulla, Spinazzola, Bove, Volpato, Majchrzak. All. Mourinho. 

Arbitro: Massa di Imperia.

NoteAmmoniti: 9’ Celik, 9’ Mancini, 26’ Leao, 45’ Zaniolo, 62’ Bennacer, 68’ Tomori, 72’ Tonali, 82’ Ibanez, 91’ Matic, 96’ Abraham. Recupero tempo: 2’ 1T, 5‘ 2T.

Salernitana – Milan 1-2: nuovo anno, stessi problemi

Una partita che doveva essere 0-4 o 0-5 è diventata la solita sofferenza, finita sulla bandierina a perdere tempo dopo otto minuti di recupero (primi, ovviamente, a sperimentare il nuovo metro del mondiale che vediamo se e come sarà applicato anche al contrario). A Salerno la partita era chiusa, complice anche il loro atteggiamento molto alto che ci ha permesso di penetrare negli spazi con Leao e Diaz. Poi il tiro in porta, l’unico porta il loro gol e si finisce dietro, a soffrire, per colpa di un portiere inadeguato (ovviamente Ochoa a noi faceva schifo)

Tatarusanu a parte gli infortuni si sentono poco perché davanti a lui giocano i titolari – si rivedono Calabria e Saelemakers e la fascia destra torna al livello di accettabilità che porta avere due giocatori di pallone. Leao è completamente in palla e ovviamente la partita la spacca lui prima con un gol mangiato, poi con quello del vantaggio e Tonali dispensa calcio prima con l’assist, poi col gol. Da lì per 70 minuti è praticamente un monologo di gol mangiati – ed anche uno annullato perché Fourneau e Mariani ritengono che Diaz influisca su Ochoa già spiazzato.

Cosa c’è da dire? Che purtroppo di progressi se ne vedono pochini – questa squadra resta scarsamente capace di difendere ed è sempre costretta a spendere per attaccare e stare alta (quindi, anche visto le riserve sempre rotte, tra due mesi saremo di nuovo sulle gambe). Vediamo le competitor e proviamo a portare a casa il prima possibile sti 70-75 punti perché messi così con Maignan che è un mistero io continuo a guardarmi più dietro che davanti.

Superato l’aperitivo inizierà quindi un ciclo di fuoco: nelle prossime 7 affrontiamo due volte l’Inter e le due romane e purtroppo di tiri verso la porta di Tatarusanu ne arriveranno parecchi. A livello individuale oggi comunque bene Diaz mentre qualcosina si è visto anche da De Keteleare subentrato – occorre ovviamente che rientri al più presto Ibra perché Giroud ora è solo al centro dell’attacco senza una riserva a coprirgli le spalle.

Due paroline anche sui due rigori, uno su Theo, uno su Leao non dati nel finale (non sono mica Oshimen, in fondo) – sabato in fondo sarà l’anniversario dell’ultimo rigore dato al Milan dall’arbitro di campo senza l’intervento del VAR nella partita contro la Roma. Come possa una squadra che attacca così tanto non prenderne rimane un mistero che la Serie A dovrà prima o poi spiegare. Stasera intanto ci sarà Inter-Napoli e scopriremo se Marotta crede ancora al titolo – potrebbe riaprirlo per tutti ma, per come siamo messi dietro, al momento non per noi.

SALERNITANA-MILAN 1-2

Marcatori: 10’ Leao, 15’ Tonali, 83’ Bonazzoli

SALERNITANA (3-5-2): Ochoa, Lovato (dal 63’ Daniliuc), Radovanovic, Fazio, Sambia (dal 84’ Valencia), Coulibaly, Bohinen (dal 84’ Kastanos), Vilhena (dal 63’ Bonazzoli), Bradaric, Dia, Piatek. A disp.: Fiorelli, De Matteis, Bronn, Botheim, Capezzi, Motoc, Iervolino, Pirola. All.: Nicola. 

MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria (dal 71’ Gabbia), Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer, Tonali; Saelemaekers (dal 85’ Dest), Diaz (dal 62’ De Ketelaere), Leao; Giroud (dal 85’ Vranckx). A disp.: Mirante, Nava, Adl, Bakayoko, Lazetic, Thiaw, Pobega, Bozzolan. All.: Pioli. 

Arbitro: Fourneau di Roma 1.

NoteAmmoniti: 53’ Giroud, 73’ Piatek, 75’ Bradaric, 81’ Coulibaly, 92’ Daniliuc. Recupero tempo: 2’ 1T, 8‘ 2T.

La situazione è drammatica

Tre amichevoli, tre brutte sconfitte. Il dicembre rossonero termina in maniera preoccupante esponendo alla luce tutti i problemi emersi in campionato a novembre. La squadra non ha ritmo, non ha gioco, vive di giocate individuali – dal 4 non avremo una rimonta, semmai avremo una sofferenza in cui dovremo difendere uno dei primi quattro posti con le unghie e con i denti. Lo ha capito ad esempio l’Atalanta che ha fatto muro per Sportiello in scadenza chiedendo cinque milioni di euro e mettendo in evidenza come la situazione portiere al Milan non può considerarsi normale. Non è normale l’infortunio di Maignan e i tempi di recupero superiori a quelli di un calciatore del Monza letteralmente accoltellato – non è normale in due anni non avere un secondo portiere affidabile.

La situazione infortuni e la loro comunicazione resta a dir poco vergognosa e non rispettosa del tifoso pagante – il 18 ci si gioca un trofeo e non è chiaro chi sarà in porta. Il mercato è stato bocciato dal tecnico e dalle prestazioni in campo. Il budget per migliorare la squadra non c’è e i giocatori più forti al momento non rinnovano né però si pensa di cederli per monetizzare e provare a rinnovare la squadra. Il futuro tanto sbandierato è già in pericolo e non si vedono sbocchi di questo progetto oltre la cessione di Leao in rosa sul cui talento e spunti si è basato l’ultimo anno.

Insomma, alla fine il mondiale ci ha permesso di non soffrire per un mesetto ma vedere questa roba non è più un piacere come lo era a fine della scorsa stagione, quanto nuovamente una sofferenza. Non mi aspetto niente dalla ripresa in un anno così anomalo dove chi ha giocato il mondiale ha già scollinato e ora non aspetta altro che arrivi giugno per finirla. Aggiungiamo a questo che la nostra fase difensiva è tornata completamente ridicola – e continua ad esserlo: c’è una sola cosa da fare per evitare la tragedia, andare sul mercato: ora, in maniera pesante ed efficace (e quindi, possibilmente, non con Maldini a prendere bidoni).

Purtroppo non succederà nulla di questo e continueremo a sentire quanto è bravo Maldini per un mercato azzeccato due anni fa, come allena bene Pioli per uno scudo vinto con palla a Leao e quanto è modello una dirigenza che non spende e nel frattempo non rinnova i suoi giocatori più forti, prendendoli a zero. Occhio che a tornare indietro a giocare al giovedì è un attimo.