Non abbiamo mica cacciato Guardiola…

Mihajlovic in 32 partite ha fatto 1,5 punti di media a partita, mi riesce difficile pensare che Brocchi possa fare peggio. Il Milan vale più di 1,5 punti a partita: sono rimasto stupito dall’esonero perché il Milan ha fatto una grande partita con la Juve, ma non è che in 32 partite il Milan abbia fatto 100 punti, ne ha 49 e sono pochini, anche se non è a livello delle prime tre (Maurizio Compagnoni)

Non esistono forse parole migliori per commentare l’esonero di Sinisa Mihajlovic di quelle di Maurizio Compagnoni. Un totale fallimento del progetto tecnico dell’allenatore serbo, ad oggi bravo solo a parlare in conferenza stampa e meno tatticamente in campo. Non è che il Milan non doveva cacciare Mihajlovic: non doveva nemmeno prenderlo. La storia del serbo è evidente e nota a tutti: ha fallito ovunque finendo sempre esonerato o dimissionario entro due anni e nelle altre squadre non c’erano Galliani o Berlusconi. Il peccato non è esonerarlo semmai aver scelto lui e non Maurizio Sarri in estate.

Mi spiace che i tifosi rossoneri si siano affezionati ad una ex bandiera interista. Mi spiace che i tifosi rossoneri continuino a giudicare più le parole e l’apparenza che la sostanza. La sostanza dice che degli ultimi 4 allenatori Mihajlovic è il peggiore: 6 punti in più del Milan di Inzaghi che non aveva a disposizione Bacca, Luiz Adriano, Kucka, Donnarumma, Bertolacci, Niang, Romagnoli oltre a Montolivo ed Alex in perfetta forma fisica per cause non dipendenti dal tecnico. Sono 8-9 titolari su 11 ed ad oggi non sono convinto che il tanto insultato Pippo Inzaghi con questi a disposizione avrebbe fatto peggio. Chiunque dica che questa rosa vale 1 punto sul Sassuolo è in malafede – non ci sono mezzi termini.

La ragione dell’esonero è semplice: se il Milan fa bene con Roma, Fiorentina, Napoli, Inter e Juventus e poi stecca con le piccole il problema non è di rosa semmai di testa. Ed è proprio la testa l’unico motivo per cui era stato preso Sinisa Mihajlovic non certo la tattica o il bel gioco su cui sempre era stato carente. 2 punti in 5 partite (alcune come quella di Bergamo veramente orripilanti, al livello del tanto vituperato Torino-Milan, se non peggio) sono un trend pericoloso che può costare l’Europa League: una scossa era per me necessaria. Non è detto che ci arriveremo, ma almeno ora abbiamo una chance di farlo.

Ci lascia un tecnico mediocre che è stato mal sopportato anche e soprattutto perché non ha mai capito dov’era e qual è lo stile Milan. Guardatevi la prima conferenza di Christian Brocchi e capirete che un certo livello di aplomb è tornato a Milanello mentre altri non contenti di aver dato della testa di cazzo ai giornalisti sdoganavano frasi misogine. Come sapete non sono mai stato un amante di Berlusconi ma gli va dato atto di aver fatto la mossa giusta e di essere riuscito a pensare ancora in grande nonostante il ridimensionamento mentale di molti tifosi e dirigenti. Mihajlovic è stato il peggior allenatore del Milan berlusconiano se consideriamo i presupposti (dopo il fallimento di Inzaghi nessuno lo avrebbe contestato) e il fatto che ha avuto un mercato.

E’ un grosso errore associare quest’anno ai precedenti: i precedenti vi erano concorsi di colpe e smobilitazione – quest’anno per via degli 86 milioni messi dalla proprietà e ben spesi dalla dirigenza la stagione è stata buttata via. Il tifoso purtroppo dopo gli scorsi 3 anni non è capace di guardare oltre al proprio naso per cui pensa che ci vogliano Yaya Touré ed Iniesta per poter fare gioco col Chievo. La malafede è evidente quando senti elogiare chi ha fatto giocare Donnarumma e non chi lo ha preso. Su tutti.

Ben venga Brocchi come traghettatore in attesa di un tecnico più esperto e da Milan (io spero personalmente in Donadoni), ma soprattutto ben venga uno stile da Milan dentro e fuori dal campo. Basta difendere 8 uomini dietro la linea della palla: è vergognoso per il Milan e per la sua storia. E’ un calcio che non mi appartiene e non appartiene alla storia del Milan, è un calcio che magari ti fa eliminare il Barcellona in Champions ma dopo aver rischiato col PSV. E’ un calcio da Inter, quella del triplete ma non da Milan. Se devo arrivare sesto preferisco farlo col pallino del gioco in mano: è parte del nostro DNA e della nostra storia.

La realtà è che se fossimo nel 2012-13 si parlerebbe di giusto fallimento di Sinisa Mihajlovic. La finale di Coppa Italia sappiamo tutti essere frutto del sorteggio e non di un reale progetto tecnico: il Sassuolo eliminato un anno fa è superiore a qualsiasi squadra affrontata quest’anno in coppa. Non è quindi una scusa valida salvare un allenatore perché altri hanno fallito prima di lui, specie se questo fallimento arriva su giocatori da lui richiesti o condivisi (l’unico imposto è stato Bacca, comunque capocannoniere del Milan). Non capisco, quindi, perché strapparsi i capelli per l’addio di un tecnico mediocre e senza nemmeno un passato rossonero a cui quindi non dobbiamo nulla. Non so se Brocchi che spero rimanga un traghettatore sarà un tecnico migliore di Mihajlovic e non mi importa: ma la verità è che con questo organico fare peggio era difficile e chi lo nega è in una malafede grossa come una casa.

5 commenti

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  1. Caro Diavolo, fin dall’inizio mi sono reso che noi due la pensiamo allo stesso modo su questioni di minore importanza, mentre su quelle “decisive” spesso siamo su fronti opposti. Comunque se vissuto bene questo non può che essere positivo.

    Dalla vicenda Mihajlovic, però, sembra che emerga la tua voglia di essere sempre e comunque bastian contrario. Prendo in considerazione la mia posizione senza generalizzare troppo: io non solo non volevo Mihajlovic, ma neanche rientrava nelle mie personalissime “quotazioni”. E’ arrivato lui e ho subito pensato che arrivava un allenatore che non solo non ha mai vinto niente ma che non ha fatto proprio grandi cose nelle sue passate esperienze (per usare un eufemismo). Tra l’altro si trattava di un ex nerazzurro, cosa che fin da subito ho sottolineato. Però mi sono detto “è il nuovo allenatore del Milan, ha il mio sostegno”. Sappiamo tutti come è andata la stagione e, senza usare mezzi termini, si può definire fallimentare. Questa squadra non vale né i punti che ha né la posizione in classifica che occupa (e sono pure io d’accordo sul fatto che per la finale di CI dobbiamo ringraziare il culo). Una stagione con tanti bassi e pochissimi alti, con l’aggravante, rispetto allo scorso anno, di una buona rosa. Fatte queste premesse doverose, resta un punto che tu non affronti: che senso ha esonerare adesso Mihajlovic? Esonerarlo a sei giornate dalla fine? Cosa cambia adesso? Niente. E’ una mossa semplicemente stupida che dimostra, ancora di più, quanto la società sia debole e navighi a vista.
    Sia che Brocchi le vinca tutte sia che faccia un bel filotto di sconfitte la nostra stagione rimane quella descritta prima.
    Pur non essendo complottista comincio a sospettare una cosa. Non è che se Brocchi farà bene in queste partite sarà la scusa per riconfermarlo l’anno prossimo? Non hanno cacciato Guardiola, è vero, ma dubito che Brocchi valga Mourinho …

    • Marchese il 15 Aprile 2016 alle 21:59

    Diavolo, leggo solo ora il tuo post e sento di dover esprimere una mia posizione, perché, al di là delle opinioni, mi pare che su qualche punto la tua analisi risenta troppo delle antipatie del momento.
    Provo a spiegarmi in alcuni punti:
    • È dall’inizio della stagione che metti su il disco rotto del Milan come di una squadra assolutamente da terzo posto; per carità, opinione legittima e certamente non isolata. Non è certo per rivangare una mia profezia, postata in questo blog (amara soddisfazione) che pronosticava un Milan tra il quinto e il settimo posto, ma le rose di Napoli e, soprattutto, Roma, mi sembrano togliere molti dubbi al riguardo. Dei Gobbi, meglio tacere. E poi, comunque, quand’anche fossimo arrivati terzi, cosa avremmo ottenuto? Una sofferta qualificazione ai gironi per essere poi sbalzati fuori a colpi di goleada da quasi tutte le squadre presenti? No, grazie. Se la Società non investe, è inutile andare a competere; servirebbe solo ad aggiustare un pacchetto di milioni di euro nelle attualmente rapaci tasche di B. e dei suoi figli, quelli targati Fininvest tanto per capirci. Posso affermarlo perché è già accaduto nell’ultima occasione in cui ci siamo affacciati alla Champion’s
    • Su Mihajlovic abbiamo opinioni diverse, ma non lontanissime. Come te, penso che il serbo sia un allenatore dal calcio tradizionale, stando alla vulgata sacchiana, ma anche un uomo che serviva per dare una scossa allo spogliatoio. Certo che essere delegittimato fin dall’inizio da un Presidente che, con battutine e colpi indiretti, ti delegittima agli occhi dei giocatori (alcuni dei quali, autentici paraculi, e perdonami il francesismo) non è il massimo della vita. Quando poi, fiutata l’aria cattiva, si aggiunge pure l’AD a fare il pesce in barile, la frittata è fatta
    • Su un punto, però, dissento totalmente ed è quando parli del mancato stile di Miha rispetto allo stile Milan e al tempismo del Presidente nello scaricarlo. Premesso che ormai lo stile Milan è alquanto sbiadito, faccio notare che non più di pochi anni fa si tenevano gli allenatori fino alla consunzione e non è che le cose andassero male; poi si è iniziato il periodo delle svendite, della “squadra più titolata al mondo”, di come si dovesse sempre imporre il proprio “giuoco”, e tutte le nefandezze conseguenti.
    Forse, anzi senza forse, per imporre il proprio “giuoco” sarebbero stati necessari investimenti mirati e programmazione, invece di scellerate campagne acquisti e di inni al duce. Sai qual è la mia opinione sul licenziamento del serbo? Berlusconi non lo ha licenziato dopo la partita con l’Atalanta (e quale miglior occasione!) solo perché sperava che conto la Juve toppasse alla grande sotto una valanga di reti. Così non è stato, anzi la partita, per almeno un’ora, è stata la migliore da qualche anno in qua. Abbiamo avuto sfortuna marcia in diversi episodi cruciali e le cose hanno preso la piega che sappiamo. A questo punto Silvio, temendo la vittoria del serbo (non del Milan, bada bene) in Coppa Italia, visto come era riuscito a fronteggiare i Gobbi, ha pensato bene di toglierselo di torno. Bello stile Milan!
    • Tu dici: “Non abbiamo mica cacciato Guardiola…”. Inoppugnabile, e chi lo nega? Ma trascuri – credo sapendo di trascurarlo, perché non ti reputo uno sprovveduto – che nessun Guardiola, come nessun Conte, o nessun Ancelotti, o nessun Mourinho, e aggiungi tu alla lista chi altro vuoi, verrebbe mai a cacciarsi in questo pantano che è oggi il Milan. A riprova, guarda l’enfant prodige Di Francesco (oh, mica Rinus Michels!) che nicchia ma non abbocca, perché, pure lui, di bruciarsi con una rosa come quella rossonera non mi pare abbia tanta voglia, specialmente per il calcio, piuttosto agonistico e sudato, che fa praticare al suo Sassuolo. Sai quanti morti avremmo a centrocampo! E credo che il primo sarebbe proprio il tuo caro Montolivo, che è certamente uno dei piedi più educati di questo Milan, ma che certamente non è un fulmine di guerra.
    Chiudo dicendo che adesso faccio il tifo per i cinesi o per la cordata cino-americana, ma tiferei pure per te, Milanforever, Vittorio, o chiunque altro ci levasse di torno un Presidente, che è stato grandissimo (e furbissimo), ma che ora mi sembra preda della più devastante ateriosclerosi.

    1. Ma basta con questa storia che uno si brucia se allena il Milan.
      Nessuno si brucia, anzi… se vai bene hai grandi meriti.

      Temendo la vittoria in coppa Italia? Mah. Ha esonerato Seedorf dopo 35 punti, non vedo cosa avrebbe da temere. Parli di AD che fa il pesce in Barile ma Galliani ha difeso Mihajlovic fino alla fine…

  2. Va tutto bene madama la marchesa.
    Fino a un’ora fa era l’anniversario dell’affondamento del Titanic. Similitudini.

  3. Sinisa Mihajlovic non è mai piaciuto ad una parte della tifoseria con la puzza al ‘naso’.
    Esonerarlo a sette partite dal termine della stagione, sei di Campionato e la Finale Tim Cup, è stato un errore madornale che grida vendetta agli occhi del ‘dio del calcio’.
    Al Milan il serbo era stato ribattezzato su Internet: “il Giostraio”, “ Tigre di Arkan”.
    Puzzava di ‘interismo acuto’ e faceva giocare le sue squadre, agli occhi degli esteti tifosi milanisti, in maniera orrida.
    All’inizio di questo campionato il tecnico serbo ha alternato i moduli di gioco più affini alle idee del proprietario ed in particolare il 4-3-1-2 ed il 4-3-3 insostenibili se rapportati alla rosa di giocatori a disposizione del tecnico.
    Il “diktat” aziendale del 4-3-1-2 con il trequartista, tanto amato da Silvio Berlusconi, non era presentabile allora Mihajlovic è dovuto ricorrere al vecchio 4-4-2.
    Con questo modulo il Milan macinava gioco ma più che una Ferrari, come avrebbe preteso la proprietà, la squadra rossonera ricordava un diesel rumoroso e lento.
    Eppure nel momento topico con questo modulo sono arrivati una serie di buoni risultati.
    Si cominciò a sorpresa con Milan-Fiorentina 2-0 e si proseguì con un Milan-Inter 3-0.
    A questi exploit si sono alternate prestazioni criticabili come quelle di Empoli-Milan 2-2 e Milan-Udinese 1-1 dove, a scusante di Mihajlovic, si sono verificati macroscopici errori arbitrali che facevano seguito ai clamorosi errori arbitrali verificatisi in Carpi Milan 0-0 e quelli visti nella scandalosa partita casalinga, due gol regolari annullati, Milan Verona 1-1. Sembrava che la retta via fosse stata ripresa a mezzo della brillante prestazione e del buon risultato di Napoli-Milan 1-1. Ma le brillanti prestazioni si alternavano sempre a prove poco convincenti sino a giungere al fatale e maledetto Mapei Stadium ed a Sassuolo-Milan 2-0.
    La società aveva ovviamente un obiettivo minimo, il ritorno nelle coppe europee, ma con questi risultati era impossibile raggiungere quel terzo posto chiesto da Berlusconi per la riconferma di Mihajlovic. Strane combinazioni astrali avevano agevolato il cammino del Milan in Coppa Italia sino a fargli raggiungere la finale di Tim Cup.
    La critica ed i media non sono mai stati dalla parte di Mihajlovic ed il serbo forse sbagliando ha reagito nelle interviste post partita e nelle conferenze pre partita.
    A complicare tutto erano i risultati alterni frutto della confusione tecnica di inizio stagione. Difficile se non impossibile trovare la giusta collocazione in campo di Honda e recuperare al meglio Poli.
    Poi l’affaire Luiz Adriano che viene ceduto in Cina senza che si sia ben capito il perché poi sia ritornato.
    Carlos Bacca costato 30 milioni da far fruttare, Cerci bocciato e Suso spedito al Genoa ‘a farsi le ossa’.
    Il tecnico faceva quello che poteva ma certo non era mai stato in auge per il gioco basato sul massimo impegno fisico.
    La sua Sampdoria, la sua Fiorentina, il suo Catania, erano squadre tignose, cattive, dotate di gamba dove la tecnica era aborrita a favore di un costante impegno atletico.
    Il rapporto con i campioni era sempre stato scorbutico, basti pensare al legame con Eto’o a Genova.
    Il suo motto era quello di creare un gruppo coeso e compatto che scendesse senza paura in campo e che facesse della cosiddetta cattiveria agonistica la sua caratteristica. Appunto…l’errore è stato prenderlo ma se proprio lo si voleva esonerare i tempi sono stati sbagliatissimi. Ora che Dio la mandi buona soprattutto a Christian Brocchi che è un bravissimo allenatore…ma delle giovanili. Chiudo dicendo che per me il fallimento di Brocchi sarebbe una doppia delusione perché ero convinto che Christian avesse creato la squadra che avrebbe potuto vincere lo scudetto con la ‘sua’ Primavera nel ‘suo’ campionato di categoria. mani Lo sostituirà Nava che è un altro bravo giovane allenatore. Auguri ad entrambi e speriamo che Brocchi faccia giocare bene i grandi così come ha sempre fatto la sua squadra di giovani… però nell’ultimo… periodo. All’inizio fu un disastro(temevo che non raggiungesse le final eigth) ma quando la squadra ha ingranato…beh i giovano rossoneri esibiscono il più bel calcio in quel torneo.

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