L’Europa non è in crisi, il Sudamerica non è in crescita, l’Africa non ha perso: i numeri dei gironi.

Fase FinaleNella prima fase di questo mondiale si è parlato tanto di Europa in crisi – andando a vedere numeri e fatti, forse, non è così. Nel mondiale 2014 infatti le squadre europee sono esattamente sei come lo erano quelle del 2010. Là furono Olanda, Slovacchia, Germania, Inghilterra, Spagna e Portogallo che giocarono tutte l’una contro l’altra negli ottavi di finale, qua sono Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Grecia e Belgio. Sulla carta meno “big” ma la “quota” è rimasta invariata – di fatto, quindi, i fallimenti sono stati i fallimenti delle singole squadre e non del blocco europeo in toto. E’ comunque un passo indietro rispetto a Corea 2002 (9) e Germania 2006 (10) ma attenzione perché al mondiale Sudafricano le tre che sono passate ai quarti sono poi andate – tutte – in semifinale con l’Uruguay a completare il quadro, nel 2006 la “Final Four” era tutta italiana, mentre nel 2002 solamente due europee erano arrivate tra le prime 4, Germania e Turchia.

Sono quindi aumentati i posti per i sudamericani? Assolutamente no! Già nel 2010 erano qualificate Brasile, Cile, Argentina ed Uruguay – l’unica differenza rispetto a 4 anni fa è che la Colombia ha sostituito il Paraguay. E 4 anni fa le sudamericane vincenti in un girone erano 4, solamente il Cile, infatti, era arrivato secondo – oggi solo solo 3 perché l’Uruguay nel nostro girone ha saputo farsi beffare dal Costa Rica. Il posto della Costa Rica è infatti la vera novità di questo mondiale – perché 4 anni fa la CONCACAF aveva portato nelle prime 16 solamente USA e Messico – oggi fa il 100%, ovvero tre squadre su tre posti.

Ha perso quindi l’Africa come spesso si è sentito dire in questi giorni? Assolutamente no. Ha perso il Ghana che nel 2010 era andato fino ai quarti ma con l’impresa dell’Algeria l’Africa ha visto aumentare da una a due le proprie squadre agli ottavi, cosa mai accaduta in un campionato del mondo. Fino al 1986 l’Africa aveva un posto garantito tra le prime 16 poi, da Italia 90, con l’allargamento a 24 squadre e gli ottavi di finale si sono qualificate nell’ordine Cameroon, Nigeria, Marocco, Senegal e poi due volte il Ghana. Oggi troviamo, quindi, la seconda qualificazione della Nigeria (che raggiunge Muntari e compagni) e la prima dell’Algeria – altro che crisi, il calcio africano non è mai stato così avanti.

Se quindi Europa e Sudamerica sono rimaste invariate e sono cresciuti Nordamerica e Africa per bilanciare gli equilibri qualcuno dovrà pur aver perso – la grande sconfitta di questo mondiale è la confederazione asiatica che porta un numero di squadre pari a zero tra le prime 16. Tralasciando l’Australia, che vi affluisce solo dal mondiale 2010 nel quale, comunque, non era arrivata tra le prime 16, i posti di Costa Rica ed Algeria, anche se indirettamente, nel primo caso, sono quelli di Corea e Giappone che si erano qualificate nel 2010 ma avevano “toppato” la qualificazione nel 2006, altro mondiale in cui il continente più esteso al mondo aveva chiuso a quota zero.

Per concludere, rispetto a quattro anni fa, il ricambio è esattamente del 50%: Brasile, Cile, Olanda, Messico, Argentina, Uruguay, Germania e USA hanno confermato il posto ottenuto quattro anni fa – manca il campione del mondo ma 2°, 3° e 4° del mondiale sudafricano sono ancora presenti così come sono presenti Brasile ed Argentina che uscirono nei quarti di quella rassegna. Due curiosità in chiusura: è la terza volta che la nazionale cilena approda agli ottavi dopo 1998 e 2010 – in entrambi i casi l’avversario era sempre il Brasile. L’Algeria, invece, è un inedito – sarebbe potuta arrivare nelle prime 16 (gironcini) nel 1982 se non fosse stato per un clamoroso biscotto tra Austria e Germania – proprio la Germania è, quindi, il loro avversario di questo mondiale. Chissà che il celeberrimo detto sulla temperatura a cui va gustata la vendetta non si avveri in quel di Salvador.