Destinazione Berlino: rivincita fallita

Due serate di Champions double face portano Bayern Monaco, Barcellona, Real Madrid e Juventus in semifinale. In particolare per le partite di stasera ci saranno certamente code polemiche, per i risultati molto tirati (1-0 aggregato in entrambi i casi) e almeno un episodio da moviola per parte.

Tanti, tantissimi gol martedì sera. Soprattutto a Monaco (di Baviera), dove si partiva da una situazione di 3-1 per il Porto, prontamente ribaltata. 6 assenti come una settimana fa: ma i bavaresi in mezz’ora hanno già rimontato e scavalcato i portoghesi. Alcantara, Boateng, Lewandowski (dopo 27 tocchi, quasi tutti di prima), Muller e ancora Lewandowski. Al 40′ il Bayern è già sul 5-0, ampiamente qualificato. Squadre che sembrano invertite rispetto a una settimana fa, quando la difesa del Bayern era crollata due volte nei primi 10 minuti. Il Porto riesce ad “accorciare” le distanze al 73′, con Jackson Martinez: ma il “set” è servito prontamente da Xabi Alonso, che porta sul definitivo 6-1 il risultato. Altro copione a Barcellona: i catalani avevano vinto all’andata e si confermano anche al ritorno. Serviva una vittoria per 3 gol di scarto (o un 2-4) al Psg per ribaltare il risultato, impresa oggettivamente un po’ più difficile di quella che serviva alla squadra di Guardiola. Tornavano Verratti e Ibra, più David Luiz dal 1′ al posto di Thiago Silva. Se qualche speranza residua era rimasta, finisce tutto con il capolavoro di Iniesta e Neymar, al 14′: scartati quattro avversari in due, 1-0 e palla al centro. A raddoppiare è ancora Neymar venti minuti dopo: fine delle trasmissioni.

Molto più tirate le sfide del mercoledì. Tante le proteste del Monaco, che esce dopo lo 0-0 di stasera che consegna alla Juventus la semifinale. Su Kondogbia preso “a sandwich” in area da Vidal e Chiellini, ma anche su un’entrataccia dello stesso Chiellini, già ammonito, su Moutinho. Tanti errori per i bianconeri, ma il Monaco non riesce ad approfittarne nonostante il pressing molto alto orchestrato da Jardim (comunque uno degli allenatori rivelazione di questa Champions). Una squadra sulla carta inferiore che con un po’ più di fortuna avrebbe quantomeno centrato i supplementari, cosa che non si può del tutto dire dell’Atletico di Simeone. I colchoneros prendono ancora una volta gol nel finale, ancora dal Real, ancora quando ormai l’obiettivo del momento sembrava conseguito (11 mesi fa la vittoria ai tempi regolamentari, ora il raggiungimento dei supplementari). E il Real chiude il primo tempo con 11 tiri a 2, ma non riesce a superare un grande Oblak, il migliore dei suoi. Tanti falli dell’Atletico, Simeone alza il bunker togliendo Griezmann e passando al 4-5-1, poi al 76′ arriva la svolta della partita. Rosso per secondo giallo ad Arda Turan al 76′, che pare giusto nonostante le proteste dell’Atletico, in una partita dalle tante interruzioni; e dopo una paratona di Oblak sul “Chicharito” Hernandez, è proprio il messicano a firmare all’88’ il successo dei blancos. Un solo derby vinto su otto per il Real, quest’anno: ma è il più importante. E l’undecima non è più così lontana per Ancelotti: anche se con l’impressionante forma del Barcellona e del Bayern, e la grande dose di “fattore C” avuta finora da Allegri, il Real dovrà faticare molto per ripetersi.