De Ancelotti eloquentia

Dopo mesi passati a parlare di come il Milan faccia schifo e avanzato ipotesi su quanto saranno a mandorla gli occhi del nuovo proprietario, finalmente si torna ad avere un topic di discussione legato a qualcosa di più strettamente legato al campo.
Carlo Ancelotti sì, Carlo Ancelotti no. Le due nuove fazioni milaniste sono schierate, perchè non sia mai che il popolo rossonero sia unanime in qualcosa.
Certo, questa volta è ragionevole prendere una parte piuttosto che l’altra, vista l’ambigua chiave di lettura con cui potrebbe essere interpretato un eventuale ritorno di Carlo Magno sulla nostra panchina.

Da una parte, l’improving tecnico che si avrebbe sarebbe sicuramente enorme. Dopo annate con Leonardo, Allegri, Seedorf e Inzaghi, avere una personalità come Ancelotti sarebbe riassumibile solamente con l’espressione Deo Gratia.
Dall’altra, capisco anche lo scetticismo instauratosi attorno a Carletto o i dubbi paventati riguardo alle minestre riscaldate che non portano mai a nulla di buono. Tutto vero.
Carlo Ancelotti è però un grande tecnico, tra i più grandi d’Europa, se non vi fidate di chi lo afferma vuol dire che ritenete incompetenti figure come Ferguson, o Mourinho, o ancora Capello, gente che su Carletto ci metterebbe la mano sul fuoco. Addirittura è capitato di leggere l’espressione “bollito”, come se l’anno scorso la Decima il Real Madrid l’avesse vinta su Football Manager. Intanto però Cristiano Ronaldo prende posizione e minaccia Florentino in caso di esonero di Ancelotti, vorrà dire qualcosa?
Sicuramente significa che Carletto con i grandissimi campioni ci sa fare, come gestore è di gran lunga uno dei più grandi di sempre. Da questo però deriva un grande problema in caso di ritorno al Milan, ovvero: campioni qui non ce ne sono.
Ed ecco allora sollevare i dubbi, può Ancelotti vincere senza grandi campioni? E’ un allenatore che a capo di una squadra con buone individualità ma non ottime può cavarci il ragno dal buco?
Questo è il grande interrogativo che si pongono gli anti-Ancelottiani. Ma non considerano il fatto che il Milan, ad ora, non deve pensare a vincere. Il Milan deve tornare a essere una squadra, un simbolo di forza, deve tornare a rappresentarci.
E’ per questo che il nome di Ancelotti non deve spaventare i tifosi. Perchè di meglio sulla piazza non c’è. Inutile non volere Ancelotti per poi invocare Klopp o Emery. Il primo ha costruito un progetto sui giovani in un Borussia che investe in quel settore la stessa cifra del fatturato annuo del Milan. Situazioni imparagonabili tra loro, senza scomodare l’ultima annata a Dortmund che di per sè non rappresenta un biglietto da visita eccezionale.
O ancora Emery, tecnico validissimo ma di gente che ha solo esperienza spagnola alle spalle io me ne guarderei bene, specie nel Milan attuale.

Insomma, entrambi i punti di vista sono condivisibili, l’unica cosa certa è che stiamo parlando di un tecnico da grande squadra, laddove noi non lo siamo, quindi in caso di ritorno dovremmo ringraziare e prenderci tutto il buono che ne può derivare. Una ricostruzione che passa da Ancelotti ispira sicuramente più fiducia e meno interrogativi di una ricostruzione che passa da Klopp o Emery, che con il calcio italiano hanno poco a che fare.
E il Milan, in questo momento, gli interrogativi deve limitarli allo zero.

1 commento

  1. Non saprei se considerare questo ritorno una speranza oppure una illusione. Carlo Ancelotti è per me il degno erede, sotto il profilo psicologico, di Nereo Rocco. Carlo ha avuto grandi maestri, prima Nils Liedholm e dopo Arrigo Sacchi. Ma neppure lui forse conosce quanti e quali siano le sue affinità con il Paron. Io ho sempre visto Carlo come un contadino emiliano dalle scarpe grosse e dal cervello fino. Nereo Rocco aveva delle macellerie e di terra ne sapeva così come di psicologia spiccia applicata ai rapporti personali con i ‘suoi’ calciatori. Mezzo Real Madrid, a partire da Cristiano Ronaldo, lo seguirebbero al Milan. Anche, Pippo Inzaghi gli farebbe posto sulla panca senza batter ciglio e senza dolersene eccessivamente. Per non dire di Mauro Tassotti che ritroverebbe posto, da secondo, se non dovesse cedere ad un tandem Inzaghi allenatore con Carlo manager all’inglese. Con i suoi ex giocatori ha rapporti eccellenti nella stessa misura di quelli che aveva Nereo con i giocatori che lo adoravano. Due burberi dal carattere bonario e determinato, qualche volta incazzoso, che però erano stimati e seguitissimi dai giocatori che li hanno avuti come trainer. Sarebbe un grande ritorno… ma apro gli occhi ed il sogno impossibile svanisce!

I commenti sono disabilitati.