Tutti gli umori del presidente

A dispetto delle mie velleità veterocomuniste (di un comunismo puro, si intende, e cioè quello marxista) la rivoluzione del proletariato non si è ancora realizzata. Pertanto, la borghesia e lo Stato non sono ancora caduti sotto i colpi della rivoluzione, la dittatura del proletariato non si è ancora instaura e la proprietà privata non è stata ancora abolita. Quindi, a voler essere concreti, il caro vecchio B. – che ormai si è ridotto a far da Augusto (nel senso clownesco, mica in quello imperiale) a Matteo Salvini, lo re babbaro, discendete di Attila (nel senso abantuoniano del termine) – può dire quello che vuole sul Milan. Non sarà un bolscevico come me a negare questa sacro(e)santa libertà.

Nonostante tutto però, penso sia ormai chiaro come un lago senza fango e come un cielo d’estate sempre blu che B. mal sopporta il povero Sinisa Mihajlovic. Negarlo è quasi impossibile. Sarebbe come negare che Marquez non ha aiutato Lorenzo!  D’altronde, abbiamo imparato a conoscerlo: B. interpreta la vita in direzione catulliana. Odia e ama. Ama e odia.  Se ti ama, è capace anche di donarti un loculo all’interno del suo mausoleo in stile egizio. Se ti odia, può farti diventare il protagonista di una barzelletta insieme a Rosy Bindi, a magistrati di Milano e all’Inter.

Il pareggio con l’Atalanta, a San Siro, non ha scaldato il cuore di nessun milanista. Era una partita fondamentale (senza retorica): doveva verosimilmente disvelare obiettivi e andamento della stagione dopo le tre vittorie con Sassuolo, Chievo, Lazio. E, in parte, disvelatrice lo è stata, la partita contro l’Atalanta: forse non siamo più i morti viventi della passata stagione, ma non siamo nemmeno una corazzata. Ci assestiamo nel mezzo, livello trattorino da campagna. In questi tempi di vacche magre, comunque, mi tengo stretto i cinque risultati utili consecutivi, i tre gol subiti, gli undici punti conquistati su un totale di quindici (che vogliono dire: dall’undicesimo al sesto posto in classifica). Certo, avremmo anche tranquillamente potuto ottenere il bottino pieno. Avremmo potuto continuare a giocare dopo il gol realizzato da Bacca contro il Torino (senza permettere a Belotti di entrare tranquillamente nella nostra area), Donnarumma avrebbe potuto fare qualcosina di più sulla punizione di Berardi, De Sciglio avrebbe potuto contenere come un qualsiasi difensore celebralmente normodotato Kishna. Poli avrebbe potuto servire un pallone al limite della decenza a Cerci e, lo stesso Cerci, avrebbe potuto far qualcosa alla Bacca, per intenderci.

Ma tant’è. Oggi, forse, realisticamente, è chiedere troppo. Anche se si chiede soltanto qualcosa in più. Qualcosa di più.

Il pareggio con l’Atalanta, a San Siro, non ha scaldato il cuore di nessun milanista. Figurarsi se avrebbe dovuto scaldare quello di B. Ma le dichiarazioni, puntualissime, uscite dopo lo zero a zero di San Siro sembrano, in tutta franchezza, un po’ eccessive.

Dalla squadra (e dall’allenatore) mi aspetto qualcosa di più rispetto alla prestazione opacissima contro la squadra bergamasca. Ma io, all’interno dell’Universo Rossonero, sono l’ultimo degli stronzi. B. no. Il suo è un ruolo che, in base alle circostanze, deve saggiamente criticare o saggiamente difendere. L’impressione è che B., finché Mihajlovic siederà sulla panchina del Milan, non ne perdonerà mezza ad un allenatore che non gli piace e che non vuole. B. voleva il suo giocattolo toscano (non Pinocchio, ma Sarri). Adesso i rischi sono evidenti: delegittimazione dell’allenatore, destabilizzazione dell’ambiente.

Dall’ultimo anno e mezzo di Acciughina non abbiamo imparato nulla, vero presidente?

9 commenti

Vai al modulo dei commenti

  1. Amico mio un vero liberale ha massimo rispetto degli ideali comunisti e forse semplicemente non condivide l’analisi economica di Karl Marx. Una filosofia tendenziale, verso il comunismo, prima di giungere al vero paradiso rappresentato dall’anarchia che sarebbe la liberazione totale da qualsivoglia dipendenza ed assoggettamento.
    Per me utopie!
    Il presidente non ama Mihajlovic? Ma lui cosa ha fatto e fa per farsi amare dal presidente? Montolivo e Mexes li ha praticamente imposti Silvio…e la squadra di sabato sera l’ha fatta scendere in campo Sinisa e non Silvio anche se entrambi i nomi hanno in comune la S iniziale. Quando parlavo di ‘Milanovic’ intendevo l’evoluzione che avrebbe dovuto avere Mihajlovic per diventare, a lungo, l’allenatore del Milan!
    Il team Rossonero è ambiente molto particolare ed il presidente ama essere sempre il numero uno. Forse ha ragione perché aspettando Mr Bee e Barbara, che pare abbia un po’ pasticciato nella questione stadio, chi paga è lui ed ha me hanno insegnato che il giocattolo è di chi lo ha pagato!
    ps. Domenica a Bologna Silvio non era il numero uno ma neppure un vecchio comprimario così come si poteva considerare Umberto Bossi!
    Matteo Salvini non è un ‘barbaro’ ma, almeno qui a Nord, è considerato il nuovo che avanza… Silvio potrebbe riuscire a fare, con Matteo, quello che forse non riesce a fare con Mihajlovic…
    E’ una scommessa? Vedremo… tempo al tempo!

  2. Il Presidente, in quanto Presidente, ha sempre il diritto di dire quello che più gli aggrada, a maggior ragione trattandosi di uno che ne capisce a pacchi come il Presidente Berlusconi.

    Il quale Presidente Berlusconi, peraltro, non mi pare abbia aizzato alcuna polemica, ma ha – molto sportivamente – fatto i complimenti agli avversari, cosa che in questo paese non accade spesso e che in molti dovrebbero imparare a fare.

    A partire da Merdentino Rossi.

  3. P.S: siamo stanchi di questi pseudo articoli da Falso Quotidiano o giù di lì.

  4. È la solita vecchia storia: quando le cose vanno bene B. si pavoneggia e impartisce la sua benedizione urbi et orbi, quando vanno male la colpa è sempre degli altri (da Cravatta Gialla – che ne ha, oh se ne ha! – fino all’allenatore di turno, per finire ai comunisti – quelli non mancano mai – anche se ormai sono più rari del bue muschiato nelle tundre norvegesi).
    L’editoriale secondo me, condivisibile o no, è un modo grazioso (in puro senso settecentesco) di riepilogare questioni antiche e cronache attuali. Siccome, però, in Italia ogni cosa va buttata in politica, ecco qua che c’è subito chi si picca e chi prende comunque le difese di Silvio, neanche si trattasse di una verginella campagnola che porta il latte in casa di ritorno dalla mungitura.
    Lo volete capire, sì o no, che il Milan dal 1986 ad oggi è sempre stato sotto l’egida e il controllo di B. e che, dunque, i meriti (tantissimi) e i demeriti, sono, in primo luogo, interamente ascrivibili a lui?
    Riporto di seguito un post, risalente grosso modo a un anno fa, di Frank.R.59, che mi sembra assolutamente esaustivo sull’annosa querelle: “…possibile che non riusciate a capire che il presidente e Galliani sono semplicemente due chiappe dello stesso culo?…”.
    Lo avesse messo in terzine, nemmeno Dante avrebbe saputo fare di meglio.
    Senza alcun bisogno di sventolare bandiere rosse o nere, ma una sola: quella rossonera.
    E poi, ognuno voti chi gli pare (sempre che ce lo facciano fare, dato che gli ultimi tre Presidenti del Consiglio li ha eletti Re Giorgio!).

  5. C’è una inesattezza nell’articolo: Sarri è stato il primo nome fatto da AG dopo Ancelotti ed è stato SB a non volerlo

    Per quanto riguarda il resto, credo che sia sacrosanto da SB pretendere di più contro squadrette come l’Atalanta. Ad oggi la differenza tra Mihajlovic ed Inzaghi più che l’allenatore l’ha fatta il mercato – con 90 milioni spesi come l’allenatore meglio voleva fare peggio era difficile. Se Mihajlovic fallirà una buona posizione di classifica per me avrà fallito al Milan. E Berlusconi ha il diritto di pretendere di più visto l’organico che ha il Milan. Delle prime due in classifica solamente Borja Valero ed Handanovic giocherebbero da noi. Forse Icardi ma abbiamo Bacca.

    • sadyq il 12 Novembre 2015 alle 00:02

    Che faccia di merda. Pare mao tse tung

  6. Se, prima dei trenta anni, non sei comunista, sei senza cuore.
    Se, dopo i trenta anni sei comunista, sei senza testa.
    Proverbio cinese.

  7. Bruto, se non fosse stato figlio di Cesare, magari viveva in un vicolo di Roma a raccattare torsoli di mela per la fame ( parafrasi intera per la parte destra della classifica. Occorreva dirlo ?) .
    Bruto adulto, aduso, per essere figlio di Cesare , ai fasti del padre, ma invidioso e frustrato, pugnalo’ Cesare pensando a futuri fasti piu’ gratificanti il suo narcisistico ego.
    Se ricordo la Storia, Bruto la prese in culo come accade spesso a tutti gli ingrati.

  8. Purtroppo non ho i soldi per noleggiare uno di quei piccoli aerei pubblicitari da far volare su S. Siro con lo striscione .
    Per dire a Berlusconi di prendere SUBITO Fabio Capello e dargli ampissimi poteri.
    Sarebbe la fortuna del Milan ed un grande affare , anche economico , per la proprieta’.

I commenti sono disabilitati.