Conte, Arabi, Stadio: cosa sta succedendo nel Milan?

Come promesso su Twitter provo a mettere un po’ di ordine dopo l’articolo di Dagospia che ha confermato molto di quello che mi è stato detto negli ultimi mesi dalle mie fonti riguardo la situazione attuale del Milan. Vorrei cercare, quindi, di fare un po’ di ordine per tutti – partendo da Maggio 2022, l’anno dello scudetto e l’arrivo di Cardinale. Il Milan è di RedBird solo formalmente – ma questo penso che ve ne siate accorti tutti – a comandare, oggi, nel Milan è ancora Elliott. RedBird entra semplicemente perché Elliott ha bisogno di togliere il Milan dal bilancio dei propri asset e ha bisogno di un gruppo con cui costruire lo stadio e che gli porta dentro il know-how per una espansione sul mercato americano che ad Elliott mancava. Ma ad oggi, più che una cessione, è una partnership. Redbird ha le quote, Elliott il controllo (50% dei consiglieri + CEO). Il guadagno di Elliott è aver monetizzato subito, quello di Redbird sarà il valore che avrà la società quando si chiuderà lo stadio e sarà ceduta.

Arriviamo quindi all’AD – a giugno 2022 si conclude uno dei mesi più ridicoli della nostra storia con la firma di Maldini che arriva all’ultimo giorno facendo sfumare obiettivi di mercato in serie. Maldini riesce ad ottenere pieni poteri (quindi senza diritti di veto) per acquisti sotto i 30 milioni di Euro – Gazidis non ci sta e lascia poi a dicembre (anche se la motivazione ufficiale sono i motivi di salute). Nell’interregno tra Gazidis e Furlani viene rinnovato Pioli – Furlani intanto si riprende quei poteri dal primo CDA (documenti disponibili pubblicamente e leakati da calcioefinanza) e già da febbraio si decide di silurare Maldini a fine anno anche se, più che il mercato, ha pagato attegiamenti poco da ‘team’ che non sono piaciuti ad Elliott.

La linea di quest’estate è stata la stessa, identica, linea tenuta negli scorsi mercati con la differenza che quest’estate si è deciso di cedere un giocatore e le scorse no. Ma il budget sono sempre quei 30/40 + cessioni. La linea è sempre quella di Elliott. Perché non si è cambiato allenatore? Da un lato c’era un contratto molto oneroso (quello di Pioli), dall’altro si voleva cambiare per prendere un top (ovvero Antonio Conte) e non una mezza figura – abbiamo visto l’esperienza del Napoli a cercare un allenatore e si sono dovuti accontentare di Rudi Garcia. I risultati dicono che tuttavia mentre il tifoso giudica malamente quando sei fuori (come se in Champions i gironi fossero paragonabili) ci dicono che vincendo col Frosinone siamo in linea con l’anno dello scudetto. Se poi qualcuno si aspettava 98 punti da una rosa quinta l’anno precedente – problemi suoi.

Arriviamo a Conte. Conte è l’allenatore che il Milan vuole per la stagione 2024/25 dal 5 giugno 2023 ed il secondo motivo per cui Pioli è stato confermato al di là delle smentite di facciata. C’è solo una cosa in tutta la vicenda che non mi torna: lo scorso anno Furlani andava matto per Conte mentre quest’anno vi ha posto un veto e vuole Thiago Motta. Per avere Antonio Conte sulla panchina del Milan, quindi, occorre ad oggi che Giorgio Furlani non sia più l’amministratore delegato del Milan – cosa che potrebbe succedere ma in modi diversi.

La prima è una soluzione puramente interna – ed è la soluzione per cui Redbird, ovvero Elliott, rimane con pieni poteri a Zlatan Ibrahimovic che riferendo direttamente al nuovo AD prenderebbe in mano la parte tecnica. La seconda è ovviamente quella della cessione della società che ad oggi si può fare o non fare. Con le mie fonti non sono informato su niente lato Investcorp, per cui su quello mi rimetto a ciò che dice Dagospia, ovvero una quota di minoranza. Quello che invece mi era già stato anticipato da novembre è l’ingresso di PIF, anzi, di una società della galassia PIF con sede a Dubai per eludere le regole UEFA.

Ci sono ad oggi due finestre possibili per la cessione di quote – la prima sarà questo marzo, la seconda alla prima pietra dello stadio, quindi tra un anno verosimilmente. I piani degli arabi sono quelli del ritorno di Maldini ma in un ruolo non operativo (loro vorrebbero Presidente, ma io difficilmente ce lo vedo accettare un ruolo di facciata) perché i ruoli operativi verrebbero invece affidati a Leonardo e Boban che dovrebbero essere gli uomini di punta. Si butterebbero anche loro sul deal di Conte come allenatore in quel caso? Ad oggi nessuno lo sa perché è veramente una ipotesi così remota a livello di incastri da non poter essere presa in considerazione.

E’ presto anche per parlare di mercato – i 300 milioni sono cifre totalmente sparate a caso che non tengono conto del contesto SA a cui il Milan è vincolato e il nuovo FFP che vieta le sponsorizzazioni gonfiate con la UEFA stessa che definisce il fair value di ognuna di esse. E’ presto perché solo a fine marzo capiremo chi farà il mercato del Milan il prossimo anno e che tipo di mercato sarà. Le richieste di Conte – al momento – sono quelle di andare a prendere Di Lorenzo e Anguissa dal Napoli, molto difficile invece fare entrare Oshimen per Leao come si pianificava in quanto il primo è già d’accordo col Chelsea.

Questa è quindi la situazione ad OGGI. La parte più difficile di questo piano che nasce ormai da quando Elliott ha preso il Milan è fare vedere ai tifosi del Milan non come siamo oggi ma cosa avremo vinto noi e cosa avranno vinto gli altri tra 10 anni. Il progetto Milan procede senza farsi influenzare da instant team costruiti su un pozzo nero di debiti per vincere a breve ma cercando di avere vittorie consistenti per anni sul lungo periodo.

L’unica mia paura su un cambio di proprietà – al momento – è questa. Ovvero quella che arrivi una proprietà seria che supporti un aumento strutturale del fatturato e non una che butta dei soldi una volta, crea un buco a bilancio e poi sparisce. La via intrapresa da Elliott ad oggi è l’unica via corretta per tornare competitivi nel modo corretto. Ed è una via che passa anche per il trading dei giocatori, con buona pace dei dinosauri che vivono nel 2000 e non vogliono che vengano ceduti Sheva e Kakà. Lo stadio è e deve rimanere il centro fondamentale del progetto Milan – uno stadio che se fatto correttamente ci permetterà di trasformare la serie A nel nostro giardino di casa. E aprire un importante ciclo di scudetti consecutivi.

In conclusione vi chiedo, quindi, di aspettare fine marzo. Solo dopo aver capito se ci sarà o meno il passaggio di quote o un cambio in organigramma capiremo chi sarà l’allenatore della prossima stagione e quali ambizioni avremo.