Un altro mercato del pesce

Vendesi. Potremmo riassumerlo così il mercato di Gennaio 2020. Nessun progetto sportivo, nessuna programmazione, niente di niente di niente. Cartellini “in vendita” e riduzione dei costi a bilancio il più possibile – accade così che Suso, quello che non aveva offerte, viene venduto (svenduto) in 15 giorni ad una squadra migliore del Milan (e probabilmente sarà l’unico milanista a giocare la Champions League il prossimo anno) e lo stesso succede per Piatek e Rodriguez. Kessie, Calhanoglu e gli altri che invece nonostante fossero sul mercato non li vuole nemmeno la famiglia e quindi rimangono al Milan – si parte con la formazione attuale e si tira a campare fino a giugno.

Il Milan chiude la sessione di riparazione con una sola prima punta – Ibrahimovic – di 39 anni. Chiude senza risolvere i due problemi principali della squadra ovvero un centrocampista dai piedi buoni e un terzino destro che sia perlomeno normodotato (grandi esibizioni di Tonti nelle ultime partite). Chiude con una squadra che la prossima stagione sarà totalmente da ricostruire da zero con i conseguenti tempi di adattamento dei giocatori. L’errore è principale è però stato a monte: non prendere Spalletti e non iniziare a gettare alcuna base per il futuro – il mercato di Gennaio è solo una conseguenza del tirare a campare di Elliott (o di chi è il vero proprietario del Milan tramite Elliott – chiedetevi questo) fino alla cessione.

Partiamo dal dente avvelenato: Suso. Lasciando stare la pochezza intellettuale di tifosi che hanno definito ‘una merda‘ il miglior giocatore del Milan degli ultimi due campionati – per i quali speriamo che (mi autocensuro che è meglio) insieme ai diffamatori da screenshoot – è evidente che se al Milan si abbandona un giocatore al primo periodo di flessione abbiamo un problema. Vale per Suso, vale per Piatek, vale per Paquetà che sono tre titolari di una squadra arrivata ad un punto dal 4° posto, senza gioco, con un tecnico mediocre. Facciamo un esempio: nel 2002/03 Shevchenko ebbe una flessione e a Gennaio segnò la miseria di 5 gol – 3 in campionato e 2 in Champions League. Quello fu l’anno di Inzaghi che segnò 30 gol in stagione e ci portò a vincere tutto – ma nessuno pensò mai di vendere Shevchenko.

E’ vergognoso che nessuno abbia mai preso una posizione su Suso che era patrimonio tecnico da tutelare così come lo è Paquetà. E’ vergognoso che sia stato venduto sull’onda di una cessione mafiosa chiesta da quella parte sporca dei tifosi che non ha mai sopportato la vecchia gestione. Non occorre essere degli indovini per capire che tra 2 mesi il metodo Boffo sarà applicato a Bonaventura in scadenza così come basta avere un numero dispari di neuroni inferiore a 2 per pensare che certe uscite di certi servi della mirabellese in occasione della vendita di Suso e della trimestrale buona partita di Calhanoglu ci fanno capire quanto il vero virus da debellare – a qualunque costo – sia e resti nel tifo (ma veramente: non vi fate schifo ragazzi? Un po’ di dignità, di indipendenza intellettuale, di amor proprio… ma capisco che ormai si debbano portare avanti le veline di anni fa). D’altronde basta vedere la corsa alla 104 per un commento di Peppe di Stefano sul profilo di Suso per capirlo (lasciando stare le accuse di essere una talpa che puntualmente escono come se oggi fosse vergognoso fare uscire qualcosa dallo spogliatoio, cosa che succede con tutti i giocatori di tutte le squadre, ognuno coi suoi giornalisti di riferimento…)

Il Milan esce affidandosi al fatto che da qua alla fine Rebic non sia quello dei primi sei mesi e che Ibrahimovic riesca ad arrivare a fine stagione – sopravvalutando una sequela di vittorie fortunose all’ultimo minuto (con il Torino abbiamo dominato solamente nei supplementari, raggiunti grazie ad un tiro deviato in un momento in cui – tra l’altro – era meglio uscire visto che contro la Juventus saranno solo energie sprecate). Come finirà? Con un copione già visto con la sconfitta nel derby ed il calo fisico tra un mesetto verso marzo-aprile, poi il solito colpo di coda che servirà a poco. Se arriverà l’Europa League con questa squadra sarà grasso che cola. Credo tuttavia che il tentativo di andare oltre il 4-3-3 sia un giusto progetto da perseguire e che in questo frangente si siano visti momenti di calcio che lo scorso anno mancavano.

Quello che mi spaventa di più è sicuramente il futuro – questa stagione la dirigenza l’ha palesemente dichiarata di transizione quindi non capiamo perché dovremmo prenderla sul serio noi. Dopo questa stagione però o si risorge o c’è il baratro a partire dal rinnovo di Donnarumma che al momento è il portiere della Juventus per la stagione 2020/21. Lo è perché il Milan di Elliott non può permettersi 6 milioni di Euro annui in regime di FFP, lo è perché Raiola non vuole giustamente lasciare qua il giocatore in accordo con i marpioni di Vinovo i quali hanno già iniziato il solito protocollo di parlare con giocatore e procuratore per far rifiutare ogni rinnovo, scavalcare gli altri, mettere la proprietaria del cartellino alle spalle e prenderlo a zero o – come in questo caso – a prezzo di saldo in scadenza. Non si torna grandi con Elliott, non si torna grandi col player-trading e basta ma si torna grandi prima di tutto aumentando i ricavi tramite sponsor ed iniettando liquidità nella società. Di cessioni con plusvalenze, tra l’altro, ne faremo forse una sola – quella di Suso – che è stato l’unico ad essere venduto a più del prezzo di acquisto e ad una squadra del giro Champions League negli ultimi anni, partendo da zero. Merce rara, quindi, non normalità.

L’unica possibilità per il Milan di tornare ad essere perlomeno una squadra decente passa inevitabilmente dalla cessione della squadra. In questo caso e solo in questo caso – di fronte ad un progetto convincente – Donnarumma potrebbe restare. Il mercato attuale sembra andare in questa direzione con una riduzione dei costi come fu nel 2016/17 in modo tale che il nuovo allenatore (o dovremo dire vecchio allenatore, vero Massimiliano?) possa costruire la sua squadra con discreta libertà. Il vero problema della cosa è che ancora una volta il Milan potrebbe trovarsi all’anno zero al 1° di luglio perdendo di nuovo tempo a trovare un gioco ed una quadra, vendendo interpreti e acquistandone altri senza mai puntare su un giocatore lasciandogli il tempo di ambientarsi in un modulo a lui adatto. Da qua al 1° luglio si deve capire chi è l’allenatore, chi è la prima punta del prossimo anno e come si metterà nelle condizioni di fare gol la prima punta. E’ l’unico modo per costruire una squadra che possa poi arrivare nelle prime 4 posizioni – possibilmente con dei giocatori adatti.

Il campionato continuo a considerarlo andato e non mi faccio troppe aspettative ed è giusto che non se ne facciano nemmeno i tifosi. Tocca purtroppo sperare che lo vincano Inter o Lazio che stanno facendo una battaglia per tutto il calcio italiano visto che un non-titolo potrebbe iniziare a far scricchiolare quel castello di carte chiamato Juve anche a nostro vantaggio in futuro. Un futuro in cui a noi serve un compratore, qualcuno che sappia fare mercato (Maldini tra l’altro come già detto è stato delegittimato, a Gennaio ha operato Boban – grazie Paolo per Giampaolo eh, di niente, ci hai rovinato la stagione) e un ds-osservatore che possa fare un paio di colpi. Ma solamente verso giugno scopriremo se il tunnel avrà una via d’uscita o se toccato il fondo si continuerà a scavare.

P.s. a Luglio nominai tre miei eredi su Twitter. Dopo sei mesi è tempo di fare una scelta e nomino quindi mio rappresentante in terra (ovvero Twitter), Marcoverduz. Gli altri due, ovvero Sseba e Pirichello opereranno da suoi vice.

P.p.s. il 30 giugno scadrà il contratto di Biglia. Stavolta festeggerò io. Anche quest’anno – come lo scorso anno – lo ringraziamo di aver rinforzato la squadra col proprio infortunio.