Atalanta – Milan 2-1: Clarence non così

d671b42f32c8fcbfa1b7c676750f5e77_169_lSconfitta sfortunata ma meritata a Bergamo e Milan che dice addio alle coppe – non che sia un dramma, forse è anche meglio come ho già detto in tempi non sospetti. A Bergamo è stato fatto un grosso passo indietro rispetto alle ultime gare: si è tornati al modulo e al calcio di Massimiliano Allegri, il 4-3-1-2, e il risultato è stato quello di regalare un tempo e non essere stati praticamente quasi mai pericolosi. Le uniche palle gol sono arrivate su azioni individuali di Mario Balotelli – oggi nettamente IL migliore della squadra: per il resto tanto possesso, tante sgroppate, pochi tiri costruiti (ci sarebbero tre verticalizzazioni per Honda, Kakà e Montolivo nei primi 10′ ma nessuno dei tre finalizza) ma per il resto è stato il solito calcio pessimo a cui siamo stati abituati nel girone di andata.

Cambia qualcosa nel secondo tempo, fuori Honda (che non è stato nemmeno troppo male ma, come sempre, si prende anche le colpe di Kakà e paga per tutti) e dentro El Sharaawy che crea qualche superiorità numerica, salta l’uomo ma nulla più. Il nostro gol è una loro vaccata difensiva – creiamo qualcosa e a tratti sembriamo pure giocare bene ma come sempre quando arriva il momento di concludere raramente Consigli viene impegnato. L’unico colpo di testa lo fa Kakà – finisce di poco alto. In difesa l’Atalanta riparte trovando troppi spazi perché la squadra è troppo sbilanciata: è quasi un caso che sia Constant a causare rigore, siamo stati graziati troppe volte.

Non so quali siano state le scelte di oggi e chi le abbia fatte – rimane il fatto che ci si è giocati l’Europa con un modulo che non era quello della squadra, tenendo fuori il miglior giocatore del momento (Taaraabt) e questo resta a mio parere un grave ed imperdonabile errore. Troppo presto per delegittimare Seedorf – magari la formazione non l’ha nemmeno fatta lui – ma sapevamo già che i punti ottenuti da Seedorf non sono tanto merito suo quanto demerito di chi lo ha preceduto. Poi è ovvio che tra Seedorf ed Inzaghi prendo il primo tutta la vita – ma contro uno Spalletti l’unica cosa che mi porta a non scegliere la seconda è solamente la spesa di due contratti onerosi contemporaneamente. Oggi è giusto discutere Seedorf e non per le voci – ma per le scelte del campo che sembravano e si sono rivelate completamente sbagliate. Se diventa intoccabile perché vittima di complotti societari rischiamo di tornare, nuovamente, a sei mesi fa. 

Non è comunque nella gara di oggi da ricercarsi la causa di tutti i mali e – anzi – una eventuale qualificazione europea era quasi preclusa per via dei risultati ottenuti nelle prime 19 giornate. Detto questo resto convinto che forse ci farà addirittura bene poter ricominciare con una partita alla settimana come è avvenuto proprio alla Juventus di Conte e non la vedo così grigia per la prossima stagione. Ora c’è da vivere alla giornata ancora una settimana ed evitare di pareggiare l’incredibile record di Stramaccioni dovendo giocare a fine agosto contro Trapani o Cittadella. L’importante come sempre non farsi prendere dalla frenesia e dall’umoralità del momento e non tornare come nel girone d’andata a demolire il progetto di ricostruzione cominciando a sputare sentenze e definire mezza squadra titolare inadeguata. Mi pare di capire che nessuno si strapperà i capelli poiché non disputerà l’Europa League…

Mi si permettano, infine, due brevi considerazioni extra-partita: 1) sono curioso di vedere che succederà al signore che ha tirato la banana, alla curva dello stadio di Bergamo e se un atto di razzismo vero è più o meno grave del coretto “lavali col fuoco”. 2) si è ritirato Zanetti, non capisco l’eccessivo rispetto dei milanisti: ricordo a tutti quando il sig. Zanetti prima di Atene dichiarò che avrebbe tifato Liverpool e il Milan non doveva partecipare, ricordo a tutti quando il sig. Zanetti giustificò il vandalismo dei suoi tifosi nell’euroderby (e questo lo distingue da Maldini, che dai cazzari ha sempre preso distanza), non dimentico quando dopo la relazione di Palazzi definì l’Inter l’unica società onesta e lo scudetto 2006 il più bello. L’unico rispetto l’ho per Del Piero, che non si è prestato alla scenetta dei due scudi in più e per questo è stato cacciato e che a certe dichiarazioni ha sempre preferito la saggezza del silenzio.

Non posso infine non notare come nel nostro campionato si vedono sempre più partite pro-Forma e che quasi mai queste capitano a noi. L’Atalanta è rientrata oggi da un mese di vacanze, coronato con la gita-premio dello Juventus Stadium. Chissà a quanto ammonta il premio a vincere dei Bergamaschi e quale squadra glielo ha offerto, non dimenticando il Siena già retrocesso con gli occhi della tigre dell’anno scorso – d’altronde noi non possiamo permetterci di strapagare Peluso e Padoin in cambio di 6 punti sicuri ogni anno….

ATALANTA – MILAN 2-1
Atalanta (4-3-2-1): Consigli; Raimondi, Benalouane, Bellini, Brivio; Baselli (30′ st Migliaccio), Cigarini, Carmona; Moralez (42′ st Brienza), Bonaventura (24′ st De Luca); Denis. A disp.: Sportiello, Frezzolini, Caldara, Scaloni, Del Grosso, Nica, Giorgi, Kone, Bentancourt. All.: Colantuono
Milan (4-3-1-2): Amelia; De Sciglio, Rami, Mexes, Constant; Montolivo, De Jong, Muntari (31′ st Taarabt); Honda (1′ st El Shaarawy); Kakà (35′ st Pazzini), Balotelli. A disp.: Coppola, Gabriel, Abate, Bonera, Zapata, Emanuelson, Essien, Poli, Robinho. All.: Seedorf
Arbitro: Rizzoli
Marcatori: 6′ st aut. Bellini (A), 23′ st rig. Denis, 45′ st (+6′) Brienza (A)
Ammoniti: Raimondi (A), Mexes (M)

2 commenti

  1. In sede di commento prepartita lo avevo annunciato. La designazione ‘palazzinara’ dell’ex commissario bolognese era un indizio preoccupante.
    Il resto lo hanno fatto le voci destabilizzanti di questa settimana a dir poco tribolata.
    Una sconfitta annunciata voluta dal ‘Palazzo’ dove risiede stabilmente anche quella parte di dirigenza milanista che ha remato contro ogni possibile approdo ad una competizione di cui nulla importava ai ‘signori’ del business e del calcio inteso come unica fonte di guadagno.
    Se c’era da capire chi remava contro Clarence Seedorf lo si è capito benissimo dalla squallida prestazione che hanno effettuato, alcuni di loro, sul terreno di ‘giuoco’.
    Ora è tutto chiaro… l’esperienza di Clarence sulla panca del Milan è conclusa.
    Hanno vinto personaggi indegni di vestire la maglia del Milan ed un team che più spaccato di così non poteva essere.
    Ha vinto una proprietà sconcertante quasi come le peggiori che trascinarono il Milan in serie B.
    Dulcis in fundo l’incredibile follia di Constant che ha dato la possibilità al proprietario della ‘uno bianca’ di fischiare un penalty la cui conferma è arrivata dal Palazzo sito nel Granducato. E’ finita nella maniera più beffarda e squallida di come non si poteva immaginare nel più truce dei film horror.
    E’ finito questo Milan. Con questi chiaroscuri la società non esiste più.
    Queto team e questo calcio italiano hanno stancato più di una vecchia canzone storpiata da cantanti improvvisati e stonati. Una pena!
    Che squallore.

    • LaPauraFa80 il 11 Maggio 2014 alle 18:15

    Ho letto due frasi del post: su una concordo, sull’altra no.

    Non concordo su Taarabt miglior giocatore del momento, ha fatto un derby penoso come tutti i big match. Giocatorucolo da oratorio.

    Concordo su Zanetti: capitan mediocre. Mezzo giocatore, nè carne nè pesce. Degno capitano di una squadra minore.

I commenti sono disabilitati.