Lopetegui, il casting allenatore e il problema tifosi

Siccome penso che i tifosi del Milan meritino onestà e non populismo, ho provato tramite un giro delle mie fonti a ricostruire cosa è avvenuto nelle ultime settimane perché passi la narrazione corretta e non la narrazione che l’Inter official supplier sta provando a far passare per manipolare e aizzare i tifosi del Milan contro la dirigenza del Milan in modo da creare un clima ostile che possa far proliferare ancora di più la loro squadra del cuore. Il caso Lopetegui è emblematico perché che ci crediate o no, il Milan Lopetegui non l’ha mai cercato.

Io non so come sia finita sui giornali la vicenda Lopetegui. Considerato che è in orbita Mendes non escludo sia stata tutta una manovra per prendere qualche soldo in più dal West Ham. Lopetegui non è un nome da Ibrahimovic che ha incontrato un solo allenatore – quell’allenatore è Antonio Conte – a Montecarlo, due volte. E’ un nome che potrebbe essere uscito dal gruppo di lavoro, o meglio da quella parte che non vuole Conte? Possibile, ma non è quella parte a decidere.

Non è un mistero che il grande oppositore di Antonio Conte all’interno della dirigenza sia Moncada – e non è un caso che proprio chi ha avuto in esclusiva le imbeccate sullo scorso mercato sia stato il primo a ricevere il nome di Lopetegui. Lasciamo stare chi tira in mezzo Furlani dipinto come il mostro di Firenze quando le decisioni le prende solamente a livello di budget e non di persona. Furlani potrebbe aver paura di cadere a sua volta in caso di caduta di Moncada e anche per questo si è defilato totalmente dalla parte sportiva (e questo ha di fatto fermato Comolli).

L’allenatore del Milan lo deciderà Ibrahimovic. E Ibrahimovic non vuole Lopetegui. Ibrahimovic, come già detto, ha incontrato solamente Conte, due volte. Lo ha incontrato in un momento in cui il Milan era ancora orientato verso la conferma di Pioli – tutto è cambiato dopo le due partite contro la Roma. Di fatto non si può dire che il Milan avesse intavolato niente con Lopetegui perché ancora al momento si andava verso la conferma di Pioli, il vero casting, senza un nome, è partito in questi giorni (anche se Ibra, il nome ce l’ha).

La petizione dei tifosi ha salvato i giornalisti, non il Milan. Se il gruppo di lavoro del Milan è convinto su Lopetegui chiude Lopetegui una settimana dopo la fine del campionato, qualcuno si lamenta, poi due bei colpi, parte l’europeo e a settembre è tutto dimenticato come per Tonali (che poi alla fine si è rivelato affare più che ottimo). Se il Milan non chiude Lopetegui, come sarà, è perché non c’è mai stato niente di niente di niente. Ora però è il Milan al suo interno che deve chiedersi chi ha fatto uscire Lopetegui e perché – il Furlani che elegantemente smentisce tutto dopo Juventus-Milan non basta, serve pulizia interna considerato che metà casa Milan il giorno dopo era in duomo per la seconda stella.

Pioli verrà giustamente esonerato ma come continuo a dire io non basta. Oggi sulla Gazzetta c’è un bel listino prezzi dei giocatori dell’Inter che valuta Calhanoglu 50 milioni, Lautaro 120 milioni, Bastoni 70 milioni, Thuram 85 milioni e Barella 85 milioni, a margine di un trafiletto che parla di 250 milioni di ricavi in più di fianco ad un trafiletto che parla di Inter grande d’Europa perché gli altri allenatori dicono così, fa niente se la quarta e la quinta della Liga l’han presa a pallate e ha avuto bisogno di rubacchiare contro Benfica e Salisburgo. Poche pagine dopo il Milan vende tutti e deve confermare Pioli altrimenti rischia di fare peggio.

Pensare di cambiare solo l’allenatore non basta se poi quando ad ottobre ti trovi primo in classifica i media fanno una campagna di due settimane per mettere pressione risultando in Thiaw espulso per un fallo a 40 metri dalla porta, un rigore regalato all’Udinese, un rigore decisivo negato al Milan a Lecce e un paio di rigorini regalati al primo tuffo contro Frosinone ed Udinese che chiudono il campionato a novembre. Il tutto con tifosi che invece di incazzarsi con quanto visto – degno di Calciopoli – se la prendono con società ed allenatore.

Qualcuno dice che se prendessimo Conte il tifo si ricompatterebbe – io resto convinto che al primo -4 o -5 dall’Inter ricomincerebbero ad accusare Furlani e soci per non avergli dato una rosa all’altezza. Di là intanto trasformano gente che appena va in nazionale o lascia l’Inter torna mediocre nei prossimi top player mondiali tramite media complici. Io non so se i tifosi di Inter e Juve siano più intelligenti, ma sicuramente sostengono a prescindere le loro società e non si lasciano trascinare da mezzi di informazione nemici e amici nella loro battaglia personale.

Ricordatevi sempre che chi invita a disertare stadio o merchandising toglie soldi al Milan per metterseli nelle sue tasche. Non siamo più negli anni 90 e tutto ciò che il Milan può spendere è ciò che fattura – le proprietà non possono immettere soldi loro nel club se non per ripianare e venire poi puniti dalla UEFA. Questa proprietà sta facendo un lavoro ottimo e se andrà in porto lo stadio si scaverà un solco difficile da colmare tra noi e le altre, Juve a parte. Cercate di essere un po’ meno miopi nel giudicare e invece di valutare l’immediato di pensare dove saremo noi tra 10 anni e dove saranno gli altri.

I tifosi sono già stati a lungo un problema del Milan tanto che alla fine il Milan per crescere ha dovuto giocare con le porte chiuse. Se San Siro torna un campo neutro mancheranno i risultati, se mancheranno i risultati sarà facile far crescere il malcontento e rientrare nella spirale negativa. Qualcuno pensava che il solito gruppetto con le vittorie fosse tornato per restare ma è bastato poco per farli tornare dov’erano – proprio per questo deve essere la biglietteria Milan (disastro nel derby) a premiare più la fedeltà sia in fase abbonamenti che rivendite. Ne parlerò magari più avanti ma per crescere come squadra i tifosi non devono più essere il primo problema del Milan – oggi purtroppo lo sono ancora.