Magie della televisione. Solo in questo modo posso spiegarmi quell’attimo di dispiacere che ho provato nel veder salire in macchina a testa basta l’ormai ex allenatore del Milan e varcare i cancelli di Milanello per non tornarci più. Fortunatamente il mio stato d’animo è durato solo un attimo, prima di lasciare spazio al sollievo: Allegri è stato esonerato, Allegri non allenerà più il Milan. Una decisione che se fosse arrivata quando doveva arrivare, ovvero durante l’estate 2013, ci avrebbe risparmiato molte sofferenze e prestazioni indegne, una decisione necessaria dopo il tracollo con il Sassuolo. Una partita che è riuscita a trasformare un buon giocatore come Berardi in un fenomeno, facendolo comparire su tutte le prime pagine dei giornali: tra qualche settimana tornerà tutto alla normalità e i tifosi si renderanno conto che in quella serata strana di gennaio Berardi non si è improvvisamente trasformato in un fuoriclasse, ma la difesa del Milan è rimasta negli spogliatoi.
La partita con il Sassuolo non è solo questo: è il match che ha messo fine alla storia di Allegri al Milan e che ha dato inizio alla fase Seedorf: in merito all’olandese sarebbe semplicistico dire che la scelta mi sembra affrettata, che consegnare la squadra nelle mani di un ex giocatore senza alcuna esperienza da allenatore mi sembra una follia, che il Milan avrebbe dovuto essere trascinato fuori da questo momento terribile da una guida sicura, pronta e caratterialmente molto forte. Sono invece pronta a farmi sorprendere, sono pronta a ripensarci, sono pronta a dare fiducia all’olandese, a cui il carattere certo non manca, soprattutto perché non mi pare di avere molta scelta.
Credo che la squadra che arriva nelle mani di Seedorf possa però avere un’arma in più, quell’Honda arrivato tra le esultanze dei nipponici rossoneri e tra i dubbi dei tifosi di casa nostra: la sua prima prestazione mi ha sorpreso positivamente e Keisuke potrebbe fornire alla squadra quei piedi buoni che a centrocampo scarseggiano. Una buona partita contro lo Spezia non può di certo essere indicativa, ma i movimenti sembrano quelli giusti e, soprattutto, non potrà certo essere peggio di alcuni elementi dell’attuale centrocampo milanista. Insomma la concorrenza non lo spaventa.
Voglio quindi pensare al futuro con spirito ottimista, voglio credere che il cambio tanto invocato possa dare una svolta alla stagione. E mi permetto di chiudere con una parola su Alessandro Matri, approdato a Firenze dopo mesi più che deludenti in rossonero: l’attaccante, durante la presentazione alla Viola, ha dimostrato come si possa cambiare casacca con classe e senza rancori. La sua ammissione di colpe è valsa per me più di cento dichiarazioni d’amore fatte prima di lasciare. Perché di brava gente nel calcio ce n’è ancora.