Mentre la stampa italiana ancora non si spiega come i maggiori esperti di veline che per l’estate dovranno trasformarsi in esperti potatori abbiano perso il titolo nonostante porcate arbitrali contro di noi e a loro favore, continua il ridimensionamento mediatico trasformatosi in rosicata senza fine.
Poi però c’è la realtà – e la realtà è anche la realtà di mercato, di richiesta per una rosa che evidentemente vale (la migliore su transfermarkt in Italia). Le offerte non arrivano mai in Italia o se arrivano arrivano tramite media secondari – sui primari l’ordine è di non parlarne, mai, a meno che non sia praticamente cosa fatta: i giocatori del Milan devono passare come dei miracolati. Mica come il Sassuolo per cui ogni sera c’è la vetrina in diretta su Sky Sport per piazzare a 40 milioni pure i raccattapalle, per esempio.
Partiamo dal portiere: su Maignan ci sono Tottenham e Manchester United – il Milan le offerte non le ha nemmeno ascoltate. In difesa lo stesso destino per Tomori (che ha offerte dalla Premier) e Kalulu ma per cui non dovendo tagliare, non ci si siede nemmeno a parlare. Theo Hernandez è da due anni nel mirino del PSG – lo scorso anno il Milan rifiutò 70 + Draxler, costringendo i parigini a virare su Hakimi. Dopo il rinnovo, ovviamente, non se ne parla nemmeno.
A centrocampo il Real Madrid ha fatto un tentativo per Tonali prima di andare su Tchouameni col giocatore che non ci pensa nemmeno a lasciare il Milan. Kessie è andato a Barcellona – non l’ultima delle squadre per importanza, mentre su Bennacer una estate fa invece c’era il Manchester City di Guardiola. Davanti è inutile dire che per Leao c’è la fila – lo voleva il Real al posto di Mbappé, poi Ancelotti (cuore rossonero) ha fatto cambiare idea a Perez, lo vuole ancora il City ma per meno della clausola non ci si siede.
Insomma, questo Leicester italiano così male non ha fatto se i suoi titolari sono contesi da mezza europa che conta. Però ripeto, sei il Leicester se i giocatori quando fanno bene li vendi subito perché non te li puoi permettere – e questo non mi pare che al momento sia una cosa che abbiamo fatto noi. Vero, Beppe?