Rapina a MANO armata

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul perché non ci sia la moviola in campo, ricordo che il presidente UEFA è attualmente un francese.
P.s. Perlomeno Henry non è come Adriano
e lo ammette… invece di continuare a sostenere che certi gol sono regolari…
Rapina a MANO armata

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul perché non ci sia la moviola in campo, ricordo che il presidente UEFA è attualmente un francese.
P.s. Perlomeno Henry non è come Adriano
e lo ammette… invece di continuare a sostenere che certi gol sono regolari…

Contro chi al mondiale non c’è.

Se quest estate vi troverete a Barcellona durante una partita della Spagna ai mondiali, potrete trovare tutta la ferma, intenta a guardare una partita. Tutti… beh no. Uno probabilmente i mondiali non li vorrà neppure sentire nominare: Zlatan Ibrahimovich, lui, il mancato pallone d’oro, giocatore fino a Giugno 2009 più forte dell’universo che scardinava puntualmente le altolocate difese di Parma, Livorno, Siena, Cagliari e chi più ne ha più ne metta, che fino a 2 anni fa ci spacciavano come contendente al pallone d’oro prima di Kakà e poi di C. Ronaldo, salvo arrivare sempre a distacchi siderali dal vincitore. Non ci sarà nemmeno stasera Ibra, in rotta con l’allenatore. E allora a giugno potrà accompagnare tranquillamente la moglie per fare ciò che è più congegnale ad uno svedese: accompagnarla all’Ikea. Chissà perché quest anno la gazzetta non ci propina Ibra pallone d’oro…
Ma passiamo a noi, dopo aver provato Candreva e Biondini stasera dovrebbe essere il turno anche di Maggio e di Criscito. Ieri Lippi da applausi in conferenza stampa: Non mi interessa nulla di Cassano, Amauri, di dove sarò nel futuro e di tutte queste cavolate qui. Già Cassano. Ma serve veramente un Cassano a questa nazionale? O forse creerebbe più danni di quelli che risolverebbe? E soprattutto perché portarlo ai mondiali visto che non ha fatto una partita una di qualificazione? Idem per Amauri. In più lui ha l’aggravante di aver aspettato fino all’ultimo la convocazione di Dunga, sperandoci e usando l’Italia come ripiego. Il passaporto che gli arriverà a Marzo lo usi per andare in vacanza anche lui a Giugno. Telefoni ad Ibra che magari gli fa compagnia. In attacco oggi Di Natale. Mettiamoci l’anima in pace: è uno dei più forti e sottovalutati attaccanti italiani in questo momento.LE PROBABILI FORMAZIONI DI ITALIA – SVEZIA

ITALIA (4-2-3-1): Marchetti; Maggio, Legrottaglie, Chiellini, Criscito; Montolivo, Biondini; Marchionni, Candreva, Di Natale; Pazzini. All. Lippi.

SVEZIA (4-2-3-1): Isaksson; Dorsin, Mellberg, Granqvist, Lustig; Sebastian Larsson, Anders Svensson; Bahrang Safari, Rasmus Elm, Tobias Hysen; H. Larsson. All. Hamrèn.

I precedenti tra Italia e Svezia : Le nazionali maggiori dei due paesi si affrontano per la ventiduesima volta e finora il bilancio è di 9 successi dell’Italia, 6 pareggi e 6 vittorie della Svezia, con 26 reti segnate dagli azzurri e 24 gol realizzati dagli scandinavi.
Considerando i soli 9 confronti disputati in Italia, lo score vede 6 successi italiani, 2 pareggi ed 1 sola vittoria svedese (3-0 a Napoli, il 15 ottobre 1983, in un match valido per le qualificazioni agli Europei di Francia ’84, cui l’Italia non prese parte proprio perchè eliminata nelle qualificazioni), con 13 gol segnati dagli azzurri e 7 gol realizzati dagli scandinavi.

L’angolo dei pronostici: l’ultima chiamata
Si giocano oggi gli ultimi 6 spareggi per Sudafrica 2010: ecco i consigli. Partiamo dallo spareggio, in campo neutro, in Sudan. Non si può scommettere sulla rissa tra le tifoserie, altrimenti erano soldi sicuri. In compenso l’Egitto mi pare superiore all’Algeria. L’ha dimostrato anche sabato. In più la quota è buona. 1 Anche per l’Ucraina, con una nazione intera a supportarla non può fallire, la Grecia sarà eliminata. 1 anche per la Francia e l’Uruguay ma qui sono scontati. Per aggiungere un po’ di pepe mettiamoci le vittorie fuori casa di Portogallo e Russia. Molto più facile quella del Portogallo, molto molto più difficile quella della Russia. Ma senza non si vincerebbe nulla.

Egitto – Algeria 1 2.00
Ucraina – Grecia 1 2.75
Francia – Irlanda 1 1.45
Uruguay – Costa Rica 1 1.45
Bosnia – Portogallo 2 2.35
Slovenia – Russia 2 2.25

Con 2,5 € se ne vincono 97. Con 5 € se ne vincono 144.

Tre uomini e una porta

Iniziamo a rientrare in clima campionato nonostante la Nazionale debba giocare ancora un’amichevole, domani sera a Cesena contro la Svezia.

Troppo presto per ragionare sulla formazionedi domenica, bisogna valutare le condizioni in cui torneranno i nostri nazionali, c’è solo una certezza: contro il Cagliari non ci sarà Sandro Nesta squalificato per diffida.
Per il resto pare che per la prima volta in stagione Leonardo potrà scegliere per il ruolo di portiere tra Abbiati, Dida e Storari.
I due italiani infatti dovrebbero aver recuperato dai rispettivi infortuni e sono pronti per tornare a difendere i nostri pali. Chi giocherà? Chi merita di giocare? Bella domanda, proviamo ad analizzare uno per uno i nostri tre portieri. In rigoroso ordine alfabetico.

ABBIATI CHRISTIAN: assente dal marzo scorso, infortunio al ginocchio nella trasferta di Siena, in una stagione ottima, inspiegabilmente sottovalutata, sicuramente migliore di quella di Buffon e non molto inferiore di quella del più mediatico Julio Cesar.
Innanzitutto nessuna papera clamorosa e questa è già una notizia. Inoltre tante parate decisive, alcune ottime, e ancora più importante ha trasferito una sensazione di sicurezza a tutta la difesa.
Credo che tecnicamente sia il migliore, sia tra i pali sia nelle uscite, non un fenomeno per carità, ma un portiere affidabile.

DIDA NELSON: ovvero un caso umano inspiegabile. Fa esattamente quello che un portiere non dovrebbe fare, cioè alternare miracoli che ti chiedi come ha fatto, a vaccate mostruose. Non so, sono dell’idea che un portiere debba innanzitutto mostrare sicurezza e parare il parabile. Dida di tutto questo ha ben poco, è imprevedibile come un numero 10, non si sa mai cosa ci possa aspettare. Ogni palla può diventare un pericolo, la cosa non è accettabile.
Vorrei evitare di andare in tachicardia ogni volta che la palla si avvicina a Nelson. Aspetto con ansia il giorno che metterà piede fuori da Milanello.

STORARI MARCO: ha dalla sua il fatto di aver giocato sempre bene, spesso al di sopra delle aspettative, nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa. Ma la sensazione è che comunque non possa essere un primo portiere affidabile, molto meglio come riserva. Tra i tre sembra essere quello che parte un passo dietro agli altri, chissà, forse anche perché è il meno “scomodo” da gestire.
In conclusione dico che per quanto mi riguarda non c’è sfida, Abbiati titolare senza se e senza ma.
Spero che lo stesso valga per Leo ma lo scopriremo molto presto.

La Moviola Di Yoon Khon-Soon – 1° Puntata

1a giornata: *** – Bari 1-1.
Al 42′ del primo tempo Materazzi entra a forbice su Alvarez: un evidente fallo da sanzionare con l’espulsione in quanto l’intervento è scomposto con il rischio di danni al giocatore avversario,ma l’arbitro ammonisce solamente il difensore dell’***.
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Al 56′ Milito viene colpito in area di rigore sul piede, il rigore ci sta ma non assegnarlo non sarebbe scandaloso.
Al 90′ Stankovic entra da dietro a Kutuzov,anche qui l’arbitro ammonisce solamente anzichè espellere il giocatore serbo.

3a giornata: *** – Parma 2-0.
Al 40′ del primo tempo Thiago Motta viene ammonito per un brutto fallo,5 minuti dopo (si era sullo 0-0) ancora Thiago Motta ferma con un fallo un’azione di ripartenza del Parma: l’arbitro doveva estrarre il secondo giallo e quindi il rosso,ma decide di graziare il giocatore dell’***.
Al 30′ del secondo tempo,sull’1-0 per l’***,lancio in profondita per un possibile contropiede di Paloschi,ma il giocatore del Parma viene fermato per un fuorigioco inesistente in quanto si trova in linea con un difensore dell’***.

4a giornata: Cagliari – *** 1-2.
Al 16′ calcio di rigore per il Cagliari (dopo ben 52 partite l’*** riceve un rigore contro!): Maicon sbilancia Matri impedendogli di colpire di testa,il fallo è netto ma Maicon andava espulso in quanto Matri è ultimo uomo e gli impedisce una chiara occasione da gol,invece riceve solo il cartellino giallo,con le espulsione ai danni dei nerazzurri proprio non ci siamo.Al 35′ Astori viene ammonito ma la sua entrata è regolare.Al 51′ Milito colpisce al volto Canini (che si infortuna) e dà il via all’azione che porta al pareggio.L’azione stessa era da fermare per permettere il soccorso al giocatore del Cagliari.

5a giornata: *** – Napoli 3-1.
Al 5′ del primo tempo Maicon passa la palla a Milito che va a segnare il 2-0,ma l’argentino parte in evidente posizione di fuorigioco.Rete da annullare.
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6a giornata: Sampdoria – *** 1-0.
Al 13′ circa Poli con una finta su Santon a limite dell’area di rigore riesce a superare il difensore che con una manata in faccia lo butta giù,per Rizzoli non e’ rigore

8a giornata: Genoa – *** 0-5.
Dopo cinque minuti dall’inizo del match cross dalla destra in area, Floccari solo davanti a Julio Cesar viene affossato da Stankovic, era rigore con espulsione del serbo,la partita sarebbe cambiata,Morganti lascia correre.


9a giornata: *** – Catania 2-1.
All’85’ Julio Cesar prima prende poi perde il pallone,Plasmati ne approfitta ma viene atterrato dal portiere nerazzurro: calcio di rigore ineccepibile,ma l’arbitro si dimentica di espellere il portiere in quanto commette fallo che impedisce una chiara occasione da gol.

10a giornata: *** – Palermo 5-3.
al 28′ del primo tempo calcio d’angolo per il Palermo,Kjaer viene trattenuto per la maglia da Samuel il quale impedisce al giocatore rosanero di colpire correttamente di testa.Calcio di rigore ineccepibile non fischiato.
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12a giornata: *** – Roma 1-1.
Pertita viziata da numerosi falli da parte dei nerazzurri: Vieira salta col gomito alto e colpisce De Rossi allo zigomo provocandone la fattura,non è volontario ma meritava il giallo per gioco pericoloso,Rocchi neanche lo ammonisce. Balotelli fa un fallo da dietro a Motta,anche qui l’arbitro grazia il giocatore nerazzurro. Manca il giallo per Muntari e Thiago Motta (sarebbe il secondo e quindi espulsione): il primo “abbraccia” l’arbitro per evitare il cartellino,il secondo trattiene Perrotta per la maglia.

Senza parole. Solo i fatti.

Lo Zio Fester

Sono veramente poche le persone che riescono a far discutere come il nostro amministratore delegato, il nostro Adrianone. C’è chi lo considera il parafulmine del presidente, chi un dirigente che ha fatto il suo tempo e chi lo ritiene un buon dirigente tutt’oggi se solo avesse a disposizione dei soldi da spendere per fare mercato.

Quello che è certo è che ogni volta che apre la bocca fa discutere, qualunque cosa dica. Ha il potere di far innervosire chiunque quando nei momenti delicati ci ricorda che tutto sommato rimaniamo il club più titolato al mondo o che abbiamo in rosa tre palloni d’oro o ancora che siamo il club più richiesto per le amichevoli… La domanda è: ma perché lo dice? Non è stupido, conosce perfettamente il pensiero dei tifosi e l’odio che molti provano verso lui eppure non riesce a trattenersi davanti a un microfono, non riesce a tenersi in bocca delle parole che tutto sommato oltre a far incazzare i tifosi non hanno molti altri effetti.
E’ vero che con il suo stipendio a chiunque interesserebbe ben poco di essere definito “stronzo” dai tifosi al bar o su qualche blog, però sono convinto che quando le cose vanno male sia il primo a soffrirne, se c’è una cosa su cui non mi sentirei minimamente di discutere è il suo essere Milanista dentro, di soffrire come noi, con noi.
E allora credo che certe sparate le faccia per far sì che l’ambiente non cada in depressione e mantenga un certo orgoglio. Mi sembra l’unica spiegazione plausibile. Ciò non toglie che dovrebbe ricordarsi che il silenzio è d’oro, soprattutto in certi casi.

Separati alla nascita?

E’ notizia degli ultimi giorni che il nostro A.D non solo voglia riaprire la campagna acquisti a gennaio, ma che voglia addirittura inviare una lettera a ciascuno dei 16.000 dissidenti che non hanno rinnovato l’abbonamento.
E’ un’iniziativa destinata a far discutere, io la condivido.
Le 16 mila vedove di Kakà magari oggi avranno voltato pagina, magari si saranno innamorati nuovamente del Milan, non solo di un suo giocatore.
Certo che questa possibilità la offre solo dopo che abbiamo iniziato a giocar bene e vincere, ma mi sembra scontato che se l’avesse proposta a prima della partita con la Roma nessuno avrebbe accettato di tornare a San Siro.
Certo che c’è anche una motivazione economica, come del resto è normale in una società.
Ma credo che in fondo allo Zio Fester dispiaccia realmente di vedere uno stadio mezzo vuoto, e allora perché non sfruttare il momento buono della squadra per riportare qualche tifoso a San Siro?

#UPDATE 21.30
Cantù asfaltata, Sadyq scomparso:

Tempo di Derby

18:15, DatchForum di Assago. E’ tempo di derby. Si gioca per la 140esima volta Milano – Cantù, partita che potrà dire molto sull’Aj per questo campionato. E’ un derby anomalo rispetto al solito per il fatto che Cantù lo affronta davanti a Milano in classifica. Milano sembra una corazzata confrontandola con la Ngc, ma i 4 punti che dividono le due squadre in classifica sono a favore di Cantù, che con il suo mix di scommesse e giocatori esperti ha fatto quella partenza lampo (4 vinte su 5 gare) che l’Olimpia non è riuscita a fare. Ma oggi i 2 punti sono assolutamente necessari, per non perdere per il terzo anno di fila la Final Eight di coppa Italia. Milano arriva al derby con un Bulleri in più, definitivamente recuperato dopo la buona prestazione nella sconfitta casalinga di Giovedì sera contro il Khimki in Eurolega. Dovrebbe comunque partire nel quintetto base Morris Finley. Nel quintetto base anche Mancinelli che è riuscito a strappare il posto all’evanescente Mike Hall di questo inizio di stagione. Mike Hall che però l’anno scorso decise con 4 triple consecutive la partita del Pianella. Hall rischia il taglio, esattamente come un anno fa. Chissà che non possa essere la partita della svolta per lui. Cantù arriva a questa partita con tre infortuni, Urbutis, Lydeka e Jeffers. Petravicius potrebbe avere vita facile sotto canestro. Il miglior centro della scorsa Eurocup va cercato in modo che la metta come solo lui sa fare. Se poi serve lotta aspra sotto canestro, c’è sempre Maison Rocca che settimana scorsa decise la partita a Bologna. A Cantù serve un altro miracolo dopo Teramo, a Milano servirebbe solo, per la prima volta, essere semplicemente se stessa.
Arbitrano Sabetta, D’Este e Weidmann. 139 precedenti tra Milano e Cantù, 89-57 per Milano. A Milano 54-26, l’ultima vittoria Canturina a Milano è datata 13 Febbraio 2005 per 82-90, +8 peraltro che è il record assoluto come scarto nelle vittorie di Cantù al Forum. Bulleri è invece a -17 dai 1000 punti con la maglia biancorossa.

Ancora l’Olanda, 4 anni dopo

Amsterdam ArenA. Sabato sera. 51 mila spettatori assiepati sulle tribune, nemmeno il posto per uno spillo. Una marea arancione pronta ad incitare la propria Nazionale alla conquista della vittoria. Una vittoria di prestigio contro l’Italia, una rivincita attesa 5 anni, dopo la sconfitta per 1-3 agli Europei del 2000 patita proprio in questo stadio. Era un’Italia di Lippi appena qualificata al mondiale, senza Cassano, odiata dal pubblico e con le stesse polemiche che ancora oggi assillano l’allenatore campione del mondo in carica. In quell’anno e mezzo di gestione Van Basten si respirava tutta un’altra aria: un girone di qualificazione dominato, giovani bravi e forti in pianta stabile in Nazionale e poi un gioco spumeggiante. La vendetta sarebbe stata sicuramente compiuta. Il risultato invece vide l’Italia vincere 3-1, alla Lippi, senza mai essere decisiva nel gioco, ma terribilmente cinica..
Quella sera capii che l’Italia avrebbe vinto il mondiale 2006.

Oggi 4 anni dopo l’Italia è ancora lì contro l’Olanda, ancora il primo test serio dopo un girone vinto con una giornata d’anticipo, ancora con l’Olanda. Non c’è più Toni, c’ è Gilardino, c’è Palladino, c’è Chiellini. Ma insieme c’è sempre il gruppo del mondiale vinto, ma anche quello che dall’Europeo 2008 contro questa squadra ha perso 3-0 e che ci fece capire che per quell’Europeo non c’erano speranze. Di la non giocherà Snejdeer rispetto alle formazioni di stamattina, notizia di oggi (incredibile eh? come riesce a rompersi sempre per la durata giusta delle partite delle nazionali), potrebbe giocare Huntelaar. Chissà che non possa essere stasera il suo primo gol in Italia in attesa di quelli in maglia rossonera. E’ il momento di capire se siamo o meno da mondiale. E’ il momento di battere gli orange, come 4 anni fa.


LE PROBABILI FORMAZIONI DI ITALIA – OLANDA

Sabato Azzurro - Rugby (Italia-N.Zelanda, Sky/La7) e Calcio (Italia-Olanda, Rai)ITALIA (4-3-3): 1 Buffon, 2 Zambrotta, 5 Cannavaro, 4 Chiellini, 3 Grosso, 10 Pirlo, 6 Palombo, 8 Candreva, 7 Camoranesi, 9 Gilardino, 11 Palladino (12 Marchetti, 13 Cassani, 14 Legrottaglie, 15 Bocchetti, 16 Criscito, 17 Maggio, 18 Galloppa, 19 Biondini, 20 Rossi, 21 Marchionni, 22 Montolivo, 23 Di Natale, 24 Pazzini, 25 De Sanctis). All. Lippi

Sabato Azzurro - Rugby (Italia-N.Zelanda, Sky/La7) e Calcio (Italia-Olanda, Rai)OLANDA (4-2-3-1): 1 Stekelenburg, 2 Van der Wiel, 4 Mathijsen, 3 Heitinga, 5 Van Bronckhorst, 6 Van Bommel, 8 De Jong, 7 Kuyt, 10 Sneijder, 11 Elia, 9 Van Persie. (12 Vorm, 13 Bhulahrouz, 14 Brahfheid, 15 Engelaar, 16 Schaars, 17 Afellay, 18 Van der Vaart, 19 Huntelaar, 20 Robben, 21 Huntelaar, 22 Babel, 23 Velthuizen). All. Van Marwijk.

Silvio vendi. Sicuri?

Premessa: non vi si richiede mai di commentare in modo specifico il post, siete liberi di commentare quello che vi pare, ma in questo caso la vostra opinione sull’argomento sarebbe molto gradita, grazie.

“Silvio vendi” è stata sicuramente la frase più inflazionata dell’estate, nel pieno della nostra (non) campagna acquisti. Eh già, tanto vendere il Milan è roba di pochi minuti, chiunque può permettersi di spendere 750-800 milioni solo per rilevarci. E chiunque ha le capacità per gestire una società del genere, chiunque può garantire a dei tifosi con una certa abitudine alla vittorie, un altro ventennio di trofei. E non mi si dica che le vittorie non importano, suvvia.
Ora, non dico che Silvio sia in questo momento il miglior presidente al mondo, un nuovo ingresso in società mi farebbe piacere, ma ragionando un attimo, è tutto così dannatamente semplice e scontato?

Ho fatto una piccola ricerca sulle squadre che negli ultimi anni sono passate di mano, a ricchi proprietari stranieri. Ecco i risultati.

CHELSEA: partiamo dal caso più lontano nel tempo, Abramovich diventa il proprietario nel 2003 e inizia a spendere cifre folli per mezzi giocatori, tra cui cito in ordine sparso Mutu, Veron, Duff, Robben, Wright Phillips, Geremi, Boulahrouz e potrei andare avanti a lungo. Nel 2005 arriva la Premier, bissata l’anno dopo. Poi il nulla, se non qualche coppa Nazionale. Champions, zero. Nel frattempo i grandi colpi sono terminati con l’arrivo di Shevchenko, da qualche anno i blues puntano su giocatori a fine carriera come Deco, Ballack, Anelka. Se oggi è una squadra forte lo deve soprattutto alla saggezza di Ancelotti.

MANCHESTER UNITED: nel 2005, in pieno dominio Chelsea, passa sotto il controllo del magnate americano Malcom Glazer. Torna al successo in Premier nel 2007, l’anno dopo rivince in patria e pure in Europa, lo scorso anno campionato più Mondiale per Club. Vince grazie agli investimenti sui giovani (Ronaldo preso ragazzino, Rooney, Nani, Anderson, Carrick) e ai senatori (Van der Sar, Ferdinand, Giggs, Scholes). Qualche acquisto sbagliato, per Berbetov hanno sganciato attorno ai 40 milioni di euro, e non sono riusciti a evitare la cessione di Ronaldo, sostituito con Owen, Valencia e Obertan, avessi detto…

LIVERPOOL: addirittura una coppia di proprietari, Hicks e Gillet, che non sono riusciti a portare trofei ad Anfield, la maledetta Champions di Instanbul risale al 2005, un anno prima del loro ingresso in società.
Un colpo fantastico, quello di Torres e poco altro, facciamo qualche nome? Degen, Dossena, Cavalieri, Riera, Keane (23 milioni di euro, più di Pato…). E hanno perso, tra gli altri, Sissoko e Xabi Alonso.

MANCHESTER CITY: nel 2007 la quota di maggioranza delle azioni del Manchester City è stata acquisita dalla società UK Sport Investments, controllata dall’ex primo ministro thailandese Shinawatra. Acquisti? Bianchi e Bojinov. Dopo un anno ha ceduto la società all’Abu Dhabi United Group for Development and Investment, in pratica quella dello sceicco. E uno degli uomini più ricchi al mondo non ha portato nessun fenomeno al City, solo buoni giocatori come Robinho (42 milioni!), Adebayor e Tevez, insieme a  tanti semi-sconosciuti pagati uno sproposito, un esempio i 26 milioni per tale Lescott.
Campionato anonimo lo scorso anno, oggi è settimo, con nessuna speranza di gloria. E parliamo della squadra potenzialmente più ricca del pianeta…

Con questo cosa intendo? Che è meglio andarci molto molto cauti prima di lanciare certi slogan. Non è facile trovare un imprenditore pronto a investire in modo continuo per anni, e soprattutto uno che spenda bene. E peraltro non assicurano certo delle vittorie.

L’angolo dei pronostici – Nazionali

Dopo una settimana e mezza di pausa è il momento di tornare alle fidate previsioni. Nessun club di serie A in campo. E’ il momento delle nazionali. Pronostico solamente partite ufficiali, visto che le amichevoli sono sempre strane. Partiamo da Auckland. C’è in campo la Nuova Zelanda per una partita storica. Il più l’hanno fatto, in Bahrain. L’1 paga bene: 2.40. Giochiamocelo, se vogliamo portare i soldi a casa qualcosa bisogna rischiare…

Il sogno però ce lo può regalare l’Irlanda del Trap. Per loro è la partita della vita. Sono molto fiducioso nelle potenzialità di questa squadra, e, soprattutto, dovesse andare a casa la Francia festeggerei sino al mondiale. 1
Aggiungiamoci il Portogallo che batte la Bosnia in casa, possiamo alzare la quota ulteriormente senza rischiare. Passiamo all’Africa, c’è l’ultima giornata di qualificazioni —> risultati scontati. Tra questi la vittoria della Tunisia in Mozambico. Per chi ama il rischio consiglio la X tra Togo e Cameroon ma non la metto in schedina. Metto invece l’1 della Russia, quotato basso ma non troppo. Con 5 Euro se ne vincon 98.

Scommesse
Nuova Zelanda – Bahrain 1 2.40
Irlanda – Francia 1 2.95
Portogallo – Bosnia 1 1.45
Mozambico – Tunisia 2 1.45
Russia – Slovenia 1 1.32

Ronaldinho. Nel bene e nel male.

E’ chiaro da tempo che Ronaldinho rappresenti un’entità a parte rispetto al resto della squadra.
Dopo ogni partita commentiamo la gara del Milan e, a parte, la gara di Dinho; nelle conferenze stampa di Leonardo c’è sempre una domanda specifica su di lui, sia che giochi bene, sia che giochi male, sia che non giochi.
Dal suo arrivo all’aereoporto di Linate ha conosciuto diversi momenti: prima quello dell’abbraccio del Popolo Rossonero, presente in massa a San Siro quella sera del 17 luglio 2008, tra cui c’ero anch’io e non mi vergogno a dirlo, checchè ne dicano i cuginastri. Poi, in rapida successione il momento dell’esaltazione collettiva dopo il gol nel derby, quello dei gol decisivi e nella seconda parte della scorsa stagione il momento della sparizione.
Quest’anno è arrivato il momento delle responsabilità con il famigerato patto del tavolino, il momento dell’attesa delusa dopo le prime partite giocate male e ora vive il momento dei ritorno.

Ritorno a essere titolare fisso, ma ancora più importante, ritorno ad essere un calciatore.
Al di là delle più ottimistiche speranze, era chiaro dal suo arrivo che il Gaucho non sarebbe mai tornato quello del biennio d’oro in maglia blaugrana, vuoi per la differenza tra il campionato Spagnolo e il nostro, molto più fisico, vuoi per il semplice fatto che il dentone veniva da un anno e mezzo in fase calante (diventati poi due anni e mezzo dopo la scorsa stagione) e in cui non ha fatto probabilmente la vita migliore che un calciatore possa fare.
Quello di oggi è fondamentalmente un Ronaldinho nuovo, meno protagonista, ma più uomo-squadra, un Ronaldinho utile.
Utile nel senso etimologico della parola, non incanta, ma fa segnare. Tanti assist, mai banali, l’attaccante di turno deve metterci poco del suo. E’ vero che non corre, ma non è mai stato uno che torna ad aiutare e tutto sommato non è nemmeno quello che gli chiede l’allenatore. Il nuovo modulo è concepito anche per lasciarlo riposare in fase difensiva.

In sintesi dico che sì, bisogna essere soddisfatti del suo rendimento attuale, e lo si può essere solo dimenticando il periodo in cui è stato semplicemente il Calcio, perchè non tornerà.
Soddisfatti del presente, ma si può pretendere ancora un qualcosa in più; mi viene male vedere che il primo Lichtsteiner che passa lo fermi due volte su due nell’uno contro uno, è in questo che deve migliorare, che deve ritrovarsi. Gli assist sono ben accetti e preziosissimi, ma è fondamentale che ritrovi un pizzico di brillantezza nel dribbling, che gli consenta di saltare l’uomo e calciare in porta.

E lui lo sa.
Ma per ora non ci si può lamentare.

Uno contro tutti

Un rapido cambio di grafica ed eccoci qui. Sabato contro l’Olanda e mercoledì contro la Svezia. Due partite difficili per la nazionale. Per un’allenatore, Lippi che dal punto di vista dei risultati (tralasciando la Confederations Cup che è un torneo che non ha mai detto nulla) è inattaccabile: un mondiale portato a casa quattro anni fa e una qualificazione conquistata con una giornata d’anticipo mentre altre big come Francia e Portogallo non sanno ancora se saranno o no in Sudafrica.
C’è chi vorrebbe che si dimettesse ma le alternative valide in giro sono poche. Questa nazionale lo ammetto, non è bella da veder giocare ma a volte è stata terribilmente concreta ed è per questo che ho fiducia per fare un buon mondiale in Sudafrica.
Solo un folle potrebbe pretendere di vincerne due consecutivi. Si va alla giornata. Chi vivrà vedrà.

Cassano sì? Cassano no? Sono uno dei pochi d’accordo con Lippi. Cassano va lasciato a casa. Il barese ha avuto due volte la sua possibilità, nel 2004 e nel 2008. L’ha sciupata. Questo Cassano non è certamente superiore a quello che ha trascinato la Roma nel 2004 e deluso in nazionale. Ma cosa più importante Cassano non fa parte del gruppo, anzi lo stesso gruppo non lo vorrebbe ai mondiali. Ed è il gruppo, non il tasso tecnico che ci ha fatto vincere il mondiale 4 anni fa. Inoltre un giocatore come Cassano in Italia lo abbiamo già: è Antonio di Natale. Probabilmente anche più forte tecnicamente di Cassano, ma sicuramente meno mediatico. 4 anni fa lo ha lasciato a casa e ha avuto ragione. Io al suo posto probabilmente lo convocherei per un’amichevole, sperando che giochi male e avendo così le prove per lasciarlo a casa definitivamente. Se c’è un attaccante che serve all’Italia da matti quello è Luca Toni. Caratteristiche uniche, forse solo Borriello si avvicina al gigante di Pavullo nel Frignano.

Difesa: è il vero problema. Non potendo supplicare in ginocchio Nesta di tornare in nazionale, dobbiamo renderci conto che se si infortunasse Cannavaro correremmo il rischio di dover giocare con Legrottaglie. Ci sono tanti validissimi giocatori, ad esempio Gamberini. Anche se, convinzione personale, il futuro della nazionale gioca a Bari, si chiama Andrea Ranocchia. Due buone partite contro di noi ai tempi dell’Arezzo, un giocatore che personalmente mi piace tantissimo. La prima big che lo prende fa un affare. Galliani, se ci leggi, batti un colpo.

Il calcio parziale

Sia da calciatore che da allenatore non c’è nessuno che mi abbia insegnato tanto quanto lui. Mi mancherà Rinus Michels. Ho sempre ammirato moltissimo la sua leadership.
(Johan Cruijff)

1968, anno di cambiamenti di rivoluzione. In Olanda un 38enne allenatore, di nome Rinus Michels ha inventato qualcosa che rivoluzionerà il mondo del calcio: niente più ruoli, niente più schemi, niente più difensori fissi in difesa, o attaccanti ad aspettare la palla: ogni giocatore doveva saper interpretare tutti i ruoli in campo: il difensore saliva ad attaccare, il portiere avanzava per rilanciare immediatamente l’azione, un attaccante poteva e doveva tornare indietro ad aiutare i compagni in fase di non possesso palla. Il risultato immediato furono 4 scudetti e una finale di Champions League, seppur persa malamente contro il Milan. Il risultato a lungo termine fu di portare l’Olanda tra le grandi potenze calcistiche europee, con quella finale del 1974, 11 ragazzi scatenati, con i capelli lunghi e le ali ai piedi, che scendevano in campo con un unico modello in testa: basta con il vecchio catenaccio. Cruijff era la classe al servizio del ritmo, un talento non fine a se stesso, ma sempre calato all’interno delle esigenze del collettivo, Neeskens, invece, era la fisicità che polverizzava i vecchi prototipi del giocatore poco atleta, il furto del calcio all’atletica leggera, la forza elastica di un “braccio” a disposizione della “mente” Johan. Quando in 5 o 6 olandesi partivano contemporaneamente per aggredire il portatore di palla avversario, espediente strategico che oggi non si vede più, scoppiava nei nostri cuori la rivolta. Quell’Olanda riuscì in un’impresa ancora maggiore: non vincere quel mondiale. La traccia, indelebile, è rimasta però nella Coppa dei Campioni: 3 vittorie consecutive dell’Ajax, unico motivo per cui la squadra dei lanceri indossa tuttora il Winner Badge e una del Feyenoord.

Un altro quarantenne, Leonardo sta provando oggi a inventare qualcosa di nuovo. Non sapremo mai cosa è successo nello spogliatoio in quell’intervallo di Milan – Roma, sappiamo solo che ha fatto passare il Milan da 5 punti su 15 a 13 su 15 nelle ultime 5 gare di campionato, da perdere in casa contro il modesto Zurigo a vincere in casa del Real Madrid degli ultimi due palloni d’oro. E’ un qualcosa di nuovo, non è il gioco fisico alla tedesca, applicato rigidamente dall’Inter e non è il possesso palla alla spagnola, vera forza del Barcellona degli ultimi anni e del Milan di Ancelotti.
Avevo aperto questo blog con il Rasoio di Occam, come invito a semplificare i problemi. Leonardo lo ha fatto. Ronaldinho non torna? Ok, lasciamolo lì a dare il meglio. E mettiamoci anche Pato, per sfruttare meglio lo spunto in velocità. Lasciamo i difensori a difendere, anche se qualche volta a Thiago Silva è concessa la licenza di salire. Cerchiamo di far rendere ognuno al meglio nel proprio ruolo e basta. Distruggendo così in sole 5 partite la filosofia di Rinus Michels. La sensazione è che se questa nuova idea di calcio di Leonardo sarà convincente ne sentiremo parlare a lungo.

Riposo meritato

Prendiamo questi tre punti e prendiamoci il terzo posto. Va bene così, anche se devo ammettere che il secondo tempo è stato un brivido unico.
Dal momento in cui ha messo piede in campo Julio Ricardo Cruz, uno che ricordo sempre con dispiacere per i gol nel derby, fino al fischio finale di Damato ho avuto paura che si ripetesse la stessa scena di Napoli.
Anche oggi Leonardo ha aspettato un po’ troppo a fare i cambi, nel frattempo la squadra si è divisa in due tronconi e abbiamo lasciato troppo spazio alla Lazio, che fortunamente non ha un potenziale offensivo pericolosissimo se si escludono le giocate di Zarate, il quale però non passa un pallone nemmeno sotto ricatto.
C’è evidentemente ancora molto da lavorare sulla gestione del vantaggio, il 4-2-1-3 mi diverte, dati alla mano ha funzionato alla grande in questo mesetto, ma probabilmente non è il modulo più adatto in condizioni di fatica, con la pressione degli avversari che aumenta, specie in trasferta.
Bisogna sottolineare però un primo tempo buonissimo. Da squadra autoritaria, che impone il suo ritmo e quando decide di accelerare punisce gli avversari. Due occasioni, due gol, cinismo puro. Era quanto di meglio si potesse fare data la nostra stanchezza e le condizioni non facili di campo.
Ho visto una squadra che ha giocato con grande consapevolezza delle sue armi e nel momento giusto le ha sfruttate.
Veniamo ai singoli. Ottimo Thiago Silva, c’è molto del suo dietro al fatto che quest’anno riusciamo a renderci pericolosi anche sui calci da fermo, ma, a parte il gol, la sua prestazione nei 90 minuti eccetto la sfortunata carambola in occasione del gol laziale è stata di altissimo livello. E’ un difensore completo, ha fisico, salta bene di testa, ottimo negli anticipi, veloce e tecnicamente valido. La società si è meritata tante critiche, ma un applauso per l’acquisto di questo giovane difensore va fatto assolutamente.
Positivo anche l’autore dell’altro gol, Pato, il nostro uomo in più, come sempre una spina nel fianco dei difensori avversari. Bella e difficile la torsione sul cross di Dinho, nel finale sfiora un gol capolavoro.
Promosso Ronaldinho, sempre più calato nel ruolo di assist-man e a me sinceramente va bene così. Se solo saltasse un po’ di più l’uomo al limite dell’area… Mi è paciuto anche Pirlo, così come nelle ultime uscite. Anche nel suo caso parliamo di un livello soddisfacente, lontano da quello massimo del 2006, ma che comunque è sufficiente per guidare un buon Milan nel complesso.
Tra i meno positivi ci metto Borriello, troppo nervoso, Ambrosini, quasi l’ombra di quello di martedì col Real e Seedorf, molto stanco ed eccessivamente impreciso. Malino anche i terzini, nel secondo tempo abbiamo sofferto parecchio sulle fasce.

In sintesi: tre punti fondamentali, per stare in alto in classifica bisogna vincere anche quando non si gioca al massimo.
Ora ci attende la sosta, meritatissima, dalla partita con la Roma a oggi abbiamo ottenuto cinque vittorie e due pareggi, un ottimo ruolino di marcia, considerando anche la difficoltà delle partite.
Rientreremo tra due settimane per il rush finale del 2009, altre partite delicate e decisive, dovremo tenere molto duro e attendere gennaio quando si spera che la rosa sarà più completa (anche per alcuni ritorni dagli infortuni) e ci sarà la possibilità di far riposare a turno qualche titolare.

Comunque, visto come ci eravamo lasciati prima della scorsa sosta, direi che sono stati fatti dei grossi passi in avanti.
Ora abbiamo una squadra.

Bravo Leo, bravi ragazzi!

Ore 15:00: a Roma servono i 3 punti.

Non esistono scuse. Non esistono attenuanti. Non esiste scarsità della rosa o stanchezza che tenga. Non esistono mezzi termini: oggi andiamo a giocare sul campo di una squadra finita. Servono i 3 punti a tutti i costi, per non rimanere troppo lontani dalla Juve, che ieri ha ottenuto una illusoria vittoria in goleada e per poter, magari, raggiungere la Samp, il cui bluff scudetto sta finalmente cominciando a crollare. Non temo la Lazio, ma se si chiuderà potrà fare la partita della vita, come in Supercoppa contro l’Inter.
Il Milan arriva a questa partita dopo un ciclo che ha ridato fiducia alla squadra, Vedo un entusiasmo che ci dà tanto ottimismo per mantenerci a un certo livello . il campionato non è chiuso: l’Inter gioca bene, dimostra forza, ma è lunga e mancano troppe partite. Dal secondo al quinto posto, possono tutte puntare allo scudetto. Queste le dichiarazioni di Leonardo ieri nel pre-partita.
Oggi non si può fallire. Speriamo che Muslera ci dia una mano, in fondo è l’unico portiere che riesce a far sembrare Nelson Dida un fenomeno.

Le statistiche del match: Rossoneri imbattuti con la Lazio da 22 incontri in campionato (13 vittorie e nove pareggi); l’ultimo successo laziale sul Milan risale alla stagione 1997/98. Il Milan ha vinto tre delle ultime quattro sfide con la Lazio, segnando ogni volta più di due gol. La Lazio non ha mai segnato più di un solo gol nelle ultime 12 sfide di campionato col Milan. I biancocelesti non hanno trovato la rete in quattro delle ultime sei occasioni in cui hanno ospitato il Milan. Otto i gol segnati dal Milan nelle ultime due visite alla Lazio in campionato. Lazio a secco di vittorie da nove giornate, dopo due successi nelle prime due. Milan imbattuto da sei giornate in Serie A (tre vittorie ed altrettanti pareggi). I rossoneri hanno segnato due gol in ciascuna delle ultime quattro partite. Il Milan è stata la squadra meno fallosa finora (151 falli fatti). Prima sfida tra questi due allenatori, Leonardo e Davide Ballardini.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LAZIO – MILAN

Serie A 12a giornata: Lazio-Milan, Inter-Roma e le altre (SKY, Premium, Dahlia)LAZIO (4-3-1-2): 86 Muslera , 2 Lichtsteiner , 25 Cribari , 26 Radu , 11 Kolarov , 32 Brocchi , 33 Baronio , 5 Mauri , 8 Matuzalem , 10 Zarate , 74 Cruz (1 Bizzarri , 13 Siviglia , 87 Diakite , 7 Eliseu , 17 Foggia , 23 Meghni , 9 Rocchi) All. Ballardini

Serie A 12a giornata: Lazio-Milan, Inter-Roma e le altre (SKY, Premium, Dahlia)MILAN (4-3-1-2): 1 Dida , 44 Oddo , 13 Nesta , 33 Thiago Silva , 15 Zambrotta , 23 Ambrosini , 21 Pirlo , 10 Seedorf , 7 Pato , 9 F. Inzaghi , 80 Ronaldinho (31 Roma , 4 Kaladze , 77 Antonini , 16 Flamini , 20 Abate , 22 Borriello , 11 Huntelaar) All. Leonardo

Ore 12.00: a Bologna c’è il derby d’Italia

40 scudetti in due. 25 Milano, 15 Bologna. Una storia di vittorie che tutte le altre squadre di serie A, Siena compresa, possono solamente sognare. Va in scena domani il 151esimo derby d’Italia tra l’Olimpia Milano di Piero Bucchi e la Virtus Bologna di quel Lino Lardo che portò Milano vicino allo scudetto 4 anni fa. 69 a 81 i precedenti tra le due squadre in favore di Milano, 48-25 per la Virtus a Bologna. Milano arriva a questa sfida sempre più ridimensionata.
La Virtus arriva a questa gara reduce dalla bella vittoria di Teramo, sofferta, in rimonta, ma dopo aver messo il naso avanti al 35esimo non ha più mollato. La storia recente, parla di una semifinale chiusa dalla Virtus di Zare Markovski in quattro partite, espugnando il Forum di Assago per ben due volte (nella prima s’infortunò gravemente al ginocchio Andrea Michelori), per conquistare la finale scudetto del 2007. L’anno successivo, con Pilastrini e poi Pasquali in panchina, regalò due successi ai bianco-rossi, con la Virtus fuori anche dai playoff. Nella passata stagione poi, doppia vittoria bolognese con la grande rimonta firmata Giovannoni, Boykins, e in parte anche Langford, rientrando dal -24 del 28′ a Milano, ed un successo meno turbolento ma, volendo, più netto alla Futurshow Station. Diversa, ad oggi, la situazione delle due squadre. Da un lato, la Virtus che ha ridotto l’investimento ma guarda comunque ad un piazzamento nelle prime cinque piazze della classifica, che diventano volentieri quattro con la semifinale ai playoff, ed ha posto già le basi per crescere progressivamente; dall’altro, l’Olimpia ha investito forte in barba alla crisi, cambiando forse più del previsto il roster che aveva conquistato la finale scudetto contro Siena l’anno scorso.
Con il passare dei mesi avevamo smesso di credere nel “progetto italiano pluriennale”, e ci dicevano che sbagliavamo. Avevamo ragione, la società l’ha smontato cambiando sette giocatori del roster e mettendo in mano ai signori Price (che per mesi era quello che “vedrete l’anno prossimo”), Vitali, Thomas e Katelynas degli assegni non da poco per andare a spendere le loro giornate altrove. Arrivano quindi Maciulis (Ciam-Cast) e Petravicius, Acker, Finley (ne parliamo dopo) e rientra Bulleri. Ultima ora, c’è pure Mancinelli. Riassumendo: due giocatori solidi di livello europeo, fisicamente tarati per l’Eurolega. Un americano ex Olympiacos e Barcellona forse più giocatore di sistema che solista: qualità indubbie, ma da valutare nel contesto. Una coppia di playmaker con caratteristiche simili (corsa, voglia di segnare, capacità di rottura, playmaking rivedibile). Un giocatore di indubbio talento ma che fa scopa un po’ con Mike Hall e un po’ con Maciulis, lasciando in sostanza la squadra senza un vero numero quattro consistente a livello di impatto fisico sulle partite. Dopo un mese di campionato, la situazione è la seguente: una vittoria contro Ferrara (“buona partita” per Bucchi, ma Ferrara l’ha buttata via ed era ancora avanti a 1’30 dalla fine malgrado pessime prove di Sangarè e Jackson), e tre sconfitte. A Varese all’esordio, a Caserta, contro Siena. 1-3.
E’ il momento di dare una svolta alla stagione biancorossa. E chi non salta, è un gobbo Virtussino.

Poi dalle 15.00 tutti a Roma per Lazio – Milan. Ma questa è un’altra storia.

Ore 12.00: a Bologna c’è il derby d’Italia

40 scudetti in due. 25 Milano, 15 Bologna. Una storia di vittorie che tutte le altre squadre di serie A, Siena compresa, possono solamente sognare. Va in scena domani il 151esimo derby d’Italia tra l’Olimpia Milano di Piero Bucchi e la Virtus Bologna di quel Lino Lardo che portò Milano vicino allo scudetto 4 anni fa. 69 a 81 i precedenti tra le due squadre in favore di Milano, 48-25 per la Virtus a Bologna. Milano arriva a questa sfida sempre più ridimensionata.
La Virtus arriva a questa gara reduce dalla bella vittoria di Teramo, sofferta, in rimonta, ma dopo aver messo il naso avanti al 35esimo non ha più mollato. La storia recente, parla di una semifinale chiusa dalla Virtus di Zare Markovski in quattro partite, espugnando il Forum di Assago per ben due volte (nella prima s’infortunò gravemente al ginocchio Andrea Michelori), per conquistare la finale scudetto del 2007. L’anno successivo, con Pilastrini e poi Pasquali in panchina, regalò due successi ai bianco-rossi, con la Virtus fuori anche dai playoff. Nella passata stagione poi, doppia vittoria bolognese con la grande rimonta firmata Giovannoni, Boykins, e in parte anche Langford, rientrando dal -24 del 28′ a Milano, ed un successo meno turbolento ma, volendo, più netto alla Futurshow Station. Diversa, ad oggi, la situazione delle due squadre. Da un lato, la Virtus che ha ridotto l’investimento ma guarda comunque ad un piazzamento nelle prime cinque piazze della classifica, che diventano volentieri quattro con la semifinale ai playoff, ed ha posto già le basi per crescere progressivamente; dall’altro, l’Olimpia ha investito forte in barba alla crisi, cambiando forse più del previsto il roster che aveva conquistato la finale scudetto contro Siena l’anno scorso.
Con il passare dei mesi avevamo smesso di credere nel “progetto italiano pluriennale”, e ci dicevano che sbagliavamo. Avevamo ragione, la società l’ha smontato cambiando sette giocatori del roster e mettendo in mano ai signori Price (che per mesi era quello che “vedrete l’anno prossimo”), Vitali, Thomas e Katelynas degli assegni non da poco per andare a spendere le loro giornate altrove. Arrivano quindi Maciulis (Ciam-Cast) e Petravicius, Acker, Finley (ne parliamo dopo) e rientra Bulleri. Ultima ora, c’è pure Mancinelli. Riassumendo: due giocatori solidi di livello europeo, fisicamente tarati per l’Eurolega. Un americano ex Olympiacos e Barcellona forse più giocatore di sistema che solista: qualità indubbie, ma da valutare nel contesto. Una coppia di playmaker con caratteristiche simili (corsa, voglia di segnare, capacità di rottura, playmaking rivedibile). Un giocatore di indubbio talento ma che fa scopa un po’ con Mike Hall e un po’ con Maciulis, lasciando in sostanza la squadra senza un vero numero quattro consistente a livello di impatto fisico sulle partite. Dopo un mese di campionato, la situazione è la seguente: una vittoria contro Ferrara (“buona partita” per Bucchi, ma Ferrara l’ha buttata via ed era ancora avanti a 1’30 dalla fine malgrado pessime prove di Sangarè e Jackson), e tre sconfitte. A Varese all’esordio, a Caserta, contro Siena. 1-3.
E’ il momento di dare una svolta alla stagione biancorossa. E chi non salta, è un gobbo Virtussino.

Poi dalle 15.00 tutti a Roma per Lazio – Milan. Ma questa è un’altra storia.

Corsa a tappe

Si dice spesso che una stagione calcistica è come un lunga gara a tappe ciclistica, questo paragone mi è sempre piaciuto: proviamo ad analizzare la nostra stagione in chiave ciclistica.

Le prime due tappe sono un prologo, la prima è facile facile a Siena, la seconda tappa ci mette già in crisi, con la sconfitta netta nel derby, brutto colpo, che rischia di compromettere il prosieguo della corsa.
Arriva la prima sosta, il primo giorno di riposo, ma la mazzata si è fatta sentire e quando ci si rimette in sella si è ancora intimoriti. Si arriva stancamente al secondo riposo, la sosta di ottobre, nel frattempo il nostro distacco dal gruppo è aumentato, le prospettiva sono nerissime.
Dopo il giorno di riposo ci attendono le salite, da scalatori veri, quella di Roma e la vetta invalicabile (cit.) del Bernabeu, se abbiamo perso terreno in pianura, come faremo con le montagne?
E invece inaspettatamente ci siamo, e non ci limitiamo a rimanere nel gruppo, siamo noi a tirare, a voler andare in fuga, la gamba gira, riprendiamo fiducia, le montagne ci hanno restituito la nostra identità, la nostra forza.
E così tappa dopo tappa miglioriamo, non sentiamo la stanchezza dei giorni precedenti; nonostante non siamo più dei ragazzini  e le tante salite percorse per anni e anni potrebbero farsi sentire, quando le pendenze si alzano e l’aria si fa sempre più leggera siamo ancora il punto di riferimento per molti.
Ora ci attende ancora una tappa, non proibitiva, ma nemmeno scontata, l’ultimo sforzo prima di concederci un altro giorno di riposo, meritatissimo. Ora forse sì che saliamo in bici con le gambe un po’ pesanti, ma c’è da stringere i denti, c’è ancora una fatica da affrontare, perché rovinare tutto adesso?

Su, raccogliamo le forze e soprattutto usiamo tutta la nostra esperienza per dosarle nel modo migliore, dobbiamo accorciare ancora, vediamo a qualche metro la Juventus (loro coi ciclisti hanno qualcosa in comune, indovinate un po’…), possiamo riprenderli.

Dobbiamo crederci!


L’angolo dei pronostici
Ebbene, come avrete visto il gioco dei pronostici, su comune accordo tra me, Diavolo e Ghost si sposta su questo blog. Per inaugurarlo è giusto che stavolta tenga io la rubrica sui pronostici.

Partiamo dall’Italia: Milan stanco e Lazio bisognosa di punti, partita da X. L’inter passeggerà sulla Rometta, la Juve, a fatica, vincerà a Bergamo. Il Cagliari sta bene, riceve la Sampdoria, potrebbe essere una partita ricca di gol: over.
All’estero punterei sull’Arsenal vincente, domenica c’è il big-match tra Chelsea e Manchester Utd, partita da tripla, il pareggio paga bene, 3.50€. Rischiando un po’ di più si può puntare sul risultato esatto: 1-1 a 6.50€.
Nella Liga il Barça tornerà alla vittoria dopo due pareggi, mentre nel derby di Madrid vinceranno facilmente le merengues, i colchoneros terzultimi in campionato sono anche appena stati eliminati dalla Champions.

Moviole e co.

A volte gli errori capitano. Questi due però hanno falsato la quarta giornata di Champions League. Non è stato l’unico della partita per quanto riguarda il Milan e alla fine potrebbe non pesare più di tanto. Per quanto riguarda l’altra squadra di Milano potrebbe essere invece l’errore che gli regala la qualificazione al posto di un’uscita prematura dal girone a pieno (de)merito come sarebbe dovuto accadere. E così all’angelus di Moratti del giovedì davanti agli uffici Saras (solitamente l’angelus Morattiano siamo abituati a sentirlo al lunedì, di solito al giovedì c’è l’atto di dolore) di fronte alla solita schiera di giornalisti servili assistiamo al delirio più puro, parla di una partita giocata ‘molto bene’, un secondo tempo ‘spettacoloso’ e di andare a vincere a Barcellona. Io certi schemi finora come palla lunga alle 300 punte e speriamo in Dio li avevo visti fare solamente ai peggiori giocatori di PES. Speriamo che questa anomalia dell’inter vincente dovuta al più grande scandalo inventato del calcio italiano finisca presto e si torni ai duelli veri, puliti, non falsati da 150 – 300 milioni di Euro polverizzati nei bilanci societari ogni anno. Peraltro una società con quelle perdite giuridicamente andrebbe dichiarata fallita.
Amo il calcio, quindi odio l’Inter.

Passiamo a noi. Non avrei mai immaginato di arrivare a questo ma la società sta agendo bene. 65 milioni per Kakà si sono rivelati un furto con scasso ai danni del Real Madrid. Ronaldinho non è Kakà, ma probabilmente è anche meglio del brasiliano in questa nuova posizione che ricorda molto Rui Costa, e come il portoghese il Brasiliano sta diventando decisivo più con gli assist che con i gol. Questo Milan è cambiato. In un mese è arrivato al livello delle altre, se non sopra le altre, ma nessuno l’ha notato, o forse non si è voluto far notare. E’ quello che purtroppo manca a noi. Una figura come il ruffiano Moratti o l’ipocrita Mourinho di turno che si metta in mezzo alle pallottole e alla m***a che continuamente viene gettata addosso a questa squadra. Leonardo non è capace, non ha carisma; Berlusconi ha altro a cui pensare, gli impegni di governo ma soprattutto il dopolavoro a Villa Certosa, Zio Fester è capace solo di ricordare che siamo il club più titolato al mondo. Non dico di fare sceneggiate alla Ranieri (chissà cosa avrebbe detto l’allenatore della Roma) ma perlomeno di far capire al mondo che non siamo la discarica abusiva dove gettare i rifiuti. C’è bisogno di stringersi attorno a questi ragazzi. E ci sono alcuni tifosi che non solo remano contro ma insultano anche chi sta cercando di farlo.
Una chiusura sul Ghanese: se davvero ha sparato le cifre che ho sentito (2 milioni di Euro) rifiutandone 300.000 (già il doppio di quanto prende adesso) a salire, allora probabilmente questo è un altro montato. Pensi a chi nelle sue condizioni fa il lavavetri, si meriterebbe di finire così anche lui. Bravo Galliani a non cedere.
E allora forse, aveva ragione la curva al derby. L’amore non è bello se non è litigarello: AVANTI SOCIETA’

#Update
Dimenticavo la cosa più importante:
Força el Barça
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