Dopo dieci lunghi anni, contornati da grandi successi, Alessandro Nesta ci lascia. Lo fa alla sua maniera, con incisività, con eleganza, senza rimpianti, a testa alta, come solo le leggende umane, come solo i campioni e gli uomini veri sanno fare. Mi perdoni Paolo Maldini, mi capisca Thiago Silva, ma per me nell’ Olimpo dei grandi difensori, al pari di Franco Baresi c’ è solo lui. Alessandro Nesta. Avevo solo sedici anni quando iniziai a seguire anche la Lazio per lui e quando per la prima volta m’ impuntai di volerlo al Milan in tutti i modi. Quando fu acquistato balzai al settimo cielo.
Per un ragazzo è facile perdere la testa per un attaccante driblomane, lo è molto meno per un difensore…ma io ovviamente parteggiavo per la mia categoria: qeella del difensore, quella sottovalutata, quella che forma i veri uomini e non le prime donne, quella che ti forgia per essere l’ ultimo uomo, quella che t’ insegna a marcare gente forte sul serio, quella che ti fa vivere ogni contrasto come se fosse l’ ultimo.
Nesta per me era tutto quello che doveva essere un difensore perfetto. Ho cercato d’ imitarlo in tutti i modi. Ero appassionato di ogni suo movimento. Dalle scivolate, al controllo, al lancio, al posizionamento, alla marcatura. A volte qualcuno mi chiede che gusto ci provi uno ad essere un difensore. A volte qualcuno dice che avere poche opportunità di segnare è noioso. A volte qualcuno mi chiede che gusto ci sia a raschiarsi le gambe nei campacci, ogni volta con le scivolate.
Che ne sanno loro di cosa rappresenti il pallone quando l’ avversario ti punta?
Che ne sanno loro dell‘adrenalina che ti sale in corpo quando ti trovi a marcare un giocatore più bravo di te?
Che ne sanno loro di quello che provi, quando una volta superato, recuperi un pallone quasi impossibile con un grande intervento in scivolata?
Che ne sanno loro cosa provi quando in un nanosecondo, devi decidere se alzarti o meno, per mettere in fuori gioco l’avversario, quando una decisione sbagliata o ritardata di una frazione di secondo, può costare un goal subito?
Che ne sanno loro delle amicizie che nascono a fine partita con le punte avversarie che hai picchiato selvaggiamente per tutti i 90 minuti?
Che ne sanno loro, pieni di poster dei grandi attaccanti e di raccolte di video su numeri circensi e goal spettacolari, che cosa significhi studiare i movimenti di un difensore centrale con e senza palla?
Che ne sanno loro di cosa si prova quando con la gamba raschiata da un intervento in scivolata, si torna a correre come niente fosse successo e si fanno altre scivolate incuranti delle lievi ferite riportate?
Che ne sanno loro di cosa si prova all’88’, quando sopra di un goal sai che dovrai aiutare la squadra con le unghie con i denti allo stremo delle forze?
Che ne sanno loro di cosa vuol dire aver avuto come idolo e modello da seguire Alessandro Nesta?
Alessandro Nesta, una vita da difensore. Una vita da Campione. Senza di lui il Milan non sarà più lo stesso, senza di lui il calcio italiano non sarà più lo stesso, senza di lui fare il difensore non sarà più lo stesso. Per quello che mi riguarda vorrei che la numero 13 fosse ritirata per sempre. Come quella di Baresi. Come quella di Maldini.
Una vita da difensore è qualcosa che non può essere spiegata. Solo i difensori possono capire. A loro in particolare dedico questo post.
7 commenti
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post da applausi
quando andavo a scuola calcio, dovevamo scegliere il numero di maglia personalaizzato, c’erano a disposizione tutti i numeri che di solito vanno ai difensori e toccava a me scegliere , scelsi il 13 e qualcuno mi prendeva anche in giro non capendone il motivo…
quando salii a 13 anni per la prima volta a vedere una partita del milan comprai la maglia di alessandro, cosi mentre tutti avevano le maglie di ronaldo, vieri, nedved o del piero… io avevo quella di nesta….
bravo dna! bel post!
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Grazie ragazzi. sapevo che avrete apprezzato il mio personale saluto a Nesta. Quanti ricordi con tempesta perfetta Nesta.
Io spero a questo punto nella conferma di Mexes. A me piace. Deve crescere nell’ attenzione, fisicamente è una bomba
ecco, anche per me mexes è un buon difensore
Sandro Magno Nesta il grande. In altro sritto su questo blog ho detto che Nesta è stato, nel suo ruolo di centrale difensivo, il Pelè dei difensori. Non è possibile tracciare paragoni co Paolo Maldini perché il figlio di Cesare è stato un difensore globale che ha gioocato in tutti i ruoli della difesa, era nato come terzino destro, ed ha terminato da centrale in coppia proprio con Sandro. La più forte coppia comparabile a quella formata da Baresi-Costacurta. Nello specifico concordo con l’autore del mirabile articolo su Sandro. Mi arrabbiai quando Arrigo Sacchi escluse Panucci per far posto in nazionale a Nesta. Non conoscevo l’allora difensore della Lazio. Visto giocare Sandro mi sono ricreduto ed idealmente ho chiesto scusa ad Arrigo. Mi piacciono i giocatori che sanno occupare tutti i ruoli della difesa e, come si diceva una volta, sanno ‘fluidificare’. Paolo in questo è stato superiore persino a Giacinto Facchetti. Comunque sia per chi ama il calcio e, bisognerebbe spiegarlo a Silvio, apprezza anche le giocate in fase difensiva, Sandro è stato certamente un incommensurabile protagonista nel suo ruolo. Naturalmente è stao anche un modello di serietà nello stile di vita che gli imponeva la professione. In allenamento, in campo e nei rapporti gerarchici con i propri compagni, Sandro è stato un tale esempio che forse varrebbe la pena di fargli scivere un decalodo da far imparare a memoria a Pato, El Sharaawy ed altri giovani di belle promesse che devono imparare cosa significa indossare la pesantissima casacca del Milan!
Ottimo post!
Anch’io quando giocavo seriamente ero difensore e mi piaceva un sacco. Ora che gioco solo con gli amici però gioco davanti per segnare. Ma se mi trovassi a fare una partita seria di un qualche torneo, tornerei subito dietro, le sensazioni che hai descritto tu sono eccezionali.