La UEFA passa alle cose formali: Mirabelli e Fassone i peggiori acquisti della scorsa stagione

Alla fine la stangata è arrivata e con essa la più grande macchia nera dai tempi della Serie B. Il Milan non giocherà l’Europa League 2018/19 conquistata sul campo e non la giocherà – ufficialmente per “colpa delle violazioni del FFP dal 2014 al 2017” – meno formalmente per le incertezze sul rifinanziamento del debito. Lo stesso rifinanziamento che Fassone aveva annunciato più volte “entro dicembre” / “a febbraio” / “in primavera” e che è stato causa del rifiuto del settelment agreement. In attesa che le motivazioni confermino di essere in linea coi rifiuti precedenti appare chiaro che la responsabilità non può essere imputabile al solo ammontare del passivo: Galatasaray, Inter e Roma sono state ammesse al Settlement con passivi ben più elevati di quello dei rossoneri. A chi sa leggere e ripetere ma non scrivere qualcosa di proprio pugno il tentativo di spiegarci perché.

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Come già accaduto in passato le truppe Fassoniane hanno preso la questione di petto cercando di svincolare da ogni responsabilità l’AD dei miracoli (in effetti essere silurato da Juventus, Napoli ed Inter è un miracolo) e hanno cercato di attribuire le colpe a Berlusconi. C’è un fatto che però viene ignorato ovvero che il Milan ha scelto la strada del rischio nel momento in cui ha fatto lo scorso mercato esponendosi ed aumentando il proprio indebitamento. Le regole del FFP infatti prevedono la possibilità di essere sanzionati e non esclusi se si presentano piani credibili di rientro dal debito accumulato e capacità di sostenerlo.

Il Milan è stato escluso perché ad oggi il Milan non solo non è stato in grado di presentare piani credibili ma nemmeno di far fronte al debito. I piani di Fassone coi soldi che piovono dalla Cina ormai li sapete tutti, la notizia è l’insolvenza di Li per quei 32 milioni necessari iscriversi alla serie A – insolvenza provata dal fatto che è subentrato Elliott che non è oggetto di valutazione. In sostanza a Fininvest si può attribuire solamente la colpa del deferimento alla UEFA – “colpa” che condivide qualsiasi club rientrato nelle coppe dopo un periodo di difficoltà: la mancata concessione del settlement e la squalifica di un anno sono tutta farina del sacco di Marco Fassone e Yonghong Li.

Qua arriviamo alla scellerata gestione sportiva che credendo di “affrancarsi” non ha fatto altro che creare ulteriore danno spendendo 230 milioni nella sessione estiva, di cui molti a debito. Scellerata perché ha mostrato che il Milan non sta cercando di rientrare nel passivo, viceversa, ne sta creando ulteriore e con ulteriore debito. Scellerata anche perché degli acquisti se ne salvano pochi e gli ammortamenti ed ingaggi dei Biglia, Musacchio, Borini, Rodriguez, Kalinic e Silva rimangono sul groppone. Fassone e Mirabelli smettano di cercare di addossare le colpe alla passata gestione per compiacere i propri adepti: si guardino allo specchio alla ricerca dei responsabili di questa sentenza ed abbiano la dignità di rassegnare le proprie dimissioni.

Fassone ha fatto quello che ha saputo fare meglio in carriera: fallire e fallire miseramente. Le sue prese in giro durante la stagione non le dimenticheremo, così come non dimenticheremo la combriccola che improvvisamente ha avuto contatti con la società ed accessi privilegiati – una cosa mai vista nella storia di nessun club. Non dimenticheremo che mentre il Milan veniva distrutto qualcuno era al mare a fare la sagra della salsiccia e a lucrare con maglie e libri. Non dimenticheremo come è stata sradicata ogni forma di milanismo nella squadra e nella società e come sono state cacciate persone competenti per far posto agli ex amici dell’Inter di turno o ai massaggiatori del Cosenza ex-rende.

Questa società per compiacere una parte minoritaria e – se me lo consentite – demenziale di tifosi ha deciso di agire in maniera opposta a chi ha vinto tutto. E quando agisci in maniera opposta a chi ha vinto tutto non puoi fare altro che fallire miseramente. Non si convince la UEFA con le chiacchiere, con la trasparenza, con la schiena dritta e con le commissioni non pagate: si convince con piani di rientro e progetti solidi che l’AD dei debiti ovunque, sempre e comunque non è stato in grado di presentare. Siamo diventati il movimento 5 stelle delle squadre di calcio: una squadra comandata da gente inadeguata e poco capace che piace ai tifosi per una comunicazione distorta della realtà e dà la colpa di qualunque cosa a chi è venuto prima per nascondere la propria incapacità. Poi arriva il giorno in cui il teatrino non può più andare avanti e la realtà cade e si presenta inesorabile davanti agli occhi.

Io la UEFA oggi la ringrazio. La ringrazio perché ha fatto cadere uno dei più vergognosi recital in scena nell’ultimo anno dove si è fatto credere che il Milan fosse in preda ad un complotto internazionale quando era solamente in preda ad un amministratore delegato evidentemente non in grado di fare il proprio lavoro, ad un direttore sportivo con più chiacchiere che fatti e ad un presidente fantasma che non si è nemmeno degnato di andare una volta di fronte all’UEFA. La ringrazio perché la sentenza poteva essere molto più dura ma è stata una sentenza propedeutica ad un nuovo socio visto che ci lascia mani libere sui prossimi due mercati e la possibilità di avere nuovo la possibilità di chiedere un Voluntary Agreement.

Non ringrazio Yonghong Li che ci ha messo in questa situazione mentre molti codardamente continuano a dare la colpa a Berlusconi che evidentemente doveva prevedere che uno in grado di spendere 750 milioni fosse un pezzente. Non ringrazio chi ha trasformato il Milan in una combriccola di giocatori privi di attaccamento alla maglia e alla storia combattendo chi gia c’era come fosse un appestato. Questa sentenza è la giusta occasione per fare pulizia, stavolta per davvero, e ripartire da una proprietà seria e da un management competente. Non so se Elliott entrerà oggi, questo mese o ad ottobre ma so che arriverà come una scure inesorabile a cacciare i mercanti dal tempio. Solo quando arriverà quel giorno, solo quando Paolo come Ulisse tornerà a casa e farà piazza pulita dei proci che da troppo tempo infestano Itaca, solo quando si guarderà ai giocatori e non a chi li ha comprati il Milan tornerà ad essere il Milan.

Via i mercanti dal tempio.