Frutto del caso: l’ultima frontiera del tifosotto prima della sua estinzione

Diciamocelo, questo girone d’andata “frutto del caso” che ci sta riportando sui livelli che meritiamo è stata finalmente una boccata d’aria fresca. E ci ha fatto capire molte cose. Ci ha fatto capire, intanto, che c’è chi non sopporta che il Milan stia tornando. E non parlo di interisti o juventini ma tifosi rossoneri o aspiranti tali. Per quanti anni ci siamo sorbiti la manfrina delle “critiche costruttive”, di coloro che credevano di salvare la squadra sobillando i tifosi al tifo contro, disertando il Milan? Per quanti anni ci siamo sentiti dire che chi nonostante tutto tifava Milan si doveva vergognare? Anche troppi.

E allora eccoci. Noi a vincere, loro a sparare le ultime cartucce con livore. Prima si è partiti col caso, poi si è visto che non reggeva più. Questi fenomeni li becchi subito – sono quelli che han bollato Gomez come scarso, che non danno mai più di 5,5 a Sosa anche quando gioca bene come giovedì sera, che sputano su Montolivo nonostante l’infortunio (e hanno esaltato scarpari come De Jong solo perché suoi sostituti). Quelli che twittano con livore quanto siamo scarsi, che siamo lì per caso e che quando perdiamo siamo tornati ai nostri veri valori. D’altronde basta leggere pezzi su noti lidi usciti dopo la rimonta col Torino per capire il livore che provano questi soggetti – tutti mossi da fini terzi come ad esempio i mancati rinnovi di contratti ai loro amici.

Basta con questa storia del salvare il Milan grazie a critiche. La cessione non arriverà certo per un vostro post o un vostro tweet. Avete solamente rotto i coglioni per quattro anni. Avete sobillato, aizzato, seminato odio, destabilizzato. Avete fatto i vostri interessi per il vostro seguito personale e siete poi passati all’incasso. Il tutto sulle spalle di quel Milan che dicevate di difendere e avete usato per i vostri interessi. Comprendo il vostro nervosismo: stanno crollando picconata dopo picconata i castelli in aria costruiti faticosamente su bugie, menzogne e diffamazioni. Potete solamente limitarvi a dare tutto il merito all’allenatore, come ultima spiaggia, per non ammettere che questo Milan ha un progetto ed è un progetto che parte da lontano.

Questo Milan non nasce per caso. E nasce nel momento in cui Silvio Berlusconi decide – a ragione – che il Milan di Mihajlovic non stava rendendo al massimo delle possibilità. E alla prova dei fatti ha avuto ragione. Il serbo ha avuto un mercato importante e ha fallito, protetto da slogan e mantra inutili del tipo “ha indicato Romagnoli” (come se sapesse solo lui che era buono – lo sapeva mezza serie A), “ha fatto esordire Donnarumma” (per un litigio con Lopez, come se poi uno forte non esordisse lo stesso, semmai più tardi) e – la più falsa di tutte – “ha unito il gruppo” (chiedere a Suso e Menez). Il fallimento di Mihajlovic è decretato oltre che dai risultati dal non gioco dall’aver eliminato Suso e Paletta – ad oggi i migliori giocatori di questo Milan.

Quindi – non per caso – arriva Brocchi. Che non fa né meglio, né peggio ma presenta uno stile di gioco totalmente diverso che è quello alla base di questo Milan. Se andiamo a vedere le partite di Brocchi troviamo un Milan che dopo aver vinto con la Sampdoria raccoglie due punti in tre partite tra Carpi, Verona e Frosinone con tanta, tanta sfortuna. Si trova contro un muro nella prima dopo aver dominato il possesso palla. Nella seconda, invece, domina sfiorando più volte il 2-0 e crollando solo nel finale grazie ad un rigore dubbio. Nella terza trova l’unica giornata nera di Donnarumma che concede due gol con due papere, poi gioca benissimo, rimonta e va vicino alla vittoria nel finale. Lasciando perdere la Roma poi c’è la finale dove il Milan gioca alla pari se non meglio della Juve (probabilmente meglio della Supercoppa vinta). Ed è una finale che fa “sbocciare” la squadra lasciando l’amaro in bocca ma una consapevolezza enorme dei propri mezzi ai giocatori. Finisce l’avventura sfortunata ma la base di questo Milan è più quella di Brocchi che quella di Mihajlovic.

E alla fine, non per caso, arriva Montella – su cui, onestamente, non avrei scommesso due lire – che si limita semplicemente ad isolare la squadra dalle critiche e dalle destabilizzazioni continue. A capire che Suso e Paletta non sono così scarsi come li riteneva il tecnico precedente. Perché nonostante tutto i fallimenti delle scorse stagioni erano colpe di giocatori che rendevano sotto il loro valore. L’esempio più lampante di tutti? Fernando Torres: un gol in sei mesi, tornato a Madrid e rinato come titolare e finalista di Champions League l’anno successivo. In tutto questo a supportarlo c’è la rinascita del settore giovanile che non nasce certo quest’estate ma nel 2012, con le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva e che – per ovvi motivi – solamente oggi può dare i suoi frutti. Aggiungiamoci un mercato che è stato sì limitato dalla nuova proprietà ma che ha dato l’occasione di cercare quelle riserve che mancavano per far rifiatare i titolari e ha dato una chance all’undici presente di dimostrare che non erano gli scarsi dell’anno scorso.

Il Milan oggi ha tre difensori – Gomez, Paletta, Romagnoli – tutti forti. Cinque centrocampisti – Locatelli, Bertolacci (a proposito di gente che non era scarsa), Pasalic, Montolivo, Kucka – tutti forti. Può avere scelte tecniche e tattiche e fare anche del moderato turnover se necessario. Manca profondità alla rosa, ma per quella ci vuole almeno una coppa Europea. Di certo la posizione in classifica non è frutto del caso. E’ frutto di una società che ha trovato un buon allenatore, un allenatore che si è ritrovato dopo un fallimento europeo e che non ha usato le interferenze di Berlusconi come scusa, una buona rosa ed un buon inserimento del settore giovanile oltre alla mancanza di aspettative.

Si parla di futuro ma il futuro per noi è adesso. Il presente non va mai perso per guardare all’ignoto e io credo che con o senza mercato possiamo giocarci la qualificazione in Champions League la prossima stagione. Ma la più grande soddisfazione è vedere sempre più tifosi effettuare la cosiddetta “risalita sul carro” ed abbandonare i pozzi neri da bonificare. Cosa faranno mai quando il Milan tornerà ad andare definitivamente bene questi signori? Pensate a quando tra vent’anni nell’archeologia del web ci saranno dei tifosi migliori e scopriranno che c’era chi sobillava rivolte interne e destabilizzava danneggiando la squadra.

Oggi sembra ancora più evidente la divisione tra chi tifa Milan e chi il Milan lo ha usato solo per i propri interessi. E’ ora di chiudere le fogne del web dove escono solo slogan precotti e recitati spesso tra i commenti Facebook fatti da account fake posseduti dalle stesse persone che hanno interesse a far rivoltare i tifosi e destabilizzare. Il castello sta crollando. Il giochino sta fallendo. Speriamo che vada sempre meglio per noi e peggio per voi ma già immagino con la sciarpa bianconera chi seminava odio sul famoso “36 su 38” di Galliani dopo averlo adeguatamente ritagliato e manipolato. Perché se battessimo la Juve anche a Torino – allora si che il castello potrebbe crollare per davvero. E a vagare sperduti tra le macerie rimarrebbero solo i poveri falliti che ancora lo popolano. E stavolta, non per caso.


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17 commenti

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  1. Amico ‘diablo’ mi è sempre piaciuto il tuo modo di esprimere concetti chiari. Trovo pienamente condivisibile, ma non è una novità, quanto affermi sulle critiche che piovono sul Milan da quella autentica raccolta di spazzatura, non differenziata, che è il web. Dopo anni che scrivevo su un piccolo sito, tenuto in piedi con pochi amici ed i miei figli, ho scoperto che esistevate. Mi sono ritrovato nelle tesi e soprattutto nelle critiche costruttive che su questo blog venivano mosse al team Milan ivi compresa la proprietà. Un altro piccolo passo, necessario, è stato quello di spendere molto tempo per andare a rovistare nella ‘spazzatura’ di fb. Tutto quello che dici lo constatato, faticando molto, nel confrontarmi con pseudo milanisti che sparavano sempre mer@a sul Milan. Faticosamente continuo nella mia opera di ‘educazione al tifo per la propria squadra’ confrontandomi con ragazzi che potrebbero essere miei nipoti oppure pronipoti. Ho cercato di spiegare loro cosa rappresenta il Milan per gente come noi, ‘veri milanisti’ che amano sportivamente la ‘propria’ squadra. Talvolta esagero trasformando il mio modo di tifare in una sorta di religione integralista che prende di mira soprattutto ‘i servi del potere’ che non sono soltanto certi arbitri(Russo ha arbitrato contro il Milan negando una sacrosanta espulsione per fallo da ultimo uomo di Barreca su Jack che oramai era a tu per tu con Hart) Ma ho sempre saputo che quando una squadra è forte vince nonostante gli arbitraggi basta andare a rileggersi la prima vittoria in Coppa Campioni della squadra di Sacchi. Anche lì c’è chi si ostina ancora a parlare della nebbia di Belgrado dimenticando che nel giorno successivo quasi ‘ammazzano’ Donadoni e negano un gol a Van Basten che era dentro un ‘chilometro’. Per non parlare del cieco di Brema e di mille altri episodi. Ma quella era la squadra, che con l’aggiunta di Rijkaard, ancora oggi è ritenuta la squadra di club più forte di ogni epoca. Ora il Milan sta rinascendo ed è stata scelta la via della ricostruzione partendo dalla base e dai giovani che da sempre, nel dopoguerra, sono stati la base di tutti i successi del Milan (basti ricordare come Pedroni convinse sia i dirigenti d’allora che i giocatori del Milan, Liedholm e Schiaffino in testa, di acquistare quel mingherlino che giocava nell’Alessandria e che di nome faceva Gianni Rivera(il miglior calciatore italiano che io abbia mai visto calcare i campi di calcio non soltanto italiani ed europei ma planetari). Ora secondo me abbiamo trovato un nuovo Lev Ivanovi? Jašin (unico portiere insignito del pallone d’oro) ed una banda di baldi giovani costruiti in casa e trovati grazie anche all’abilità di chi, come Rocco Maiorino, ha lavorato nell’ombra portando al Milan quel che io chiamo Dejan Suso. Se di fortuna si vuol parlare..beh si diciamo che una serie di circostanze fortuite e fortunate hanno fatto si che una nidiata di baldi giovani siano emersi, quasi contemporaneamente, dalle giovanili e stanno formando, ammesso che non sia già formato, lo zoccolo duro di questa squadra che io ho battezzato come il dream team rossonero. Spero non me ne vorrete se ho esagerato un po’…ma… era da troppo tempo che non potevo esaltare quella che per altri è la mia follia di tifoso milanista.

  2. Diavolo, ma ti sei proprio incancrenito sulla tua fissa di dare la caccia alle streghe antimilaniste. Se continui così il povero Don Chisciotte ti farà un baffo…

    I contestatori, quelli che non va mai bene niente, gli incazzati sempre e comunque, te li trovi dappertutto, anche nella vita e non solo nei forum, blog, twitter o facebook. Posso capire qualche pennivendolo o qualche altro ignobile frequentatore di inguardabili rubriche televisive, ma allora fai pure nomi e cognomi e, senza offendere perché ormai le denunce fioccano, di pure che questi scrivono per scrivere e parlano perché hanno una bocca munita di corde vocali.
    Però caro cerca di darti una calmata perché altrimenti rischi un attacco di bile. Il consiglio del sommo poeta è sempre quello più valido.

    Poi tu non è che all’opposto di loro ci vai tanto piano con le esagerazioni. Equilibrio. Ci vuole equilibrio in tutte le cose. Il tifo fanatico lascialo nei momenti si esultanza estrema, dove anch’io ad una quasi venerabile età ogni tanto mi lascio andare (vedi il 23 dicembre).

    Qualche appunto che non posso non farlo:
    1) Niente è frutto del caso nei successi di una squadra. Il Milan di quest’anno è evidente che era stato costruito l’anno scorso investendo su gente giovane, ma credo sempre più che il distacco che c’è stato quest’anno con la proprietà abbia agito molto positivamente sulla tranquillità e il lavoro di Montella e della squadra. In questo senso credo che ci sia tanta casualità. Il serbo l’anno scorso non aveva fatto bene, ma non aveva fatto neppure malissimo e resto quanto mai convinto che il suo esonero sia stato la cosa più inutile che Berlusconi abbia fatto in trent’anni di Milan.

    2) Su Montella il primo ad essere stato smentito sei proprio tu. Quindi, come vedi, anche i migliori sbagliano. Ah, se poi il fine stagione non dovesse andare per il meglio, non venire qui a dire “l’avevo detto”.

    3) Torres è arrivato forse nel momento peggiore, ma come giocatore non mi sembra che abbia poi fatto chissà cosa che anche altrove (Chelsea 46 reti in 172 presenze e gli ultimi tre anni di Atletico 21 reti in 88 presenze).

    4) Dal vivaio in questa squadra chi è arrivato? Gigio è un caso a parte perché è arrivato nel 2013 che era già un piccolo fenomeno e perché ha rifiutato le merde essendo nostro tifoso. De Sciglio faceva parte della prima squadra già nel 2011 e adesso sembra il prossimo a sbarcare dai magnifici gobbi. Restano Locatelli e Calabria. Il primo che se non si faceva male il tuo prediletto non avrebbe quasi mai giocato e l’altro che, infortuni a parte, è parecchio chiuso ancora da Abate (che per quelli che disprezzi è una pippa, ma a dx è di gran lunga il migliore). Non mi sembra molto. Per fare un paragone vorrei ricordare che il primo Milan di Berlusconi aveva nella rosa Baresi, Maldini, Costacurta, Galli, Evani e Stroppa, tutti provenienti dal vivaio.

    5) Per ultimo. Mi dici che interesse possono avere quelli contro cui ti scagli se il Milan fa schifo? Orgoglio personale? Voglie masochiste? Odio, politico, verso Berlusconi? Va beh. Ripeto, il mondo è questo, non solo nel nostro tifo. Quando le cose poi vanno male l’incazzatura travalica il buon senso e vedi tutto nero dappertutto. Non puoi neppure pretendere che tutti abbiano una fede incrollabile verso il tuo san Adriano o il santo patrono Berlusconi. Anch’io, eretico, ma uomo di fede in Cristo cerco di non vacillare, ma alla fine vacillo spesso anche se resto incrollabilmente in piedi.

  3. Se Berlusconi non coglieva il momento giusto per licenziare Mihajlovic rischiavamo di tenercelo anche quest’anno ed avremmo perso l’occasione di prendere Montella, recuperare Suso e Paletta e quel che ne e’ derivato.

    1. Mihajlovic sarebbe stato confermato solo in caso di vittoria della Coppa Italia o del raggiungimento dell’EL, obiettivi minimi (ma forse massimi).

      Piuttosto le merde dell’Inda questa sera ci hanno raggiunto. Vero che abbiamo due partite da giocare, ma sono due trasferte tutt’altro che agevoli. E’ dura gente, è dura.

      1. Anche la settimana scorsa ci avevano raggiunto. Con due partite in meno, però. Ogni volta sembra che loro vincono perché sono forti e noi perché abbiamo culo…

        1. Ho detto questo?! Non mi pare. Mai detto di avere vinto qualche partita di culo, anzi. Qualche punto lo abbiamo perso per sfiga.

          Loro potenzialmente sono certamente forti, ma si spera sempre nel loro “carma” di perdenti. Comunque le prossime due noi abbiamo Napoli e Udinese, loro Palermo e Pescara…

          E che, come dicevo sopra, io, noi milanisti, non abbiamo una fede incrollabile come i gobbi e, paradossalmente, le merde (che, come sostengo da sempre, sono le due facce di una stessa medaglia). Vacilliamo, abbiamo mille dubbi, e soffriamo l’atavica paura di avere subito tante, troppe rimonte frustranti.

          In ogni caso sono rossonero perchè non sono, e non voglio essere come loro

  4. Certo che e’ dura! Ma la reazione compatta ed in un crescendo senza fine , come una marcia musicale , che i ragazzi di Montella hanno messo piu’ volte in mostra, genera entusiasmo e grida di incoraggiamento. Sensazioni nuove e belle. Ci giovano i 6 punti.
    Forza Milan !

    • Renzo Mattei il 15 Gennaio 2017 alle 13:20

    Chi è stato il primo che ha diviso la tifoseria in evoluti e non evoluti?

    1. Chi si è dissociato contestando a prescindere, direi.

  5. Io sono un tifoso “non evoluto” e qualunque tifoso della mia età che tifa Milan da circa 55 anni non potrebbe essere diverso.
    Che c…o vuol dire evoluto???
    Come fa un tifoso ad evolversi???
    Io sono tifoso adesso come lo ero al tempo di Rivera e Prati o al tempo di Baresi e Van Basten. Ma che minchiata di affermazione è???
    La contestazione comunque fa parte del tifo e del libero pensiero. Altrimenti saremmo tutti automi al servizio di un unico padrone.
    Fortunatamente mi sento ancora libero (almeno nell’espressione del pensiero).

    1. Giusta osservazione, Milanforever! Questa dei tifosi evoluti o non evoluti e’ una incomprensibile ed astrusa sega mentale e non ho mai capito chi possa averla inventata e cosa volesse significare.

      1. E’ di Galliani, Vittorio. Questo è il riferimento: http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2009/06/28/1351059/galliani-dribbla-il-flop-abbonamenti-i-tifosi-pi%C3%B9-evoluti

        Affermazione imbecille e sbagliata perchè, caso mai, sono i tifosi non evoluti, quelli che amano il Milan senza condizionamenti e senza seghe mentali, quelli che non si evolvono perchè il Milan e sempre il Milan (mi viene in mente il detto: Milan le un gran Milan, non era riferito alla squadra, ma spiega anche quale delle due è la prima di Milano) a capire per primi. Sempre ci sia da capire e non da perdonare qualcos’altro.

        PS: la gobba intanto incomincia a perdere colpi ogni tanto e la capretta questa sera era quanto mai nervosa. Non è che ha ragione mio figlio che da quest’estate stuzzica i cognati gobbi dicendo: quest’anno non vincerete un c…o!

        1. E fece benissimo a bacchettare. Era il momento di capire le difficoltà e sostenere invece nacquero movimenti di boicottaggio che ci hanno danneggiato e continuano a farlo anche oggi.

        2. Premetto subito che né capisco poco di economia e bilanci.

          Mi è capitato di leggere questo articolo un po’ datato http://it.eurosport.com/calcio/serie-a/2015-2016/facciamo-i-conti-dal-2007-ad-oggi-e-tutto-un-altro-milan-juventus_sto5424981/story.shtml

          Diciamo pure che l’articolista è sicuramente un tifoso o simpatizzante gobbo e infatti ho appena iniziato a leggere e poi ho smesso. Ma quello che colpiscono sono i numeri, le tabelle riportate. Quelle cifre sono assolutamente obiettive e non risentono di alcuna influenza sentimentale.

          Un unico dato che mi ha stravolto: la somma dei passivi in bilancio della Juve ammonta a -190 mln, quelli del Milan a -410 mln! Vogliamo rapportarli dal 2009-2010, anno dal quale si riferisce l’intervista a Galliani? Juve -176 mln, Milan -341 mln.

          Galliani nella sua intervista del giugno 2009 inizia dicendo “E’ il tempo del massimo rigore e della responsabilità, perché in un anno l’Italia vale la metà secondo gli indici di Borsa, e Berlusconi e la Fininvest che per 23 anni hanno immesso tanto denaro fresco per ripianare le perdite al 24esimo hanno deciso di riposarsi. Lo impone lo stato dell’economia. Stiamo allestendo una squadra con un occhio al bilancio e uno alla competitività che resterà altissima”. Quell’anno il bilancio del Milan chiuse con -70 mln e l’anno successivo con -67 mln. Rigore e responsabilità.

          Vincemmo un campionato. Certo, e infatti non casualmente i due anni successivi chiuse con un passivo di -23 mln e un aumento dei ricavi di 48 mln. Vincere fa guadagnare. Ne sono la conferma i tre anni successivi di sudore e sangue dove invece si sommarono la bellezza di -197 mln di passivi e si perdettero 76 mln di ricavi (!). La Juventus da quando ha iniziato a vincere il primo campionato ha sommato un passivo di -70 mln ed è passata da 154 mln di ricavi a 348 mln (!!!).

          Se qualcuno mi riesce a spiegare l’oculatezza di come sono stati gestiti questi anni di Milan merita un Nobel (visto anche che ormai lo danno a cani e porci).

          Noi comunque tifiamo imperterriti e accaniti. Ci poniamo domande, abbiamo qualche, molti dubbi, ma tifiamo e soffriamo come sempre. Non ci siamo evoluti.

        3. Chiaramente “ne capisco poco”…

  6. Del Neri: “Milan e Roma non mi preoccupano”
    Speriamo continui a non preoccuparsi…

  7. Arbitro di merda ( ha ragione Borgofosco ) , formazione di merda ( e non e’ la prima volta, vero Montella ? ) , sfortuna di merda !

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