Qualcuno volò sul nido del cuculo

A distanza di un anno e mezzo dall’intervista sul closing il nostro blog è lieto di ospitare nuovamente un pezzo di Gaetano Intrieri, docente all’università di Tor Vergata in Roma riguardo la cessione del Milan. Quanto segue nell’articolo – fonti e ricostruzioni comprese – sono quindi frutto del lavoro di Gaetano. Il nostro sito si limita semplicemente ad ospitare l’articolo – che rappresenta unicamente il suo pensiero – nella forma in cui gli è giunto.

E’ passato 1 anno dal giorno del cosiddetto “closing” e ancora oggi tanti sono gli interrogativi che è lecito porsi sulle modalità con cui Fininvest ha alienato la sua partecipazione in AC Milan SpA. Ho pensato così di analizzare i documenti disponibili per dare un modesto contributo nel chiarire alcuni misteri che ancora oggi avvolgono questa vicenda.

Ci tengo a precisare che quanto riportato in questo lavoro di analisi è tutto acclarato da documentazione per cui ho cercato di limitare quanto più possibile le considerazioni personali per focalizzare questo scritto sugli accadimenti acclarati che si sono rivelati essere determinati in questo misterioso atto di compravendita.

Quello che a me appare rilevante nel determinare le modalità di cessione e quindi venire a capo di come si è sviluppata, è la decodifica della struttura dell’operazione finanziaria e la finalità della complessa struttura societaria creata a supporto dell’acquisto di AC Milan.

Vi sono poi due ulteriori aspetti che rilevano se si vuol tentare almeno di chiarire parzialmente ciò che oggigiorno sta avvenendo all’interno della società AC Milan: analizzare il budget quinquennale proposto dal Dott. Fassone ed approvata dal CdA del Milan ed infine analizzare e determinare quale impatto ha avuto sui bilanci di Fininvest l’alienazione dell’asset AC Milan SpA.

La struttura dell’operazione finanziaria e l’architettura societaria

La società che formalmente ha acquistato il 99,93% delle azioni dell’AC Milan S.p.A. ovvero la Rossoneri Sport Investment Luxembourg risulta essere controllata interamente da un’altra società lussemburghese, la Rossoneri Champion Investment Luxembourg, la quale a sua volta risulta controllata interamente da una società costituita ad Hong Kong la Rossoneri Sport Investment Co. Ltd. Quest’ultima infine risulta essere detenuta dalla Rossoneri Advanced Co. Ltd con sede alle Isole Vergini. Ergo la catena di controllo del nostro Milan di fatto risiederebbe nei più rinomati paradisi fiscali del mondo. Il condizionale è d’obbligo in quanto le modalità con cui si è perfezionata la vendita dal notaio e le modalità con cui il Venture Capital Americano Elliott ha finanziato la holding Lussemburghese per l’acquisizione di AC Milan determinano l’impossibilità di definire una proprietà certa almeno a livello documentale. A tal proposito, su richiesta di evidenza dell’atto pubblico relativo alla cessione di AC Milan, lo studio del notaio Burani che secondo i media avrebbe stipulato l’atto di passaggio di proprietà, con mail a firma della sig.ra Eleonora Ceola risponde testualmente quanto segue: “L’acquisizione di AC Milan non è stata formalizzata mediante contratto stipulato per atto notarile. Essendosi proceduto mediante girate azionarie in proprietà, la sua richiesta non può essere soddisfatta”.

Ergo un operazione di 740 milioni di Euro viene definita con la semplice girata di azioni emesse in materialità ovvero azioni al portatore, che tradotto vuol dire le azioni sono di proprietà di chi le detiene e chi le detiene può essere chiunque, quindi di fatto non esiste un atto pubblico notarile che sancisce il passaggio delle azioni di AC Milan alla Rossoneri Lux. Chiariamoci subito, la cosa è formalmente legittima ovvero ciò che differenzia le due forme ammesse in Italia di società di capitali risiede proprio nel fatto che le Società per Azioni a differenza delle Società a Responsabilità Limitata consentono l’emissione in materialità dei certificati azionari e quindi il passaggio di azioni per girata del certificato stesso. Resta il fatto che questa procedura – ripeto – assolutamente legittima è di solito utilizzata per sfruttare la possibilità di detenere anche anonimamente azioni che per questo si definiscono al portatore.

Le modalità di finanziamento della Holding Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sarl

Ad Aprile del 2017 la Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sarl acquista da Fininvest il 99,93% delle azioni del Milan per un corrispettivo di 606 milioni di Euro, che risulta determinato dall’equity value, ovvero il valore pattuito per AC Milan al netto dei debiti, pari a 516 milioni di Euro a cui si sommano 90 milioni a titolo di rimborso per i versamenti in conto capitale erogati da Fininvest nel periodo Luglio 2016 – Aprile 2017 a copertura perdite.

Nello specifico, Fininvest incassa i 606 milioni secondo le seguenti modalità:

  • 15 milioni alla firma del preliminare di vendita ad Agosto 2016
  • 85 milioni a Settembre 2016
  • 100 milioni a Dicembre 2016 a titolo di ulteriore caparra cofirmataria a fronte della richiesta di parte acquirente di una delazione ad adempiere ovvero spostare da Dicembre 2016 a Marzo 2017 la data di perfezionamento dell’acquisizione.
  • 50 milioni a Marzo 2017 a titolo di ulteriore caparra a fronte di analoga richiesta di parte acquirente di una delazione ad adempiere ovvero ad ottenere ulteriori 30 gg di tempo per perfezionale l’operazione di acquisto.
  • 356 milioni di Euro vengono incassati da Fininvest ad Aprile 2017 di cui 266 milioni a saldo del corrispettivo per l’equity value e 90 milioni a titolo di rimborso dei versamenti in conto capitale a copertura delle perdite dell’esercizio 2016-2017.

Secondo quanto riferito dagli organi di stampa i pagamenti a titolo di caparra sono stati effettuati per conto della Sino Europe Investiment poi divenuta Rossoneri Lux da una società anonima off-shore denominata Willy Shine International Ltd con sede alle Isole Vergini e sempre gli organi di stampa ci riferiscono che la dote finanziaria per adempiere alle caparre viene concessa alla Willy Shine da un fondo Cinese denominato China Huarong Asset Management Ltd specializzato in distressed asset. Il particolare della specializzazione in distressed asset non è secondario, vedremo più avanti che entrerà in gioco in un altro fondo di questo genere a ben altre latitudini.

Circa i 356 milioni versati a Fininvest al perfezionamento della vendita gli organi di stampa ci fanno sapere che ci pensa in parte il Venture Capital americano Elliott che finanzia la Rossoneri Lux per circa 175 milioni di euro ad un tasso dell’11,5% e non solo, Elliott finanzia infatti anche lo stesso Milan sottoscrivendo per intero due emissioni obbligazionarie al tasso del 7,7% di AC Milan per complessivi 128 milioni di euro. Nello specifico vi è una prima obbligazione per Euro 73 milioni il cui corrispettivo in denaro viene integralmente girato a Fininvest a estinzione di un credito appostato alla voce finanziamento soci e che si era reso necessario per estinguere le esposizioni con le banche italiane ed una seconda obbligazione pari a 55 milioni di Euro che viene usata come leva finanziaria per le acquisizioni dei calciatori nel mercato estivo 2017 e che genera un indebitamento con un ratio di 1 a 4,5 circa.

Occorre qui specificare che estinguere le esposizioni bancarie non è stata una scelta per come lasciato intendere dal Dott Fassone nel suo discorso inaugurale ma un atto obbligatorio e necessario alla finalizzazione del trasferimento azionario. In Italia il TUF (Testo Unico Finanziario) impone agli istituti di credito di non concedere alcun forma di finanziamento a società di cui non si conosce con certezza l’identità del soggetto economico di riferimento.

Secondo quanto risulta acclarato da acclarati riscontri documentali, Elliott avrebbe finanziato la Holding Rossoneri Lux non in forma diretta, ma attraverso un veicolo denominato Project Redblack Sarl anch’esso di diritto lussemburghese che a sua volta risulta essere controllato da una holding anch’essa lussemburghese la Blue Skye Financial Partners operante nel Regno Unito e anch’essa specializzata in distressed assett e fondata da due italianissimi finanzieri napoletani: Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione.

Dalla consultazione dei documenti disponibili, si può agevolmente verificare che qualche giorno prima del perfezionamento dell’acquisizione di AC Milan l’assemblea della Project Redblack delibera l’emissione di tre differenti classi di azioni, deliberando inoltre un patto parasociale per cui le azioni di classe A garantiscono la maggioranza dei membri del CdA. A latere di questa delibera, le azioni di classe A vengono cedute a due holding schermate si tratta della King George Investment LLC e della Genio Investments LLC entrambi con sede nel Delaware. Per chi non lo sapesse il Delaware si trova negli Stati Uniti d’America ed è il paradiso fiscale più longevo della storia della finanza mondiale. In Delaware l’anonimato delle transazioni finanziarie e dei soggetti economici di riferimento delle società li costituite è più che garantito ed a prova di qualsiasi indagine e non è un caso che l’80% delle società anonime costituite nel mondo risiede in Delaware.

Quindi ad oggi, per tabula si evince che la provvista creata per finanziare l’ultima tranche dell’acquisto del Milan risiede in Delaware presso le due citate holding schermate che poi le stesse siano state intermediate da Elliott questo è certamente possibile, ma è chiaro che Elliott agisce su indicazione di qualcuno di cui è praticamente impossibile definire l’identità e che si trova dentro le due holding schermate in Delaware. Ecco quindi che abbiamo determinato che di fatto Elliott non è il finanziatore ma bensì un soggetto finanziario che ha intermediato il trasferimento dei circa 300 milioni di Euro che a titolo di finanziamento sono stati resi disponibili alla Rossoneri Lux per finalizzare l’acquisto e poi gestire le sorti del Milan.

Al fine di determinare l’assetto proprietario è opportuno evidenziare quali siano le covenant che garantiscono il finanziamento ovvero le garanzie concesse come collaterale del finanziamento fatto sia alla Rossonero Lux che al Milan. Tale garanzie sono descritte nella relazione sulla gestione 2017 di AC Milan ergo un documento ufficiale edito dagli stessi organi amministrativi e di controllo del Milan che ci informa che a fronte del finanziamento da 73 milioni di euro (emesso sotto forma di bond) sono state concesse le seguenti garanzie:

  1. atto di pegno sul cd. “conto corrente ricavi” aperto dalla Capogruppo presso Banca Popolare di Milano;
  2. atto di pegno sui diritti di proprietà intellettuale (in particolare, sui marchi) di proprietà della Capogruppo;
  3. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai vari contratti commerciali e di sponsorship stipulati dalla Capogruppo;
  4. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai contratti di “media” stipulati dalla Capogruppo;
  5. atto di cessione in garanzia dall’archivio immagini, dati, registrazioni e video fruibili e/o di proprietà della Capogruppo;
  6. atto di pegno sulla quota di proprietà della Capogruppo rappresentativa del 100% del capitale sociale di Milan Entertainment S.r.l.;
  7. atto di pegno sul cd. “conto corrente ricavi” aperto da Milan Entertainment Srl presso Banca Popolare di Milano;
  8. atto di cessione in garanzia dei crediti derivanti dai vari contratti commerciali e di sponsorship stipulati da Milan Entertainment S.r.l.

Come se tutto questo non bastasse, il finanziamento erogato alla holding Rossoneri Lux, ha come collaterale il pegno su tutte le azioni di AC Milan e a tal proposito è stata costituita dai finanziatori del Delaware una società sempre di diritto Lussemburghese, la Rossoneri Champion Investment Lux Sarl che oltre a supervisionare la gestione finanziaria del club e quindi di fatto controllarne e influenzarne la gestione è il veicolo designato ad incorporare le azioni di AC Milan qualora non venisse restituito il finanziamento erogato.

Per quanto sin qui esposto dall’analisi dei documenti disponibili risulta che ad Aprile 2017 si perfeziona il trasferimento di AC Milan da Fininvest ad altro soggetto attraverso un girata azionaria e senza atto pubblico e la provvista necessaria all’acquisizione viene erogata alla società acquirente attraverso due distinte catene di controllo, una che parte dal Lussemburgo e arriva alle Isole Vergini e che dovrebbe fare capo a Mr Li, ed un altra che partendo sempre dal Lussemburgo arriva in Delaware. Ad oggi e sino a quando non verrà restituito il finanziamento qualora anche Mr Li fosse il soggetto economico di riferimento della catena societaria che ci porta alle Isole Vergini di fatto la sua proprietà è del tutto teorica e la sua gestione è del tutto condizionata dalle stringenti clausole pretese dalla seconda catena societaria terminante in Delaware a fronte del finanziamento concesso. Ecco perché il dott. Fassone sta in tutti i modi cercando di rifinanziare il debito, rifinanziare il debito in altre parole significa comprarsi finalmente il Milan e quindi finalizzare l’operazione di acquisto sia pure a debito e significa inoltre trovare i 100 milioni di euro che servono per coprire le perdite 2017-2018 senza i quali il collegio sindacale sarà costretto ad intervenire in ottemperanza ai criteri di continuità aziendale.

Il Business Plan proposto dal management di AC Milan agli investitori

Veniamo adesso ad analizzare la gestione attuale, paragonando i dati a preventivo con i dati a consuntivo. Proprio una attenta comparazione dei dati può essere determinante nel definire le cause della crisi finanziaria in cui allo stato versa la società. Ed è proprio l’inattendibilità del budget quinquennale il vero scoglio che AC Milan si e trovato e si troverà ad affrontare con la UEFA per l’ottenimento del Voluntary Agreement.

Limitiamoci ad analizzare l’anno in corso ove vengono ad essere preventivati ricavi per 273 milioni di Euro a fronte di costi della gestione ordinaria a preventivo per 268 milioni di Euro e con un risultato stimato pari a 5 milioni di utile al netto degli ammortamenti gli interessi e le imposte.

Abbiamo quindi che l’attuale gestione preventiva un incremento del 36,7% dei costi operativi che salgono dai 196 milioni della gestione precedente ai 268 milioni preventivati. A fronte di questi maggiori costi il management preventiva un incremento dei ricavi di 77 milioni rispetto all’anno precedente, stimando ricavi per 90 milioni dal mercato Cinese. Ergo Fassone preventiva ricavi dalla Cina che neanche Barcellona, Real e Manchester United messi insieme riescono a generare. Chiunque abbia rudimenti minimi di macroeconomia sa perfettamente che i ricavi preventivati da Fassone dal mercato Cinese sarebbero stati impossibili da realizzare ed i motivi sono essenzialmente due:

  • le aziende Cinesi non hanno interesse ad espandersi verso i mercati esteri e quindi ad investire in comunicazione pubblicitaria su mercati esteri, in quanto hanno già un mercato interno di oltre 1 miliardo di individui, ci troviamo quindi di fronte ad una dimensione macroeconomica totalmente rivolta al proprio interno. La Cina nel mondo esporta solamente quello che gli americani chiamano “Man Hour” ovvero la manodopera a basso costo che mette a disposizione di imprese Europee e Americane per la produzione dei loro prodotti ecco il motivo per cui è molto difficile trovare prodotti Cinesi sui mercati occidentali.
  • Il secondo motivo è da ricercare nella crisi in cui versa ormai da almeno 4 anni l’economia Cinese con la quasi totalità delle imprese travolte da debiti ingenti verso il sistema bancario. Debiti contratti nei periodi in cui il PIL cinese cresceva a doppia cifra ma assolutamente inesigibili oggigiorno considerando che la crescita economica ha avuto un pesante rallentamento nell’ultimo quinquennio. La Cina già dal 2016 ha cercato di correre ai ripari creando una forte distorsione di mercato ovvero regolamentando i mercati borsistici secondo principi di non competitività e contemporaneamente cercando di fare dumping sulla propria base monetaria purtroppo i risultati di questa politica economico monetaria si stanno dimostrando inconsistenti come del resto era ampiamente previsto da chi si occupa di Economia. E’ evidente che conseguenza di questa politica deflattiva sia stata quella di aver di fatto ridotto drasticamente le IDE (Investimenti Diretti Esteri) ad iniziare da quelli in modelli di business non reddituali come appunto ritenuto il calcio. Ecco perché profetizzai in tempi non sospetti l’evoluzione attuale della proprietà Cinese dell’Inter tirandomi dietro le imprecazioni di tanti amici Interisti.

Tornando al nostro caro Milan, troviamo quindi che a fronte di 70 milioni di maggiori costi, di fatto al momento vi è stato un incremento marginale dei ricavi non certo per come preventivato e da ciò deriva la crisi di liquidità che la società sta vivendo e che richiede urgenti iniezioni di capitale a copertura perdite.

L’impatto sui bilanci Fininvest della vendita della partecipazione in AC Milan

Qualche malpensante ancora oggi paventa l’ipotesi che in realtà la vendita del Milan altro non sia che un operazione di rientro di capitali escogitata dal Presidente Berlusconi. Ovvero se questa inaudita ipotesi fosse vera, Berlusconi avrebbe progettato di fatto un condono tombale su eventuali fondi esteri da lui detenuti accreditando gli stessi alla holding di famiglia ed utilizzando l’asset AC Milan come fittizia contropartita.

Rigetto sdegnato tale ipotesi del tutto fantasiosa per come anche smentito dal Presidente Berlusconi che a precisa domanda a riguardo ha negato anch’esso sdegnato una ipotesi del genere (Mi chiedo come avrebbe potuto rispondere diversamente!!!).

Nulla e niente mi potrà far cambiare idea!!! Ciò però non ci impedisce di evidenziare alcuni aspetti su cui gli sciagurati malpensanti fondano la loro fantasiosa teoria.

Intanto ci pensa KPMG che già nel 2001 a conclusione di una perizia commissionata dalla Procura di Milano nel 1996 e dopo 5 anni di duro lavoro individua 64 società off shore collegate a Fininvest su tre livelli. Delle società di primo livello, secondo quanto riscontrato da KPMG, 21 hanno sede nelle Isole Vergini. Vi è poi un’altra società riconducibile a Fininvest che si chiama R.T.I. USA con sede indovinate un po’ dove? in Delaware.

Ecco quindi che questi odiosi malpensanti associando le Isole Vergini ed il Delaware costruiscono il loro castello di fantasie. Ma ripeto questa è solo una coincidenza e niente più e noi che vogliano stare ai fatti ribadiamo che i nomi delle società off-shore collegate a Fininvest e quelli invece che si riferiscono ad AC Milan sono diversi (sic!!!) ergo i malpensanti che vogliono il male del Milan ad iniziare dalla solerte Gabanelli si dessero una regolata!!!!

Vi è poi lo stesso procuratore capo di Milano magistrato di grandissime e acclarate capacità in tema di reati finanziari che interrogato dai giornalisti ha dichiarato che non vi sono indagini in corso sulla vendita del Milan e nella sciagurata ipotesi che un’indagine ci fosse giustamente lo stesso Procuratore Capo lo avrebbe dovuto dichiarare ai giornali inficiando così il lavoro dei propri sostituti. Mi sembra assolutamente sensato!!!!

Vediamo adesso di analizzare l’impatto della alienazione della partecipazione in AC Milan sui bilanci Fininvest, quanto meno per comprendere se la holding di famiglia abbia avuto un qualche vantaggio di tipo economico dalla vendita del Milan.

Fininvest nel bilancio al 31 Dicembre 2013 valuta a libro il valore della partecipazione in AC Milan circa 361 milioni al netto dei debiti, nel 2014 quando l’intenzione di vendere il Milan diventa di dominio pubblico, Fininvest decide di capitalizzare sul valore della partecipazione i versamenti di 64 milioni effettuati a copertura perdite ed ecco che al 31 Dicembre 2014 il valore di AC Milan lievita a circa 425 milioni sempre al netto dei debiti. Ma è nel 2015 che gli advisor di Fininvest danno sfogo a tutte le loro non comuni capacità creative in tema di valorizzazione delle partecipate, assistiamo infatti ad un up-front di assoluto pregio ovvero si ha da un lato una svalutazione della partecipazione in AC Milan per circa 81 milioni che ha come causale “trattative in corso con terze parti”, dopodiché si decide di capitalizzare per intero i versamenti fatti durante il 2015 per un corrispettivo di circa 150 milioni. Ecco che il valore di carico del Milan nell’esercizio 2015, di fatto prende l’ottovolante scendendo dapprima dai 425 milioni iniziali a 344 milioni circa per poi risalire vertiginosamente a 494 milioni (sempre al netto dei debiti) e, la straordinaria ascesa del valore del Milan non finisce qui. Si ha infatti che nel 2016, ulteriori 53,5 milioni versati da Fininvest a copertura perdite vengono anch’essi capitalizzati sul valore della partecipazione che a fine 2016 raggiunge i 557,75 milioni di Euro e di fatto si allinea all’equity value della vendita. Ma guarda un pò che coincidenza!!! Qualche malpensante potrebbe chiosare.

Quindi, ricapitolando in un triennio e proprio mentre si succedono le trattative per l’acquisto del Milan con pittoreschi personaggi accorsi da ogni dove, Fininvest aumenta il valore a libro della partecipazione in AC Milan di un incredibile e straordinario 54,3%, passando dai 361 milioni di fine 2013 agli oltre 557 milioni del 2016. Nel mentre il bilancio del Milan evidenzia nello stesso periodo una netta contrazione di ricavi conseguenza del periodo più avaro di risultati sportivi del glorioso trentennio Berlusconiano.

Possiamo affermare che ci troviamo di fronte al principio secondo cui il valore di una impresa aumenta vorticosamente, al decrescere dei ricavi del risultato reddituale e del valore del brand. In barba ai malpensanti mi sembra assolutamente coerente!!!!

Ma noi non ci fermiamo certo qui ed allora fiondiamoci senza indugio ad analizzare l’impatto della vendita del Milan sulla posizione finanziaria netta (PFN) di Fininvest a partire dal 1 Gennaio 2016 sino al mese successivo alla vendita ovvero Maggio 2017.

La PFN ad inizio 2016 è pari a circa 330 milioni di Euro, nell’esercizio 2016 vengono investiti circa 200 milioni nell’acquisto di azioni Mediaset per circa il 5% del capitale a cui si aggiungono 75 milioni versati in AC Milan per far fronte alle perdite di gestione e circa 92 milioni distribuiti agli azionisti. Per contro Fininvest incassa nello stresso periodo circa 240 milioni di cui 200 milioni sono le caparre incassate per la vendita del Milan. Alla luce di queste operazioni a fine 2016 la PFN di Fininvest si riduce dai 330 milioni iniziali a 190 milioni di Euro.

Nei primi 5 mesi del 2017 Fininvest compra  azioni Mondadori Spa per un controvalore di 10,5 milioni pari a circa il 3% del capitale, compra azioni Mediaset Spa per un controvalore di circa 50 milioni di Euro pari al 1,27% del capitale, distribuisce altri 92 milioni di dividendi ai suoi azionisti, e infine versa 126,5 milioni in AC Milan di cui 53,5 a copertura perdite e 73 ad estinzione dei debiti presso le banche italiane che per come già evidenziato dovevano assolutamente essere estinti prima della cessione per non inficiarne la stessa. Per contro incassa 406 milioni dalla vendita del Milan e 73 milioni dallo stesso Milan che restituisce a Fininvest i soldi versati per estinguere il debito con le banche con l’emissione di un bond di pari importo. A fronte di tali movimenti a fine Maggio 2017 possiamo evidenziare un PFN teorica pari a circa 385 milioni di Euro che quindi evidenzia un miglioramento di circa 50 milioni di Euro rispetto a quella risultante ad inizio 2016.

Deduciamo quindi che Fininvest grazie alla vendita del Milan ha potuto aumentare la sua partecipazione in Mediaset di oltre 4 punti percentuale del capitale sociale difendendosi in tal modo dalla scalata ostile di Vivendi, ha aumentato ulteriormente il controllo su Mondadori Spa ed ha distribuito quasi 200 milioni di Euro di dividendi ai suoi azionisti e si ritrova inoltre 50 milioni in più di disponibilità, e come se ciò non bastasse la PFN consolidata di gruppo conteggiando il differenziale tra avanzi e disavanzi passa da circa 1 miliardo di Euro di inizio 2016 ad un valore teorico di circa 1,2 miliardi di Euro a Maggio 2017.

E niente, a questo punto giù il cappello e standing ovation al Dott. Silvio Berlusconi che malgrado molti definiscono ormai non più in grado di intendere e volere mette a segno l’ennesimo capolavoro economico finanziario della sua non banale esistenza portando a casa un risultato inimmaginabile e che nessun modello economico di valutazione di impresa avrebbe mai potuto ipotizzare.

Considerazioni finali

Oggi addì 2 Aprile 2018 mentre mi accingo a completare questo scritto, il mio pensiero e le mie angosce sono rivolte ai 10 milioni di Euro che dovrebbero entro poche ore essere versati nelle casse di AC Milan per garantirne la continuità aziendale. Sembra incredibile se si pensa al vorticoso giro di centinaia di milioni di Euro che ha caratterizzato questa complessa compravendita. Non vorrei che qualcuno talmente concentrato nel farsi così bene gli affari suoi, si fosse dimenticato del Milan, della sua storia e del suo blasone ma soprattutto si fosse dimenticato di milioni di persone per cui quei meravigliosi colori sono un misto di passione e di incomparabile e disinteressato sentimento.

Sono mesi che, tra insulti di persone in buona fede che giustifico e comprendo perché accecate dalla loro passione per quei colori e destabilizzati da una comunicazione mirata a mistificare i fatti, cerco di dare il mio modesto contributo nel chiarire un atto di compravendita disseminato di misteri, molti mi chiedono chi me lo faccia fare, approfitto qui per dare una risposta a quanti me lo hanno chiesto, me lo fa fare una incondizionata passione per quei colori e un altrettanto incondizionato sentimento di stima verso il mio idolo di una vita, il mio capitano Paolo Maldini colui che prese sotto braccio chi gli proponeva di avere un ruolo in questa società e lo accompagnò alla porta di casa.

A Paolo ed alla memoria di Suo papà Cesare dedico questo lavoro di ricerca che altro non vuole essere che un atto di amore verso il Milan.