Il Capitano bistrattato

Riccardo Montolivo muove i primi passi da calciatore nel luccicante vivaio dell’Atalanta, che lo seleziona all’età di otto anni dopo un provino organizzato dalla scuola calcio della sua città natìa.
Dopo un buonissimo excursus nelle giovanili, il tecnico Mandorlini lo promuove; Riccardo possiede infatti una qualità tecnica e una visuale di gioco ben superiore alla media della squadra dei grandi.
Il suo inizio in prima squadra va oltre ogni previsione, venendo da subito avvicinato a grandi nomi del passato e prontamente accostato a tutti i top club italiani.
Passato alla Fiorentina ci mette neanche una stagione per diventare titolare, confermando la bontà intravista in lui dai selezionatori prima nerazzurri poi viola.

Il meccanismo Montolivo si inceppa un anno prima di andare in scadenza di contratto; Riccardo si dimostrerà infatti un giocatore incostante e incapace di compiere il salto di qualità definitivo.
Salto di qualità che decide di offrirgli il Milan, che pur a parametro zero sceglie di ingaggiarlo per inserirlo nella sua faretra di centrocampo.
Con i tifosi è un rapporto altalenante, tendente al basso. Una stagione ottima, poi tanti infortuni e una sorta di decadimento fisico e mentale che ne pregiudica non tanto il valore tecnico quanto quello reattivo. Molti infatti gli criticano la scarsa rapidità di movimenti e giocate, eleggendolo popolarmente come causa della lentezza di gioco della squadra.

A oggi Montolivo rappresenta un trend topic trito e ritrito in casa rossonera. C’è chi lo difende a spada tratta, chi (tanti) non perde occasione di insultarlo a prescindere e chi riesce fortunatamente a valutarne le prestazioni in modo obiettivo.
Personalmente trovo non poco esagerate le critiche che gli si muovono quotidianamente e dopo ogni partita; considerando questa stagione mi è difficile infatti dare adito a chi lo ritiene tra i peggiori giocatori del Milan.
Contro la Lazio ha giocato una buonissima partita, e, sempre dati alla mano, è stato uno dei migliori contro Torino, Udinese e Palermo. Nulla di trascendentale, ma trovo giusto sottolineare che se il Milan ha un cancro, questo non sia sicuramente il tanto bistrattato capitano.

D’altra parte rimane comunque giusto non cavalcare alcuna crociata a favore del giocatore, che pur non demeritando è ben lungi dall’essere il prototipo del giocatore che servirebbe nella mediana rossonera, per qualità e caratteristiche.
Insomma, come spesso succede l’ago della bilancia non pende a destra ma neanche a sinistra, basterebbe ragionare in maniera lucida e senza essere spinti da antipatie/simpatie particolari, anche perchè è pesante ripetere le solite cose dopo ogni match e spostare le magagne sempre sul capro espiatorio.
Ben altri i problemi, ahimè.

3 commenti

  1. Condivido in toto il tuo pezzo. Aggiungo che Montolivo è in testa alle graduatorie, udite udite, dei giocatori, impiegati davanti alla difesa, che hanno recuperato più palloni. Non è Rivera ed io ho soltanto chiamato Pirlo il ‘Rivera bresciano’. Lo chiamo ‘il Caravaggio’ e non soltanto perché è nativo di quella splendida cittadina bergamasca. Talvolta i suoi passaggi sono illuminanti, non è costante e forse anche un po lento ma meglio di lui non vedo altri giocatori, italiani, in Italia! Montolivo ed il Milan sono destinati a crescere molto, arbitraggi contrari permettendo, per raggiungere gli obiettivi previsti ad inizio stagione. Io mi auguro che questo avvenga…. e molti altri che si dicono milanisti e che scrivono su questo blog…se lo augurano anche loro?

  2. Io mi auguro che si tolga dalle palle il prima possibile. E’soltanto uno dei picciotti del mammasantissima galliani.

  3. Buon giocatore , del livello di Aquilani . Insufficiente per essere il direttore d’orchestra in una squadra di vertice . I problemi tecnici del Milan dipendono in buona parte dall’errore di puntare su di lui per questo ruolo laddove occorre ben altra soluzione . Errore che ci e costato e ci continua a costare molto caro.
    Nessuna antipatia personale e nessuna simpatia personale debbono nasconderci la realta’ delle cose.
    Abbiamo bisogno di un nuovo vertice tecnico che non re da conto delle trame rugginose esistenti.
    Io continuo da anni a sognare l’arrivo di Fabio Capello . Che ora e’ libero

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