Per chi avesse letto l’intervista a Scaroni sulla Gazzetta di oggi appare evidente quanto denunciato da noi nell’ultimo anno e mezzo. Non è più negabile ed è chiaro una volta per tutte: la destinazione finale del Milan di Fassone e Mirabelli era il tribunale fallimentare. E al tribunale ci siamo finiti, in Lussemburgo, come con Elliott. Scaroni nell’intervista di oggi ha disintegrato la gestione economica del Milan cino-fassoniano. E lo ha fatto senza motivazione alcuna per cui le presunte vedove possano giustificare il duo senza andare contro quello che dicono di difendere, ovvero il bene del Milan. Il bene del Milan, carissimi, lo ha fatto chi turandosi il naso e tifando comunque la squadra nonostante il clima pesante creato (mai tifare contro, come avete fatto voi con Galliani – per intenderci) ha cercato di demolire il muro di falsità costruito dal duo e ha sperato che se ne andasse via il prima possibile.
Premessa doverosa prima di proseguire: qualche account fake continua a paragonarmi a chi quel duo l’ha difeso fino all’ultimo. Tali accuse non saranno tollerate, né qua, né su qualsiasi altro social d’ora in poi. Ci tengo a rimarcare le distanze da chi ha venduto la propria fede per un posto in area stampa. In primis il sottoscritto non ha mai avuto e non ha intenzione di intrattenere rapporti con nessun personaggio all’interno dell’AC Milan: la nostra libertà non è in vendita e non lo sarà mai. Non ci interessa avere i dirigenti del Milan su Whatsapp come capitato a qualcuno nella gestione precedente. Tutto quello che abbiamo scritto, scriviamo e scriveremo lo facciamo senza la ricerca di alcun vantaggio e senza dover compiacere alcun lettore facendogli leggere quello che vuole. Sappiamo benissimo che è una via minoritaria ma è una via da percorrere a testa alta e con la coscienza pulita.
Seconda premessa doverosa: non fatevi prendere per il culo dagli appelli all’unità di chi fino a pochi mesi fa divideva. Non fatevi prendere per il culo da chi di fronte a mercati fallimentari, di fronte a piani da 200 milioni di ricavi dalla Cina, di fronte a Voluntary rifiutati ed inchieste giornalistiche invece di dire “spiegateci che cazzo state facendo” si girava dall’altra parte gridando alle vedove e al complotto. Non fatevi prendere per il culo da chi le divisioni le ha create e ci ha campato per anni per coltivare il proprio orticello a suon di like, retweet, visualizzazioni e conseguenti ricavi diretti e indiretti. Da chi ha fatto della divisione dei tifosi del Milan il proprio business. Quelli che ora dicono di stare tutti uniti sono quelli che fino a ieri erano i primi a dividere. Ora abbiano la decenza di non parlare – e mi limito a questo perché se avessero un senso della decenza dovrebbero andare a nascondersi invece di creare fake su Twitter per continuare a darsi ragione da soli.
Finite le doverosissime premesse, cosa apprendiamo da Scaroni? In primis che il Milan era tecnicamente fallito e ad un passo dall’esclusione dalla serie A. Se non ci fossero stati i 32 milioni di Euro di Elliott che era il garante, questo era il destino del Milan. Al di là degli aumenti di capitale, qualcuno ha gestito a debito, creando debito e investendo evidentemente risorse che non c’erano. Non è un mistero che a casa Milan negli ultimi mesi della stagione sportiva scorsa venissero pagati regolarmente solamente gli stipendi dei calciatori e del personale che non avrebbe portato punti di penalizzazione in classifica secondo le regole CoViSoc mentre il resto del personale seguiva dopo. Qualcuno di questi signori – che ancora oggi ringrazio – ha mandato ai giornali la sentenza UEFA che ha contribuito e non poco ad escludere il vecchio AD.
Yonghong Li, Fassone e Mirabelli ora sono per fortuna il passato e lo saranno definitivamente quando saranno accettati per quello che sono: il peggior presidente, il peggior amministratore delegato ed il peggior direttore sportivo della storia del Milan.
Scaroni ha detto esplicitamente che ora lo stato patrimoniale è solido, ergo prima non lo era. “Senza conti e facce diverse in Europa non saremmo andati“. Ha accusato esplicitamente alcuni piani – ha detto quello che nessuno tranne noi e pochi altri ha avuto il coraggio di scrivere per troppa connivenza: se vai e ti presenti dichiarando 150 milioni dalla Cina non sei credibile. Scaroni ha demolito anche il progetto sportivo, dicendo che se Maldini e Leonardo hanno disfato tutto un motivo ci sarà stato. Altro che vedovelle del salsiccia che ancora hanno il coraggio di scrivere “rimpianto André Silva” su testate online. Da Scaroni apprendiamo che Fassone prendeva decisioni non condivise col CDA e scoperte solo il giorno dopo la cessione. Attendiamo di sapere che fine ha fatto l’AD latitante, anche perché sarà presto chiamato a risponderne.
Altro che base lasciata, altro che eredità: di quel Milan non si salva nulla, quel Milan va rinnegato, cancellato. Una squadra fatta per compiacere una parte malata del tifo, con un presidente latitante, due incapaci alla guida, un gobbo come capitano, le bandiere epurate, dei falsi milanisti come primi sostenitori – il tutto mentre il milanismo, quello vero, moriva.
Quello che mi preoccupa di più è l’aspetto sportivo: Scaroni ha chiaramente detto che lo scudetto non conta più come una volta e che l’aspetto che conta è partecipare alla Champions. Quello che temo è che vengano privilegiati i ricavi su una sorta di modello Arsenal (o in piccolo ciò che sta facendo la Roma e che alla Juventus sta benissimo): entrare nelle quattro, fare la CL, prendere i soldi per stare nelle quattro. In questo momento in parecchie se non tutte le dichiarazioni di Elliott e management manca la parola vincere. Sono preoccupato che nei piani si parli di Europa League, perché quella non aumenta i ricavi. Sono preoccupato perché Gazidis sarà anche un bravo AD (ma quanti dei ricavi dell’Arsenal sono suoi e quanti facenti parte dei benefici del sistema Premier?) ma ad oggi manca un uomo che vada a sporcarsi le mani in lega contro Marotta, Lotito, le succursali gobbe ed i loro giochi di potere. Lecito al momento sospendere ogni giudizio fino alla definizione completa dell’organigramma.
Deve essere però chiaro che avere in mano una società solida, un dirigente competente e delle bandiere non possono essere un motivo per esultare. Così come il quarto posto non può essere un punto di arrivo ma un punto di partenza. Deve essere un traguardo minimo se si vogliono raggiungere quegli obiettivi, un qualcosa che negli anni a venire deve essere dato per scontato. Ricordiamoci chi siamo e ricordiamoci che se e quando la raggiungeremo la qualificazione Champions non potrà essere il nostro scudetto.
Doverosa chiusura fuori argomento (ma non ho trovato spazio nei giorni precedenti) alla nostra €urva $ud Mi£ano. In Milan-Roma sono stati esposti striscioni per Pellegatti ma nessuno striscione dalla nuova curva per il ritorno di chi ha fatto la storia del Milan. Ci risulta che i capi ultras non bazzichino più regolarmente casa Milan come erano soliti fare col duo interista e che uno di essi abbia subito chiesto un incontro a Leonardo dopo l’insediamento il quale si è limitato a riderci sopra. Evidentemente la certezza che certi striscioni passati come spontanei (vedasi i migliori acquisti della stagione) erano stati commissionati (d’altronde di formato e stile diverso da quelli abituali) e che certe schiene proprio dritte non erano. D’altronde come non notare che nella sessione estiva sono stati fatti zero comunicati su anno fallimentare (prima si mettevano le classifiche del monte stipendi chiedendo la testa dei dirigenti), situazione economica, sentenze UEFA che ci escludevano dall’Europa salvo svegliarsi dal torpore solo quando ad essere a rischio era il posto di lavoro del ghostwriter direttore sportivo.
Su Twitter ho avuto l’occasione di leggere che dovrebbe essere Maldini a chiedere scusa alla curva per avere il sostegno dal secondo blu. Abbiamo già sperimentato negli ultimi anni della gestione Galliani cosa vuol dire non dare spazio a questi personaggi e alle loro iniziative. E’ il momento di capire se questi signori stanno dalla parte del Milan o dei loro interessi commerciali al secondo blu. Nel caso Maldini vada fino in fondo e abbia il coraggio di sciogliere e distruggere una curva di cui il vero tifoso del Milan, ad oggi, si vergogna. Abbiate il coraggio, cari curvaioli, di tirare fuori uno striscione per Leonardo e Maldini, dicendo ciò che pensate, senza chiedere nulla in cambio per farlo. Ai tifosi del Milan, visibilmente scottati dalla vicenda, forse traditi, auguro d’ora in poi di saper riconoscere chi è in buona fede e chi no e di giudicare più con la testa e meno con la pancia.