Fiducia

Tra le storie che l’ultimo mondiale ha consegnato alla Storia, ce n’è una in particolare che ho vissuto con singolare (e inspiegabile) empatia. Si tratta della storia di Olanda-Costa Rica, quarti di finale. Il risultato, dopo centoventi minuti, è ancora fermo, inesorabilmente, sullo 0-0.  Al minuto centoventuno, l’allenatore degli Oranje, Louis Van Gaal, chiama dalla panchina il secondo portiere della sua selezione, Tim Krul, lo invita semplicemente (e forse un po’ banalmente) a credere in se stesso, e lo manda in campo con la speranza (non sappiamo fino a che punto ponderata) che possa rivelarsi decisivo nella lotteria dei rigori, che inesorabilmente decideranno le sorti dell’incontro. In quel momento, un pensiero comune si manifesta in tutta la sua naturalezza nella mente di tutti quelli che stanno assistendo alla partita : “Van Gaal è un pazzo. Oppure è un genio”. Si rivelerà – al di là di ogni confutazione – un genio : Krul para due rigori. E per l’Olanda è semifinale.

Torino-Milan, penultima gara del girone di andata del campionato italiano, aveva senza alcun dubbio un valore molto meno rilevante rispetto a quello di un quarto di finale della Coppa del Mondo.  Importanza differente, contesti lontanissimi. Eppure, nel momento in cui Inzaghi, con i Rossoneri avanti di un gol, ma sotto di un uomo, ha deciso di sostituire Menez ed inserire Alex ho ripensato, soltanto – ed almeno –  per un istante, ad una calda serata estiva, a Van Gaal, ai supplementari di Olanda-Costa Rica, alla storia di Tim Krul e a tutto il resto. Le opposte tendenze non erano più, come nel caso dell’allenatore olandese, pazzo oppure genio. Si trattava piuttosto di capire se Inzaghi è uno spregiudicato o un razionalista. Un umile calcolatore o un tracotante, vincente a tutti i costi. Ho pensato che se il Milan, dopo settantasette minuti di sofferenza vera (e sicuramente anche un po’ umiliante),  fosse riuscito a vincere la partita anche grazie alla scelta di Inzaghi di mettere in campo un altro difensore centrale, un altro “uomo d’area”, se il Milan fosse riuscito a portare a casa i tre punti dopo una partita di sostanziale non-gioco anche grazie alla scelta del nostro allenatore di coprirci, coprirci, coprirci, e di difenderci, difenderci, difenderci, di certo non avrei sostenuto che Inzaghi è un genio; molto verosimilmente, però, avrei tirato un lungo, lunghissimo, sospiro di sollievo e avrei ringraziato il nostro allenatore. Ne avrei riconosciuto l’umiltà e l’accortezza.  L’intelligenza e la razionalità. E avrei alzato il pugno in segno di vittoria.

La realtà si è invece fatta beffa della mia illusione e ha imposto un finale completamente diverso, amaro e difficile da accettare.

Se avessi dovuto scrivere questo editoriale appena dopo la partita contro il Torino, probabilmente, avrei, in maniera molto schietta, chiesto la testa di Inzaghi. E lo avrei fatto adducendo questa sostanziale ragione : a dieci minuti dalla fine, con la Squadra in vantaggio, è inaccettabile rinunciare alla possibilità di avere in campo (almeno) un uomo che possa tenere la palla lontana dalla propria area. È, senza giri di parole, inaccettabile [D’altronde, supponendo di far entrare in campo Cerci, per esempio, anziché Alex, qual è la cosa peggiore che può capitare ? La cosa peggiore che può capitare è che il Torino pareggi. Appunto]. Mi ritrovo invece a farlo oggi, quando forse sarebbe opportuno più che pensare ancora a quanto accaduto contro il Torino, pensare all’imminente partita contro l’ Atalanta. Mi ritrovo invece a scrivere oggi, quando già molto è stato detto, se non addirittura tutto. È stato detto che, a rigor di logica, la sostituzione Menez-Alex può essere ritenuta assolutamente ammissibile. È stata messa sotto accusa la condizione fisica ed atletica dei giocatori rossoneri. È stata affermata l’inadeguatezza del modulo attuale, con i tre centrocampisti e l’assenza di una vera punta.

Potrà apparire contraddittorio – ed indubbiamente lo è – che proprio io mi schieri così apertamente contro il nostro allenatore, a tal punto da ritenere indifendibile e ingiustificabile l’atteggiamento espresso da Inzaghi e dalla Squadra nella partita di Torino. Nei precedenti editoriali più volte ho sostenuto l’attuale allenatore del Milan, spingendomi anche, dopo le prime giornate di campionato, a riconoscerne i meriti tattici. Adesso posso affermare di essere stato quantomeno avventato, trascinato probabilmente dall’entusiasmo o forse dall’illusione di riscoprire finalmente un Milan vincente. Ed è per questo che oggi, attraverso questo editoriale, affermo di aver commesso degli errori di valutazione attorno al valore tattico della gestione di Inzaghi.

È evidente che non si tratta ancora di un allenatore adeguato a guidare il Milan.  

Tuttavia, sono convinto – e mi aggrappo disperatamente a questa ultima speranza – che l’aspetto tecnico, e quello tattico, non rappresentino tutto. Permane qualcosa, in fondo, forse un po’ irrazionalmente, che mi spinge, nonostante gli errori, nonostante le reiterazioni, nonostante tutto, ad avere ancora fiducia nel nostro allenatore. E ciò che mi spinge ad avere fiducia, è proprio la fiducia che Inzaghi, per il suo bene, e per quello del Milan, cambi, cresca e si evolva (finalmente) insieme a questa Squadra.

 

19 commenti

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  1. “Ingaghi ha grande autorità nello spogliatoio nonostante la giovane età. Deve avere tempo di poter commettere i suoi errori. Può diventare un grande allenatore”. Cit Il Capitano Montolivo. Un uomo vero che capisce di calcio mica come quelle volgari puttane che attaccano Inzaghi da questa estate dandogli ingenuamente del lecca lecca.

    Via le Prostitute dal Milan!

  2. Inzaghi

  3. Direi che male ce ne siamo fatto abbastanza. Discutere Inzaghi non è soltanto superfluo è dannosso. Che commettesse errori anche marchiani, come quello della sostituzione di Ménez con Alex, è nella natura delle cose. Ma quello di Torino non è stato il solo errore e forse non sarà neppure l’ultimo. Pippo ha commesso tanti, forse troppi, errori nella scelta degli uomini che dovevano meglio interpretare il ‘suo’ modulo. Allenatori scafati, vedi Montella in Milan-Fiorentina, hanno bloccato, con le buone o con le cattive(non voglio tornare sul tema arbitri anti-Milan)il ‘giuoco’ della squadra di Pippo senza che lui avesse ancora ben chiare le contromisure da adottare. Anche Ancelotti talvolta commetteva questi errori ed il suo discepolo non poteva non ripeterli. Quando il 4-3-3 non funziona o viene bloccato dalle sovrapposizioni sulle fasce, fatte anche con cattiveria dagli avversari, a mio avviso Pippo avrebbe dovuto e/o potuto cambiare modulo inserendo Pazzini e Niang. Il Pazzo vede la porta meglio di qualsivoglia attaccante italiano. E’ del Milan ed io spero che termini la sua carriera in Rossonero. Ora Pippo, che studia notte e giorno e, come ha detto Montolivo: -è una spugna ed apprende con estrema facilità- ha messo da parte una discreta dose d’esperienza come allenatore di serie A. Lasciamolo lavorare e Pippo, unitamente a quelli che credono nel suo progetto, ci daranno grandi soddisfazioni.

  4. Borgo io faccio notare solo una cosa.

    Siamo a 5 punti dal terzo posto. E’ un ottimo risultato considerando che solo ora Inzaghi sta realmente incidendo nella ricostruzione della squadra dopo aver trovato tanti esuberi di Allegri.

  5. Ci sono almeno due cose che differenziano la “follia” di Van Gaal alla decisione di Pippo: la prima che l’ingresso di Alex non avrebbe mutato il risultato, ma solo mantenuto, e la seconda che la “follia” di Van Gaal è comunque un atto di coraggio e invece quello di Pippo è codardia.
    Ho già ripetuto più volte dell’amore e del rispetto per quello che è stato uno dei più grandi goleador della storia del Milan, ma questo non vuol dire avvallarlo come allenatore quando, forse, non lo è (a suo tempo dissi una cosa del genere per Leonardo).
    Le follie e i colpi di genio sono invenzioni, intuizioni, follie appunto, che vanno oltre la razionalità e la bravura di un individuo: o le hai o non le hai (proprio come certi gol segnati da Pippo, uno per tutti quello contro l’Ajax al 90’ scoccato nella semifinale di Champions del 2003). E’ come un treno che passa e devi prendere al volo, perché una seconda volta non passa più.
    Adesso si parla di affiancamento. L’ha scritto Serafini nell’ultimo editoriale. Oggi (casualmente?) in visita con il padrone a Milanello c’era anche Sacchi. Quando smetteremo di essere ridicoli e tornare a essere il Milan?

    1. Non perdete tempo a leggere gli editoriali di Serafini… è tempo buttato.

  6. Ma quante cazzate diciamo un po’ tutti quando ci lasciamo prendere dalla mania di fare gli strateghi di calcio . Se ne parliamo in un momento di calma e distacco sappiamo tutti quanto poco influisce un cambio piuttosto che un altro omun modulo piuttosto che un altro . Il mio giovane amico che ama la prosa forbita e’ passato dell’entusiasmo per Inzaghi alla bocciatura per via di una sostituzione . Sbagliato ,
    Come e’ sbagliata la posizione acritica di Cantera cui tutto va bene . Inzaghi arrivera’ , come e’ giusto a fine campionato ricevendo applausi o critiche a seconda delle prestazioni della squadra . giusto anche questo . Ma quel che fa la differenza , partita per partita per partita e poi alla fine per il destino di Pippo e’ l’impegno , l’orgoglio , la grinta e la forma fisica che sara’ riuscito a generare nei giocatori .
    A Torino sono mancate queste cose .

    1. Caro Vittorio, io non capisco perché lei ogni volta cerchi di trovare qualcosa di “nascosto” in quello che scrivo. Io ho cercato di essere il più chiaro possibile. Ho detto che l’entusiasmo per Inzaghi, l’entusiasmo che aveva portato nell’ambiente milanista e che mi aveva assolutamente coinvolto e contagiato, purtroppo è stato spazzato via da una serie di errori (che, ovviamente non si riducono alla sola sostituzione Menez/Alex, che funge, se così vogliamo dire, da “simbolo” di una intera gestione inopportuna) che oggi mi fanno rivalutare la figura dell’allenatore. Lo so che può apparire contraddittorio, e infatti l’ho anche scritto. Però purtroppo nella vita o ci si rende ridicoli continuando ostinatamente a perseverare nelle proprie convinzioni, o si ammette semplicemente di “aver sbagliato”. Io ammetto di aver sbagliato su Inzaghi. E mi sembra di mantenere fede ad una specie di impegno intellettuale ammettendolo. Tuttavia, non penso che la soluzione possa essere al momento quella di cambiare allenatore, e anzi credo che a meno di una serie incredibili di sconfitte, Inzaghi resterà il nostro allenatore fino alla fine della stagione. Per questo merita comunque FIDUCIA. In più, nonostante tutto quello che ho scritto, credo che meriti fiducia, perché comunque umanamente si sta dimostrando una persona apprezzabilissima che merita rispetto per quanto sta – ancora una volta – dimostrando il suo attaccamento, il suo rispetto verso questi colori, che cerca costantemente di onorare. Quindi, in conclusione, posso dire una cosa. Mi sono sbagliato su Inzaghi e lo ammetto. Ma spero di sbagliarmi ancora. Spero che per il bene del Milan, riprenderemo a vincere e, a fine stagione, poter dire : Pippo Inzaghi è il mio allenatore.

      1. Troppo , volubile , entusiasmo giovanile ti porta dapprima ad entusiasmarti poi a ricrederti ed infine ad accordare fiducia , con lettere maiuscole , a colui cui l’avevi tolta . Ma non e’ critica la mia . E perche’ la tua eta’ merita questi slanci nei sentimenti , e perche’ nessuno di noi ammalati di tifo ( malattia fra le peggiori ) e’ immune e tali cambi di umore .

  7. La cantera, non mi tirare fuori anche te i 5 punti dal terzo posto. Non basta Galliani a sparare certe cazzate?

    1. Non sono cazzate. Se nonostante i tanti punti persi siao a -5 significa che il campionato è sostanzialmente più difficile per tutte e che tolte le prime due le altre se la giocano praticamente alla pari.

      Lo scorso anno non era così e il Napoli era in fuga

  8. E purtroppo non solo a Torino . Non e’ assolutamente fuoco amico dire questa verita’ . Ti voglio bene assai Pippo mio ma datti una mossa e metti un poco di peperoncino nel culo di alcuni nostri eroi .

  9. Luca Serafini mi ha sempre ricordato Gianni Brera . Presunzione , malignita’ e , penso , antimilanismo a iosa . Oggi scrive una notizia , meglio dire un’ipotesi di notizia , che , se fosse vera io mi mettere a ballare e mi scolerei una magnum di
    ottimo champagne . Capello affianca Inzaghi . E questo incompetente la definisce
    una cosa pericolosa . Pericolosa per chi? Per il Milan ? Il migliore allenatore del mondo degli ultimi trenta anni viene a consigliare ed istruire Inzaghi e sarebbe
    Un pericolo ? Per lo stesso Inzaghi ? Ma quanto lo dovrebbe pagare un corso privato di tale professore ? La sua fortuna immensa sarebbe . Lo so io per chi sarebbe pericolosa la faccenda . Per i nostri avversari nel campo e fuori e per i nostri acerrimi nemici imboscati nel fuoco amico . Sopratutto per i nemici personali del nostro Presidente che fra un paio di anni ricomincerebbero a rodersi il fegato ed a ricevere cazzi nel culo . E per Luca Serafini , ovvio .

    1. Si ma Milanello non è Coverciano. Non si è mai visto affiancare un giovane allenatore ad un altro più esperto e di spessore a stagione in corso. Se Inzaghi deve essere affiancato qualcuno, allora meglio da un tattico di esperienza non troppo in mostra che non gli rubi la scena

      1. C’era Sacchi, non Capello a Milanello ieri…

  10. I più vecchietti possono ricordarsi, a proposito di affiancamenti, di un qualcosa di simile accaduto nella stagione 73-74 con Maldini (padre) che affiancò Rocco a dicembre, per poi restare unico allenatore nel girone di ritorno.
    Sacchi è già tornato una volta, come Capello, è non sono stati ritorni felici.
    Sono operazioni che hanno il sapore della minestra riscaldata e quasi mai producono effetti positivi.
    Personalmente se posso leggo tutto sul Milan, compreso quel serraglio di bestie feroci che è Milan Night. Comunque Serafini è un’ottima penna.

  11. Per la verità c’è uno che non leggo mai: Mauro Suma. Inutile e forse anche nocivo.

    1. Io ho imparato ad apprezzare Suma prima e Galliani poi grazie a Milan Night :roll:Prima avevo antipatia per entrambi

  12. Il Milan ebbe un’accopiata fenomenale : Gipo Viani con Nereo Rocco .
    Ma , chiamatelo come volete , direttore sportivo , manager alla Fergusson , esperto o come si vuole . Sarebbe , come non e’ insolito , avere un allenatore in campo , Inzaghi , ed un consigliere piu’ anziano che non va in campo .

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