Due mesi alla fine

rosaÈ con questa foto che 7 mesi fa partì la stagione 2012/2013. La stagione della rifondazione, dopo un ciclo che, pur interrotto dall’addio di Ancelotti nel 2009, era di fatto proseguito con molti dei protagonisti fino all’estate scorsa. Degli addii eccellenti di maggio si è parlato fin troppo, come del fatto che la transizione sia stata troppo brusca.

Ma il vero punto della stagione è l’inizio di un nuovo corso, forse da primi in Italia a seguirlo; ossia l’acquisto/promozione in prima squadra di giovani in gran parte italiani (De Sciglio, Balotelli, Saponara) o comunque già presenti in squadre italiane (Bojan, Salamon). Uniche eccezioni l’innominabile Traorè e gli azzurri già più avanti con l’età Montolivo, Pazzini e Zaccardo, ma sarebbe assurdo acquistare esclusivamente giovani “under 23”. come a un certo punto aveva affermato il presidente. Dopo una partenza stentatissima (lo 0-0 con l’Anderlecht ne è il simbolo, più delle sconfitte di campionato) la squadra si è ripresa e veleggia ora guardando al secondo posto, che sarebbe più vicino senza gli scivoloni di inizio campionato. Perfino Allegri ha imbroccato qualche partita, riuscendo addirittura a trovare una sistemazione tattica credibile alla squadra. Non per questo è definibile un grande della panchina, si badi bene: l’assoluta mancanza di motivazione che dà, oppure le sue fisse -esempio: Emanuelson che veniva schierato in tutte le posizioni, tranne la sua, e che è stato ceduto una volta che serviva per davvero cioè nel 4-3-3, preferendogli il fantasma di Robinho- non sono da Milan.

Perfino con Ancelotti, non certo noto per essere un agitatore di folle, la squadra non era mai arrivata così insicura a uno scontro diretto importante come quello di Barcellona. Certo, il 2005 ancelottiano aveva visto un crollo finale con la doppia rimonta di Eindhoven e Istanbul, ma forse per troppa sicurezza, non certo per confusione come la scorsa settimana. Là c’erano Nesta, Maldini e Kaladze e non Zapata, Mexes e Constant, ma uno spettacolo come quello visto in Catalogna (un tiro in porta, anzi neanche tale) è vergognoso. Su tutti, l’episodio in cui poco dopo il primo gol del Barcellona due difensori rossoneri si scontrano nel tentativo di spazzare e la palla rischia di carambolare in rete. Barcellona libero di fare ciò che voleva, senza la rete che li aveva imbrigliati all’andata; e qualcuno ha perfino dato la colpa a Niang, l’unico che abbia provato qualcosa davanti. Van Bommel intende ritirarsi; di fatto è già un allenatore, lo terrei da conto.

Capitolo rossoneri in Nazionale: bene De Sciglio e Balotelli, altri due sicuri protagonisti saranno El Shaarawy e Montolivo. La partita di martedì dovrebbe essere, a meno di clamorosi colpi di scena, di poco conto per le sorti della qualificazione. Vincendo sarebbero 13 punti in 5 partite. Il resto del girone è ancora un’incognita: la Bulgaria è seconda con 9 punti e una partita in più rispetto a Danimarca e Repubblica Ceca, ferme a 5. I danesi hanno battuto 0-3 a Praga i cechi, e a loro mancano ancora entrambe le partite con Malta, per cui li vedo favoriti per la seconda piazza. Negli altri gironi l’unica big a faticare è il Portogallo nel gruppo F (con la Russia prima), per il resto Germania, Olanda e Francia conducono i loro gruppi, mentre Inghilterra e Spagna sono seconde. Quest’anno, poi, ci sono ben 3 gironi “senza padrone”, A, E e G; nel primo il duo Belgio (ritorno dopo anni di buio) e Croazia ha preso il volo, nell’E c’è in testa la Svizzera, mentre la Bosnia conduce il G. Impegnato all’estero in partite di un certo livello solo Yepes con la Colombia di cui è capitano, con Zapata in panchina. Con il ritorno del campionato, sabato prossimo, affronteremo il Chievo, nella prima di 9 finali per il secondo posto. Raggiungibile.