Genoa-Milan 1-0: la partita tattica

E pensare che una settimana fa, soprattutto nei primi 45 minuti, avevamo visto il miglior Milan della stagione , messo a confronto con quello di domenica non sembrano neanche la stessa squadra. Priva di spunti e in balia degli avversari, non riusciamo a dare continuità a quelle poche prestazioni degne di nota.

Come giustamente fatto notare da molti questa squadra infondo non ha alcun gioco, se non quello di ripartire, ammesso che l’avversario te lo permetta. Il Genoa ci ha costretto a giocare per l’intero arco della partita nella nostra trequarti, non dando la possibilità di andare in profondità nelle rare volte che recuperavamo la palla. Questo ci rende prevedibili, perchè non riusciamo  a cambiare modo di pensare a partita in corso, anche se era opportuno prendere precauzioni nell’allenamento pre-gara per studiare come contrastare il Genoa; ecco che il Milan si trova a non sapere combattere l’avversario che non sa affrontare.

Buona parte dei problemi risiede nella partenza dal primo minuto di Montolivo, che non era in condizione tenere il passo in questa partita, visto che gli avversari giocavano a un ritmo troppo elevato per lui. Lo si nota quando lui va a pressare il portatore di palla avversario (troppo morbido) e nella distanza che crea fra lui e De Jong (lasciato solo), ricordiamo per chi non lo sapesse che lui non è un play e va in notevole difficoltà se non appoggiato ai lati. Il centrocampo è un crocevia importante, e stiamo continuando a dargli poca importanza.

Continuiamo a prendere goal da calcio piazzato punto debole da sempre, in qualunque modo si scelga di difendere (a zona, o a uomo) siamo in costante pericolo, questo perchè il problema riguarda la marcatura, ovvero il modo di difendersi. In entrambi i casi, che si scelga di difender in un modo o nell’altro, si cerca di prendere il tempo all’avversario o di non farlo staccare, questo non avviene mai in area nostra, segno che a Milanello non vengono sottolineati tali errori.

Non anticipo niente sulle prossime due partite, ma vedo difficile che si sopperisca a tali problemi con Napoli e Roma, se continuano a essere evidenti contro squadre di caratura minore.

I migliori:

  • Bonaventura: l’unico che prova a far ripartire la squadra, ma è circondato dal niente

I peggiori:

  • Inzaghi: prepara malissimo la partita, perchè non pensa a come contrastare il dinamismo a centrocampo del Genoa. Male male.
  • Menez: so che in molti non la penseranno come me, ma a me piace dire quello che penso, e il suo modo di giocare crea problemi; non puoi giocare a testa bassa, per quanto la squadra possa non darti supporto (e lui essere un falso nueve), hai l’obbligo di far rialzare la squadra essendo il giocatore più avanzato. In definitiva, se continua a pensare da singolo, con lui davanti sarà difficile cambiare modo di giocare.
  • Honda: se qualcuno lo ha visto, chiamate Galliani che lo viene a prendere.

1 commento

  1. Si Mauro ma Menez poteva portare in vantaggio il Milan nell’unica azione dov’è riuscito a rubare palla a Fucka a centrocampo. Il pressing alto è mancato quasi totalmente a differenza, appunto, della partita con l’Udinese. Sarò un fissato ma io continuo a pensare che Essien garantisce più geometrie al centrocampo. Dovrebbe avere a fianco due ‘medianacci’ ma questi giocatori non ci sono ad esclusione di Muntari che è indisciplinato tatticamente. Poli non è un mediano e può giocare esterno basso o alto di destra. Bisogna eliminare le contaddizioni e decidere se far fare il play maker a Montolivo oppure a Essien. De Jong potrebbe fare il rubapalloni, alla Gattuso, mentre l’altro mediano potrebbe essere Muntari se solo decidesse di rispettare la disciplina tattica che esige il modulo 4-3-3. Al centro, soprattutto, se gioca De Jong, è indispensabile un punto di riferimento come Pazzini o Torres(se resuscita). Un esterno o punta vagante dietro quella principale che potrebbe essere Bonaventura o Menez. Le note dolens sono El Shaarawy e Honda perché se giocano come a Genova sono un peso morto per la squadra. Ritorniamo al vecchio dilemma del modulo. Il 4-3-3 non può prescindere da El Shaarawy e Honda. Ma questi due stanno dimostrando d’essere lontanissimi da una condizione accettabile per giocare nel Milan qualsivoglia modulo si applichi.

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