Sarà il Bee-day?

Domenica 26 Aprile sapremo. Non parlo del risultato di Udinese – Milan, che si giocherà il giorno prima. Certo, fare due gol alla squadra del diversamente simpatico Stramaccioni è sempre una cosa che si accoglierebbe con gioia, ma le motivazioni sono diverse. Domenica 26 sarà infatti il d-day in cui il magnate/broker/faccendiere thailandese Bee Taechaubol (che da qui in poi chiamerò semplicemente Bee per evitarmi di fare troppi CTRL-V) ha annunciato la definizione dell’accordo per la sua entrata in società.

Se gli annunci saranno confermati, si tratterà sicuramente di un evento storico per il Milan, che cambierà di proprietà (o almeno inizierebbe la fase di transizione verso quel traguardo). Addio alla gestione di Silvio Berlusconi e dentro i capitali provenienti dall’oriente. Parlo appunto di capitali perchè gli uomini che sarebbero legati a Mr. Bee sono ancora ipotetici. Tralasciando l’area economico-gestionale (per la quale si vocifera il coinvolgimento di Barbara Berlusconi) sarà molto importante chi sarà a gestire la parte tecnica della società, che non può permettersi un altro anno fallimentare.

Come sembra, alle redini dell’ area tecnica ci sarà Paolo Maldini. Ciò sicuramente comporterà l’uscita dalla società, dopo tanti anni di onorato servizio, di Adriano Galliani. Lo sanno anche i muri di Milanello che il feeling tra l’attuale A.D. e il titolare della maglia numero 3 non sia tra i migliori.

Una volta sistemati i nomi, ecco arrivare l’altro aspetto fondamentale: i soldi. E qui secondo me diventa molto importante il prezzo di vendita finale. Non tanto perchè il presidente ci guadagnerebbe di più, quanto per verificare l’effettiva disponibilità economica dei nuovi acquirenti. Se sono disposti a pagare più di un miliardo di euro per una rosa che, effettivamente, non annovera fenomeni che potrebbero essere venduti a caro prezzo, significa che sono realmente intenzionati a fare qualcosa di grande con il Milan.

Perché una gestione alla Thohir, col freno a mano tirato, o alla Pallotta, che va bene per una grande squadra, ma non una grandissima, al Milan non basta.

Se c’è una cosa che i quasi trent’anni Berlusconiani ci hanno insegnato è che il Milan ha una mission: andare in Europa e vincere. E si vince solamente se si fanno gli squadroni, con un discreto numero di top players in campo e un condottiero in panchina. Al Milan lo sanno fare, lo hanno fatto fino a poco tempo fa.

Noi tifosi vogliamo di nuovo tornare ad vivere quelle emozioni a cui eravamo abituati. La sicurezza di andarcela a giocare ovunque. La tranquillità di essere comunque una delle prime scelte per i grandi campioni. Le vittorie. Ma anche l’invidia da parte dei tifosi delle altre squadre. Il Milan (almeno fin da quando lo conosco io) è sempre stato cosí: assegni staccati e coppe alzate. Quindi, caro Mr. Bee (o caro Mr. Lee), venga pure per #saveacmilan, ma venga col portafogli pieno.