
(Johan Cruijff)
1968, anno di cambiamenti di rivoluzione. In Olanda un 38enne allenatore, di nome Rinus Michels ha inventato qualcosa che rivoluzionerà il mondo del calcio: niente più ruoli, niente più schemi, niente più difensori fissi in difesa, o attaccanti ad aspettare la palla: ogni giocatore doveva saper interpretare tutti i ruoli in campo: il difensore saliva ad attaccare, il portiere avanzava per rilanciare immediatamente l’azione, un attaccante poteva e doveva tornare indietro ad aiutare i compagni in fase di non possesso palla. Il risultato immediato furono 4 scudetti e una finale di Champions League, seppur persa malamente contro il Milan. Il risultato a lungo termine fu di portare l’Olanda tra le grandi potenze calcistiche europee, con quella finale del 1974, 11 ragazzi scatenati, con i capelli lunghi e le ali ai piedi, che scendevano in campo con un unico modello in testa: basta con il vecchio catenaccio. Cruijff era la classe al servizio del ritmo, un talento non fine a se stesso, ma sempre calato all’interno delle esigenze del collettivo, Neeskens, invece, era la fisicità che polverizzava i vecchi prototipi del giocatore poco atleta, il furto del calcio all’atletica leggera, la forza elastica di un “braccio” a disposizione della “mente” Johan. Quando in 5 o 6 olandesi partivano contemporaneamente per aggredire il portatore di palla avversario, espediente strategico che oggi non si vede più, scoppiava nei nostri cuori la rivolta. Quell’Olanda riuscì in un’impresa ancora maggiore: non vincere quel mondiale. La traccia, indelebile, è rimasta però nella Coppa dei Campioni: 3 vittorie consecutive dell’Ajax, unico motivo per cui la squadra dei lanceri indossa tuttora il Winner Badge e una del Feyenoord.
Un altro quarantenne, Leonardo sta provando oggi a inventare qualcosa di nuovo. Non sapremo mai cosa è successo nello spogliatoio in quell’intervallo di Milan – Roma, sappiamo solo che ha fatto passare il Milan da 5 punti su 15 a 13 su 15 nelle ultime 5 gare di campionato, da perdere in casa contro il modesto Zurigo a vincere in casa del Real Madrid degli ultimi due palloni d’oro. E’ un qualcosa di nuovo, non è il gioco fisico alla tedesca, applicato rigidamente dall’Inter e non è il possesso palla alla spagnola, vera forza del Barcellona degli ultimi anni e del Milan di Ancelotti.
Avevo aperto questo blog con il Rasoio di Occam, come invito a semplificare i problemi. Leonardo lo ha fatto. Ronaldinho non torna? Ok, lasciamolo lì a dare il meglio. E mettiamoci anche Pato, per sfruttare meglio lo spunto in velocità. Lasciamo i difensori a difendere, anche se qualche volta a Thiago Silva è concessa la licenza di salire. Cerchiamo di far rendere ognuno al meglio nel proprio ruolo e basta. Distruggendo così in sole 5 partite la filosofia di Rinus Michels. La sensazione è che se questa nuova idea di calcio di Leonardo sarà convincente ne sentiremo parlare a lungo.