Serve equilibrio

Un girone intero è passato, eppure, dopo tutte queste giornate, siamo ancora qui a chiederci chi siamo realmente. Non è facile, infatti, venirne fuori in maniera pulita. Siamo tutto e il contrario di tutto, a volte anche nella stessa partita proprio come contro la Roma.

Inizio terribile, in cui i giallorossi ci schiacciano e in cui i nostri limiti difensivi vengono per l’ennesima volta messi in mostra, goal compreso; poi una fase di stallo, in cui si prova a ricomporsi, è un secondo tempo finalmente all’altezza, con gioco, occasioni, volontà e la solita sfortuna che non ci abbandona mai. Già, perché in un altro momento l’avremmo probabilmente vinta, ma ora come ora ci dobbiamo accontentare delle piccole cose, e la reazione positiva e convinta è sicuramente una piccola cosa buona. Resta piccola non per il valore della partita, che era comunque uno spareggio fra condannati a morte, ma per l’incredibile contrasto che ancora una volta mettiamo in scena. Siamo quelli del secondo tempo? O quelli dei primi 10 minuti? Siamo quelli che vincono con la Lazio e con la Samp, o quelli che perdono punti in modo indegno con le ultime del campionato? Esaltazioni da una parte e affossamenti dall’altra non tardano ad arrivare, ma la situazione richiede più che mai equilibrio.

Una parola semplice, ma con tante implicazioni, e di cui al momento conosciamo poco il significato. In primis ci vuole equilibrio in campo, per non incorrere né in gare troppo difensive né in arrembanti attacchi da “all in the box”. Giusti interpreti in campo quindi, per raggiungere questo tipo di equilibrio indispensabile per l’altro, ovvero quello dei risultati. Essere altalenanti non è una cosa accettabile, non è senza dubbio una virtù, perché mai si riuscirà a rimontare in modo serio chi ci sta davanti se non riusciamo ad ottenere una striscia di prestazioni e risultati convincenti. Non chiediamo la luna, ci mancherebbe, ma solo una continuità minima, che ci eviti di deprimerci troppo e subito dopo di gridare alla rinascita. E infine l’ultimo, ma non meno importante equilibrio, è quello di cui si deve dotare chi commenta il Milan; una mano sulla coscienza e considerazioni reali non farebbero poi così male, di tanto in tanto.

In tutto ciò siamo già ad una nuova vigilia, visto che domani ci sarà un impegno assolutamente da non sottovalutare in coppa Italia contro il Carpi. Può essere il nostro accesso diretto all’Europa, e non possiamo fallire specie con il tabellone che ci troviamo. Contro gli emiliani in campionato abbiamo sofferto, e non poco, e ripetere lo stesso errore per disattenzione o poca applicazione potrebbe essere letale per le nostre sorti e quelle del nostro allenatore. È un dentro o fuori fondamentale, e fallire in questo caso non è nemmeno lontanamente giustificabile.

1 commento

  1. Tutto dipende da casa la proprietà ha deciso di fare e se lasceranno lavorare in pace Mihajlovic almeno sino al termine di questa stagione. I ‘comportamenti alla Cerci’ sono dietro l’angolo e non vorrei che si dovesse pagare il ‘dazio Lippi’ così come la Roma ha pagando il ‘dazio Spalletti. Quindi per dare forza al cambiamento dell’allenatore ci si farà sbattere fuori dal Carpi? Oppure bisognerà attendere sino a domenica, magari richiedendo che torni Valeri ad arbitrare, per perdere contro la squadra di Pinocchio&Della Valle? Questi incontri di campionato sono sempre più simili ai match di Wrestling. Le esibizioni però vengono decise dai giocatori, forse in combutta con alcuni ambienti della società, oppure dalle fondazioni che detengono il cartellino di questo o quel giocatore? Vedremo domani sera ma se è come penso… il Wrestling lo trovo più divertente perché praticato da veri lottatori/attori che alimentano quello che non è uno sport ma uno spettacolo(anche se gli allenamenti nel Wrestling sono molto più duri e professionali di quelli effettuati dai divi-calciatori)

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