ll caso Suso e l’ennesima, certificata, malafede dei tifosotti rossoneri

Ah, senza Suso ora si vince“. Diciamocelo. Quanti non aspettavano altro di poterlo scrivere negli ultimi giorni? Quanti servi della mirabellese e vedove del salsicciaro non aspettavano altro di uscire dalla loro fogna dove vivono ogni minuto della loro inutile vita togliendo ossigeno al pianeta? Purtroppo ogni tanto tocca riportare sulla terra il gregge dall’ignoranza che lo contraddistingue e mettere due cose in chiaro.

Punto primo: il Milan giocava 4-3-3 perché quello era il modulo che valorizzava il più forte giocatore di movimento prima dell’arrivo di Zlatan Ibrahimovic, che era appunto Suso. Arrivato Ibrahimovic, come ho già detto il primo di Gennaio, si passa a due punte perché questo è il modulo che valorizza meglio di tutti il più forte giocatore di movimento attuale del Milan che ora è appunto lo svedese. 

Da un lato quindi, finalmente, si parte a costruire la squadra intorno al centravanti come si dovrebbe fare e come nessuno a partire da Mirabelli ha fatto. Dall’altro non so quanto valga la pena iniziare a costruire qualcosa su un giocatore che tra sei mesi potrebbe essere di nuovo altrove e che è venuto per portare punti verso un traguardo non ben definito: cosa cambia se il Milan fa 35 punti nel girone di ritorno? Andiamo in Europa League? Ci vogliamo andare? 

In tutto questo i soliti cantori del ritardo, i detentori della 104, i fancazzisti da reddito di cittadinanza che per anni hanno criticato Suso, uno che lo scorso anno per Whoscored è stato il miglior esterno della Serie A con 10 assist hanno potuto finalmente sfogare la loro rabbia e frustrazione per il fallimento del loro idolo Mirabelli che doveva dimostrare come si gestiva un club con la brogrammazione e la sghiena dridda dopo aver diffamato per anni ed anni inventandosi mazzette a destra e a manca.

C’era un problema tattico nel 4-3-3. Certamente c’era un problema tattico ed il problema tattico stava nei due esterni con caratteristiche troppo simili. Il primo, Suso, ha fatto 125 presenze con 21 gol e 25 assist – il secondo, il giocatore più indegno ad aver indossato la 10, ha fatto 11 gol e 12 assist in 85 presenze. Bastava la licenza elementare per capire che nel 4-3-3 il problema non era Suso ma il problema al massimo era Calhanoglu. Purtroppo il modulo non prevedeva ricambi né per l’uno, né per l’altro – il problema è che Calhanoglu fa parte della mirabellese e d’altronde c’è anche chi aveva ricevuto veline per elogiarlo al posto dello spagnolo, l’altro rappresenta la gestione Berlusconi-Galliani, rappresenta il fatto che con 500mila euro si può prendere un giocatore migliore di quelli costati 250 milioni. Se dietro Romagnoli questi disagiati della vita si erano nascosti dietro il “lo voleva Mihajlovic” e dietro Donnarumma “è merito di Bianchessi/settore giovanile” su Suso non c’erano scuse.

Suso è/era pericoloso per la loro propaganda “quelli di prima erano incapaci” che poi dopo che quelli che sono arrivati dopo si sono dimostrati veramente incapaci è diventata “io sono milanista, per me non c’è differenza, tifo tutto allo stesso modo“. Ecco, dal cuore, se per te tra Galliani e Mirabelli non c’è differenza, non sei Milanista, sei solo un povero cog**one. Lasciando stare gli elogi a Castillejo, come se non fosse il giocatore discontinuo arrivato l’anno scorso che ti fa due partite buone sparendo per tre mesi e a Rebic, altrettando discontinuo, che peraltro giocava pure dall’altro lato del campo (ma come già detto, Calhanoglu non si può discutere perché lo ha portato il badrone) il grosso problema è chi critica che non è credibile.

Non è credibile perché chi critica, come già accaduto ai tempi per Montolivo (quando si è elogiato prima Locatelli e poi Biglia e alla fine non valevano la sua gamba destra, però abbiamo speso 37 milioni per compiacere quattro stronzi che facevano casino fuori milanello prendendo il kapitanoh dell’argentinah, e Lotito ancora si frega le mani…), non aspetta altro che sottolineare il primo errore – ma solo per quelli che lui deve sradicare dalla squadra. Non è credibile perché lo faceva anche negli ultimi due anni dove era tra i migliori giocatore del campionato per rendimento. I fischi di San Siro sono purtroppo ancora figli di una incredibile orientamento di coscienze tra il tifo che deve sparire, lo stesso che con Montella mentre eravamo nelle prime 3 portava 30mila persone allo stadio e ora che facciamo ridere ne porta 60-70mila. Dov’erano quei 40mila prima? A rosicare al gol di Mexes a Siena?

D’altronde ora solo perché c’è Suso fuori col 4-4-2 abbiamo risolto tutti i nostri problemi no? Lo stesso 4-4-2 visto lo scorso anno con Sampdoria-Udinese, due vittorie di fila, poi riproposto con Torino e Bologna e zero gol segnati in due partite? Non è nuovo negli ultimi anni un cambio di modulo che inizialmente funziona e poi dopo un paio di partite non più, o sbaglio? Se poi a Castillejo e Rebic basta una partita per essere rivalutati al posto dell’odiato Suso (non per quanto visto in campo, ma per chi lo ha preso) allora eccoci, nuovamente, alla malafede di fondo di chi non può accettare di aver combattuto per anni una battaglia contro i mulini a vento ed essere passato dalla padella alla brace.

I freddi numeri ci dicono che nessun giocatore in campionato ha fatto più di due assist e che Suso è il giocatore con più key-passes in media (2,6) ed il secondo è Theo Hernandez (1,1). Ci diranno che questo 4-4-2 non durerà e che qualcuno si è illuso troppo presto per un rimpallo con un Cagliari che ne ha perse 4 di fila, una gita della Spal in Coppa Italia che ci ha lasciato praterie ed una giocata al 90° con l’Udinese dove il migliore in campo è stato il nostro portiere (?). Nella stessa Coppa Italia, nei minuti finali, si è sottolineato l’errore di Suso al volo sottoporta (non facile) invece del facilissimo gol divorato da Rebic dopo l’assist da metà campo dello spagnolo. Appunto, malafede.

Suso ci servirà quando finirà il momento di grazia di Castillejo e Rebic perché una rondine non fa primavera. Così come ci servirà Piatek su cui sarebbe meglio cercare di costruire, anche in un modulo diverso, qualcosa che duri. Ci si dimentica presto che Ibra durerà poco, che le due migliori partite del Milan sono quelle di Parma e soprattutto Bologna con un 4-3-3 ed una punta che non sta sola là davanti come faceva il polacco e che Castillejo e Rebic non hanno debuttato in maglia rossonera contro l’Udinese. 

In un momento in cui il campionato è compromesso (perché in Champions League non ci andremo) l’obiettivo deve essere costruire le basi per il futuro (quelle vere, non quelle di Mirabelli) soprattutto con un impianto di gioco, quello che non ha lasciato Gattuso col suo tutti dietro e speriamo che Piatek segni qualche palla scodellata in area. Non era un mistero che il miracolo lo scorso anno lo avesse fatto Bakayoko – visto il rendimento del genietto che pensava di essere meglio di Ancelotti a Napoli è quasi una certezza. Tornando a noi, il 4-4-2 è un inizio ma va cercato un modulo ed un modello di gioco per la prossima stagione coi titolari della prossima stagione. Non si possono perdere ogni volta mesi in costruzione della squadra.

Due cosette sulla società: il caso Arnault su cui c’ero in parte cascato puzza parecchio. In primis perché LMVH essendo quotato in borsa è tenuto a comunicare la trattativa, in secondo luogo perché come ha evidenziato Festa la trattativa è più mediatica che realistica – la sensazione è che si stia cercando di stanare/far rialzare l’offerta del vero compratore. La seconda è puramente interna e come avrete capito il mercato di gennaio è orientato in primis alla riduzione dei costi in bilancio – la novità è che dopo il caso Giampaolo Maldini (che non voleva Ibra) è stato praticamente messo sotto tutoraggio di Boban che sta avendo maggior potere decisionale. A livello tattico quasi poco importa chi entra o esce, basta che l’operazione abbia segno positivo. Di una cosa sono però certo: se Suso dovesse essere venduto, in caso ci giochi e ci segni contro, esulterò alla faccia degli avvelenatori di pozzi e dei tifosi col dente avvelenato verso chi ha fatto la storia del Milan. Così come esulto ad ogni cessione degli indecenti, inadatti, inadeguati, inabili calciatori della Mirabellese a partire dall’inadeguato con la 10 protetto e coccolato col solo merito di essere stato comprato dal DS ‘giusto’. Quello che regalava gli accrediti ai giornalisti amici.

2 commenti

    • franco battaglia il 31 Gennaio 2020 alle 21:27

    A me non frega nulla a quale scuderia appartenga Suso, è stato per mesi inamovibile nonostante la sua persistente inutilità. Così come ora non stravedo per UNA partita decente di Rebic, mentre Castillejo lo avrei fatto giocare da mesi… sai anche che sono stato anche un fermo estimatore di Montolivo, e di Caldara che appena trasferito gioca regolarmente mentre da noi risultava infortunato…
    in parole povere sono tanti i misteri in seno a questa bizzarra società… spero solo che le cose vadano meglio, ora, perché c’è sempre e solo il Milan, aldilà di ogni sterile polemica…

    • Eravamo_belli_come_il_sole il 31 Gennaio 2020 alle 21:27

    Io questa guerra tra tifosi non riesco a capirla e ancora meno ad accettarla. Scannarsi o addirittura arrivare a tifare contro per sostenere ciascuno le proprie ragioni mi sembra stupido se non imbecille. Tifiamo il Milan o i personaggi? Criticare, contestare, ma sperare che la tua squadra perda solo perché il tuo idolo non gioca mi sembra troppo. Si, è imbecille.
    Questo Milan purtroppo è così perché chi ci ha portato sul tetto del mondo ad un certo punto, per tanti motivi, ci ha costretto a finire dove siamo finiti. Al contrario di tanti non riesco ad insultarlo, perché la riconoscenza resta, ma oggettivamente è un bel pezzo che mastichiamo amaro.
    Tifosi evoluti, non evoluti, servi della mirabellese e vedove del salsicciaro, chi cazzo se ne frega? Di Suso, Montolivo o Calhanoglu non me ne frega un cazzo. Conta il Milan, solo il Milan, sempre il Milan.

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