32 gol e 19 assist. Hakimi e Lukaku. Sono questi i numeri di due giocatori che l’Inter, tampone d’Italia 2021/22, ha dovuto cedere sul mercato estivo. Li ha dovuti cedere per un bilancio che era ben noto da mesi, era noto addirittura dal campionato in corso e recitava 800 milioni di debiti. Così come era noto che parte di questi debiti erano verso Real Madrid e Manchester United proprio perché parte dei cartellini di questi due giocatori non era mai stata pagata.
Al 7 di Agosto Hakimi è un giocatore del Real Madrid e Lukaku sta per diventare un giocatore del Chelsea. La squadra tampone d’Italia 2021/22 abdica ancora prima di cominciare il campionato e consegna il titolo alla Juventus di Allegri. Ci sarebbe da festeggiare in altre circostanze perché di fatto l’Inter sta rivivendo quello che abbiamo vissuto noi al termine dell’estate 2011/12 e noi per primi sappiamo anche quanto ci abbiamo messo per venirne fuori.
La mera cronaca del mercato tuttavia conferma quanto sapevamo, ovvero che l’Inter non avrebbe dovuto vincere il campionato. Il calcio italiano ha preferito nascondere la polvere sotto il tappeto per proseguire verso una regolarità del torneo che regolare non è stato. I problemi dell’Inter, infatti, nascono nel 2018/19 quando per uscire dal FFP si pensa di aggiungere a bilancio dei ricavi di presunti sponsor dalla Cina. Nei ricavi, loro, superano anche la Juventus pluricampione d’Italia e nessuno si fa due domande. Quei soldi sono stati investiti ma non arrivano mai.
Non si fa due domande la FIGC, non si fa due domande la UEFA. Poi arrivano gli stipendi in ritardo – colpa del covid. Arriva il 31 marzo, limite per le licenze UEFA, tutto a posto. I punti dell’Inter li prende il Livorno, unica squadra in Italia penalizzata per il mancato pagamento stipendi. Finisce il campionato e Suning rilancia l’impegno salvo smobilitare poco dopo nel totale silenzio di una informazione sempre più faziosa e sempre più schierata in orbita bianconerazzurra.
Mentre si parla di Donnarumma Conte scappa e viene fatto passare come un pazzo. Arriva Calhanoglu, scarto del Milan, che improvvisamente diventa un top player a certificazione del progetto di crescita nerazzurro. Hakimi scappa, è una cessione una tantum. Di Lukaku se ne parla ormai da un mese in Inghilterra come alternativa per il Chelsea se non fossero riusciti a prendere Haaland. Da Marotta arrivano presumibilmente precisi ordini alle redazioni di non parlarne e la notizia esce solo quando la cessione è praticamente fatta.
Lukaku è per l’Inter quello che è stato per noi Ibrahimovic nel 2010/11: la differenza tra lo scudo e il quarto posto. Basti pensare, ad esempio, tutte le partite dove l’Inter di Conte – non certo l’emblema del bel gioco – l’ha potuta risolvere solamente grazie ad una spizzata del belga. Inesistente in Europa e dove conta Lukaku è uno di quei giocatori che in Serie A, contro il Genoa o il Verona di turno, pesano e pesano tantissimo per la fisicità in area mischiata alla tecnica. L’Inter lo rimpiazzerà forse con Zapata – che è un giocatore da campo aperto. Per dire, sicuri che un Giroud sia peggiore in A per una squadra come l’Inter?
Dovremmo forse essere contenti di quanto successo? Assolutamente no. Quanto sta accadendo non fa altro che confermare come ci abbiano scippato un titolo – o perlomeno come nella scorsa serie A le regole non siano state uguali per tutti. Rimane la parziale soddisfazione dopo aver atteso sulla riva del fiume di vedere il cadavere passare. Al Milan spetterà invece il compito di vigilare per un sistema più corretto, equo e rispettoso di chi segue le regole che al momento manca.
Vigilare sui giornalisti, invece, non si può fare – lasciamo a voi il compito di giudicare chi ha nascosto, mistificato e tradito il giuramento all’ordine in una delle più grandi disinformazioni della storia del calcio italiano. Per questi leccaculo, solo eterna vergogna.