Se ne va anche l’ultimo mercante

E’ inutile che vi dica quanto sono contento di liberarmi di quella zavorra, quell’indegno, quell’inconsistente che indossava la maglia numero 10. Uno che sulla base di 3 mesi buoni in due anni ha avuto il coraggio di chiedere un aumento e ha rifiutato ogni offerta fino al rinnovo. Lo dico qua, lo dico ora: il Milan ha fatto un grave errore: non spedirlo immediatamente in tribuna al momento dell’ultimo rifiuto a Gennaio. Peraltro, i risultati sul campo, ne avrebbero beneficiato.

Calhanoglu non vale 4 milioni, non ne vale nemmeno 3. L’Inter gliene darà 5 (non si sa quando, però, visti i tempi) perché era con l’acqua alla gola dopo il caso Eriksen. Praticamente questo per trovare il contratto che voleva ha avuto bisogno che un collega rischiasse di morire. Marotta, che sa bene che la situazione dell’Inter è oltre il critico, è partito con l’operazione candeggio con gli amici nei media (fino a due giorni fa era inguardabile) e fare lo sgarbo (ma quale sgarbo) al Milan è sembrata l’occasione migliore per tenere a bada quei primati scarsamente normodotati che contraddicono la tifoseria nerazzurra.

Dalla parte giusta della barricata invece c’è finalmente soddisfazione. Soddisfazione perché ci liberiamo di un personaggio vergognoso che ha messo sempre sé stesso sopra ogni cosa. Potevamo già capirlo durante la lite con Ibrahimovic col Sassuolo o mille altri episodi. Il solo richiedere quella cifra era vergognoso. Considerato il finale di stagione (quasi faceva fare il 2-1 al Toro) c’è da chiedersi se ha giocato con noi o contro di noi.

Liberandoci di Calhanoglu ci liberiamo anche di un fan club in malafede, vergognoso oltre ogni limite legato a questo giocatore per riconoscenza all’ex direttore sportivo che ha lasciato macerie ad Elliott su cui era molto difficile ricostruire. Calhanoglu era il simbolo della mediocrità del Milan fuori dalla Champions, un giocatore normalissimo esaltato come fosse un fuoriclasse e che non è mai riuscito ad incidere come le sue groupié propagandavano sui social. Ora diventerà il simbolo della mediocrità dell’Inter (anche se la mediocrità dell’Inter è la sua stessa storia) che visti i problemi economici si sta preparando allo smantellamento.

Per lui e Donnarumma rimane però il giudizio umano sopra quello professionale. C’è modo e modo di andare via, l’uomo vero saluta i tifosi e si assume la responsabilità andando davanti alle telecamere, il mezz’uomo scappa via dalla porta di servizio a stagione finita come un ladro. E’ necessario estirpare queste mele marce per fondare un gruppo vincente, un gruppo dove il gruppo venga prima del singolo, un gruppo dove non ci nasconda dietro il procuratore ma si decide in prima persona – e farlo al più presto.

Il Milan sostituirà Calhanoglu con Diaz – come peraltro aveva già fatto nelle ultime partite dove l’ameba turca giocava più come un 8 largo che come un 10. Non c’è tutta questa fretta come invece è stato per Maignan. Non credo che saremo più deboli, credo, sicuramente, che saremo più liberi.

A MAI PIU’ RIVEDERCI, VOI E CHI VI TIFAVA.

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