Tra tutte le tifoserie della massima Serie, quella che ha subito sicuramente lo choc maggiore dall’inizio dell’anno è proprio quella rossonera. La situazione tragicomica in cui versa la squadra è incredibile: rosa monca, mancanza di qualità, assenza di un gioco decente e di uno schema tattico.
Una scelta tardiva, ma comunque una scelta, ha portato un benedetto cambio sulla panchina rossonera, dove un Allegri utile come pettine per un calvo ha lasciato il passo all’olandese Clarence Seedorf, che ancora giocava e sculettava amabilmente in quel di Rio de Janeiro. E’ un gioco piuttosto stucchevole fare previsioni su quale sarà il futuro del gioco e della classifica milanista da qui a maggio. Sicuramente Clarence ha una personalità che, nel bene e nel male, qualche segno lo lascerà, ma nessuno può sapere quale sarà la sua mano sulle sorti rossonere.
Personalmente, da grandissimo detrattore dell’ex inutile livornese, sono contento come una Pasqua per esserci finalmente liberati di un peso morto di dimensioni colossali: totale assenza di schemi, preparazione della partita fatta forse con PES 2010, lettura della partita in corso magistrale, formazioni ripetutamente sbagliate e corrette ad minchiam, partite sistematicamente compromesse nei primi venti minuti e poi, a volte, miracolosamente ribaltate grazie allo studiatissimo schema “a cazzo tutti avanti”, proprio di ogni grandissimo allenatore. Molto della mano di Allegri si è vista proprio nei finali delle partite, dove una sorta di autogestione ha sempre caratterizzato le rimonte in extremis in partite come quella di Torino contro i granata. Per la serie: la qualità ci sarebbe anche, se gestita sapientemente, così come la grinta, quanto è il momento di tirare fuori gli attributi.
Mi cospargo il capo di cenere per le volte in cui accennai alla possibilità che un Ibrahimovic potesse essere quasi deleterio per il bilancio del gioco, essendo un accentratore di manovra: era semplicemente un grandissimo giocatore che sopperiva alle incredibili lacune di un allenatore mediocre. La verità è che la preparazione settimanale è sempre stata profondamente sbagliata, la fase difensiva, come quella offensiva, è sparita dalla dipartita di Ancelotti, e l’amalgama tra i reparti è solo un lontano ricordo. La qualità della rosa, certamente, non aiuta la squadra a primeggiare, ma non è e non può essere una scusante, ma anzi dovrebbe essere l’handicap che permette ad un allenatore di far vedere di che pasta è fatto.
Ora il danno è fatto, la speranza di ribaltare la classifica è tramontata da qualche settimana, ma quella di poter un giorno rivedere un Milan che domina, grazie a dinamismo, combattività, tecnica e qualità del “giuoco”, quella no. Cominciamo a ridare un’identità a questa squadra, sfruttiamo i pochi lati positivi a nostro vantaggio ed i risultati arriveranno. Certo è che se per risalire la china, la risposta è affidarsi sempre a Nocerino e Robinho, penso sarà una lunga salita verso l’Europa League.
1 commento
Mi piace questo articolo. Entra nel merito del perché la maggioranza dei tifosi del Milan non sopportava più Allegri. All’inizo della partita, quando il Milan subiva incredibili gol, io ed il mio gruppo di irriducibili ci guardavamo in faccia dicendoci: -ma come ha preparato la partita questo qui?- Quando la grande qualità del parco giocatori, a disposizione del tecnico, veniva messa in discussione più per la precaria condizione psicofisica che per broccaggine…ci riguardavamo negli occhi ed esclamavamo:- ma come li ha allenati quello lì?- Clarence, contrariamente alle dicerie insulse di alcuni pseudo giornalisti ed improvvisati commentatori televisivi, è persona serissima che viene dalla scuola dell’Ajax…del calcio totale…di quel calcio che forgia in continuazione giovani promesse che diventano campioni affermati. Silvio lo sapeva e non ha saputo imporsi, come spesso accade anche in altri campi, facendo prevalere sia le sue intuizioni che la conoscenza di un calcio, quello di Arrigo Sacchi, frutto di lavoro maniacale e di esaltazione delle caratteristiche tecniche individuali in rigorosa funzione del collettivo(per me anche Filippo Inzaghi è così basta vedere il grande lavoro che sta facendo con la Primavera).Sono molto fiducioso su quanto potrà ottenere Seedorf da una rosa, del Milan, già composta da baravi/ottimi calciatori. Nel proseguio, anche per la Champions League, dove abbiamo al massimo il 40% delle possibilità di andare avanti, bastano i due rinforzi già acquisiti. Poi… se partirà qualcun altro…allora si dovrà rimpiazzarlo. Per il centrocampista non mi svenerei…quando Clarence si renderà conto delle enormi potenzialità insite in Riccardo Saponara…lo costruirà come centrocampista totale. Riccardo è quel giocatore che per tecnica e qualità morale può intrigare Clarence. Lui ama i centrocampisti di classe. Sono altresì convinto che Clarence ci restituirà il miglior El Shaarawy e che, se Mario lo ascolterà, confermerà che Balotelli è il più forte attaccante che gioca in Italia. Buon lavoro Clarence e bentornato a casa!