I fischi a Donnarumma ed il calcio del popolo bianconerazzurro

Ci risiamo. La nazionale ha giocato a San Siro e come già successo in Italia – Spagna gianluigi donnarumma, minuscole volute, si è trovato nuovamente vittima di fischi e i giornalisti con lo smoking bianco si sono sentiti in dovere di moralizzare e spiegare a tutti come si deve fare il tifo. Giornalisti che sono stati i primi a caricare la gara chiedendo di non fischiare il portiere – ottenendo ovviamente l’effetto contrario. Donnarumma non fu fischiato lo scorso anno quando a San Siro si giocò Italia – Inghilterra di Nations League, semplicemente perché i giornalisti non avevano caricato tale partita. Se proprio vogliamo dirlo era tutto preparato per poter poi dare la colpa ai tifosi del Milan in caso di mancato successo.

Donnarumma non è nemmeno il primo giocatore della nazionale ad essere fischiato nella storia recente – toccò a Bonucci a giugno 2018 al termine della stagione in cui si trasferì al Milan, prima di tornare alla Juventus. Nessun giornalista osò sollevare questioni sul pubblico pagante bianconero che legittimamente fischiò un giocatore che tradì la propria maglia. Se in fondo vogliamo dirlo, il problema non è che si fischi un giocatore della nazionale, il problema sono i tifosi del Milan ai quali questo non può essere permesso.

Il vicedirettore di Sportmediaset
Il vicedirettore di Sportmediaset (RT poi rimosso)

I giornalisti che difendono donnarumma sono spesso simpatizzanti di Juventus ed Inter – non ultimo il vicedirettore di sportmediaset che spara il solito pippone moralista indossando lo smoking bianco spiegandoci col ditino perché alcuni tifosi non possono esercitare un diritto che ha pagato. I giornalisti in fondo sono gli stessi che pochi giorni fa hanno legittimamente attaccato Roberto Mancini per aver mollato la nazionale in medias res per andare a prendere i soldi arabi. Insomma, Mancini una scelta di soldi non può farla, Donnarumma sì.

Come ho scritto oggi su twitter i giornalisti sportivi dovrebbero avere ben visibile la squadra per cui tifano quando forniscono opinioni di questo genere – perché le lezioni di tifo da chi approfitta di una tribuna neutrale per fare il tifoso non le accetto. E nessuno dovrebbe accettarle. Ai signori giornalai non è chiaro, in fondo, che Donnarumma ha fatto uno dei gesti più brutti per chi ha una idea di calcio con dei valori – quello di lasciare a zero euro una squadra che gli ha dato tutto, che lo pagava 6 milioni l’anno e che si era accollato anche un fratello dai discutibili valori tecnici ad un milione l’anno.

I tifosi fischiano questo, fischiano questa idea di calcio ed è una idea che mi pare di capire che ai tempi della superlega non piaceva nemmeno a loro. Donnarumma è e sarà sempre marchiato quando metterà piede a Milano per quello che ha fatto – e lo sarà ad esempio in modo tale che nessuno osi più fare una cosa del genere senza assumersene le conseguenze.

Alla fine, in fondo, si tratta di questo. Conseguenze. C’è chi le accetta, come Bonucci o come Ibrahimovic quando cambia squadra. C’è chi piagnucola e scrive agli amici giornalisti, magari tramite procuratore. Poi c’è solamente chi è in malafede e moralizza con la sciarpa bianconera o nerazzurra addosso, magari attaccando Skriniar per la stessa scelta fino a qualche mese fa.

I fischi non certificano, quindi, quanto sia maleducato il pubblico del Milan – semmai quanto sia in malafede o prezzolata certa stampa e come chi dovrebbe difendere il sistema sia il primo a non aver mai mosso un dito quando i valori di quel sistema venivano a cadere allontanando appassionati.

Su Donnarumma – cari giornalai – non vi siete mai mossi, non lo avete mai incalzato per tempo quando nicchiava, eravate lì a sperare che se ne andasse e lo avete giustificato fino all’ultimo. Ora, anche voi, accettate le conseguenze delle vostre azioni. Mostrate un po’ di dignità e state zitti, in silenzio, a rosicare. Come dopo il gol di Rodri il 10 giugno.