Il peggior nemico di Sinisa

Non avrei mai creduto che potesse essere così difficile scrivere qualcosa dopo la partita contro la Lazio. A pensar male si fa peccato, ma spesso è davvero molto facile (semicit.). Non avrei creduto che potesse essere così difficile anche –  e soprattutto – perché, come scrivevo nell’editoriale precedente (in modo più o meno ironico) non immaginavo certo la partita che poi effettivamente si è realizzata. Posso quasi dire di aver vissuto un post-posticipo insolito e particolarmente eccitante: il Milan ci aveva disabituato a vincere tre partite consecutive e ci aveva disabituato a una prestazione tanto bella quanto efficace e convincente. Il Milan ci aveva disabituato ad essere questo Milan. Adesso, direbbe un qualsiasi giocatore semianalfabeta nelle interviste a bordocampo, viene il difficile: è necessario dare continuità ai risultati ottenuti ed è necessario non rendere questo bel momento un altro bel momento inutile e privo di alcun fine. Chiaramente, a cominciare dalla prossima partita contro l’Atalanta.

Frenare gli entusiasmi è un obbligo (anche questa espressione da allenatore semianalfabeta). Un mese fa eravamo lo stesso Milan dell’anno scorso e dell’anno precedente ancora (con l’aggravante di un mercato molto più dispendioso). La Curva (ah, sempre questa Curva di vanziniana memoria …) ne aveva una per tutti (tranne per il Mega Direttore Galattico, Duca Conte di Arcore e Unto dal Signore) e Mihajlovic era l’ultimo degli stronzi. Oggi, il mondo appare diverso. Nove punti in una settimana, bel giuoco e due soli gol subiti (di questi tempi una gran bella notizia, come e forse più delle altre). Le rose rifioriscono, gli arcobaleni disegnano colorate geometrie in cielo e l’ultimo degli stronzi è diventato il primo dei geni.

Sinisa Mihajlovic. Lo scrivono i giornali: queste vittorie sono un merito quasi esclusivo dell’allenatore serbo. È lui che ha cambiato il volto di questo Milan sciagurato, è lui che ha rilanciato Cerci, è lui che ha lanciato Donnarumma. Nella (povera) opinione di chi scrive, tutto questo può anche andar bene. Ho accolto con piacere l’arrivo di Mihajlovic (pur non essendo mai stato neanche lontanamente nei miei desideri estivi). Ho riconosciuto all’allievo di Boskov e all’amico di Arkan molti meriti (forse più di quelli che meritava) e ho rimproverato poco – molto poco – del restante operato. A questo punto, e vorrei metterlo in chiaro nel modo più diretto possibile, credo che il peggior nemico di Mihajlovic possa essere solo e soltanto uno: Mihajlovic stesso.

Dopo un esordio a Firenze da dimenticare, e un derby da rilegare alla voce occhio malocchio prezzemolo e finocchio, la squadra di Mihajlovic ha più o meno ottenuto quello che poteva ottenere. Più o meno. Dalla stracittadina contro l’Internazionale Fc avrei voluto procacciare almeno un punto, un punto lo avrei voluto portar a casa da Marassi (partita perduta in modo assolutamente inspiegabile) e due punti in più avrei voluto guadagnarli dalla partita contro il Torino (partita gestita malissimo, dopo la disfatta contro il Napoli a San Siro). Voglio vestire i panni del tifosotto : ad oggi al Milan mancano almeno quattro comodi punti. Diciannove quelli attuali. Diciannove più quattro uguale ventitré. E con ventitré punti sei secondo in classifica, alle spalle della Grande Inter del mago Herr.. pardon, di ciuffobello Roberto Mancini e alle spalle di una Fiorentina sorprendente. Con ventritré punti sei secondo, un punto sopra al grande Napoli di Ottavio SarriBianchi e del Pipita mano de Dios Diego Armano Higuian.

Nell’opinione di chi vi scrive, una partita ha rappresentato, per il Milan di Mihajlovic, la svolta negativa: la partita giocata (e vinta) contro l’Udinese al Friuli. Il Milan contro l’Empoli aveva chiaramente fatto male. E contro il Palermo si era chiaramente espresso a metà. C’era una difesa incerta. C’era un centrocampo evanescente. C’era un equivoco trequartista. C’erano tre attaccanti disponibili: Bacca, L. Adriano e, dietro, Balotelli. Proporre dal primo minuto Balotelli contro l’Udinese è stata una buona scelta (in ottica utilitarista) ma credo fosse palese che qualcosa nel gioco non andava e quel qualcosa lo abbiamo pagato carissimo nella partita contro il Genoa (dove Balotelli è stato riproposto in coppia con L. Adriano), dove abbiamo perso subendo un solo tiro in porta. In quelle partite contro Udinese e Genoa, Mihajlovic ha rinunciato alla ricerca del gioco e ha accantonato l’idea di dare un’idea alla sua squadra. Voler fare soltanto risultato. La panchina del Milan, avrà pensato, pesa. Eccome.

La sconfitta contro il Napoli ha messo Mihajlovic nella condizione di non aver più nulla da perdere. Tanto, come sanno bene gli anziani, non può fare più buio di mezzanotte. E allora è arrivata qualche scelta azzeccata. Via Diego Lopez (scelta, a mio personalissimo avviso, inconcepibile, che merita una discussione a parte). Via Zapata, via De Jong. Via il trequartista. Avanti col 4-3-3. Avanti Con Donnarumma. Avanti con Cerci. Avanti con Bacca.

Ecco. Mihajlovic ha alcuni ostacoli davanti a sé:, le sue convinzioni, le sue scelte.

Ed ha un solo nemico: se stesso.

19 commenti

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  1. A Mihajlovic è stato lasciato il tempo che si concede a tutti gli allenatori che siedono per la prima volta sulla panchina del Milan. Nereo Rocco con molta umiltà, dopo il primo periodo negativo, voleva presentare le sue dimissioni e tornare a Padova. Anche in quel frangente storico c’erano da prendere decisioni importanti. Via Greaves e spazio a Rivera che i soloni dell’epoca volevano mandare a Vicenza in cambio di Menti! Dentro Salvadore che era promesso sposo della ‘giuve’ e coppia di centrali Cesare Maldini Sandro Salvadore! Poi il Trap a tutto campo, a supporto di Gianni, e l’arrivo di un ‘impiegato’ brasiliano: Dino Sani con corollario Alcide Ghiggia. L’impiegato scende dall’aereo e va in campo. Il Milan straccia la Juventus con un perentorio 5-1 e con la ‘quadripletta’ di Josè Altafini il ‘coniglio’ che Gipo Viani voleva cedere! Nereo Rocco diventa leggenda e quella squadra diventa la prima italiana a vincere la Coppa dei Campioni. Rivera, a vent’anni, mancato pallone d’oro soltanto perché Gianni era italiano? Nereo Rocco, dopo aver trovato la quadratura del cerchio, se ne guardò bene dal modificare uomini e impostazione tattica. Speriamo che Sinisa sia un po’ più Rocco ed un po’ meno Boskov!

  2. Troppe masturbazioni mentali . Troppe . Dopo avere detto e ridetto , tutti , perfino lo stesso onesto Mihailovic , che il modulo conta poco e niente , sento che lo spasmodico bisogno , direi l’urgenza di masturbarsi il cervello , porta i tifosi opinionisti a fare cabale varie . Io comincio la mia disanima con un mea culpa e , forse , con doverose scuse a Mihajlovic . Lo avevo scritto qualche giorno fa ma lo ripeto : io sono un cretino credulone . Altri sono bugiardi o peggio. Ho dato ripetutamente del cazzone egoista e cinico a Sinisa nella convinzione che Lopez fosse sano e la sua sostituzione meritasse aspre critiche . Esce un comunicato ufficiale e apprendo che da QUATTRO mesi Lopez soffre di un disturbo invalidante o quasi . Vabbe’ , non cerco scuse , resto un ingenuo credulone . Adesso mi vengono dubbi sulle cessioni e sugli accantonamenti di tutti . Qualcuno ne sa piu’ di me ?
    Vengono nascoste verita’ fondamentali ? Vi sono dietro agli avvenimenti che appaiono vizi , offese , difetti nascosti ?
    Ma allora cosa discutiamo a fare ? La figura dei coglioni ?
    Allora forse e’ meglio frenare la nostra passione e tentare ( senza speranza di riuscirci) di fare solo discorsi tecnici .
    Io ho da farne uno . Il cambiamento , vistoso , radicale, di intensita’ , di concentrazione , di corsa , di contrasto fisico , di scelta del tempo , ha origine nella preparazione atletica . Sono entrati in forma solo adesso . Forse era calcolato e si spiegherebbe la sostanziale tranquillita’ di Mihajlovic . Ma anche in questa eventualita’ dico : perche’ non farlo capire anche a noi ?

    1. Vittorio fidati di me. Il modulo conta e tanto. Non dare retta a chi di tattica e di calcio in generale non ne capisce un cazzo.

      1. Caro La Cantera , non dico che il modo di schierare inizialmente una squadra di calcio sul campo sia del tutto ininfluente . Ma durante la partita chi, come me segue il calcio da quasi sessanta anni , vede cambiare spesso la disposizione dei giocatori e quello che conta e’ la loro voglia e capacita ‘
        di comandare la partita e conquistare ogni angolo del terreno di gioco .
        Ed e’ quello che il Milan ha fatto a Roma .

        1. Anche tu , La Cantera , non ti pronunci sul silenzio che ha accompagnato per QUATTRO mesi la malattia di Lopez .
          Non commenta nessuno , Sono stupito ,

        2. Ti faccio un esempio banale.

          Il campo di San Siro misura 105 m × 68 m. Un conto è far fare al terzino 85 metri per mandarlo sul fondo, un conto è farne fare 25-30 all’ ala esterna. Un conto è avere 34 metri di campo nei due fianchi vuoti e avere 3 uomini addosso nella zona centrale del campo e avere per lo più solo una soluzione verticale, un conto è puntare un uomo solo sulla fascia e avere sbocchi per i compagni in tutte le direzioni.

          Un conto è coprire una larghezza di 68 metri in 3 nelle azioni avversarie. Un conto è farlo in 5 con le ali che rientrano ad aiutare il centrocampo.

          Un conto è fare un lancio in verticale negli spazi intasati dai difensori, un conto è farlo verso l’ esterno dove il tuo copagno è quello più defilato, vicino alla linea ed attaccato da un uomo solo.

          Un conto è poter rientrare sul piede preferito partendo dall’ esterno un conto è non farlo.

          Un conto è pressare alto per recuperare i palloni sulla trequarti, un conto è pressare un pò più basso per lasciare campo alle ali.

          In questo esempio ho preso in considerazione le distanze e i modi di giocare di un 4-3-1-2 e di un 4-3-3 con le ali esterne. Come vedi cambiando il modulo, cambia tutto. Copertura del campo e delle distanze, modo di difendere e di attaccare, pressing, sbocchi di gioco, dispendio energetico e gestione del campo, della palla e della partita.

          Gli allenatori che dicono che i moduli contano poco, devono avere dei seri problemi con le geometrie e le distanze. venti metri in più o in meno di campo da coprire fanno la differenza

        3. Aggiungo che è più facile coprire 108 metri di campo in verticale che 68 in orizzontale.

          Perché? Semplice perché giocando con la difesa alta e sfruttando il fuorigioco i difensori possono lasciare alle loro spalle una neutrale porzione di campo molto ampia. Quindi abbassando le ali e alzando la difesa con il 4-3-3 è molto facile coprire tutta l’ ampiezza del campo e tutto sommato, non è difficile controllare una porzione di campo rilevante in verticale.

      2. Impressionante! Ammetto facilmente che ne capisci piu’ di me . Penso che per te sia o sia stata una professione.
        Quando puoi parla del 4/4/2 ,il mio modulo preferito.
        Resto sempre piu’ stupito della reticenza , anche tua , a rispondere al mio commento sulla malattia di Diego Lopez.

    2. Ancora una volta mi trovo (sorprendentemente, dati i precedenti) d’accordo. Credo che le motivazioni e gli stimoli contino più di qualsiasi modulo e/o schema. Non a caso questo è un tasto sul quale Mihajlovic batte da quest’estate : siamo il Milan, non dobbiamo temere nessun avversario e sul campo dobbiamo essere noi a imporre il nostro gioco. Ho apprezzato tanto quando l’allenatore si è reso conto – e ha fatto notare – che la squadra si approcciava alle partite come faceva lo scorso anno (“quando non potevamo pensare di dominare l’Empoli a San Siro” semicit.).

      Su Diego non mi so esprimere ancora bene, credo lo farò nel prossimo editoriale. E’ uno dei migliori portieri d’Europa, considero un privilegio il fatto che sia nella nostra squadra. Le “disattenzioni” degli ultimi tempi, visto il comunicato, sono da ricondurre anche alla non perfetta forma fisica? Sembrerebbe proprio di sì. Ma, a mio avviso, non si tratta di “disattenzioni” che dovevano fargli perdere la titolarità. Avrei preferito la perdesse proprio in virtù dei problemi che già aveva e che sono emersi adesso. E’ comunque ancora troppo presto, e ribadisco sempre il mio sostegno a favore di Donnarumma.

      1. Si.Sosteniamo tutti il ragazzino come e’ giusto . Ma la faccenda va chiarita .
        Perdere un portiere del calibro di Lopez per un dispetto e’ cosa diversa da perderlo per malattia . E noi tifosi abbiamo il diritto di non sparare minchiate
        per omesse informazioni . Ma sembra che la gente non badi a queste cose .

  3. Post che sconfessa totalmente il precedente. Capisco l’ imbarazzo.

    Allora cerchiamo di mettere ordine prima che la confusione prenda il sopravvento.

    1) Non eravamo brocchi prima, non siamo dei fenoneni ora. Erano i tifosi che si erano convinti che eravamo brocchi.
    2) Mihailovic ora sta facendo il suo e forsr, visto le tante assenze qualcosa in più. Ha avuto 90 milioni a disposizione. 45 per comprare chi voleva lui. Ci mancherebbe altro che non dovrebbe fare bene. E per inciso ha ragione il presidente che se non raggiunge la champions è fallimento. Oltre tutto l’ ha dichiarato lui che questa è una rosa da terzo posto.
    3) Gli allenatori nel calcio sono tutto. Lo abbiamo visto anche ora. Squadra allenata male, fa male, stessa squasra allenata bene fa bene.
    4) La tua depressione pre Lazio Milan é moltiplicata per tanti tifosi il principale problema del Milan. Per una legge non scritta che non ti sto a spiegare della relazione umana, le emozioni sono contagiose. Tifoseria depressa = giocatori molli e sfiduciati. Tigoseria carica = giocatori tonici e grintosi.

    Quindi in conclusione resettatevi e guardate il calcio nel giusto modo e ricordatevi che la forza di un team sta prevalentemente in come viene guidato dal suo leader e che non ha senso rinforzarla fino a quando non va al 100% delle sue possibilità

    1. Carissimo La cantera, proverò a spiegare perché, secondo me, non mi sono affatto sconfessato nel giro di una settimana.

      Punto 1. Io, lo ribadisco ancora una volta, non ho mai detto che la tattica è inutile. Semmai ho detto che è un giochetto piacevole a posteriori, ma sostanzialmente inutile. Mi colloco infatti tra i seguaci di Fabio Capello (come ho già detto una volta) secondo il quale esistono soltanto due moduli: – il modulo delle squadre che difendono a 4
      – il modulo delle squadre che difendono a 5
      Il resto è ripetizione e può essere tranquillamente tralasciato. Trovo molto più interessante, invece, parlare degli aspetti tecnici (e qui mi trovo d’accordo con Vittorio) sostenendo che qualità e motivazioni dei giocatori contino tantissimo.
      Punto 2. Credo che vada sottolineato (ed elogiato) il cambio tecnico operato da Miha, più che quello tattico. A rischio di apparire ignorante, mi trovo infatti costretto a dire che, secondo me, il cambio De Jong/Montolivo (per fare un esempio tra gli altri che si potrebbero fare) è un cambio più tecnico che tattico (e la differenza non è molto sottile, come si può facilmente intendere).

      Sul fatto che non eravamo scarsi prima e non siamo fenomeni adesso con me si sfonda una porta aperta. E anche sul pessimismo cosmico dei tifosi. Basta rileggere quello che ho scritto in passato. Il giorno in cui i tifosi del Milan (il 99.99%, lo posso assicurare) erano in subbuglio per l’arrivo di Balotelli e Kucka io scrissi che si era creato (come ormai accade troppo spesso) una sorta di circolo vizioso, per cui il pessimismo (e l’allarmismo/disfattismo) creava altro pessimismo (e quindi altro allarmismo/disfattismo).

    2. Mi cimento a spiegare per quale motivo penso che allenatore e modulo non siano tutto per una squadra . Intanto chiarisco che questa mia opinione vale SOLTANTO
      per le grandi squadre formate da grandi campioni . Ho sempre visto in campo i veri strateghi del gioco . Uno o piu’ di uno dei giocatori ha tale carisma e visione del gioco che fa muovere la squadra a suo giudizio nel corso della partita . Quando si raggiunge l’optimum si hanno tre/quattro leaders , uno per reparto piu’ il portiere.
      Purtroppo temo che a noi manchino in tutti i reparti e probabilmente hai ragione tu a puntare sul ruolo predominante dell’allenatore .

  4. Appena ho un attimo spiego dettagliatamente perché cambia tanto da un modulo all’ altro

  5. Tattica, moduli, cazzi e mazzi. Ve le inventate tutte pur di non riconoscere che le tre vittorie consecutive sono arrivate dopo che il Presidente Berlusconi ha alzato la voce …

    E ammettiamolo una volta, dai.

    Capisco che la vostra cultura sportiva sia pari pari a quella di Valmerdino Rossi (e infatti domani sarete lì a tifarlo come allocchi) però dai cazzo!

    #ioNONstoconvale

      • sadyq il 7 Novembre 2015 alle 23:49

      Ascolta ellepieffe, sono totalmente d’accordo su merdone rossi, ma per la prima parte del tuo commento, meriti soltanto un sacchetto di vaffanculo!

    1. Anch’io non sto con vale per motivi miei. Primo, non mi piacciono i carri troppo affollati. Poi non sopporto il fanatismo e quello che produce.
      Sul presidente vorrei solo ricordare che questa sera è lì ad assistere alla passerella degli uomini di Rea e prima della partita aveva detto che puntiamo allo scudetto. Va beh.

      1. Caro Milanforever permettimi di chiederti spiegazioni .
        Perche’ ” va beh ” ?
        Io stesso , come tutti coloro che hanno visto la partita del Milan con la Lazio, tifosi o avversari , hanno pensato ad una possibile nuova pretendente alla vittoria finale , Non minimizziamo , per favore !
        Se una squadra ,giocatori ed allenatore, e’ capace di giocare quel calcio ed una settimana dopo gioca come ha giocato con l’Atalanta , il Presidente non puo’ fare altro che quello che ha fatto Berlusconi . E qualche tifoso maleducato potrebbe gridare : venduti , venduti !
        Cosa ci trovi da meravigliarsi ?

        1. Va beh… perchè ogni volta che penso al nostro presidente mi prende la nostalgia e lo sconforto. Pensando pure che il tempo passa inesorabilmente anche per me…
          L’ho detto altre volte, solo lo slancio di cambiare tutto e mandare via AG mi convincerebbe che ha ancora un po’ di lucidità e che non è per tanti motivi ricattato da lui. Ma ho paura che la mia speranza sia vana.

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