Toghe nerazzurre

Apprendiamo nella giornata di ieri dalla procura di Milano che Furlani e Gazidis – e non il Milan, perché il Milan è oggetto e non soggetto dell’indagine, sono indagati per l’ipotesi di reato di ostacolo all’attività della Federazione Italiana Gioco Calcio di vigilanza sui requisiti di legge delle società padrone di squadre di calcio. Lo ha detto la procura di Milano in una indagine dei PM Cavalleri e Polizzi, gli stessi che poco tempo fa chiesero l’archiviazione per le plusvalenze fasulle dell’Inter. La procura torna quindi a Casa Milan dal 2016 dopo l’inchiesta sulle false fatturazioni finita con l’assoluzione di Adriano Galliani nel 2023 – un altro raid show per le telecamere in un momento che scopriamo essere delicato proprio dalle carte della procura stessa.

Il Milan sta (stava?) per vendere il 48% a Pif. Ora non lo dico io, lo dice il Milan stesso in un documento al vaglio della procura. Questa è l’unica notizia di rilievo da quanto esce dalla perquisizione di ieri. Un piano fino a ieri segreto sbattuto ai quattro venti su tutti i giornali – forse nel tentativo disperato di farlo saltare. C’è il forte rischio che la Serie A diventi come la Ligue 1? Ecco che si muove la politica. Non si può permettere ad una società sana coi conti in ordine di operare pubblicamente, di poter provare a fare uno stadio fuori dal comune che ci tiene in ostaggio. Qualcuno pensava fosse facile ma non ha tenuto conto della tenuta democratica della nazione.

Coincidenza temporale proprio ieri erano arrivate le assoluzioni definitive sul caso Renzi-Lotti. Un caso politico che aveva creato dei reati ed un sistema che non esisteva – un’inchiesta che si rivela farlocca dopo sette anni di fango gettato su cittadini innocenti è un problema serio. L’esito di quella indagine può aver influenzato l’opinione degli elettori e, quindi, gli esiti del voto democratico nel nostro Paese, e questo è ben più grave di quanto è accaduto al Milan, ma fa capire come si muovono oggi le procure e perché sia necessaria una riforma della giustizia al più presto.

Torniamo al Milan. L’incredibile reato è che il Milan sarebbe ancora di Elliott. Anzi, non è nemmeno un reato, è solo una possibile falsa comunicazione alla FIGC. Il Milan è di Elliott, anzi no, Elliott ha del controllo – perché? Perché le due società hanno la stessa sede in Delaware che è una sede fittizia dove hanno sede molte società della top 500 di S&P. E’ la sede del Corporation Trust Center, un centro che fornisce servizi alle imprese. La ipotesi investigativa è che siccome c’è un vendor loan allora Elliott ha del controllo e il Milan potrebbe finire ancora sotto Elliott – in sostanza il fatto che Elliott possegga un convertibile dimostra che Elliott ha il controllo della squadra. Siamo sicuri che la procura voglia spingersi in questa direzione? Non volete prima dare un controllo a prestiti in scadenza anche nella parte meno nobile di Milano?

A proposito di chi parla di regolamenti UEFA si è tirato in ballo il Lille che ha cambiato proprietà il 18 novembre 2020 e i siti molto imparziali – dove per imparziali si parla ovviamente di mettersi a 90 con l’FC Internazionale Milano – parlano già di squalifica dalle coppe nonostante se il Milan fosse di Elliott non avrebbe violato alcuna regola perché NON ci sono altre squadre di Elliott nelle coppe. Su questa cosa aveva già indagato la UEFA che immagino non possa rimangiarsi la parola (e per il 2023/24 non avrebbe alcun effetto in quanto il Lille è in Conference League).

Dall’analisi della struttura societaria fornite dal board rossonero dopo il closing con quella comunicata un paio di settimane dopo all’apposita commissione della Federazione non sono state rinvenute “significative differenze”, si legge nell’atto, ma anche che al loro vertice non compariva il fondo RedBlack o il suo amministratore Gerald Cardinale, bensì “la società Rb Fc Holding Genepar Ll” che ha il “medesimo indirizzo americano” di due società “socie di maggioranza di Redblack in quanto espressione del fondo Elliott”

Ansa

Quindi, in tutto il casino delle carte, le uniche due prove emerse sono lo stesso indirizzo della società (l’indirizzo del Corporation Trust Center in Delaware) e la presenza di un vendor loan. Società che peraltro è una società così misteriosa che per trovarla basta andare sul filing ADV di RedBird a Sec postato da @DlarehA24604 su X

Aggiungiamo un’altra cosa, che Elliott mantenga del controllo lo dice il Milan stesso nel comunicato ufficiale di cessione di quote a Redbird datato 1/6/2022 che recita – testualmente – L’accordo, che valuta il Club €1,2 miliardi, prevede che Elliott mantenga una partecipazione finanziaria di minoranza nel Club, nonché propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, consolidando così una partnership tra RedBird ed Elliott che darà continuità ai progressi compiuti sotto la guida di Elliott negli ultimi quattro anni. Wow, incredibile scoperta che Elliott abbia una minoranza – lo ha scritto il Milan stesso – non era un segreto.

Cosa ci perde il Milan da questa inchiesta? Un danno di immagine enorme per un nulla di fatto che la fa apparire una società losca – eppure non ci sono debiti ripianati con interessi monstre a mo di schema Ponzi, non ci sono plusvalenze fittizie, false fatturazioni o illeciti sportivi. L’obiettivo è esattamente il motivo per cui l’inchiesta è stata aperta – il possibile passaggio di quote societarie, ovvero cercare di sabotare tale passaggio e, perché no, anche lo stadio a San Donato (qualcuno veramente pensava ci lasciassero campo libero?).

In un momento così la tifoseria dovrebbe ricompattarsi contro il vero nemico, invece i bambini speciali, gli orfani del 6 giugno sono lì che fanno team con interisti e guardia di finanza e questo la dice tutta su di loro sia come tifosi, sia come persone. Ricompattarsi vuol dire che sarebbe ora di fare piazza pulita dei non milanisti al quarto piano di casa Milan da cui è uscito il documento riservato. Le strategie del Milan tenute segrete sono nero su bianco su ogni quotidiano nazionale con un potenziale danno enorme.

Ultima nota di colore – segnarsi i nomi dei giornalisti che stanno cercando o inventando sanzioni sportive a tutti i costi e non farli entrare più allo stadio o a Milanello. Su Inter e Juve c’è paura di ruttare ad alzo zero, sul Milan evidentemente l’invenzione di illeciti che non sono stati commessi è di casa. Specie tra gli official suppliers.